Ecco la terza e ultima parte parte del saggio-romanzo “La Fede, non l’illusione del pulsante canonico”.

Mi ci è voluto più tempo, molto più, di quanto proporzionalmente mi è stato necessario per scriverlo di primo acchitto

Il mio livello di professionalità artigianale è emerso sempre più evidente a mano a mano che giungevo al momento della pubblicazione. Come strappare tutti gli errori, i cosiddetti refusi di battitura, di sintassi, di perfidi paralogismi, tutti “invisibili” o quasi al mio occhio alquanto ottenebrato per l’eccedenza di profusione di 66.000 parole – più del doppio ragionevolmente previste! – quasi ubriacanti. Più che i contenuti eretici della crisi dottrinale e teologica del modernismo denunciato: nel mondo e, conseguentemente, nella Chiesa cattolica oggi!

Mi scandalizzavo che i grandi ed affermati scrittori confessassero una loro velocità media di produzione per una pagina al giorno. Per un semplice loro romanzo, anche solo semplicemente gnostico, filosoficamente disimpegnato e dotato fino a 14 (sì sì, dicansi quattordici) riletture professionali, comprese quelle amivali e familiari, e della casa editrice titolata a stampare per i suoi tipi. Non avevo l’esperienza diretta di un mio volumetto consistente e in sovrappeso prima del parto finale, prevedibilmente difficoltoso fino al cesareo raccomandato…

Con questa ultima parte, la terza, dotata dell’imprevista postfazione (del resto emblematica), eccolo tutto il nascituro, assolutamente destinato ad essere stregato e banalizzato tra le approvazioni consuete di circostanza alle nascite dell’immancabile “splendido bebé”, troppo somigliante… all’inutile autore.

Gli è che comunque, l’eccesso, anche se privo di genio, induce sempre all’inevitabile e vivificante esuberanza critica (spesso condannabile) per cui alla disperante aggiunta di un altro capitolo si ripieghi con la promessa di scrittura di un ulteriore libro. Per esempio, nel qualcaso, uno sull’approfondimento della stroncatura della tesi di Max Weber sulla paternità dell’attuale mostriciattolo capitalistico liberal-marxista e comunista. Vale a dire il più feroce addutore di lutti e tragedie in tutta la storia: “fieramente rivendicato”, non ancora (purtroppo) risibilmente, dal rivoluzionario protestantesimo!

Sotto questo molto minaccioso quasi preannuncio, vi auguro una molto critica lettura.

F. T.
 

 

 

 

 

 

 

 

Franco Troiano

 

 

 

La Fede, non l’illusione
del pulsante canonico

L’ecclesiologia oggi anti-eretica

dopo più di mezzo millennio

di modernismo razionalista

 

 

 

 

 

 

 

 

Franco Troiano

 

 

La Fede, non l’illusione

del pulsante canonico

 

L’ecclesiologia politica oggi anti-eretica dopo
secoli di progressivo modernismo razionalista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente i personaggi e fatti raccontati

in questo saggio-racconto

sono quasi tutti immaginari o alquanto

possibilmente verosimili.

 

 

 

 

 

Trotu Éditions

Bruxelles, 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Diego, mio nipote, nato il

9 agosto 2023 a Bruxelles, perché
possa avere un’idea non massificata
del mondo vocazionale nella sua esistenza.
Che gli auguro amorevolmente piena di
Senso e di Opere: cioè di Santità.

 

Sommario

 

 

Indice dei nomi

 

           6
Introduzione
Tutta l’intelligenza intuitiva e deduttiva di Sherlock Holmes, in più supposto teologo, non è sufficiente per risolvere il problema del caos nel mondo e della Fede nella Chiesa cattolica attuale  

9

 

Parte prima – L’attualità
È falsificante l’iniziativa presentata come « Trappola ortodossa autodifensiva in impedimento al Pontificato, da parte del Conclave ”inconsapevole”. Ossia quello seguente alle dimissioni, sempre illegittime (!) malgrado tutto, di Papa Benedetto XVI. Anche come esempio di politica ecclesiale politicista, nella crisi modernista ed epocale: sia delle società civili che soprattutto del Cattolicesimo.                           
 

 

–        L’antistaminico contro… l’eresia molto allergica del gelsomino, sul Lago di Como.          13
–        Il problema non è il “munus” ma l’inesistenza assoluta della rinuncia papale!          16
–        Il sacro diritto a non rispondere ai falsi problemi del “complotto insurrezionale”.          19
–        La malintesa obbedienza al terrorismo peronista come “pastorale salvifica”.          21
–        Ritorno al “crudo”: oppure assicurare il sempre prelibato “cotto” della Civiltà?          25
–        Distributismo della povertà oppure della proprietà privata e responsabilmente ricca?          27
–        Il miracolato canonico equivalente alla rivoluzione: tutti a dover premere il pulsante!          30
–        Le ragioni per cui il Papa eletto cattolico non può che rimanerlo sempre.          32
–        L’intervista oggi del Superiore della Pio X sui veri (!) problemi del Cattolicesimo.          34
Parte seconda – Il mondo

L’indisponibilità anche filosofica degl’indispensabili  princìpi fondatori della categoria politica  oggi autononoma ma tragicamente non dipendente dalla teologia! – non è solo abbandonata, ma anche ormai disconosciuta. E questo, dalla totalità mondiale anche degli attori “cattolici” in politica: come chiacchericcio infinito e violento, del politicismo bellicoso, sia civile che ecclesiale!

 

–   L’ideologia stra-dominante totalitariamente nella nostra era è la Rivoluzione: sintesi gnostica di varie eresie politiche anche tutte falsamente antagoniste. Ma realmente concomitanti contro l’unica Salvezza incarnata dal Cristianesimo. Da due millenni, con la Sua unica Chiesa cattolica “Mater et Magistra”.

 

 

39

–   Il costruttivismo è il metodo immanente e modernista, desunto dal Peccato originale, con cui gli uomini detti        moderni hanno ingoiato nel civile tutta la mela avvelenata dalla vanagloria, per sostituirsi a Dio.  

42

 

–     Lo statalismo, anche sì assoluto e coatto, come crimine politico del libero vivere da uomini.          45

 

–   Non è il capitalismo a poter essere fiero dopo la confessione pubblica mondiale del fallimento del comunismo nel 1989-91. Il vero vincitore nell’era ormai del modernismo gnostico è la massoneria. Purtroppo anche nel Cattolicesimo.  

 

48

–     Il segretismo efficace del “deep State” (Stato profondo) da almeno un secolo.          51
–      Il totalitarismo digitale come modello globale e mondialista del potere detto da Matteo D’Amico “impuro”. Nella nuova era, ultima e già futuribile, dopo il post-moderno.  

54

 

–     L’avvento dell’era del “politically correct” come inizio, o piuttosto come fine provvisoria, della politica razionalista e politicista nel già secolare modernismo.  

57

–      La riabilitazione di Berlusconi, perseguitato politico, è avvenuta alla sua morte. Mail problema è l’uscita dalla falsa alternativa tra il “liberalismo” totalitario soft e il collettivismo comunista cinese e tirannico.  

61

 

–      La vocazionalità del Distributismo proprietario per l’individuo e nella sua Comunità del Cattolicesimo.           63

 

–      Nemmeno le più rosee intenzioni riconcilianti possono realizzarsi senza la Legge veramente misericordiosa di Dio.           66

 

–      La palma negata da secoli alla primazia del Dio vivente, da tutto il cosiddetto “Bene comune” delle politiche solo umane. Anche tragicamente dalla Chiesa cattolica.  

70

–      Il terreno minato del politicismo votato alla violenza mondiale, anche imitata dal Cattolicesimo sfigurato modernista.           73

 

–      Tre sono i nemici giurati del vero e salvifico Cattolicesimo petrino, nel mondo contemporaneo.           75

 

–      L’idolo della democrazia come panacea giusta e perfetta? Il mezzo non è il fine intrinseco!           78

 

–      Il primo sostegno della politica è l’economia: senza la ricchezza dei figli, però, si rischia di finire col non capirne più   nulla.  

81

–      Le forze critiche anche radicali contro il modernismo, rimaste pervicaci: “quelle che hanno avuto problemi con la Sinagoga”.  

84

–        Dalla cultura “una cum” a quella woke: una stessa radicalità critica ma indifferente per Davos.            86

 

–        La possibilità, a breve termine nulla, della fusione ecclesiale tra i due movimenti più religiosi del secolo scorso: la Fraternità san Pio X (per la Sacerdotalità e la Liturgia) e la precedente Comunione e Liberazione fino alla morte di Giussani (per la Comunità cristiana laica)…  

 

89

 Parte terza – La Chiesa
Il  silenzio immotivato per totale abbandono è, da parte non solo del Papato ora completamente modernista e del suo clero reso maggioritario, rispetto ai puri ex-famosi “Principi non negoziabili”: a fondamento anche della politica. Proclamati da Papa Benedetto XVI e ripresi soprattutto da Stefano Fontana, dell’Osservatorio Van Thuân della Dottrina Sociale della Chiesa.
–     Perché i princìpi vitali non sono discutibili né mediabili? La filosofia moderna ha discusso inutilmente dell’esistenza di Dio e della Trinità: verità rivelate!  

94

     I tre princìpi “non negoziabili” di Papa Ratzinger: perché ontologicamente inviolabili! Puntualmente profanati e dimenticati.  

97

     La sapienza dei due primi princìpi non negoziabili, ancora disattesa ufficialmente.          101
    Se la rivoluzione è il principio detto pratico della politica modernista, l’emergenza ne è il suo metodo.          104

 

 –   Il colpo di grazia finale da parte di Papa Francesco ora consiste nella nomina del prefetto per la Congregazione della Fede, monsignor compare eretico Fernández.  

107

–     Il principio per cui nulla della politica può essere guidato verso la propria finalità, senza prima aver tutto ordinato a quello iniziale e ultimo, sopra-naturale e divino.

 

 

110

–    Come la filosofia razionalista dell’idolo democratico-psicologista è penetrata nella teologia, compresa nella Dottrina Sociale docente detta romana e apostolica.

–        Oggi non si capisce assolutamente quanto sta avvenendo realmente nella rivoluzione dottrinale e liquidatoria della Chiesa cattolica, senza rendersi conto dei contibuti eretici acquisiti presso gli antenati gnostici e massoni, almeno ideologici della filosofia atea.

 

 

113

 

 

116

–        La Chiesa cattolica è oggi generalmente massonica, a intermittenza anche intensa, avendo condannato comunque il modernismo: si può essere massoni, ormai, senza saperlo!

 

 

120

–        Non la sovranità della scienza deve essere proclamata, ma sempre quella del lavoro e della ricerca degli uomini: purché religiosamente sottomessi ontologicamente alla Legge divina. Altrimenti, via libera allo scientismo e all’edonismo straccione.

 

 

123

–      Monsignor Carlo Maria Viganò, grandioso testimone mondiale della crisi del Cattolicesimo, nella Chiesa modernista, di fronte alla Fede anche dello stesso clero.

 

 

128

–     “Restate divisi” voi Cattolici petrini e cristocentrici: Papa Francesco avrebbe un asso nella manica per meglio scomunicarvi, in un colpo solo: voi del “vetus ordo” e dell’anti-modernismo!

 

 

130

–        Perché la Chiesa cattolica va verso il sincretismo “religioso” invece di proclamare ancor più la Rivelazione dai tetti: di cui il Cattolicesimo è anche dogmaticamente certo?  

132

–         Il mito di Max Weber del capitalismo come “prodotto principe del protestantesimo” è doppiamente falso: è il Distributismo proprietario e cattolico che ne è il fondamento ontologico e divino!

 

 

135

–     La Ragione della Fede ha la soluzione della crisi mondiale e della Chiesa cattolica: il cuore conosce le ragioni sconosciute anche alla mente più arguta.

–      La falsificazione cosmica dell’ultimo ideologismo mondialista relativo al cosiddetto “sviluppo sostenibile” ambientalista, si dimostra capace di sostenere anche l’impossibile! E questo, al fine di continuare a concepire assurdamente il cosiddetto ”antagonismo” strutturale dell’uomo alla natura.

 

 

141

 

 

 

144

Postfazione

 

Il colpo di spada nell’acqua della teologa anti-Pio X, auto-costretta a ben più di Sapienza cattolica del suo Papa: quale del resto?            147

 

L’autore

 

Quarta di copertina

 

 

 

 

 

 

Indice dei nomi

Adamo, 39-62

Aquer Hector, 108

Agamben Giorgio, 43

Andreotti Giulio, 77

Arendt Hannah, 142

Aristotele,76

Atanasio, dottore della Chiesa, 138

Bauman Zygmunt, 54

Belloc Hilary, 63-

Berlusconi Silvio, 17-61–63-65-72-73-76-77

Bianchini Braglia Elena, 75

Biden Joe, 66-74-86-139

Bonaventura da Bagnoregio, 133-141-142

Bonino Emma, 119

Borromeo Carlo, cardinale, 119

Bosellino Paolo, 77

Bossi Umberto, 87

Brown Dan, 36

Bush George, 65

Bux Nicola, mgr, 121

Cacciari Massimo, 24

Carlo, re, 78

Cartesio, 118-123

Cascioli Riccardo, 147

Cavour Camillo, 75-76-77-117

Ceccotti don, Trieste, 95

Chesterton Gilbert Keith, 10-63

Chieffo Claudio, 92

Clinton Hillary, 66

Churchill Wiston, 78

Cionci Andrea, 10-11-92-

Colombo mgr, 90

Crepaldi mgr emerito Osservatorio Van Thuân, 92

Croce Benedetto, 114

D’Amico Matteo, 54-55-56

Dan Brown, 33

Darwin Charles, 123-133

De Gaulle Charles, 29

Del Noce Augusto, 14-95

Delpini arcivescovo Milano, 40-50-86-

Delsol Chantal, 91-108-112

De Mattei Roberto,50-109

Desantis Ron, 69

Di Capri Peppino, 87

Dostoevsky Fiodor, 145

Eco Umberto, 53

Egidio, santo, 15

Elisabetta II, 21-78

Eltsin Boris, 41

Eva, 9-62

Fabro Cornelio, 14-95

Falcone Giovanni, 77

Fernández Vicror Manuel, cardinale, 107-129

Finkielkraut Alain,126

Fontana Stefano, filosofo-teologo, 13-42-45-48-69-84-93-94-95-99-108-133-141

Franceschiello, 120

Freccero Carlo, 47

Freud Sigmund, 113

Gäenswein Georg, 31

Garibaldi Giuseppe, 76-77-120

Garrigou-Lagrance Régnald, 14

Gates Bill, 80

Gesù, 57-85-90-98-114-122-132-138

Gheddafi colonnel, 116

Gilson Étienne, 14-95

Giovanni, evangelista, 92

Giuda Iscariota, 134

Giussani Luigi, mgr fondatore di CL, 53-58-59-73-84-87-90-91-92-95-110-116

Gotti Tedeschi Ettore, 81-82

Guglielmi Angelo, 34
Gutenberg Johannes, 119

Heidegger Martin, 94-95-141-142

Holmes Sherlock, 19-47

Horkheimer Max, 54

Huizinga Johan, 60

Husserl Edmund, 142

Ignazio di Loyola, 143

Jung Gustav, 118

Kasper Walter, cardinale, 111

Kinsey Alfred, 41

Kohl Helmut, 80

Lanzetta Serafino, monaco, 50
Lario Veronica, 86

Lazzati Giuseppe, 86

Lefebvre Marcel, mgr fondatore della Pio X, 89-90-130-131-147

Levi Strauss Claude, 25

Livi Antonio, mgr teologo, 95

Loyola Ignazio (di), 159

Lutero Martin, 88-121

MacNabb Vincent, monaco, 138

Malthus Thomas, 48

Martini, cardinale sangallista, 14

Marx Karl, 125-137

Mascagni Adriana, 92

Masciullo Gaetano, filosofo, 111-121

Mattarella Sergio, 71-86-122-144

Mazzini Giuseppe, 74-76-120

McNabb, monaco, 138

Meloni Giorgia, 86-136-139

Merkel Angela, 76

Michelangelo, 21

Mitterand François, 80

Mosé, 132

Müller Gerhard, cardinale, 107

Napoleone, 47

Napolitano Giorgio, comunista massone, 86-122

Negri Luigi, vescovo emerito, 95

Newman John Henry, cardinal, 14-57

Nikodin, metropolita ortodosso, 65

Nietzsche Friedrich, 89-118

Ortega y Gasset, 13
Pagliarani Davide, abbé, Pio X, 34-36-148

Palamara Luca, magistrato, 61

Pannella Giacinto (Marco), 122

Papa Alessandro IV, 142

Papa Benedetto XVI, 10-11-12-15-16-17-19-20-25-30-42-87-90-93-95-97-107-116-127

Papa Francesco, 10-16-20-22-30-35-36-72-91-95-102-107-111-121-122-128-130-143-148

Papa Leone XIII, 19-102-120

Papa Pio V, 117

Papa Pio IX, 19-102-

Papa Pio X, 13-19-25-35-41-54-56-81-84-85-87-89-92-129-146-1(0

Papa Pio XI, 19

Papa Pio XII, 82-138
Papa Giovanni Paolo II, 19-27-77-87-90-119

Papa san Paolo VI, 35-99-111-120-126-130-141-147

Pascal Blaise, 39-103-133-141

Pasolini Pier Paolo, 71-73

Peccei Aurelio, 51

Pellicciari Angela, 75

Peron Evita, 22

Pincus Gregory, 125

Pisacane Carlo, 120

Ponzio Pilato, 42

Prodi Franco, 144

Putin Vladimir, 65

Rahner Karl, gesuita eretico, 13-36-70-99-108-111-122

Ravasi, cardinale, 122

Salomone re, 79

Salvini Matteo, 75

San Paolo, 58

Sarkozy Nicolas, 76

Savorana Alberto, 87

Schlein Elly, 86

Scola cardinale giussaniano, 146

Scrosati Luisella, 149-150-151

Sherlock Holmes, 9

Sigaut Marion, 76

Sisto V, 87

Socci Antonio, 30

Sodano, cardinale, 7

Spaak Catherine, 29

Spaak Paul-Henry, 29

Spinoza Baruch, 117-118

Suenens, cardinale belga, 96-126

Tannhäuser, pellegrino opera Wagner, 154
Testori Giovanni, 74

Tisserant, cardinale, 85

Tommaso D’Aquino, santo teologo, 80-103-116-141

Toti Enrico, 120

Tournier Michel, 26

Trump Donald, 72-74

Thumberg Greta, 144

Valli Aldo Maria, 18-38-39-108-149

Viganò Carlo Maria, arcivescovo,128-130-143

Viglione Massimo, 19

Von der Leyn Ursula, 72-74

Weber Max, 28-135-139-140

Zelensky Volodimir, 19-67

Zenone Giovanni, editore cattolico, 84

Zola Peppino, 50

 

 

Parte terza – La Chiesa

 

Il  silenzio immotivato per totale abbandono è, da parte non solo del Papato ora modernista e del suo clero reso così maggioritariamente eretico, rispetto ai pur ex-famosi “Princìpi non negoziabili”: a fondamento anche della politica. Proclamati da Papa Benedetto XVI e ripresi soprattutto da Stefano Fontana, dell’Osservatorio Van Thuân della Dottrina Sociale della Chiesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché i princìpi vitali non sono discutibili né mediabili? La filosofia moderna ha discusso inutilmente dell’esistenza di Dio e della Trinità: verità Rivelate!

 

Ormai non li si discute nemmeno più: molto più facile “dimenticarli e dimenticare di averli dimenticati”, come dice Stefano Fontana.
Questa è la conclusione della filosofia detta moderna, molto pratica, mai messa in discussione e men che meno concordata tra filosofi.
In sovrappiù, molti pensatori contemporanei hanno riaperto completamente, tutto il tema della metafisica anche religiosa, in termini gnostici e atei. Anche concepito dai precristiani: i Greci antichi a fondamento della stessa filosofia non solo immanente e  alquanto originaria. E questo, dopo che all’inizio degli anni ’70, il filosofo tedesco considerato il più famoso di tutti i cosiddetti moderni, Martin Heidegger, aveva  “profetizzato”, quasi alla vigilia della sua morte, tutto il contrario di quanto, da molti secoli, quasi tutti i suoi colleghi gnostici o agnostici, che pure accusava radicalmente di essersi dimenticati alquanto dell’Essere, avevano teorizzato solidamente, per i tempi il carattere ateo e immotivato dell’universo. E dell’esistenza della vita fino all’umano psichico!
Ci potrà salvare solo un dio” ripeteva sobriamente (utilizzando il termine Dio in minuscolo) il filosofo per eccellenza, che aveva stordito col suo pensiero abbastanza chiaro e totalmente penetrante, con idee apparentemente formulate con semplicità, la complessità più elevata di tutto l’approfondimento inaudito della filosofia detta moderna e antropologica…
Del resto, egli aveva scandalizzato a più di una occasione i suoi moltissimi seguaci che gli facevano da codazzo, nelle lunghe sue passeggiate nella Foresta Nera (già negli anni ’30). Quando ad ogni cappelletta che incontrava sul cammino, si raccoglieva in “meditazione e preghiera silenziosa”, tra il turbamento dei suoi ammiratori atei followers ante litteram, molto spesso stralunati o indignati!
Allo stesso modo con cui aveva ancora meravigliato, con il suo giudizio sprezzante e definitivo, il sistema politico-liberale americano.
E questo, senza voler chiaramente giustificare totalmente la sua adesione, piuttosto solo… filosofica (e opportunista), al regime nazista.
Lo stesso giudizio di rari cattolici petrini condanna la medesima concezione politica per cui la social-democrazia “liberale” e occidentale sono così individuate non differenti, nel fondo, dal comunismo collettivista, oggi cinese.
Analogamente liberale di Stato e statalista, ma solo dal punto di vista quasi sostanzialmente e solo quantitativo.
Pur sempre ingeneratore originario dallo Stato assoluto capitalista, però per reazione al libertarismo globalmente sfruttatore e ben strutturalmente ingiusto.
Per causa del cosiddetto liberalismo, che è sotto il marxismo e ha devastato con la sua lotta di classe per ben più di un secolo il mondo intero. Essa continua, in realtà, ancora oggi in gran pompa e sotto mentite spoglie soprattutto silenziate, anche ambientaliste.
A sua volta, l’ambientalismo ha inventato letteralmente il falso “sviluppo cosiddetto sostenibile”, impiantato su un’idea dell’uomo che non solo non crede nella Creazione ma è nemica e distruttrice strutturale della stessa natura (in modo perdipiù naturalistico)!
Per evitare il problemino del… Creatore, i miscredenti atei hanno eliminato, bypassandolo tranquillamente, quello della Creazione…
E questo dopo la confessione pubblica mondiale di fallimento totale e spontaneo del marxismo: nelle sue sedi emblematiche a Mosca e a Berlino Est, nel non lontano 1991.
Martin Heidegger aveva anticipato un giudizio radicalissimo, sebbene non totalizzante nel suo politicismo generale “corretto”, che oggi è ancora rarissmo trovare a sostegno della critica della politica nel terzo millennio! E costituisce una delle tesi principali di questo saggio-romanzo. In fondo, si tratta della stessa ragione per la quale ho, col movimento cattolico per ora apparentemente solo d’elite, di non votare in un mercato di proposte politiche assolutamente non votabili, ingiustificatamente di fatto anticattoliche e pure mondialiste antiumane, con diverse gradazioni.
Si tratta della valutazione del filosofo tedesco spesso pure osannato, che potremmo chiamare per difetto all’origine di una intuizione geniale (come al solito) prodotta in un’epoca completamente in anticipo rispetto alla storia. In cui generalmente come ancora oggi, si continua a celebrare il liberalismo politicista. Il falso liberismo economico e le sue arbitrarietà libertarie sul piano culturale, tutti molto lontani dall’idea madre della Libertà che il Cattolicesimo proclama. E che la Cristianità autentica ha consegnato definitivamente alla storia!
Non con questo, che il filosofo più citato al mondo, quasi sempre in bilico con la sua seria Cattolicità familiare e giovanile, prima del suo molto discusso capolavoro “Essere e Tempo” e di altre opere, possa essere affrancato da ogni accusa. Anzi!
Ma se c’è oggi una apertura seria nella filosofia detta moderna, non può essere che sua. Mai Heidegger ha firmato la dichiarazione (obbligatoria per un tedesco apòstata ancora oggi) di aver lasciato il Cattolicesimo.
Naturalmente, i cattolici non modernisti e veramente petrini possono solo riferirsi alla filosofia cattolica propugnata oggi da Stefano Fontana. La quale è riassumibile in quella fondamentalmente tomistica, dei francesi Étienne Gilson e di Garrigou-Lagrange, del grande teologo friulano don Cornelio Fabbro, del filosofo cattolico Augusto Del Noce, dei vari monsignor Antonio Livi: anche rarissimi contemporanei, come i collaboratori diretti nell’Osservatorio Van Thuân, alla don Samuele Cecotti…
Il quale ne è pure il vice-presidente, con il grande suo fondatore, arcivescovo Giampaolo Crepaldi appena sostituito per pensionamento nella diocesi di Trieste, ora emerito fondatore anche dello stesso Osservatorio Van Thuân… Non oso fare qui l’elenco completo, in particolare per me fatalmente presuntuoso, dei grandi pensatori autenticamente cattolici che nell’anti-modernismo hanno visto, come Papa san Pio X, all’inizio del Novecento, tutte le eresie della storia concentrate.
Tra questi, il posto di Papa Bendetto XVI é “sopra-eminente”, per utilizzare un aggettivo pontificale che ben gli si attaglia.
Malgrado le molte critiche fondatissime relative alla sua giovinezza teologica e, soprattutto, a quanto è possibile esternare relativamente alle sue… dimissioni cattolicamente inaccettabili da Papa. Anche se con ragioni fondatamente esistenti, ma nemmeno vagamente attenuanti.
Troppe forze moderniste, sia laiche del pensiero filosofico-immanentista, che finanziarie sostenute dal potentissimo mondo delle ben ecclesiastiche con non pochi cardinali, messi in evidenza anche dal vescovo emerito di Ravenna Luigi Negri. Forse il più antico illustre giussaniano, teologo e storico di grandissima stazza e già allievo del suo Maestro e professore al liceo: eccelso educatore, monsignor Giussani.
E fondatore del movimento a partire dal suo insegnamento, al Berchet di Milano all’inizio anni ’50.
Negri era già all’epoca “responsabile della cultura” fin dalla sua primissima giovinezza in GS, alla vigilia di andare in Seminario.
L’opera completa del notevolissimo Papa Ratzinger (pure se rimasto alquanto sempre inficiato, anche se lontanamente, nella sua auto-criticata eterodossia giovanile, con comunque resipiscenze moderniste… è raccolta nei dodici volumi il cui ultimo, sulla Liturgia, è stato pubblicato per primo in Italia, nel 2007: come per sottolineare la sua sensibilità particolare, da discreto pianista e fine conoscitore qual era, per il culto del canto gregoriano (grazie alla sua “solennità”).
Penso che passerà alla storia per molti princìpi originali cattolici di grande pregio teologico in una organicità tradizionale notevolissima. E di una ricchezza intellettiva poco comparabile. Tra questi, spiccheranno quelli suoi definiti “I princìpi non negoziabili”, ora miseramente dimenticati e ovviamente disattesi nel Pontificato eretico di Papa Francesco, dove la miseria in atto è quella dei cosiddetti modernisti dell’oblio per colpevolezza peccaminosa, unita all’ignoranza perversa cristiana basilare. E di ritorno.
In pochissimo tempo, questi Princìpi già di origine ratzingeriana sono stati ovviamente accantonati e generalmente già rimossi, in un silenzio che sarà rotto anche dai sassi urlanti di Verità. Se ne sentono già molto gridare: di grande levatura teologica.
Rimane comunque la macchia storicamente indelebile dell’eternamente inaccettabile dimissione pontificale. Totalmente e imperdonabilmente modernista!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I tre princìpi “non negoziabili” di Papa Ratzinger: perché ontologicamente inviolabili! Puntualmente profanati e dimenticati

