Pubblico in tre puntate il mio saggio-romanzo “La Fede, non l’illusione del pulsante canonico”, che avevo già iniziato a scrivere più di cinque mesi fa.

Tre istruttive letture riassuntive di quanto visto e dimenticato nel caos globale del nostro mondo

La prima puntata è stata pubblicata su questo sito il 25 maggio 2023. Oggi, dopo averlo terminato con quarantaquattro capitoli e dopo una “toilette” completa, per me mai troppo accurata, ne edito la seconda parte. La quale mi si è presentata, a mio gusto, già lunga, forse “necessariamente” oltremodo lunga. Ho sempre amato particolarmente il definito “corto d’autore”. I miei scritti non sono così mai stati, almeno in modo tedioso ampi: racconti abbastanza brevi, piccoli saggi, interventini puntuali sull’attualità…
La consapevolezza della mia mancaza di talento naturale o coltivato (da prima dei miei quattordici anni ho sempre lavorato a pieno tempo, con scuole serali fino al mio massimo diploma di perito metalmeccanico) e, tantomeno privo d’inchiostro ammaliante, m’ha sempre posto preventivamente nella prudenza di non importunare inutilmente il prossimo: con ulteriori mie banalità, già epocalmente molto pleonastiche. Così, in un’era in cui si finisce per leggere autobiografie di ventenni privi anche di stoffa geniale, mi son imposto fieramente di non pubblicare nulla prima dei miei cinquant’anni… Soprattutto senza aver prima collaborato e fissato, col concetto fattuale di “glocalismo” in traduttologia applicata, nell’immane ricerca costituita dalla Tecnica nella nostra era!
In tal modo, l’angoscia contemporanea di vivere due crisi storiche contemporanee e concatenate: quella politica delle società civili e quella religiosa delle comunità ecclesiali (e ora anche del Cattolicesimo!), mi hanno deciso a rilucidare il mio vecchio pennino delle elementari, per commentare la nostra tragica realtà, con la mia più bella… calligrafia.

A breve, il tempo di percorrere e leggere questa seconda parte, anche la terza e ultima sarà messa on line. Con l’archiviazione della sua totalità nella rubrica “libri” di questo mio blog, ahimé testimone della perdizione del nostro tempo. Ma nella Speranza teologale ed eterna che la Tradizione della Civiltà cristiana ci ha lasciata in eredità!

Vi auguro buona e veloce lettura, completa dei grandi rimandi alle essenziali referenze dei veri e supremi autori da non perdere assolutamente. Da veri uomini veramente moderni del terzo millenio.
Non sara facile sfuggire al dominio attualmente incontrastato del concetto di “rivoluzionarietà” nella fallimentare politica moderna, alla mistificazione della cosiddetta contraddittorià tra comunismo e liberalismo e, infine, all’ereticità scismatica del “modernismo” antropologico nella Chiesa cattolica!
L’introduzione al negletto Distributismo, da più di un secolo disatteso, vera soluzione proprietaria e sacra della politica del futuro, completerà la vostra “faticosa” lettura in cui troverete tutte idee già conosciute e garantite. Perché semplicemente Rivelate.

 

 

Pubblico in tre puntate il mio saggio-romanzo “La Fede, non l’illusione del pulsante canonico”, che avevo già iniziato a scrivere più di cinque mesi fa.

Tre istruttive letture riassuntive di quanto visto e dimenticato nel caos globale del nostro mondo

La prima puntata è stata pubblicata su questo sito il 25 maggio 2023. Oggi, dopo averlo terminato con quarantaquattro capitoli e dopo una “toilette” completa, per me mai troppo accurata, ne edito la seconda parte. La quale mi si è presentata, a mio gusto, già lunga, forse “necessariamente” oltremodo lunga. Ho sempre amato particolarmente il definito “corto d’autore”. I miei scritti non sono così mai stati, almeno in modo tedioso ampi: racconti abbastanza brevi, piccoli saggi, interventini puntuali sull’attualità…
La consapevolezza della mia mancaza di talento naturale o coltivato (da prima dei miei quattordici anni ho sempre lavorato a pieno tempo, con scuole serali fino al mio massimo diploma di perito metalmeccanico) e, tantomeno privo d’inchiostro ammaliante, m’ha sempre posto preventivamente nella prudenza di non importunare inutilmente il prossimo: con ulteriori mie banalità, già epocalmente molto pleonastiche. Così, in un’era in cui si finisce per leggere autobiografie di ventenni privi anche di stoffa geniale, mi son imposto fieramente di non pubblicare nulla prima dei miei cinquant’anni… Soprattutto senza aver prima collaborato e fissato, col concetto fattuale di “glocalismo” in traduttologia applicata, nell’immane ricerca costituita dalla Tecnica nella nostra era!
In tal modo, l’angoscia contemporanea di vivere due crisi storiche contemporanee e concatenate: quella politica delle società civili e quella religiosa delle comunità ecclesiali (e ora anche del Cattolicesimo!), mi hanno deciso a rilucidare il mio vecchio pennino delle elementari, per commentare la nostra tragica realtà, con la mia più bella… calligrafia.

A breve, il tempo di percorrere e leggere questa seconda parte, anche la terza e ultima sarà messa on line. Con l’archiviazione della sua totalità nella rubrica “libri” di questo mio blog, ahimé testimone della perdizione del nostro tempo. Ma nella Speranza teologale ed eterna che la Tradizione della Civiltà cristiana ci ha lasciata in eredità!

Vi auguro buona e veloce lettura, completa dei grandi rimandi alle essenziali referenze dei veri e supremi autori da non perdere assolutamente. Da veri uomini veramente moderni del terzo millenio.
Non sara facile sfuggire al dominio attualmente incontrastato del concetto di “rivoluzionarietà” nella fallimentare politica moderna, alla mistificazione della cosiddetta contraddittorià tra comunismo e liberalismo e, infine, all’ereticità scismatica del “modernismo” antropologico nella Chiesa cattolica!
L’introduzione al negletto Distributismo, da più di un secolo disatteso, vera soluzione proprietaria e sacra della politica del futuro, completerà la vostra “faticosa” lettura in cui troverete tutte idee già conosciute e garantite. Perché semplicemente Rivelate.

 

 

 

 

 

 

Franco Troiano

 

 

 

La Fede, non l’illusione
del pulsante canonico

L’ecclesiologia oggi anti-eretica

dopo più di mezzo millennio

di modernismo razionalista

 

 

 

 

 

 

TROTU Éditions

Bruxelles 2023

 

Franco Troiano

 

 

La Fede, non l’illusione

del pulsante canonico

 

L’ecclesiologia politica oggi anti-eretica dopo
secoli di progressivo modernismo razionalista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ovviamente i personaggi e fatti raccontati

in questo saggio-racconto

sono quasi tutti immaginari o alquanto

possibilmente verosimili.

 

 

 

 

 

Trotu Éditions

Bruxelles, 2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Diego, mio nipote, nato il

9 agosto 2023 a Bruxelles, perché
possa avere un’idea non massificata
del mondo vocazionale nella sua esistenza.
Che gli auguro amorevolmente piena di
Senso e di Opere: cioè di Santità.

 

Sommario

 

 

Indice dei nomi

 

           6
Introduzione  
Tutta l’intelligenza intuitiva e deduttiva di Sherlock Holmes, in più supposto teologo, non è sufficiente per risolvere il problema del caos nel mondo e della Fede nella Chiesa cattolica attuale  

9

 

Parte prima – L’attualità
È falsificante l’iniziativa presentata come « Trappola ortodossa autodifensiva in impedimento al Pontificato, da parte del Conclave ”inconsapevole”. Ossia quello seguente alle dimissioni, sempre illegittime (!) malgrado tutto, di Papa Benedetto XVI. Anche come esempio di politica ecclesiale politicista, nella crisi modernista ed epocale: sia delle società civili che soprattutto del Cattolicesimo.                         

 

 

 

–        L’antistaminico contro… l’eresia molto allergica del gelsomino, sul Lago di Como.          13
–        Il problema non è il “munus” ma l’inesistenza assoluta della rinuncia papale!          16
–        Il sacro diritto a non rispondere ai falsi problemi del “complotto insurrezionale”.          19
–        La malintesa obbedienza al terrorismo peronista come “pastorale salvifica”.          21
–        Ritorno al “crudo”: oppure assicurare il sempre prelibato “cotto” della Civiltà?          25
–        Distributismo della povertà oppure della proprietà privata e responsabilmente ricca?          27
–        Il miracolato canonico equivalente alla rivoluzione: tutti a dover premere il pulsante!          30
–        Le ragioni per cui il Papa eletto cattolico non può che rimanerlo sempre.          32
–        L’intervista oggi del Superiore della Pio X sui veri (!) problemi del Cattolicesimo.          34
Parte seconda – Il mondo

L’indisponibilità anche filosofica degl’indispensabili  princìpi fondatori della categoria politica  oggi autononoma ma tragicamente non dipendente dalla teologia! – non è solo abbandonata, ma anche ormai disconosciuta. E questo, dalla totalità mondiale anche degli attori “cattolici” in politica: come chiacchericcio infinito e violento, del politicismo bellicoso, sia civile che ecclesiale!

 

 
–   L’ideologia stra-dominante totalitariamente nella nostra era è la Rivoluzione: sintesi gnostica di varie eresie politiche anche tutte falsamente antagoniste. Ma realmente concomitanti contro l’unica Salvezza incarnata dal Cristianesimo. Da due millenni, con la Sua unica Chiesa cattolica “Mater et Magistra”.

 

 

39

–   Il costruttivismo è il metodo immanente e modernista, desunto dal Peccato originale, con cui gli uomini detti        moderni hanno ingoiato nel civile tutta la mela avvelenata dalla vanagloria, per sostituirsi a Dio.  

42

 

–     Lo statalismo, anche sì assoluto e coatto, come crimine politico del libero vivere da uomini.          45

 

–   Non è il capitalismo a poter essere fiero dopo la confessione pubblica mondiale del fallimento del comunismo nel 1989-91. Il vero vincitore nell’era ormai del modernismo gnostico è la massoneria. Purtroppo anche nel Cattolicesimo.  

 

48

–     Il segretismo efficace del “deep State” (Stato profondo) da almeno un secolo.          51
–      Il totalitarismo digitale come modello globale e mondialista del potere detto da Matteo D’Amico “impuro”. Nella nuova era, ultima e già futuribile, dopo il post-moderno.  

54

 

–     L’avvento dell’era del “politically correct” come inizio, o piuttosto come fine provvisoria, della politica razionalista e politicista nel già secolare modernismo.  

57

–      La riabilitazione di Berlusconi, perseguitato politico, è avvenuta alla sua morte. Mail problema è l’uscita dalla falsa alternativa tra il “liberalismo” totalitario soft e il collettivismo comunista cinese e tirannico.  

61

 

–      La vocazionalità del Distributismo proprietario per l’individuo e nella sua Comunità del Cattolicesimo.           63

 

–      Nemmeno le più rosee intenzioni riconcilianti possono realizzarsi senza la Legge veramente misericordiosa di Dio.           66

 

–      La palma negata da secoli alla primazia del Dio vivente, da tutto il cosiddetto “Bene comune” delle politiche solo umane. Anche tragicamente dalla Chiesa cattolica.  

70

–      Il terreno minato del politicismo votato alla violenza mondiale, anche imitata dal Cattolicesimo sfigurato modernista.           73

 

–      Tre sono i nemici giurati del vero e salvifico Cattolicesimo petrino, nel mondo contemporaneo.           75

 

–      L’idolo della democrazia come panacea giusta e perfetta? Il mezzo non è il fine intrinseco!           78

 

–      Il primo sostegno della politica è l’economia: senza la ricchezza dei figli, però, si rischia di finire col non capirne più   nulla.  

81

–      Le forze critiche anche radicali contro il modernismo, rimaste pervicaci: “quelle che hanno avuto problemi con la Sinagoga”.  

84

–        Dalla cultura “una cum” a quella woke: una stessa radicalità critica ma indifferente per Davos.            86

 

–        La possibilità, a breve termine nulla, della fusione ecclesiale tra i due movimenti più religiosi del secolo scorso: la Fraternità san Pio X (per la Sacerdotalità e la Liturgia) e la precedente Comunione e Liberazione fino alla morte di Giussani (per la Comunità cristiana laica)…  

 

89

 Parte terza – La Chiesa  
Il  silenzio immotivato per totale abbandono è, da parte non solo del Papato ora completamente modernista e del suo clero reso maggioritario, rispetto ai puri ex-famosi “Principi non negoziabili”: a fondamento anche della politica. Proclamati da Papa Benedetto XVI e ripresi soprattutto da Stefano Fontana, dell’Osservatorio Van Thuân della Dottrina Sociale della Chiesa.  
–     Perché i princìpi vitali non sono discutibili né mediabili? La filosofia moderna ha discusso inutilmente dell’esistenza di Dio e della Trinità: verità rivelate!  

94

     I tre princìpi “non negoziabili” di Papa Ratzinger: perché ontologicamente inviolabili! Puntualmente profanati e dimenticati.  

97

     La sapienza dei due primi princìpi non negoziabili, ancora disattesa ufficialmente.          101
    Se la rivoluzione è il principio detto pratico della politica modernista, l’emergenza ne è il suo metodo.          104

 

 –   Il colpo di grazia finale da parte di Papa Francesco ora consiste nella nomina del prefetto per la Congregazione della Fede, monsignor compare eretico Fernández.  

107

–     Il principio per cui nulla della politica può essere guidato verso la propria finalità, senza prima aver tutto ordinato a quello iniziale e ultimo, sopra-naturale e divino.

 

 

110

–    Come la filosofia razionalista dell’idolo democratico-psicologista è penetrata nella teologia, compresa nella Dottrina Sociale docente detta romana e apostolica.

–        Oggi non si capisce assolutamente quanto sta avvenendo realmente nella rivoluzione dottrinale e liquidatoria della Chiesa cattolica, senza rendersi conto dei contibuti eretici acquisiti presso gli antenati gnostici e massoni, almeno ideologici della filosofia atea.

 

 

113

 

 

116

–        La Chiesa cattolica è oggi generalmente massonica, a intermittenza anche intensa, avendo condannato comunque il modernismo: si può essere massoni, ormai, senza saperlo!

 

 

120

–        Non la sovranità della scienza deve essere proclamata, ma sempre quella del lavoro e della ricerca degli uomini: purché religiosamente sottomessi ontologicamente alla Legge divina. Altrimenti, via libera allo scientismo e all’edonismo straccione.

 

 

123

–      Monsignor Carlo Maria Viganò, grandioso testimone mondiale della crisi del Cattolicesimo, nella Chiesa modernista, di fronte alla Fede anche dello stesso clero.

 

 

128

–     “Restate divisi” voi Cattolici petrini e cristocentrici: Papa Francesco avrebbe un asso nella manica per meglio scomunicarvi, in un colpo solo: voi del “vetus ordo” e dell’anti-modernismo!

 

 

130

–        Perché la Chiesa cattolica va verso il sincretismo “religioso” invece di proclamare ancor più la Rivelazione dai tetti: di cui il Cattolicesimo è anche dogmaticamente certo?  

132

–         Il mito di Max Weber del capitalismo come “prodotto principe del protestantesimo” è doppiamente falso: è il Distributismo proprietario e cattolico che ne è il fondamento ontologico e divino!

 

 

135

–     La Ragione della Fede ha la soluzione della crisi mondiale e della Chiesa cattolica: il cuore conosce le ragioni sconosciute anche alla mente più arguta.

–      La falsificazione cosmica dell’ultimo ideologismo mondialista relativo al cosiddetto “sviluppo sostenibile” ambientalista, si dimostra capace di sostenere anche l’impossibile! E questo, al fine di continuare a concepire assurdamente il cosiddetto ”antagonismo” strutturale dell’uomo alla natura.

 

 

141

 

 

 

144

Postfazione

 

 
Il colpo di spada nell’acqua della teologa anti-Pio X, auto-costretta a ben più di Sapienza cattolica del suo Papa: quale del resto?            147

 

L’autore

 

Quarta di copertina

 

 

 

 

 

 

Indice dei nomi

Adamo, 39-62

Aquer Hector, 108

Agamben Giorgio, 43

Andreotti Giulio, 77

Arendt Hannah, 142

Aristotele,76

Atanasio, dottore della Chiesa, 138

Bauman Zygmunt, 54

Belloc Hilary, 63-

Berlusconi Silvio, 17-61–63-65-72-73-76-77

Bianchini Braglia Elena, 75

Biden Joe, 66-74-86-139

Bonaventura da Bagnoregio, 133-141-142

Bonino Emma, 119

Borromeo Carlo, cardinale, 119

Bosellino Paolo, 77

Bossi Umberto, 87

Brown Dan, 36

Bush George, 65

Bux Nicola, mgr, 121

Cacciari Massimo, 24

Carlo, re, 78

Cartesio, 118-123

Cascioli Riccardo, 147

Cavour Camillo, 75-76-77-117

Ceccotti don, Trieste, 95

Chesterton Gilbert Keith, 10-63

Chieffo Claudio, 92

Clinton Hillary, 66

Churchill Wiston, 78

Cionci Andrea, 10-11-92-

Colombo mgr, 90

Crepaldi mgr emerito Osservatorio Van Thuân, 92

Croce Benedetto, 114

D’Amico Matteo, 54-55-56

Dan Brown, 33

Darwin Charles, 123-133

De Gaulle Charles, 29

Del Noce Augusto, 14-95

Delpini arcivescovo Milano, 40-50-86-

Delsol Chantal, 91-108-112

De Mattei Roberto,50-109

Desantis Ron, 69

Di Capri Peppino, 87

Dostoevsky Fiodor, 145

Eco Umberto, 53

Egidio, santo, 15

Elisabetta II, 21-78

Eltsin Boris, 41

Eva, 9-62

Fabro Cornelio, 14-95

Falcone Giovanni, 77

Fernández Vicror Manuel, cardinale, 107-129

Finkielkraut Alain,126

Fontana Stefano, filosofo-teologo, 13-42-45-48-69-84-93-94-95-99-108-133-141

Franceschiello, 120

Freccero Carlo, 47

Freud Sigmund, 113

Gäenswein Georg, 31

Garibaldi Giuseppe, 76-77-120

Garrigou-Lagrance Régnald, 14

Gates Bill, 80

Gesù, 57-85-90-98-114-122-132-138

Gheddafi colonnel, 116

Gilson Étienne, 14-95

Giovanni, evangelista, 92

Giuda Iscariota, 134

Giussani Luigi, mgr fondatore di CL, 53-58-59-73-84-87-90-91-92-95-110-116

Gotti Tedeschi Ettore, 81-82

Guglielmi Angelo, 34
Gutenberg Johannes, 119

Heidegger Martin, 94-95-141-142

Holmes Sherlock, 19-47

Horkheimer Max, 54

Huizinga Johan, 60

Husserl Edmund, 142

Ignazio di Loyola, 143

Jung Gustav, 118

Kasper Walter, cardinale, 111

Kinsey Alfred, 41

Kohl Helmut, 80

Lanzetta Serafino, monaco, 50
Lario Veronica, 86

Lazzati Giuseppe, 86

Lefebvre Marcel, mgr fondatore della Pio X, 89-90-130-131-147

Levi Strauss Claude, 25

Livi Antonio, mgr teologo, 95

Loyola Ignazio (di), 159

Lutero Martin, 88-121

MacNabb Vincent, monaco, 138

Malthus Thomas, 48

Martini, cardinale sangallista, 14

Marx Karl, 125-137

Mascagni Adriana, 92

Masciullo Gaetano, filosofo, 111-121

Mattarella Sergio, 71-86-122-144

Mazzini Giuseppe, 74-76-120

McNabb, monaco, 138

Meloni Giorgia, 86-136-139

Merkel Angela, 76

Michelangelo, 21

Mitterand François, 80

Mosé, 132

Müller Gerhard, cardinale, 107

Napoleone, 47

Napolitano Giorgio, comunista massone, 86-122

Negri Luigi, vescovo emerito, 95

Newman John Henry, cardinal, 14-57

Nikodin, metropolita ortodosso, 65

Nietzsche Friedrich, 89-118

Ortega y Gasset, 13
Pagliarani Davide, abbé, Pio X, 34-36-148

Palamara Luca, magistrato, 61

Pannella Giacinto (Marco), 122

Papa Alessandro IV, 142

Papa Benedetto XVI, 10-11-12-15-16-17-19-20-25-30-42-87-90-93-95-97-107-116-127

Papa Francesco, 10-16-20-22-30-35-36-72-91-95-102-107-111-121-122-128-130-143-148

Papa Leone XIII, 19-102-120

Papa Pio V, 117

Papa Pio IX, 19-102-

Papa Pio X, 13-19-25-35-41-54-56-81-84-85-87-89-92-129-146-1(0

Papa Pio XI, 19

Papa Pio XII, 82-138
Papa Giovanni Paolo II, 19-27-77-87-90-119

Papa san Paolo VI, 35-99-111-120-126-130-141-147

Pascal Blaise, 39-103-133-141

Pasolini Pier Paolo, 71-73

Peccei Aurelio, 51

Pellicciari Angela, 75

Peron Evita, 22

Pincus Gregory, 125

Pisacane Carlo, 120

Ponzio Pilato, 42

Prodi Franco, 144

Putin Vladimir, 65

Rahner Karl, gesuita eretico, 13-36-70-99-108-111-122

Ravasi, cardinale, 122

Salomone re, 79

Salvini Matteo, 75

San Paolo, 58

Sarkozy Nicolas, 76

Savorana Alberto, 87

Schlein Elly, 86

Scola cardinale giussaniano, 146

Scrosati Luisella, 149-150-151

Sherlock Holmes, 9

Sigaut Marion, 76

Sisto V, 87

Socci Antonio, 30

Sodano, cardinale, 7

Spaak Catherine, 29

Spaak Paul-Henry, 29

Spinoza Baruch, 117-118

Suenens, cardinale belga, 96-126

Tannhäuser, pellegrino opera Wagner, 154
Testori Giovanni, 74

Tisserant, cardinale, 85

Tommaso D’Aquino, santo teologo, 80-103-116-141

Toti Enrico, 120

Tournier Michel, 26

Trump Donald, 72-74

Thumberg Greta, 144

Valli Aldo Maria, 18-38-39-108-149

Viganò Carlo Maria, arcivescovo,128-130-143

Viglione Massimo, 19

Von der Leyn Ursula, 72-74

Weber Max, 28-135-139-140

Zelensky Volodimir, 19-67

Zenone Giovanni, editore cattolico, 84

Zola Peppino, 50

 

 

Parte seconda – Il mondo

L’indisponibilità anche filosofica dei princìpi indispensabili e fondatori della categoria politica – autononoma ma non dipendente dalla teologia! – non è solo abbandonata, ma anche ormai disconosciuta. E questo, dalla totalità mondiale degli attori cattolici in politica: come chiacchiericcio infinito e violento, del politicismo bellicoso, sia civile che ecclesiale!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ideologia stra-dominante totalitariamente nella nostra era è la Rivoluzione: sintesi gnostica di varie eresie politiche anche tutte falsamente antagoniste. Ma realmente concomitanti contro l’unica Salvezza incarnata dal Cristianesimo: da due millenni, con la Sua unica Chiesa cattolica “Mater et Magistra

