La Croce, un quotidiano cattolico federatore ma cristocentrico: militante contro i falsi miti del modernismo nella società degli innumerevoli “diritti” del nichilismo individualistico.

È da quasi tre mesi che La Croce è in tutti i chioschi italiani e su internet. Mia moglie ne ha abbonato la famiglia in anticipo, già nell’estate 2014, all’annuncio delle pubblicazioni quotidiane iniziate lo scorso gennaio. La nascita di questo giornale, di un’importanza capitale e non solo per l’Italia, è accompagnata da un nuovo movimento ecclesiale in continua crescita, per il momento ancora sotto traccia e spontaneo, che costituisce una novità assoluta e positiva nel panorama culturale e religioso, anche a livello internazionale. Da più di un anno, quattro suoi leader stanno passando in rassegna le cento città socialmente più rappresentative dello Stivale, con conferenze e incontri che stanno sempre di più costituendo questo movimento che non è solo d’opinione ma anche militante e neoaggregativo. Mario Adinolfi e Costanza Miriano sono le due stelle principali di questa costellazione alla quale si sono rapidamente aggiunti altri due leader le cui personalità completano i quattro punti di riferimento del movimento : lo specialista scientifico Marco Scicchitano e, soprattutto, padre Maurizio Botta, un prete diventato l’assistente religioso principale di questa già grande fraternità. Gli altri due punti di riferimento, le stelle più brillanti, sono: Adinolfi, ex deputato del Partito Democratico e autore di un libro best seller – anti diritti eccessivi e stravolgenti, detti impropriamente LGBT, dal titolo emblematico Voglio la mamma –; e la giornalista Miriano, autrice di tre libri di grande successo, iniziatrice – in quanto madre di una famiglia numerosa – di quella che lei chiama una “Compagnia dell’Agnello”, una comunità spirituale fondamentalmente femminile, coniugale e materna. Insieme essi costituiscono il quartetto che anima gli incontri che hanno ottenuto un’eco di successo anche in Gran Bretagna e in Spagna. E ultimamente pure in Olanda, dove alcuni dei miei amici belgi si sono recati a una prima conferenza in inglese della Miriano.

Quello che ha conquistato me e mia moglie, più di sei mesi prima che il quotidiano di otto pagine vedesse la luce, è l’unione tra un impegno attivo e moderno, sul piano sociale e culturale, e un rigore cristocentrico ed ecclesiologico che ci ha stupefatti per la sua radicalità e il suo rigore. In questi primi mesi, mi ha anche sorpreso la quantità e la qualità dei giornalisti volontari e degli articoli, tutti che esprimono un vorace desiderio di distanziarsi dalla demenziale (in)cultura nichilista e laicista che domina la stampa nazionale (e internazionale). Anche la falsa cultura intellettuale è attaccata dalla Croce con articoli di alto valore scientifico e teologico.
Giornali come Tempi, Il Sussidiario e altre pubblicazioni di movimenti del rinnovamento cristiano degli ultimi anni, non si sentiranno più così soli. L’arrivo del giornale La Croce ha così portato con sé anche una nuova visione federatrice rispetto ad un’attitudine obsoleta di coltivare l’isolazionismo identitario delle comunità cattoliche. In Europa, le tematiche dette LGBT, così come gli innumerevoli “diritti ideologici”, centrati sul laicismo totalitario e fatalmente violento causato della loro aggressività liberticida, stanno suscitanto o accompagnando sempre di più il risveglio di una religiosità che giaceva, ormai da qualche decennio, piuttosto assopita. La vivacità e la profondità di movimenti come la Manif pour tous (in Francia), le Sentinelle in Piedi (in Francia e soprattutto in Italia), le Associazioni per la Vita (presenti un po’ ovunque), o di movimenti educativi (come i Nonni 2.0), stanno occupando lo spazio sociale e culturale con un fervore religioso che si credeve aver perduto da molto tempo.

Più in generale, si può dire che una nuova fase storica si è aperta nella Chiesta, dopo mezzo secolo di individualismo quasi solipsistico che ha intaccato anche i suoi movimenti che come risultato si sono ripiegati su loro stessi, rarificando il proprio dialogho con l’alterità. Dopo la lunga resistenza teoretica e teologica alle tendenze protestanti di centrifugazione ecclesiale, iniziata alla fine del Concilio Vaticano II e attualmente apparentemente vittoriosa, una nuova e grande prospettiva si è presentata e si presenta ai cristiani dei giorni nostri: si tratta di almeno ricoscersi reciprocamente ed anche di unirsi. E certamente non solo per combattere il nichilismo laicista che si crede pericolosamente dominante come non mai. La linea federativa de La Croce, come quella del settimanale Tempi che l’aveva preceduta, segue questo cammino, ormai strategico, della grande attualità. Un particolare molto importante e significativo di questi nuovi giornali è che predispongono tutto – almeno sul piano dei contenuti – per difendere anche sul piano legislativo l’attacco politico – più che culturale (che è piuttosto miserabilista!) – che le associazioni dette LGBT stanno portando avanti molto efficacemente a livello europeo.

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