L’inesistenza logica e teologica è tipica della ora anche pretesa deposizione del Papa eretico. Il solo pensarlo indica che si sia già divenuti atei e scismatici nella Chiesa romana: quella della vera ed eterna vocazionalità salvifica…


L’indispensabile teleologia vocazionale del Cattolico di fronte all’obbedienza alla massima Autorità universale: il Papa petrino! Il quale deve essere sempre subordinato al divino “Non possumus

Ogni idea, ideona o ideuzza che preveda di far decadere e sostituire un Papa vivente è sostanzialmente e intrinsecamente eretica. Anche se l’infelice Pontefice in questione sia pubblicamente ed evidentemente scellerato già da tempo, nella ben percepita apostasia: sempre putroppo possibile! Non esistendo da sempre al mondo, nessuna autorità religiosa, fattuale o politica superiore al Papa. Come infatti pensare di interferire attivamente – pure se attraverso supreme strutture ecclesiastiche e canoniche – nei piani misteriosi, mai penetrabili e sempre intangibili della divina Trinità? Fossero le specifiche ragioni anche salvifiche, possibilmente dell’ingenuità diabolica riguardo all’umanità tutta. L’escatologia non è sottoosta, ovviamente, alle regole dette democratiche. Inevitabilmente con l’affermarle, si è già divenuti irreligiosamente, pure quantomeno scismatici dalla Chiesa cattolica e ben petrina. E in sovrappiù, sostanzialmente atei secondo la meravigliosa definizione antropologica e globale nella cosiddetta Fede analizzata soprattutto da san Pio X. Nella sua eterna enciclica del 1907, “Pascendi”, sull’eresia modernista.
Il primo e quotidiano dovere imprescindibile del Papa è, insindacabilmente, infatti sempre la difesa, anche fino al doveroso e già scelto possibile Martirio, del “Deposito della Fede”. Difesa rivelata e magistrale nella Tradizione. Il tutto cioè vocazionalmente racchiuso nell’imperativo del “Non possiamo” (Non possumus), con l’appropriato plurale maiestatis in latino.
La Chiesa cattolica appartiene sempre infallibilmente e solo a  Gesù Cristo, Figlio di Dio: cosa per cui è pure giunta, perfino con l’attuale giudizio ecclesiale dell’attuale Papa scismatico, nella visione sempre sacrilega, cioè immanentista e veramente anti-trascendente dell’esistenza eterna. L’evidente mistero della subordinazione umana al Creatore onnisciente non può minimamente essere così violato: da ogni parte. La sua imperscrutabilità e onnipotenza veritativa, secondo la Dottrina Rivelata e Tradizionale del Cristianesimo, è irriducibilmente inconciliabile pure con la più alta intelligenza speculativa anche ben applicata: quella solo esclusivamente umana.
Frutto quindi dell’opposizione al relativismo modernista. Sempre ambiguo e solo con la fede detta rhanerianamente “anonima. Relativamente principiata invece, fin dalla Creazione veramente divina e perenne, per rendere gli uomini realmente Liberi eternamente. E per cui l’umanità autenticamente religiosa è stata vocazionalmente associata, attraverso la sua costante ricerca dell’unica Fede vera e della Ragione ad essa sistematicamente subordinata nella sua autonomia. Soprattutto ora che è divenuta, da mezzo millennio filosoficamente non razionale. Le cui congetture omai molto maggioritarie, sempre sospettabili di ovvia diabolicità perniciosa. Nella loro relativistica verità cosiddetta multipla, non possono che ostacolare l’eterna volontà salvifica del Vero, propria del solo Dio trinitario.
Anche l’idea alla base di queste mie riflessioni qui pubblicate è scaturita recentemente dalla mia lettura fortunata di un ormai rarissimo libro (forse pure scomparso dalle vendite) di Stefano Fontana: direttore dell’internazionale Osservatorio sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Libro pubblicato nel 2010 dall’editore Cantagalli, centrato – fra l’altro – sulla “vocazionalità” di tutta la nostra civiltà cristiana e, puntualmente, della nostra vita personale (di ognuno universalmente).
Ma allora quid della nostra obbedienza, unicamente cattolica al Papa e al clero, purtroppo sempre possibilmente fedifraghi? E nel contempo, rispetto alla Verità della Rivelazione e dell’apposita Tradizione magisteriale della Chiesa!