Immaginiamo un individuo detto moderno che stia già beneficiando di una longevità di due secoli, o quasi. Realtà non lontanissima dalle possibilità pure immaginabili nella nostra pratica sanitaria…
Avremmo una persona che, nata all’inizio dell’Ottocento, dopo la rivoluzione francese, sia oggi alla vigilia della fine della sua vita. Egli avrà attraversato nella sua molto lunga esistenza (troppo lunga?) almeno cinque eresie tutte praticate consecutivamente in totale identificazione!
Senza nessuna vera contraddizione. Egli potrebbe averle vissute, una dopo l’altra, in tutta cosiddetta libertà, secondo i dettami del modernismo contemporaneo, in realtà nel suo pieno “libero arbitrio”. Che la pratica del suo Peccato originale gli avrà sempre concesso. Queste le ultime ideologie, tutte condannate dalla Chiesa, si sono tranquillamente sviluppate e sovrapposte (mai morte) nonostante le sentenze esplicite del Cattolicesimo.
Innanzitutto, la massonica neo-gnostica, poi la liberal-capitalista, la social-comunista, la nazi-fascista, fino alla modernista agnostica e mondialista attuale, in pieno edonismo: in via di realizzazione nel sincretismo immanentista e onni-“religioso” ateo! Ebbene questo individuo ben ultracentenario potrebbe essere stato consecutivamente un protagonista di ciascuna delle dette ideologie, senza mai entrare in contradd²izione antagonista con la precedente, se non per dettagli marginali di puro attualismo… Non solo, ma ciascuna di esse si è caratterizzata con un ovvio  antagonismo irriducibile rispetto alle precedenti. Comunque rimaste sedimentate nell’arco delle dominanti, in varissima misura, con le stesse ideologie del tempo.
Tutte e cinque queste perversioni, anticamente ed eternamente gnostiche, fondate sull’idea dell’appropriazione della “conoscenza dell’albero della sapienza”, nel Paradiso terrestre dove vivevano già i biblici Adamo ed Eva.
Esse sono state assunte come principio primo di riferimento nella prassi di direttive strategiche e operative dal Forum detto svizzero di Davos che ha ereditato, ampliandola e completandola a livello mondiale, la tradizione quasi centenaria all’inizio degli anni ’70 (come per esempio quella del Club di Roma).
I due conflitti mondiali del secolo scorso hanno prodotto, con la corrente ideologia politicista, più di mezzo miliardo di morti, tra il primo e secondo conflitto e tra quello nazista e quelli comunisti. E quello parcellizzato susseguente e tuttora attuale, detto “terza guerra mondiale a spezzoni”, è forse anche già peggiore… Ora le prospettive non sono per nulla esenti da una catastrofe potenziale, ma realmente possibile quando non probabile, di distruzione totale e materiale del pianeta Terra!
La costruzione ultima dell’umanità si è conclusa così di fronte a questa possibilità, per ora dominata dal fragilissimo equilibrio della deterrenza del definitivo e irrimimediabile cataclisma nucleare.
Non a caso apocalittico, previsto già dal Cristianesimo da due millenni!
Su che base? Sul fatto che Dio e le sue Leggi sono state infine escluse dalla parte maggioritaria degli uomini, dalle ultime e “contemporanee” prassi dell’operatività pubblica. La quale è stata consegnata completamente alla Gnosi di sempre, cioè all’ostracismo del Dio Trinitario Rivelato e delle Sue Leggi (sociali e personali) rispetto alla politica.
Non poteva che essere così: quando l’umanità, come scriveva un secolo fa Chersteton, taglia il filo di sostegno basilare da cui era disceso dal suo soffitto, come fa il ragno nella costruzione della sua tela ingegnosa. Esso non può che essere soffocato dalle sue stessi spire che fatalmente – senza supporto – lo raggomitolano mortalmente…
Ma qual è questa ideologia che permette una così incredibile impermeabilità all’apparente antagonismo tra cinque ideologie più o meno nemiche all’ultimo sangue come attualmente?
È quella della Rivoluzione politica, o meglio politicistica!
L’attività politica ha dimenticato da troppo tempo di essere strutturalmente “nobile”, al punto da essersi trasformata in politicismo di ordinaria emergenza quotidiana.
Sulla base di una operatività inevitabilmente sanatoria rispetto all’irrazionalità spesso necessariamente utilizzata, come soluzione “democratica”, maggioritariamente definita quasi mai  razionalmente.
Le logiche politiciste, quindi a priori solo umane e non intrise di Sapienza umana ma divinizzata dalla Legge eterna, che trascende gli interessi caduchi abitualmente d’interesse “sociale” e fatalmente temporaneo. Esse comportano la categoria del trascendente e della inevitabile sanatoria “riparativa”. Quella che dovrebbe rimediare all’almeno imperfezione politica della decisione precedente, quantomeno ancora parzialmente… E con metodi eternamente emergenziali e intrinsecamente problematici. Sempre irrazionali, quanto meno negli effetti.
Ma qual è il principio, per l’appunto generatore, di siffatto ripetitivo decisionismo politicistico sistematicamente improvvisato, in cui si prendono decisioni “in ritardo” (molto in ritardo) e  completamente. In modo sbagliato appena un quarto d’ora prima che il mondo stesso dell’immanenza progressista e relativista ammetta il fallimento della proprie ben false profezie strategiche!
Questo principio è quello della “Rivoluzione”. Della rivoluzione continua sempre riparatoria, sempre più radicale, sempre più in divenire. Mai definitivamente vera!
La Vérità perdipiù Rivelata dall’incarnazione di Dio in Gésù Cristo… è stata, infatti, “definitivamente” esclusa dai filosofi e dalle pratiche scismatiche sempre più di massa ed erronee da mezzo millennio… La rivoluzione, quindi, è il metodo di fondo, di riferimento del fallimento continuo, indefinitivamente ripetitivo del politicismo, surrogato della vera politica.
In quanto mancante del suo alfa che solo la può condurre all’omega della sua completa realizzazione.
La rivoluzione, in quanto principio declinato nelle mediazioni, anche le più apparentemente pacifiche e razionali, è sempre irrazionale e raccapricciante.
È la restaurazione della Verità Rivelata la soluzione cercata dalla politica!
I Cattolici, da ben più di duecento anni corrono appresso alle false soluzioni del politicimo, anche ecclesiale, giungendo di fatto a concludere “accordi” farlocchi e pure profetici di sventure. Come quello di Metz, nell’estate del ’62, due mesi prima del Concilio Vaticano II, con l’Unione Sovietica, nemmeno un quanrto di secolo prima del crollo auto-dichiarato spontaneamente da Eltsin in piedi sul carro armato davanti al Cremlino!
La Chiesa deve restaurare quindi non solo il Dogma cattolico della Verità Rivelata, ma anche e sempre affermare dai tetti l’unica Verità da perfezionare e conoscere sempre completamente: quella del Dio vivente, insegnato sempre dalla Sapienza dogmatica della Chiesa petrina e magisteriale.
È esattamente quanto dice di voler sempre più fare la Chiesa sbandata e eretica attualmente tragicamente a Roma. In cui tutte le cinque ideologie (più quella riassuntiva egualistarista) presentate sono però  penetrate in modo pervasivo e oscillante nel tempo. Sotto la categoria permanente descritta, come “sintesi di tutte le eresie” da san Pio X, nel 1907 sotto la denominazione di “modernismo”. Il fatto che, l’iniziale individuo ipotizzato reale possa aver attraversato tutta le cinque fasi eretiche che le diverse ideologie gli presentavano maggiormente e con più forza relativa, non lo facessero sentite in antagonismo. Ma soltanto in lieve e provvisoria contradizione dipendente dal fatto che tutti questi pensieri siano alimentati da un fondamentale materialismo e da un irrinunciabile ateismo fatalmente laicista!
Il popolo autenticamente cattolico, ossia petrino e tradizionalmente cristocentrico, non avrà dunque che combattere questa perniciosa politica ecclesiale, anti-cristica, con tutte le sue forze e nella Fede: non con altro, per molto tempo!
I Cattolici dovranno però prima ammettere profondamente che anche le politiche, diciamo così revisioniste, alla maniera della fallita Democrazia Cristiana, non hanno fatto altro che permettere, tra altre buone cose, di far penetrare il concetto politicista della “Rivoluzione” nella sua Dottrina e nella sua devastante prassi.
Esse hanno coltivato così l’illusione di poter praticare alleanze con partiti gnostici per il Bene comune del Regno di Dio che inizia su Terra. Il successo disastroso dell’attuale crisi, sia civile che ecclesiale, dimostra ampiamente il fallimento di questo paralogismo luttuoso e crudele della ragione. La quale, a partire che si è nettamente separata dalla Fede, mai del resto riconosciuta, ha perduto la sua natura ontologica diventando squallido e ingannevole razionalismo.
 

 

 

 

 

 

Il costruttivismo è il metodo immanente e modernista, desunto dal Peccato originale, con cui gli uomini moderni han ingoiato nel civile tutta la mela avvelenata dalla vanagloria: per sostituirsi a Dio

 

Il Peccato originale ha iniziato la sua storicizzazione già nell’Umanesimo, dopo il Medio Evo, divenendo progressivamente, dopo la formazione filosofica sul piano teorico, nella concezione per cui è il pensiero umano a generare la Realtà. E non la Creazione continua ed eterna di Dio e delle Sue Leggi.
E questo, malgrado i primi filosofi di siffatta teoria solo antropologica, astratta ed errata, si ritenessero sostanzialmente e soggettivamente ancora cattolici o, tutt’al più, protestanti cristiani (fondamentalmente luterani o anglicani, come capistipiti di centinaia di Chiese settarie tutte scismatiche). Il modernismo irreligioso, anche così se non ancora diversamente sincretico, è diventato la nuova religione prevalente, per ora ancora ufficialmente virtuale del nostro tempo: ma realmente sia civile che ecclesiastica, in tutti i Paesi. Il Peccato originale, non riconosciuto esistente oppure mai vincibile, induce a deificarsi, ad attribuirsi illusoriamente le facoltà divine e sopra-naturali, propie di Dio. La cui pratica si sta verificando come totalmente contraria per la Salvezza umana, già Rivelata dal Cristianesimo: rimasto integro e non modernistizzante nella visione solo antropologica di tutta l’esistenza attuale!
La negazione di Dio dei più radicali, in sovrappiù, provoca anche il fallimento umano in quanto, avendo ridotto l’uomo ad almeno metà della sua intrinseca natura, la cosa ferisce mortalmente pure l’esistenza ritenuta “intatta”: non si sfugge alla Creazione e alla Morte! È a questo “inconveniente” inevitabile, che si giunge se si imbocca la strada a vicolo cieco dell’ateismo “reale”. Gli uomini esclusivamente filosofici, dal cosiddetto Rinascimento, hanno creduto di porre rimedio introducendo il metodo che il grandissimo filosofo cristiano Stefano Fontana definisce ora “costruttivista”.
Quello che, avendo rinunciato volontariamente all’ipotesi di “scommessa” del grande francese del Seicento, Blaise Pascal, agisce nella possibilità dell’esistenza del Dio vivente. E nell’ostracismo almeno della Sua esistenza pubblica e politica per tutti gli uomini nel mondo: tutti, o quasi, proiettati in una cosiddetta modernità perversa.
L’esistenza intera umana e progettuale è oggi concepita “come se il Dio trinitario non esistesse” (per utilizzare la famosa formula di Papa Benedetto XVI).
In luogo di ricercare Dio e le Sue Leggi, gli uomini – nella loro visione – “nati dal nulla” nella loro assoluta unicità e destinati a morire nella sparizione detta reificatrice,  si son messi a costruire il proprio sempre incommensurabile destino e le modalità di realizzarlo, come i loro consimili antenati della Torre di Babele…
Ecco così il “costruttivismo”. Evidentemente impossibile così da concretizzare veramente se non nella provvisorietà della crisi modernista. Non solo. Gli uomini si sono pure ipostatizzati nella falsa idea gnostica che, se non facessero in tal modo, non potrebbero nemmeno essere moderni. Dove l’essere moderni significa, in modo tautologico, divenire… modernisti, cioè fattuali esclusivamente antropologici e assolutamente non-transcendenti.
Il problema della Verità? Quale verità, rispondono proprio come Ponzio Pilato a Gesù, duemila anni fa, con la stessa sicumera disperante d’incredulità.
“La Verità non esiste” (ovviamente… per gl’immanentisti): esisterebbero solo le verità al plurale, sempre in modo simile all’idealità del famoso console di Roma in Palestina dalla “dura cervice”, molto dura e ottusa! Per cui si facciano “costruzioni razionali” o fattuali, inventando letteralmente il reale, finché le soluzioni così politiciste (alla meglio organizzate) possano almeno durare un po’… Tutta la cosiddetta realtà, che altro non sarebbe che l’apparenza falsamente stra-ripetuta concreta, si risolve in questa concezione del cosiddetto reale detto effettivo: il falso preso per la Verità!
Eppure, anche il grande Impero romano è crollato!
Quando ci si accorgesse che la rappresentazione in tal modo immaginata non è  corrispondente del tutto al Vero, si cambierebbe quella che – in genere – si definisce la “politica”, per adottarne una nuova: non senza il solito discussionismo più o meno infinito e come minimo antagonista a sé stesso, in quanto le opinioni sono molte, fino a trovare quella in qualche modo solo maggioritaria. Con la relativa dittatura da imporre ai minoritari e a tutti, ovviamente, e così di seguito… Almeno sul piano detto e creduto teorico, cioè modernisticamente non proprio… attendibile già di partenza!
La democrazia costituisce, infatti, la possibile verità provvisoria, forse la più razionale perché scaturita sedicente dalla maggioranza e in quanto “appartenente” a una prevalenza di popolazione che si esprime (diciamo così), di fatto, solo o quasi col voto in elezioni dette politiche o amministrative…
E il rapporto tra Verità e politica? La verità non esiste, mai dimenticarlo, ricordano sempre gli gnostici modernisti.
Tutta questa è la concezione di verità e intorno alla Verità: quella detta possibile ed evolutiva di politica, propria della gigantesca crisi storica nella quale stanno sguazzando senza speranza le società e le false religioni del mondo. Compresa, ora, quella cattolica, diventata subdolamente modernista in modo completo, anch’essa soprattutto  dall’ultimo Pontificato!
Ecco perché c’è il cosiddetto illusorio fondamento inventato del costruttivismo.
Esso è invece dimostrato per l’appunto, “privo di fondamento”, ormai anche da molti degli stessi modernisti, che sono diventati relativisti nello stesso relativismo, fatalmente in declino e inconsolabile!
La sola che c’è come possibile soluzione – ormai meno peggiore – è la… democrazia, come però strada senza uscita. E che il grande filosofo contemporaneo Agamben ha definito anche nella sua fase di “estinzione”!
Si capisce quindi il perché la Chiesa cattolica ha sempre affermato di non accettare la democrazia come soluzione finale. Perchè ciò sia possibile, bisognerebbe solo accettare che la Verità scaturisca dal basso, della mente e nel pensiero solo umani.
Purtroppo, è quanto l’attuale Pontefice e il suo clero stanno facendo e praticando con la politica ecclesiale e “costruttivistica”, anti-ontologica anche della sinodalità.
Perdipiù questa, per “fondarsi”, ha scelto come primo suo tema la stessa sinodalità: la ripetizione cioè insistente e praticante del falso dovrebbe così, come da copione, produrre il Vero, con la sua accumulazione, come ormai di norma!
Non solo tutto ciò si ritrova ancora una volta in una crisi senza possibilità di uscita, ma l’opinionismo relativista si installa in una endemica situazione di caos sempre più irresolvibile. La fatale soluzione che si imporrebbe è esattamante quella, in ultima e fatale analisi, del Reset del Forum di Davos: il quale si è più volte pronunciato chiaramente sulla sua totale indifferenza rispetto alle diverse soluzioni di destra o di sinistra. Tutte false e, ovviamente, in sostanza inutili rispetto ai fini ultimi!
La sola cosiddetta possibilità reale sarebbe così quella della dittatura da loro stessi imposta con la potenza del finanziario mondialista.
Non quindi la Verità, inutilmente agognata e cercata inevitabilmente e spontaneamente dall’uomo, ma il progetto (iniziale e sistematicamente provvisorio) costruttivista umano, esclusivamente umano, che è il solo che impera nel mondo.
Dio con le sue Leggi eternamente veritative è stato plebiscitariamente escluso dallo spazio pubblico! Inutile pure parlarne…
Da cui l’endemicità della crisi politica che produce la stessa endemicità dell’economia e della cultura civile. Quella per cui tutto deve essere riconcepito. Il modernismo, finalmente, altro non è che la conseguenza di siffatta endemicità totale.
La stessa economia ne è debitrice, in quanto – come vedremo – la sua abbondanza è prodotta dalla demografia in espansione generosa. Per cui, tautologicamente, non credendo di poter far figli o solo pochissimi figli (ed assicurandosi anche il diritto di abortirli), essa è sempre in crisi o sull’orlo della crisi sua permanente tribolazione, mentre si afferma pure il “diritto al suicidio assistito”!
Finalmente, il costruttivismo si configura così come la modalità perversa non di accettare attivamente la realtà per le modalità del proprio destino e della politica che, per essenza, è un’attività aristocratica e nobile per natura. La costruzione atificiosa della realtà è costantemente reattiva ai fallimenti continui escogitati dalle deficienze strutturali messe in cantiere dalla scelta iniziale e originaria dell’esclusione di Dio dalla tenzone pubblica della politica.
Come sempre, il male – vale a dire la mancanza stutturale e il contrario di Bene – non è altro che il risultato di quanto gli uomini hanno deciso di “costruirsi” spontaneamente e in piena libertà e determinazione, con una ideologia che è diventata prassi quotidiana e apparentemente eterna!
Ecco così interpretato, costruzionisticamente, il modernismo antropologico nostro contemporaneo che ci allontana sempre più, dal punto di vista essenziale e decisivo, dalla soluzione totale e globale del Bene comune.
Vale a dire lo scopo della vita stessa. Che però non può che ambire sempre ed essenzialmente ai princìpi trascendenti e veramente religiosi che ne sono all’origine!
L’esempio appena addotto della costruzione della prima Torre di Babele razionalista, allo scopo di perseguire l’onnipotenza divina massimamente ambìta e desiderata, costituisce la metodologia del costruttivismo modernista. Con cui i nostri detti moderni concepiscono ormai tutta la loro esitenza eternamente condannata alla subordinazione volontaria al Peccato originale. Piuttosto che alla sua sconfitta nel processo di santificazione cattolica. Rivelata, magisterialmente nell’insegnamento supremo dalla Chiesa petrina e rinvenibile nella Sapienza della Tradizione storica della cristianità. Il cui pensiero teologico è eterno!
Le tre cose che invece il nostro mondo fa esattamente al contrario. Con il contributo inaudito della stessa Chiesa oggi romana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo statalismo, anche sì assoluto e coatto, come crimine politico del libero vivere da uomini

Il problema principale della politica oggi è racchiuso nella confusione, che si intrattiene, di fatto accuratamente, tra le nozioni di “amministrazione” e di “governo”. Si amministrano, infatti, le cose; e non si possono invece che governare razionalmente gli uomini, scrive ancora Fontana nel suo ultimo meraviglioso Manuale politico “La dottrina politica cattolica”.
L’amministrazione è fondamentalmente riguardante la società affastellata di uomini con accordi contrattualistici e tecnici; mentre la governabilità concerne la comunità umana e integrata in cui domina la cultura, ossia le convinzioni giuste e vocazionali  ritenute e praticate. Si tratta delle prime e vere contemporanee leggi reali a cui la legge in vigore dello Stato farebbe da cornice obbligatoriamente operativa.
Neanche da supporto tanto indispensabile quanto essenzialmente ridotto. Esattamente il contrario di quanto vien fatto succedere nella nostra età da troppi decenni e, soprattutto delle fasi dette storiche, nella nostra era.
In effetti, tutto il principale problema della comunità – a vari livelli di convivenza fino e non esclusa, naturalmente, tutta la vasta società  –  è costituita della sua “identità”.
Il principio cristiano di sussidiarietà su cui funziona la comunità, vale a dire il livello più vicino e basico alla vita condivisa spontaneamente nella Civiltà: quello soprattutto anche considerato il “Bene comune”, più chiaramente ambìto.
Quindi, più si ha una politica, cioè una comune regola di funzionamento anche civile, come scaturigine da una identità sociale naturalmente precostituita, e più il concetto di comunità può anche ontologicamente maggiormente dispiegarsi.
Per opposto, più la politica si concepisce come mondiale (o geograficamente già continentale), e meno essa è percepita come beneficamente come “Bene comune”.
Non a caso, Dio distrusse anche l’idea della Torre di Babele, come costruzione immanentista esclusivamente fattuale: disperdendo l’umanità nella sua vocazionale finalità differenziata e identitaria!
L’esempio classico è quella per cui, l’iniziale ben cattolica “Comunità europea” fondata nel 1956, è stata arbitrariamente sostituita dalla detta molto laica e laicista “Unione Europea” ideologica, col giust’appunto Trattato di Maastricht, per cominciare, all’inizio del nuovo millennio.
Essa costituisce così l’astrazione perversa, solamente contrattualistica, fatalmente lontana e impositiva delle sue direttive molto o assolutamente “bonariamente malefiche”, nell’astrazione razionalista imperante.
Quanto più distanti e artificiose dalla reale vita delle sue popolazioni, anche sul piano economico, tanto meno l’organizzazione politica è valida! Fin’anche a sostituire le loro monete nazionali con una comune, chiamata nel qualcaso Euro, inevitabilmente scaturita da una carenza insopportabile di pre-unità culturale e politica.
Dunque, a priori irreale e ingiusta!
Appare così evidente come la cosa, ossia tutte le altre direttive legislative analoghe e autoritarie (nel senso di realizzate col solo consenso strutturalmente “non informato e non formato” delle stesse popolazioni), stia già snocciolandosi con la politica emanata dal potere reale molto occulto, ma sempre più palese di Davos, attraverso i suoi organismi tecnocratici. E di altre associazioni in combutta più o meno segreta o percepite tali, come quella di Bilderberg…
Si può così ben dedurre come, perfidamente e con iniquità, spesso pure “in cosiddetta  buona fede“ però sempre ideologica, si stia sempre più imponendo una politica autoritaria opposta alla concezione detta intenzionalmente democratica: ossia concepita e organizzata per essere  prodotta dal “demos”, cioè dal popolo in greco antico. Così il movimento già divenuto maggioritario, dell’ultimo quarto di secolo, non solo nell’occidente europeo, è stato fondamentalmente di tipo totalitario. Mentre quello attuale di base, inevitabilmente reattivo, benché molto inizialmente in nuce ma con “sicuro” trend pure confuso, si sta caratterizzando per esserne principalmente di tipo comunitario e identitario, nonché di buon senso.
I generali livelli detti superiori dovrebbero conseguentemente astenersi, quindi, in modo cattolicamente sussidiario. Anche se proprio la Chiesa romana non l’ha ancora generalmente e sempre capito nella realtà. O meglio, dopo averlo ben compreso e assimilitato per millenni, l’han volontariamente dimenticata, come sempre nel modernismo e tutto l’universo, divenuto molto genericamente “cattolico” immanente… Ossia, per tutto quanto è riferibile e fattibile al livello inferiore, quello invece politicamente superiore, dovrebbe essere indotto a tassativamente desistersi: almeno per “principio pratico”, ancor più e oltre che per tendenza sapiente anche esperienziale. Malgrado l’ancòra oggi, forse troppo nella rinuncia sperata e iniziale esiguità delle varie nazionalità, anche se ancora vagamente religiose. E nonstante la sua crisi in piena attuazione. È purtuttavia certo che la tendenza, anche se non proprio chiaramente e consapevolmente politica, oltreché soprattutto religiosa, è quella contraria: della massificazione totalitaria voluta dalle oligarchie mondialiste e diaboliche.
Il mondialismo politico e l’attuale europeismo da ben più di un ventennio, allineato passivamente all’ideologia perniciosa globalista e volontaria, la fanno sempre più da padroni molto egoisti.
Ci si ricordi che il Cattolicesimo non è e non sarà mai a sostegno della “democrazia”, come “sovranità del popolo”. La sovranità non può che essere divina ed appartenere eternamente al Dio Creatore. Non a caso, prevedendo per le elezioni europee del prossimo anno in cui “sicuramente” si preconizza (e si spera) una sonora sconfitta della sinistre mondialiste e totalitarie dirigiste. Che invece stanno facendo un forcing legislativo per far approvare, con l’ancora traballante maggioranza politica di sinistra tuttora disponible, leggi assurdamente ideologiche. Che saranno messe prevedibilmente da parte in quanto completamente pazze e mai più immaginabili. Intrattenendo o aumentando così  la guerra politica, oltre a quella realmente e fatalmente guerreggiata. Fino alla devastazione previsibilmente distruttiva ed esclusivamente masochistica, per esempio, con la guerra in Ucraina, in piena Europa!
Si tratta pur sempre del solo territorio e delle ricchezze devastate e distrutte del Vecchio Continente! Il cui mito risale a quello greco del veloce toro mitico che folleggia con in groppa l’inebriata fanciulla, denominata più di tremila anni fa, Europa.
Mentre continua la demolizione, tutta da molto costosamente ricostruire con sacrifici immani e forse impossibili, di tutto il Continente. Nello sterminio voluto dall’America del nord, contro il Vecchio Continente, troppo concorrenziale per loro dominatori mondialisti, a livello del loro maxi-potere, ben politicistico.
E questo, già con una ultima strategia oculata di estenuante indebolimento, già molto in parte riuscita, con una almeno un’ultima quindicina d’anni di crisi economiche, sanitarie e bellicose, da almeno tre decenni fondate su tre linee già largamente sperimentate: le seguenti. Attraverso innanzitutto una ben nota politica coatta di immigrazione dal cosiddetto vecchio Terzo mondo, sempre anche artificialmente non solo sottosviluppato economicamente, ma affamato di benessere a gogò, non a fronte di sacrifici nazionali per loro, come per tutti, naturalmente faticosi (chiudendo o quasi anche l’immigrazione americana statunitense o quella nord-ovest ed est europea del nord), come prima linea.
Come seconda linea, dall’altra parte, con fughe verso gli stessi Paesi europei, troppo agiati a gusto anche della NATO, soprattutto rispetto alla sua dimensione economica. In piena crisi di indotta e programmata fertilità demografica da cinquant’anni, con popolazioni totalmente disgregate ideologicamente nella loro concezione corrente ed  edonista nelle sue Famiglie…
In terza linea, con molte guerre parecchio dispendiose (oltreché sempre terrificanti) al totale servizio delle spese permanenti insostituibili nell’armamento quasi esclusivalemente statunitense: nel suo strapotere gnostico già esclusivo culturale ed economico-militare sul mondo (in modo molto poco, naturalmente… pacificatore).
Il notevole manager televisivo italiano, Carlo Freccero, ha appena dichiarato che il grandioso funerale di Stato per Berlusconi a Milano, oltre che ad essere stato costituito come con un minimo riparatore di tutti i torti inauditi e anti-democratici inflittigli, non solo a lui, negli ultimi trent’anni, avrebbe segnato la fine di un’epoca. Malgrado i motivi certi di non doverlo obbligatoriamente amare, ma mai di poterlo condannare “legalmente” e illecitamente, come cinicamente fatto. L’Italia, con tali grandiose esequie ufficiali riparatorie e, soprattutto spontanee  (alquanto concretamente anche vendicative), è forse definitivamente uscita dall’era in cui l’edonismo epocale anche arrivista era alla portata o quasi illusoria di ognuno. Senza però la pur rara e fallace laboriosità lavorativa e collaborativa, anche politica, che ha dominato tutte le comunità internazionali, per quasi un secolo. Sebbene licenziato da Berlusconi e dal suo impero televisivo Mediaset fin dal 1992, Freccero non ha potuto soprassedere ai meriti “democratici” – prima di approdare in RAI – del definito correntemente “caimano” dal plurifallito ex-partito comunista italiano, il più grande partito comunista occidentale! Alla guida con tutta la sinistra, di fatto e ideologicamente, dell’establishment europeo.
La vittoria politica della detta destra italiana alle elezioni del 2022, per l’alquanto troppo ottimista manager, è certamente merito apparente del notevolissimo imprenditore milanese. Che, come ha sottolineato l’arcivesvono di Milano Delpini alla sua cerimonia funebre, presenta “molte luci almeno (in buona parte) quante ombre”…
Soprattutto sul piano politico in rapporto al Cattolicesimo.
Ma non sulla cosiddetta moralità personale e relazionale dal punto di vista, come comunemente l’opinione pubblica ha finito per classificarlo, sessuo-economico e generalmente edonista nell’invidia. Piuttosto che da quello, sempre più solo piuttosto poco sottinteso e privato personale, della molto dimenticata Dottrina Sociale della Chiesa cattolica. Sostanzialmente quindi perpetuata volontariamente gnostica.
Lo statalismo è la pratica più pubblica e sociale (ben altro che personale e privata!) che possa esistere! Esso non è che la pura e semplice sostituzione del Dio trinitario Re dell’Universo, con lo Stato assoluto mondialista, totalitariamente e razionalisticamente concepito in modo hobbesiano. Già dai tempi ovviamente del britannico Hobbes nel primo Seicento e, progressivamente adottato modernisticamente, a partire dei due primi scismi protestanti: detti moderni (quello luterano e quello anglicano). Con inoltre la rivoluzione francese, apparentemente tutta fallita e restaurata intrinsecamente, con il cosiddetto impero di Napoleone. Da allora il totalitarismo dello Stato, molto detto moderno e poco proclamato massone (sebbene sempre meno nascostamente), è diventato continuamente più esplicito e protagonista della più totale tirannia volontaria: insieme al fragile ultimo e comunque straordinario “progresso economico e industriale dell’Occidente”.

