È per questo che, anche i meno sciocchi (tra i servi del Potere mondialista) cominciano ad affermare che l’evento americano costituisce un inizio di rivolgimento culturale planetario. Dalle conseguenze epocali, anche se servilmente abbordate in modo oscuro e da lontano
L’opposizione apparentemente irriducibile tra destra e sinistra è talmente irrevocabile – non solo negli Stati Uniti ma nel mondo intero, compresa l’Europa con in Italia un fenomeno politico di destra anche emblematica – che mai si è giunti ad un antagonismo moderno (ancora molto latente) così radicale ad ogni latitudine. La massificazione culturale delle società, anche le più radicalmente già polarizzate in posizioni politiche dette estreme, è giunta a un grado che ormai non sorprendono più veramente per la loro apparente radicalità. La lotta politica, o meglio politicista, che oppone le due terraquee fazioni in preda ambedue alla “volontà di potenza” in ogni Paese, è capace di mobilitare attivamente e sorprendentemente (anche se non sempre elettoralmente) grandi strati socialmente diversi. Le vere ragioni sfuggono ancora quasi sempre a tutti. Anche ai vanagloriosi intellettuali – stavo per scrivere intellettualoidi woke auto-celebrativi – che non capiscono il nuovo fenomeno che ha coinvolto, ancor prima dell’America del nord, l’Europa stessa con anche più chiarezza, pure se minima… Donde la crisi percepita sempre più sul piano globale e, concretamente, in specificità socio-economiche diverse e pure settoriali. Senza però nessuna esclusione: vari e multiformi fenomeni sono così messi in luce, ma tutti scaturiti da due concezioni politicamente in coppia e profondamente opposte.
Sempre simmetriche e appartenenti al costruirsi e al crollo della modernità che li ha generati. Totalmente accollate al modernismo protestante e filosofico-ecclesiale: l’una prodotta e sistematicamente inter-dipendente dall’altra. Ossia, quella di destra contro quella di sinistra, ma entrambi emanate dallo statalismo totalizzante e dispotico. Nato nel cosiddetto Rinascimento diventato rivoluzionario nella concezione integrale e armoniosa della società medievale. Veramente democratica e strutturalmente fondata sulla prima istituzione ontologica e naturale: la Famiglia!
L’invenzione illusoria della Realtà concepita solo dal pensiero umano, partorito anche personalmente. Il rapporto col reale come costruito nel razionalismo e non nel realismo
Concezione artificiosamente “nuova” e soprattutto tragicamente rivoluzionaria, fondata sull’astrazione artefatta della nozione oltretutto intellettualistica dello Stato assoluto, ipertrofico e totalitario: votato alla distruzione deconstruttiva dello stesso consorzio umano. Fino ad aver estromesso totalmente (o quasi) la religione cattolica, con anche le altre false credenze molto diffuse, già volontarie rispetto al sistema perverso antropocentrico e immanentista soprattutto delle vite pubbliche. Tutte invece sottomesse alla cosiddetta sovranità della politica. Divenuta così ideologia idolatra e fatalmente politicista, integrata nello Stato Assoluto e tiranno… È proprio l’aver surrogato e sostituito tutti i “princìpi”, prima teoreticamente con le filosofie atee e secolarizzanti e poi, in modo graduale e pratico, definite recentemente da Papa Benedetto XVI “non negoziabili”. In quanto cristiani, petrini e perfettamente ontologici: nella Salvezza eterna del Cattolicesimo. Ad aver ingenerato anche il processo liberal-democratico, contenente al suo interno l’inevitabile e reattivo sistema social-comunista, famigeratamente marxista. Giunto rapidamente, in un breve secolo o poco più, al suo spontaneo e fatale fallimento di fronte al mondo tutto intero, nel 1989-91. Circa poco più di quindici anni dopo, lo stesso sistema simmetrico liberal-democratico ha iniziato il suo lungo processo dichiarato di disgregazione, lenta e non dichiarata, ma altrettanto fatale.
Di cui l’attuale elezione statunitense di Trump ha segnato una svolta storica esplicita e ugualmente testimone di autodistruttività. Senza comunque dirlo e, giust’appunto, senza troppo nemmeno saperlo.
