L’illusione del pulsante canonico. L’ecclesiologia anti-eretica dopo più di mezzo millennio di modernismo razionalista

Non appena annusata la prima aria di primavera, mi son messo a scrivere un libretto sulla moderna politica nel mondo, o meglio nel suo orizzonte “mondialista rivoluzionario”. L’idea centrale mia era ed è quella di evidenziare come la politica, nel senso ormai comune e secolarizzato in tutti i Paesi, sia diventata sempre politicista in quanto priva dappertutto del principio di Trascendenza. Il che la rende così intrinsecamente ridotta e sconvolta. Semplicemente infondata. È questa la ragione per cui ho deciso di non andar più a votare, a partire dalle votazioni del settembre 2022 in Italia. Anche perché il Forum di Davos, ormai il potere totalizzante e totalitario nel mondo, si è dichiarato indifferente al fatto che sia la destra o la sinistra a poter governare i vari Paesi nel mondo.
Da parte mia, sono diventato astensionista argomentandone tuttavia il raziocinio, anche nel dettaglio e anticipatamente: allo scopo di identificarmi e farmi situare nel nuovo movimento degli astensionisti veramente moderni, ma non qualunquisti. Questi ultimi sono almeno schiavizzati dal fatale statalismo assoluto, dal punto di vista anche solo civico. Essi tanto preoccupano, giustamente, i professionisti del politicismo internazionale, al servizio più o meno cosciente del potere reale e mondiale sovrapartitico riunito così in Svizzera. Incredibilmente transumano e totalitario, come non mai nella storia!
La ragione fondamentale di questa mia decisione, di nuova tendenza epocale, è la stessa che accomuna la crisi – ormai secolare – della concezione generale ora anche in auge nel Cattolicesimo: crisi ideologica, dunque falsa, prima strisciante e poi sempre più massificata. Sia nelle società civili dei vari Paesi detti moderni, che nella Chiesa pure romana, soprattutto dall’ultima elezione dell’attuale Papa Francesco: come ultima religione in totale cedimento alla stessa catastrofe finale della Civiltà umana, come cattolica e comunque “universale”. Cedimento già subìto o congenito a tutte, proprio tutte, le altre religioni rispetto all’eterna, virtualmente sempre contraria apostolica: pure volontariamente e culturalmente tradizionale (teologica). Si tratta oggi della stessa ideologia, ovviamente falsa e falsificante, immanentista e materialista, edonista e, nei fatti, pure atea. Nel detto “modernismo cattolico” divenuto maggioritariamente dominante dappertutto. Questo, indipendentemente dalle giust’appunto filosofie, teologie e anche posizioni sociali di destra o di sinistra. E naturalmente, del cosiddetto sempre inesistente centro detto politico, creduto illusoriamente ambìto e autonomo.
Senonché contemporaneamente, oggi solo in Italia e tra i Cattolici tradizionalisti, è “scoppiato” lo scandalo canonico, limitatamente all’universo petrino, denunciato non senza pretenziosità, dal libro relativamente “best seller” di Andrea Cionci, intitolato “Codice Ratzinger”. Scandalo, si direbbe conseguentemente tempestoso (in un bicchier d’acqua), se non fosse attinente al tema da me prescelto come “plot” del detto mio piccolo libro, che avevo appena iniziato a scrivere nel frattempo. Lo stesso autore della pubblicazione  fortunata non a caso nelle vendite, è addivenuto al centro di un dibattito, frenato solo dalla legittima reticenza a non farsi coinvolgere in massa in una pubblica polemica anti-papale: inopportuna e sviante. Che Cionci ha sùbito definita propria degli “una cum”,  i Cristiani in unità col Papa eretico in carica.
La cosa mi aveva deciso a rendere comunque pubblici – malgrado molte esistazioni – i primi nove capitoletti del mio libro già incominciato. Anche a ragione della pertinenza – sebbene parziale e coincidente (ma si sa che il Cattolicesimo esclude sempre la “casualità” e la cosiddetta “necessità” oggettiva) – delle tematiche trattate e degli avvenimenti. La mia, quindi, costituisce una sempre parziale ma già abbastanza vasta risposta, non espressamente richiesta. E comunque tra le ormai già numerose di quelle generalmente lamentate dal Cionci: perché totalmente mancate o rimaste reticenti in modo codardo – egli dice – più o meno inespresse…
La tesi dell’autore giornalista sulle dimissioni di Papa Ratzinger è che esse non sono state per nulla un’abdicazione, ma una calcolata trappola preventivamente auto-difensiva! Concepita e prestabilita in un meccanismo per cui i cardinali avrebbero espressamente messo il Papa Ratzinger in “impedimento per loro inconsapevole” e fattuale. Allo scopo di obbligare il successore Pontefice ad essere necessariamente tutto falsificato e nullo: in quanto avente provocato l’”impedimento” come anti-papa, al Papa solo “evidentemente costretto” alle sue famose “dimissioni” divenute coatte!
Per cui ora bisognerebbe riconoscere che quello di Papa Francesco è un Pontificato invalido, quindi da annullare “sic et simpliciter”.
Da cui la necessità imperativa di indire un nuovo Conclave per annullare l’esistenza del precedente anti-canonico. Compresi tutti i suoi atti conpiuti nei dieci e più anni del Pontificato, sebbene reale e sempre in corso. Ma soprattutto anche palesemente eretico.