Non è il capitalismo a poter essere fiero dopo la confessione pubblica mondiale del fallimento del comunismo nel 1989-91. Il vero vincitore nell’era ormai del modernismo gnostico è la massoneria. Purtroppo anche nel Cattolicesimo

La tragedia è doppiamente completa: i massoni possono essere ben orgogliosi che la loro concezione totalmente antropologica, scimmiottata alla “bellemeglio” in rapporto a quella cristiana, infine nettamente e globalmente vincitrice nel mondo intero sulla Civiltà cristiana millenaria. Ma non solo, i massoni possono essere pure fieri di aver raggiunto il loro storico obiettivo perseguito da almeno tre secoli: senza che quasi nessun leader mondiale se ne sia chiaramente accorto, almeno pubblicamente: salvo vari Pontificati profetici.
Qual è il colmo di una stravincita totale? Che essa pervenga alla totale vittoria, ossia anche ideologica, con la persuasione della maggioranza schiacciante di tutto l’universo politico diventato così grande sostenitore della ideologia trionfante. Fino a non aspettarsi nemmeno superflui festeggiamenti occasionali!
Naturalmente, la strategia di conquista, dalla prima fondazione della massoneria inglese nel primo Settecento, non poteva essere più eccelsa: riuscire a scalzare in trecento anni o poco più, abbastanza silenziosamente, una Civiltà con l’ultima caduta del suo bastione apparentemente giudicato mondialmente imprendibile: soprattutto quello sempre leaderistico del Cattolicesimo romano!
Ma come ha potuto riuscire siffatta impresa, ritenuta “impossibile”, a realizzarsi quasi completamente, a tal punto che perfino Gesù ne aveva azzardato l’ipotesi storicamente anche precoce, teoreticamente sempre possibile, per cui al Suo ritorno, dal “più alto dei Cieli”, potesse ritrovare ancora una traccia dell’autentica Fede!
Questa curiosità non è nemmeno contemplata, come vedremo ancora, dagli uomini ora ecclesiatici della Chiesa cattolica. Che fino a qualche secolo fa, e degressivamente a pochi decenni addietro, nemmeno ponevano la domanda evangelica, apparentemente oziosa, critica e  intrigante. Ora che si è quasi completamente realizzata, almeno nella sua struttura portante, i più petrini illuminati dalla Sapienza divina possono già rispondere. Ed è quello che sta facendo da anni, non solo Stefano Fontana, a direttore (o segretario) come cattolicissimo dell’Osservatorio della Dottrina sociale apostolica di Trieste. È recentissimo un ennesimo suo preciso articolo-post pubblicato nei social ancora sulla massoneria.
La sua preoccupazione e capacità rara è quella di una sintesi, però sempre analitica, dei grandi filosofi cattolici, comprensivi di un giudizio fermo e netto sulla questione: cui il modernismo, per prima cosa, disabitua totalmente a fare.
La grande tesi, già inizialmente esposta anche in questo saggio-romanzo, desunta da tutta la filosofia costatativa dell’Osservatorio della Dottrina cattolica sociale, è quella dell’infiltrazione subdola del pensiero gnostico e anti-cristiano nel Cattolicesimo!  Quello di Satana, con questo nuovo metodo, diverso da quello umano luterano esplicito e sempre provocatoriamente pubblico (con tyanto di guerra). In cui è giunto a vincere malgrado tutte le opposizioni petrine dei Papi nei secoli.
Sebbene la massoneria, fondata a Londra nel 1717, può trovare le sue origini già nell’antichità, è nella Gnosi di sempre che bisogna cercarla. Essa si fonda sul principio per cui la religione – soprattutto quella cattolica, ossia l’ultima resistente sulla sua Salvibilità, ma in modo autentico – può pure essere ammessa con la sua religiosità ma solo personale (purché non diventi “pubblica”…). E non preveda o “imponga”, in tal modo, una metodologia politica che permetta di “impedirle” una salvezza detta esclusivamente “laica”.  Sarebbe, così nel potere degli uomini, che la Salvezza alberghi completamente nelle sue disponibilità!
E questo, malgrado che le sue organizzazioni, apparentemente contrarie ad ogni “oppio del popolo”, come con tutte le religioni (donde la definizione laicista del marxismo), permetterebbero la sola sua felicità…
La radicalità di questa concezione rispetto alla realtà della Creazione, dell’Incarnazione con la Morte e la Risurrezione testimonianti per millenni, non poteva essere idealmente minimamente rimossa…
Eppure è quasi già successo completamente! Soprattutto che è la stessa Chiesa cattolica che ha cominciato a non riconoscerla più sostanzialmente. Il sincretismo religioso, al massimo, è diventato il nuovo e corrente reale “Credo strisciante” del Cattolicesimo, che vede la manifestazione del Dio possibile e abituale ogni giorno, di fatto, alla portata di ogni uomo, credente o meno e perfino ateo.
Basterebbe essere “buoni” e grosso modo “pacifici”…
Tutta la concezione massonica, cioè costruttiva, dal francese maçon (muratore, il costruttore per antonomasia), che edifica, fabbrica, erige il proprio destino quindi  autonomamente e indipendentemente da tutto. Soprattutto dal Dio vivente e Cattolico!
La Chiesa cattolica attuale ha praticamente accettato tutto ciò senza dirlo, se non con moltissimi suoi “pseudo-teologi” addizionalmente eretici confermati. Che hanno realizzato nella loro filosofia mutuata dallo scientismo razionalista. Il quale avrebbe invece dovuto, umilmente ma autonomamente, essere al servizio sempre della sola e vera teologia.
Si è così iniziata la scissione, silenziosa interna in modo progressivo e in mezzo millennio, in compagnia degli scismi espliciti protestanti, detti moderni!
Inserendo così la filosofia atea adottata a mano a mano, all’interno della struttura Rivelata divina: che la Trinità aveva introdotto come avvenimento anche dirompente nella Storia. Non solo. La massoneria è riuscita così ad assumere su di sé millenni di incredulità e di negazione della realtà dell’Essere, per affermare ciò che anche l’intelletto umano aveva intuitivamente e, soprattutto, divinamente capito straordinariamente, secondo la vocazione originaria della e nella Creazione. L’illusione ha così preso il sopravvento rispetto, secondo i piani perversi di Satana e come angelo ribelle alla Verità di Dio, a tutta la dimensione religiosa anche inizialmente naturale dell’Uomo!
Ecco dove siamo giunti, soprattutto in questi ultimi decenni con l’ultimo Pontificato. Con l’installazione dei ribelli ecclesiastici riuniti in Svizzera a San Gallo, a cavallo del terzo millennio e, ben prima, a Davos. Per affermare come oggi, da più di dieci anni e quotidianamente, tutto il progranna scismatico e devastante massone che si sta completando e consolidando, pezzo per pezzo nei programmi dei partiti, anche i nuovi detti di destra.
E questo nella dabbenaggine dei “fedeli” gabbati nell’illusione anche degli una cum critici ma abbarbicati nelle regole formali, ma non come minimo concepibili e applicabili. Il dovere di una Fede critica impone ad ogni Cristiano, oggi soprattutto cattolico, di affermare la Verità evangelica ribadita dalla Tradizione del Magistero ecclesiale che ha aderito al Dogma divino della Verità Rivelata. Da approfondire, naturalmente, ma mai in modo contradittorio o men che meno antagonistico. Si tratta cioè di un obbligo per ciascun Cattolico. Il “non possumus” non é solo per il Papa, ma per ogni fedele!
La necessità eterna e intrinseca per la Chiesa di raccogliersi intorno al Papa è sempre subordinata alla riunione intorno al Dio vivente, sempre presente nella cristocentricità evangelica della Rivelazione e nella Tradizione petrina.
La quale sempre esiste, anche con un Papa eretico nella Fede. Nell’unica Chiesa della Trinità: la cattolica romana a cui ha promesso fedeltà, anche seppure a quella divenuta ad un certo punto eterodossa. Ma sotto critica umile e pregante.
Sarebbe tragico se si rinunciasse, anche minimamente, a testimoniare la Verità, per ogni fedele, al suo livello. Avviso a tutti gli “una cum” auto-ritenuti così falsamente coatti!
Ma tutte queste tesi qui presentate apparentemente “corsare” (alla Pasolini appena riportate in auge da un post di Peppino Zola, allievo liceale e seguace di don Giussani negli anni ‘50) o “complottiste”, sono il frutto del pensiero di chi?
Non certamente il mio originale: che non ho né titoli né talenti personali particolari.
Da quando avevo prima dei miei 14 anni, sono andato a lavorare come apprendista elettromeccanico a Bresso, alla ora grande periferia di Milano in una articolata officina di apparecchiature di tram; e i miei studi ufficiali terminati quando già ero sposato sono stati fino ad ottenere il massimo diploma di perito metal-meccanico, al Feltrinelli per 6 anni, tutte le sere fino alle 22h15, con il sabato a scuola nel pomeriggio. Fino a diventare, molto più tardi a Bruxelles, fondatore e CEO di una piccola impresa diventata internazionale su quattro continenti: ma in più di trent’anni di ben duro lavoro… Come tutte le citazioni o le parafrasi riportate in questo libro, i miei discorsi appartengono, il più frequentemente dei casi, a grandi e riconosciuti autori, soprattutto ecclesiastici.
In mancanza di genio, solo il lavoro applicativo e tenace vale e produce qualcosa.
In supplemento a tutti quelli citati, vi riporto qui sotto, come ulteriore esempio, un libro di un grande teologo francescano, padre Serafino Lanzetta, che ha scritto, ben riportato da “Corrispondenza Romana”, diretto da un altrettanto grande teologo della nostra epoca, Roberto de Mattei, “Il Papa e la Chiesa in un’ora drammatica della storia”, Edizioni Fiducia, Roma, 2022… Oppure il Manifesto di “Correctio filialis” (Correzione filiale) al Papa, da parte di 40 studiosi fedeli, diventati rapidamenti 200 firmatari, che chiedevano invano, già nel 2017, di “rigettare le eresie e gli errori promossi”. Invano, fino ad ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il segretismo efficace del “deep State” (Stato profondo) da almeno un secolo

 

Il totalitarismo tirannico e ideologico attuale del Forum di Davos ha avuto una origine – lo si sa – a partire dallo Stato assoluto di Hobbes del Diciassettesimo secolo.
Ma è con lo Stato “moderno” e ben  modernista in atto che ha assunto le sue attuali caratteristiche potentissime, dittatoriali e implacabili. Mondiali e trans-umane chiamate “deep State” (Stato profondo) purtroppo razionalista.
Una svolta decisiva la si è registrata con il già ennesimo organismo mondialista, per esempio il Club di Roma che, negli anni ’60 diretto da Peccei, aveva già teorizzato la “crescita zero” in economia mondiale e, nei costumi sessuali (attraverso, la teorizzazione pratica dell’eufemisticamente chiamato poi “inverno demografico”) con la pillola anticoncezionale e con la legalizzazione dell’aborto.
Il tutto, secondo il rivoluzionato e libertino modello americano immorale e dissennato di Kinsey. Si trattava di una fase raggiunta intermediaria delle prime teorie massoniche e malthusiane inglesi del cosiddetto “scientifico” scientista Malthus: già mondialista ante litteram, totalmente o quasi, ancora abbastanza discreto se non generalmente segreto per i più, del primissimo Ottocento. All’indomani cioè della rivoluzione illuminista francese, già apparentemente rinnegata politicamente dalla restaurazione imperiale e monarchico-imperiale napoleonica, a meno di una quindicina d’anni dall’entrata in funzione della ghigliottina seriale.
Saremmo arrivati, in modo ininterrottamente progressivo, fino a Davos, con una costellazione di organismi che, via via, si sono formati con una ideologia dal doppio binario, valido ed esplicito, progressivamente per le dirigenze in formazione e sempre più massificate soprattutto da tutti i media. Diventati così loro stessi i famosi persuasori occulti o inconsapevoli – ma sempre più arroganti – per conto delle élite politiche ristrettissime, già con compiti dirigenti e decisionisti.
Fino a giungere a organismi tutti cosiddetti democratici, realmente però massoni. Come ad esempio l’attuale Unione Europea, l’ONU, l’Unesco, l’Interpol (fondato dai primi nazisti in Austria negli anni ’20 e annesso all’Occidente, per giungere all’attuale sede mondiale a Lione, in Francia ben dopo l’Anschluss: l’annessione dell’Austria alla Germania  di Hitler del 1938). E i vari altri “gruppi” mondialisti progressisti alla Blinkerberg… a cui sono associati ora anche e perfino vari presentatori televisivi insospettati gnostici dai più… L’obiettivo attuale di questa oligarchia mondialista che già è alla guida da molti anni della politica mondiale e nazionale per ogni Paese, con poteri extra-politici, solo economici e detti “culturali”, è la “digitalizzazione coatta e internazionale ricattatoria”!
Si tratta del piano mondiale per cui, sul sistema cinese del controllo personalissimo, è già giunto a livelli di asservimento totale per cui dal “Green pass” fino a quasi al pagamento arbitrariamente autorizzativo di ogni prestazione economica, comprensiva delle private. L’inferno della digitalizzazione e dell’estorsione “soft” permanente, non solo economica, ma premiale e sanzionistica giudicata da organi burocratici pure automatizzati. Ovviamente anche da “intelligenze artificiali”, escludenti con un click, dalla proprietà e dal possesso legittimo per ogni cittadino!
Questo obiettivo progettato e ribadito, meccanico e infernale, non si accontenta di funzionare attraverso l’esercizio della forza e della violenza, ma fonda la sua pervicace e orrenda funzionalità sulla mistificata… “razionalità”. Naturalmente razionalista e poliziesca, strutturalmente organizzata con cascate di obblighi concatenati ad hoc. Dopo essere stati integrati digitalmente nelle memorie informatiche dei consumi e dei vaccini (non importa se pericolosi fino alla morte – come già fatto –  provocato e ottenuto) si può essere esclusi informaticamente da ogni libertà individuale, controllata anche dai propri simili e familiari…!
Avrete tutto in affitto, sarete sani fisicamente e felici spiritualmente”, ripetono le sirene mondialiste cosiddette del Reset svizzero.
Intolleranti sempre più verso chi avrebbe residui di libertà personale non massificabile. Tutto sarebbe sottoponibile anche con un semplicissimo intervento  automatizzato da semplici meccanismi consequenziali rispetto al comportamento sociale. Naturalmente, il denaro contante sarebbe abolito a favore dell’obbligo a utilizzare solo denaro informatizzato, quindi direttamente controllato.
Non si avrebbero più proprietà personali, né vendibili e né trasmissibili ovviamente per eredità. La Famiglia sarebbe così annientata sul piano anche della fattualità ed esisterebbe solo il divenuto totalmente idolo dell’individuo già in essere individualizzato, “libero di fare quello che vuole”: ma solo all’interno delle possibilità non-negate per “ribellione”…
Ovviamente tali regole totalitarie, mai nemmeno immaginate dai più feroci tiranni della storia, varrebbero solo per la ridotta umanità all’attuale 50% (come all’inizio dell’800, in quanto il pianeta Terra non prevederebbe “razionalisticamente” e con calcoli detti scientifici, più della metà dei suoi otto miliardi attuali di uomini: limite massimo attuale a quattro miliardi – dicono – di “saturazione di densità economico e ambientalista”!
Già in corrispondenza con l’illuminismo della rivoluzione francese, i malthusiani scientisti britannici (divenuti oggi innumerevoli e maggioritari)  avevano sentenziato che il miliardo di popolazioni allora presente al mondo dovevano essere già ridotti alla metà. La cosiddetta ragione di codesta affermazione consisteva nell’idea che la Terra fosse ben incapace (razionalisticamente in modo ovvio) di nutrirne di più!
Mentre tutti sappiamo (beh, diciamo che pochissimi in realtà sanno) che la FAO, nel 2015, ha dichiarato che la “fame del mondo” era stata virtualmente debellata anche con l’aumento della popolazione già superiore a… sette volte quella del primo Ottocento! E questo già con una produzione superiore a una volta e mezza (sì, sì, un rapporto del 150%!) a quella necessaria per sfamare tutte le popolazioni del mondo: la fame sarebbe cioè stata da molto tempo annientata se ancora guerre, cattive distribuzioni e soprattutto lo spreco inaudito del cibo in Occidente sarebbero stati evitati. Il razionalismo è micidiale!
Si era detto che eravamo governati da matti! Ma chi li porta e sopporta al potere?
Le nostre masse abbrutite dal rifiuto della Trascendenza e di Dio!
Sia democraticamente che per via equivalente dittatoriale.
Altrettanto ovviamente, una classe formata dai “migliori individui per cultura elitaria e per possesso decisionale di tipo razionale“ (leggi razionalistico!) avrebbe tutti i privilegi cui gli altri sarebbero esclusi per “cosiddetta giustizia” mistificata…
Ci si potrebbe chiedere se l’inferno dei ribelli rivoluzionari di Satana (molto “normo”-comportamentali e comuni di quanto non si pensi abitualmente!), possa essere anche solo pensato! Ma come riesce siffatto sistema mondialista e razionalista ad imporre tutta la sua mostruosa ideologia?
Non essendo fondato sulla Verità, che ognuno sa che si impone da sola “col tempo che – si dice – è sempre galantuomo”, giunge al suo fine abietto con un metodo fondato su due corni. Il primo corno è la sostituzione, per l’appunto sistematica, dell’unica Verità eterna e divina. Con l’opinionismo relativistico fondato sulla cosiddetta ricerca solo filosofico-scientifica ed esclusivamente umana della verità (concepita però non esistente e sempre in divenire). Mai Rivelata, anzi negata, divinamente dal Cristianesimo!
Il secondo corno è costituito dal potere della pazienza diabolica nel tempo di propaganda continua, fondata sulla diligente tenacia dei secoli nell’insistenza ripetitiva. Malgrado la sua inconsistenza anche solo filosofica propria del razionalismo presentato riduttivamente mutilato della vera e completa razionalità divina.
Questo secondo metodo, del resto, assicurerebbe la vittoria della Verità che invece sola “rende Liberi”. Il Dio trinitario da sempre l’ha voluto così, malgrado il Peccato originale che l’affligge, anche apparentemente nella sua definitività tragica e quasi senza Speranza, con la sua debolezza vincibilissima per Fede!
Questa è la ragione razionale per cui hanno torto gli uomini che soccombono all’idea della sconfitta “definitiva” del Cattolicesimo e della “vittoria soggettivamente certa” del modernismo sincretista, antropologicamente lobotomizzato. La forza vincente della Fede è infinitamente incommensurabile con le certezze anche sempre provvisoriamente evidenti nella fattualità più incombrante. E diabolicamente convincente nel provvisorio. L’ambizione del consenso attivo da parte dell’Uomo, in cui tutto lo indurrebbe a coltivare l’idea della sua vittoria solamente antropologica, è falsa! Quella del suo cosiddetto “pensiero”, detto dai critici cattolici contro l’Evidenza prima ed ultima della sua Libertà, pure sopra-naturale ed eternamente metafisica!
Per cui, non c’è dubbio possibile: Davos non vincerà, anche se ci si è già avviati masochisticamentente verso il vero inferno operativo su Terra. Che, come sempre, esiste almeno in nuce e inizia in questa vita.
Non a caso, assieme alla falsa idea per cui la cosiddetta Misericordia di Dio prevederebbe pure l’”inferno vuoto”, come ripete Papa Francesco sangallista: la Salvezza escatologica dell’Uomo sarebbe assicurata indipendentemente dalla sua fede rahneriana, comunque intrinseca alla sua natura concepita e testimoniata sola umanamente.
Ecco la prima tesi che divide oggi il mondo, solo discretamente, in due fazioni ferocemente e come non mai opposte negli esiti, anche più inimmaginabili infernali.
E non è solo una quetione di apparente contrapposizione tra “apocalittici e integrati” detti sempre ottimisti dal nichilista Umberto Eco…
Siamo entrati nell’era della Verità totale non nuova perché Rivelata e profondamente veritativa. Dove l’evidenza si fa sempre più visibile e dove la Libertà dell’Uomo si gioca completamente nel suo destino correntemente più contrario e avverso.
Senza nessuna possibilità di mediazione. La catastrofe totalizzante della distruzione totale dell’umanità non è una metafora detta teorica, intesa nel signifiato modernista del termine, cioè fittizia e contraria rispetto al reale! Ma nel suo senso originale greco di “theoréo” (presente indicativo di osservare) in cui si costata il… reale! Sorgente di concretezza e completezza costitutiva della realtà, di tutta la realtà.
Tutti i vecchi ciellini (ancora rimasti) si ricorderanno del don Giussani dei già primi anni ’60 quando, nelle non solo sue Scuole di Metodo in sant’Antonio la domenica mattina, per spiegare il termine moderno “teorico”, egli ricorreva al suo etimo greco antico per ricollegarlo, all’opposto del suo significato modernista indicante l’inverso: di “sostanzialmente contrario all’esistente” e al “reale”!
Tutta la religiosità si fonda sul senso completo umano e divino, immanente e trascendente di realtà, di tutta la realtà completa.
Il “deep State” significa, ovviamente al contrario, l’ideologia: ossia la visione astratta, immaginaria e perversa del giusto reale confacente, apparentemente solo all’umano!