Solo il risanamento del cancro razionalista (non razionale!) dell’Unione Europea, di una Europa, ci si ricordi, almeno fino agli Urali, potrà salvare l’umanità dalla sua deriva caotica senza il Dio vivente. È sempre dalla sorgente che si possono risolvere i veri problemi…
A sua volta, già le elezioni europee di metà 2024 hanno tuttavia manifestato, con apparente sorpresa, la vittoria politica delle destre europee rigettate (anche con metodi più o meno “democratici”), ad una sempiterna opposizione. Simmetrica ora alla clamorosa conquista del potere da parte di Donald Trump: con una stessa messa in crisi del tipo di regime dittatoriale nell’identico sistema politico madre europeeo… Per cui si parla da parte dell’Osservatorio Van Thuân di Finis Europae, come esito ideologico, si potrebbe dire programmato, della stessa origine della crisi americana. Di appena sei mesi successiva ed espressiva della stessa concezione anche politica, che aveva già decretato l’ostracismo di Dio dalla Città terrena. L’ultimo e poderoso Rapporto annuale dell’appena citatoOsservatorio, tra la ventina di saggi molto geniali (come sempre!) sulla deriva inevitabile della concezione associativa e politica del più Vecchio Continente, vocazionalmente destinato ad impersonificare la civiltà di riferimento storico nel mondo, contiene un intervento molto approfondito dell’ex-arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi. Sulla soluzione veramente futura e di tutta l’umanità. Soprattutto nella prospettiva perfettamente tomista e logico-formale di una religiosità razionale.
L’uscita da parte dell’Europa, come crogiolo della civiltà cristiana sul pianeta Terra, non potrà sussistere senza il risanamento preventivo (!) della sua creatura politica perversa ed eretica: l’Unione Europea attuale, sia filosoficamente che teologicamente parlando!
Non solo non si comprende che “razionalista” non è sinonimo di “razionale”, ma neppure che l’etimo di “laico” non ha più niente in comune con l’aggettivo ora di “laicista”. O che il “sentimento moderno” giunga a surrogare tutto: perfino il pensiero antropocentrico
Allorquando si confina l’esistenza del Dio trinitario al di fuori della vita socio-politica dei Paesi nel mondo, come accennato, inevitabilmente si innesca un processo opposto a quello riferito storicamente al modello di civiltà culturale, armonioso e naturalistico della Creazione stessa.
Ovviamente la prima espressione della crisi, veramente fondamentale, si manifesta all’inizio sul piano delle idee aderenti alla realtà, anzi prodotte dalla concretezza delle definizioni dell’Essere che la determinano. La progressiva applicazione di siffatta visione, nel qualcaso in cinque secoli dalla rivoluzione luterana e in due secoli da quella francese, completa il processo – principalmente prassistico – del modernismo secolarista e massonico ora completamente totalitario in modo quasi “invisibile. O come le elezioni statunitensi dimostrano. Ineluttabilmente le attuali masse, quasi tutte molto abbrutite dalla massificazione schiavizzante delle nostre società edoniste e molto straccione, finiscono per ribellarsi e provocare le cosiddette “sorprese politiche”: contro le società fatalmente totalitarie fondate sullo statalismo inevitabilmente anti-democratico e naturalmente falsamente ideologiche.
Si inizia così a capire cosa significhi “razionalismo” rispetto al concetto ben differente di “razionalità”. Sono paradossalmente le stesse masse umane, rese totalitarie e modernamente anche volontarie a produrre malgrado il loro movimento spontaneamente reattivo e anche oscuro, dentro il processo di chiarezza rispetto alla Salvezza strategicamente escatologica.
E questo sia in Europa, che nel Paese più potente del mondo. Per cui tutte le mistificazioni concettuali e linguistiche vengono smitizzate e religiosamente (ossia globalmente) “dissacrate” – con il consueto soffio di Verità divino – dagli umani creduti dal Potere ormai sempre maggioritariamente annichiliti. Dal luogo comune delle ingiunzioni culturali di sottomissione anche partecipata e attiva. La detta sorpresa politica preannunciata follemente e delinquenzialmente come un “testa a testa”!
Il laicismo, ovvero ciò che rimane sempre dalla falsa utilizzazione della parola “laico”, viene così smascherato nella sua molteplice significazione, che la superficialità corrente gli attribuisce. Per cui si vedono ora tutti i giornalisti a intavolare sorprendentemente e frettolosamente discorsi opposti e concettualmente totalmente contrari a quelli che, per anni, si sentivano sciorinati, di giorno come di notte, da tutte le televisioni mondialiste…
Senza la padronanza del vero significante delle parole della civiltà cristiana, già esiliata, come rendersi conto realmente della parola “politica”? Sempre idolatrata e priva del suo presupposto morale indispensabile “Bene comune”: senza la sua accezione immanente
La civiltà cristiana, ora completamente rimossa più che dimenticata attivamente, è fondata sulla visione concreta della Creazione e della Rivelazione evangelica. La quale ha fatto amorevole irruzione anche nella religione e civiltà monoteista ebraica.
Una nuova cultura, ossia uno svelamento totale dell’interpretazione tendenzialmente solo antropologica della stessa civiltà del popolo messianico sempre descritto dalla Bibbia, si è manifestata nella storia con il Natale: che ha sempre segnato perfino la datazione degli anni e dei giorni, in tutto il mondo… La Verità umana e dell’Ordine armonioso sono infatti non meno che eterne e identiche, ovviamente, a loro stesse. Chi ha mai contestato veramente, almeno le tomistiche “Cinque vie dimostrative dell’esistenza di Dio”?