L’indiscutibilità delle varie affermazioni ecclesiastiche è vincolante solo se espressamente e solennemente proferita: in un contesto specificatamente già criticato nel suo approfondimento!
La Rivelazione e la Tradizione dell’insegnamento magisteriale della Chiesa romana non sono disponibili ai capricci e alle variazioni veramente inconcepibili e non giudicati criticamente dalla Fede dottrinale. Specialmente se questi siffatti Pontefici sono notoriamente già stati colti in infedeltà soggettivista. Pure sul piano “magistralmente pedagogico”, soprattutto nella loro cosiddetta “pastoralità”: sganciata e indipendente dai principi della Fede rivelata e tradizionale, storicamente nella storia, non solo della Chiesa cattolica!
I sacri dogmi pontifici sono peraltro piuttosto rari nella storia ecclesiale. Il magistero ordinario pontificale e supremo della Chiesa petrina dovrebbe invece essere continuo e non solo straordinario: però alla sola condizione di concepirsi e presentarsi, sempre fondatamente, come semplice approfondimento catechista nell’arricchimento della loro eterna Verità. E mai in contraddizione razionale logico-filosofica con il loro insegnamento sempre petrino, sancito nella Tradizione. Se fosse stato indispensabile o anche solo necessario, Gesù e tutta la Rivelazione nell’Antico Testamento avrebbero già rivelato – come compiutamente già fatto – i principi a cui i fedeli di ogni epoca ecclesiastica e laica sono veramente sottoposti. Continuando peraltro a farlo, e per sempre nell’affermazione della profondità nell’ortodossia dottrinale del Cristianesimo. Costantemente rimanendo all’interno della perfetta – fino a prova del contrario! – continuità veritativa della Chiesa di Roma. Anche nei periodi più oscuri in cui l’eresia, in cui essa potrebbe sembrare (provvisoramente) aver preso il sopravvento.
La sacra obbedienza al Papa umilmente petrino viene celebrata e sempre lo sarà nell’affermazione della Verità anche tradizionale e magisteriale. Mai ad Essa contradittoria, soprattutto con la filosofia irrazionale modernista oggi dominante dappertutto: cioè con la sola “pastoralizia” (anche detta laica), inventata solamente da sedicenti teologi o reali prelati costantemente pseudo o realmente eretizzanti: seppure appartenenti ad alti ranghi gerarchici (per correre appresso al mondo dissennatamente). Fossero questi anche Sommi Pontefici, sempre umani! Molti esempi simili costellano in merito nella storia della Chiesa, anche clamorosamente citati spesso in questo blog. Così pure Pontefici, cardinali o vescovi, purtroppo considerati eretici nella loro vita dalla santità cristiana, sono stati puntualmente riabilitati tra i disegni opposti e miracolosamente vincitori nella fedele eternità dottrinale di ortodossia: definita provvidenzialmente e canonicamente dogmatica e inviolabile. Spesso, gli scomunicati o ingiustamente perseguitati anche dalla maggioranza della Chiesa nel loro tempo,.come il vescovo di Alessandria d’Egitto, Attanasio. O perfino lo stesso Paolo di Tarso, all’occasione (ad Antochia). Essi sono stati fatti grandi Santi e pure Dottori della Chiesa, dopo la loro morte terrena…
La loro Fede, vissuta anche molto dolorosamente e, come sempre in coscienza rispetto alla detta superiorità gerachica propria e in relazione alla stessa Ragione tradizionale, è sempre servita indispensabilmente alla gloria della Chiesa. Rimasta poi giustamente dimentica anche di Papi travolti da ideologie eresiarche, anche radicalmente anti-cristiane. Alla maniera della sic transit gloria mundi (così si trasmette… la gloria del mondo), passata fatidicamente nella millenaria storia ecclesiale.