 

La teologia è la scienza della Totalità per antonomasia. In quanto costituisce la ricerca incessante anche di ogni uomo per cui, in tutta la sua esistenza – sia sua personale che filogenetica (cioè totale e storica per l’umanità intera) – deve costantemente, che lo voglia o meno, sempre cercare di perfezionare. Indipendentemente dalle sue scelte in seguito conseguenti: tra il Bene e il Male e del suo livello di acculturazione di fatto e per Grazia ricevuta. La Verità, ossia il criterio benché tutta già conosciuta per mezzo della Rivelazione, deve essere sempre più approfondita nella percezione culturale e continuamente aggiornata alla realtà purché non implicativa di toccare alla sua essenza eterna. Ci sono così Verità già molto ampiamente acquisite e verificate come definite che – nella loro tipica ricerca permanente quotidiana eterna per ognuno – sono particolarmente già ricchissime nella loro completezza e sempre moralmente accettabile nella loro essenza!
Esse riguardano i campi di applicazione, a volte nuovi ma sempre anche sostanzialmente identici a loro stessi. Che costituiscono domìni fondamentali e originari per molti àmbiti comportamentali e morali, a cardine delle società e delle comunità: sia sul piano pubblico che su quello privato e intimo. Il Cattolicesimo, che è l’unica e vera religione che la Trinità ha rivelato col Cristianesimo cristocentrico al mondo, esige, per la Salvezza terrena ed eterna, che tali princìpi tripartiti e riassumibili nella loro divinità intangibile, siano considerati e proclamati “non negoziabili”.
A rischio, secondo i criteri modernisti in auge contemporanei, che li si giudichi diabolicamente quasi sempre purtroppo come arroganti e da rigettare alla maniera per un qualsiasi altro precetto non veramente religioso e arbitrario!
Quanto il fatto che la stessa Verità, ritenuta generalmente inesistente dalla filosofia immanente moderna, sia ancora considerata per conseguenza relativista, il Cattolicesimo petrino, apostolico e romano non concede nulla alle sue debolezze umane!
Le conosce molto bene, le vede ovunque siano, le valuta ma – per la loro Salvezza – non può che definirle in tutta la loro intrinsecità dogmatica, naturalmente autentica. E nemmeno pensabili di essere men che meno sostanzialmente “toccate o ritoccate”, in modo inevitabilmente e fatalmente acefalo (o diabolicamente intenzionali!).
L’unica possibilità teoretica e anti-teologica consiste in una concezione riduttivistica della religiosità e della religione: per cui si pensi e si pratichi, come per la politica politicista, che sia autonoma e indipendente da tutto. E soprattutto, dai princìpi trascendenti ed eterni.
Quali sono questi princìpi assoluti prioritari multipli – dunque squisitamente veri e anche politici – che il teologo nonché Papa Benedetto XVI ha specificatamente indicato, argomentandoli, al mondo intero e non solamente cattolico?
I princìpi in questione sono riferiti alla Vita, al rapporto matrimoniale umano e alla libertà di educazione. Vale a dire all’intangibilità dell’esistenza fisica, dalla nascita alla morte naturale, alla relazione ovviamente tra uomo e donna secondo i due soli sessi che la Creazione ha previsto nella sua unica fecondità.
E infine, nella libertà spirituale di educazione religiosa che ne è pure all’origine delle altre! Senza questi principi, le società e le comunità umane nemmeno possono vivere culturalmente e umanamente insieme, nella dignità indispensabile.
La non negozianabilità di questi tre princìpi, nella loro applicazione concreta nei diversi contesti e ambiti vitali, materiali e spirituali, già individuano i minimi di convivialità civile e trascendente. Al di sotto dei quali si scade a livelli disumani in cui la negoziabilità non solo non esiste, ma nemmeno è concepibile la possibilità di poterne anche solo discutere per emendarli. Inevitabimente così nella guerra, come stadio primitivo e diabolico di porsi in battaglia sempre omicida e distruttiva.
Oggi, invece, non si fa altro che in una corsa sfrenata e dissennata!
Il primo principio garantisce il rispetto all’esistenza elementare dell’altro da sé, della propria umanità simile e interlocutoria propria della sociabilità, anche se non propria o non ancora “soave” del vivere insieme cattolico: a l’esclusione dei minori e dei neonati con cui è inimmaginabile altro che la gioia della convivenza amorosa (ma non sessuata artificiosamente e innaturalmente com’è non raramente avviene e come la francese Sigaut non finisce mai di documentare sempre ampiamente!
Il secondo principio è giusnaturalmente conseguente all’attrazione e spiritualmente sessuata delle due nature, femminile e maschile. Che, oltre a garantire la riproduzione umana (attualmente molto bloccata) col Sacramento matrimoniale ormai largamente dimenticato, assicura l’alimentazione anche amorosa di base tra l’universo maschile e quello femminile nella continuità.
Il terzo principio, si occupa della Trascendenza, delle giuste e uniche pratiche che permettono di assicurare la precedenza esclusiva genitoriale nell’educazione dei figli, quindi in modo assolutamente naturale, in quanto la Famiglia è l’unica cellula societaria, economica e demografica esistente nel Creato. Ma ad una sola ed unica eccezione: quella della Chiesa cattolica stessa. La quale, con la sua maternità magisteriale divina, può assumere la sua funzione educativa ancor più con Sapienza e sempre amorevolmente!
L’errore razionalista sempre da evitare con orrore è, come oggi nel modernismo irrazionale e anti-naturale, l’arroganza del cosiddetto diritto anticristiano e naturalmente anti-ontologico, assolutamente immotivato: da parte dello Stato assoluto di avocarsi come vero e proprio proprietario anche dei… bambini.
Dopo averne impedito quasi sempre la nascita, se ne appropriano – o tramano per appropriarsene come recemente pure a Bibbiano – anche adducendo capacità “materne” fittizie. Legittime solo se divine!
Lo sviluppo artificioso e ovviamente forzato, della mostruosa sessualizzazione infantile da parte delle forze LGBT, è oggi sul piano pure della generalizzazione anche nelle scuole, della sessualità inventata sui bambini: ci si ricordi dell’invettiva di Gesù, che vedeva solo una macina legata al collo dell’adulto che, portando scandalo (sempre stupratore!) nei confronti dei piccoli, non poteva che essere gettata nel profondo del mare! Il tutto senza che gli ecclesiastici non si strappino oggi le vesti e i paramenti sacri in pubblico, di fronte a simili ripugnanti efferatezze.
Invece li abbiamo trovati protagonisti, anche ad alto livello di prelati e perfino di porporati mondialisti e modernisti!
L’ordine crescente di questi tre princìpi “non negoziabili” esprime l’ordinazione giusnaturale col quale si giunge a quello di Dio e alla sua onnipotenza sempre creativa. È stato questo il primo e principale crimine del modernismo filosofico: indipendentemente dalle convinzioni personali di moltissimi filosofi e fedeli detti cattolici, rimasti nominalmente tali, pure contradittoriamente anche alla loro fede modernista e libertina (o devota).
Era scontato per tutti i Papi e i teologi soprattutto ecclesiastici che nei secoli si sono schierati contro le nuove filosofie immanenti e secolarizzanti, che si giungesse, malgrado tutto, all’ateismo di massa attuale. A quella che anche il Papa teologo finissimo, che era già il cardinal Ratzinger, chiamerà la “dittatura del relativismo”, soprattutto dopo la sua rottura con la filosofia modernista di Rahner: il vero distruttore finale detto moderno e  contemporaneo della Fede cristiana!
Era solo una questione di tempo affinché le stesse filosofie moderniste avesssero il tempo, anche inerziale, di finire d’infiltrarsi nell’impianto immane e grandioso di tutta la filosofia e la teologia cattolica. La nuova e antagonistica filosofia razionalista, a mano a mano che penetrava nelle menti di moltissimi prelati ed altri “pensatori” cristiani, diffondeva il dubbio sistematico sulle Verità anche Rivelate.
Costituendo il processo reale per cui il modernismo, non lo si è visto arrivare!
Malgrado secoli di ammoninenti ed esortazioni di tutto il pensiero pontificale cattolico. Anche quello dei Papi conciliari che parzialmente, come Papa san PaoloVI, ha pure promulgato la grande enciclica “Humanae vitae”, quasi ovviamente mai digerita e veramente accettata dall’universo già in nuce degenerato cattolico pure dei cardinali nordici. Come il belga Suenens o lo stesso prelato tedesco Rahner.
I quali anche provarono a…“scendere” (non salire!) sul piano teologico: per giustificare la loro piena disobbedienza all’ex-provvisoriamente incerto Pontefice Montini, pure roso da sempre dal Grande Dubbio su Dio, ma giunto implacabile alla sua determinazione detta eternamente Salvifica.
Sulle capacità teologiche di Papa Paolo VI e di Ratzinger si discute molto. Soprattutto sull’intelligenza di Papa Benedetto XVI, che in tutta la sua vita ha prodotto molta teologia, non sempre perfettamente eccelsa (almeno nella sua prima fase di concordanza con Rahner): la prova traslata ne sono le sue dimissioni finali assolutamente inacettabili da Papa!
Ma non solo. Quanto ai suoi dubbi dottrinali eterodossi, ce n’è uno in particolare in cui metteva in parallelo corrispettivo i dubbi del Cattolico sulla Fede e quelli dell’ateo sulla sua miscredenza…
Relativamente e in quanto a Papa Montini, è famosa la sua sempre inquieta e sofferta inclinazone al relativismo modernista e politicista, almeno però piuttosto intenzionalmente nobile. Non a caso, fornì la Chiesa del suo capolavoro, mai veramente contestato e sempre modernisticamente disatteso, “Humanae vitae”,  già del 1968!
Nel marzo del 2014 Stefano Fontana, come direttore dell’Osservatorio della DSC, tenne una conferenza a Verona in cui chiarì, in modo esemplare e pubblicamente, la differenza tra “valori” e “princìpi” mettendo in evidenza le loro gerarchie incomparabili.
Mentre i princìpi sono sempre ingeneranti dei valori, in quanto ordinatori per definizione delle virtù, delle validità, delle intrepide competenze proprie, i valori si riferiscono ai fondamenti originari e totalmente creativi ab ovo, dall’essenza stessa scaturigine dell’Essere.
Così, laddove i princìpi sono assoluti, i valori sono relativi, filosoficamente ad essi subordinati!
Qui si capisce agevolmente come anche la Ragione debba essere sottomessa alla dipendenza gerarchica della Fede. La quale sola può costringerla ad essere totalmente autonoma – precisa il Fontana – nella sua essenza specifica, alla teologia!
Dio ha creato il mondo con un ordine che gli uomini hanno iniziato nei secoli a disconoscere. Per esempio i Greci antichi precristiani avevano già cominciato a scoprire ciò che san Tommaso, giunto all’esistenza dopo l’Avvento del Cristianesimo tutto Rivelato (dopo quasi mille anni!), ha potuto ancor più comprendere, in quanto beneficiario della Grazia della Rivelazione. E comprendere così lo stesso paradigma, dell’Ordine  applicabile alla filosofia e alla teologia.
L’irrazionalismo intrinseco appare così come anche la degradazione demente della stessa Ragione razionale. Da cui la “non negoziabilità assoluta e umile dei princìpi di Papa Ratzinger, all’ordine salvifico di Dio”…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sapienza dei due primi princìpi non negoziabili, ancora disattesa ufficialmente

 

La sottomissione ottusa e pervicace dell’attuale Chiesa cattolica gerarchica al mondo è  tale che, dopo più di mezzo millennio, insiste ad aderire tendenzialmente alle ideologie bestiali fondanti e spesso perdutamente devastatrici anche delle altre religioni e ideologie. L’”ecumenismo” moderno, anche come terminologia da neoligua assolutamente insopportabile, è costantemente in piena azione, confermando l’idea che il Cattolicesimo debba, dopo la Rivelazione del Cristianesimo, comporre non si sa cosa con le altre ideologie e religioni varie.Tutte scismatiche o estranee, rimaste sorde alla Verità della Chiesa veramente divina e petrina! E non se ne tema l’apparente “arroganza” relativisticamente giudicata…
L’ecumenismo è una invenzione satanica di tipo inevitabilmente democraticistico, fatalmente sincretico. Anche se il Cattolicesimo deve sempre approfondire la sua Dottrina con la sua umile ricerca incessante, compresa quella di utilizzare, con molta modestia, pure la conoscenza autentica insita nell’umanità intera. Questa però deve solo sottomettersi ontologicamente in modo razionale e razionalmente alla Fede cattolica. In quanto essa stessa è Dono ricevuto, dal Dio Trinitario di tutto l’umano. Come nella parabola dei vignaiuoli ingaggiati al mattino presto o al pomeggio tardi.
Dove tutti – per Grazia di Dio – ricevono la stessa paga ben pattuita prima e in anticipo, con ciascuno e liberamente.
Per questo, dicevo nella prima parte di queste riflessioni, che le altre religioni e ideologie non hanno altro da fare che presentarsi, in piazza San Pietro, anche a pomeriggio avanzato per lo stesso salario, identico e pattuito anticipatamente nell’onestà razionale e generosa: con gli stessi fedeli petrini sempre peccatori e per questo molto umilmente.
E non nel giustizialismo razionalistico solo umanoide e sempre massone.
Il resto è solo tempo perso negli oziosi e arzigogolati cincischiamenti, più o meno edonisti e comunque diabolici.
Anche la decisione di adorare il Dio trinitario, non è assolutamente negoziabile, né di presso né da lontano. Essa può essere solo come remoto frutto della missionarietà gratuita della Chiesa, che già ne aveva curato l’inizio nel Vangelo, con l’unico rispetto dell’invalicabile libertà di ogni umano, così chiamato per amore e destino allo stesso lavoro in vigna e comunque di origine intrinsecamente divina…
Naturalmente c’è incompatibilità irriducibile tra la Grazia incomparabile di Dio e la giustizietta umana, sempre al meglio incompleta.
A dire il vero, ai primi tre princìpi non negoziabili, alla Dottrina Sociale della Chiesa,  lo stesso Papa ne aveva aggiunto altri che però potrebbero essere  classificati, sempre in quanto princìpi, all’interno o alle dipendenze dei primi tre.
Per esempio, alla fondazione del Partito Popolare Europeo, nel discorso tenuto dallo stesso Papa Benedetto, alla “libertà di educazione” era stato aggiunto quello della “vita di famiglia”, in quanto cellula non solo societaria ma autenticamente comunitaria per la sua naturalità.
E nella nota dottrinale e politica della Congregazione per la Dottrina della Fede del novembre 2002, come cardinale, sono indicati almeno otto principi non negoziabili (fra cui i primi tre): “vita, famiglia, libertà di educazione,[come] tutela sociale dei minori, libertà religiosa, economia a servizio della persona, pace”.
Tutti questi princìpi sono sempre riconducibili, come già detto, ai tre principali e primi. Soprattutto per esemplificare l’importanza della Dottrina Sociale della Chiesa anch’essa quasi totalmente abbandonata nella procedura tipica dell’eresia modernista. Collaudata da secoli e consistente non nell’analisi e contestazione razionale punto per punto, come tutta la filosofia da tremila anni pratica ed insegna. Per poterla migliorare e per tranquillamente sostituirla, senza però dire nulla nel merito.
Quando affermavo che, nella fattispecie, il Pontificato attuale coltiva una idea “peronista” del potere papale, credo di poterlo confermare nettamente. Alla luce di questa idea modernista che da secoli rende a volte infesto anche il Cattolicesimo corrente, bisogna evidenziare che il peronismo – come ogni pretesa filosofia autonomistica e indipendentista – non ha mai avuto una concezione teoretica definita o definibile.
Essa è solo “prassi” detta teorica, sovente solo a posteriori, e non dispone di un impianto, pur che minimo teoretico, anche se solo umano. Ha solamente una visione immediatistica del potere per cui “ce l’hai o semplicemente non ce l’hai”!
Tempo perso per “filosofi da strapazzo”: Papa Francesco l’ha più volte ripetuto a commento sprezzante di alcune critiche ricevute. La sua preoccupazione vera è sempre quella, invece, di mostrare il suo profondo disinteresse per la teologia e per la Dottrina cattolica, non solamente Sociale, ma anche per quella generale che non sia nella fattispecie quella opposta alla sua sangallista o rahneriana…
Tutte le ideologie, tutte le teorie sarebbero per lui buone purché non invasive nel consueto possibile praticabile e “concreto”, dunque nell’accettabile pratico. “Ti basterà essere d’accordo con me”, senza altre motivazioni… “da tavolino”, afferma lui stesso. E dicono di lui quelli che hanno avuto occasione di frequentarlo da molto vicino, sia in Vaticano che a Buenos Aires.
Il culto, in altri termini e come al solito, del “potere puro”! Certamente non bisognoso di teoremi filosodici e quanto meno teologici… I sentimenti “buonisti e gratuitamente (o quasi) misericordiosi al posto del Cattolicesimo cristocentrico e Rivelato!
Così le relazioni esclusive uomo-donna, l’educazione detta “impossibile” dei giovani d’oggi da parte delle famiglie e men che meno della sua Chiesa (una rogna “insormontabile”!), interessano l’attuale Papa come malattie infettive da cui star lontani il più possibile! Basta che ci sia – ripete a iosa – la “volontà d’amore”, generica naturalmente e non necessariamente cristiana!
Il fatto che i massoni non solo risorgimentali dicano la stessa casa da sempre, con anche i carbonari, che hanno tolto lo strenuo potere regnante materiale e territoriale a Papa Pio IX mettendolo in prigione a Gaeta, combattendolo insieme al suo Cristianesimo per toglierli di mezzo entrambi e definitivamente (ci si può chiedere se possa anche solo veramente saperlo, l’attuale Pontefice…!), lo può interessare come la pubblicità dei gelati in Groenlandia polare…
E si possa sfidare chi sia in grado ricordare se mai, almeno una volta, questo Papa abbia citato l’espressione ”Bene comune” oppure “Princìpi non negoziabili”, i due punti assolutamente fermi della politica!
L’irrinunciabilità dei princìpi non negoziabili indica infatti una sola cosa: se li si rende anche solo negoziabili (già fatto!) si aprirebbe così il più grande portone al modernismo, quindi alla rinuncia del Cattolicesimo. Molto logicamente, la sola disponibilità a discutere i principi cristiani porta, inevitabilmente e senza scampo alla pura e semplice negazione del Dogma cattolico.
La Verità non può essere, all’origine e alla fine, se non dogmatica: questa è l’affermazione unica che si oppone alla falsa determinazione del materialismo immanente. Il quale è, per definizione, dalla sua concezione riduttivistica in quanto esclude la trascendenza della spiritualità dalla dimensione globale.
E totalizzante dell’esistenza umana. La quale addirittura parte dall’alto verticale infinito per espandersi nell’orizzontale comunque finito alla pecettibilità umana. Questa è sempre ovviamente limitata, giacché è il limite della dimensione cioè dell’esistente che l’uomo può cercare di allagare, ma sempre è costretto a doverne costatare la fatale e intrinseca esistenza.
Solo la verticalità dell’Essere ci trasporta, anche dopo la morte, sulla cui esistenza estrema ed ulteriore nessun essere razionale è veramente disposto a scommettere sulla sua certezza. Quasi nessuno ha veramente accettato o si è esplicitamente cimentato – che si sappia – seriamente alla “scommessa di Pascal” secondo cui, accettare l’ipotesi dell’esistenza di Dio operante nella continuità non può che essere benefico e conveniente.
Detto filosofo cristiano di Port Royal, già quattro secoli fa, aveva lanciato la sua famosa sfida escatologica. Il senso cioè religioso di cui ha parlato supremamente don Giussani, rilevando la tendenza di ogni uomo nella storia, nel suo rapporto tra finitezza e infinitezza eterna, fin dalla sua stessa esistenza.
Nessuno sa giustamente rispondere al senso di naturalità ovvia del concetto di figliolanza rispetto all’evidenza del dogma dell’Autorità. Nel concetto stesso dogmatico che, nella finitezza umana, sia per il suo inizio che non può che essere relazionale e nemmeno nella sua inevitabile morte, può evitare la sua spontanea ricerca illimitata.
Alle inutili prove dell’esistenza di Dio – san Tommaso d’Aquino ne evidenziò almeno cinque genialissime e rese molto evidenti – non c’è risposta più efficace che quella di dimenticare il problema e poi di averlo anche pure dimenticato.
È quanto fanno di continuo tutti i modernisti e rilevato attentamente dal Fontana!
Si potrebbe dire che ogni atto vitale è segnato da un altro coincidente di profondo oblìo. A favore della carcassa già designata, vuota e mai obbediente, alla semplice volontà inevitabilmente insignificante e debole dell’intelletto veritativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se la rivoluzione è il principio della politica modernista, l’emergenza ne è il suo metodo

 

 