Ecco qui di seguito, dunque, i miei primi nove piccoli capitoli, anche parzialmente dialettizzati con i principali argomenti avanzati dallo stesso Cionci. Confluenti nell’atto di spingere sul “pulsante canonico”: ossia di soppressione e di abolizione storica del Papato sangallista ed eterodosso di Francesco.
Il tema trattato da Cionci – che non conoscevo nemmeno per fama, visto che vivo a Bruxelles da vari decenni anche con doppia nazionalità – è molto vicino al mio del libretto critico, anche se la sua cosiddetta soluzione ne è, purtroppo, molto lontana e opposta. E, soprattutto, a rischio di occultare il doppio problema centrale del Cattolicesimo nella nostra epoca: l’ereticità intensa e sostanziale della sua Fede ormai molto eterodossa, malgrado la sua intermittenza resa indispensabile obbligatoriamente dalla volontà inconsapevole dei fedeli!; e l’impossibilità strutturale, non solo della detta “abdicazione” di Papa Benedetto XVI, ma anche solo di una possibile dimissione (anche annunciata) o rinuncia. Necessariamente decisa con il segno di un abbandono sotto però la violenza di una fattuale coercizione. Da cui il nuovo Conclave sostitutivo!

 

Nei prossimi mesi, continuerò tranquillamente a completare la mia predestinata piccola e molto classica pubblicazione.

 

Buona lettura critica.

  

Franco Troiano

L’illusione del

 pulsante canonico

L’ecclesiologia anti-eretica

 dopo più di mezzo millennio

di modernismo razionalista

 

 

 

 

Sommario

  

Introduzione

Prefazione

  • L’antistaminico contro l’eresia molto allergica del gelsomino, sul Lago di Como
  • Il problema non è il “munus” ma l’inesistenza assoluta della rinuncia papale!
  • Il sacro diritto a non rispondere ai falsi problemi del “complotto insurrezionale”
  • La malintesa obbedienza al terrorismo peronista come “pastorale salvifica”
  • Ritorno al “crudo”: oppure assicurare il sempre prelibato “cotto” della Civiltà?
  • Distributismo della povertà o della proprietà privata e responsabile?
  • Il miracolato canonico equivalente alla rivoluzione: tutti a premere il pulsante!
  • Le ragioni per cui il Papa eletto cattolico non può che rimanerlo sempre
  • L’intervista del Superiore della Pio X sui veri (!) problemi del Cattolicesimo oggi
    (i capitoli seguenti provvisoriamente titolati e prossimamente da scrivere)
  • L’ingenuità del pulsante “risolutivo” dopo secoli di inutile lotta anti-eretica
  • La straordinaria forza dominante del modernismo nel mondo moderno
  • All’origine del modernismo c’è pure la concezione rivoluzionaria mondiale
  • Il laicismo ateista delle forze contradittoriamente rimaste cattoliche
  • Le forze critiche del modernismo anche antagoniste, ma sempre mondane
  • La pervicacia del clero modernista di attuare il suo possibile programma
  • Un collegio cardinalizio già pronto (o quasi) per assicurare la continuità
  • I movimenti ecclesiali laici “allineati e coperti”, sempre in azione eretica
  • Un clero ormai sfibrato della vera Fede e irreligiosamente arreso al mondo
  • L’irrazionalismo della politica necessariamente e fatalmente assoluto
  • La speranza lontana ma profonda della Verità e Razionalità trascendenti
  • Il regno di Cristo Re dell’Universo silenziato e reso anche spiritualista
  • La missione del clero petrino e ubbidiente alla Trinità, ma non scismatico!
  • Il ruolo indispensabile e storico, ma ambiguo, dei movimenti laici e cattolici
  • La funzione anticanonica reazionaria del clero insurrezionalista moderno
  • La politica condannata al politicismo quasi geo-politico e immanente

Conclusioni

 

      

   