 

 

Il totalitarismo digitale come modello globale e mondialista del potere, detto da Matteo D’Amico “impuro”. Proprio della nuova era, ultima e già futuribile, dopo il post-moderno

 

Dopo il “moderno” nato concettualmente nel Rinascimento, come abbiamo visto, è venuto il modernismo, sia nelle società civili che in quelle ecclesiali, con i due grandi scismi moderni: il luterano e l’anglicano. Per poi addivenire, dopo più di quattro secoli di grande sviluppo tecnologico, al post-moderno compiuto in cui si è iniziato – soprattutto sul piano come al solito filosofico all’insegna della Tecnica – a rendere evidenti il grosso della sua crisi detta esclusivamente antropologica.
Avendo così eliminato (molto apparentemente) Dio non solo dalla vita pubblica ma, inevitabilmente, anche da quella privata e, col tempo, pure intima.
Ovviamente tutto questo, in modo conseguenziale, fattualmente con molta rapidità di vari decenni. La cancellazione del Dio e della Fede dalla dimensione politica ha fatalmente portato a quella che è stata chiamata l’eclissi della Ragione, grazie anche a un famoso libro critico del 1947 scritto in inglese da Max Horkheimer, della Scuola di Francoforte a Oxford (Eclipse of reason). Nell’era già iniziata del razionalismo ovviamente acefalo, quindi dissennato!
Ma già si è preparata nell’ultimo mezzo secolo, prima sul piano del pensiero, poi in modo accelerato anche in pratica, spostando il controllo nel suo obiettivo, ossia il vero potere sempre più oggettivo e automatizzato.
La prossima tappa, molto probabilmente, sarà quella dell’utilizzo subordinato e ausiliario dell’impiego esplicito e molto generalizzato dell’intelligenza artificiale: già molto avanzata sul piano del razionalismo sebbene solo esistente in quanto unicamente programmabile dall’uomo!
Tra i divulgatori indispensabili alla causa, sia come promozione che come consapevolezza di avanzamento, ecco i cosiddetti scienziati della digitalizzazione.
La questione in gioco è quella del potere totalizzante. Quello che Matteo D’Amico chiama “impuro”: il potere “liquido e cangiante – egli comincia a precisare alla maniera di Baumann – capace di penetrare capillarmente in ogni istituzione, di pervaderla e modificarla a sua insaputa”.
Una forza di cui non si è mai sentito parlare, ovviamente, nella storia.
Ma prima vediamo chi è il D’Amico in questione. È un professore milanese di liceo, anzi ambrosiano perché cattolicissimo. Che insegna ad Ancona, di mezza età e immediatamente identificabile perché longilineo, emaciato e in continua tosse da anni!
Molto vicino alla Fraternità san Pio X, dove da molto tempo tiene la conferenza finale al Convegno di Studi annuale a Rimini, strabiliando sempre tutti per la sua capacità sintetica e analiticissima, sui temi sorprendentemente principali del Cattolicesimo. Con un rigore, una professionalità e una acutezza che sembrano – dopo che ne ha esposto le tesi – le più semplici al mondo. Dopo esserne stati sbalorditi per la loro documentazione accuratissima.
È, ad esempio, famosa la sua analisi particolareggiatissima della cronaca delle prime “apparizioni a Medjugorje” in cui, senza aggiungere alcun commento personale (!), in modo perfettamente evidente e logico, ha desacralizzato, in via realistica e definitiva, gli pseudi-avvenimenti e i loro contesti come se li si osservasse attentamente da vicino. Naturalmente senza toccare la Fede dei successivi pellegrini…
La sua cultura da laico sposato e cristiano apostolico è profondissima, con una capacità pedagogica assolutamente deideologizzata attivamente di ogni orpello e strumento, anche lontanamente  manipolativo.
Ho un solo rimpianto nel descriverlo: non averlo mai potuto incontrare personalmente ma solo visto e letto nelle molte sue conferenze su Internet.
Un vero portento, rarissimo lettore in varie lingue della letteratura critica cattolica e scientifica: la più alta e ortodossa al mondo! Tiene anche una rubrica per la Radio Buon Consiglio e tutti i media di opposizione culturale se lo contendono, soprattutto quelli religiosi.
Un vero mistico contemporaneo che coniuga la dimensione pubblica a quelle più sofisticate intime nella costante ricerca logica e teologica. Ossia nella divulgazione di ciò che viene chiamato il “totalitarismo digitale”, tra i critici cattolici più autorevoli tradizionali, è forse il più esperto in Dottrina storica ecclesiale.
Egli presenta e spiega il mondo che già sta “inverandosi” nel falso a partire dall’“insieme di tutti i dati emergenti di acquisti in Rete, musica e spettacoli scaricati, reti di amicizia, telefonate, foto e immagini personali, pratiche mediche, viaggi…”.
Questa citazione di una delle sue numerose conferenze del già 2018, spiega il significato del “Big_Data” con l’osservazione per cui, nel mondo“ogni minuto vengono emessi 300.000 tweet, spedite 204.000 mail e effettuate 2 milioni di ricerche Google”. Per cui “negli ultimi anni la capacità di archiviare informazioni è aumentata di 50 milioni di volte”!
Le società informatiche d’informazione conoscono di noi stessi più di quanto e meglio noi “conosciamo […] sino a punti di vista ormai limitati anche nelle notizie. Questa è sorveglianza”.
La determinazione della nostra esistenza è giunta ad un punto tale che si usano già “complessi algoritmi di cronaca nera, di sport, sull’andamento della Borsa …”: altro che sondaggi d’opinione!
Una nuova psico-polizia del Big_Data è già nata per occuparsi pertinentemente dell’esistenza già massificata da quasi un secolo in tutto l’universo. Anche in quello più arretrato e sottosviluppato dell’ancora detto “Terzo mondo”, che guarda, certamente per non molto tempo, nella miseria ignorante, tutti i canali televisivi occidentali. “La realtà – scrive ancora D’Amico –  è che nulla è controllato come il flusso di dati in Internet e nessuno strumento impone un pensiero unico e omologato con la stessa efficacia”. Il tutto mentre l’Europa intera, con evidentemente in testa anche la stessa Italia cosiddetta intellettuale e ancora in una maggioranza schiacciante di media mainstream, continua a temere un ancora movimento fantomatico storico popolare, più avanzato di quello stranamente filosofico e politico. Definito come abitato dal “pericolo fascista”: si è superato così il ridicolo (dopo quasi 80 anni dal suo clamoroso fallimento storico)!
Con una destra che, per paura di non essere riconosciuta per quella che realmente è (e che lei stessa non ha ancora capito di essere veramente), cerca disperatamente di allinearsi ai princìpi politici politicanti obsoleti della sinistra gnostica, polticista e mondialista. Terribile!
Ecco perché, come detto e ridetto da Davos, al nuovo potere digitale mondialista non può interessare che molto marginalmente, solo cioè da un punto di vista fenomenologico, che vinca la destra o la sinistra nelle attuali elezioni politiche e nelle compagini non solo europee ma anche americane del Nord e pure del Sud…
E nemmeno troppo della guerra tra Occidente e Oriente, oppure per la molto lontana dall’Europa terra australe, se non dal punto di vista meramente economico dell’industria bellica…
L’impurità del potere digitale presentato dal D’Amico (vien voglia di citarlo a lungo) è talmente incommensurabile con i criteri politici attualmente ancora in auge, che tutto sembra contro questo e vecchio paradigma culturale, nell’inadeguatezza totale.
Una ultima e veloce sua citazione: “La digitalità, ovvero l’invasione della vita delle persone con strumenti digitali portabili e collegati a Internet, sta producendo una vera e propria rivoluzione nei costumi. Nascono nuovi tipi di giovani, come i famosi Hikikomori – termine che significa ‘stare in disparte’ in giapponese – : ragazzi e adolescenti che si isolano completamente dal contatto con gli altri per limitarsi a comunicare attraverso i social e la Rete”.
Mi dispiace in ogni caso chiudere questo capitoletto senza testimoniare neanche minimimente della pura cattolicità del D’Amico. Trasgredirò dunque a quanto appena affermato circa l’ultima sua citazione, riportandone ancora un piccolo paragrafo sulle direttive da lui indirizzate ecclesialmente ai militanti della Fraternità Pio X, al loro convegno annuale del 2018, a Rimini: “Solo la Chiesa Cattolica, nella misura in cui finirà la crisi che la sta travagliando, potrebbe avere la forza di denunciare, sfidare e combattere il mondo che sta sorgendo. Ma i singoli cattolici coscienti della situazione tragica in cui versa il mondo, già ora hanno il dovere di combattere con tutte le loro forze, strigendosi intorno all’altare e alla Santa Messa di sempre, dando l’assalto al Cielo con il Santo Rosario, implorando Dio di concedere loro un desiderio sincero e sempre più ardente di santificarsi.
Parlare del totalitarismo gnostico di Davos senza mettere in evidenza il determinante e terrificante potere della digitalizzazione informatica mondialista, è come parlare del ’68 senza citare il peso della pillola contraccettiva!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’avvento dell’era del “politically correct” come inizio, o piuttosto come fine provvisoria, della politica razionalista e politicista nel già secolare modernismo

 

Era fatale che, all’incirca negli anni ’80 del secolo scorso in Europa, si giungesse all’aberrazione di quella che si è chiamata, con la tipica nozione inglese e massonica, il “politicamente corretto”, come svolta pseudo moralista e rivoluzionario-ideologica dell’immanentismo politicista di massa. La separazione tra il politico e i suoi princìpi fondanti si conclude con la separazione recondita tra Fede e Ragione che né è sempre l’origine principale e globale!
Si era cominciato molto prima con le puntualizzazioni materialiste e con le già decise introduzioni dell’ideologia filosofica dell’esclusivo pensiero immanente, perfino e soprattutto nella teologia cattolica. Tutto il movimento scissionista del sedicesimo secolo (sia luterano che anglicano) altro non era che già l’introduzione di fatto di un pensiero devirilizzato della sua potenza ontologica, naturalista e giusnaturalista.
Il tutto affermando, giust’appunto, la separazione tra visione religiosa, ridotta alla sua dimensione sempre subordinata del privato e dell’intimo, rispetto al pubblico.
Molto prima, non si diceva nulla contro la religiosità in sé, ma la si relegava strutturalmente, nella misura e nella esigua mole esistenziale personalista (di origine francese nel ventesimo secolo).
Però, quando mai Gésù è stato intimista se non supremamente anche psicologico, secondo il suo significato originale non… “psicanalitico”?
La Sua Vita evangelica, compresi i pochissimi episodi precedenti familiali conosciuti, sono sempre stati compiuti sotto il sole del pubblico. Il Cristianesimo è sempre stato la Religione pubblica e del pubblico ben disposto e finalistico. Era quindi fatale che anche il modernismo fosse destinato alla medesima dimensione: evidentemente quella pubblica, con conseguenza automatica per quella detta privata e intima.
Solo che, come lo psicologismo, il cosiddetto privato non può fare a meno della  sua caratteristica pubblica: si doveva – come sempre – addivenire a una formulazione inevitabilmente politica. Le tre dimensioni sono strettamente legate dalla Verità della loro unità religiosa, come la Fede con la Ragione!
Per cui – in mancanza d’altro – il detto politically correct non poteva che concretizzarsi nel più bieco e completo antagonismo con la visione religiosa e fatalamente cattolica. Non a caso i primi grandi filosofi dell’ateismo politico continuavano a dichiararsi personalmente credenti!
Per ben capire il politicamente corretto, bisogna partire dai suoi fini ovviamente nascosti o inconsapevoli, come tutti gli obiettivi via via raggiunti dalla massoneria internazionale. Comprendente questa, sia coscientemente (molto raramente!) che senza alcuna consapevolezza (come al solito, in genere!) i suoi neo-fedeli sono però fedeli contraddittoriamente anche al Cattolicesimo, oltretutto mal compreso.
È questo il motivo per cui, per esempio, l’anglicanesimo scissionista è sempre rimasto nei fatti e per parecchio tempo, alquanto piuttosto  tradizionalmente… cattolico. Oppure in modo per un lungissimo periodo, scimmiottisticamente… romano!
Il futuro inglese cardinale Newman – fatto anche santo nei nostri ultimi anni, dopo ben più di un secolo dalla sua conversione attiva al Cattolicesimo, che sempre aveva professato senza (troppo) saperlo – era stato già sottilmente (o grossolanamente) perseguitato paradossalmente anche dal clero romano. Di mentalità, questo, piuttosto arretrata, che l’aveva destinato alle pulizie in ginocchio del pavimento di Santa Croce a Firenze: corvée accettate, peraltro, pure di buon grado per personale penitenza, in pieno Ottocento, dal grande teologo e santo britannico.
Così, molto prima del suo uso abbastanza corrente del politically correct, già negli anni ’30 in America del Nord, si dovevano già leggere le “correttezze verbali” che sarebbero diventate negli anni, anche in Europa, la vera dittatura di una falsa nuova cultura. Che non faceva che ricalcare quella evangelica contro i pregiudizi razziali, etno-religiosi, di genere, di età, di disabilità fisica, psichica… Si è così ora invasi dai diversamente abili contro gli handicappati, da operatori ecologici invece di spazzini, di non udenti al posto di sordi… contro sia la destra che i liberali di sinistra (i woke). Un vero e proprio trionfo dell’oscurantismo linguistico il cui scopo è ben altro: l’uniformalizzazione del linguaggio comune alla nuova, piuttosto già vecchiotta e scontata ormai, del modernismo assuefatto alla norma comune di falsa continuità.
Tutto il politicamente corretto viene ora utilizzato come insulto ideologico!
Fino all’uso dello “speech code”, il regolamento (!?) di condotta verbale, diventato ridicolo per certuni e offesa indelebile per ben altri, “certificati” così moderni: come i  nuovi talebani dinamitardi di opere d’arte religiosa a loro avversa e idioti avveniristi.
I Cattolici, almeno ancora una parte comunque importante, per non essere da meno (come da copione costruito e dato a rovescio) sono contro “la preghiera” degli studenti e dei bambini in classe, contro “il presepe”,“le processioni” e tutte le manifestazioni pubbliche della loro religiosità.
Contro la Carità in luogo della generica beneficienza borghese. Con anche i canti decisi da non si sa chi perché contro quelli tradizionali oppure invece religiosi.
Sono così sicuramente favorevoli a quelli dell’industria dello spettacolo dell’oscenità sia, sentimentaloide che sessuale…
Pure per i bambini orribilmente sessualizzati contro-natura dai militanti LGBT, perfino illecitamente nelle scuole!
Una vera e propria occupazione totale e totalizzante della religiosità ricalcata a rovescio dalla stupidità superficializzante criminale del modernismo!
In realtà, quello che si installa così è il relativismo minimamente e indispensabilmente necessario, ma prototipico per tutti, della cosiddetta democrazia moderna, assolutizzata a idolo della modernità impazzita. Tutti politici di professione (un’altra idiozia modernista: la politica non dovrebbe mai essere solo professionale), non ci si meravigli se siano diventati – come si dice già spesso – totalmente matti!
Tutti in corsa a sopprimere pubblicamente supposte ostilità verso altri e verso altre convinzioni ideologiche, non realmente offese ma solo immaginate tali preventivamente. Come se il confronto con la Civiltà veramente cristiana (cattolica!) possa nuocere al dialogo.
Che invece si fonda indispensabilmente sul confronto, per definizione, almeno con “l’altro da sé”. Non a caso il Papa attuale ha dichiarato più volte che non bisogna “anti-evangelicamente” professare la missionarietà. Come se il farlo ridurrebbe, piuttosto che aumentare, almeno le  possibilità dialogiche e interlocutorie!
Il vero problema è la “vergogna di Cristo” di cui parlava spesso don Giussani, l’unico vero Uomo, divino naturalmente, come pure tutti e ognuno pure ontologicamente. Vocazionalmente diventati operativi anche con il politically correct, di cui non si è neppure completamente convinti.
Così tutto contribuisce a rendere normale ciò che normale non potrà mai essere.
Solo la “Verità rende liberi”, questo deve essere al contrario proclamato giorno e notte: “opportunamente e inopportunamente”, ripeteva san Paolo, il più grande e intelligente per Grazia di Dio di tutti i santi della Storia ecclesiale.
Vorrei ricordare qui una giornata abbastanza standard per settimana del Movimento cattolico di don Giussani all’inzio degli anni 1960: di Gioventù Studentesca e di Giovani Lavoratori (prima della rifondazione in Comunione e Liberazione), in cui le attività fondamentali caritative e missionarie erano la Bassa, le partenze e le attività missionarie in Brasile. Rispetto a ciò che veniva chiamata l’”esperienza” di base del Movimento, seconda gerarchicamente solo a quello di Lefebvre nel secolo scorso.
Si partiva, almeno nel mio Raggio, verso le 13 dall’estrema periferia nord di Milano con il bus, la C, verso Porta Volta; si prendeva poi il tram fino a Porta Romana e quasi Vigentina (quella che era chiamata la “circolare interna”), per poi salire sul pullman che ci portava in Bassa, nell’interland sud milanese, dei paesotti e delle cascine agricole: per fare compagnia religiosa e umana alle comunità locali contadine, soprattutto di giovani e bambini. Verso le 18, dopo le preghiere del caso, si rifaceva il percorso inverso. In tutto devi calcolare più quattro che tre ore in aggiunta alle fondamentali tre abbondanti nella convivialità caritativa da parte di più di mille giovani per giorno festivo, tutti militanti GS e GL, con “l’altro da sé” della domenica pomeggio in Bassa. Quello almeno isolato e negletto della cosiddetta Bassa padana perlopiù contadina.
La sera, alle 21, tutti al Centro Sociale della Comasina per il Raggio settimanale, dove si raccoglievano pure le “decime”, come nel Medio Evo, di quanto si era guadagnato in settimana, per sostenere il Movimento e il suo Brasile missionario. Dove periodicamente partivano vari militanti di GS e GL per anni o definitivamente.
Ah, quasi dimenticavo, tutte le stesse domeniche di prima mattina, alle 8h30, si era già partiti per la Messa centrale a Piazza Santo Stefano o a Sant’Antonio (situate nella zona Duomo, in centro). Per poi alle 10h30, tutti a seguire intensamente la Scuola di Metodo, tenuta da don Giussani stesso, per una buon’ora e mezza comprese le domande e la discussione…
Con l’altra Messa al giovedì sera alle 19 h e varie riunioni di preghiera insieme o da soli (si dicevano tutte o quasi le Ore della Chiesa, anche noi di GL che lavoravamo); con incontri culturali e teologici le altre sere: si completava così il nostro programma settimanale.
Ovviamente, per gente come me, lavoratore e studente (a Milano eravamo più di settantamila!), tutte le sere fino a dopo le 22 e il sabato pomeriggio (dalle 14 alle 19h45): scuola! Ho frequentato per sei anni il Feltrinelli serale per diplomarmi “Perito metalmeccanico” nel 1969.
Mentre durante il giorno lavoravo 44 ore alla settimana compreso il sabato mattina, in quanto le “quaranta ore subito!” allora rivendicate, non erano state ancora sindacalmente ottenute: il “miracolo italiano” produttivo non aveva altri segreti!
Ma sì, esso era fondato sul lavoro di tutti i famiglia.
Mio padre, ad esempio, era infermiere dei pazzi (veri o finti matti) in ospedale psichiatrico, faceva il falegname e lucidatore di mobili a “part time” e suonava i timpani nella banda a Milano dell’Amministrazione provinciale: in nero o quasi  naturalmente. E varie sere al mese in Svizzera in orchestre locali, nel Canton Ticino come percussionista, con altri suoi colleghi allora chiamati musicanti… Ci si recavano in lambretta e in vespa (a un centinaio di chilometri)…
È così che si potevano pagare le rate dell’appartamento acquistato in proprietà!
Sono in ogni caso ancora vivo a quasi ottanta primavere già vissute, senza alcun rimpianto. In famiglia a Bruxelles da più di quarantasei anni. Con una figlia poliglotta che ha ripreso la mia ditta internazionale (mentre scrivo queste memorie) e ormai solo da qualche anno, come semplice pensionato (un po’ fisicamente scanchignato, naturalmente). E non posso ora che proclamare ancora la santificazione di tutto il lavoro: il Lavoro “Tutto reso Spirituale”, che la vita ci offre per strapparci dall’abbrutimento e dall’animalità molto darwiniana.
L’esperienza, quella che di solito viene oggi attaccata anche dagli una cum pure i più petrini, che hanno invece alquanto orrore del lavoro, ora anche di… 35 ore per settimana, non solo in Francia. Soprattutto per i bambini, che secondo loro dovrebbero solo giocare… Ci si ricordi piuttosto che le le prime comunità esistenziali del Diciottesimo secolo in Francia, prevedevano educativamente e in modo pedagogico, il lavoro dei bambini, perfino nella attività di pulizia e di riordino dei vasi da notte nelle comunità dei Falansteri… Naturalmente tale lavoro educativo, non deve essere ovviamente massacrante e perverso, per l’età tipica del gioco, descritto dall’olandese Huizinga, nel suo libro “Homo ludens”! Ma, sempre misurato e adeguato (con tutto il suo aspetto pure socialmente giocoso), non può che essere formativo e pure piacevole…
Si guardino piuttosto i risultati della penosa laboriosità, detta obbligatoria (!), dell’attuale gioventù educata nel cosiddetto lusso straccione e apparente del iperluddismo infinitamente illusorio e alienante. E non solo…
Il lavoro, nella mia infanzia, anche purtroppo per pura necessità generalizzata ed economica (nel secondo dopoguerra!), non era altro, finalmente e di fatto, che la ricerca ontologica e divina del rapporto in ultima o prima analisi con l’infinito, che tutto “l’altro da sé” religioso poteva sprigionare nella continuità.
E non solo sperimentazione dal basso solo umana e disumana. La quale non mancava mai di energia vitale per essere vissuta, contrariamente ad oggi nella cosiddetta “depressione” giovanile endemica da burn out, o con quale altra diavoleria la si chiami!
Come raccontare queste cose al giorno d’oggi ed essere compresi e creduti dalle masse affaticate a priori nel “nulla spiritualista” dell’antropologismo generale e coatto?
E nell’assurdo e irragionevole politicamente corretto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La riabilitazione di Berlusconi da grande perseguitato politico è avvenuta con la sua morte. Ma il problema resta l’uscita dalla falsa alternativa tra il “liberalismo” totalitario soft e il collettivismo comunista cinese e tirannico

Più di 130 capi di accusa (!) finalmente tutti supposti reati, ma assolti o legalmente decaduti in tre decenni con una sola condannetta, certificata praticamente come marginalissima e pure falsificata, solo fiscale e minima: con la confessione dopo molti anni da parte di uno stesso magistrato, Palamara, allora anche corrotto come moltissimi altri che facevan… legge nel Belpaese.
Una sola piccola condanna sedicente per una perifericissima ed esigua detta “frode fiscale”. Da parte del più grande contribuente italiano (!), già supercontrollato in un generale clima di corruzione. In ogni caso, una su 130!
In una vita intera di minacce e accuse, tutte praticamente e giuridicamente finite nel nulla di fatto, ma comunque stravolgente. Perdipiù teledecise dal solito potere complottista e partitico magistraturale oltreché ideologico sinistrese!
Questa vera opposizione, già illegittimamente e pure illegalmente precostituita, forma la vera e sostanziale storia della politica italiana e non solo europea (almeno occidentale) dell’ultimo mezzo secolo e più.
Quanto visto nei capitoletti precedenti, non è altro che una serie di espressioni fenomenologiche solo conseguenti al vero nodo storico ancora irrisolto e madre di tutti i problemi politici in campo, anche nel mondo intero: dagli Stati Uniti al Brasile e fino alla Cina e a Mosca!
Questi, non solo sono irrisolti, ma nemmeno mai neanche visti pertinentemente e comprensibilmente capiti nel Vero, almeno sul piano intellettivo pubblico, da più di un centinaio d’anni in tutto l’Occidente: sotto l’impresa del malaffare massonico. Tutto ciò sembra incredibile!
Purtroppo la cosa è di una verità che la dice lunga sulla tragedia, almeno ancora attuale, manifestata nella cultura mondiale e universale malvagia, propria nell’orizzonte attuale anche del mistificato Cattolicesimo universale ufficiale.
La realtà di questo problema fondante e originaria è insita nell’assoluta irresponsabilità storica del Male fatalmente organizzato, anche senza veramente volerlo attivamente, per oggettivizzazione ideologica. Ossia quella di aver accettato, da parte del mondo politico, oramai non solo occidentale, che le due ideologie, quella detta “liberale” e quella reattiva, apparentemente opposta detta “comunista” (anche se auto-dichiarata fallita), siano tragicamente le uniche esistenti possibili al mondo!
Anche dopo l’ultima cosiddetta “soluzione” cinese di adottare la caratteristica “liberalità”, almeno sul piano solo economico (e solamente statalista dispotica!), per rimediare alla drammatica teoria economica mondialista: nella sua struttura specifica totalitaria marxista, in particolare per almeno sei miliardi e mezzo di popoli contemporanei. In modo sistematico rimasti tragicamente intatti rispetto alla fase precedente fino alla fine degli anni ‘60. Fino a salvaguardare la caratteristica dello statalismo già obsoleto, in nuce identico nella sostanza teoretica a quella liberale convergente occidentale.
Anche dopo il suo sfacelo confessato spontaneamente e mondiale, nel 1989-91, da tutta l’ideologia marxista (detta orientale).
In cosa consiste questa ossessiva ricerca della soluzione razionale (in realtà razionalista e riduttivissima), di una ideologia apparentemente “giudicabile” e non revisionabile?
È il comunismo (con la sua variante moderatina, storicamente socialista e ora ambientalista) ad essere perversamente incontrovertibile rispetto anche alle leggi giusnaturali. Quanto al nazismo e al fascismo, erano già stai battuti e ipermarginalizzati a fine della seconda guerra mondiale.
Ma lo stesso handicap, dovuto colpevolmente dal razionalismo (anti-razionale e anche lobotomizzato ideologicamente!), iniziato e ipostatizzato da circa mezzo millennio, è preda del pensiero anti-creazionista che ha messo all’ostracismo il Dio trinitario, espulso così dalla vita pubblica e politica. A profitto di una ideologia principalmente oligarchica e detta liberale (già stigmatizzatata dalla Chiesa cattolica), molto  liberista e svaccatamente apparentemente libertaria!
Relegando la concezione di Libertà cristiana (condannata senza appello) alla sola esistenza privata e intima: se così fosse almeno possibile!
Il primo problema divino, dopo la Creazione dell’Universo e di Adamo ed Eva, è sempre stato quello invece di rendere pubblica e ben comprensibile la sua esistenza creatrice in permanenza. Farla cioè apparire per il suo significato più teleologico, compiuto e salvifico.
La diabolica e solo disumana tendenza opposta è sempre stata, al contrario, di rendere finito e compiuto – al massimo – l’intervento vitale di Dio e delle Sue Leggi: come processo che la scienza deve ancora completare, e di gran lunga (ben ancora di molto!), da compiere. Nella sua realizzazione propria adeguata econoscitiva e nel tempo. Fatto che dovrebbe impossibilmente compiersi con l’avvento dell’ultimamente anche negato ateismo (senza riconoscimento della Rivelazione!), che anche gli attuali filosofi e intellettuali pensatori tendono ormai ad escludere.
Ma cosa rende iniquo e profondamente improbo il sistema capitalista detto illimitato e prevalentemente statalista-oligarchico, nonché misto a partire da ogni suo estremo?
Il concetto di proprietà personale e familiale conquistato col lavoro dopo aver riconosciuto il Dono, per esempio, della semplice nascita!
Quanto a Berlusconi: ci si ricordi, piuttosto, che era – anche prima di “scendere in politica” – un massone almeno ideologico, libertino e libertario!
La sua prima moglie da cui divorziò dopo averne avuto i primi due figli, oggi sempre privilegiati, vive tuttora in Inghilterra!

