La cecità sulla denatalità e sui debiti pubblici, come cause di base della crisi del nostro mondo «opulento», continua imperterrita.

Da un paio di mesi i titoli dei giornali occidentali, soprattutto quelli economici, sono piuttosto delusi e prevedibilmente deludenti: le reiterate strombazzate degli annunci di ripresa dalla crisi recessiva di questi anni si sono rivelati non solo troppo ottimistici ma totalmente falsi e falsificati. I segni in positivo delle ripresine economiche degli Stati Uniti o del Giappone si sono già rivelati per la pochezza che fatalmente erano e sono: le recessioni dell’Occidente dovevano pur un giorno finire! E le riprese conclamate non han ricuperato nemmeno una minima frazione di quanto tragicamente perso.
Quanto alla ripresa, in effetti chiaramente sopravvalutata ed ideologicamente invocata, si è già rivelata afflosciata malgrado tutti i trucchi contabili degli statistici o le spintarelle (anche consistenti della produzione di carta moneta inflazionata da parte della BCE) per “drogare” le economie nazionali… L’aveva già fatto nel 2013 anche la “liberale”Gran Bretagna, con la sua sterlina al di fuori dell’euro e con un deficit record del 9% (il triplo di quello generosamente permesso dall’UE). Del resto i Paesi europei chiedono che questo tetto sia aumentato come se quello attuale di Maastricht non sia sufficiente per le brame del consumismo clientelare e a gogo.
Per dare un’idea del livello di delinquenza storica e falsificatrice dei nostri Paesi pazzescamente indebitati (tutti, più o meno!), non prendo l’esempio non della Grecia (sarebbe troppo facile!), ma dell’Italia, non troppo lontana dalle altre nazioni dette opulente. Il ministro del lavoro Poletti, ha appena annunciato 1,9 miliardi di “investimenti”: questi, secondo lui, “produrranno un milione di posti di lavoro!”. La sparata, l’ultima, ha provocato perfino nel suo partito di sinistra le proteste e l’incredulità scandalosa per questo annuncio apparentemente entusiasmante anche oltre ogni contraffazione abituale. Ma si pensi piuttosto al gigantesco problema – ancora più grave – di cui non si parla mai (o quasi) in modo conseguente e preciso. Solo di interessi, il debito pubblico italiano paga ogni anno tra 85 e 90 miliardi di euro, secondo il livello dello spread: praticamente ben più di 45 volte lo stanziamento miserabilista che dovrebbe creare… un milione in più di occupazione. Siamo così giunti forse all’apice esasperato della menzogna fanfaronata pubblica!
Perdipiù, nessuno parla dell’ancor più assurdo deficit annuale futuro rivendicato superiore al 3% abituale: vale a dire che non solamente si sono rubati a due generazioni montagne di soldi che non si riuscirà mai a rimborsare (e che provocano la disoccupazione record e il precariato in tutta Europa), ma si continua a farlo e si vuole anche aumentarne l’entità… Soprattutto in Francia. I media non fanno commenti nemmeno su questo e si occupano pleonasticamente, superficialmente e banditescamente di tutt’altro.

Al peggio, in sovrappiù, non c’è mai fine. La prima e più importante ragione della crisi epocale economica è ancora altra! Ben più negletta e attualmente inimmaginabile per la cultura dominante del nostro Occidente e dei suoi espertoni cultural-economici. Tutte le cause avanzate in questi anni, da quelle americane dei subprimes a quella cosidetta (e non ben identificata) finanziaria, si sono rivelate inconsistenti oppure marginalissime. Il vero problema – e macroscopico – è che la domanda interna dei Paesi avanzati è progressivamente crollata a causa, molto semplicemente, della gigantesca denatalità.
Dagli anni ’60, cioè da due generazioni, l’utilizzo massificato della pillola e l’esplosione generalizzata e banalizzata dell’aborto hanno eliminato più di un miliardo detto di “non nati”: donde le famose culle vuote. Dunque niente bisogni propozionali di frigoriferi, di macchine, di case o di cibo oppure di servizi come una società sana richiede in progressione naturale. L’umanità tutta, o quasi (compresa la miserabile superpotenza della Cina, con la sua politica totalitaria e liberticida del “figlio unico” varata nel 1978), s’è messa a “desiderare” il proprio edonismo, alla fin fine, straccione, piuttosto che seguire, con il falso mito della pur necessaria tecnoscienza, la legge naturale e divina. Si pensi, per esempio, al dileggio e al ridicolo riservato all’enciclica Humanae Vitae del papa Paolo VI che metteva in guardia l’uomo, già nel 1968, di anteporre e opporre la sua legge scellerata e miope a quella del Creatore.
Naturalmente, in una strategia nichilista e immorale del genere, si finisce anche per diventare molto pazzi.
Ho infatti letto settimana scorsa un grosso titolo sulla prima pagina di un quotidiano: “Bisogna che le imprese producano di più”. Ormai i giornalisti e i direttori editoriali hanno tendenze irrazionali fino a esprimersi in modo lobotomizzato: perché produrre se non c’è domanda? Le imprese – tutti lo sanno – producono anche meno della metà delle loro capacità. Il problema, invece, è che mancano strutturalmente oceani di acquirenti: è possibile produrre solo se si vende. Chi produce in perdita? Elementare!

La Chiesa, solitaria e praticamente contro tutti e tutto, ha continuato per più di mezzo secolo ad affermare i principi eterni, morali e divini centrati sulla ingiustamente bistrattata Famiglia e sulla sessualità feconda. La sua pubblicistica e l’insegnamento tradizionale (il suo Magistero) non è mai mancato con la continuità di ben quasi cinque papi: Paolo VI, papa Luciani (troppo breve il suo pontificato: un mese!), san Giovanni Paolo II, papa Ratzinger e l’attuale papa Francesco.
Solo che anche il popolo di Dio ha tutto messo in sordina o rimosso: così la catastrofe nichilista si è progressivamente compiuta. Al posto di uno sviluppo universale glorioso e ricco nella sua naturale fertilità, si è giunti ad un mondo molto narcisistico e conseguentemete ateo, nonché relativista, individualista e inutilmente consumista nonché fatalmente… ladro: anche rispetto ai pochi figli fatti, praticamente meno della metà!
Gli insegnamenti saggi di un Gotti Tedeschi, ex ministro delle finanze vaticane, sulla denatalità come causa fondamentale della crisi economica mondiale, sono rimaste lettera morta.
E la cosa continua, sorprendentemente oggi nella cecità totale di tutti i “grandi” della nostra era. La Chiesa fa bene, benissimo, a insistere nella sua missione moralizzatrice di Verità.

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