  • Ma come fanno così rapidamente a cambiare idea e a fare come se mai avessero pensato diversamente?
  • Semplice, oltre alla memoria debolissima e soft, tipica dell’uomo-massa, viene sistematicamente utilizzato il metodo che, come sai benissimo caro marito, è lo strumento hard costante dell’attività forsennata. Ai nostri tempi, della politica detta velocissima ed efficace.
  • Questo lo capisco. Ma non realizzo veramente come la faccia tosta dei politicanti giunga ad avere il coraggio insensato di presentarsi e ripresentarsi come “se nulla fudesse” e possa funzionare.
  • Hai detto bene col congiuntivo imperfetto, ovviamente sbagliato: che naturalmente hanno tendenza non proprio raramente a utilizzare i politicanti politicisti. È una doppia questione ormai pre-morale ed anche quasi genetica, ontologica, necessaria e indispensabile per anche solo pensare oggi alla… politica.
  • Anche questa, Marina, non l’ho proprio capita.
  • Prova dunque a pensare alla notorietà creduta prestigiosa del passare alla televisione serva del nostro tempo decisionista e ideologico altrove. E dell’affinità molto “elettiva” tra realtà e apparenza, mi segui? Per cui l’attività politica sembra sempre convulsiva e intensissima col minimo sforzo lavorativo ad altissima rimunerazione…
  •  Ora ti seguo meglio, ma ancora non riesco proprio a connettere…
  • Lo credo bene, ti manca l’ultimo termine con cui puoi chiudere il tuo cerchio intellettivo: la parolina “emergenza”. Tutta la politica detta moderna ne è figlia.
    Il minimo sforzo personale e la massima resa apparente sulla sua intensità è data dalla ripetizione inaudita dell’accavallarsi delle stesse notizie nell’inflazione più eccezionale e grottesca della nostra era: l’attività politicistica, ossessiva e reattiva, piùttosto che razionalmente politica. Il solo freno ne è quello dell’opposizione, sempre che sia reale e che si interponga.
  •  Tutto oggi veramente deve sembrare ed è apparente. Ma la politica ancor più. Questo è vero. Però mi pare pure inverosimile che si sia arrivati a cotanto.
  • Non certo per merito degli uomini politici che nemmeno sono generalmente capaci di comprendere bene e tutto – cioè di contenere nella loro abituale testolina sempre furbetta, ma non all’altezza del compito – i meccanismi con cui funziona la (per loro) preziosa quanto, generalmente e segretamente, disprezzata professione.
    Che professione non dovrebbe mai essere, a causa della sua intrinseca nobiltà!
  • Però, nemmeno mi pare di aver ben situato la parolina “emengenza”. È ben vero che la sento spesso pronunciare, anche spessissmo, al punto che non ci si fa più caso.
  • Perfetto! È quanto più che i grandi manipolatori hanno concepito di adeguato per la mistificazione, prima della metodologia dell’illusione nell’avanzamento in tutta l’attività cosiddetta politica! “Non farci più caso”: è quanto resta possibile dire talmente la sua falsa convulsione è stata apparentemente combinata accuratamente.
    Da chi? Principalmente dai media asserviti che, indispensabilmente, pretendono un’altra professionalità ugualmente esigente, nella sua predisposizione servile totalmente funzionale…
  • Ovviamente premiata con le promesse ben mantenute dal sistema. Comincio a capire.
  • Come avrai ben percepito, al punto che potrai dire che l’avevi già compreso fin da  prima, le due paroline chiave della questione sono l’”emergenza” e il “servilismo”.
    Con la prima si affrema il principio permanente della rivoluzione allo scopo di renderlo accettabile e conseguente a profitto dei veri consumatori finali, per competenza della cosa così artefatta: genericamente dette ”le masse” piuttosto abbrutite nell’ideologia.
  • E se non fossero servili questi professionisti della politica?
  • Molto semplicemente non sarebbero generalmente pre-selezionati dal poco conosciuto processo di scelta, assortita al sempre abbastanza lungo precedente e pieno di turpitudini.
  • Il servilismo, oltre che addizionarsi sempre personalmente anche per anni a “maestri” del mestiere, è un atteggiamento lealistico di abbrutimento rispetto all’ideologia politicista, per cui l’emergenza continua è intrinsecamente costitutiva dalla cosiddetta politica “unica e normale”: il termine rivoluzione è, allo stesso tempo, quello improcastinabile di emergenza che evita accuratamente la possibile discutibilità ritenuta troppo dilatoria, con l’opzione superficializzante.
  • Il resto appare così tutto chiaro. La rivoluzionarietà artificiosa della politica, ossia esattamente il contrario della sua natura intrinseca razionale, non si rivela con le sue espressioni derivate dal paradigma della possibile discussione ragionevole. Essa pone il problema dell’urgenza sempre attivistica. La politica viene così ridotta ad una continua attività di sanatorie in cui ogni decisione, anche totalmente errata è sottoposta ad una contraria o quasi, che l’annulla in una frenesia di attivismo. Che, per l’appunto, dà anche l’illusione tautologica della rapidità realizzativa intensa.
  • Nel frattempo, i politicanti in questione, hanno una sola preoccupazione che è quella, fondamentalmente, di coltivarsi la clientela elettorale – per la loro maggior parte – allo scopo di essere rieletti agevolmente. E di coltivare le relazioni orizzontali di parte, indispensabili per il successo della propria sopravvivenza. Senza contare quelle decisive e relative alla propria carriera futuribile di incarichi prestigiosi statalisti e ancor più rimunerativi: in quale altra professione, il prestatore d’opera decide così direttamente il livello del proprio guadagno senza, diciamo così, concorrenza?
  • In realtà, se proprio non bisogna qui contare qualcosa, si dovrebbe parlare soprattutto dei privilegi, vere e proprie connivenze corruttive che il politicimo sempre permette.
  • Ma l’emergenza ha un compito molto più peculiare e inportante. Si pensi a due luoghi comuni pensati e vantati dalla politica politicista attuale: quella sulla lentezza e progressività dell’economia; e l’altra invece immediata, sconvolgente della politica rivoluzionaria. Se il concetto di sacrosanto limite viene riconosciuto alle attività economiche per cui la loro gradualità crescente ne è la regola (come però fa un po’ la volpe, nella favola, con l’irrangiungibile uva giudicata sempre non… matura). Non altrettanto è il suo atteggiamento rispetto alla politica.
    Questa viene sempre concepita come una continua insurrezione in cui le leggi possono essere rovesciate ideologicamente, anche subito all’indomani, indipendentemente dagli usi e costumi delle comunità e della sue inevitabili inerzie.
  • È questa una differenza abbastanza incomprensibile, frenata anche dalla lentezza irrazionale del processo politicistico e ora molto burocratico: che la politica si è caricata sulle spalle divenute parassitarie fino a volte alla paralisi.
    Questa viene anche vantata come“saggezza”… “prudenziale della legge”, da parte della sinistra soprattutto ambientalista.
  • In effetti una caratteristica tipica del modernismo è quella della pletora della vera e propria clientela statalista di cui si appesantisce sempre più lo Stato detto moderno. Avendo negato il concetto di limite, proprio della visione realistica e religiosa, e avendo adottata l’ideologia dei diritti scaturiti, non da rispettivi doveri, ma da semplici desideri, tutti gli Stati statalisti si riempiono di oceaniche pletore di personale.
    Sempre sostanzialmente nulla facente di razionale (i fanigotton, in milanese!) anzi organizzanti grandi danni altrimenti non immaginabili.
    Con criteri opposti al personale del detto settore privato. E, se questo personale fosse leggermente attivo, sarebbe produttivo di leggi ancor più assurde (è quanto succede quotidianamente, soprattutto in UE) come scaturigini, oltre che dell’ideologia perversa del razionalismo, dell’ozio altrui nascostamente vizioso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il colpo di grazia finale da parte di Papa Francesco ora consiste nella nomina del prefetto per la Congregazione della Fede, monsignor compare eretico Fernández

 

  • Agli una cum papalini, seppur legittimamente in lealismo di pieno riconoscimento del Papa, malgrado la sua più che certificata attuale ereticità, è accaduto l’irreparabile: l’ultima e definitiva nomina micidialmente eterodossa per la sua importanza!
  • Credo Luigi che tu ti riferisca al suo compare, l’argentino monsignor Fernández, e alla sua nomina a difensore della Fede… Così, anche l’ultimo bastione di salvaguardia della Fede tradizionale ed eterna, almeno ufficiale, crolla definitivamente e miseramente iniziando a far funzionare, anche ufficialmente, la consueta macchina mistificata del miscredente rivoluzionario.
  • Il “besuquero”, così chiamato risibilmente laggiù verso la “Terra del Fuoco”, ha scritto perfino una specie di trattato sul baciare (lui l’esperto…) che la dice già lunga sulle sue inclinazioni teologiche latino-americane, anti-vaticanensi e soprattutto libertino-dottrinali alla maniera del modernismo plurale da tango.
    Che al paragone, quello classico immanente e pure modernista appare come una disciplina anche seria e austera…
  • Egli è comunque considerato il ghost writer fedele e alter ego di Papa Francesco, già al tempo di quand’era cardinale a Buenos Aires, prima di diventar Papa.
  • Abbastanza sconosciuto in Europa, diventerà famoso per il suo incarico prestigioso ricevuto di difensore dell’… eresia più strampalata e illegittimamente integratrice. Sempre se si immagina la sua “teologia” all’insegna di quella rahneriana del suo amico rivoluzionario immanentista, coltivato nella “Chiesa in uscita” anche a partire dalla pampa.
  • Soprattutto verrano rese note a tutti i fedeli le due lettere complete di ordine e di accettazione, relative all’incarico di difensore e di promotore della “fede rivoluzionaria” modernista. E mondana alla sud-americana, impegnata nella pastorale del… bacio ex-misterioso ma “profondo” fernandeziano.
  • Sì, proprio le lettere che molti esperti dicono siano state scritte entrambi da Fernández, per lo stile inconfondibile suo e per la già famosa ripugnanza per la Tradizione sapientissima della teologia per niente dogmatica del suo illustre e famigerato, in ogni caso, Pontefice rahneriano e sangallista.
  • Alcuni stralci delle due lettere sono già state diffuse e testimoniano il livello di intimità fiduciaria reciproca dei due interlocutori amici ormai sfrenati nelle loro parole moderniste e perfino offensive: a carico dei grandi predecessori alla Congregazione della Fede. I quali – nella lettera a Fernández da parte del Papa attuale, sono descritti come se – “vivevano all’epoca in cui il Dicastero che lei presiederà, in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali [sic!]. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso”… Incredibile!
    I due ultimi cardinali in questione erano nientepopodimenoché Ratzinger, il Papa (autonominato emerito dopo il suo abbandono pontificale) per non meno di 24 anni alla testa del Dicastero nodale; e il cardinale Gerhard Müller, rimosso in modo più che forzatamente autoritario dallo stesso Papa Francesco dopo “soli” 5 anni d’incarico: ambedue dichiaratamente solamente tradizionalisti: con il Papa Benedetto XVI almeno da vari decenni, dopo la provvidenziale rottura, ancora da “giovane” con il gesuita Rahner!
  • Per non troppo epilogare sulla definita “teologia da tavolino” così chiamata proditoriamente – altro che obbedienza dogmatica pontificale! – da Papa Francesco a riguardo del Dicastero dei due grandi protettori e salvatori della Fede inviolabile, ancora oggi riconosciuti di eccelse qualità da tutti i Cattolici non solo petrini!
  • Il “provetto baciatore” argentino, ora ovviamente fornito di cappello cardinalizio, da noi attualmente conosciuto solo come monsignor Fernández (grazie al molto informato ex-vaticanista RAI, Aldo Maria Valli), ci riserverà amene e tragiche novità situate tra la “Teologia della Liberazione”, già cattolicamente condannata come “teologia sincretica materialista” sud-americana (ma d’origine europea come sempre, quando si parla di cultura mondialista e immanentista, specialmente marxista o collettivista) e in relazione al modernismo. Queste ci sorprenderanno tra gli orrori che ci stupiranno maggiormente, anche tra i più raccapriccianti episodi che noi oggi non possiamo nemmeno immaginare!
  • Dieci anni di critica implacabile e teologica a Papa Francesco e a tutte le sue numerosissime derive eterodosse, alle sue predazioni e subordinazioni illegittime e forzate, non son servite a nulla.
    La nomina di monsignor Victor Manuel Fernández mostra pure a tutti gli una cum (almeno liturgici), che è sempre all’ordine del giorno la stessa e unica politica ecclesiale eretica: quella modernista e sangallista. Esse di volta in volta escono ingiustificatamente entusiaste per una minima e rara scelta “intermittente” e buona del Papa, che il cinismo forsennato di riformare, a priori tutto in funzione dell’antropologismo modernista, è sempre all’ordine del giorno.
  • Si direbbe che non c’è niente ormai di più forte dell’ideologia rivoluzionaria della Dottrina Cristiana “cattolica” in corso eretico.
  • È una considerazione, questa che avevamo già fatta: l’ideologia è diventata apparentemente imbattibile in quanto ha convinto una una grandissima, quasi totale, parte delle popolazioni per cui il modernismo sarebbe la nuova salvezza escatologica dell’umanità, molto comoda in quanto adattata e adattabile a ciascuno e al mondo.Anzi costruita appositamente secondo i principi diabolici del mondo.
  • Così è diventata una “prassi” totalmente tranquilla quella di ottemperare a quella che la filosofa “cattolica” francese Delsol definisce l’inevitabile “sparizione del Cattolicesimo” di fatto. Nella religione sincretica e civile, ovviamente.
  • In effetti, la Fede coinciderebbe oggi con la virtù teologale della Speranza. Per cui sperare la vittoria del Cattolicesimo coinciderebbe con la stessa Verità della Carità. Solo che essa è praticamente negata ogni giorno…
  • Non si può in effetti essere realisti, cioè uomini di Fede, senza certezza nella Speranza e con la pratica della Carità. Basta costatare la storia della pratica religiosa: il detto amico di sventura monsignor futuro cardinal
  • Fernández era già stato messo in sostituzione alla direzione dell’Università cattolica di Héctor Aguer: il quale direttore aveva avuto la cattivissima idea, mondialmente però molto condivisa, di essere in disaccordo con l’esortazione apostolica di Papa Francesco,“Amoris laetitia”… Chiaro?
  • Chiarissimo! Anche per il Valli: la stessa esortazione lo portò ad abbandonare la totalità dei suoi incarichi come vaticanista RAI e non solo… per non litigare ignobilmente con i superiori e colleghi.
  • In modo implacabile il Papa, come innumerevoli altre volte, aveva fatto scattare anche in Argentina (in cui non è mai tornato in più di dieci anni!) la sua penosa correzione contro la sua stessa logica rude e dura, tipicamente peronista, “che cerca di dominare tutto”, come nota il grande teologo De Mattei sempre di turno.
  • Non a caso è completamente sparito il concetto di “Deposito della Fede” sostituito non solo dal pluralismo teologico coatto, ma molto diabolicamente dall’idea indifferenziata personalissima del modernismo sincretico: delle differenti ideologie e varie religioni. Che da secoli hanno proclamato criminalmente il “Basta al dogmatismo cattolico”!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principio per cui nulla della politica può essere guidato verso la realizzazione della propria finalità, senza prima aver tutto ordinato a quello primo e ultimo, sopra-naturale e divino

 

  • A dire il vero, mia adorata Marina, nemmeno nessuno scopo naturale, può essere veramente raggiunto senza però prima aver accettata l’idea del Dio che crea e ingenera continuamente la Vita.
  • A meno che non si tratti delle proprie opere perverse, diaboliche e atee.
  • Quelle, si sa, sono opere proprie del diavolo, prodotte dal Peccato originale e dai suoi addentellati cui il Dio trinitario – certamente, per esempio, non quello musulmano – ha predisposto tutta la libertà dell’uomo: per cui l’Islam non è quindi, come tutte le altre, una pretesa religione salvifica!
  • Ne abbiamo già parlato ben altre volte. Piuttosto oggi stesso 22 giugno, il direttore Stefano Fontana ha pubblicato un altro post sulla Sinodalità della Chiesa cattolica. E ha scelto di discutere come tema “fondante” della stessa sinodalità. Impostazione per cui tutto il discorso sulla finalità di questa iniziativa, ritenuta centrale e anche biennale per cominciare, non viene per l’appunto data per già formulata dalla Chiesa come Verità d’insegnamento. Che dovrebbe sempre assicurare e far accompagnare, fin dall’inizio, una qualsiasi sua iniziativa: come riconosciuta accettata per Rivelazione e per insegnamento magisteriale.
  • A dire il vero, il trucco consiste nel rendere furbescamente il cosiddetto “Instrumentum laboris” (lo strumento di lavoro) il vero approdo veritativo, senza dirlo, di tutto il lavoro sinodale: la magisterialità della Chiesa è salvata anche se consegnata totalmente all’eresia pratica. È, infatti, solo la prassi concreta!
  • Questo è vero! In fondo la cosiddetta passione per il metodo della democraticità non è un dogma, anzi!
  • Hai ragione, qui la Chiesa Cattolica ancora una volta dimentica della sua funzione da Maestra che deve ripetere e sviluppare sempre nel senso pedagogico, dell’approfondimento della Rivelazione. Il tutto per dare le direttive già disponibili sul mercato indirettamente e nuovamente“teologizzante”.
    A meno che, esse non siano già radicate nella cultura detta popolare, per cui non c’è che da attendere che esse emergano spontaneamente, o leggermente guidate, nei dibattiti inaccettabili sindacali puntualmente massificati dai nuovi prelati modernisti.
  • La Chiesa lo dice anche esplicitamente è quella “in ascolto” che deve imparare – non si capisce nemmeno da chi e da cosa ! – la cosiddetta “esperienza”: ci si chiede di chi, se non da quella degli stessi partecipanti al Sinodo, che invece dovrebbero essere ben sempre edotti…
  • Anche don Giussani parlava spessissmo – forse troppo! – di “esperienza”. Ma sempre egli ne metteva in evidenza la sua ontologicità, la sua Verità rivelata da Dio e… confermata dalla Chiesa che l’aveva sperimentata come metodo di verifica, giustamente… esperienziale. Ricordi?
  • Certo che me lo ricordo. Era il “centro mistico” del movimento!
    In questo consisteva il principio primo dell’insegnamento giussaniano, che suo – precisava sempre  – non era!
    Ma che invece era quello già acquisito dalla Comunità ecclesiale storica, magisteriale e petrina. Ovviamente petrina. L’esperienza era sempre accompagnata, infatti,dalla “verifica”, come l’ipotesi deve essere sempre accompagnata dalla prova, dalla perizia matura dunque frutto di esperienza!
    La Fede stessa era proposta come una ipotesi da esperimentare nella profondità umana, per verificarne il fondamento prefigurato e già identificato nella Verità.
    Al punto che, ogni uomo sulla Terra doveva prima verificare metodologicamente, fino in fondo, la Tradizione che gli si proponeva naturalmente. Anche non cristiana!
  • Che poi questo processo, totalmente già identificato come naturale nella stessa Creazione divina, fosse travisato da certuni o da ognuno, la cosa non poteva che coincidere col rischio soggettivo del peccato. Compreso e in primis soprattutto quello originale.
  • Ora, invece abbiamo visto tutta fiera la ex-fedelissima CL che afferma, anche  entusiasta, di aver “aver votato” al Sinodo di Bruxelles!
    Il mondo ha così rovesciato anche l’”esperienza” più autentica della religiosità, riportandola dove il modernismo l’ha trascinata da secoli: nello sterco del falso prefigurato e organizzato! Ora soprattutto dall’Instrumentum laboris, come quello che Papa Francesco aveva fatto preparare, dal suo cardinale di fiducia tedesco, Walter Kasper: già sangallista e seguace ovviamente del gesuita eretico, Karl Rahner. Il quale per vivere in calma pace con la sua cara… amante, aveva anche rinunciato a celebrare la Messa piuttosto amputata di Papa san Paolo VI, sebbene ancora appena valida cristianamente!
  • Del resto quale altro metodo alternativo al divino, adottare al posto dell’”ipotesi-verifica” per la Fede consapevole?
  • La rinuncia oculata e meditata dei gesuiti che, di fatto affermano oggi che la Verità che Gesù prometteva che “sola rende liberi”, costituisce un vero motivo di scisma volontariamente interno! E ormai totalmente compiuto nel Cattolicesimo non solo in Germania, però mai denunciato ufficialmente e canonicamente!
  •   Come rendere possibile che da un cosiddetto dialogo senza posizionamento iniziale della Verità dogmatica e storica, nell’oceanica Sapienza ecclesiale e teologica, possa scaturire altro che una ignobile visione ulteriormente antropologica (dunque trans-antropologica) dell’uomo in atto di reificarsi?
  • Il dialogo inizia solo su una tesi da verificare a partire dalla quale lo stesso dialogo può procedere e verificare le premesse e i contenuti posti: si tratta di semplice logica e pulizia filosofica. Essa è metodologicamente autonoma proprio in questa sua specificità ordinatrice e sistematica. È per questo che si afferma che solamente la teologia può obbligare la filosofia ad un rigore non solo metodologico. E che, nella stessa ottemperanza meticolosa, pretende la sua subordinazione semplicemente alla teologia! Altrimenti si ha la chiacchiera inconcludente con l’introduzione di fregnaccine teoretiche e pseudo-divine, credute tragicamente vere.
  • A queste bufale è giunta la maggioranza dei gesuiti (vere “teste di ariete” storiche, come scrive Masciullo nel titolo di un suo prezioso libro), soprattutto, ora anche contro la Chiesa cattolica, per ultima chiamata, anche auto-chiamata, a liquidare quello che resterebbe del residuo di Verità teologica del Cristianesimo petrino.
  • Perdipiù, aggiunge filosoficamente il cattolicissimo Fontana, col suo a volte  accentino gentile piuttosto veneto, “l’esperienza è forse il concetto più ambiguo e vago del pensiero”, per cui i filosofi ne hanno dato anche molte versioni…
  • Se non si è più che rigorosi facendo la differenza tra quella ontologica e quella volgarmente corrente sperimentatrice a gogò, succede quanto è successo dopo la morte perfino a don Giussani, religiosissimo e anti-antropologico da santificazione: di vedere il suo Movimento ciellino completamente diventato eterodosso in poco tempo, non solo pubblicamente!
  • E invischiato nella ragnatela implacabile, a difetto delle sue spesso collere omeriche a tutta la sua Comunità, in cui si dissociava totalmente dalla… loro occasionale e purtroppo profetizzante dabbenaggine nella loro quottidiana “compagnia”: sotto la pressione costante della diabolica secolarizzazione.
  • La linea sinodale adottata dalla Chiesa oggi “cattolica” costituisce la pratica pluriennale con cui, uilizzando una metodologia totalmente estranea al Cattolicesimo, nientemeno con il democraticismo, si sta realizzando il progetto mai esplicitamente propagandato dalla massoneria storica, di una “religiosità civile all’acqua di rose”, apparentemente buonista. Ma mai cristiana!
  • È il Dio trinitario, con la sua razionalità trascendente a dettare la sola Verità cristocentrica magistralmente assunta, con umile ed esclusiva cura, dalla Chiesa petrina. L’hanno già chiamata invece “Chiesa arcobaleno” in quanto, non trattandosi più della Chiesa docente per definizione, essa è diventata vagamente discente: rispetto a chi? Ma al mondo e alle sue usanze peccaminose, ovviamente!
  • Oppure con una Chiesa occultatamente docente nella mistificazione manipolativa ed eretica e liquidatoria!
  • Come andrà a finire? Nessuno lo sa con precisione, naturalmente. Le previsioni non possono però essere, in fine, che quelle razionaliste della francese Delsol. Quelle cioè della lucidità in cui dalle stesse premesse eterodosse si deducono i contenuti della peccaminosità usuale e permanente del mondo. Che mai potrà insegnare veramente nulla alla Chiesa sacramentale e petrina?
    La sopra-naturalità divina, ovviamente, continua a sovrastare per imporre l’inconmensurabilità alla pratica diffusissima e totalizzante nella continuità del peccato. Essa non richiede altro, al contrario, che la Fede e la fedeltà nei secoli dogmatiche secondo il Magistero della sua Chiesa mistica.
    La teleologia, vale a dire la finalità intrinseca anche della politica, non è nemmeno pensabile che si possa così realizzare veramente, se prima non si ricostruisce l’unità e l’ordine ontologico cosmico in cui il Dio trinitario ha ripreso, anche per gli uomini attualmente sbandati, il suo posto sovrano dal più alto dei Cieli.
    Come si fa oggi, dopo secoli di modernismo strisciante a non considerare la nostra era come indispensabilmente dogmatica e solo dogmatica nella Fede?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come la filosofia razionalista dell’idolo democratico-psicologista è penetrata nella teologia, compresa nella Dottrina Sociale docente detta romana e apostolica

 