 

 

 

 

 

 

 

La vocazionalità del Distributismo proprietario per l’individuo e nella sua Comunità del Cattolicesimo

Benché la morte di ognuno segni ovviamente il limite di proprietà personale o mondana e il senso globale di appartenenza sociale come Civiltà comunitaria, la proprietà non può essere individualizzata diversamente che alla Persona e alla sua Famiglia, come strutture sociali naturali. E questo, già dai tempi della Bibbia e sancito da tutto il Magistero ecclesiale, per millenni.
Le ragioni immediate che giustificano la proprietà personale sono tutte interne alle entità giusnaturali (la Persona e la Famiglia): che sole possono garantirne il reale ed effettivo controllo veramente responsabile. Strutturalmente in quanto proprietari, dunque giudiziosamente uniti al loro destino intrinseco, se onestamente conquistato e sviluppato col lavoro… Ma non solo.
Ogni entità ha un suo divenire storico pure prevedibile, il cui sviluppo, cioè tecnicamente arricchito di “valore aggiunto” come risultato del lavoro umano, non può che essere prodotto in vista del reddito conseguente alla passione ad esso dedicata. Alla ricerca cognitiva, al lavoro personale e al rischio inevitabile e sempre intrinseco. Nelle sue dirette iniziative! Dunque, tutte caratteristiche queste, degne di essere naturalmente ricompensate e premiate.
Il controllo burocratico automatizzato è tragicamente destinato a dichiarare fallimento (già fatto!) come il collettivismo proprio delle società marxiste, a Mosca e a Berlino già alla fine degli anni ottanta del secolo scorso! Il tutto, anche in modo differito e mai veramente immediato in quanto frutto del lavoro: la redditività è sempre dipendente dalla tenacia e dalla continuità dello sforzo applicato, sia dell’ingegno e delle attività fattuali, che soprattutto dalla Grazia di Dio che tutto invera e santifica.
Il che, perfezionandosi con l’esperienza mai automatica, può diventare redditizio  colmando anche inevitabili perdite di percorso.
Il rischio, come il peccato, è sempre in agguato!
L’utilizzo di tale agiatezza, inevitabilmente spesso rinviata al tempo di maturazione propria del pieno svolgimento anche spesso prevedible, deve poter essere capitalizzato dall’istituzione naturale di ontologica e certa appartenenza. Seppur limitata, all’eredità familiare. La quale è stata riconosciuta e costatata dalla e nella Civiltà, e stabilita nella sua Legge essenziale, quindi ontologica e sicura.
Solo la religione, non solamente precettiva, ma fondata sulla Verità divina della stessa e unica Rivelazione, può concepire le soluzioni salvifiche, ovviamente anche politiche, come risultato dei princìpi di Verità eterna. Ma da crearsi nella storia secondo criteri divini e permanenti, sulla base dell’approfondimento delle Verità rivelate da applicare con discernimento sapiente.
Ebbene, tra tutte le innumerevoli frasi, finalmente elogiose pronunciate all’indirizzo dell’ideologicamente odiato-amato Berlusconi, soprattutto dalle elite anche ancora comunisteggianti e sempre meno produttive, non ce n’è stata una che può essere anche solo avvicinata alle stesse convinzioni di cui si son tessuti tutti i panegirici neo-partigiani. Anche molto giusti con le lodi intrecciate su tutti i media, contro gli abituali e decennali improperi e vituperi indirizzati all’imprenditore politico milanese. E vittima del traslato illegittimo dai comportamenti privati e personali al pubblico.
In modo soprattutto insultante e vessatorio ormai generalmente quasi riconosciuto anche dall’attuale opposizione politica di sinistra. La politica, come attività fattuale ed umana, non dispone dei princìpi morali che permettono il discernere il “Bene” dal “Male”. E che dovrebbero alimentare i giudizi affinché non diventino offese e oltraggi gratuiti e vanagloriosi, o impertinenti: quelli cioè proferiti modernisticamente dagli avversari di altri scontati partiti malefici: sempre in lotta detta di classe per il potere, naturalmente.
I quali sarebbero criticamente fondati solo se scaturiti da criteri sempre solo religiosi ed evangelici (quindi attualmente, in pratica quasi impossibili), dipendenti dalla inesistente cristocentricità politica anche personale, propria dell’inesistenza pubblica  del Gesù trinitario regale!
È qui che si sviluppa la fregola continua, per cui la concezione dello Stato, concepito come assoluto – quindi modernista e statalista –, che ha tendenza ad ampliarsi sempre più in una gigantesca, mostruosa e ingiustificata dimensione detta anche sì moderna.
Fatalmente pure anti-umana, come l’attuale nuova cultura sostitutiva del trio trinitario e vivente pure per la politica. La quale si vuole installare su tutto il pianeta Terra, da parte delle cosiddette autorità civili e pseudo-religiose mondialiste.
Mi piace concludere questo capitoletto su Distributismo non parlando dei libri, delle conferenze, degli articoli e avvenimenti caratterizzanti più di quattro decenni del Ventesimo secolo e soprattutto negli Stati Uniti… E questo a partire dal 1912, data della prima pubblicazione del solo libro, unico, indispensabile e fondante, ossia sul Distributismo intitolato “Lo stato servile” (The servile state) di Belloc: l’amico cattolico inseparabile del convertito inglese Chesterton, grandissimo letterato riconosciuto al mondo come grande scrittore del paradosso.
Il quale pure doveva rapidamente pubblicare la sua opera distributista della proprietà.
Si è iniziata così, più di un secolo fa, l’era della già molto dimenticata grande teoria economica apostolica, mai riconosciuta veramente (rimasta anche piuttosto sconosciuta per crassa e ideologica ignoranza!) dal modernismo generale anche pauperista! E questo malgrado si consideri il Distributismo spesso sinonimico della…  Sussidiarietà. Non accenno nemmeno qui a tutte le altre caratteristiche e implicazioni alla teoria economico-politica distributista, relativa, all’infuori della celebrata magnificenza della non certo propriamente inventata e intuitiva “proprietà privata” (con quello della creazione della moneta…).
La quale deve essere considerata, in ogni caso, il suo argomento-chiave e centrale. Esattamente in modo opposto a quanto i presbiteri detti “apostolici romani e cattolici”, che hanno tendenza a mai parlare della teoria distributista (non fosse che per ignoranza colpevole) come principalmente centrata pruriginosamente sulla proprietà personale.
Ma, piuttosto falsamente, come teoria alquanto immaginaria di assistenzialismo sociale piuttosto contrario: suggerito, invero in modo molto ideologicamente travisato, dalla sua infelice denominazione: indebitamante e generosamente intesa  “distributiva”. Essa era stata concepita allorquando l’assistenzialismo statalista e burocratico non aveva ancora raggiunto le assurde dimensioni attuali. Le quali inducono a pensare oggi, che il Distributismo non si riferisca al modo di produrre, sviluppare e conservare, ma a quello di… distribuire illecitamente a pioggia, secondo la mentalità statalista e falsamente assistenziale corrente: dismisuratamente nella dissennata smania di potere sempre più totalitario dello Stato.
All’opposto della nozione cristiana di Carità, comprensiva del concetto di Salvezza eterna, quindi umana. Distribuire follemente la ricchezza già prodotta, come se la cosa fosse ovvia e naturale, sia nella sua produzione che nella sua quasi sempre immotivata ripartizione. Se non per una malintesa idea di Carità salvifica, pertinente e divinamente escatologica.
È infatti soprattutto nel tardo ultimo dopoquerra, dopo la prima ricostruzione (ma l’idea assistenziale era già principe durante il fascismo), che l’ideologia impossibilmente sempre e solo assistenziale, per ovvia persistenza della relativa storica relativa povertà generale, che si è sviluppata malgrado il molto relativo progressismo. Per creare e mantenere piuttosto una mastodontica classe neo- burocratica di potere centrale e illegittima, altrimenti fatalmente disoccupata, propria dello statalismo.
La distribuzione assistenziale – con relativa perversione – è l’anello di congiunzione tra l’attuale destra e sinistra politica, entrambi imprigionate nella stessa concezione politica di gnostica origine malvagia!
Come nuova base sociale reazionaria, ampliata e moltiplicata più volte nelle sue strutture, soprattutto inefficienti e finalmente parassitarie.
È possibile descrivere lo stesso forse anche benintenzionato disegno, ma realmente scellerato e perverso, relativo a tutte le società non solo dell’Europa occidentale.
Ai nostri giorni si è preferito così gettare l’Europa e l’Italia nelle braccia almeno ideologiche, assolutamente inadeguate e illusorie… cinesi: per cultura e forza imperiale collettivista piuttosto che continuare a coltivare la Libertà economico-politica di certo Cattolicesimo, anche se piuttosto politicistico di tradizione democristiana e non proprio petrina.
L’attuale destra al potere dovrà con prudenza staccarsi dall’accordo non solo sulla “Via della seta”… Ovvero la già riavvenuta vicinanza prodigata dall’Italia handicappata e riduttiva di Berlusconi – oggi così celebrata, ma largamente e qualitativamente insufficiente – con la stretta di mano tanto sospirata, per quasi mezzo secolo di “guerra fredda”, a Pratica di Mare, tra Putin e Bush!
Felicemente la vittoria netta delle destre alleate, alle elezioni politiche del settembre 2022 in italia, fa ora solamente ben sperare ad un’altra Europa l’anno prossimo…
Ma già le tendenze gnostiche e immanentiste della solita destra mondiale fanno ora  piuttosto temere il peggio. Soprattutto nelle cosiddette contromisure dell’ultimo minuto nella sua sempre attuale maggioranza continentale: malgrado la quasi certa sconfitta delle sinistre del 2024, che già si stanno verificando nelle parziali elezioni  nazionali. Esse stanno producendo un’accelerazione di turpitudini politiche sempre più agguerrite contro la Civiltà cristiana e anche il semplice Buon senso!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nemmeno le più rosee intenzioni riconcilianti possono realizzarsi senza la Legge veramente misericordiosa di Dio

Il politicismo acefalo, bellicoso e guerresco ancora dei nostri giorni continua ovviamente imperterrito e deliberatamente aggressivo, malgrado le opinioni pubbliche solo intuitivamente comunque largamente contrarie.
Molto spesso dopo aver conquistato anche forze di destra rese fragili da convinzioni gnostiche latenti, oppure già leggermente esplicite. Quindi anche mistificate dal mainstream mediatico, obbediente direttamente e indirettamente all’UE, poi al Forum di Davos, sulla base di obsoleti e pericolosissimi princìpi gnostici. Certamente non cristiani, intrinsecamente indotti da ogni circostanza alla raccapricciante escalation pure nucleare! La logica gnostica è implacabile: basti osservare l’irrazionalità, anche “spiegata” filosoficamente da tutto il pensiero detto moderno.
Essa è vincitrice contro ogni previsione razionale e pure di buon senso.
Basti prendere atto della rapidità con cui la destra politica e non solo italiana si sia riunita di fatto ai sinistri europeizzanti miscredenti. Quasi tutti in associazione stretta per vincere l’impossibile guerra ucraina che lo stesso capo generale di Stato maggiore americano in Europa (!) ha già dichiarata persa contro la Russia. Presentata sempre falsamente dai media come responsabile del disastro. Solo perché invasiva con le sue truppe nel febbraio del 2022. Quando tutti sanno, senza però dedurne il seguito non a caso con il suo costrutto logico, che la guerra è cominciata col colpo di stato del 2014 a Kiev. E, come ultimo episodio, all’indomani dell’ennesimo bombardamento da parte della stessa Ucraina alle “sue stesse” regioni del Donbass russofone (ovviamente, notizia mai riferita dai media occidentali) della vigilia al giorno della cosiddetta invasione russa, invece considerabile a quel punto… sacrosanta. Azione sempre comunque terroristica iniziata e organizzata totalmente da parte degli Stati Uniti d’America e dalla Nato. Naturalmente con truppe ucraine di acclarata origine nazista, ormai ben lungi dal suo principio fondante nello statuto iniziale originario difensivo della “libertà atlantica”…
Colpo di stato dunque, contro il governo regolarmente eletto anche in modo democratico e con una guerra poi terrorista (detta ipocritamente “a bassa intensità”): di più di otto anni che aveva prodotto, in totale, almeno 14.000 morti nelle regioni del Donbass… Costantemente e largamente finanziate dal duetto Stati Uniti-Nato, con l’appoggio sistematicamente masochista dell’Unione Europea. E con un terrore scatenato, antagonisticamente, ma senza mai dirlo a tutto l’Occidente, inflazionato da una informazione faziosa e sistematicamente fondata sulle stesse fake news denunciate…
Ben 13 Paesi del blocco comunista e sovietico di Varsavia sono stati associati alla stessa Nato dopo il loro crollo della fine degli anni ’80! Con una offensiva storica e pure pseudo-teoretica di princìpi “pacificatori” infondati, realmente vendicativi verso le popolazioni russofone, dette “criminali” pure da un punto di vista economico-vitale (con l’eliminazione inaudita delle pensioni di vecchiaia e dei partiti politici relativi, ovviamente sempre taciuti dall’informazione almeno censurata occidentale!).
Iniziative queste originariamente guerrafondaie dalla sinistra americana modernista: i famosi denominati “Democratici” (del trio già famoso anti-russo Obama-Clinton e … Biden), che per sedici anni hanno sabotato, in combutta con l’Unione Europea, anche la politica berlusconiana relativa al futuro continentale europeo!
Offensiva di principio se considerata nella linea sfociata all’invio di armi letali che anticipano fatalmente – sempre che il buon senso umano non si manifesti prossimamente – per esempio  nelle prossime elezioni europee…
Il tutto, assolutamente in modo demente rispetto alle innumerevoli dichiarazioni quotidiane a favore di quelle del capo ucraino bonapartista e scroccone Zelesky (per grazia occidentale e degli USA). Che, volendo distruggere per oscure e impossibili ragioni la Russia, anche intuibili di vendetta (visto che è dominato dalle leggi diaboliche della Gnosi), sta sparando a favore del progetto egemonico globalista americano di sinistra, detto soprattutto dei “democratici americani”, suoi finanziatori corrotti. Contro una opinione pubblica interna abbastanza opposta, da almeno due decenni. Di cui, il potere politico vincitore delle elezioni contestatissime vinte da Biden contro Trump, vorrebbe il forte indebolimento comunque dell’Europa concorrente mondiale. Fondamentalmente in concorrenza potenziale e non solamente virtuale degli Stati Uniti: soprattutto in cultura e politica potenziale rispetto al molto mutevole assetto mondiale.
Con una guerra sedicente sostenuta dagli ora piuttosto pacifici, o meglio pacificati americani: rappresentati dal quasi storico oppositore Trump, ora di nuovo perseguitato giudiziariamente…
Americani sempre generalmente gnostici in quasi totalità, però stanchi da decine d’anni di “guerre mondiali a pezzi”. Realizzate in trasferta e direttamente con loro uomini, morti in guerra a bizzeffe (compresi i volontari professionisti!) per una causa sempre meno confacente al popolo, progressivamente sempre meno coinvolto… E con un debito pubblico oceanico, nelle mani in sovrappiù dell’antagonista implacabile ma apparente… Cina, di cui non si riesce più a calcolarne, publicamente,  i reali triglioni di dollari di crediti.
Gli Americani ancora sopportano, così, la guerra lontana molto a malapena, con la garanzia che nemmeno una sola vittima umana americana ci possa ancora sussistere, soprattutto da parte repubblicana (data negli attuali sondaggi forse maggioritaria, testa a testa coi democratici e col nipotino a loro parzialmente contradittorio, in sovrappiù, dei Kennedy).
Però col progetto nascosto da tutti i media occidentali del famigerato mainstream, compresi a partire da quelli americani detti sempre “democratici”, anche sì di sinistra del Nord. Che diventano persino sempre più reticenti a continuare a inviare anche  solo armi… Nel rimanere piuttosto pacifici nel loro Paese reso dissennatamente edonista da dopo l’ultima seconda guerra mondiale…
Nella strategia del nemico ormai storico europeo – solo di una parte ora detta democratica di sinistra – che continua a coltivarne la versione terminale almeno degli ultimi venticinque anni. Il conflitto estremamente radicale non solo nell’America del Nord, tra repubblicani e democratici pure di sinistra, è diventato così molto infuocato e mondialista. Il problema è infatti nei confronti dello stesso mondialismo.
I democratici, da molti anni guerrafondai (non proprio da soli), sono giunti per sostenerlo a praticare anche forme gravissime di illegalità politica, come in Europa, del resto. Riguardante la democrazia stessa nella società detta storicamente occidentale ma che, oramai, ha prodotto una spaccatura netta e apparentemente insanabile, di ordine ideologico-“religioso”. Espressa in tutti i paesi tra le nuove “destre” e le “sinistre” di ogni società. Due nuove visioni, queste, globali che si fronteggiano con una radicalità che nemmeno può ricordare il profondo conflitto della guerra fredda. Sebbene handicappati da una ideologia generale molto gnostica e politicista!
Un odio tra due concezioni tanto profonde quanto tuttora alquanto anche  inconsapevoli della loro natura.
Nel quale le forze di sinistra europee erano tutte schierate contro l’Occidente atlantico  esattamenente all’opposto di quanto avviene attualmente!
Insomma, si ha così la confusa descrizione del caos tipico di un mondo volontariamente senza nessun ordine. E senza il suo reale Dio trinitario!
Non a caso tutti i media (o quasi) sono mobilitati, sia in Occidente che ad Oriente, per produrre informazioni simmetricamente opposte alla verità! Così sono già molti sociologi, abitualmente pronti ad aderire ai clivaggi partitici e idealistici di ogni tempo, i quali sono alla ricerca di nuove formulazioni culturali per definire gli attuali costruendi schieramenti. Che separano radicalmente tutti i cosiddetti ridottissimi o allineati “corpi intermedi”. I quali realisticamente definiscono la vera democrazia sostanzialmente detta piuttosto di destra e il totalitarismo nettamente soft ma sempre più pericolosamente di sinistra.
La nuova coalizione invece del “BRICS Plus” (grazie ora ai nuovi soci in arrivo) coltiva piuttosto ideali generalmente di “destra” tradizionale in politica estera… Sebbene tendenzialmente sono sempre dominati esplicitamente, in politica interna, in continuazione di tirannia anch’essi oligarchica: più politica che economica.
La spaccatura, ancor più della sua ricomposizione, appare alquanto verticale per cui anche le definizioni di destra e sinistra non sono più molto adeguate.
Per non parlare delle nozioni di centro politico, del resto mai esattamente definite in quanto sempre determinate dalle posizioni dominanti politicamente ad esse esterne e geometricamente dipendenti dagli altri partiti estremi e finalmente concomitanti!
Tutte le analisi dette geo-politiche sono in un nuovo cantiere ancora troppo inesplorato per cui le definizioni sono ancora obbligate a servirsi di “parametri” e “paradigmi” chiaramente sbilenchi ed evidentemente obsoleti, opinionisticamente rispetto ai  posizionamenti ideologici che si presentano attualmente in modo continuamente nuovo. È il caos attuale molto diversificato e tipicamente… caotico.
Mentre i criteri e le idee-matrici classiche non funzionano più agevolmente e non sono ancora disponibili le nuove norme interpretative. Che nemmeno si profilano, malgrado l’abbondanza di neologismi inventati, anche dalla stessa sinistra woke. Si è, in altri termini, di fronte a una nuova era culturale nella quale la velocità di avanzamento della crisi globale di Civiltà è molto superiore a quella dello spostamento degli stessi filosofi, intellettuali, scrittori, giornalisti, religiosi e altri ideologi, sempre agguerriti in società. I quali nemmeno sono capaci di auto-accusare criticamente di questa storica loro défaillance: inabituale assenza rispetto alle ciance che loro stessi hanno diffuso (e continuano a farlo) “inutilmente” per decenni… In Occidente e soprattutto in Europa!
La loro credibilità non è mai stata così evidentemente spappolata…
Il caos dunque! Bisognerà ricominciare daccapo. Dall’inizio per riprendere il filo del discorso del quale si è perso il principio da cui anche ripartire.
Gli ultimi filosofi, supponendo ben fondatamente che il problema resida nella tautologia del loro pensiero, ossia nelle cause degli stessi esiti della loro azione secolare, segnano il passo con l’assurdo cipiglio dei  militari in addestramento formale, quando continuano a marciare… sul posto. Senza avanzare di un centimetro.
Il timore di dover affrontare, dichiarando onorevolmente fallimento anche teoretico oltreché politico dell’’89-’91. E sobbarcarsi l’inevitabile vergogna di aver raccontato sostanzialmente balle, in luogo di cercar sempre la Verità: la cosa li paralizza completamente in rimozione. Qui emerge forse la preliminare grande Verità per cui la filosofia, per essere costretta a diventare veramente autonoma ed efficace, deve prima ammettere la sua dipendenza dalla teologia sovrana! Come del resto la teologia l’ha detto e ridetto, da troppo tempo inutilmente, nella necessità di esprimere l’indispensabilità di esistere pienamente come sovrana su tutto!
Come pensare che sia la scelta di appoggiare Trump, sempre centrato nella sostanza essenziale, oppure il suo validissimo rivale della Florida Desantis, senza partire dall’alfabeto che, si sa, comincia dalla “a” e non dalla “zeta”?
Del resto, oltre all’alternativa del cosiddetto “democratico cattolichino” Kennedy, si sa che il disastro già preparato e conclusivamente annunciato dalla politica inevitabilmente politicista, non può essere fecondo. E ingravidare la Vita della sua semenza, se essa non parte dall’inizio fatalmente e proprio del Mistero della stessa Creazione. La Sapienza umana deve ammettere la sua dipendenza da detto Mistero come la stessa filosofia deve riconoscere la sua dipendenza dalla teologia.
La scienza, sì sì proprio anche la scienza, progressivamente conoscibile e approfondibile della Creazione di Dio, se non parte sempre da questa originaria Verità, finisce per segnare inevitabilmente il passo nella sostanza dei suoi risultati occasionali e casuali. E anche i più geniali e giusti progetti politici son destinati a morire con, al massimo, parzialissimi risultati e molto spesso deviati o errati nella loro perversione.
È sempre la sola teologia ad ammettere l’indispensabilità, per sé basilare, della filosofia autonoma, veramente autonoma, ma solo se, come già dicevano anche i Latini, “philosophia ancilla theologiae” (filosofia servitrice della teologia).
Il grande Stefano Fontana ha fatto di questo concetto un punto fondamentale dell’affermazione dell’eterna Verità.
Tutto questo, mentre si profila un immediato futuro in cui il dominio risultante non può che essere fissato dalla prevalenza dei Paesi detentori delle materie prime, dei beni di prima necessità soprattutto alimentari ed energetici. I cui prezzi potranno essere fissati unilateralmente…
Materie, beni e riserve di energia non proprio abbondanti in Occidente e piuutosto mancanti in Europa!
Una nuova crisi economica, frutto della guerra in Ucraina, dell’avanzamento della digitalizzazione, dell’aumento dei prodotti energetici, dei costi insostenibili dell’immigrazione e del riassetto mondiale dei poteri di controllo, si è già dichiarata. Essa è già iniziata pienamente nei Paesi del nord Europa, in modo particolare in Germania, ma già si sta estendendo negli altri Paesi e segnerà una crisi con caratteristica apparentemente irreversibile. La causa è  della confluenza di molte conseguenze che la gestione emergenziale e pseudo-sanatoria, tutta tesa a riportare tutto a dopo, pure delle ultimissime recessioni economiche, presenta i suoi conti improrogabili…

 

 

 

 

 

 

 

La palma negata da secoli alla primazia del Dio vivente, da tutto il cosiddetto “Bene comune” delle politiche solo umane. Anche tragicamente dalla Chiesa cattolica