Meglio rimuoverle comodamente, da parte dell’ex-modernismo attuale, piuttosto che metterle in conto nell’evidente mistero della Vita e della Morte terrena, inevitabili e ineluttabili, anche da ogni “volontà di potenza”… Eppure la scemenza dell’intelligenza perversa umana, nel senso almeno della sua “mancanza” (dal significato originale di “scemare”, mancare), ha prevalso sulla sua dimensione intrinseca divina, sovra-naturale. Quella cioè vocazionale che l’umanità ci ha riservato dalla Creazione stessa. Basta guardare, contemplando meravigliosamente la grazia sempre misteriosamente abbacinante di un bebè riflettente la Grazia divina!
Appena limitandosi a traslare il concetto sul piano politico, si capisce come sia diventato confinato fuori dalla dimensione fattuale e sociale il Dio trinitario, rapidamente diventato orfano incustodito a causa dal principio mancante provato della sua paternità e maternità naturali.
La politica è infatti sempre priva del suo principio essenziale e imprescindibile del “vero “Bene comune”: che non può che essere inteso come vocazionale, dipendente cioè dalla sua Libertà ragionevole e volontaria, di Essere nella sua totalità. Come ripeteva ossessivamente don Giussani, il più grande pedagogo religioso al mondo del ventesimo secolo, “completo di ogni suo fattore costitutivo”! Senza il principio (attenzione, non solo valore, sempre relativo!) del “Bene comune” ovviamente trascendente non c’è possibilità che la politica non divenga deturpata ed eretica. Anche nel recinto non solo angusto ma irrazionale del cosiddetto umanesimo. Fatalmente diabolico nella sua perdizione! Cos’altro è l’idolatria se non la sostituzione surrogata e tragicamente riduttivista del principio vocazionale e divino dell’umano naturalmente teso all’infinito?
Che si tratti di “democrazia liberale” o di “social-comunismo”, cioè di destra o di sinistra, la Salvezza pubblica e personale non è nemmeno abbordabile senza una formazione oggi individuale e pre-politica di tipo filosofico-teologico: già diponibile ma a priori respinta
I grandi petrini cattolici attuali parlano sempre di “rivangelizzare” anche i Cristiani: questa è la missione, naturalmente eterna, che il Cristianesimo, e ora solo il Cattolicesimo apostolico, propugna sempre. Contrariamente agli appelli propri della “religione civile”, quella evirata e condannata alla dannazione solo umanoide della demoniaca e trans-umana auto-vocazione in bemolle e disgraziata! La democrazia liberale e pure il social-comunismo marxista non sono altro che due “strumenti operativi”. Di cui la politica si deve servire indispensabimente. Il problema è che in quanto strumento, essa è stata assolutizzata a sola ed unica Verità (massimamente e paradossalmente dogmatica, del resto!) che l’ha ridotta innaturalmente alla sua caricatura anche bellicosa e micidiale.
Mentre il marxismo si è dichiarato ateo e fallito pubblicamente una trentina di anni fa, sul piano teoretico quanto soprattutto su quello conseguenzialmente pratico, con la drammatica misera fatale carestia per sterminate popolazioni affamate di pane che solo la fornitura di grano occidentale ha potuto placare: la liberal-democrazia si è così ringalluzzita. La vittoria di Trump potrebbe innestare un’altrettanto medesimo processo globale di vera critica non superficiale. Peraltro, è quanto è già successo con l’inevitabile auto-critica, purtroppo solo cosmetica e larvata del marxismo come mentalità diffusa anche a destra – soprattutto ora occidentale – che si è trasformata in revisione wokista, arcobaleno o perfino trans-umanesima!
La ragione? L’appiattimento di tutto il pensiero solo filosofico e anti religioso, rispetto alla cattolica Scolastica aquinate medievale (anchesì squallidamente denigratoria e anti-storica)! Essa ha causato una ignorantizzazione massiva e massificato della cultura generale diventata tutta di “pensiero unico” generalizzato. Il modernismo filosofico ne ha preso così il posto, riducendo lo spessore culturale che ha spettacolarmente omogeneizzato, anche rendendolo persino comparabile, tra vari stati e livelli intellettuali, un tempo anche ben distinti e rispettosi.
Pure la Chiesa cattolica non è rimasta totalmente esente da questo processo. Essa ha finito per adottarne metodologicamente i principi erronei di fnzionamento fino alle corbellerie stragicamente suicide del Vaticano II e del Pontificato attuale di Papa Francesco. Il quale non ha finito di correre appresso al mondo e ai suoi desideri. Come allora non essere contenti dell’elezione statunitense di Trump? Preghiamo però ancor di più.
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