L’ideolgia mondialista pretende il convincimento, non solo l’antagonismo classico (e violento in sé) alla religiosità. Così, il compimento dell’irrazionalismo del pensiero ateista è avvenuto definitivamente con l’avvento vincente dello psicologismo e della psicanalisi – detti principalmente freudiani – perfino nel linguaggio comune della famosa “casalinga di Voghera” al quotidiano!
Basta ascoltare i testi del più del 95 % dei dialoghi di tutti i canali televisivi al mondo attualmente: la quasi totalità praticamente!
A partire dall’era a cavallo tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo, l’umanità ha cominciato a entrare nella creduta grande e definitiva epoca dello psicologismo.
La cancellazione totale del senso del peccato e dell’inesistenza del Peccato originale stesso, si è così completata con l’introduzione della dittatura del cosiddetto“sub-cosciente” personale! La questione principale non è che essa esista o meno!
Di fatto, la responsabilità di ogni fedele è così progressivamente sparita sotto l’azione incontrollabile, solo terapeuticamente detta curabile con lunghissimi anni di… psicanalisi, mai sicuramente “guaribile” (e mai ovviamente gratuita). Fino alla cosiddetta depravata “guarigione” o alla morte. Oltretutto falsificante e sempre insicura concettualmente, nella stessa applicazione pratica. Per cui si hanno le varie e numerose scuole psicanalitiche, quanti gli studiosi praticanti. In quanto ogni uomo sarebbe dominato da molte imperscrutabili e poco pedagogicamente dominabili “leggi psicanalitiche”… Nel più bieco relativismo culturale!
La responsabilità personale così svanisce, dopo essere evaporata, anche sul piano comportamentale e giuridico. I confessionali rischiano di rimanere vuoti cimeli, nel restare veramente sgombri, mentre i lettini dei molto diversi psicanalisti si riempiono, indefinitivamente in modo relativo, malgrado il loro fantasmagorico orrore esplicativo e il loro costo, spesso anche esorbitante.
Ma niente panico: la mutua sempre statalista anche rimborsa la “nuova scienza” (non si sa fino a quando, peraltro) come fosse banale farmacologia (con sempre le famosissime tasse esplose e sempre esplosive dei contribuenti)!
Tutto viene giustificato da teorie perlopiù esoteriche, o esotericamente esposte, perché niente è, per esse morale o religioso. E più è complicato e apparentemente poco spiegabile, più sarebbe “scientifico”…
La psiche stessa sarebbe padrona degli atti umani: non certamente il libero arbitrio, di cui l’uomo non sarebbe nemmeno spontaneamente consapevole!
Il peccato? Sparito o quasi anche dall’orizzonte visible e di cui si può, con tecniche sofisticate giungere a vaghe conoscenze, non per questo inconvincenti. Così, l’uomo sarebbe sempre preda dei suoi istinti inconsapevoli e incontrollabili, o molto più semplicemente da episodi inconsulti e sepolti nelle memorie selettive che regolano ogni atteggiamento, relazione e comportamento “inconsulto” nel cosiddetto… super-io psicologistico.
Divenuto comunque familiare come il sale da cucina buono per tutto.
Si può perfino giungere a commettere gravissimi crimini per… colpa di ragioni psicanalitiche: “la colpa sarebbe sempre del bajon”!
Ragioni che rendono pure non condannabili legalmente gli orribili autori. Figuriamoci sul piano della colpevolezza religiosa!
Perché la psicanalisi non solo è penetrata nella Dottrina della Chiesa anche cattolica, ma addirittura psicanalisti “cattolici” sono comunemente accolti in consessi ecclesiastici, alla ricerca della cosiddetta “teologica” corrente.
Ci si ricordi, per esempio, che uno dei più illustri pensatori italiani sul piano anche relativamente internazionale, il filosofo molto liberale (a suo tempo), Benedetto Croce, per tutta la sua vita di professore all’Università osteggiò apertamente l’installazione della psicanalisi e della socio-psicologia nell’insegnamento universitario! A ragion della mancanza di basi scientifiche della vaga sua “disciplina”… psichica. Anche oltre l’acquisizione delle scienze non esatte.
Il tutto come se Gesù non fosse già, senza mai inutilmente e ovviamente dirlo, un almeno grandissimo e insuperabile psicologo naturale e divino, nonché uno psichiatra supremo molto ante litteram e adeguato alla sua epoca. Oppure, per esempio, è il caso dei grandi santi e letterati cattolici già “confessori” nella storia e della psiche individuale…: quando il termine era presente già solo nella mitologia greca!
Con una psicologia moderna acquisita compiutamente (o anche falsificata) solo alla vigilia e a cavallo della prima guerra mondiale!
Lo psicologismo volgare e pure massificato attuale, è diventato quotidiano nel linguaggio disarticolato e spesso anche semplicemente illogico della masse abbrutite che si sono servite anche dei cascami di uno scientismo “coltino psichiatrico”, solo sul piano inizialmente conoscitivo in modo falso. Le influenze e le ricadute infinite nella cultura sono state così un vero tsunami, un maremoto devastatore e distruttivo, non solo della lingua diventata neoligua in ogni settore, inquinando il senso razionale di tutto il pensiero contemporaneo.
Naturalmente, non si tratta di opporsi alla scienza del pensiero e delle sue motivazioni, ma soprattutto della perversione in sovrappiù massificata delle sue versioni edulcorate e giustificazioniste, di tendenza divenuta molto… sorgiva.
Per non essere da meno, la Chiesa cattolica perversa ha finito con l’integrare, come al solito, tutta la nuova filosofia piuttosto irrazionale, soprattutto nella sua teologia dottrinale e storica propria anche del suo Magistero pratico, divenuto molto poco dogmatico e assertivo. Anche attraverso l’affiliazione modernista del non semplicissimo linguaggio (non poco contraddittorio) psicologista.
Infatti, non solo la stessa concezione strutturale della nuova pastorale della sinodalità, come appena già visto, ma tutto il corpo teologico e dottrinale del Cattolicesimo è ormai giunto ad essere infiltrato e abitato dalla mentalità del mondo, anche psicologista. Tanto osteggiata di fatto già da Gesù stesso, al punto che spesso  richiamava i suoi fedeli a starsene alla larga e combatterla irriducibilemente (con semplicissime parabole!) affinché lo Spirito evangelico di chiara Verità si affermi sempre nella sua lotta perenne contro il Male diabolico. E questo, ovviamente quasi due millenni prima che la stessa definizione moderna e modernista dominante di “socio-psicologismo” venisse attualmente alla luce.
Lo psicologismo, ossia il vasto complesso delle motivazioni anche solo mentali della negazione della naturale (divenuta surrogata) religiosità trascendente, è diventata la panacea di tutte le eresie più contemporanee e della storia. Esso è lo strumento principe metodologico per antonomasia del totalitarismo moderno, mai stato nella storia così profondo e totalizzante.
Non è infatti la violenza o la corruzione della forza, lo strumento di sottomissione che il potere oggi utilizza principalmente. Essa è ora, e sempre più in previsione, il sistema di coazione spontaneo-automatico proprio della compartecipazione attiva delle masse massificate e ideologicamente “convinte” della cosiddetta ragione, necessariamente tirannica: leggere cioè del razionalismo solo soggettivista!
Il bisogno è quello della liquidità specifica dai contenuti ideologici detti baumiani  generalmente praticati e sempre più alla portata, in ogni campo.
Cosa di meglio per la dittatura politica che lo psicologismo endemico?

Ma ci sono anche psicanalisti… cattolici, dicono i più possibilisti!
Già i primi filosofi dell’ostracismo di Dio dal pubblico storico si ritenevano ancora cattolici. Anche i cosiddetti “laici” dell’incredulità erano tranquillamente accomodati nelle sale d’aspetto del laicismo attivo e crudele. Certo, in principio la ricerca della realtà e della Verità permetterebbe d’indagare nelle motivazioni anche psicologiche.
Ma solo per identificarne le reali capacità di dominio nella responsabilità umana e totalizzante!
La caratteristica sempre più tipica della vera e proria religione civile, di cui il modernismo necessiterebbe in primis, è giust’appunto qualcosa di “spirituale” (la mente!) e di irresponsabile assolutamente e a priori non-colpevole: l’automatismo dei comportamenti voluttuari! I più grandi materialisti della nostra epoca sono precisamente quelli che appaiono paradossalmente i più dediti all’astrazione psicologistica e comportamentale. E direttivamente indotta senza darsene per palese. Cosa c’è di meglio del subconscio di massa e coltivato per la tirannia pubblica?
Quando si è giunti, o quasi, all’almeno teorico senza proprietà per cui “sarete anche felici affittando tutto” (ripetono i totalitari rapaci predatori di Davos), si è visibilmente molto vicini al mostruoso inferno modernista totalmente psicologista e falsificante.
Più psicologistico di così, non credo sia ora possibile. Eppure lo si è già tranquillamente osato! E questo da più di cento anni nella trasformazione dello spirituale nella superstizione iper-moderna. Ma si è anche avanzata l’idea anche più concretamente percorsa con il controllo di tutti i propri consumi e della proria famiglia: o di ciò che ne resta, piuttosto.
Come fare per convincere tutti o la sua grandissima maggioranza?  Addossando la responsabilità, o la già introvabile colpa in questione – sempre in discussione malgrado tutto lo psicologismo messo in atto – agli altri livelli incivili e pure definiti già “terroristi”. Esagerato tutto questo?
Si pensi a quanto è già successo nel Covid, con il “Greenpass” che, malgrado tutto, è ancora pronto per essere riproposto da molti della tragicamente solita UE: l’hanno già fatto, del resto, tranquillamente! E tutto questo, nonostante le conseguenze inutilmente anche mortifere per non-recensiti e, come ormai sempre abitualmente vittime innocenti, sebbene volontariamente vaccinati. Tutto viene ormai sperimentato in analogia, oppure direttamente identificante.
Il modello è la Cina dove tutti i fenomeni di totalitarismo vengono quotidianamente saggiati a livelli di massa. Oltreché falsamente in modo gratuito: il domani è già oggi all’ordine del giorno con lo Stato, cioè noi stessi mistificati, costretti a pagare, sia materialmente che sul piano puramente spirituale.
Ma ciò che è straordinariamente soprendente anche per i troppo tranquilli Cattolici più o meno petrini, è che la Chiesa cattolica ha appena rinnovato il suo accordo segreto, più che scandaloso, con la Cina liberal-comunista sul piano economico e allo stesso tempo capitalista: almeno quanto tutto l’Occidente. Come pure la sua sempre sollerte sottomissione alla non solo psicologistica ma anche frammassonica ONU.

Come, per esempio, la lettura quotidiana del giornale più massone d’Italia, “Il sole 24 Ore”, capofila ritenuto serioso e soprattutto ideologicamente imitato da tutti.
Per la sua reputazione “anti-psicologista”, dunque economica detta concreta!

 

 

Oggi non si capisce assolutamente quanto sta avvenendo realmente nella rivoluzione dottrinale e liquidatoria della Chiesa cattolica, senza rendersi conto dei contibuti eretici acquisiti presso gli antenati gnostici e massoni, almeno ideologici della filosofia atea 

 

  • Caro Luigi, tu dovresti saperla più di me che ti dedichi da parecchio tempo e particolarmente alla riflessione teoretica della filosofia, a servizio esclusivo della teologia. Il problema è che non si sa di cosa parlare e, soprattutto, della modalità con cui rivolgersi ai cosiddetti “cattolici semplici”: ora tra gli artigli predatori ecclesiastici bergogliani e modernisti di cultura anche massonica.
  • Vedi Marina, tu sai bene che non sono mai stato né un teologo né un filosofo.
    E nemmeno un appena modesto pensatore in quanto ho passato gran parte della mia vita giovane a studiare per anni metallurgia alla serale, quando già ti facevo la corte e a lavorare dal ’59 sulle apparecchiature dei tram. Per poi seguirti da sposato mentre tu diventavi funzionaria CEE a Bruxelles: prima cioè che cambiasse identità in Unione Europea, ufficialmente col trattato di Maastricht.
    Nel frattempo, dovevo lavorare come operaio in una grossa ditta fiamminga di costruzioni come meccanico e saldatore, cercando di imparare benino almeno il francese per non farmi troppo scartare… Il solo mio vantaggio era: che non ero africano e nero come altri operai… E per in seguito fondare la nostra impresa, dopo che mi avevano comunque licenziato nel 1977 con molti altri, per una delle tante crisi economiche della nostra era, quella specifica di Ghedaffi, che aveva chiuso i suoi mercati all’Occidente nella fase del suo “libretto verde” ben musulmano…
    All’università, non ho così mai messo piede se non per partecipare a qualche occupazione a part time a Milano o per parlare come operaio in assemblee nel ’68-’69. La mia “forma mentis”, quindi, me la son fatta seguendo don Giussani, per cui mi son messo molto dopo a cercar di filosofare con qualche libro che cercavo di capire alla meglio… Mentre nascevano i nostri figli.
  • Ma negli ultimi tempi, anni ormai, ti sei culturalmente integrato nel mondo critico del Cattolicesimo…
  • No, non esageriamo. In effetti, ma solo molto mariginalmente e perdipiù da Bruxelles emigrato, isolato e debordato: all’inizio, ricordi, non ci capivo e non ci capivamo quasi niente… La Fede ci ha guidati passo passo anche intellettivamente. E grazie alla nostra volontaria e cocciuta ortodossia giussaniana, ce la siam forse cavata abbastanza rimanendo – malgrado tutto – nella Chiesa senza fughe, tipiche e dissennate dell’epoca. Parlare a cattolici più o meno sballati? Non l’abbiamo veramente mai dovuto fare, per fortuna!
  • È vero, è in famiglia che si è realizzata la nostra piccola comunità, con qualche amico personale di CL e con alcuni Belgi attraverso il lavoro dell’impresa che abbiamo costruito, pezzo per pezzo in più di trent’anni: io dall’esterno e tu in prima linea. Lo so! Ma ora mi chiedo, come possiamo parlare, consapevolmente anche se in modo virtuale, con molti ex-amici di decenni fa che mi paiono rimasti – senza nessuna superbia voluta da parte nostra – anche molto indietro…
  • Anch’io ho quasi lo stesso problema. Per esempio, quando stavo la settimana scorsa scrivendo l’ultimo capitoletto sullo psicologismo, m’è venuto in mente di fare una digressione su Baruch Spinoza, che ho sempre considerato il filosofo che, forse più di Freud, ha segnato il modernismo psicologista, ben più di un secolo prima. Dal punto di vista dell’inclinazione gnostica del concetto perverso del “desiderio”, tanto diffuso oggi e tanto oggi deviante!
    Ma come fai a parlare con gente che non solo non ha nessuna conoscenza filosofica ma, soprattutto, pensa che essa sia inutile e pure dannosa! In altri tempi, sempre ignorandola, ne avevano soggezione, ma almeno la rispettavano prudentemente… Oggi ognuno pensa di essere un filosofo insindacabile, pensando sciocchezze massificate. Non parliamo poi neppure della teologia a cui la filosofia dovrebbe sempre esser di supporto autonomo e rigoroso…
  • Certo, qui si tratta di differenziare tra i fedeli cattolici praticanti generici, ma che non hanno alcuna idea dei problemi teologici ed ecclesiali, né conoscenza puntuale e critica della Dottrina cristiana pure elementare: di Pio V, per esempio: quello studiato in preparazione alla prima Comunione. Compresi i fedeli petrini, anche quelli dell’una cum passivi che sono molto critici anche a favore del vetus ordo.
    Le differenze sono enormi.
  • L’assoluta mancanza di cultura ecclesiale e di cultura storica cristiana pone spessisimo il problema, al centro di ogni interlocutorietà possibile, della stessa Fede. Vedi mio padre, ad esempio. Si potrebbe dire che fosse un “pre-industriale tipico”. Il suo funzionamento vitale sembrava totalmente estraneo ai meccanismi e agli stilemi della cultura massificata moderna: fai conto che – ti ricordi? – negli ultimi anni della sua vita si costruiva quasi quotidianamente la sua bella cassa da morto. Con i ritagli di una segheria che frequentava: incollandoli e inchiodandoli per poi lucidarli con la ceralacca: una sorta di ultima opera, a suo modo escatologica! E con il suo più grande disinteresse che si vedessero con evidenza le giunture di fabbricazione sua, molto bricolata (non gli mancavano di certo i pochi soldi per una bara almeno… normale). Ebbene, questi anni li ha vissuti separato da mia madre (neanche troppo in condizioni litigate) rimasta a Milano. Mentre lui, che  diceva sempre di odiare la “metropoli” per la sua “aria inquinata”, viveva a Ventimiglia (dove non è molto agevole passarci spesso per anche visitarlo in preghiera anche al cimitero…).
    Così costituiva uno strano e pazzo miscuglio indialogabile, tra un modello umano compreso fra il montanaro (marino!) ottocentesco contadino e quello post-moderno già intaccato dall’ideologico superficiale contemporaneo: ma in modo radicalissimo nella perversione personalistica!
  • Certo, era veramente così. Me lo ricordo. Ma era comunque umano anche se un po’ troppo umanoide… Separato dalla moglie dopo più di sessant’anni di matrimonio!
  • Ecco, la sua particolarità non era poi così rara e non è per nulla oggi strana: da un certo punto punto di vista, rappresentava già l’aspetto vivente di una cosiddetta pazzia ora sempre più diffusa, endemica e propria di tutta la massificazione contemporanea. Ormai apparentemente inviolabile…
  • Si è un po’ tutti matti, “umani e troppo umani”, come diceva già Nietzsche che di… pazzia se ne intendeva già più di un secolo prima. A ben guardare, ognuno oggi lo è. Anche noi…
  • Giust’appunto, questo fenomeno apparentemente unico è attualmente il risultato compiuto dell’arcaico-avveniristico dell’Ottocento-postmoderno di massa, non psichiatrico ma massificato.
  • Cosa vuoi dire?
  • È come se i filosofi del Rinascimento avessero infettato l’aria col virus relativista che tutti ora respirano proprio come il “grandissimo” Spinoza, da secoli (come lui stesso fece consapevolmente nel Seicento divenendo ateo molto rapidamente, da ebraico di famiglia religiosissima e perseguitata, nonché espatriata…). La cosa comporta che si preferisca vivere anche in una casa detta “di riposo”, al mare, lontano centinaia di chilometri dalla moglie e dai figli, bricolando la propria bara, come basso continuo quotidiano…
    Una follia ormai ordinaria nell’onnipotenza illusoria: la stessa dell’insigne diventato filosofo gnostico, importatore fortunato di frutta dal Portogallo con l’impresa di suo padre in Olanda. Dopo aver rinnegato migliaia di anni di ebraismo biblico per, alla fin fine, un leggerissmo approfondimento, finalmente, della considerata genialissima per secoli (ancora oggi!) del pensato da Cartesio.
    Il quale aveva sostanzialmente definito l’uomo come “essere (solo) pensante e non anche desiderante”, come fece lui stesso molto errante: filosofo anche preferito perfino da Nietzsche…
    Che questa apparente banalizzazione critica mia del pur grande Spinoza venga di grazia e per l’occasione anche scusata!
  • Solo che tuo padre Alfredo non era cosciente di tutto questo!
  • Ma tra il grande comunque filosofo e mio padre sono passate non solo una bella dozzina e più di generazioni, ma molte iniziative dirette di abbandono progressivamente, se non da parte di una Chiesa cattolica, ma da molti ecclesiastici inclusivisti. Chiesa diventata come la nuova e rivoluzionaria famiglia ebraica del famosissimo filosofo diventato ateo cosmopolita. Il quale, con la sua opera sul desiderio, doveva far faticare non solamente uno psicanalista di grande talento come Freud, ma anche come l’ancora più complesso Jung: per seguire le sue motivazioni e argomentazioni da lui escogitate, a supporto della sua intelligente teoria neo-gnostica e psicologistica!
  • Ciò che piuttosto deve meravigliare – ne sono più che convinta – è come la Chiesa ora possa al suo interno, ricchissima di un Sapienza incommensurabile, seguire queste tutto sommato banalità mutilate di pensiero ormai gnosticheggiante e pure modernista!
  • E che, come dicevi tu, nella tua domanda iniziale, non si sa di cosa e come parlare con i Cattolici erranti e indotti in errore!
  • In un qualche modo, mi hai risposto: bisogna continuare a spiegare e rispiegare, soprattutto pregando come non mai il Creatore, che lo Spirito Santo discenda sulle “dure cervici” della nostra era.
  • Forse è il caso, come del cardinale (si direbbe, naturalmente: lombardo) Carlo Borromeo, uno dei principali artefici alla base della controriforma tridentina e alquanto reattiva con il suo lungo Concilio, agli scismi protestanti, essenzialmente antropologici e gnostici. Nel promuovere una grande iniziativa prettamente culturale. Simile a quella che il Cattolicesimo dovette affrontare e includere con la diffusione della lettura della Bibbia da parte dei suoi fedeli. Grazie, all’allora recente invenzione della stampa, da parte di Johannes Gutenberg. Oggi, si tratta invece della diffusione della cultura teologica cattolica, petrina e dogmatica oltre che ecclesiologica, di cui vengono spesso ricordate le esortazini dei Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: relative alla sua Sapienza storica: che non può che riprendere la suprema genialità assoluta e di ancoraggio. Soprattutto di un san Tommaso d’Aquino!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Chiesa cattolica è oggi generalmente massonica, a intermittenza anche intensa, avendo sempre condannato comunque il modernismo: si può essere massoni, ormai, senza saperlo!

 