Appare forse paradossale che il primo Papa programmaticamente modernista e esplicitamente protestantizzante della Chiesa cattolica – Papa Francesco – sia anche quello che, in modo compiuto, incarni il ritorno pieno alla politica (senza dirlo), seppur politicista. Senza però che nessuno gliene abbia richiesto il da farsi nella Chiesa petrina. E senza, soprattutto, che nessuna ragione teologica glielo imponga.
La teleologia pontificale, vale a dire lo scopo essenziale e vocazionale del papato, è quella sempre di difendere il senso e il significato per cui la Chiesa, nell’ immenso e divino suo servizio di Salvezza eterna, difenda la Verità petrina della sua Dottrina ecclesiale: al posto – come attualmente – della dottrina modernista anche debilitatnte di Rahner e della “Mafia di San Gallo”!
Da secoli, prima in modo preciso e teoretico (teologico), e poi sempre più ambiguamente, si è infiltrata nella Chiesa cattolica l’idea borghese che le sue strutture “ non debbano fare politica”, assolutamente.
Il popolo stesso si è impadronito di questo stesso slogan divenuto consueto. Fino ad alimentare la stessa opposizione antagonista e molto gnostica – fondamentalmente collettivista, di matrice materialista e in sovrappiù ben marxista – nella sua solita propaganda anti-clericale e transumana, anche dopo il suo fallimento mondialmente confessato.
Come è potuto avvenire questo processo che, già prevedibilmente, si presenta come progressiva e solita tappa tipica della secolarizzazione nel tempo detto moderno?
Paradossalmente, la Chiesa non deve veramente fare veramente politica, ma solo non deve fare la politica politicista che abitualmente il mondo concepisce diabolicamente, e realizza sempre ed esclusivamente.
In effetti, l’idea perversa che il Cattolicesimo non faccia parte veramente dell’umano e, quindi, non sia pertinentemente dovuto all’obbligo di fare politica in senso solo  umano, è sempre stata istintivamente chiara anche agli inizi dell’avvento del Cristianesimo, ad ogni fedele autenticamente religioso.
La Chiesa non deve praticare invece il politicismo fatto correntemente dai partiti più o meno gnostici, autonomi politicamente in modo dissennato ma non dipendenti dalla religione che tutto “riunisce” nel senso suo razionale: nella sua vera e unica Religione, la Cattolica! Il dover non far “politica” sarebbe dunque piuttosto riferito già al risultato dell’ideologia gnostica antica che si è infiltrata poi anche nella Chiesa autentica, sempre moderna per definizione. Certamente non quella attuale modernista.
La Chiesa cattolica dovrebbe invece sempre fare idealmente politica, cioè deve governare il comportamento, ossia la cultura del mondo, in vista della Salvezza che inizia qui e ora, per l’umanità e per ogni uomo. Non quindi, inutilmente piegarsi alla politica del mondo modernista che, del resto, ha espulso Dio dal suo universo d’azione e quindi dalle sue politiche inevitabilmente depravate.
A partire dall’epoca dell’Umanesimo post Medio Evo, ciò che si è infilata nel Cristianesimo è l’idea filosofica della separazione tra Fede e Ragione, principio primo del modernismo: quindi dell’interdizione alla Chiesa cattolica di “fare politica” veramente.
È questa l’idea fondamentalmente anche protestante, sia luterana che anglicana, come tutte le altre sette dette cristiane che costellano il falso universo “religioso” del mondo. Si tratta cioè dell’idea politicista e sentimentale per cui sarebbe appartenente all’umano solo l’idea fondata sulla sua separazione con il pensiero detto “umanistico”, di quella visione detta “religiosa”, ma orizzontale e realmente e veramente massonica!
Per cui, la filosofia esclusivamente umana, detta laica (ovvero laicista, fondata sull’esclusione ostracista del Dio trinitario), deve essere quella sola ad essere ammessa, di fatto e pubblicamente, nell’agone politico. Un’assurdità, la prima, per cui una separazione rispetto alla Trascendenza sarebbe escludente e non inclusiva come tutto oggi sincreticamente! Considerata fondata almeno sulla morale e pensiero umanoide, cioè quello detto umanistico, che sarebbe di diritto – non si è mai saputo quale, se non quello qui analizzato come solo “coscienza” dell’unicamente pensiero fattuale – per l’accesso alla del resto infondata e orfana politica. Come abbiamo visto, priva di princìpi non solo morali. In quanto religione che significa da sempre filologicamente riunificante in sé la “totalità esistente”.
E che prevede, ovviamente col suo Magistero di donare le direttive e d’illuminare con la sua Sapienza le attività limitate e pertinenti del molto ridotto, ma vastissimo e straripante, Stato politico moderno e modernista.
Ossia esclusivamente dirigente e in grado di autentificare la politica come discendente dall’origine alla sua matrice di tutto il divenire continuo e trasformativo dell’esistente creato e ricreato: nella sua identità unica e definitiva che la scienza deve anche sempre approfondire, nel suo significato completo e già esistente.
Il che, se escluso dalla dimensione pubblica della politica, come il modernismo pretende, genera e continua a generare… l’assurdo nella malvagità!
Comunque non il Bene: il non-bene è, in effetti, la definizione cristiana del Male.
Onde per cui, “la Chiesa non deve – secondo i dettami del politicismo – fare politica”, ma solamente nel senso che non deve fare – come già detto – il politicismo rimanente dall’esclusione della “religio”: costituente il principio autenticamente morale del suo fondamento mancato. Così è giustamente della vera politica, che la Chiesa deve essere l’applicatrice di quanto il Vangelo annuncia nel suo divenire Civiltà.
Come la moneta romana che presentava generalmente le due facce: quella di Cesare fattuale-immanente e l’altra, quella del Dio di Trascendenza (sebbene allora politeista): le due dimensioni permanenti dell’Uomo! Dimensioni anche apparentemente separabili, per meglio distinguerle culturalmente, ma unite intrisecamente nella fusione anche metallica e valoriale della stessa moneta.
La sua funzione non può essere che il principio oggi mancante, senza di cui, tutto diventa politicistico ed errato. Per cui la religione assumerebbe anche da sempre il compito di salvare, letteralmente, il fattuale esistente.
È per questo che tutti i Cattolici petrini italiani, che avevano sperato nell’avvento, ampiamente avvenuto, della destra politica al potere, con l’elezione italiana del settembre 2022, sono progressivamente rimasti ora alquanto delusi, per due ragioni fondamentali.
Innanzitutto, per la cosiddetta strategia di conquista della propria accreditazione in Europa (e nel mondo) in quanto nuovo governo dopo più di dieci anni della sinistra mondialista e modernista che aveva sospeso, con il supporto anche di Davos e della stessa UE, l’eleggibilità di un nuovo Parlamento politicamente preannunciato di segno opposto, sia in Italia che in Europa. E questo, attraverso il potere di “non scioglimento” delle Camere ben saldo nelle mani faziose di sinistra e cattolicheggianti, ma in senso modernista, del presidente Mattarella.
E, in secondo luogo, per esempio e per l’occasionale pugnace continuazione della politica dell’invio di armi in Ucraina e del nascondimento mediatico, ben continuato, della vera situazione militare e politica sul campo.
Una vera e propria conferma così di tutta la politica politicista non solo estera, dove la reputazione di un Paese oggi si forgia nell’essenziale.
I continui abbracci con la presidentessa guerrafondaia e di sinistra della Commissione europea (pure in sospetto di corruzione come molti altri “suoi”parlamentari), Ursula von der Leyn, e il decisionismo “europeizzante” (malgrado la larga maggiornaza che aveva eletto la destra) segnano l’importante subordinazione ideologica dell’attuale destra alla sinistra. Con scrutini successivi e parziali ampiamente e ripetutamente schiaccianti contro la sinistra dominante nel “potere usurpato” – pensano pure oramai anche a sinistra – per tanti anni illegittimamente. Questo ha fatto coppia con l’assunta leadership europea nella continuazione nella sostanziale identica politica europea immigratoria precedente, con un sostegno surreale al sistema che nega ogni apertura da molti anni (!) alla ridistribuzione degli immigrati nei vari stati membri!
Nonché del rifornimento di armi all’Ucraina masochisticamente in una guerra anche strutturalmente distruttiva in modo asimmetrico e senza reale speranza di vittoria!
E questo malgrado la scelta almeno pacifista e di sospirata mediazione, ma con il rischio mai approvato veramente dai diretti belligeranti, da parte anche del Pontificato modernista di Papa Francesco, tragicamente inascoltato (o fintamente udito, nell’occasione). Senz’alcun vero accordo preventivo da parte dei protagonisti in guerra per la mediazione possibile del cessate il fuoco… Ma la delusione, non può essere proporzionata che con l’entusiasmo con cui, anche giustamente, la popolazione italica aveva generalmente appoggiato e votato per il nuovo governo. Non a caso ho deciso di non più votare, insieme a moltissimi Cattolici petrini molto politicamente avvisati, a partire in modo apparentemente paradossale da questa ormai famosa elezione, almeno in Europa. I quali Cattolici petrini già avevano analizzato senza illusioni e razionalmente, molto prima ma anche molto minoritariamente almeno sul piano ideologico, la situazione politica e i programmi pseudo-cattolici, nemmeno rivendicati dai partiti. Non solo italiani detti, generalmente, di “centro-destra”, quasi a prefigurare il relativo tradimento politico prevedibile e fatale.
È del resto quanto si sta cercando di preparare per le elezioni politiche negli Stati Uniti e in quelle europee nello stesso 2024. Uno scenario, quest’americano, già visto o intravisto in Italia con Berlusconi ed anche già negli Stati Uniti con lo stesso Trump. L’attacco ai due presidenti ormai storici, non solamente nei rispettivi Paesi, è emblematico da parte di una magistratura e di un potere cultural-politico di radici immanentiste e marxiste o gnostico-eversive. Pronte a salvaguardare il sistema politico-sociale conseguente, il cosiddetto “deep State” (il profondo Stato, assoluto hobbesiano e totalitario), sostanzialmente sempre tirannico. Ed europeo attuale. Conseguente alla grande operazione filosofica dell’iniziale ostracismo del Dio trinitario dalla vita pubblica. I magistrati dei vari Paesi, in quanto intellettuali altamente funzionarizzati e di concezione come solo “amministratori”, all’insegna di quanto detto per la parola amministrazione nei capitoli precedenti a proposito dell’”amministrazione delle cose”. Anche se di destra!
Essendo muniti di una forza reale fondamentale della tripartizione del potere democratico, si sono tutti schierati e dilettati, in quanto leader decisionisti nella loro funzione esclusivamente giudiziaria in modo arbitrario, a non rispettare e sempre possibilmente trasgredire la regola basica del funzionamento coerente dello Stato sospirato minimo. Ossia dell’equilibrio e del rispetto con gli altri due poteri: quello legislativo e quello politico-esecutivo. Diventando in tal modo un vero partito, il noto “partito dei giudici” massone ideologicamente. Ossia come il vero partito braccio destro efficace del mondialismo politicista e tirannico di Davos, anche senza troppo farlo sapere.

Il terreno minato del politicismo votato alla violenza mondiale, anche imitata dal Cattolicesimo sfigurato modernista ed eretico

Anche quest’anno, le forze reazionarie moderniste e materialiste, dell’oligarchia mondiale dirigista, perfino ormai di fatto antidemocratica, stanno ripetendo gli ultimi sopprusi vincenti di due-tre anni fa.
Ma sembra che il loro esito finale, questa volta, non sia così a favore della sinistra mondialista e fin’ora anche “fraudolentemente” vincente nell’ultimo secolo.
La situazione sta rapidamente forse cambiando del tutto sul piano strettamente relativo alla democrazia mondiale, in cui le forze di destra o più semplicemente in reale democraticità hanno accettato senza mai ribellarsi all’aperta violenza illegale: come invece cercano d’illustrare e di continuare giudiziariamente quelle residuali piuttosto di sinistra (soprattutto intellettuali e mediatico-economiche).
In sovrappiù, il movimento internazionale popolare si sta caratterizzando elettoralmente a favore, in generale, delle forze della destra storica, in molti Paesi importanti. I detti giudici in carica nei vari Paesi rimasti operativamente di sinistra nella loro funzione (e non solo personalmente, come liberi cittadini), sono stati infine scoperti spesso in varie gravi infrazioni professionali, per cui le maggioranze passivamente silenziose, dei loro stessi corpi professionali, hanno alla fin fine assolto, dalle centinaia di accuse e di falsi processi (con il solo scopo del loro ”annuncio”), le designate vittime di destra quanto meno più democratica. Sebbene non proprio veramente cattoliche…
A cui son rimaste solo le sequele politiche devastanti, a causa delle azioni illegittime a cui sono stati sottoposti in modo rovinoso, e anti-democratico, contro ogni Verità, per molti lustri.
Le popolazioni si destano, benché massificate e sempre boccalone sostanzialmente subordinate, ma non indefinitivamente in modo sempre coatto. Esse han finito anche alla lunga per non dimenticare troppo quanto hanno subìto i loro leader (e loro stessi), anche se non totalmente integerrimi e difendibili!
La conseguenza per il Forum di Davos, ancora molto forte e integro, ma le cui prime avvisaglie di declino non sono sfuggite a molti commentatori internazionali, che hanno così cominciato ad accusare i suoi primi cenni di crisi.
In loro compenso, è giunto il sostegno, anche diretto della  Chiesa cattolica modernista dei nostri giorni, verso il Forum del Grande Reset – attraverso lo spudorato consenso con l’altra grande organizzazione internazionale massonica che è l’ONU –, attraverso la sua cosiddetta universalità, rispetto allo scimmiottato mondialismo in auge da molto prima del secondo conflitto mondiale.
E questo in modo curiosamente analogo, ma sicuramente non corrispondente, alla sottomissione di Comunione e Liberazione a Papa Francesco il quale è addirittura alla ricerca di un’assestata sovranità domestica (con un movimento sempre ritenuto importante, in quanto “di massa” e internazionale), anche attraverso il capolavoro di monsignor Giussani “Il senso religioso”. Cui l’attuale Pontefice ha firmato anche la prefazione del suo libro tradotto in spagnolo a suo tempo rimasto storico. Il sangallista ormai famoso appoggia anche quasi tutte le posizioni teologiche: è questa una delle  modalità espressive pure del modernismo. È nell’inflazione endemica che si manifesta il suo peculiare anti-teologismo basilare. Proprio quanto è avvenuto con tutti i  Movimenti, come quello cattolico di CL, che aveva sempre appoggiato perfino un Berlusconi, a favore globalmente della tendenza “corsara” anche di Pasolini del mondo cattolico italiano, non solo degli anni ’90 e inizio del millennio. Appoggio al leader di destra o centro-destra che le masse abbrutite di sinistra (soprattutto della Magistratura in combutta almeno oggettiva) lo volevano condannato in modo conformista. Moralisticamente per “immoralità personale”, come si trattasse di un giudizio morale e divino surrogato, in cui peraltro non credono.
Alla stessa stregua dell’espulsione dal Partito Comunista italiano del poeta, scrittore e regista friulano, per omosessualità! Il quale Pasolini non era un Cattolico come Giovanni Testori, grande scrittore e commediografo anch’egli omosessuale, ma dichiarato e soprattutto auto-considerato peccatore e ciellino realmente giussaniano.
Tutto l’universo planetario rimane, in quest’anno 2023, totalmente ancora sospeso sull’esito delle elezioni americane del prossimo anno, che potrebbero cambiare la Storia mondiale in senso totalmente opposto! Con Trump in una pacificazione generale, come aveva già iniziato a fare. Oppure con Biden e la sua banda corrotta, soprattutto familiare, fino alla Von der Leyn in Europa sempre i procinto di fare guerra, per esempio, anche alla Cina e a tutti i Paesi in espansione del BRICS Plus.
I quali, contrariamente alle informazioni false e mistificate dei media occidentali, hanno già cambiato il futuro del Pianeta Terra: con i cinque fondatori (Cina, Russia, India, Brasile e Sud Africa) della nuova unione mondiale che già quest’estate 2023 stanno rivoluzionando l’impianto organizzativo geo-politico e culturale del mondo.
La riunione fissata a Joannesburg che ha accolto i 20 nuovi Paesi che già hanno inizialmente cominciato a formalizzare la loro prossima adesione. Altri 22 l’hanno presentata e si accingeranno ad aggiungersi probabilmente ad altre nazioni già disponibili che, in totale, rivoluzioneranno il futuro ancor più dell’umanità: sia per demografia (ben superiore alla metà del mondo), che, soprattutto, per ricchezze naturali proprietarie!
Il tutto avendo già dimenticato (e rimosso) che l’Europa è depopolizzata per edonismo oltretutto straccione e sempre più miserevolmente.

 

                                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre sono i nemici giurati del vero e salvifico Cattolicesimo petrino, nel mondo contemporaneo

  • Questa celebrazione unanime, intensissima e invasiva a proposito dell’almeno culturalmente massone e liberista di destra (libertario e libertino) Berlusconi, su tutti i canali televisivi anche sportivi, non solo abitualmente milanisti, mi lascia già molto stanca e non poco sul “ci risiamo”. Questa volta però a rovescio.
  • Perché gli dai anche te del massone?
  • Dovresti saperlo anche tu, caro marito, che hai pure conosciuto personalmente nella conferenza ad hoc che abbiamo seguito insieme, al Festival delle edizioni di Fede&Cultura l’anno scorso. Quella straodinaria donnetta coltissima della Pellicciari, una dei primi critici pertinenti (se non veramente la prima attuale contemporanea o quantomeno la più famosa) dei detrattori sacrosanti dei massoni: i peggiori nemici storici del Cattolicesimo, molto più dei comunisti detti atei, di certi ebrei talmudisti o degli islamisti radicali…!
  • Non mi pareva che fosse così anti-massonica.
  • Ma scherzi? La massoneria, soprattutto quella inglese, è stata la vera e grande – anche grazie alla contro-informazione per molti anni della Pellicciari – partigiana del cosiddetto Risorgimento italiano con la erre maiuscola. Se la cosa ti è sfuggita, non hai allora capito niente, non solo della cultura italiana contemporanea, ma di tutta la sua storia moderna.
  • Oh bella. Questa non me l’aveva mai detta nessuno…
  • È che io sono matta ad amarti e ad averti felicemente anche sposata. Gli è, piuttosto, che sei rimasto molto bambinone almeno in materia, con le idee che ti hanno inculcato già dalle elementari. Purtroppo non solo a te, ma almeno a molte generazioni sulla cosiddetta epopea del “glorioso Risorgimento”: fatta realizzare, molto dietro le quinte, dai massoni soprattutto inglesi.
    E ben in vista, da quei grandiosi lestofantini italici ben indirizzati dalla Rivoluzione di Cavour, Garibaldi e Mazzini, celebrati come glorie eterne italiche e indiscutibili, insieme alla casa Savoia!
  • Anche i nostri tre grandi “eroi nazionali”, li tratti così!
  • Vedi, allora sei proprio irriducibilmente scioccone, anche te massificato. Avresti avuto la sola fortura di sposare me! Ma ti è capitata anche quella doppia di diventare marito, piuttosto storicamente scemotto, come la grandissima maggioranza per non dire quasi la totalità italiota. E alunno sottosviluppato non solo rispetto alla Pellicciari ma anche alla Bianchini Braglia, l’altra grande e vera esperta italiana di Risorgimento, con una minima visione cattolica!
  • E chi è la Bianchini Braglia?
  • Naturalmente anche quella, non la conosci. E non te ne vergogni!
    Non aver capito così, le vere ragioni del Risorgimento, è non capire niente, in fondo, della contemporaneità politica. In cui la massoneria, in fondo è la ragione del molto insuccesso veramente intellettuale e ultimo perfino pure della Lega lombarda. E quello, per esempio, del Salvini, ignaro massone, ideologicamente, senza però saperlo.
  • Cosa centrano la Lega e Salvini col Risorgimento?
  • Col Risorgimento niente, ma con i massoni molto! Mi tocca spiegarti tutto.
    Cosa credi che faccia io mentre tu studi, ristudi e mediti le solite motivazioni ecclesiologiche, quelle degli “una cum” tradizionalisti, per cui la Chiesa sarebbe diventata – tu pensi sempre! – solo un po’ “modernistina”…
    Ecco, io leggo i libri della nostra biblioteca, l’unica cosa immensa di migliaia di volumi che abbiamo comprato in più di mezzo secolo e che continuiamo a procurarci, anche contemporanei. Oltre a quelli dell’Osservatorio della Dottrina sociale della Chiesa, da te letti, riletti e prediletti.
    E ascolto le conferenze di queste due colonne, donne dall’aria delle “casalinghe di Voghera” come me, però esperte della vera storia della cosiddetta unità non solo d’Italia. La stessa cosa faccio con le corrispondenti francofone, più o meno con la francese Sigaut. Le quali storiche, col cavolo che si sono mai sognate di avere un solo vero Italiano meridionale non massone – sia consapevole e sia solo ideologico – che, si potrebbe dire, avesse mai sognato di realmente procurarsi veramente, una vaga e lontana “idealità italiana” autentica savoiarda. E nemmeno poi molti i settentrionali simili famosi (sopra il Po) di realmente portare a termine il medesimo sogno, oppure incubo, politico. Così Garibaldi, Mazzini e Cavour sono stati eroi di grande potere molto putativo, come anche Berlusconi al nostro tempo, e molti altri a te sconosciuti o quasi. Come perfettamente ad altre decine di… milioni d’Italiani, che non sospettano nemmeno la principale ragione dell’esercizio del potere nello Stivale del Belpaese da parte dei Paesi esteri. Non capiranno mai i sorrisetti tra Sarkozy e la Merkel a proposito di Berlusconi, nella famosa conferenza stampa ritrasmessa internazionalmente centinaia di volte. Che vengono tutte (o quasi) da quello della massoneria nordica e straniera, anche in periodi non sospetti di totale predazione delle ricchezze italiche e dell’ex-Regno delle Due Sicilie!
    E te lo dice tua moglie nata, formata e vissuta per più di trent’anni a Milano da famiglia lombarda dell’Alto Lario, contigua con la Svizzera !
  • Per l’appunto, almeno lo… sospettavo. Nella mia cultura personale, varie volte ho incontrato questa che ho sempre considerato una voragine, molto scrupolosamente trasformata in lacuna e anche perfidamente coltivata dal potere politico non solo italiano. Certo pure straniero, per sostenere facilmente nel segreto e, nel non detto, soprattutto nel consueto servile posizionamento italiano, nel contesto internazionale. Ma le cose, forse stanno cambiando…
  • Ecco dunque, la sola differenza tra la tua individuale ignoranza, che bontà tua riconosci, e quella radicale, imperdonabile e nemmeno desiderosa quindi di riscatto generalmente in Italia. Quella rispetto alla massa tronfia e riposante sull’antica, non più attuale e pure rinnegata, Civiltà romana e cristiana.
  • È vero. Lo riconosco completamente. Ed è gravissima. Non che le altre culture estere comunitariamente nazionali (se non nazionaliste) siano più complete e profonde della nostra italiota. Ma almeno non sono creditrici di una gloriosa, che ha anche influenzato in modo determinante le altre mondiali. Quindi non pretendono per nulla di esserne originarie né, soprattutto, possono vantarne l’ereditarietà molto lontana, come falsamente luminosa e boriosa!

Beh, sapevo che i Savoia parlavano nei loro castelli in francese e se la facevano spesso di continuo con gli Albioni britannici. Che Garibaldi è stato il personaggio più popolare non solo in Gran Bretagna…

  • Il fatto che le culture internazionali siano tutte costituite da lasciti e retaggi della stessa radice di bestialità scimmiesche della filosofia razionalista, non autorizza né il vanto proposopeico e arrogante italico, né la sottomessa esterofilia simmetrica corrente: sempre tragica, anche in tutto lo Stivale.
  • Restano comunque i fatti della storia di cui ho avuto, comunque anch’io molte tracce: per esempio quella della nascita della mafia, che non può essere considerata una… vanterìa gloriosa d’esportazione. Dopo l’obbedienza e il finanziamento d’assistenza non solo militare nella spedizione dei Mille, l’avvenuta prima conquista dei territori siciliani di latifondo dovette essere donata a vari altrettanti latifondisti nobili inglesi e massoni. Per ripagarli del loro oculato investimento ideologico, economico e militare nell’impresa garibaldina.
    La successiva inevitabile donazione delle terre siciliane conquistate, fu data in gestione dai furboni Britannici, ovviamente, a diverse famiglie locali sicule già predisposte, alquanto già mafiosette e pre-esistenti. Queste si misero quasi sùbito in lotta con le altre divenute subito inevitabilmente concorrenti, da cui nacque il primo vero e proprio nucleo della Mafia… Malgrado la mia ignoranza sulla massoneria in relazione alla questione del potere politico in Italia, qualche frammento mi è in ogni caso giunto.
  • Mi ricordo che avevamo già parlato del saccheggio dell’immensa riserva d’oro – per l’epoca la più importante in Europa – razziata da Garibaldi a Napoli e, poi, finita in gran parte in Inghilterra. I “terroni” ancora pensano siano stati i settentrionali italiani ad aver profittato della spoliazione! Londra non smetteva di richiedere, per essere ricompensata, della loro azione soprattutto su Cavour. Il quale dovette, beninteso, ben mediare col nuovo potere siciliano divenuto rapidamente molto influenzato dai mafiosi. Il modello per cui in Italia non è mai stato possibile evitare di fare compromessi con Cosa Nostra, allo scopo di esercitare anche un minimo potere nazionale: volenti o nolenti.
    Iniziò in questo modo, con tutti coloro che si affacciavano all’accesso della gestione politica. Evidentemente, non solo il democristiano Andreotti e il tycoon Che già era almeno ideologicamente massone prima di buttarsi in politica – soprattutto anche col grembiulino inglese, pare – nella costruzione già del suo primissimo impero economico, prima che politico. Qualcosa, come vedi, so anch’io dei massoni in Italia, anche nel campo del potere economico e politico. Salvo che, con le ultimissime decine d’anni, questo sodalizio quasi obbligato, è stato molto indebolito. Grazie anche ai magistrati Falcone e Borsellino…
  • Inevitabilmente, pure la Chiesa cattolica vi è implicata, almeno personalmente con parecchi cardinali, se non come istituzione, anche ideologicamente, con la Dottrina degli ultimi Pontificati.
    E invece con un Papa come Giovanni Paolo II particolarmente in modo veemente, come da origine polacca, contro i mafiosi! Doveva aver avuto anche reminiscenze del totalitarismo massimamente delinquente sovietico…
  • Così al comunismo e al modernismo è ora abbastanza chiaro che anche la massoneria (con il suo diabolico e scontato malaffare criminale non solo della Mafia) costituisce il terzo nemico, pure esplicito, del Cattolicesimo cristocentrico. Il quale non disdegna di coltivarne, limitatamente alla sua prassi, le indicazioni dette umanistiche e “sfortunatamente” positive “benefiche”.
  • Tutta l’intellettualità filosofica modernista, ormai di fatto sincretica con altre religioni e ideologie “spiritualiste” e immanentiste, soprattutto di sinistra e neo-comuniste (dunque ecologico-mondialiste), lo riconoscono. Son quindi oggi completamente massoni in fieri. Se non di pura organizzazione militante, almeno sul piano culturale e programmatico-strategico!
  • Pure la cultura di destra vi è molto implicata anche sul piano organizzativo. Mentre quella di sinistra lo è magiormente sul piano ideologico!

 

 

 

 

L’idolo della democrazia come panacea giusta e perfetta? Il mezzo non è il fine intrinseco!