Mai abbandonare la Chiesa cattolica neanche a “ragione” dei più efferati ed evidenti ragionamenti detti dottrinali: come quelli propinati reiteratamente da 11 anni, dal Pontificato di Papa Francesco
Nella storia ecclesiale, se ne son viste pure di peggiori: le eresie ora moderniste, secondo quanto ribadiva genialmente Papa san Pio X. Come ora molto approssimative le codeste della Sinodalità piuttosto fatalmente solo antropologica e democraticistica. Oppure come il benedire il peccato anchesì in atto e non contrito. Esse sono ora accumulate da parte delle più alte sfere del Cattolicesimo: almeno dalla fine degli anni ’50, già all’annuncio del Concilio Vaticano II, solo pretendutamente “pastorale” e sostanzialmente già modernisticamente sangallista.
Ben altra cosa e oppostamente distinta, in contrapposizione agli “omosessuali e alle coppie irregolari”, resi ora anche molto contestatamente benedetti, pure se in coppia sacrilega more uxorio: rispetto alla regola precedente a quella della recente “Fiducia supplicans”. Ora sono così tutti “accolti” nel sacrilegio alla divina Comunione, comunque della Chiesa cattolica!
Le quali coppie nemmeno si  presuppone che si siano veramente ravveduti dal loro peccato (del resto non riconosciuto acriticamente tale!). Così sancito nella recente Dichiarazione del nuovo e apposito Dicastero modernista per la cosiddetta “Fede”.
Il Cristianesimo cattolico papalino, papolatrico e scismatico interno, ben così deturpato nella nostra epoca dall’immanentismo sincretico con altre religioni permissive: false e ormai sempre sistematicamente bugiarde, nel cosiddetto intrinsecamente diabolico ecumenismo, anch’esso sempre secolarizzato. E secolarizzante!
Ogni eretico, come sempre, non ha altro da fare – come sempre – che semplicemente convertirsi al Cattolicesimo petrino e naturalmente tradizionale. Il Concilio Vaticano II, annunciato invece proditoriamente nella grande ingenuità peccaminosa, nella demenza cioè più teologica e dottrinale come “solo pastorale”, disgiunto da ogni Dottrina retta e storica, costituisce oggi il pozzo avvelenato dall’intrinsecamente massonico modernismo, anti-tradizionale e fedifrago. Da cui derivano tutte le brutture di nefandezze intollerabili nella diabolica degradazione sempre deviazionista verso il protestantesimo. E scismatica interna alla Chiesa attuale. Forse anche imperdonabile come peccato contro lo Spirito Santo! Ma è nella Chiesa di Pietro e, ovviamente di Gesù Cristo suo Fondatore, nella quale ora bisogna rimanere provvidenzialmente fedeli, come del resto sempre. Quella che è ancora vivente e sopravvissuta integra al suo disastro storico e antropologico, come non mai. E in cui ora bisogna restare fedeli, ancor più consapevoli di quanto si sia stati, almeno nei cinque secoli a volte peccaminosi di apostasie scismatiche, non solo interne alla Chiesa. E sempre denunciate, comprese tutte quelle nostre personali. È invece la preghiera e la santificazione, che tutti conoscono perchè da sempre inscritte nei nostri cuori, che ci devono accompagnare quotidianamente nelle nostre eterne Famiglie. Sempre in cura devozionale e radicale: in quanto oggi particolarmente devastate e minate.

L’unicità originaria dell’identità vocazionale per ogni Essere umano, nello spazio e nel tempo, è direttamente legata alla diversità ben differenziata per ogni uomo, sia essa fisica che spirituale
Mai due Esseri nel Creato universale hanno potuto sussistere perfettamente identici, o lo potranno. Anche nel caso rarissimo di gemelli omozigoti, la diversità identitaria – sotto il profilo pure morfologico-cosmetico e spirituale – è naturalmente assicurata. Cioè ontologicamente, tra due enti. Ossia soprattutto tra due esseri umani, inevitabilmente e in ovvio divenire vitale ed esistenziale.
La vocazionalità di destino entitariamente non identica è sempre miracolosamente assicurata, fin dalla Creazione, ovvero da parte dell’ovvio e semplicemente Creatore supremo e teleologico.
Negato o nascosto in modo ben fraudolento dalle filosofie immanentiste e orrendamente secolarizzanti, nella loro mai definita Creazione ovviamente sovra naturale (detta in modo furbesco e distrattivamente “Bing Bang” dall’ateismo). Un mondo del resto senza vocazionalità verticale nella Verità, non solo è cieco ma soprattutto tragicamente acefalo, destinato alla scemenza demente e oggi tragicamente di massa. Produttiva, quindi semplicemente, del caos cosmico attuale!
La stessa concezione straordinaria della Libertà umana è così anche garantita nella storia, per ogni Persona. Mai sovrapponibile ad altra, l’unicità identitaria sembrerebbe così consueta e banale, anche nel suo cosiddetto “sviluppo trasformativo” storico. Espressivo e tipico per ogni individuo-persona che non può che autenticamente stupirsi nella sua più alta ed esclusiva dimensione meravigliosa. Costantemente eccezionale e trascendente. Teleologia propria di una “artigianalità artistica suprema” e originaria! Che non può sfuggire, come ineludibile e sacra divinità creazionista, veramente creativa dal nulla. Completamente aliena alle possibilità solo umane, anche di sola comprensione fattuale del reale, naturalmente. Nella vocazione alla propria identità mai indicabile o rinvenibile perfettamente in nessuna altra Persona, pure di tutta la storia umana. In cui è prefigurata l’inimmaginabile condizione paradisiaca senza invidia nel Regno dei Cieli.
A causa dell’individualismo molto irrazionale sempre volontariamente arrogante del mondo mondano nella sua squallida solo terraneità orizzontale. Così risulta cosa impossibile, tra molti miliardi di consimili, tutti perfettamente diversi nella dissimiglianza. E soprattutto, nell’adorazione vocazionale e naturalmente grata verso l’Unico Creatore comune.