L’esempio più adeguato e calzante è quello del Partito Radicale italiano che è sempre stato elettoralmente irrisorio (da prefisso telefonico), e che è anche riuscito a definirsi politicamente ora inutile. In quanto tutto il suo programma politico (tutto con insignificanti variazioni quantitative!), anche possibilmente deista, è diventato quello integrato di tutti i partiti occidentali (salvo, ovviamente, ancora qualche fatale dettaglio a destra…).
Senza mai che, se non per specialisti particolari, ci si sia minimamente accorti e, per la maggior parte politica, effettivamente pure percepita intuitivamente della cosa.
Non a caso, tutta la storia della massoneria radicale è sempre stata caratterizzata da un certo livello, sempre molto alto, di segretismo. Fino al punto che i leader politici più efficaci sono stati tutti segretamente o quasi massoni consapevoli: si pensi a tutti i presidenti statunitensi…
Con i più importanti eventi storici determinati dalle forze massoniche, in modo occulto e assolutamente censurato da tutti i consapevoli in materia.
Chi, ancora oggi, dopo quasi duecento anni, sa che tutto il cosiddetto Risorgimento italiano e la stessa Carboneria (sua diretta addentellata e apri-strada) sono stati finanziati e diretti dalla massoneria internazioale?
Chi sa che Cavour o Garibaldi erano anche affiliati a logge estere, almeno francese e internazionale? Al massimo si sa che il grande Giuseppe dalla camicia rossa era anche un parlamentare all’estero! E che Mazzini, non è certo che lo fosse stato, ma ne aveva almeno già tutta l’ideologia anche operativa massonicheggiante.
Chi ancora attualmente sa che tutta la storia concreta, che aveva ingenerato il famoso “Sbarco dei Mille”, è stata totalmente manipolata da storici ritenuti di gran prestigio ritenuto “scientifico”? E che hanno falsificato radicalmente gli eventi, nascondendone sistematicamente di fatto gli essenziali elementi costitutivi?
Fino a creare il mito risorgimentale che, dalle scuole elementari in su, ha costruito la cultura nazionale, internazionalmente subordinata dell’Italia!
Il mutilato idealista Enrico Toti che lancia le sue stampelle al nemico in piena prima guerra mondiale, una settantina di anni dopo la fallita spedizione del socialista collettivista, ateo insurrezionale e quasi  mazziniano, Carlo Pisacane: l’eroe del primo Risorgimento idealista partenopeo fai da te, è emblematico nell’immaginario collettivo ormai secolare, anche nel meridione. Toti morì nella battaglia in alto Veneto ben dopo il detto massacrato insurrezionalista, con più di una cinquantina di altri rivoltosi falcidiati, essendo quasi senza armi, dagli stessi contadini monarchici campani. Che sarebbero stati diretti da re “Franceschiello” e che avrebbero dovuto… insorgere allo sbarco a Sapri contro il loro re…!
La solenne e gloriosa  mitologia risorgimentale ottocentesca, costruita meticolosamente per più di un secolo da tutti i massoni del mondo, trasformava le disfatte in epopea vittoriosa e necessaria martirologia…
Non a caso i garibaldini erano costituiti spesso anche da onesti  bergamaschi, montanari prealpini che scoprivano la Liguria e la Sicilia fino, nel risalire l’Appennino, a Napoli e Roma. Per combattere i Borboni e strenuamente lo Stato Pontificio di Pio IX, finito così sconfitto (come Papa realmente impedito) nella loro galera di Gaeta.
Ma cos’è la massoneria, oltre alla sua storia perlopiù complessa di eventi contradittori politicamente, ma tutti coerentemente confluenti sempre contro il Cristianesimo cattolico? E per l’instaurazione di una Civiltà opposta alla Cattolica romana.
Fondamentalmente, la sua opposizione più chiaramente avversa è, come dice ora  monsignor Bux, la “negazione dell’Incarnazione di Gesù Cristo”!
Interrogato ultimamente in un post, dopo aver curato una prefazione al grande libro sulla massoneria dell’attuale filosofo, Masciullo di Fede e Cultura, intitolato “La Tiara e la Loggia”, chiarisce il suo pensiero. La ragion per cui anche questo libro del giovane filosofo è particolarmente prezioso consiste nella dimostrazione che la massoneria è sempre stata una ideologia scomunicata dai Papi, da ben più di due secoli… Per cui varie sue strategie storiche si sono confrontate, come al solito in tutte le ideologie eretiche, presenti già sui mercati delle idee correnti dell’epoca.
Che, per definizione diabolica, non hanno fatto altro che moltiplicarsi nel sempre demoniaco caos filosofico e detto plurale modernista. Soprattutto nelle società civili.
Si pensi alle centinaia di ideologie protestanti, a partire dal monaco ex-agostiniano tedesco, Lutero. Ora, anche se sempre relativamente meno influenti, le dette idee massoni che sono in piena azione direttamente nel processo trasformativo di tutta la cultura civile: in quanto diventate di luogo comune dominante, ormai tranquillamente acquisito, come al solito da tutta la nuova civiltà che ha quasi completamente sostituito l’ormai originale cristiana e apostolica. È la Gnosi di sempre all’origine di ogni eresia sempre massonica, che ha dato i fondamenti a tutte le ideologie falsificanti più o meno consimili, nella sostanza e nella forma ma radicalmente opposte al sempre Cattolicesimo. Negando il Mistero dell’Incarnazione e della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo: unico Rivelatore e Salvatore nell’Umanità.
La massoneria ha sempre curato le due caratteristiche tipiche della sua natura nascente: il nascondimento e il suo scimmiottamento ben apparente del nemico irriducibilmente giurato, il Cattolicesimo.
Si ricordi che la massoneria ha sempre reclutato tra i cristiani, proclamandosi essa stessa “aperta” a tutti e di tutte le religioni. Ma, non a caso, a l’esclusione generalmente (e in passato) degli… atei. La falsificazione del suo pensiero “salvifico” si è realizzata progressivamente con la successione delle varie Logge in tutti i Paesi progrediti, caratterizzate da strategie pure apparentemente opposte: dalla più segreta e adeguatamente affine alla religiosità più simile alla cattolica opportunisticamente.
E a quella più spericolata antagonista, anche esplicitamente in modo aperto, con princìpi celebrati contro la Verità cristocentrica.
I quali erano e sono sempre dialettizzati, spesso implicitamente, sul Mistero della Fede suprema e sovrana. L’inganno è così riuscito nella convinzione generale delle cosiddette masse massificate non solo nel Ventesimo secolo, specialmente nella sua seconda metà. La prima metà – si sa – è stata quasi completamente occupata da almeno due guerre mondiali, pure e per antonomasia ben massoniche.
In cui il modernismo, già attivo dai secoli del protestantesimo prima, e dopo col Concilio Vaticano II, con l’avvento, infine, del Papa sangallista gesuita eretico Francesco, ora si sta concludendo in tutta la sua parabola di reale e subdola conquista planetaria.
I più ingenui boccaloni tra i fedeli cattolici, constatando una crisi progressiva ancora non giudicata letale del loro Cattolicesimo addomesticato, hanno cominciato col definire “confratelli” i rarissimi, oltre tutto sempre molto in incognito, massoni sui loro “mercati”. Confratelli ma non nella fratellanza cristianamente aggregata non solamente in modo antropologico di puro ammassamento. Non quindi  nella “fraternità” salvivica cattolica nella Trascendenza divina ed eterna. Si tratta del detto moderatismo tanto amato dalla Gnosi antagonista.
E che Gesù richiamava – in netto contrasto iperbolico – i “violenti che entrano nel Regno di Dio”.
La parola “Tutti”, ora associata al concetto tipicamente attuale massone, è divenuta, soprattutto a partire da Papa Francesco stesso, la base del discorso “buonista” generale coperto dall’altra parola passe-partout della ora, detta “misericordia”… però gratuita o quasi. E non scaturigine dal Sacrificio della Croce, solo degno della Fede e che conduce ovviamente alla salvifica Risurrezione!
Il fondamento della Salvezza non è più così divinizzato ma infuso nella cosiddetta naturalità di una grazia detta divina democraticamente distribuita a “Tutti i fratelli”. Sostitutivi dei Cattolici santificati, che hanno da sempre abbracciato anche il Martirio! Altro che massonicamente abbandonare la frequenza della Messa come Sacrificio supremo e rinnovato eternamente: in quanto istituito dall’Incarnato e Risuscitato in Cielo. E in Terra!
Chi crede veramente e ancora fermamente nella logica, giusta e indispensabile Risurrezione? Se non come discorso simbolico, quindi massone.
I residuali Cattolici sono già testimoni delle forme di persecuzione ancora non totalmente violente che il potere consensuale massificato sta preparando nelle ultimissime predisposizioni dette razionali (in realtà solo miseramente razionaliste in religiosità) realmente e pienamente massoniche.
Un cardinale come il molto finto ingenuo Ravasi modernista, che dichiara i massoni come suoi “fratelli”, cioè i veri e concreti carnefici dei Cristiani cattolici petrini, mai pentiti, non è neppure oggetto di scandalo: attualmente è forse uno degli ecclesiastici più acriticamente adulati e intervistati, sempre “in ginocchio” in televisione.
Anche dalla televisione di tutti i massimi vescovi italiani della CEI.
Come i partiti, ormai dai princìpi realmente massoni, indifferenziati e indifferenti alla Verità, per i quali ho deciso anch’io di non più nemmeno andare a votare, non in modo detto superficialmente qualunquista.
Anche la Chiesa cattolica è ormai quasi pronta tragicamente – ossia teologicamente di fatto – a dichiararsi inutile perché ormai privata di finalità programmatica definita dalla eretica teologia di Rahner, sangallisticamente strutturata.
Il quale gnostico-massone non era ufficialmente, ma lo coltivava già ideologicamente e conforme, senza troppo saperlo o comunque esprimerlo.
La sua teleologia è stata ormai raggiunta, ben dopo naturalmente che le sue icone radicali, Pannella e Bonino, sono state quasi santificate – nello scandalo più atroce – all’inutile istituzione cattolica, anche divina. Alla stregua di “grandi italiani” di riferimento (come i presidenti molto criticabili anche se massificatamente osannati nel regime detto progressista, Napolitano e Mattarella).
Siamo già giunti ai sacrilegi pontificali e neo-barbari!

 

 

 

 

 

 

 

Non la sovranità della scienza deve essere proclamata, ma sempre quella del lavoro e della ricerca degli uomini: purché religiosamente sottomessi ontologicamente alla Legge divina. Altrimenti, via libera allo scientismo e all’edonismo straccione!

 

 

  • Siamo diventati matti, caro Luigi! Attibuire il massimo scranno alla scienza, come valore e principio assoluto, neanche fosse escatologica: vale a dire relativa, molto relativa, in quanto la scienza è sempre “in fieri”, in divenire. E perfettibile e dunque per definizione smentibile: per Grazia di Dio.
  • Cara Marina, è anche il motivo rovesciato della nostra relativa solitudine. Siamo condiderati d’emblée, dagli gnostici antipicipatamente rispetto a tutto, degli abbrutiti, rovesciando il nostro peraltro abbastanza segreto o implicito giudizio sui nostri conterranei caduti e infelici. Si direbbe, nell’irrazionalismo più apparentemente irreversibile.
  • I veramente volontari “deficienti”, non si accorgono nemmeno che così affermando, ossia attribuendo il palmarès assoluto alla cosiddetta scienza, quasi si tolgono come possibile attribuzione al loro idolo, che è l’uomo oggi necessariamente creduto supremo, però non giustificato nella sua stessa non-riconosciuta e divina creazione.
  • La scienza è così sostitutiva della religione, che dà la spiegazione semplicistica altrimenti darwiniana alla naturale esistenza dell’uomo e dell’universo, da loro fieramente creduta.
  • Così facendo si consacra il massimo riconoscimento esistenziale ad un semplice valore astratto, di cui non si giustifica assolutamente la Creazione dal nulla.
    E perdipiù si è costatato come imperfetto e di gran lunga imperfetto quotidianamente, nel suo anche sudato progredire.
  •   Nemesi! Non è altro che il fatale e conclusivo esito di una falsissima concezione

generale della vita, sostenuta surrettiziamente dalle teorie di Darwin. Innanzitutto, essa è percepita cristianamente per quella che è, in quanto creazionista, fin dalla culla per cui si cerca di capire perché si son messi sopra al neonato quelle palline e stelline colorate che a volte si fanno girare davanti ai loro occhietti…
Noi capiamo infatti quello che si è ben già visto e costatato. Prima infatti si riceve (anche come dono, pure gratuitamente) e poi si comprende intellettualmente, caro Cartesio!
Allo stesso modo con cui anche Ratzinger affermava che prima si riceve e si accoglie per poi intelligere, capire, quello che si è ricevuto e ben percepito. L’idea detta moderna e modernista della scienza possibilmente sballata o anche assolutamente ancora sconosciuta è messa all’apice della conoscenza.
La cosa dovrebbe consigliare di essere quantomeno e almeno molto più… prudenti e cauti.

  • Ma come si fa a dirglielo anche solamente (che già dovrebbe essere suffciente!), quando non fanno altro che riempire tutto lo scibile dai più che invadenti canali televisivi inuumerevoli, in tutti i Paesi, giorno e notte?
    No, i libri non li leggono, anche tra i cosiddetti cristiani che non rischiano il fallimento per aquisti editoriali. Solo rarissimi li toccano e a volte li leggono un po’, indifferentemente dal punto di vista veramente critico e cristiano. E tra i media del sociale, hanno già reso la comunicazione religiosa, cioè complessiva e globale veramente creativa, l’effettivo ago nel pagliaio!
    Nel frattempo tutti o quasi rimangono affascinati, più ancora che convinti, dalle corte sciocchezze mediatiche e criminali, dette spettacolari puntualmente e concepite contradittoriamente.
  • Indipendentemente dal fatto che i libri non vengono generalmente (molto) letti, la quasi totalità della produzione editoriale è anche votata alle due caratteristiche di fondo contemporanee: l’ideologia modernista e la droga evasiva del relativismo sovrastante e implacabile, vale a dire lo stesso tema ignorante generalizzato.
  • L’ideologia, fondamentalmente, è il surrogato intellettualistico e dabbene della droga come lo è il modernismo massone che tutto auto-giustifica o è disposto a scagionare rispetto al peccato.
  • Guarda il tuo figlioccio laghé della cresima, di origine anche siciliana. Non c’è stato verso, non dico di convincerlo minimamente, ma nemmeno ci ha dato la possibilità dialogica di controbattere le sue scempiaggini pseudo-teoriche. Che i suoi cosiddetti “professori”, oggi prototipi insuperabili d’ignoranza coltina, gli hanno inculcato nelle orecchie: le guardavo per la prima volta intensamente, mentre sciorinava le sue molto prevedibili cretinate sulle “verità scientifiche”, cui tutti dovrebbero inchinarsi, secondo l’ideologia scientista attualmente idolatrata dappertutto. Salvo i “terrapiattisti irrinunciabili”, cioè noi, che invece siamo – in confronto – sempre incomparabilmente critici.
  • Nemmeno l’innocente mia cosiddetta “esca” del regalo per i suoi diciotto anni, lo ha frenato nell’insulto permanente a tutti i suoi interlocutori, anche alle soglie dei nostri ottant’anni che, educatamente, osano contestargli le sue ben stagionate sciocchezzuole: proclamate pubblicamente dal dissennato scientismo ufficiale e dilagante.
  • Di cui non solo l’ignorantello molto arrogante (anche cresimato) non conosceva nemmeno il significato corrente, ma ne rimaneva arroccato, senza saperlo, con una certezza che non avrei nemmeno desiderata fosse religiosa, cioè integrativa e complessiva della sua giovane esistenza. Già rovinata, non meno dai genitori di Agrigento immigrati qui sul Lago, quasi in Svizzera.
  • E questo, malgrado più di cinque anni del mio impegno, costitutivi sebbene piuttosto a distanza da Bruxelles, detta dannata e atea – almeno quanto quella ora italiana – di educazione ormai anti-cattolica.
  • Più che il padre, mezzo professionalmente fallito, ignorante e profondamente segnato dalla cultura viriloide anche mafiosetta, domina il suo corrispettivo padre del padre, ossia il nonno che l’ha educato di fatto. In realtà, è il relativismo culturale buonista della madre, pure catechista sposata solo legalmente (!), soprattutto più disincarnata, ormai, che antiquata. Che l’han avviato all’ateismo reattivo modernista. Allo stesso modo con cui la concezione dello Stato assoluto hobbesiano e la detta ”intelligentissima” dialettica hegeliana hanno generato per il capitalismo (anche inconsapevole) il reattivo comunismo materialista e marxista (detto scientifico, ma in realtà, appena scientista). Così anche il mio insegnamento quasi per corrispondenza, dal Belgio, potrebbe pure essersi trasformato in negativo: e solo patetico.
  • Quando parlava, l’altro giorno alla sua ultima visita, con l’intento di guadagnarci al suo verbo scolastico e pseudo-edonista, ancor più che modernista nichilista, ero affascinato dal rigore con cui, non avendo nemmeno la  minima coscienza dell’ideologia massonica, ne esprimesse con una precisione impressionante tutti i princìpi razionalisti costituitivi.
    Veramente i suoi “professori”di Como che l’hanno indottrinato, forse anche loro stessi inconsapevoli di essere così massoni compiuti, sono la categoria europea forse più disgraziata nella loro pedagogia: senza nessuna Grazia nemmeno quasi caritatevole!
  • Avrei sperato che ci potesse fare qualche commissione giù in paese, naturalmente strapagata, per farci risparmiare le nostre gambe che non ci tengono su più tanto… Invece lui si rifiuta malgrado le condizioni economiche sue familiari molto, molto, precarie. Lo avrei anche ricompensato – come già fatto molte volte – al di là del suo valore servizievole, e comunque intrinsecamente educativo. Dovremo, come abbiamo già cominciato, farci servire dai rarissimi fornitori familiali dei negozi e supemercatini locali. Che si prodigano anche con prezzi competitivissimi, lamentandosi sempre di non poter usufruire di sufficienti diponibilità di personale…
  • Altro che lavoro servizievole. I giovani passano generalmente tutto il pomerggio e sera sui telefonini… Quando non intontiti o peggio nelle droghe o dalla pornografia, dette innoque da partiti politici veramente criminali. Altro che partiti da eleggere. Per non parlare dei cosiddetti intellettuali!
  • In effetti, dietro a tutti i discorsi ideologici e dottrinali modernisti, credo che incidano immensamente quelli edonisti libertari, liberisti e libertini, più che liberali. In quanto questi contenuti, bevuti in grandi quantità giornaliere, sono infatti distribuiti dalla colossale industria detta culturale, di cui fanno parte, anche e forse principalmente, gli stessi cosiddetti professori a scuola e i cattivi maestri, soprattutto sui giornali. E le masse cioè abbrutite in genere… Quelle che son prodotte, come dispensatrici di comportamentistica giovanile, fondamentalmente musicale e oscenamente pseudo-poetastra e porno-sentimentaloide, dalla sinistra storica. Ex-marxista, oramai falsa ambientalista e sessuo-edonista totalizzante.
  • Mi pare che tu abbia colpito in centro, nel segno.
  • Mai dimenticarsi che a questi giovani, anche se ragazze pure naturalmente da molto prima perché più precoci, comincia a tirare almeno quanto l’intelletto, in modo molto più basso: si tratta dell’essenziale del fenomeno più giovanile che è quello sessuale.
  • Vedo che anche tu sei convinta che non si può marginalizzare troppo la dimensione del piacere generalmente sessualoide nella vita giovanile.
  • Non ho mai creduto che l’edonismo generalizzato, vale a dire l’incidenza valoriale e quantitativa del Sessant’otto, potesse essere cosi importante. Non solo per l’epoca limitata ai più di cinquantacinque anni fa, senza considerare il peso e il rilievo della pillola anti-concezionale…
  • Me l’aspettavo che tu la tirassi pertinentemente fuori, Marina, anche a proposito della deriva ideologica…
  • Perché tu non pensi forse che la scoperta legittimamente scientifica e pseudo-farmacologica di Pincus abbia caratterizzato, molto più in modo importante tutta l’epoca del ’68, che ancora oggi è in auge, ancor più e al massimo livello?
  •   Forse almeno in questo, Marx aveva ragione: la “basi materiali” – è così che quasi in ogni frase detta al tempo, si citava mettendo in campo pressocché tutta la conoscenza che si aveva del marxismo – le misere quindi conoscenze marxiste determinano il pensiero e il comportamento, in modo molto più decisivo di quanto non si pensi abitualmente.
  • In effetti, che si provi a pensare un Sessant’otto e il suo seguito, senza la pillola contraccettiva!
  •  Non solo riguardo ai maschi ma soprattutto per le ragazze: loro potevano con la pilloletta anticoncezionale evitare il terrore di rimanere incinte senza essere ovviamente sposate, sotto la responsabilità notoriamente irresponsabile anche dei maschi, di cui non si sono praticamente e, naturalmente, mai molto fidate…
  • Pensa pure a tutto l’edonismo anti e pre-matrimoniale che sta ancora caratterizzando la vita non solamente sessuale delle popolazioni. È il piacere individuale “invisibile socialmente” che è diventato la normalità già dai primi anni in cui si era, ancora ai nostri tempi, pronti per la Prima Comunione o anche per la Cresima. Ormai pure quasi rimosse, se non per fare feste della mutua “memorabili” e quasi edoniste ma in realtà miserabilmente pezzenti.
    Perfino negli ultimi anni, da parte delle mamme premurose della reputazioncella della famiglia, raccomandando e organizzando discretamente la pillola alle… “care figliole”! Anche quando si tratta di conciliare la vita cristiana con la… libera sessualità delle loro ragazzine, il cui male peggiore non potrebbe essere, secondo la loro mentalità corrotta, che quello di diventare “ragazze madri”.
  • Ho anche cercato di prefigurare il cosiddetto “inverno delle nascite” che, senza anticoncezionali e “libero aborto depennalizzato”, non sarebbe mai stato così grave e scontato. Fino a giustificare pure l’immigrazione anti-identitaria, la cui guerra, afferma il filosofo francese Alain Finkielkraut, “è ormai persa”!
  • Anche qui, il concetto della superiorità assoluta del sovranismo umano sulla cosiddetta potenza artificiosa del controllo delle nascite, non sarebbe mai avvenuto. Ma non si tratta di essere contro i risultati della scienza!
  • Non proprio del tutto vero! Le nascite dette illegali ci son sempre state… E poi, non sono le scoperte scientifiche ma il loro uso dipendente dal discernimento ideologico o culturale-religioso ad essere rilevante.
  • Epperò non si sarebbero mai potuto immaginare le pratiche esplicitamente cosessuali per puro edonismo forsennato, nemmeno più attribuibile al cosiddetto “piacevolmente edonismo”!
  • Il quale, a dire il vero, è pure diventato abbastanza diffuso e non rarissimo. Anche considerando il livello di indigenza economica che la cosa comporta in un mondo diventato sempre più obiettivamente e relativamente povero per la quasi totalità e rispetto a già una sessantina di anni fa. A causa  anche della sua burocratizzazione statalista. Fino anche al grado indecente di sconvenientemente “disdicevole”, anche per la squallida morale borghese.
  • È in questo contesto che l’enciclica di un Papa, chiaramente sconvolto anche personalmente dagli effetti del modernismo, ha potuto concepire una non solamente enciclica tradizionalista al più alto livello di ortodossia: l’Humanae vitae. Non si dimentichi la sua intelligenza, anche se miracolosamente galleggiante in un modenismo generale e pervasivo!
    Dopo questa enciclica sostanzialmente e generalmente rifiutata (mai puntualmente contestata razionalmente), Papa Montini non ne pubblicò più nessuna, per dieci anni fino alla sua dipartita finale mentre ne aveva fatte parecchie nei primi cinque anni!
  • Ma si tratta anche dell’enciclica più contestata nella storia, sia a livello delle popolazioni, anche dette cattoliche che da quello ecclesiastico. Ricordo il cardinale Suenens, nato nel quartiere d’Ixelles a Bruxelles, che avevamo conosciuto in cattedrale nella capitale belga, appena eravamo arrivati.
    Il quale durante l’ultimo Concilio aveva già assunto, tra i capi della leadership dei sostenitori del modernismo, il rovesciamento dei principi morali della Chiesa.
  • L’idea che lo Spirito Santo protegge il munus del Papa, trova una grande conferma in questo evento per cui Papa Paolo VI ha sorprendentemente promulgato una enciclica straordinaria anti-sistema detto solo “pastorale” dal Concilio Vaticano II. Enciclica che potrebbe valere un intero… Pontificato estesamente quasi diabolico.
  • Un po’ come i “Principi non negoziabili” di Papa Ratzinger!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Monsignor Carlo Viganò, grandioso testimone mondiale della crisi del Cattolicesimo, nella Chiesa modernista, di fronte alla Fede dello stesso clero

  • L’assistenza del “munus” ad ogni Pontefice si èspleta in modi mai veramente prevedibili dall’intelligenza solo umana. È il caso dell’alquanto eretico, come abbiamo visto, Papa Francesco di cui la protezione dello Spirito Santo si manifesta nei più disparati modi e meno presagibili, anche dalle menti più attente e intelligenti. Monsignor Viganò né e un classico esempio la cui meraviglia, dopo anni di opposizione critica al modernismo del nuovo e totalizzante corso di Papa Francesco, ci appare in tutto il suo splendore!
    La produzione di santità rara e pregiata, molto spesso, appare per contrasto nell’abbondante letamaio di un’epoca. Che potrebbe far apparire l’intervento divino, con maiuscola cifra, rispetto alla deriva efferata e diabolica dei protagonisti del tempo, anche ecclesiatici di altissimo rango.
  • Men che te l’aspetti, il “munus” ti si applica sorprendentemente all’eccezionalità della paruzione, pure all’opposto della sede “apostolica”, in cui sarebbe stato prevedibile attenderlo.
  • È il caso di dirlo, anche di Viganò. E questo, dopo aver ricoperto con prestigio e competenza risolutiva molti incarichi vaticanensi e internazionali come grande nunzio anche e soprattutto negli Stati-Uniti. Il vescovo lombardo Viganò è stato “fulminato” – quasi improvvisamente – dalla magnitudine della Fede. Tutta la sua formazione suprema di grande fedele ambrosiano si è così trasformata in un carisma miracoloso per cui un granello di vera Fede sposta montagne: con influenza internazionale e assidua senza precedenti, nel ricordo immediato e permanente degli uomini di Dio. La vista da molto vicino al vertice dello sfacelo modernista e immanentista nel Cattolicesimo, con l’elezione del sangallista volontariamente eretizzante e protestantizzante Papa Francesco, lo ha trasformato rendendolo un grande profeta trinitario.
  • Dal verbo tagliente proprio della Verità senza filtri accomodanti, l’arcivescovo Viganò si è messo a predicare necessariamente online con una analisi e una sintesi, non solo indispensabili alla nuova era della liquidazione del Cattolicesimo, ma anche alla parola del Logos, quella evangelica del “sì sì, no no“. Le sue omelie, sempre legate alla vera liturgia dell’unica Chiesa eterna del Cristo Re dell’Universo, sono emesse e ascoltate in varie lingue: a prova dell’universalità salvifica del suo continuo e storico messaggio di Salvezza ecclesiale, che suo non è ma solo trinitario.
    Senza nessuna concessione, come fosse un grande profeta del Vecchio Testamento.
  • La grandissima cultura critica di cui dispone, sia storica che ecclesiale, gli ha permesso, a partire soprattutto dalla sua conversione illuminante dello Spirito Santo, nell’informare tutta la sua ricchissima comunicazione multilingue, quindi multiculturale, di una conoscenza approfondita e sintetica sul piano teologico e dottrinale. Relativa ai processi di deriva e di perversione eretica, cui la storia ha sottomesso le masse generalmente ignoranti (soprattutto in Dottrina oggi anche elementare della Chiesa), quando non convinte del valore di “cancellarla” definitivamente.
  • Senza contare l’esperienza pratica che non solo l’hanno fatto apprezzare da molte grandi popolazioni estere, ma anche e soprattutto hanno arricchito il suo patrimonio conoscitivo delle eredità e del retaggio intellettuale e dottrinale del mondo intero e della memoria narrativa delle popolazioni.
  • Senza di cui la Tradizione della Chiesa nel suo Deposito della Fede diventa forse cosa abbastanza misera, sebbene sempre essenziale e vera.
  • Così, la sua critica è altamente “culturalizzata”, quindi preziosissima di informazioni molto indispensabili dal punto di vista della visione soprattutto missionaria, in una era protestantizzante, in cui il Cattolicesimo vieterebbe anche il proselitismo, per espressa richiesta di… Papa Francesco.
  • Ma quella di Viganò costituisce una strategia non solo perfettamente tradizionale ma pure di vera modernità nel giudizio sempre sintetico (frutto di un’analisi particolareggiatissima) sullo sviluppo delle tendenze e dei vizi specifici contro cui combattere per santificare le popolazioni.
  • Un vero portento storico, con un atteggiamento umile e di servizio esemplari.