Di tutti i sistemi politici – diceva Churchill in sostanza – la democrazia è la meno peggiore”, riferendosi alla forma politica cui si era giunti dopo millenni, anche nella sua Gran Bretagna. Beninteso monarchica e molto anglicana, la cui sovrana più longeva era allora una giovane regina, Elisabetta II, oltreché al vertice della sua Chiesa quasi  nazionalistica dell’inizio anni ‘50, di cui lui stesso non era più premier dello Stato politico.
Tutte parole-chiave altamente politiciste, queste, che indicano “mezzi” con cui la politica politicista si esprime e di cui le preferenze sono anche sempre apertamente opinabili. In Inghilterra, avevano tagliato la testa al re Carlo, prima ancora della ghigliottina francese passata sul collo del loro re Luigi XVI. Ma le restaurazioni hanno riportato rapidamente altri re (o regine) e imperatori al potere di regno (più che altro costituzionale) per poi, definitivamente giungere anche a democrazie repubblicane, per esempio a Parigi. In tutto il mondo, i due sistemi dominano ugualmente abbastanza in modo equipollente, al punto però che i presidenti rassomigliano molto ai re nel loro comportamento e lella loro mentalità.
Tuttavia il fascino del “potere sempre teoreticamente indivisibile” permane fino a spesso caricature di  presidenti come veri e propri “reali re”, aggettivati coll’accezione del sovranismo assoluto come paradosso…
Si pensi alla Francia repubblicana sempre un po’ auto-orfana di monarchia senza molto saperlo, anche con toni assoluti, saccenti e sempre attuali…!
La politica democratica in sé, infatti, non dispone, nella sua stessa concezione filosofica, di princìpi di funzionamento perfetti intrinseci interni. Si tratta di sistemi fondamentalmente costruiti da uomini sempre fallibili. Salvo nella Chiesa cattolica, unica organizzazione in cui il dogma ontologico rimane, anche se alquanto  museologizzato nel relativo dimenticatoio di cimeli istituzionali. Anche attualmente in cui la crisi storica che la sta divorando, fa sempre sì che l’infallibilità… resti.
Il termine “democrazia” o l’aggettivo “democratico” sono così diventati spesso sinonimi di perfezione politica applicata, pur sapendo – ma solo sul piano filosofico –  che non appartengono all’opinabile. In un mondo che oltretutto rischierebbe di non godere più della prerogativa della sua doppia natura : umana e divina, a causa dell’ostracismo almeno pubblico di Dio!
In tal modo, la democrazia politica finisce per essere doppiamente idolatrata, sia come nella sua denominazione originaria che in quella d’aggettivazione!
Ne so qualcosa io che, avendo le due nazionalità – italiana e belga – una repubblicana e una monarchica costituzionale, non mi sento molto disorientato, ma nemmeno le due identità mi si sovrappongono senza problemi…
Da cui l’esigenza insopprimibile della polemica ingiustamente impopolare contro il dogma cattolico, considerato esplicitamente “antidemocratico” (come se fosse un’offesa in sé). In realtà, è la democrazia a non essere ontologica, vale a dire vocazionalmente naturale, fatta per essere il semplice destino confacente all’umano.
Tutta l’esistenza è intrisa della Trascendenza, la cui razionalità sfugge all’intelligenza solo razionalista dell’umano. La quale non può rispondere all’interrogazione radicale dello stesso senso umano. Se non con un atto di Fede inevitabilmente… sempre religioso, ma che dispone di razionalità.
Il problema ricorrente è, infatti, pur sempre quello della Verità della unica e Vera Religione. Tutte le religioni, tutte con esclusa quella naturalmente Rivelata cattolica della Tradizione, ammettono la relativizzazione veritativa di tutte le altre religioni, compresa quindi e di conseguenza, la propria.
Si realizza qui la contraddizione in termini “corporali”, di cui si era servito il Re Salomone nell’intelligente e impossible disputa detta “tra le due madri”. Per cui quella vera non accettò – contrariamente alla falsa – di far tagliare in due il… “proprio” bambino, grazie alla Sapienza solo avanzata astutamente come logica e unica. Per la doppia distribuzione della rispettiva e, a priori, ”odiata dogmatica” metà creatura rivendicata e “maternizzata” almeno da una delle due cosiddette “madri”… Ossia, si ha qui l’unicità della Verità, contro ogni forma di relatività, che investe, con evidenza indiscutibile nella sua inevitabile giustizia naturale ogni campo pretesamente opinionistico, compreso quello della politica societaria.
La quale, altrimenti, sarebbe condannata inevitabilemente al discussionismo infinito anche a dispetto, pure apparentemente antagonistico, degli interessi delle sempre inevitabili minoranze…
La stessa soluzione virtualmente salomonica, sempre univoca e mai democratica, s’impone per rispettare la Verità specifica della democrazia, che non è altro che esterna e intrinseca alla stessa politica, col nome del Vero “Bene comune”, al posto di quella razionalista del bambino tagliato espressamente in modo “logicamente” ed “equamente” in due parti democratiche…
Ma qual’è questo criterio della politica, ad essa sempre esterno, che potrebbe così risolverne il problema tipico, permanente e sempre intrinseco?
È quello dell’unica Morale dell’altrettanta unica Verità politica, propria dell’unica Religione Vera che è il Cattolicesimo, petrino e cristocentrico!
I cosiddetti laici, inevitabilmente laicisti, come già visto, preferiscono il termine “etico” (oltre ad Aristotele, è stato già il filosofo ateo spergiuro ebraico Spinoza a usarlo nel Seicento), per sostituire sinonimisticamente il termine di “morale”, che troppo sempre ricorda la sua provenienza e appartenenza cristiano-cattolica.
E questo, per fingere che la politica, dal suo interno, possa generare un criterio principiante auto-sprigionante di fondazione: la sua motivazione e finalità intrinseca, è invece sempre esterna. E autonoma legittimamente, ma ora mai dipendente e subordinata, indispensabilmente alla teologia.
Bisogna senza scampo, partire sempre dalla partenza, ossia dalla Trascendenza per giungere al traguardo della totalità di ciascuna frazione del percorso a tappe da vincere. Altrimenti com’è anche di pragmatica, gli obiettivi essendo fattuali e concepiti razionalisticamente, non possono che fallire prima o dopo (spesso molto rapidamente) o deludere miseramente.
Del resto, come pensare che il Vero, il Buono e il Giusto possano scaturire dal basso?
Possono dall’esperienza pratica evidentemente “verificare” la bontà dei risultati, dal più basso dall’esperienza, ma non dalle sue premesse e dai suoi princìpi ovviamente teorici e razionali, dunque reali!
Non a caso l’infondatezza strutturale del marxismo è già clamorosamente fallita, compresi quelli principianti e fondanti dell’hegelismo, padre detto dialettico di tutte le sinistre (ma non solo) oggi perdenti già dall’inizio nell’astrazione politicistica immaginaria!
Non resta che situarsi nel già scontato e molto ripetuto fraseggiare di argomentazioni esaurite di formule indigeribili, anche per stomaci forti. Piatti conditi di sughi inventivamente, anche di verità fattuali intuitive e utopiche. A prima vista come l’ambientalismo, dove si costatano solo le barbarie massificate delle popolazioni provvisoriamente abbrutite! Quelle dell’ecologismo cosmico, da cui non si può che ricavare l’impotenza di fronte alla forza dell’infinita Natura che dipende solamente (anche con evidenza dimensionale) dalla Creazione, anche continua.
A pensarci bene il solo e unico slogan potabile dell’ambientaismo è “No nature. No food” (Senza Natura, niente cibo): in opposizione culturale di Civiltà agl’insetti o con vermi nel cibo; oppure alla “carne sintetica” prodotta dagli stabilimenti di Bill Gates e pubblicizzati da lui stesso mentre ne ingurgita “golosamente” una bistecchina fabbricata.
La democrazia, quindi, in quanto categoria valoriale politica e come entità strumentale di tipo fattuale (come mezzo), necessita di dimensionamento trascendente e metafisico. Come già i Greci antichi e pre-cristiani, anche di quasi tremila anni fa con i presocratici, avevano ben capito, fondando la filosofia, che ancora oggi e sempre viene utilizzata nella sua almeno perfetta logica. E che san Tommaso d’Aquino aveva parzialmene adottato integrandola genialmente nella teologia cristiana e globale dominante, debitamente Rivelata, anche ecclesialmente dalla sua Summa sempre dimostrativa. Altrimenti si è condannati  al politicismo, inevitabilmente in strategia ateizzante anche se, perfino la Chiesa cattolica continua oggi a fare, poco a poco da qualche secolo.  Finendo così molto rapidamente e in modo tragico nel modernismo.
Si osservi, come esempio del problema, la foto ormai famosa del cancelliere Kohl che tiene per mano Mitterrand mentre cerca di spiegargli il fallimento del comunismo miscredente, creduto eterno dal presidente francese… ovviamente socialista!
Lo stesso stupore incredulo è quello di moltisissimi cattolici, anche critici, di fronte all’eterodossia irrimediabilmente eretica e sempre modernista del Pontificato attuale. Assolutamente liquidatore del cristocentrismo nel Cattolicesimo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il primo sostegno della politica è l’economia: senza la ricchezza dei figli, però, si rischia di finire col non capirne più nulla

È fondamentalmente Ettore Gotti Tedeschi, l’ex direttore della banca delle finanze del Vaticano, IOR, che ha riportato alla chiara attualità, almeno per l’élite dei Cattolici petrini, che l’abbondante e generosa demografia dei figli nelle famiglie, costituisce il segreto vincente per ogni economia.
E quindi, per tutte le politiche economiche. Non è possibile, per cominciare a parlare fondatamente di politica in economia, senza una demografia in espansione di tutta la società, anche se solo per ragioni dette immanentiste e moderniste!
Per produrre politica occorre prima che tutte le società siano in pieno sviluppo demografico. Senza l’abbondanza dei figli da crescere, educare e situarli nelle loro vocazioni umane e professionali, nessuna politica economica generale libera è possibile.
Gotti Tedeschi, grandissimo economista cattolico in quanto anche CEO di banche importanti, ha fatto di questo principio basico il suo cavallo di battaglia permanente. Non esiste nessuna formula economica anche minimamente valida, se paradossalmente la società non permette di produrre un’abbondanza, ormai stranamente numerosa ed esuberante di figli!
Non solo si tratta di una precondizione indispensabile, ma essa costituisce la condizione pure preliminare per anche finanziare la scelta politica all’interno della quale la produrre. Niente è possibile di preferenziale alternativo nell’assortimento, senza la naturale e soverchiante planturosità della filiolanza nella Famiglia.
Qui siamo già di fronte all’apparente contraddizione antagonista che il mondo contemporaneo modernista e razionalista ha messo in campo: l’idea rovesciata, cioè, che solo la ricchezza economica permette di avere molti figli. La realtà è esattamente il contrario. È la produzione naturale di molti figli che permette d’ingenerare molta ricchezza economica e, quindi, molta sana politica.
Sta poi, in seguito di tale precondizione, che è possibile discutere su quale politica tra le migliori è possibile e utile adottare!
Nella competizione tra la precedenza tra l’uovo e la gallina, che mette in evidenza la circolarità fecondissima del sistema naturale e spontaneamente concepita nella sua Creazione, è l’uovo dell’economia a giustificare il “Bene” della gallina in brodo della politica. Tra l’uovo e la politica, sembra infatti che non esista nessuna relazione. Ed è quanto il razionalismo, con tutta la sua cosiddetta disciplina detta logica e conseguenziale, oltreché vantata materialista cosiddetta “concreta”, non potrà forse mai capire! La Sapienza razionale della Chiesa cattolica l’aveva invece sempre compreso per semplice Rivelazione ed evidenza logico-giusnaturale.
Perché l’universo, del resto, è in continua non molto “logica” espansione?
Perché l’attrazione sessuale, unica generatrice di figli, è così ambita?
Perché l’idea di uccidere nel ventre della madre il bambino nascituro è il più abominevole delitto contro l’innocenza umana?
Perché l’accudimento dei figli, sempre pieno di sacrifici oggi creduti inauditi è invece veramente possibile e rende da sempre felici?
Malgrado tutte le obiezioni razionalististe contrarie: che si guardi tutta la detta reputata impossibile esperienza umana. E perché, si fa di tutto, proprio di tutto, in nome del razionalismo solo umano e massificato, da parte giust’appunto del più alto grado indebito della politica ovviamente e immancabilmente statalista, si continua così a ostacolare le nascite?
Belle domande a cui la sola risposta orriblmente semplice e diretta è: l’edonismo!
Non si sarebbe abbastanza ricchi per fare figli. Naturalmente si dà per acquisito che si deve andare in ferie molte volte all’anno, che si deve essere mantenuti da pensioni statali calcolate sull’ultimo stipendio ottenuto e, come in Francia, à non più di 62 anni: quando ancora, e pure spesso, si divorzia e ci si risposa tranquillamente, quando gli agi desiderati diventano tutti “diritti”, mai preceduti dai rispettivi “doveri” fondanti e limitanti…  Il tutto, dopo aver anche dimenticato di aver pure dimenticato, che i grandi balzi politici dell’umanità sono stati conquistati in epoche ritenute razionalisticamente credute impossibili sul piano economico.
Avendo ancor più dimenticato le felicità umane più di quanto ora non ci si dimentichi di prendere la pillola anticoncezionale, in un’angoscia endemica anche da falsa psicanalisi.
Oppure ci si promette, in corteo di protesta almeno chiassoso, di proclamare il cosiddetto sicuro diritto criminale di… ridurre in poltiglia (da confondere poi con lo sterco dei liquami di scarico) la vita in grembo di una sacra creatura nuova e irripetibile per l’eternità. Che già batte con il suo cuoricino e che già dà calcetti deliziosamente vivi al ventre della la madre per ricordarle il processo divino in corso di realizzazione generativa. Altro che diritto della donna a scegliere… cosa?
La vita e soprattutto la sua educazione libera sono alla base dell’economia, che è indispensabilmente alla base della politica.
La quale non chiede e fabbrica altro che la ricchezza economica per poter sempre più scegliere nell’abbondanza, affinchè la politica diventi sempre più spirituale, quindi sempre più umana.
È pur sempre la domanda che induce e giustifica la produzione.
Anche nella sua circolarità: la verità prima é sempre questa del principio della priorità dell’uovo. Ci si ricordi del mestiere dello stagnaro per cui, all’inizio degli anni ’50 passavano artigiani nelle corti delle cascine, dove tutte o quasi le “massaie” (allora le si chiamava anche così) accorrevano per far saldare buchi o ben lucidare con colate supeficiali di stagno le superfici di cottura delle loro pentole in alluminio o rame… Inutile pensare di farne oggi ancora un mestiere. Non ce n’è più la domanda: non si formano più buchi e le pentole hanno piuttosto rivestimenti antisdrucciolevoli…
Senza reale domanda, a causa del fatto che le famiglie sono diventate spesso monoparentali senza più figli o con al massimo due (nel famoso pari e patta con la natura storica), quando non obnubilati dall’assurdo propio figlio unico, così desiderato contro natura! Con in compenso molte pentole sottoutilizzate.
Con oggi spesso i figli non raramente solitari senza sufficiente orizzontalità relazionale, anche spesso come seconda generazione recidiva di fratellanza e di sororità deficitaria. La cosa ovviamente non permette consumi quantitativamente paragonabili alle famiglie di parecchia figliolalza di appena sessanta-settant’anni fa, o più: la metà della metà della metà…!
È la sommatoria dei consumi necessari e non eccessivi delle Famiglie, le cellule naturali generative delle popolazioni, a determinare la quantità della produzione agricola e industiale. Anche se in seguito è la stessa produzione “ben pubblicizzata” a ingenerare la richiesta di ulteriore domanda. Ma non infinitamente, fino al mercato saturo e satollo: realtà oggi anche costatate ma non volontariamente comprese per interferenze ideologiche!
Ecco il semplice discorso economico, molto religioso e naturalmente scientificamente umano e ben fondato, di Gotti Tedeschi.
Che è agli antipodi della politica politicista ed empirista, provvisoriamente consumerista, del Forum di Davos. Tronfio di aver convinto tutti i politicanti parassiti (salvo qualcuno invidualmente o personalmente, ma non dal punto di vista professionale e oggettivo: pubblico!) che tende al potere con una propaganda nei confronti degli elettori, concepiti non meno che come uomini. Ma solo come esseri massificati nella – diciamo così – obbedienza, o come scaturigini di voti nell’urna a credito e utilità dell’oligarchia dei cosiddetti “migliori”. Questa è la logica che, come i princìpi filosofici mondani e ateisti dell’ostracismo, sono alla base dell’eliminazione di Dio nella cristianità civile.
Che anche la Chiesa cattolica blandisce e segue con tutto il suo carico di turpitudini eterodosse e conseguenziali. Le quali non fanno che chiedere vendetta di fronte allo stesso Dio. E alle Sue Leggi finalmente umane grazie al loro concepimento divino.
Così sorgono i giudizi pieni d’insulti da parte dello scientismo arrogante e ignorante dei politicanti in carica; e ancor più, anche candidati all’opposizione sinistrorsa: non ci deve meravigliare da dove provengano. La vera radice da cui derivano quasi direttamente, sebbene in modo apparentemente bizzarro, è il razionalismo della fregola detta riformista del pensiero filosoficamente modernista dal malinteso “Rinascimento”. Quello che, dovendo essere accreditato come sorgivo e “liberatorio”, ha diffamato per secoli, col materialismo, per cui l’Essere è stato sostituito dall’ente, l’Essenza dall’esistente, il Dio dall’uomo, dagli animali alle cose (la natura), la religione dal pensiero solo umano, lo Spirito come vocazione dalla cosa in sé a scadenza pure programmata…
E la realtà trascendente dall’immanenza detta concreta! È la capacità tipicamente umana, e non bestiale e massificata, ad essere scemata fino a poter dare la misura di questa immane tragedia avvenuta alla nostra Civiltà (ci si ricordi, cristiana) che oggi, depravata, rivendica pure il diritto di “cacellarne il passato”.
Non contenti di gommarla ma anche di distruggerne la memoria nello spappolamento (come i nascituri) anche dei suoi monumenti e opere d’arte!
Come i talebani islamisti che, con la dinamite (mai dalla loro cultura anche solo pensata per essere inventata tecnologicamente), per far saltare i cimeli mastodontici della comunque gloriosa cultura antica, anche orientale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le forze critiche anche radicali contro il modernismo rimaste pervicaci: solo quelle che hanno “avuto problemi con la Sinagoga

  • Oggi arriverà qui sulla nostra terrazza sul lago a Musso il vecchio amico don Caporali. Praticamente si è auto-invitato, come lo faceva più di una decina d’anni fa quando anche noi, da molto tempo, già avevamo lasciato Comunione e Liberazione dopo la morte del Gius. Rendendoci così ingloriosamente profetizzanti di quanto è sempre più continuato ad avvenire in questi ultimi anni.
  • Non credo che venga per cercar di convertirci al modernismo, in cui non crede.
  • Magari si tratta di una motivazione sua interna difficilmente comprensibile o commercializzabile come scelta missionaria.
    Deve averlo determinato sia che la nostra terrazza ha quel venticello di breva dei duencento metri di altezza sul lago, con intorno più di cento chilometri di montagne a picco tutt’intorno (con cime anche di tremila metri) e le vele a zonzo sul grande specchio d’acqua appena mosso…
  • Senza contare il mio risotto con gli ossibuchi e il Timoncello dei laghé che tanto gli piace sorseggiare mentre, a volte, celebra molto moderatamente Papa Francesco: qualche motivo positivo, anche se solo intermittente ce l’avrà pur sempre. Il quale rappresenta ora tutti i pacifisti cattolici che sono anche la maggioranza del Paese e non solo. Come del resto noi, che pacifisti non siamo, ma… pacificatori almeno sì.
  • E poi, lui è sempre un simpaticone con una religiosità innegabile e popolare, quanto antico è l’amore suo per lo zafferano che ingiallisce saporitamente il tuo riso. Non dimentichiamo che si tratta pur sempre di un amico nostro che, nonostante le idee piuttosto petrine, pure sue (che riconosce e vorrebbe ben coltivare liberamente), ci è rimasto personalmente fedele. Infine è un prete!
    Un sublime povero uomo Ordinato a Dio, sballottato dal suo mondo religioso scelto sinceramente e come anche tutti gli altri, forse nell’epoca più nera della storia.
  • Accogliamolo benevolmente. Lo merita nella sua solitudine che non è molto diversa dalla nostra.
  • Certo, dovremmo pensare ai cattolici tradizionalisti che in questi anni si sono ritrovati con un Papa protestantizzante e un vescovo, il Delpini di Milano, forse abbastanza ambrosiano, che cerca di cavarsela con la poesia e, le battute salaci piuttosto ardite…
  • Noi abbiamo cercato di svignarcela nella Fraternità san Pio X, con il riconoscimento pontificale di Benedetto XVI. E nell’ Osservatorio allora di Trieste, con i libri dell’Edizione Cultura & Fede, con a capo il fondatore mancato grande sacerdote, laico ideale padre di famiglia, Zenone amico del Fontana!
  • Te lo ripeto sempre, mi fanno molta compassione questi preti come don Caporali in bilico tra l’obbedienza propria dell’Instituzione in cui sono stati sacramentalmente implicati sotto giuramento eterno per Fede. È la Ragione che loro permette di vedere tutto il processo di apostasia interna alla Chiesa del modernismo. Eresia talmente a lungo striciante per secoli, che il primo pensiero che viene diabolicamente in mente è di abbandonare tutto. Noi siamo stati almeno fortunati.
  • Caro marito, è la fortuna che lo Spirito Santo assicura ai suoi fedeli. E si chiama Grazia, non fortuna, di cui non si può che ringraziare ancora il Cielo.
  • Hai Ragione. Per cui, ragione in più di accoglierlo con animo benevolente anche per i suoi supposti e cosiddetti difetti che noi abbiamo visto, quasi sùbito.
  • È un po’ come tutto il rapporto che Gesù ricordava ai suoi Apostoli nella liturgia di ieri, domenica undicesima dopo il Sacro Cuore: grosso modo diceva: “Privilegiate nel vostro parlare quelli che hanno avuto problemi con la Sinagoga e non tutti gli altri”…
  • In effetti, è un po’ come parlare col nostro “prossimo”. Quelli che, attraverso la Ragione autentica, sono stati toccati, almeno metodologicamente, dalla Fede e ben più. E che Dio li ha segnati perchè possano essere “visti” come veri interlocutori. Nel caos creato dalla confusione dello stesso modernismo, sia politico che ecclesiale e di costume.
  • Immàginati la loro solitudine. Noi che frequentiamo piuttosto gli ecclesiastici della Pio X, abbiamo in mente più i loro preti abbé che vivono in gruppi, non molto diversamente da noi due. E che sono molto gratificati, i rarissimi quasi tutti fieri, quando non passati a miglior vita, di aver avuto ragione fin dagli anni ’60 durante l’ultimo Concilio. Il quale, dalla sua vigilia in estate del 1962, aveva commesso il suo primo strappo, pochi mesi anche e totalmente prima dell’apertura dell’Assise mondiale, con il partito dell’URSS – via i Cristiani orientali ortodossi – in un accordo peccaminoso che ci ricorda che, quello attuale anche rinnovato con la Cina, non è il primo!
  • Mi ricordo benissimo: l’accordo è stato chiamato di Metz in Francia, condotto dal cardinale francese russofono Tisserant e il metropolita russo Nikodim, per cui, con la promessa di non parlare per niente nel Concilio del problema, relativamente alla tragica attualità del tempo nel mondo, vale a dire il comunismo (!), la Chiesa cattolica poteva… “ottenere” il famoso “salvacondotto”. Per alcuni monaci ortodossi russi come “osservatori laici” a Roma…
  • Accordo asimmentrico del menga e inconcepibile, in totale sacrilegio politicistico e centrale!
  • In effetti sono i Pontificati dopo Pio XII che sono sotto accusa per vago o preciso modernismo quasi contemporaneamente alla sostanziale assoluzione dei rispettivi papi, che possono essersela personalmente cavata, con la santificazione non solo personale, certamente non proprio specificatamente e totalmente pubblica!
  • Ma si può parlare di salvezza ecclesiale e solo umana, per un Papa che, per definizione, è sempre oggettivamente sempre più pubblico che privato o intimo?
    Il cui giudizio non può che essere solo divino e trinitario ed eterno.
  • In un periodo particolarmente travagliato da tendenze anche molto acute sul piano religioso e ecclesiale, in realtà ci possono essere solo attenuanti generali e personali.
  • Ce ne saranno certamente di molto necessarie! È il motivo per cui i papi, soprattutto quelli ultimi che hanno il compito di rendere il loro Pontificato molto, veramente molto, radicale in difesa del rigore della Dottrina cattolica: soprattutto nella nostra era politicista e di tendenza generale protestantizzante.
  • Tendenza che è stata percepita, anche positivamente, in modo molto vasto. Per cui anche parecchi vari atei nelle figure intellettuali più o meno agnostiche, si sono accorti di quella che loro hanno chiamato la cultura woke, che in inglese significa “sveglia” e parecchio “all’erta”, rispetto all’intelligenza e alle ingiustizie sociali.
  • Anche rispetto a quelle razziali, molto di moda, e di cui i rappresentanti woke sono diventati critici anche acutissimi e cosiddetti sempre laici.
  • Ma ecco che arriva il nostro don Caporali.