La vera vocazionalità ora ignorata, di fatto tradita in ossequio alla cultura irreligiosa ormai quasi diventata universale, costituisce la base materiale della perdizione generalizzata. Causata dal caos modernista del diabolico mondo così pressocché giunto alla sua perversione totale
L’irrazionalismo massificato modernista, totalmente e falsamente razionalista dell’attuale universo maggioritariamente e largamente dominante in ogni Paese, è molto diffuso e soffocante ormai anche nella stessa Chiesa cattolica: anche come ultimo baluardo mistificato della vera semplice Ragione!
Non solo l’immane sua perdita pretenderebbe sostituire nell’assurdo la sommatoria delle infelicità fatalmente dementi nella trasformazione identitaria, apparente e generalizzata di gran parte degli uomini, ma essa sostiene realmente l’essenziale del caos anche politico e bellicista.
Disordine veramente politicistico e predeterminato all’assurdo di tutto l’universo della cosa pubblica. Al punto che appare anche agli imperituri e residuali Cattolici veramente credenti, sempre ripieni di virtù teologali ricevute dalla Grazia: che la Speranza di Salvezza ancora esista sempre e per davvero. Con il possibile e certo miracolo costante della Trinità – del resto esplicitamente promesso nelle Scritture – eternamente creatrice e sempre piena di amorevole finale adempimento.
Il nostro mondo mondano sembra invece completamente soggiogato – senza realistica ed apparente aspirazione ad altro – dall’assenza di una previsibile prossima profonda conversione dall’orrendo razionalismo e dall’ateismo materialista. Già peraltro dimostrato completamente fallace, nell’abbrutimento totalitaristico generale, più di una trentina di anni fa nel fallimento del “materialismo dialettico” statalista. Originariamente hegeliano, detto avveniristico… (il sole dell’avvenire, poi definito marxiano). La visione irreligiosa nella Vita ora appare infatti comunque totalmente così offuscata, rispetto all’effimera mondanità del pensiero contemporaneo. Come pretesa possibile e unica opzione. Malgrado che millenni di civiltà autenticamente religiosa nella sua sostanza dimostrino esattamante il contrario.
La follia acefala sovrasta così pure “vocazionalmente”, in modo preordinato e nell’illusorio modernismo totalitario (il potere veramente oligarchico), il sedicente strategico e infernalmente quotidiano. L’eresia modernista, antropologica e mondana ne costituisce anche il sigillo compiutamente applicato. Sempre ora mistificato, dall’attuale e ufficiale Chiesa romana verticista ora indebitamente rivoluzionaria, ancora detta apostolica sebbene dimentica di se stessa.
Destinata però sempre e finalmente ad essere vocazionalmente petrina. E appartenente alla gratitudine particolarmente anche chestertoniana, fin dall’origine in modo pure creato e rivelato, relativamente non solo alla Salvezza eterna. Che è già iniziata qui e ora. I Cattolici del Corpo Mistico lo sanno irremovibilmente. Nella continua sacramentalità: preghiamo!

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