Una vera medicina per il nostro modernismo oltretutto insipiente del nostro tempo.

  • La sua analisi che mette in rapporto la deriva storica del sensibilismo, come “sintesi di tutte le eresie” – ripeteva Papa san Pio X – più di cento anni fa.
  • E che fa sì che la sua critica sia sempre anche prodotta da un vero e grande esegeta e recensore dei più acuti, spesso esagerati, tra i fedeli moderati molto diffusi.
  • Ah, se potessimo avere un Papa simile!
  • Certo, la crisi del mondo forse non sarebbe immediatamente risolta. Anzi, una opposizione ancora più agguerrita si scatenerebbe per l’occasione. Almeno però, la Chiesa non sarebbe più in liquidazione sincretica e dannata.
  • E potrebbe, quindi, costituire il vero “sale della Terra” per ridare Verità e sapore all’esistente.
  • Ma soprattutto, in quanto vescovo famoso e pieno di Fede, sarebbe un esempio ancor più per l’umanità svenata e anemica, confusa tra le superstizioni pseudo-religiose del nostro tempo.
  • Inutile, quindi continuare a ipotizzare con sogni speranzosi, come pure stiamo facendo. Ringraziamo piuttosto Dio di questa Grazia donataci in un periodo in cui, quantitativamente, non siamo troppo favoriti dalla sorte… Forse come minimo ben meritata!
  • Pure se occorre sempre testimoniare il proprio orrore per le decisioni continue pontificali, tutte – come nel caso di Papa Francesco – nella sua linea strategicamente eretica. Per esempio quella di completare il suo funesto progetto di aggiungere altri 21 cardinali progressisti agli 81 già da lui installati (!) per assicurare la “solidità” modernista e immanente del processo già quasi integrato totalmente. E che si aggiunge, con l’ultimo atto di portare pure il suo amico “ghost writer” contro-figura morale Fernández, alla carica di “difensore” della stessa Dottrina della Chiesa. Vale a dire a quella più importante del Cattolicesimo (dopo la sua pontificale, naturalmente): quella cioè che è stata calpestata e che ha nesessità estrema di essere ben falsamente convalidata da un compare tradizionalmente eterodosso e pazzoide. E supposto baciatore folle ben docente.

 

 

Restate divisi” voi Cattolici petrini e cristocentrici: Papa Francesco avrebbe un asso nella manica per meglio scomunicarvi, in un colpo solo, voi del“vetus ordo” e dell’anti-modernismo!

 

Questo ultimo messaggio, veramente fiducioso in Dio, nella molto apparente disperazione ed escogitata dal meraviglioso arcivescovo Carlo Maria Viganò di questo fine luglio 2023, sembra indicare il massimo del quasi ingannevole assurdo.
Siamo giunti, naturalmente, ad inneggiare anche al tatticismo esclusivamente difensivo. Allo scopo di salvaguardare almeno la strategia di pura sopravvivenza nella volontà dello Spirito Santo. Chiamata l’estrema ratio anti-unitaria ed esteriormente dispersiva, apparentemente contraria al Buon senso dell’Unità ecclesiale e mistica. Purtroppo anti-papale supposto iper-eresiarca del modernismo più diabolico!
Si tratta, in ultima analisi, della strategia probabilmente unica di sopravvivenza possibile, nell’irrimpiazzabile tatticismo, vero e prorio militare. Di scampare cioè alla volontà satanica con capacità di sterminio, ormai come al solito, delle opposisizioni petrine da parte del Papa fedifrago del buonismo. E determinato con volontà allucinante d’incrollabile modernista. Possibile? Satana lo sa bene.
Ci si ricordi dei due esempi fulgidi, del vescovo di Alessandria d’Egitto Atanasio esiliato per cinque volte dal suo Papa ariano nel Quarto secolo; oppure del recente arcivescovo Lefebvre che, nel 1988, decise il suo più alto atto di disobbedienza provvidenziale al Pontificato supposto parzialmente e specificatamente eretico.
Si rifletta sulla paradossale trasgressione necessaria, sebbene condizionata per la difesa sempre radicalissima della Chiesa – alla Tradizione ufficiale, però in piena apostasia.
Quella cioè di obbedire alla scomunica già comminata in caso nominasse i propri vescovi già indispensabilmente progettati. In vista della sua ormai scontata prossima (Sorella) Morte naturalmente inevitabile, lo storico difensore della Fede tradizionale con la Fraternità san Pio X, attaccata solo di fatto, decise la Salvezza detta “irreparabile” di disobbedienza: secondo anche la Santa Tradizione dei Martiri della Storia. Non solo ecclesiale ma anche dell’’Umanità.
Affidandosi al solo Giudizio cui tenesse supremamente la sua anima, giunti a quel punto: quello della Trinità in unità alla sua eterna sola Chiesa!
Ne aveva già assaggiata la natura nell’ultimo colloquio con Papa san Paolo VI di cui si è conosciuto l’esito meticolosamante stenografico, solo qualche anno fa, col Papa san Paolo VI, reso possibile dal suo estremo segmento anch’esso vitale, calpestato dalla sua Chiesa allibita degli anni ’70: dopo lo spergiuro al suo definitivo lascito dell’”Humanae vitae”.
Leggendo oggi lo stenografato di questo storico incontro-scontro (non per responsabilità e per condotta dell’obbedientissimo e mai disponibile alla scissione, arcivescovo Lefebvre), ci si rende conto del livello drammatico-tragico tra due Esseri attaccati con doppio filo, anche soggettivo allo Spirito. Tutta l’unicità e la Verità erano già contenute nella sottomessa, prodotta dall’umiltà dell’arcivescovo, non proprio resa reciproca dall’atteggiamento molto (tardivamente) rigoroso del Papa. Essa era già contenuta nelle parole e nei toni più inauditi che l’uomo abbia mai potuto ascoltare nella nostra era!
Anche l’obbedienza più cattolica era allora evidente nell’arbitrio totalmente sottoposto della propria apparente vanagloria, forse anche reciproca e purtroppo apparentemente percepita antagonista tra i due interlocutori nell’Obbedienza assoluta: al Papa e a Dio resa apparentemente alternativa!
Ancora ben dopo la Morte stessa di san Paolo VI, dopo più di quindici anni di tormentata e poco immaginabile angoscia per il prelato Lefebvre, si doveva attendere la delibera di Papa Benedetto XVI che scioglieva infine la tragica opposizione, reintegrando la Fraternità sacerdotale nella piena Comunione nella Chiesa. Da cui non era mai uscita! Anche dopo la morte stessa del grandissimo fondatore della Fraternità san Pio X. L’indicazione paradossale, così, dell’arcivescovo Viganò di conservare le divisioni tra gli “una cum” (anche formalmente o superficialmente) con l’eresia e tutti gli altri appartenenti all’eterna Chiesa mistica, resterà nel sospeso spirituale supremo.
E all’interno dell’inevitabile caos ecclesiale sempre più in atto!
Almeno, in tal modo, Papa Francesco non potrebbe realizzare – se non con il progetto concreto che gli si attribuisce fondatamente – quello che lo stesso diabolico intendimento potrebbe sorgergli nella mente: sempre più priva di freni che lo stanno dominando dopo la morte di Benedetto XVI.
Il Peccato originale della superba vanagloria che il Serpente aveva suggerito alla coppia Adamo-Eva, potrebbe ancora riemergere, come generalmente e quotidianamente si manifesta anche negli ultimi tempi…
Anche Gesù Cristo nel Vangelo lo aveva almeno esplicitato intuitivamente: l’uomo (sempre divino), anche ecclesiastico, è sempre totalmente libero anche da Papa.
Ci sono gesti e fatti che segnano, abbiamo visto, un Pontificato: questo passato di Papa Ratzinger ne è uno come quello di san Paolo VI con la sua eterna enciclica del ’68, ben disattesa da grandissima parte (quasi totale)  della sua Chiesa!
Così appare evidente il cattivissimo segno dell’intelligente Viganò, di segnalare una tattica, tutto sommato, non conseguente e agganciata da una strategia solo ed esclusivamente difensiva. Eppure, conoscendo la perfidia certa dell’ormai incallito modernista e peronista in “ecclesiologia” sangallista e spregiudicata di Papa Francesco, si è portati a obbedire anche all’indicazione del nostro vescovo semi-clandestino, sebbene apparentemente strampalata. Bisogna pur sopravvivere, in attesa di tempi  migliori, come quelli sopraggiunti anch’essi provvidenzialmente – purtroppo solo per otto anni fino alle sue dimissioni contestate in quanto virtualmente inesitenti – con il Papa Ratzinger,“salvatore” anche nel perdono sostanziale e giusificativo della Pio X.
Bisogna prendere atto, innanzitutto, della diabolicità almeno oggettiva non solo di Papa Bergoglio ma di tutto il modernismo razionalista che ha terminato di quasi conquistare totalmente i Cattolici (per ultimi rispetto alle altre false religioni!).
Anche se in modo molto superficiale e provvisorio: il suo modernismo fondamentalmente mondano non può produrre di più. Anzi molto meno!
Ora la totalità delle società religiosamente gnostiche e principalmente immanenti, tutte convinte di costituire, con la loro “dittatura del relativismo” (formula da ricodare coniata da Papa Ratzinger), di poter “salvare il mondo”. Cantano spessissimo vittoria.
Con le stesse leggi del mondo. Dimenticando più che abiurando, di conseguenza, quelle della Trinità!

 

 

Perché la Chiesa cattolica va verso il sincretismo “religioso” invece di  proclamare la Rivelazione dai tetti: di cui il Cattolicesimo è anche dogmaticamente certo?

 

  • Il Peccato originale, come sempre, spiega tutto il male umano. Non sarebbe la prima volta che la Chiesa petrina, di Simone-Pietro primo Papa nominato direttamente da Gesù Cristo, rischia la liquidazione nelle tenebre della perdizione eretica. In effetti il rischio di liquidazione già si ripresenta: esso dipende dalla Verità della Fede e dalla sua Fedeltà nel tempo.
  • Dici bene Luigi, il problema è sempre uno solo: quello della Fedeltà nella Verità Rivelata, già rivelata! La cui soluzione è alla portata delle capacità dell’Uomo. Creato umanamente all’immagine della divinità che, apparentemente, lo sorpassa. E per cui tutta la sua Salvezza vi è implicata nella sua semplice fedeltà.
  • Non è difficile, non troppo difficile! Lo dimostra anche il fatto che gli Apostoli scelti sono riusciti a santificarsi accedendo alla Salvezza eterna, che inizia sempre qui sulla Terra!
    Ed essendo – nella loro epoca – in genere dei semplici e alquanto incolti (ma non di cuore) e, per “fortuna”, semplici operai-impiegati-pescatori.
  • Uno tuttavia, Giuda Iscariota, tradì. E mostrò la possibilità tragica della perdizione sempre in campo. Nella provvisorietà al limite della miracolosità della nostra esistenza. E del nostro discernimento anche divino.
  • Ci sono frangenti della storia in cui pure tutto il consapevole dubbio ipotetico di Gesù prende il primo piano. Il Figlio di Dio si interrogava sulla questione della Fede, pure ingenerata dalla Sua testimonianza rivelatrice e anche predicata nella Sua Rivelazione con il Logos divino della sua trinitarietà, potesse ancora esistere alla fine dei tempi, al suo Ritorno sulla Terra…
  • Si tratta del Mistero dei Misteri, per cui tutta la Libertà degli uomini, sempre creati e ricreatisi. L’energia per rimanere fedeli è certificata, ma la possibilità della défaillance fallimentare è costantemente presente. A fronte dell’intangibile sua Libertà, propria dell’Uomo!
  • È comunque curioso che il tradimento di Giuda, finito auto-impiccato, fosse uno zelota, ossia un militante politico del tutto simile al nostro tempo anche identico, nella sua tipologia politicista: a tutti i professionisti della politica, e non solo, della nostra era.
  • Già. Più che curioso! La sua eresia originaria persèguita l’umanità da millenni. Dall’epoca pure dell’eresia dell’idolo egizio, “Bue Api” di cui si parla nel Vecchio Testamento, allorquando Mosé era partito a pregare Dio in montagna, in occasione della consegna delle Sue Tavole delle dieci Leggi (i Comandamenti).
  • In realtà, non si parla molto di questa eresia che caratterizza oggi il presidente degli Stati Uniti fino all’ultimo operaio della Ford, dall’impiegato della Barilla alla cassiera del supermercato a Shangai: una eterodossia universale apparentemente inestirpabile e mai battibile!
  • È vero. È lecito chiedersi il perché si tratti di una eresia così tipica nel tempo ed immutabilmente comune nella storia.
  • Così universale e intemporale, non può essere l’origine che di un errore eterodosso primario. Riguardante pure la concezione politica!
    In effetti, si tratta dell’idolatria dell’attività pubblica, della politica avulsa dalla dimensione sua trascendente, quella comunemente chiamata politicista.
    Ovvero della politica che si sviluppa ogni qualvolta la si sgancia dai suoi principi eterni e morali sopra-naturali. Che le conferiscono sussistenza fondante: con i principi che non possono che essere molto esterni alla loro attività quotidiana!
  • Perché esterni?
  • Una qualsiasi attività non può che essere guidata da criteri che la rendano veramente umana. Ma perché questo avvenga, occorre che princìpi salvifici, cioè divini, dunque solo vocazionalmente “esterni” creatori e non solo creati, proprio in quanto solo appartenenti, siano sempre presenti. Ma per essere presenti ci vuole che l’Uomo riconosca religiosamente, almeno per cominciare, la sua nascita e la sua futura morte come eventi per sé non solo inevitabili il cui senso lo trascende sempre e comunque. In effetti, non gli sono disponibili! Come tutta l’esistenza, essa non può essere che trascendente. Altrimenti è fatale che si cominci a discendere verso gli stadi inferiori dell’animalità e della naturalità puramente fisica: verso le bestie e l’ambiente detto naturale, anche contro la loro stessa ontologia!
    Darwin aveva forse ragione ma solo a rovescio: l’uomo può diventare una sorta di scimmia, e via degradando. Certamente non la scimmia che diventa uomo…
  • Sì, questa è oggi la reale dimensione globale della politica.
  • Il più grande Cattolico francese probabilmente di tutti i tempi passati, lo scienziato Blaise Pascal, non solamente con i suoi “Pensieri”, ha indagato sulla differenza tra la Ragione umana e la Fede, trovando la dissimilità abissale in cui la distanza della prima alla seconda “è infinita”. Ciò rende la Fede superiore di gran lunga e incommensurabile alla Ragione, la quale non può che dichiarare umilmente la sua inferiorità subordinata. Sebbene di cui essere fieri anche per la sua perfetta autonomia, che solo la Fede può esigere e indurre.
  • Stefano Fontana, il direttore dell’Osservatorio della Dottrina Sociale della Chiesa, ne ha esaltato intrinsecamente i valori che sempre, fino al termine del Medio Evo, hanno governato teologicamente tutto l’Universo. Lui stesso è un grande filosofo, però soprattutto eminentemente cattolico, rivendicandone la superiorità anche detta pascaliana, tra l’altro.
  • La dipendenza della Ragione dalla Fede è data anche dall’osservazione prodotta dalla famosa frase dello stesso Pascal sulle “ragioni del cuore che la ragione non conosce”. E che ne fissa la distanza incolmabile costatata non solo da un filosofo ma anche, allo stesso tempo, da uno scienziato: Pascal era fondamentalmente, ma non solo, un matematico scientifico!
  • Il quale riconosce che la ragione non è altro che il frutto del Dono di Sapienza (non infusa) di cui il Creatore ha dotato l’uomo anche più semplice (pure analfabeta, oggi di ritorno). Che abbia religiosamente e liberamente riconosciuto la sua intrinseca e ontologica religiosità, ricevuta gratuitamente come coscienza, anche quella, per Amore.
  • Ah, se tutti i filosofi detti moderni avessero riconosciuto questa evidente Verità basica ed eterna: non avrebbero perso così il molto tempo e non avrebbero fatto almeno perdere tempo (più di cinque secoli!) a cercare di percorrere piste già perlustrate e ben comprese fin anche dai filosofi intuitivi, oltreché raziocinanti, pre-cristiani.
    Fino ai teologi (pofessori grandiosi di filosofia) come il domenicanoTommaso d’Aquino o il francescano Bonaventura da Bagnoregio.
  • Ma non si può dire che avessero perso totalmente tempo!
  • Naturalmente, potresti aver ragione. Anche nell’errore assoluto si possono trarre “verità relative”, pure preziosissime: meglio, Dio può ricavarne anche l’eccellenza assoluta, ben dialettizzata!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mito di Max Weber del capitalismo come “prodotto principe del protestantesimo” è doppiamente falso: è il Distributismo proprietario e cattolico che ne è il fondamento ontologico e divino!

 