Dalla cultura “una cum” a quella woke: una stessa radicalità critica indifferente per Davos

  • Cari amici ormai “belgotti”, spero proprio che non vi siate dannati del tutto vivendo in famiglia, da troppo tempo da decine d’anni, con i dannati per definizione: con la risma forse più malefica e perniciosa al mondo. Più ancora, si direbbe, di quella cinese. Ormai fate concorrenza ai modernisti “tedescotti”.
  • Un bacio e un abbraccio consapevole che non ci vediamo da almeno cinque anni, sibilò offrendo le guance Marina.
  • Anch’io ti saluto molto caramente a te che sei rimasto in questo Paese che, questo sì, sta precipitando anch’esso e non meno degli altri verso gl’inferi che troppi paragonano a una sorta di barbecue permanente, o alquanto completamente allegrotto: “con l’inferno rimasto anche vuoto – come dice il Papa – tuo… principale”.
  • Oh, anche tuo, da quanto dici almeno in vari tuoi ultimi post del tuo Blog, che leggo tutte le settimane. Molto attentamente.
  • Si ma la mia obbedienza è rivolta al Papa del “Non possumus” e non a quello sangallista che invece tutto può arrogarsi di dire e riformare contro quanto si è sempre affermato e fatto!
  • In questo, sai che mi trovi abbastanza sempre d’accordo. Che panorama! Vedo una chiesa qui sotto, a riva del Quattocento con fonte battesimale, mi pare, de 1100! Almeno non siete tentati di modernismo, qui.
  • Festeggiamo con un buon Timoncello la tua visita e la prossima nascita del nipotino maschietto a Bruxelles. Ci ritorneremo molto presto, fra un buon mese tra i “dannati” come dici tu, intervenne Marina versando il quasi Limoncello settentrionalmente corretto dai laghé.
    Per poi ritornare ancora qui sul Lago, in cima allo Stivale a qualche chilometrino dalla contigua Svizzera, cui anche questa chiesa e molte cappelle sono state allestite, nel generale cordone sanitario contro il protestantesimo. Che siamo riusciti a contenere al di là di queste Alpi. È da questo Fonte che passavano come tappa riunendosi anche per partire verso qualche Crociata, unendosi ad altri cristiani d’oltralpe, che parlavano pure in giargianese.
  • Beh, il fatto che ogni giorno siam costretti a parlare un’altra lingua, cercare di capirne altre due diverse nazionali più l’inglese per metterli tutti d’accordo, ci ha parecchio resi woke, svegli e vigili, come le tue pretese “veglie di Assisi”: che tanto piacevano al rettore della Cattolica a Milano, Lazzati. Meno addormentati, in ogni caso, di voi Italiani ecclesiastici sedentari.
  • Te lo riempio da buon maschio di nuovo il bicchiere, che va giù come una bella predica su Berlusconi da parte dell’arcivescovo Delpini: notevole no? Se l’è cavata egregiamente, bisogna dirlo. Roba di alta acrobazia diplomatica, a difetto forse, molto volontario, di chiarezza petrina!
  • Bravo l’arcivescovo, contente pure tutte le tre donne emblematiche presenti: Meloni, Schlein e Veronica. Compreso l’obbligato assente in ospedale tuo capo, Francesco, e i massimi presidenti della mutua, Mattarella e i lontani del duo conforme Napolitano-Biden.
    Un piccolo capolavoro relazionale, il suo del vescovo della diocesi più importante al mondo. Chissà se a Milano oggi l’Onnipotente, o quantomeno quello di cui non si parla quasi più, lo sia ugualmente!
  • Tu Marina sei sempre la solita perfida. Anche don Giussani, appongiando il Berlusca apertamente, sapeva che le sue donnine lo ammiravano per motivi non proprio, come a volte si dice ancora, cattolici.
  • Buonissimo questo Timoncello nordico, anche se troppo copiato a quello partenopeo. Comunque, mettiamola sulla molto conosciuta e forse scontata ammirazione, già di Bossi per il Limoncello e per Peppino Di Capri, di cui conservava i quarantacinque giri, aggiunse Luigi.
  • Ti dirò che ti trovo bene e in forma. La cosa non ci è troppo abituale. Colpa di certa allegra malinconia dei nostri abati, i preti abbé Pio X che frequentiamo a Bruxelles, anche in famiglia. Essi non conoscono assolutamente, per quanto pure la recitano ogni sera nel Libro delle Ore, quel brano del Salmo della Compieta : “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!”. Loro conoscono fondamentalmente la fraternità sacerdotale e la liturgia lefebvriana vetus ordo in latino e di sempre, quella di Sisto V. Ma non troppo l’antica gioia comunitaria e religiosissma di Comunione e Liberazione. Almeno quella intrinsecamente moderna e propugnata da don Giussani vivente, non quella attuale di CL quasi modernista del tutto, anche nuovo stile, di cui si parla e canta pure a Rimini, all’ex-sacro quasi sempre Meeting.
  • Argomento questo doloroso. Se mi vuoi vedere triste, parlami ancora di “esperienza cristiana e sinodale” alla maniera di oggi e, generalmente, dell’attuale Meeting di Rimini, con tutte le sue derive… (Marina al suo dire netto aveva addolcito molto col tono…).
  • Ai nostri tempi, fino a oltre gli anni Novanta, il Gius ci rallegrava incazzandosi come una iena, ogni tanto, quando si accorgeva con evidenza dell’allegrotta compagnia anche vagamente gnosticheggiante della sua CL, che sarebba diventata la Comunità di oggi: solo devota al sangallista oggi Pontefice di cui non sanno quasi veramente nulla, o che interpretano come vuole lui.
  • Anch’io ne sono disgustata. E continuo sempre più ad esserlo: l’ultima che ho sentito è da parte di una militante ciellina italiana in Belgio, che mi vantava fieramente il fatto di “aver votato al Sinodo belga”! Quello che ha appena approvato anche le unioni omosessuali…
  • Non aggiungete alle mie tristezze italiane anche quelle belghe. Pietà. Pensavo di venire a tirarmi su il morale.
  • Ma allora perché ti dichiari fedele a questo Pontificato!
  • Vedi Luigi, cosa volete che faccia! Sono un prete che ha sempre pensato, voi lo sapete, che l’Autorità, quella che è fondata, permette di vivere razionalmente e pure solamente per il senso umano. Quello che caratterizza il Cattolicesimo, l’unica Religione Vera e petrina, in cui nasce la Verità solo se ingenerata dall’idea di figliolanza, quella ontologica e inoppugnabile, veramente paterna non solo del Gius. Quella in cui lo si vede ora in foto, profondamente inginocchiato davanti a Papa Giovanni Paolo II. Me lo ricordo con le sue collere e le lavate di testa a tutta la comunità di CL, che ne aveva combinata… un’altra. Oppure che trasudava di un’alone di spiritualità piuttosto immanente. Per me non c’era bisogno che Savorana lo scrivesse nella sua storia di CL. Mi ricordo che me le sentivo dirette come se fossero dette a me personalmente.
  • Cercherò io di risollevarti il morale con i miei ossibuchi sul risotto giallo e non solo bianco solo lessato e al burro come usa qui sul Lago. Ce lo gusteremo qui sulla terrazza. Credo che ti ricordi così bene delle stizzite collere del Gius che avevano, insieme al risotto, quel profumo di ambrosiano, che erano proprio ontologiche come tu dici bene della figliolanza che anela all’Autorità paterna. Quindi legittima. Quella sorgiva del mio risotto, ci rassomiglia di molto.
  • Sei veramente sempre una grande seduttrice. Mi ricordo, e come. Quasi si respirava, come sento adesso, quella stessa pienezza di anelito sospirato che ci teneva tutti petrinianamente lontani dalle polemiche che già si orecchiavano nel nostro mondo. Dove ci faceva affondare il Gius nel respiro missionario e culturale: per esempio in Bassa o all’Università detta… cattolica, tutti i giorni tra gli increduli modernisti sempre più diffusi anche e soprattutto nelle sue aule.
  • Stavamo giust’appunto parlando del woke, così definito in America del nord l’atteggiamento che il Gius chiamava semplicemente di “curiosità” interpretativa a partire dalla Fede cristocentrica, che tutto penetra e a cui tutto si riferisce.
  • Io stessa mi chiedo sempre come sia possibile che oggi la stessa CL possa sopportare di cincischiare con le fregnaccine buoniste, allo stile massone mutualista e riduttivo. Ad esempio del “Senso religioso” introdotto dallo stesso Papa attuale. Il quale ha fatto l’elogio di Lutero nella Sala Nervi, in Vaticano, con di fianco la sua statua e la sua luterana sciarpetta colorata!
    Oppure che ha firmato di suo pugno la dichiarazione ad Abu Dhabi per cui l’Islam adorerebbe il tuo stesso… il nostro Dio dei Cattolici.
    E ben dopo essere passato in Svezia presso la vescovessa luterana che festeggiava il cinquecentesimo anniversario del suo scisma tedesco ben protestante.
    Per non parlare del rito della Pachamama precolombiana celebrata… nella prima cattedrale del Cattolicesimo, per cui bisognerebbe riconsacrarla!
  • Mi sa che così, nemmeno il tuo risotto basterà a rimettermi in forma.
    Conto sulla tua quasi doppia razione che mi ricordo avevi preparato, indimenticabile, anche l’ultina volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La possibilità, a breve termine nulla, della fusione ecclesiale tra i due movimenti più religiosi del secolo scorso: la Fraternità san Pio X (per la Sacerdotalità e la Liturgia) e la precedente Comunione e Liberazione fino alla morte di don Giussani (per la Comunità cristiana, soprattutto laica)

  • Abbiamo una questione da sottoporti, caro don Caporali, di cui discutiamo non troppo raramente quando ci mettiamo consapevolmente, e quasi per gioco, a “profetizzare” sulle soluzioni, almeno possibili per la Chiesa cattolica oggi, aggiunse Marina.
  • Tu che sei comunque rimasto – malgrado tutto, con piuttosto la mia sorpresa molto interessata – nelle fila della devozione sempre più rara e petrina di CL, anche se alquanto diventata, pure personalmente, rarissima. Non abbiamo nemmeno pensato di sottoporre ai nostri abbé, i cari preti mistici tutti con talare della Pio X, quasi tutti francesi a Bruxelles, la stessa questione.
  • Mi incuriosite molto, nonostante la piena digestione del riso arborio del vostro risotto e la tenerezza speziata dei parecchio allusivi ossi (diciamo così come sempre li amava detti lo stesso Nietzsche a Torino, oltretutto non meno meditativi sempre coi loro “buchi” neri)…
  • Ti dico subito, che l’invenzione di questa ipotesi-domanda è del mio poco centrato pensatore marito. Che, a furia di pensare troppo, ne partorisce di tutti i colori. Questa volta, però, sembra che almeno una certa logica sia sopravvissuta nella cosa.
  • Perdinci, mi stimolate ancor più.
  • Lascio a lui di presentartela perché tu ne tragga un giudizio chiaro, come quelli che sempre il Gius pretendeva si avesse cristianamente, a giusto titolo e su tutto. E che ora si fa tutto, proprio di tutto, per non giudicare, mettendo tutto nel dimenticatoio intensivo… Nel quale  ora il modernismo del Movimento ha messo nel vecchio armadio delle ipotesi anche sì dimenticate o da scordare per sempre: nella colpevolezza più grave di scordare tutto.
  • Dunque – riprese Luigi – quali sono stati i movimenti cattolici più religiosi del Ventesimo secolo? Almeno parecchi e molti in tutto il mondo. Ma due soli, a ben guardare e di spicco evidente.
    Al primo posto, quello autodefinito rigorosamente come “sacerdotale e liturgico” della Fraternità san Pio X, fondato da monseigneur Lefebvre, con la grande manifestazione liturgica a Lille, con più di diecimila persone partecipanti alla grande Messa vetus ordo, in latino naturalmente.
    Il secondo è il movimento fondamentalmente laicale, divenuto con rapidità, già fine anni ’60 inizio ’70, quello di Comunione e Liberazione. Che ai tempi – siamo ormai in pochi a ricordarlo anche personalmente – si era chiamato, per più di una quindicina d’anni, Gioventù Studentesca e subito dopo già alla fine anni ’50 e, in contemporanea, Giovani Lavoratori. Mentre tu provenivi dal primo e noi dal secondo, dal Raggio Comasina: già all’epoca, nel ‘61 io lavoravo come apprendista in una ditta per riparare i tram.
  • E io come segretaria all’esportazione di una ditta a Milano di lamiere in acciaio…
  • Vi seguo perfettamente e mi ricordo tutto.
  • Perché erano i due movimenti più religiosi e importanti di tutta questa gloriosa metà del loro secolo? Avrai notato che ho messo al primo posto quello della Fraternità: per una priorità chiaramente teologica e dottrinale. Il Cattolicesimo si caratterizza, fondamentalmente per la sua prima caratteristica che non può che essere, tu lo sai in modo non possibilmente più chiaro, sacerdotale. Tutto è partito, anche laicalmente, dai pescatori e impiegati, operai del tempo, “pescati” sul posto da Gesù stesso…
    La conseguente caratterizzazione è il ricordo fedele del sacrificio divino e umano della Passione e Risurrezione di Cristo nella Messa. Che è tutto riportato nella sua liturgia a quella della Fondazione della sua Chiesa da parte del primo Papa eletto direttamente tra i peccatori da Gesù stesso. Ecco il più grande Movimento lefebvriano, quello detto volgarmente della… “Messa in latino”. Ma iniziato con i pescatori diventati apostoli sacerdoti, divini eterni!
  • Ti seguo sempre. Vai avanti.
  • Il secondo movimento, non sto a ripetertelo, aveva il suo principale fondamento nel Comunitario cristiano, che è il risultato laico (in senso cattolico) rispetto all’universale di quello rimasto in nuce e solo primario della Pio X.
    Da notare che i due movimenti sono, nelle loro rispettive concezioni, non solo iniziali ma, con la prima, anche una Fraternità comunitaria; e, con la seconda, una Comunità liturgica: e, tu lo sai bene, sacerdotale! Con anche i preti della san Carlo. E di “promessa consacrazione” (suore e moltissimi, almeno fino alla morte del Gius, Memores Domini, Memori del Signore)!
  • Perché il Cristianesimo non può che essere sempre la globalità completa e completamente vera delle due dimensioni…
  • Gli altri movimenti ovviamente cristiani? Anche loro! Ma nella graduatoria dei primi due amatissimi e pure odiatissimi, nel simmetrico amore totalizzante dell’odio-devozione assoluto e veritativo. Fino alla scomunica da parte dell’eresia inevitabilmente del tempo, in cui tutte le nespole ben maturano.
  • Continuo a seguirti passo passo. E sono tutto sinteticamente d’accordo.
  • Ebbene come affrontare ovviamente sul piano ecclesiale il futuro della Chiesa cattolica e del Cattolicesimo che sono sempre (o dovrebbero sempre essere) la medesima cosa? Se ci fossero le condizioni storiche, tutte le condizioni, la soluzione alla stra-ripetuta “crisi dell’universalità” del Cristianesimo sarebbe già disponibile!
  • E quale sarebbe?
  • Ripartire dalla fusione dalle due esperienze più religiose, quindi più divine della storia, perché fondate sulla Fede simmetricamente applicata!
  • Già, ma le condizioni storiche sono realmente là presenti?
  • Purtroppo no! Mancano su almeno quattro piani.
    Innanzitutto su quello dell’Autorità necessaria e indispensabile per poter realizzare la fusione mai stata possibile nemmeno come pensiero. Perché i due movimenti sono stati sempre sotto controllo persecutorio: fino all’invio autoritario, allo sbolognamento, da parte del monsignor Colombo, arcivescovo di Milano, nel 1965, di don Giussani a New York, alla vigilia del ’68, decapitandolo dal suo Movimento, con l’approvazione festante di parte del clero, soprattutto settentrionale allora detto curiosamente “tradizionalista”! E con la scomunica automatica di Papa Giovanni Paolo II, dopo la divina e provvidenziale disobbedienza della Pio X con l’ordinazione dei suoi primi quattro vescovi nel 1988: indispensabili alla sopravvivenza della nuova Fraternità, alla vigilia della prevedibile morte, ormai allora prossima, di monsignor Lefebvre (si potrebbe dire, poi puntualmente avvenuta nel 1991).
    Le altre tre condizioni mancanti erano e sono, anche dopo la completa riabilitazione da parte di Papa Ratzinger, rispetto alla scomunica ricevuta “automaticamente” dalla Pio X, nella pervenuta mutazione genetica verso l’eresia modernista da parte di CL (ora “commissariata” attraverso i suoi Memores, soprattutto per ragioni eretiche pontificali di potere…).
    Così come terza condizione, sempre permanente, è quella della continua assenza o quasi, della semplice conoscenza quasi reciproca dei due Movimenti, che per inerzia al precedente e lunghissimo periodo di persecuzione e di disinformazione interna abituale alla Chiesa romana, ancora tiene lontane le due sue esperienze storiche.
    La quarta condizione è quella tritacarne della secolarizzazione generale nemmeno contestata da CL: ambedue i movimenti sono sottoposti, come tutti gli altri, alla devastazione inevitabile per la quale anche la più famosa filosofa detta cattolica francese, la Delsol, continua a dichiarare che il Cattolicesimo sostanzialmente sparirà, o meglio che la “Chrétientè finira”, ossia la civiltà cristiana svanirà, in quanto già quasi completamente evaporata!
  • Tu sai bene, Luigi, che per me il Cattolicesimo non può sparire mai!
  • La secolarizzazione oggettiva dell’avanzata della religione civile senza Dio, sostitutiva di tutte le altre, fa comparire ora quella “cattolica” in modo paradossale essendo divenuta, perdipiù, modernista come le altre: questa realtà sta già attancando subdolamente ancor più Comunione e Liberazione, già negli artigli del sangallista Papa Bergoglio e generalmente del suo clero, piuttosto globalmente immanentista.
    Che pure sta inevitabilmente rodendo anche la Fraternità del vetus ordo, la quale per quanto più solida e fortificata com’è dalla sua concezione, non può resistere indefinitivamente senza, peraltro, lo sviluppo orizzontale e comunitario insito nelle premesse già della sua Fraternità, ma mai veramente sviluppate. Pur nella grandiosa religiosità di monsignor Lefebvre.
    La quale, evidentemente, non può reggersi solo su quella ben visibile, talare,   della sua sacerdotalità, centrata liturgicamente ma sempre sotto attacco!
    Allo stesso tempo, la stessa CL come potrà continuare a fingere con moltissimi ancora ex-dirigenti residuali, giussaniani di ferro, sebbene dispersi come te, e senza potere di vera comunicazione interna, al processo di liquidazione oggettiva della Chiesa cattolica?
    Divenuta di fatto virtualmente sincretista anche nella sua sinodalità antropologica!
    Come continuare a celebrare una Messa col celebrante rivolto all’assemblea dei partecipanti anche in modo solo scimmiottato alla democrazia, mai peraltro adottata con relativo orrore dalla Chiesa petrina: in opposizione spontanea al Sinodo, in cui il popolo vota a maggioranza in modo coatto e pseudo-intelligente pure la Verità eterna evangelica!
    Il Gius – ce n’è molti dei suoi seguaci rigorosamente giussaniani che, ne sono sicuro – non lo permetterà mai, se così è possibile che si possa dire: sempre egli si è mostrato in azione, eccezionalmente assistito, con il più sagace Spirito Santo!
    Nel frattempo, queste quattro condizioni storiche, rendono la mia una “totale e risibile utopia”.
  • Utopia però affascinante. Mi chiedo se non sia, almeno di fatto ora che ci penso, anche la mia. Ma come si fa a vivere senza detta… utopia generale?
    Si può vivere senza tutta l’unità con l’una cum, senza il Papa usurpatore, ma non senza quella con l’Onnipotente Risorto. Non senza l’ideale voluto della Verità.
    Le comunità cristiane giapponesi rimaste tagliate fuori per più di un secolo da Roma, senza preti e senza Sacramenti, sono rimaste fedeli alla Trinità come al primo giorno di Grazia. E, alla lunga, anche così sottoposti a torture, con santi Martirî inauditi!
  • Conoscendoti, vedo che forse hai già risposto alla domanda su tutta la questione…
  • Almeno con i vecchi ciellini che sono nati – noi lo sappiamo – negli anni precedenti alla “Messa vernacolare e strozzatina” (per esempio con l’abolizione del prologo del Vangelo di Giovanni!), come dite voi, piuttosto rivolta verso l’antropocentrismo assemleare, l’abbiamo conosciuto personalmente con la sua voce roca del Gius: a domande simili un giussaniano non può che avere già risposto!
  • Ma qual è allora la vera speranza che la mia utopia si avveri?
  • Non saprei risponderti. Mi pare solo così, di aver capito anche bene la mia situazione. Comprese le mie personali colpe di non informarmi abbastanza sui movimenti che hanno sviluppato e sono ancora fedeli a spiritualità apparentemente simmetriche, ma pur sempre cattoliche e avverse radicalmente a massoni e protestanti!
  • È un po’ come posto, ma solo come stimolazione, da parte del pur molto illuso di buone intenzioni (però sempre diaboliche!) dal troppo arzillo cattolico Cionci, aggiunse Marina.
  • Ne ho seguito vagamente i contorni, ma vista l’artificiosità costruttiva della sua cosa, mi ha fatto decidere di non occuparmene più di tanto. Spero che non vi dispiaccia.
  • No, decisamente non dispiace particolarmente neanche a me. Ho cercato di seguire la cosa per l’essenziale, come suggeriva l’incontenibile curiosità religiosa, però sintetica del Gius. E poi, perché nella vicenda mi pareva fosse contenuto pure tutto, e oltre, l’orizzonte del dibattito cattolico sul modernismo oggi. Così anch’io ho smesso, abbastanza rapidamente, di occuparmene da vicino.
    Mi sembrano molto più importanti le radicali trasformazioni liturgiche che GS e GL avevano riscoperto, già negli anni ’50-’60, prima di denominarsi Comunione e Liberazione. Ben prima di assistere pure alla fondazione come Fraternità Pio X, a cavallo del ’70. E alle due Messe settimanali, di domenica mattina e giovedì sera, in cui era stata ricuperata, soprattutto col canto, la liturgia corale medievale, all’epoca ancora prima del ritorno al vetus ordo lefebvriano: in quanto la Messa era ancora quella di sempre!
    Senza dimenticare le canzoni religiosissime e veramente moderne di grandi talenti come Adriana Mascagni e Claudio Chieffo…
  • In effetti – intervenne Marina – sono molto più importanti i problemi del mondo rispetto a quelli falsi dell’ecclesiologia.
    È da lì che provengono tutti i princìpi del modernismo che ghermiscono la Chiesa Vera. Quindi ne costituiscono il problema per eccellenza!

 

 

 

 

 

L’autore

Franco Troiano (1944), è il fondatore a Bruxelles nel 1977 del Gruppo Eurologos, costituito progressivamente da tre mini-imprese pilota (Eurologos, Littera Graphis e Telos): rispettivamente produttrici di multilinguismo, di grafismo illustrativo e di copywriting nella concezione marketing. Le sue sedi “glocalizzate” e in franchising sono situate – va da sé e nel suo progetto – su tutti i continenti. Così il nostro emigrato, di educazione milanese e di nascita abruzzese, ha scritto vari libri di traduttologia applicata, a partire non prima degli anni ’90, postati anche su Internet. Ha pure pubblicato saggi e novelle in diverse lingue, generalmente centrati intorno al tema del Lavoro, nella dimensione globale della religiosità. Cattolico praticante, ora non è più alla testa del suo piccolo gruppo di comunicazione multilingue che è attualmente diretto da sua figlia Odile, malgrado e in funzione dell’attuale “eterna” crisi economica. Attivo nella lotta contro il nichilismo e il relativismo gnostico della nostra epoca, l’autore di questo saggio appena romanzato ha da non molto rinunciato a dare ancora conferenze in Europa, anche in università, a favore dei suoi intraprenditori e associati locali. Certi testi tra questi suoi speech sono anche pubblicati sui vari siti web delle imprese del suo gruppo in franchising e sul suo Blog personale www.francamente2.com

 

 

 

 

(quarta di copertina)

 

 

Franco Troiano

La Fede, non l’illusione
del pulsante canonico

L’ecclesiologia politica anti-eretica oggi,
dopo secoli di progressivo modernismo razionalista

Con 66.000 parole, 3 parti e 44 capitoli, due sono i temi principali
trattati in questo saggio-romanzo, sia in modo analitico che
indispensabilmente sintetico. Ambedue riguardanti la comune crisi
globale del civile mondo politico e della Chiesa cattolica.
Dipendenti entrambi dall’unica causa fissata sempre più dalla
dominazione ideologica della Gnosi sulla Terra, dal Cinquecento.
Come primo tema, di fatale attualità anche modernista, vi è
esposta e giudicata l’attuale crisi mondialista e massificata.
La quale racchiude quella a Davos, purtroppo solo molto iniziale.
Come secondo tema, si trova quello della Rivelazione salvifica
nello sfacelo del Cattolicesimo, direttamente conseguente dal primo,
con le molte difficoltà religiose (dal latino religare) della Fede cattolica.
Anch’essa caduta progressivamente nel modernismo eretico!
Il quale è anche motivato da una nuova ignoranza volontaria e un
conformismo masochisti: intorno ai problemi della digitalizzazione
totalitaria dell’economia politicista, propria della perversa coppia non ancora
nemmeno sospetta di fornicazione, nel “capitalismo liberal-comunista”!
Correlativa e reciproca al controllo totalitario attualmente globalmente in auge.
Con il massimo esempio sull’economia negletta dal Cattolicesimo, imbrigliato
nel capitalismo weberiano e colpevolmente all’oscuro del grande Distributismo:
quello del trio cattolico britannico (ri)fondatore all’inizio della “Reum novarum”:
la sola unica vera via d’uscita globale, da un secolo, dall’immane tragedia non solo
economica e politica, ma soprattutto culturale, religiosa ed ecclesiale.
Distributismo mai nemmeno citato dalla Chiesa cattolica!
Non solo modernista, ma pure adepta della diabolica Rivoluzione borghese!
Quella tipica secolarista, immanentista e falsamente “miracolista”.
Rimane allora traccia della virtù teologale sulla Speranza cattolica?
“Si“, ripetono i Cattolici dell’eterna Chiesa Mistica romana!

 

 

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