  • Avevi accennato a un certo punto alla demistificazione del mito clamoroso di Weber sulla paternità, secondo lui e non solo, del capitalismo, come unica struttura economica naturale del protestantesimo!
  • Bisogna fare chiarezza e capire bene il perché Weber, il grande Max Weber, aveva totalmente torto nella tesi centrale del suo considerato un capolavoro: “Die protestatische Ethik und der Geist des Kapitalismus” (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”).
  • Quali sarebbero, precisamente queste ragioni. Tu dicevi che Weber post-teorizzava…
  • Lui era piuttosto un gran sociologo che un discreto filosofo, in sovrappiù sostanzialmente gnostico e protestante.
  • E quale sarebbe la differenza? Caro Luigi, la cosa mi sfugge. Tu che l’hai studiata bene per molti anni, spiegamela accuratamente.
  • Ci provo. Innanzi tutto, tu sai che non sono d’accordo né con gli uni detti filosofi, né con i secondi, i famosi e dilaganti sociologi.
    Le due categorie fanno il medesimo errore… capitale: è il caso di dirlo per il dominio cui si applicano abitualmente. Partono dallo stesso valore, che principio non è: non partono cioè dalla realtà ma dall’”idea del reale” valoriale, sia riduttiva come quella dei filosofi che non ammettono altro che quello che loro chiamano il “concreto” della realtà logica, in quanto ne scartano “modernamente” a priori, la dimensione spirituale e trascendente. Che esplicitamente disprezzano in quanto non esistente: come l’inesistenza della religione metafisica!
    E dall’altro canto, quella applicativa che si può definire generalmente “maggioritaria”, prevalente in quanto i sociologi pensano che il rilevante non può che essere il quantitativo condiviso nell’opinione generale…
  • Ti seguo. Si tratta di una idea della realtà mutilata sia in altezza (qualitativa) che in larghezza (quantitativa).
  • Tutte e due sono quello che si usa chiamare, come costituito della realtà antropologica che, completamente e solo umana non è. Sia perché in tutta la dimensione globale deve essere considerata quella verticale. I filosofi, per la ragione che la maggioranza potrebbe aver torto marcio, dovrebbero sempre risconoscere la dimensione verticale e trascendente. Essi son tutti “costatativi” ma di realtà tronche a priori.
  • Ancora chiaro. Avevamo visto e abbastanza trattato il difetto preliminare dei filosofi anti-trascendenti. Ma in cosa consiste il difetto letale dei sociologi?
  • Esso è ancora più grave. I filosofi, quanto meno ricercano la verità, sebbene – per semplificare – solo fattuale. I sociologi o sociologisti (come gli attuali politici politicisti o i più politicanti) hanno tendenza a idolatrare le opinioni diffuse sulla realtà, ovviamente in modo privilegiato alle maggioranze: i voti ottenuti, per esempio, oppure le opinioni prevalenti con cui costruiscono la realtà e zittiscono tutti gli altri oppure i pochi altri che potrebbero avere ragione!
  • Capisco anch’io che, benché milanese da moltissime generazioni, sono sempre cittadina ideale della logica stringente delle casalinghe marginalizzate vogheresi, simbolicamente situate solo in… Piemonte.
  • Quando si dice e si ripete (molto inutilmente, purtroppo) che solo il Cattolicesimo è nel Vero in quanto globale (umano e divino, orizzontale e verticale, funzionale e vocazionale, soprattutto Rivelato, ecc.), si dovrebbe capire da dove partire, per non prendere cantonate e banalmente sbagliarsi. Onde per cui, con i filosofi esclusivi abbarbicati irrazionalmente contro la Trascendenza, e con i sociologi sempre obnubilati dall’opinionismo provvisorio dominante, occorre sistematicamente cercare l’errore… Di sicuro ci sarà.
    Di volta in volta nascosto tra le pieghe o, ben evidentemente, pure in primo piano anche se ancora “troppo illuminante” per prenderne atto: soprattutto per dei narcisisti tipici e intrinseci che sono quasi sempre i filosofi.
  • Un po’ abbiamo visto l’errore multiforme anche dei grandi pensatori, che non si sottomettono al trascendente (quindi alla teologia) e si condannano a non riuscire nemmeno a realizzare la loro “nobile arte della ricerca della verità”, cincischiandoci intorno (anche molto perfettibilmente). Tutto il modernismo si fonda su questo errore di lente d’ingrandimento per la lettura miope.
    Ma quid per i sociologi e per il detto genio del “grande” Weber?
  • Ebbene, siccome possiamo classificare grosso modo tra i politicisti la sua tipologia all’origine handicappata, e siccome era un bel protestante fondamentalmente luterano (da cui derivano un po’ tutti gli immanentisti, anche senza molto saperlo, della grossa risma universale mondana), ci si dovrebbe chiedere subito dov’è l’errore. E non dov’è il vero!
  • Quindi sùbito tu dici, il grande Weber, sociologo o filosofo che sia, grande non può essere! Tanto per cominciare…
  • Esatto, cara Marina. Contavo sul tuo acume almeno logico-formale!
  • Ma come si fa a protestare di essere nati o di dover morire!
    Contro “Chi” farlo? I protestanti hanno già trovato migliaia di ragioni.
    Ne troveranno ancora altre sicuramente: senza però mai poterle indirizzare a nessuno! Perché escludono di essere veramente… religiosi nella totalità, vale a dire nella condizione di poter contemplare veramente il Tutto. Cosa che anche per un qualsiasi uomo, un analfabeta, pure può e deve fare.
  • Del resto mi viene in mente anche che la sola possibilità di tener almeno fede alla vocazionalità della ricerca del Vero (che è propria della filosofia pure immanentista), è resa praticabile solo da un rapporto di dipendenza ontologica.
    Il quale prevede ovviamente l’obbligatorietà della relazione: autonomia filosofica in cambio di strutturale dipendenza teologica…
  • A questo punto, si dovrebbe entrare negli specifici dei contenuti relativi alle due categorie, per filosofi e sociologi. Si dovrebbero così ripercorrere tutte le tappe di montagna e di discesa, in perfetta equivalenza, in quanto è già stato fissato in un circuito chiuso con lo striscione di arrivo alla stessa altezza e allo stesso luogo del punto di partenza…
  • Purtroppo è quanto sta sperimentando la stessa prima ministra Meloni che, dopo aver vinto le elezioni con margini molto ampi, non ha altro da fare che verificare la facilità di una maggioranza detta “inscalfibile”…
  • Ma prima di parlare della Meloni globe-trotter nel mondo in cerca di notorietà e riconoscimento, almeno lasciami fare una nota conclusiva sul sociologo politicista Weber, cara Marina.
    Perché tutta la sua teoria politica è dunque sostanzialmente falsa nella sua, purtroppo, veridicità reale e fattuale?
  • Egli mi pare, conseguenzialmente (se ho ben capito) allattando il suo bebé protestante di riflessioni acute e intelligenti, non fa altro che passargli tutti gli anti-corpi veramente religiosi che sarebbero invece indispensabili alla sua ben fondata concezione. Tutte le aberrazioni del luteranesimo e del protestantesimo modernista passano con ognuna delle sue poppate all’economia e alla sua religione scismatica.
  • Esatto! Compresa l’induzione di tutte le filosofie materialiste, edoniste ed economicamente anche falsamente pauperiste, come il tirannico comunismo totalmente solo simmetrico. Per cui ora sarebbe rimasta la coppia del capitalismo trasformista (con la prevalenza assoluta e sempre schiacciante del capitale sul lavoro!) e del comunismo collettivista immanentista e razionalista (sempre irrazionale e indolente!) ben operativo. Già spontaneamente dichiarato fallito nell’1989-91, nei suoi nodi storici emblematici, dagli stessi protagonisti comunisti politicanti in modo oggettivamente politicista.
    Esso sta già ancora continuando a organizzare anche lo sfacelo mondiale e mondialista, con l’impossibile ecologismo cosmico e il totalitarismo informatico (poco veramente attuabile sul piano strategico, già di primo acchito). La pur ottenebrata Unione Europea, sull’orlo del precipizio, insegna sempre nell’oggettività fattualmente…
  • Certo è il capitalismo detto protestante e massone, ora anche tronfio perchè apparentemente unica ideologia sopravvissuta, cosa peraltro totalmente falsa: è la sacra proprietà privata ben distribuita ampiamente propria della teoria del Distributismo, che fonda da sempre il capitalismo in modo ontologico!
    L’attuale capitalismo detto “liberale”, ma di fatto totalitario nell’idea perversa di una concezione religiosa (quindi globale, immanentista e modernista) ad aver generato col lavoro separato fondamentalmente dal capitale. Questo ha generato il comunismo cosiddetto riparatore (anche cronologicamente nato ben successivo dal primo capitalismo assoluto hobbesiano). Scisso nelle due teorie, separando pur sempre quello illimitato e mortifero del puro capitalismo dal lavoro umano senza possibilità di proprietà, in massima parte e contro ogni volontà esplicita. Quindi teoricamente mancante della proprietà privata ben diffusa, anche piccola ma pur sempre proprietà.
    Lo stesso Marx aveva pure ben visto che “senza proprietà tutto diventa alienante”!
    Questo, oltre che molto altro, dice il Distributismo, sintetizzando la sua millenaria esperienza di Civiltà. Quindi molto lontano dal solo essere immaginato, visti gli attuali costumi economici dettati dalla dominante ideologia politicista solo futuribile.
  • A dire il vero, la Cina oggi sta sperimentando, da non più di una quarantina d’anni, la formula del capitalismo (soprattutto e principalmente, sempre, dello Stato massimamente statalista (!), con la sua ideologia sempre marxista ma adattata…) assieme al liberismo detto americano: solo però che ha addizionato i due totalitarismi tipicamente parziali, occidentale soft e orientale direttamente tirannico! Apparentemente quindi, moderato il primo e sempre gigantesco e totalizzante il secondo. Con la prevalenza totale della proprietà statalista oppure oligarchico (e conseguentemente politico-totalitaria) su quella provvisoriamente della proprietà privata, legale nonché personale…
  • Bisogna ammettere che non ci speravamo nemmeno noi, cara consorte: che nostra figlia Janine, giugesse cioè a individuare e capire tutto ciò in modo oggi ancora così raro! E senza la conoscenza-accordo della Chiesa cattolica che dovrebbe farsene la salvifica promotrice storica per la sua origine, sia teologica che filosofica ed esperienziale! La proprietà privata e personale è il tema centrale risolutivo del capitalismo.
  • All’epoca, nemmeno noi ce l’avevamo teoricamente chiaro. Nella nostra crassa ignoranza, almeno giustificata dalle sole umilissime nostre origini sociali totalmente subordinate, di famiglie massificate coatte come la grande maggioranza. Potremmo dire che conoscevamo l’idea del grande trio di Chesterton letterariamente e religiosamente, ma non economicamente e politicamente. E forse anche dal punto di vista anche culturale e religioso!
    Un po’ come anche moltissimi prelati che, ancora oggi, privilegiano colpevolmente quasi esclusivamente la cultura amputata umanistica e religiosa (molto scontatamente e ovviamente) ma di fatto piegata agl’imperativi ideologici tradizionali funzionali al capitalismo weberiano detto occidentale… Essi non sono inclini, su quelle delle scienze economiche prefigurate generalmente dalla vera Rerum novarum e del semplicissimo Distributismo in particolarema dalla proprietà e non meno che dalla proprietà privata!
    Era stato Hilary Belloc, l’amico inseparabile cattolico, fin da molto giovane, di Chesterton, a trarre soprattutto le conclusioni economiche e politiche dalla “Rerum Novarum” del 1891, del grande Papa Leone XIII! Con l’applicazione principalmente politica del Distributismo, all’inizio Novecento (e della prima guerra mondiale).
  • E nemmeno conoscevamo MacNabb, il monaco irlandese cattolico che si era aggiunto come direttore spirituale della coppia londinese e come distributista già storico e specialista. La quale teoria economico-politica dovrà ancora iniziare (continuare faticosamente!), dopo più di un secolo, per cambiare veramente la storia dell’umanità strappandola all’ideologia delle ideologie: il capitalismo illimitato della prevalenza e del dominio assoluti del capitale sul lavoro!
    Come aveva già anticipato implicitamente la Chiesa, in tutto il Medio Evo, attraverso il suo profondo movimento religioso, monacale, politico e culturale. Con piena espansione nel Rinascimento ancora trascendente ma inficiato – già nell’Umanesimo dal modernismo filosofico e piuttosto materialista, già e sempre più materialista – quindi, massone appena ante litteram.
    E questo, mentre si utilizzava il Medio Evo che aveva già sviluppato la tecnologia artigianale primaria, comunque già avanzatissima per il tempo come cosiddetto “falso impero delle tenebre e del male”!
  • In effetti, tutta la crisi immanente della mondanità esistenziale contemporanea dipende da questa incredibile ignoranza più che sottovalutazione della quasi ignota e dimenticata eredità della nuova, ma antica teoria del Distributismo.
    Essa costituisce, non solo ora, l’unica via d’uscita dall’impasse del deleterio, arrogante e letale politicismo capitalista; e dall’ancora peggior e rovinoso oltreché pernicioso comunismo reattivo, ora anche ecologista cosmico, completamente impazzito, nella sua ultima versione totalmente irrazionale, infinito e senza limiti. Con tutte le vecchie varianti parassitarie verso la centralità socialista detta generalmente “democratica”.
    E finalmente mistificante, propria di un mitico centro politico idealistico, inesistente se non sul piano speculativo del puro pensiero perverso e geometricamente dipendente dal posizionamento delle estreme politiche (erronee) sempre spessissimo in corso. Come sintesi dell’affascinante ma sempre falsa triade hegheliana della dialettica, apparentemente intelligente, molto diabolicamente astuta: tesi, antitesi e sintesi… In altri termini, il centro non è che il risultato solo pratico della reale azione di una posizione politica pervenuta al potere sempre estremisticamente di destra o di sinistra!
  • È in questo che è contenuta la perversione della post-teorizzazione dell’impianto ideologico di Weber che la forzata natura imposta alla storia economica, ossia un paradigma che era estraneo a tutta la tradizione delle gilde medievali: ben proprietarie e ancor più personali. Non a caso queste gilde furono definitivamente soppresse con la rivoluzione cosiddetta “illuminista” francese!
  • Quello che è straordinario è che la Chiesa cattolica, con tutto il suo celebrare l’enciclica di Papa Leone XIII, “Rerum novarum”, non si sia veramente occupata mai seriamente di Distributismo.
  • La prova della sua assenza per più di cento anni, l’ho anche avuta ascoltando una conferenza sul Distributismo trasmessa su Internet (grazie alle rarissime Radio Maria, Osservatorio triestino della DSC, Associazione distributista italiana e Società chestertoniana e di qualche altra santa comunità). Un monaco in Sicilia, intervenuto in diretta nel dibattito online, aveva assicurato che, avendo studiato teologia per vari anni alla Gregoriana a Roma, mai aveva neanche inteso pure solo parlare di Distributismo!
  • L’incredibile è dato dal fatto che mentre la Chiesa cattolica detiene “La Soluzione” teorica e pratica, anche storicamente già concretizzata nella vita millenaria petrinianamente cristiana, non solo di una enciclica suprema come la “Rerum novarum”, col Distributismo reale prima che esplicitamente teorico, essa non solamente quasi l’ignora, ma cerca sempre di situarsi nel bel mezzo delle ideologie malefiche e letali indebitamente dominanti. Appoggiandole per vari motivi diabolici e… modernisti. Sia con gli Stati Uniti che con la Cina: due facce della stessa medaglia, una dorata ed edonisticamente attrattiva (sempre meno!) per le moltitudini di gonzi in via d’impoverimento, e l’altra moderatamente e opportuna solo efficace globalmente, ma strutturalmente tirannica e totalitaria, come con mai…
  • Si potrebbe dire la stessa cosa per tutto il blocco ex-sovietico e per la cosiddetta nuova speranza del BRICS in piena espansione economica.
  • La stessa ignoranza che è inaudita dei politicanti politicisti internazionali, evidentemente anche dei leader più in vista internazionalmente: come quelli dell’Unione Europea, attualmente americani (e anche italiani). Come anche la Meloni del fatale quartiere popolare della Garbatella a Roma. O della Schlein, poco svizzerotta sinistroide ed estremista gnostica italiota…
  • Così nella sua ultima tappa nell’incontro in USA col presidente Biden, la bionda prima ministra italiana ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Ha dovuto, prima di tutto, accettare di buon grado il rifiuto della consueta conferenza stampa col presidente americano: ha dovuto farla da sola all’ambasciata italiana (!), contro ogni regola minima di educazione democratica, anche borghese!
    Motivo, accuratamente nascosto da tutti i media nel mondo: l’annuncio fatto del prossimo viaggio della stessa Meloni in Cina, nemico giurato degli USA… E sempre totalitariamente in opposizione in quanto trattasi dell’antagonista occidentale forse numero uno del cosiddetto liberalismo americano. Pur uscendo l’Italia parzialmente dalla ruffiana Via della Seta, organizzata negli anni passati e sconfitta insieme alla sinistra storica italiana… Inoltre, dopo aver anche blaterato entrambi i capi politici di governo (degli USA e italiano) ignobilmente contro Putin il quale, costantando che gran parte del grano inviato (dall’Ucraina) con l’accordo precedente, non era arrivato mai in Africa, non l’ha ovviamente rinnovato: perché farlo, visto che che tale trasferimento, via i Paesi europei e la Turchia, non è mai di fatto giunto in Africa ma intercettato, con vari espedienti, a profitto dei Paesi Nato (fino ad un massimo, pare del… 15 % con “rubato” l’85!). Una vergogna di cui non si parla per nulla, naturalmente come al solito, in Occidente da parte dei suoi media asserviti! Poi, la nostra popolare politicante romana e poliglotta (che un noto marxista comunista televisivo ha definito “una fuoriclasse della politica”) dalla lingua non solo eloquente ma efficacissima, tagliente e poliglotta, ha dovuto condannare, con la guerrafondaia USA, la nuova politica russa di distribuirlo invece… direttamante. Anche gratuitamente, non solo per quello di origine ucraina ma pure russa, a parecchi Paesi africani… A profitto politico finale naturalmente e evidentemente del BRICS, naturalmente e non dell’Occidente inutilmente arrogante e tardivamente pigliatutto senza nessuna, veramente nessuna, minima giustizia lungimirante. Oltretutto pure finalmente risibile e per sé devastante!
    Perché, in effetti, l’Occidente rivendicherebbe lo stesso accordo firmato precedentemente, ma scaduto? Oltretutto dopo averlo spregevolmente violato, come quello della promessa, anch’essa fedifrega, di non allargare la Nato fino al confine con Mosca: nell’ennesimo accordo in Bielorussia, sistematicamente tradito con l’annessione dei tredici Paesi (!), ex-comunisti per più di mezzo secolo (con più o meno consapevolezza volontaria!).
  • Ecco, così dimostrata, come una falsa teoria economica – quella di Weber il cui errore viene soprattutto dall’apparente lontano gnosticismo! – possa mostrare profonde implicazioni con la crisi economica e globale anche nella nostra era: in cui il protestantesimo è effettivamente e di fatto all’origine dell’attuale capitalismo, ma di quello preordinatamente perverso, spaventevole e in sovrappiù guerrafondaio!
    Così, anche se lo è sempre rivendicato, lo è solo per quello perfido e efferato, pure surrettizio e posteorizzante, oltretutto anche attualmente malefico.
    E molto probabilmente, per un lungo e pernicioso  ..
    Anche la democrazia non può impunemente essere tradita, pure in economia politica, con l’oligarchizzazione della proprietà privata…

 

La Ragione della Fede ha la soluzione della crisi mondiale e della Chiesa cattolica: il cuore conosce le ragioni sconosciute anche alla mente più arguta

 

 

  • Siccome è appena scoccato il quattrocentesimo anniversario della nascita del francese cattolico Pascal, tutte le inevitabili celebrazioni dovrebbero mettere in evidenza uno dei grandi problemi al centro della nostra conoscenza e del nostro tempo.
  • Che sarebbe?, curiosamente chiesa Marina.
  • Quello gnoseologico che ho appena detto e cercato di spiegare e rispiegare, tra Ragione e Fede naturalmente, posto dallo stesso Pascal, oltre che, mezzo millennio prima, a partire da san Tommaso, pure supremo professore a Parigi!
    La maggior parte dei pensatori dozzinali, è rimasta abbarbicata all’idea letale che la divisione tra le due categorie, Ragione e Fede, sia d’obbligo. Ci sono tuttavia grandi filosofi, che hanno indagato nelle pieghe recondite del pensiero per poi giungere a concludere, come Heidegger, specialmente nell’ultimo tratto della sua vita, ma a sprazzi anche prima, che una unità indispensabile doveva pur esserci nel cosiddetto dilemma!

I “teologi” boccaloni della Chiesa cattolica – ora anche apparentemente  maggioritari – si son tragicamente lasciati avviluppare dallo stesso paralogismo, errore tipicamente logico e anti-filosofico, in cui incorrono frequentemente anche i migliori pensatori! Non solo, ma li hanno inseriti anche nella intrinseca funzionalità che la filosofia deve avere nella ricerca teologica, come invece  servitrice (ancilla) nella scienza della Verità eterna: la filosofia gnostica, quindi, nella teologia stessa orribilmente della Dottrina cattolica!

  • È questa la tesi fondamentale del nostro Stefano Fontana che ha analizzato a fondo ciò che i Francesi chiamano, o meglio chiamavano, sempre l’“étourdissement”, lo stordimento più insistente e frequente (non a caso!) dei filosofi narcisisti (oggi la maggior parte, se non quasi tutti). Che dovrebbero almeno essere perfetti nella metodologia del concatenarsi nel loro pensiero al servizio, autonomamente, della teologia ovviamente trascendente. Pensiero questo centrale che ha ricondotto tutti i più grandi pensatori cattolici al grande “leader storico” non solo teologico ma anche filosofico che è l’Aquinate.
  • Il quale non è stato esente, pure lui, da un piccolo “stordimento” – si potrebbe anche così dire, però passeggero – allorquando il francescano Bonaventura da Bagnoregio, pure lui professore insegnante alla prima Università di Parigi, gli si oppose, molto filialmente, per un’apparente inezia, percepita formale. Contrariamente a Tommaso, leggermente obnubilato dalla mole mai lontanamente superata e ortodossa della sua Summa teologica, non era anche lui incorso nell’errore pacchiano di non considerare come creata da… Dio stesso (!): la capacità analitica del filosofo di penetrare il problema, per l’appunto, dell’apparente separazione tra Ragione e Fede. Incredibile, soprattutto per un teologo-filosofo come il supremo Tommaso, ancora inimmaginabile oggi dopo ben più di un millennio!
    Quasi immediatamente, il più grande riconosciuto teologo della storia, in tal modo, se ne accorse: così, sull’appunto fraterno di Bonaventura, potè ritrarsi umilmente e petrinianamente dal suo paralogismo per lui anche grossolano!
  • Si tratta di una ragione forse del cuore, di cui il santo filosofo-teologo, il sommo, Tommaso laziale, non si era mai, e poi mai, privato!
  • Conoscevo anch’io questo episodio molto illustrativo della Fede, ma me l’ero paralogisticamente Come mi ero scordato del fatto che tutta la polemica sfumò poi nel nulla in quanto il francescano Bonavventura, nato nel Viterbese e fatto poi santo, fu richiamato da Papa Alessandro IV alla direzione del suo Ordine ad Assisi.
  • Ecco perché, fra le altre motivazioni attribuibili, anche molti massimi prelati della Chiesa continuano a cadere nell’eresia: come in quella del periodo di assoluta e grave perdizione nell’arianesimo, dove s’erano intrappolati la maggior parte degli ecclesiastici all’inizio del Quarto secolo. Scatenandosi, in sovrappiù, per cinque volte contro Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto, inviandolo in esilio a Treviri in Germania (un Paese non proprio simile al suo…) alle porte dell’attuale Lussemburgo, in quella città che avrebbe dato i natali a sant’Ambrogio.
    Il povero vescovo alessandrino egiziano, quasi da solo aveva avuto ragione nel sostenere le tre Persone della Trinità, identiche e non solo quella di Dio Padre Eterno, occasionalmente ed erroneamente detto almeno “preminente”!
  • La Verità non tardò molto ad emergere e spazzar via l’eresia per cui ora, dopo più di mille e cinquecento anni dal Concilio di Nicea, professiamo ad ogni Messa il Credo niceano conforme ad Atanasio: subito dopo la morte fatto santo e pure Dottore della Chiesa!
  • Perché oggi, allora, la stessa Chiesa cattolica segue la via del “sincretismo”, ossia della cosiddetta sintesi eretica delle religioni che negano anche l’Incarnazione e Risurrezione di Cristo e, per esempio anche l’Assunzione della Vergine Maria Immacolata in Cielo? Il tutto a minimo comun ed “equo” denominatore…
  • Bella domanda. Perché oggi si dispone non da pochi minuti, della Rivelazione, composta sia di evangelismi di Gesù che di Magistero dogmatico della sua unica Chiesa. Oggi, almeno il clero ne è edotto, o dovrebbe esserlo. Ma ciò è valido pure per il popolo di Dio che, con la sua devozione, è stato capace spesso di anticipare di secoli i dogmi sanciti poi, dai Papi! Come con Papa Pio XII che proclamò il Dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria madre di Gesù e di Dio, dopo anche molti secoli di devozione popolare (non solo cattolica).
    Di simili errori, si era già fatta esperienza e già vissuti e felicemente risolti, nella Grazia dello Spirito Santo, le soluzioni inverate nella Verità!
  • A questo proposito, lo saprai ma te lo ricordo, Heidegger, il più stimato grande filosofo miscredente della nostra era, ha continuato per tutta la vita a ondeggiare tra il Cattolicesimo e la sua filosofia gnostica e modernista di alto livello.
  • Fai bene a rimemorarmelo: rischiavo pure di accreditarlo petrino cattolico a vita! Mentre sappiamo tutti che la sua filosofia, come piuttosto al solito per moltissimi miscredenti, era fondamentalmente atea. Mi viene in mente che, all’inizio della sua carriera filosofica (quando, essendosi sposato ad una protestante infedele che gli diede pure un figlio adulterino e che gli…“avrebbe permesso”, reciprocamente e peccaminosamente, il legame extra-coniugale particolarmente clandestino con una studentessa (oltre che con ben altre), la grande giovanissima Hannah Arendt. L’abbastanza strano filosofo come minimo ondeggiante, aveva azzerato, in sovrappiù, tutti i professori cattolici di filosofia alle università tedesche, con una sola frase. Quella per cui, commentando le prime righe della Genesi, “dimostrò”, in modo pseudo-logico, ma imparabile all’epoca molto husserliana, quella del grande fenomenologo Husserl, che un Cattolico non poteva essere considerato un pensatore… libero. Quindi men che meno un insegnante di filosofia!
    Per cui, impossibilmente esercitante come professore in quanto “incatenato”, secondo la vulgata anticattolica pacchiana dal sempre accusato ingiustamente Dogma romano…
  • Il Peccato originale colpisce ancora e sempre. Già lo sapevano molto intuitivamente e in anticipo storico gli antichi filosofi greci!
  • È per questo che non bisogna mai smettere di credere fedelmente nella Chiesa cattolica, eterna, Mistica e Rivelata.
  • Il grande vescovo Viganò lo sa così bene che ha fondato una nuova provvidenziale Associazione internazionale di aiuto ai sacerdoti e a tutti i religiosi, vittime continue delle moltissime epurazioni, ormai permanenti, con spesso saccheggi modernisti bergogliani, del Papa Francesco, reso sempre più sangallista e gesuitico scismatico interno alla sua stessa Chiesa: dall’arroganza ormai secolare di quasi la totalità del suo Ordine. All’origine dottrinalmente rigorosissimo, ma col tradimento nei confronti di sant’Ignazio di Loyola. Ordine reso smisuratamente ora anche arrogante nella cosciente confusione tra volontà popolare (ora anche sinodale) e Spirito Santo trinitario nonché salvifico.
  • Un vero falso storico inaudito dipendente dall’antropologia esclusivista e mistificata. Per cui ogni parola dei fedeli – secondo i moderni gesuiti capitanati ora da Papa Francesco e da tutti i modernisti – sarebbe carica di afflato divino e automatico non, come quasi sicuramente sempre (data anche l’attuale mentaliltà mondana immanentista stradominante), dell’astuto Satana “pontificante”: attraverso il Sinodo mondiale e mondialista sulla stessa… sinodalità.
    Il colmo del contrario della Magisterialità della Chiesa di Cristo, morto in Croce, divinamente Risuscitato nella Gloria eterna. E ovviamente, all’apice estremo dell’universo della “nuova visione fatalmente eterodossa, oltreché insurrezionale”.
    Perché  politicista: nella Chiesa anche cattolica.
    Così si sta producendo il più grande paradosso diabolico della civiltà.
    Il Cattolicesimo, che attualmente dispone dell’eredità anche la più straodinaria della già incomparabile ricchezza di pensiero e pratica nell’esperienza umana, si trova per ignoranza e per sua peccamnosità eretica, nella condizione apparentemente peggiore della storia umana: che l’ha invece relegata all’ostracismo della vita pubblica mondiale.
    Sia nella sua esistenza spirituale ed  ecclesiale che civile e politica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La falsificazione cosmica dell’ultimo ideologismo mondialista relativo al cosiddetto “sviluppo sostenibile” ambientalista, si dimostra capace di sostenere anche l’impossibile! E questo, al fine di continuare a concepire assurdamente il cosiddetto ”antagonismo” strutturale dell’uomo alla natura.

L’ambientalismo oggi appoggiato sulla falsa costatazione, mai veramente dimostrata scientificamente, del riscaldamento del pianeta Terra, è molto maggiormente temuto – anche sul piano della percezione – di quanto già successo negli ultimi decenni e secoli. Soprattutto rispetto a quanto oggi generalmente viene fatto paventare, in particolar modo dai media. Come abbiamo già iniziato a vedere, esso costituisce il pericolo numero uno della follia antropologica, alla base della crisi globale, civile e religiosa, della nostra attuale umanità e a venire.
La forza perniciosa dell’ideologia modernista e immanentista ha già raggiunto, da almeno due secoli col malthusianesimo, il livello di apparente non ritorno.
Gli uomini devono destarsi dalla profonda ubriacatura molto volontaria della secolarizzazione, attualmente onnipotente, nel suo reale ateismo sempre più disperato e arrogante.
Per avere una idea detta generalmente “concreta” – allo scopo di soddisfare l’eterno bisogno comunque di verità sempre indispensabile per l’uomo – basti pensare all’accaduto in Italia ai massimi livelli.
Una moltitudine ovviamente limitata di vari scienziati ha scritto una lettera dimostrativa per essere ricevuti dal presidente della Repubblica, guidato dal fisico Franco Prodi, fratello oppositore dell’ex-primo ministro, auto-definito scioccamente “cristiano adulto”! Lo scopo di tale iiniziativa era pregare soprattutto razionalmente il modernista di turno a capo dello Stato, Sergio Mattarella, di non più appoggiare pubblicamente le tesi cosiddette “ambientaliste e inutilmente catastrofiche”: oltretutto vane e impagabili.
La saggia e ormai disperata iniziativa non ha ricevuto nessuna risposta!
Al contrario, la ragazzina svedese Greta Thumberg, notoriamente ignorante (comprensibilmente!) di quanto afferma con successo sul “riscaldamento globale”, causato pretesamente dagli uomini e non da fattori naturali ancora anche sconosciuti e autonomamente ricorrenti (con ovvietà), è stata ricevuta in gran pompa al Quirinale. E con massima risonanza mediatica anche sì celebrata, come al solito dai media quasi tutti asserviti all’ambientalismo di Davos.
Quindi l’adolescente ideologica, certamente ignorantella: sì; e gli scienziati pertinentemente competenti: no!
La scelta quanto mai più assurda del presidente di “tutti gli Italiani” corrisponde, in realtà, ad un atteggiamento conformista forgiato e generalizzato sulla falsificazione ideologica anche dei dati meteorologici, nei confronti di milioni di cittadini. Non solo in Italia, ovviamente.
Persone piuttosto ora anziane, che si ricordano chiaramente di innumerevoli episodi che suffragano le statistiche in cui le temperature leggermente aumentate (1 grado, forse 1 grado e mezzo in più, nel corso di più di un secolo!), con i loro effetti si sono manifestati in moltissime occasioni agli stessi livelli precedenti.
A volte anche maggiori degli attuali oltretutto pure in modo contradittorio.
Con dimostrazioni statistiche scientifiche non solo decennali ma pure più che secolari! Fino a ricordare culturalmente l’epoca del grande riscaldamento del 1300, ad esempio, in cui – dopo l’ultima fase dell’era glaciale – si era giunti a produrre in Italia anche due raccolti all’anno!
Oppure alla stessa denominazione di “Groenlandia”, per cui i territori polari del nord appartenenti alla Danimarca erano stati chiamati col prefisso aggettivato delle lingue nordiche, “groen”. Vale a dire “verde”, colore di feconda vegetazione: al posto delle attuali regioni ancora ghiacciate e candidamente ancora sempre… innevate. Tutto questo, allorquando gli uomuni sulla Terra erano circa un… decimo degli attuali e, ovviamente, ancora privi di motori a scoppio producenti il… famigerato e piuttosto anche benefico CO²: alimento, si sa, pure primario per tutti i vegetali generalmente… verdi!.
I programmi dell’attuale Unione Europea sono, conseguentemente alla follia di questo atteggiamento ideologicamente anti-creazionista, anti-scientifico e anti-umano, completamente demente. E crudele: nel senso pure più masochistico per i suoi costi e metodi (ormai abituali) di attuazione, in Europa in particolare!
Dopo aver confessato spontaneamente, tra lo stupore internazionale, il fallimento del “progetto mondiale comunista” proclamato tragicamente in Unione Sovietica  e in Germania-est nel 1989-91, col crollo a partire dalla sua parte orientale, detta  del Muro di Berlino, il potere ideologico marxista internazionale, privato del suo pensiero di hegeliana origine di sinistra, si sono tutti o quasi “buttati sull’idelogia dell’ambientalismo radicale”: altrettanto falsificante e in più costosissima. Per nulla. Questa volta ancor più allucinante nella sua lotta addirittura cosmica e vanamente illimitata, a livello perdipiù internazionale, anzi mondiale. E inutilmente. L’ideologia è sempre micidiale!
La sua crisi drogata relativa alla cosiddetta idealità propria del “sole dell’avvenire colettivista”, nella falsa lotta ai nuovi “mulini a vento” dell’immaginario e, in ogni caso, fantasmagorico nemico di classe, aveva necessità di sopravvivere a se stessa… Così, come allora pervenire al successo perduto nell’auto-fallimento?
Niente panico: basta ricorrere all’apocalittica e immanente catastrofe naturale auto-costruita con la semplice adozione dell’idolo, già concepito dalla stessa illusione ateista… neo-comunista. Alla base del modernismo filosofico già post-industriale. Con pure l’utilizzo dello stesso odio anti-umano (dopo quello, ovviamente, contro Dio) che il materialismo marxista terrificante aveva già enucleato da molti decenni con lotte di classe devastanti. Et vagamente introducenti l’ambientalismo dagli anni ’50.
Il progetto antropologico della Torre di Babele, che avrebbe permesso all’uomo di raggiungere l’onnipotenza inconmmensurabile di Dio, era già di nuovo pronto per essere (ri)-adottato perfettamente: nell’idea simmetrica e aggiornata dell’uomo cosiddetto “responsabile dei… mali” dell’universo, anzi del suo ancora sconosciuto multiverso del Creato.
In tal modo, l’idea di Fiodor Dostoevsky per cui “una volta eliminato Dio tutto sarebbe stato possibile” diventava così il vero motore della nuova massificazione utopica, conseguenzialmente susseguente all’ideologismo antropologico perso: col cosiddetto materialismo dialettico, infine mostrato fallito. Al posto di essere diventato materia di vera e iniziale riflessione globale sull’ideologia…
Così tutte le idee più perniciose come l’eugenetica, lo sterminio malthusiano della sempiterna metà della popolazione simbolicamente mitica del mondo (nell’Ottocento rispetto all’allora unico miliardo, come oggi riguardo agli attuali suoi otto!), diventato assurdamente di falsa attualità. Oppure l’attacco al giusnaturalismo della “proprietà privata”, giustificato dal lavoro umano in collaborazione divina con la Creazione trinitaria, diventano, tutte queste idee perniciose con il substrato della nuova ideologia: altrettanto farlocca che la precedente andata ovviamente in rovina.
Pure ancor più infernale, e sempre di grande successo massificato e applaudito dagli apparenti eterni subordinati contemporanei in massa!
L’era dell’Anticristo cosmico è così già iniziata: quella sua terminale in cui il suicidio umano, anche con le leggi gnostico-secolarizzate, di una parte forse già maggioritaria della popolazione mondiale! Come non reagire? Il nostro futuro non poteva che prospettarsi con le stesse ragioni del suo fondarsi iniziale: il dominio dell’antropocentrismo acefalo contro la Civiltà salvifica millenaria del cristocentrismo!
Poco più di un secolo dopo, san Pio X non potrebbe così che riscrivere la sua enciclica Pascendi, ricopiandola integralmente. Forse con un capitolo in più con,  per l’appunto, l’ambientalismo, l’intelligenza detta ora artificiale e le raccomandazioni della Dottrina Sociale della Chiesa dell’Osservatorio Van Thuân!
Che già il Papa storico dell’anti-modernismo, fatto santo e alla base della più grande e importante organizzazione ecclesiale al mondo (quella lefebvriana!), aveva appena ereditato da Papa Leone XIII. Quella di applicare in politica, scrupolosamente tutto il Distributismo, permettendo così di uscire dall’inferno politicista della Gnosi, divenuta economicamente capitalista.
Invece è successo che all’ennesimo congresso mondiale ecologista di Parigi, malgrado le defezioni dei Paesi più popolosi al mondo (compresa la Cina, gli Stati Uniti e tutta l’Africa) avevano deciso un programma socialisteggiante e dal costo ovviamente  incalcolabile! Col fatto che tutti i Paesi largamente maggioritari al mondo di fossero dichiarati ostili. Ma non solo: quelli governati soprattutto dalla sinistra già da anni erano… inadempienti riguardo alle precedenti loro risoluzioni analoghe già dissennate. Da quella di Rio de Janeiro a quella di Kopenhagen, si preparavano all’ipocrisia di non riempire, di fatto, le loro mirabolanti e vane promesse progettuali…
In ogni caso esiguamente minoritarie, anzi di una frazione minima del pianeta Terra: quasi insignificante sulla globalità del totalmente marginalizzato perfino negli obiettivi sostanzialmente rimasti ideologici.
Gli ideologismi sono sempre micidiali!
Soprattutto per la loro prolificità riproduttiva, all’interno, in sovrappiù del cosiddetto “inverno demografico” che realmente sta impoverendo, anche economicamente, l’Occidente europeo come non mai.
Al contrario, mai si son visti tanti progetti faraonici come quelli dell’Unione Europea, di opere ambientaliste sia contro il CO² in campo energetico (petrolio!), che nella protezione indifferenziata delle case per le depopolate Svezia e Irlanda, come per i Paesi mediterranei: per esempio la Sicilia e la Grecia…, chiamate di “Transizione ecologica”. La follia, ovviamente!
Il tutto, mentre si fa la guerra che ha già distrutta l’Ucraina, senza nessuna, dicasi nessuna ragione: né economica né culturale e di civiltà.
Quando il mondo odia se stesso!

 

 

 

 

 

 

Postfazione

 

 

 

Il colpo di spada nell’acqua della teologa anti Pio X, auto-costretto a ben più di Sapienza cattolica del suo Papa: quale del resto?

 

 

 

Mentre mi accingevo a cercar di estirpare dai miei quarantaquattro capitoli gli ultimi o penultimi paralogismi e gli eterni errori di ortografia o di battitura: i “refusi”, sempre quasi invisibili o impercettibili, mi è giunta la notizia del davvero proditorio attacco ecclesiale, su quasi tutta la linea, da parte della “Bussola quotidiana” alla Fraternità sacerdotale san Pio X!
Attacco in totale e sistematico stile apparentemente rigoroso sulla sua supposta “permanente e rimasta eresia” originaria: riguardante la disobbedienza volontaria e pure esplicitata in “auto-scomunicazione”, avvenuta nel 1988, da parte del suo grande fondatore religiosissimo monsignor Lefebvre.
La cosa mi aveva molto sorpreso, però in piena compagnia di gran parte dei molti (comunque di fatto rari) cattolici petrini, che tutto potevano immaginarsi fuorché un assalto di natura letale e ora pure alquanto… diffamatorio. Nell’esortazione implicita, quanto meno infida, di non frequentare più (sic!) la detta Fraternità (essa “non è la soluzione”, recita nel suo annuncio…).
Il Tutto dopo averne fatto pure le lodi e gli elogi per il salvataggio non meno che miracoloso e provvidenziale nella Liturgia del vetus ordo, considerato sacro e intangibile, per centinaia di anni e più nella Chiesa cattolica senza alcuna contestazione.
E a fronte della comunque confermata molto rigettata e detta rivoluzione promossa, da parte di Papa san Paolo VI, valutata unanimemente modernista e protestanteggiante: già agli inizi degli anni anni ‘70 dai petrini, soprattutto all’inizio lefebvriani, detti tradizionalisti.
Cosa mai deve aver frullato nella testa di questa pur santa associazione ecclesiale diretta e, nel caso, anche appoggiata apertamente dal suo valente presidente Riccardo Cascioli, dopo tanti anni, per mettere così apertamente sotto accusa, in modo anche sì irrituale, la detta Fraternità sacerdotale?
Contro, in sovrapppiù, a tutta la considerata più grande, scrupolosa e prestigiosa Associazione di Fraternità cattolica ora al mondo religioso?
Associazione ecclesiale, questa, in pieno santo sviluppo di vocazioni sacerdotali (relativamente al vertiginoso vuoto di vocazioni bergogliane, s’intende!) e di relativo successo generale, soprattutto liturgico, su tutto il pianeta Terra.
Ben anche contro la deriva immanentista, massone e globalmente ranheriana della Chiesa nel Cattolicesimo!
In sovrappiù, larvatamente in odore di essere in grave pericolo di soppressione o di persecuzione continua anche ufficiali, da quasi mezzo secolo, per ragioni mai avanzate teologicamente o ancor meno dottrinali: soprattutto dopo la riammissione alla Comunione totale nella Chiesa cattolica da parte di Papa Benedetto XVI e dello stesso… Papa Francesco: notoriamente contestato generalmente “scismatico interno” alla stessa Chiesa romana.
Il quale argentino ritenuto supremo ha anche restituito alla Fraternità le funzioni essenziali relative al Sacramento delle Confessioni dei suoi fedeli e alle celebrazioni dei loro Matrimoni. E naturalmente del Battesimo cristiano!
Il processo di normalizzazione, pur con i dubbi persistenti però in un universo dominato dal caos ecclesiale e dalla cosiddetta perversa “pastorale conciliare”, finalmente sganciata sempre più dalla Dottrina da almeno una sessantina d’anni (!), è sempre in atto, relativamente in modo costantemente spedito.
Soprattutto dopo l’elezione a Superiore della “Chiesa lefebvriana”, di don Pagliarani, prete italiano riminese, molto vicino, si potrebbe dire, però solo personalmente, anche a l’attuale Papa Francesco: fin dalla comune militanza amichevole nella Chiesa cattolica, anch’essa travagliata e ancor più nella sua crisi di Buenos Aires…
Ostilità manifestata verso una Fraternità che ancora coltiva al suo interno la sua origine tipicamente francofona che, come sappiamo relativamente tutti, si vuole differenziata esplicitamente, e da sempre, dalla “cugina italiana”. Consuetamente alquanto considerata dai trans-alpini rivale sul piano anche  teologico e teleologico… “Non avevano altro da fare o da escogitare!”, avanzano attualmente moltissimi Cattolici petrini del Corpo Mistico (sempre in comunione e in sintonia, da molti anni, con i militanti della Bussola quotidiana giudicata assolutamente petrina). Altro  che mettere sotto accusa – sebbene con argomenti erronei e sbilenchi anche se ben apparentemente fondati dottrinalmente – la Fraternità più attualmente prestigiosa al mondo per ortodossia teologica e per rigore ecclesiologico cattolico.
Accuse peraltro chiaramente anche non più attuali. Perdipiù, avanzando anche l’oggettiva esortazione, molto irrituale e in piena imbarazzante… “concorrenza” diretta, per cui la Fraternità non sarebbe ecclesialmente “risolutoria”!
Tema, del resto, che occorrerebbe anche evitare di sfiorare, pure per sacra “Carità di Patria”: in ottemperanza anche alla direttiva di Viganò di “rimanere divisi”, e non inutilmente in ostilità inutilmente guerreggiata…
Gli è invece che detta Fraternità, a ragione delle estreme difficoltà cui è stata sempre sottoposta (non solitariamente ma con altre varie scomuniche costantemente immotivate dottrinalmente!) per la sua opposizione senza possibilità di  mediazione, alla tendenza progressivamente, nella generale protestantizzazione del Cattolicesimo e della Chiesa, ha dovuto vedere aumentata ancor più la sua sacra tendenza originaria.
E questo, malgrado le intenzioni nel suo continuo ritorno, in sovrappiù, alle origini della Tradizione cristiana naturalmente rigorosissima…
In un clima di caos perfetto e sempre più grave che il clero e l’Ecclesia tutta, maggioritariamente inconsapevole e a dir poco scemata spaventosamente, hanno impresso a tutta la Chiesa cattolica.
Soprattutto in modo esplicito “scismatico interno”, come abbiamo pure visto, nell’attuale Pontificato molto probabilmente senza Grazia, a causa di una volontaria evidenziazione della dissipazione totale, per le menti piuttosto sempre ottuse dei fedeli cattolici. Fino a dover vedere consolidato adeguatamente e in modo oggettivo il proprio posizionamento di Fraternità, inevitabilmente in modo dogmatico e tradizionalista. Per giungere alla negligenza coatta di non poter sviluppare la dimensione simmetrica alla sacerdotale e liturgica, vale a dire quella comunitaria di cui si è parlato in queste pagine e che comunque si è è cercata di far sussistere…
Figurarsi se si avevano in serbo le energie e le possibilità reali di interlocuzione con i problemi teologici che la Bussola, con la sua teologa d’assalto Luisella Scrosati, ha posto in totale indipendenza dal contesto di buio e di caos nel quale l’attuale Pontificato si dimena: pure da più di mezzo secolo strisciante nella tragica eterodossia!
E come fase finale di una crisi di apostasìa che attanaglia la Cattolicità se non il Cattolicesimo, progressivamente da mezzo millennio documentatissimo!
In ogni caso, è proprio del primo settembre la pubblicazione sul sito di Aldo Maria Valli una lunga risposta teologica e canonica della Fraternità Pio X, molto articolata e completa, puntuale e precisissima nella documentazione alle imputazioni della Scrosati, da parte della stessa Fraternità messa sotto accusa!

Come già detto, non essendo io un teologo, né un esperto di ecclesiologia storica, non posso che far riferimento e rimandare al relativo link del Valli e che entra a fondo anche tecnicamente nel vero soggetto in discussione!
Tutte le questioni, anche collaterali sono trattate in modo largamente esaustivo e risolutivo. Gli appassionati consumati competenti in teologia canonica apprezzeranno l’operazione di totale asfaltaggio di questa posizione assolutamente sorprendente della Bussola, da parte della Pio X!
I più “unitaristi” tra i cattolici, sono propensi a vedere in tutti gli interventi disparati attuali una funzione aggregativa e di stimolo positivo alla vera discussione ecclesiale (non quella sinodale e papalina: liquidatoria e chiaramente – abbiamo visto –  protestante e àpostata nella sua pretesa “pastoralizia”!). “Apriamo il vaso di Pandora, e che tutto emerga”, sembrano ripetere questi pleonastici aperturisti in circolazione! Tanto più che, inevitabilmente, tendenze di fatale chiusura difensiva sono in atto anche e comprensibilmente all’interno della Fraternità san Pio X. Tendenza da pura e legittima deep ecclesia reattiva e garantista almeno dello status quo fatalmente consapevole del terribile processo di secolarizzazione in atto, inevitabilmente deleterio. Che il mondo demoniaco organizza sempre e che ora pare festeggiare particolarmente giorno e notte…
È per l’appunto il contesto storico del caos provocato dallo stesso deep state istituzionale e non legittimo della Chiesa cattolica, che ha fatalmente falsato profondamente tutte le caratteristiche ambientali della dialogicità ecclesiale (fino anche a disconoscerne cognitivamente pure gli elementi essenziali), che non permetterebbero di tenere per acquisita, giust’appunto, l’opportunità stessa dell’attacco dottrinale. E questo, indipendentemente, dai suoi contenuti!
Ci si interroga, caritatevolmente nei confronti della comunque preziosa e rigorosa storia esemplare della Fraternità sacerdotale san Pio X!
La Verità e la coscienza, non possono che essere messe in primo piano nel contesto caotico e privo di Autorità, purtroppo, nel quale dobbiamo agire nella fedeltà assoluta della Tradizione cristocentrica.
Non sarà certamente una partita dal campionato facile e breve, viste le condizioni generali di lobotomizzazione spirituale da decenni in corso. E soprattutto nell’attuale Pontificato!
Peraltro sono state avanzate solo critiche di speciosa rigidità intransigente e canonica in un clima di depravazione teologica di cui ormai si paventa solo il disastro finale (pure già giunto inizialmente)!
Anche con note pochissimo conoscitive della situazione reale della Fraternità Pio X: senza toccare gli aspetti orizzontali della sua catechesi comunitaria attuale, per esempio…
Non è un caso che il mio progetto di scrivere questo saggio-romanzo sulla crisi politica sia civile che ecclesiale, sia stato abitato all’inizio come alla fine della sua redazione, da due polemiche d’attualità diverse ma analoghe (del Cionci “indagatore folle” e della Scrosati “inutile (falsa) rigorista”), che riconducono entrambi alla stessa crisi concettuale e originaria, “sorgiva” direbbe il cardinale giussaniano Scola, che affligge la politica, compresa quella ecclesiale, perfino nei suoi modi di estrinsecarsi. Quelli della sua concezione sostanzialmente percepita come violenta e “rivoluzionaria”. Anche se formalmente “fiscale e sterile nella sostanza della sua accusa”  tarda e decontestualizzata, sia sul piano “teologico” che della sua “ineccepibilità” dottrinale. Ma tutto fatalmente in modo solo apparente, in una voragine generalizzata di mancanza di Fede reale: come messo in evidenza già nel primo sintagma del titolo di questo mio libro!
La preoccupazione negletta e prevalentemente dogmatica, quella di cui giustamente la Pio X continua ad accusare prudentemente – forse troppo moderatamente – l’attuale Chiesa cattolica bergogliana, non le può essere negata storicamente. Come pure la dimensione di ricerca dello “spirito” piuttosto che la “lettera”.
Non può esserle imputata nemmeno la decisione contraria, apparentemente, alla norma di Lefebvre di disobbedire evangelicamente e in piena provvidenziale sottomissione paradossale, all’interdizione del Papa (anzi di due“santi” papi), durata più… di una dozzina d’anni, prima di attuarsi con condizioni bene e canonicamente assistite.
Per poi giungere nel fatale “dovere di disobbedire”, e in piena coscienza e drammaticamente di giustizia divina nella Verità caritatevole, ad una disposizione palesemente e evidentemente irresoluta e superficiale!
Ora giudicata tale epocalmente.
Con tuttavia, restrizioni operative e particolari intelligentissime, a prova della preoccupazione prima, per non essere accusati (come al solito!) di scissionismo: orrore peraltro assoluto dei Tradizionalisti lefebvriani che, sebbene “in coscienza” e per il bene oggettivo di tutta la Chiesa (attualmente di fatto e in genere riconosciuto), vi sono pure parvenuti.
Altro non han fatto che coerentemente attuare “IL” principio di suprema ortodossia sancito anche dai Concilî. Principio congiunto rispetto alla sintesi acquisita tra dell’eterna Verità e della Carità teologale, di disobbedidire sempre al demonio falsificatore che si insinua perfino nella sola Chiesa “salvifica”.
E di obbedienza a Cristo, sempre capo esclusivo della Sua Ecclesia nella santa Trinità. Non era infatti accettabile che il politicismo, non solo strisciante ma tragicamente operativo ora nella politica ecclesiale, per cui si continui a operare come se i principi millenari fossero francamente calpestati contro il Dogma del Magistero e della stessa Rivelazione cristica. E poi, come sopportare l’arroganza inaudita di voler insegnare ai quasi soli preti-abbé a… dir bene la Messa: proclamata “di sempre”, irriformabile fino a prova del contrario (detta liturgicamente perfetta). È il caso di dirlo e ripeterlo anche specificatamente, dopo il perdono esplicitito e implicito di due Papi al cosiddetto strappo ben detto alla decisione intrinsecamente erronea di riformare l’irriformabile Santa Messa fondatrice del Cattolicesimo da sempre.
Pure da parte di una Autorità suprema mai uscita (anzi!) veramente e realmente dal disconoscimento endemico e generale di tutta un’epoca eterodossa…
Il Caos attuale!
Per cui la disobbedienza diventa un dovere improcastinabile di ogni fedele e non solo di una “virtù da non più seguire”, come si ripeteva, a rovescio, alcuni decenni fa!
La Scrosati, come del resto il Cionci, lo hanno pure riconosciuto, in modo ovvio anche se contraddittorio e cocciutamente nei fatti ancora in corso, a premessa o in conclusione, forse purtroppo inutilmente!

 

 

F.T.   Bruxelles, 27 agosto 2023                      (Tredicesima domenica dopo Pentecoste)

 

 

 

 

L’autore

Franco Troiano (1944), è il fondatore a Bruxelles nel 1977 del Gruppo Eurologos, costituito progressivamente da tre mini-imprese pilota (Eurologos, Littera Graphis e Telos): rispettivamente produttrici di multilinguismo, di grafismo illustrativo e di copywriting nella concezione marketing. Le sue sedi “glocalizzate” e in franchising sono situate – va da sé e nel suo progetto – su tutti i continenti. Così il nostro emigrato, di educazione milanese e di nascita abruzzese, ha scritto vari libri di traduttologia applicata, a partire non prima degli anni ’90, postati anche su Internet. Ha pure pubblicato saggi e novelle in diverse lingue, generalmente centrati intorno al tema del Lavoro, nella dimensione globale della religiosità. Cattolico praticante, ora non è più alla testa del suo piccolo gruppo di comunicazione multilingue che è attualmente diretto da sua figlia Odile, malgrado e in funzione dell’attuale “eterna” crisi economica. Attivo nella lotta contro il nichilismo e il relativismo gnostico della nostra epoca, l’autore di questo saggio appena romanzato ha da non molto rinunciato a dare ancora conferenze in Europa, anche in università, a favore dei suoi intraprenditori e associati locali. Certi testi tra questi suoi speech sono anche pubblicati sui vari siti web delle imprese del suo gruppo in franchising e sul suo Blog personale www.francamente2.com

 

 

 

 

(quarta di copertina)

 

 

Franco Troiano

La Fede, non l’illusione
del pulsante canonico

L’ecclesiologia politica anti-eretica oggi,
dopo secoli di progressivo modernismo razionalista

Con 66.000 parole, 3 parti e 44 capitoli, due sono i temi principali
trattati in questo saggio-romanzo, sia in modo analitico che
indispensabilmente sintetico. Ambedue riguardanti la comune crisi
globale del civile mondo politico e della Chiesa cattolica.
Dipendenti entrambi dall’unica causa fissata sempre più dalla
dominazione ideologica della Gnosi sulla Terra, dal Cinquecento.
Come primo tema, di fatale attualità anche modernista, vi è
esposta e giudicata l’attuale crisi mondialista e massificata.
La quale racchiude quella a Davos, purtroppo solo molto iniziale.
Come secondo tema, si trova quello della Rivelazione salvifica
nello sfacelo del Cattolicesimo, direttamente conseguente dal primo,
con le molte difficoltà religiose (dal latino religare) della Fede cattolica.
Anch’essa caduta progressivamente nel modernismo eretico!
Il quale è anche motivato da una nuova ignoranza volontaria e un
conformismo masochisti: intorno ai problemi della digitalizzazione
totalitaria dell’economia politicista, propria della perversa coppia non ancora
nemmeno sospetta di fornicazione, nel “capitalismo liberal-comunista”!
Correlativa e reciproca al controllo totalitario attualmente globalmente in auge.
Con il massimo esempio sull’economia negletta dal Cattolicesimo, imbrigliato
nel capitalismo weberiano e colpevolmente all’oscuro del grande Distributismo:
quello del trio cattolico britannico (ri)fondatore all’inizio della “Reum novarum”:
la sola unica vera via d’uscita globale, da un secolo, dall’immane tragedia non solo
economica e politica, ma soprattutto culturale, religiosa ed ecclesiale.
Distributismo mai nemmeno citato dalla Chiesa cattolica!
Non solo modernista, ma pure adepta della diabolica Rivoluzione borghese!
Quella tipica secolarista, immanentista e falsamente “miracolista”.
Rimane allora traccia della virtù teologale sulla Speranza cattolica?
“Si“, ripetono i Cattolici dell’eterna Chiesa Mistica romana!

 

 

 

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