 L’antistaminico contro l’eresia molto allergica del gelsomino, sul Lago di Como

  • Partiremmo solo giovedì 25 maggio, anche se il gelsomino sul terrazzo vista lago avrà già cominciato a fiorire. Ormai, con i tuoi ultimi istaminici dovresti cavartela bene, con la tua cronica allergia.
  • Gli ultimi che hanno inventato anche in Italia – mi ha detto Iolanda – sono efficacissimi. Sull’Alto Lario, la farmacista laghée già me li aveva consigliati.
  • Ho sentito che parlottavate al telefono: ho capito che si trattasse della tua amica già solo dal modo intimo delle tue parole, da “vecchiacce” dell’antesignano e insuperato liceo, vecchio “Manzoni Linguistico”.
  • Anche se un po’ imbolsite, siamo insieme da una sessantina d’anni, dal nostro liceo trilingue. Pure se so praticamente tutto di lei e, ormai, poco lei di me! Perché spesso se ne dimentica, in una amicizia sempre più asimmetrica.
  • Mi era parso anni fa che col divorzio dal marito, si fosse troppo rintanata coi suoi nipotini.
  • Sono ormai grandi grandi: fanno le medie e cominciano pure a sfuggirle di mano. Anche il suo Cattolicesimo serioso, ti ricordi, si è affievolito: come dice lei, caro Luigi, è colpa molto naturalmente della “secolarizzazione”.
  • Tu sai bene che il nostro pur sempre amico Geraldo, pensa che sia appunto la secolarizzazione ad avere sempre la colpa di tutto nella vita.
  • Potreste aver ragione tutti e due: siete d’accordo entrambi che tutto ha preso il via col Rinascimento. Il quale, come ripete spesso lui, si tratta della processualità madre di tutte le “immanenze”.
  • È vero, all’inizio si trattava solo del pensiero filosofico, definito ora giustamente di origine gnostica. Ma è chiaro che poi è diventato massimamente massificato. Pensa all’importanza di un Ortega Y Gasset che, per primo, ha fatto l’analisi della massificazione: già negli anni ’30.
  • L’avevo letto anch’io quel suo libro “La ribellione delle masse”. La mia vecchiaccia Iolanda ha continuato a frequentare, sempre dall’interno, la sua Chiesa nella sua parrocchia… Con meno intensità, molto meno! Me l’ha confessato senza colpa apparente, più volte.
  • Certo, vedi Marina, anche Papa Pio X, alla vigilia della prima guerra mondiale, aveva scritto quell’enciclica passata alla storia come la “Pascendi”, che descriveva, in tutti i suoi particolari, l’ormai già dilagante “modernismo”…
  • “Secolarizzazione, modernismo”: linguaggio da filosofi o teologizzanti, qual’è quello del tuo amico Stefano Fontana.
  • Beh, è anche tuo amico dopo che ti sei succhiata i suoi ultimi due libri su Rahner, il prete gesuita tedesco (quello che ha smesso di dire Messa per vivere tranquillo con la sua amante). E che ti erano piaciuti tanto.
  • Vedi, sono i primi libri di saggistica teorica, del pensiero anchesì religioso, che ho sùbito capito bene. Scritti facili da grande pedagogo. In effetti è un tipo che non si dà arie – lo si è capito bene quando l’abbiamo conosciuto personalmente – pur essendo un vero raro filosofo cristiano. Non credo che gli son proprio diventata amica solo perché son d’accordo con le sue idee geniali ed espresse semplicemente. Mi fa anche un po’ soggezione.
  • Può darsi, anche se penso che sia la distanza di più di mille chilometri a renderre difficili i rapporti. Qui da Bruxelles, tutto è più complicato! Del resto, è proprio perché viviamo in questo Paese sostanzialmente ateo nei fatti e nei modi, da più di quattro decenni, che ti ha permesso forse di capire immediatamente le sue riflessioni filosofiche e teologiche, diventate sue centrali e rapidamente. Quelle destinate a dominare anche sul piano
  • È vero. Mi era venuta la voglia di leggere anche i suoi maestri dichiarati: Fabro, Del Noce e pure que raro grande francese tomista, Étienne Gilson…
  • E ci dici poco! Il fatto è che non si è abituati a costruire amicizia da una pura concordanza di idee. Si è troppo fattuali: anche nelle nostre relazioni, contano moltissimo le abitudini pratiche.
  • Certo, se non ci si frequenta in una certa continuità, è difficile stringere amicizie.
  • Epperò, la comunanza di giudizio e di valutazioni – su temi e argomenti così profondi – aiutano a sentirsi in vera sintonia e unità.
  • Però, rimanendo alquanto lontani, anche per la lingua parlata sempre pubblicamente, è inevitabile, almeno per me, una certa estraneità. È come con un tipo come Aldo.
  • Chi? Ah, intendi il grande filosofo amico del cardinal Martini, arcivescovo di Milano, con cui aveva fatto i dialoghi in Duomo tra non-credenti ed ecclesiastici!
  • Esattamente, anche se molto più difficile di Geraldo detto Aldo, la lettura dei suoi primi libri, troppo originariamente gnostici per essere chiari, non è così facile. La sua profondità stupefacente laica, se non proprio molto laicista, mi pone sempre il problema del perché non si dichiari un giorno completamente cattolico. Anche se è prima della conversione, come per l’anglicano Newman, già con convinzioni apostoliche e romane, ora anche santicato, da strano leader protestante a Oxford!
  • Il problema nel qualcaso è quello della conoscenza metabolizzata delle parole: i grandi filosofi – quelli veri e non solo leggermente ciarlatani o falso-profondi e realmente supeficialetti – sono sempre oggi sull’orlo della Fede in Cristo. Per merito delle parole (cioè dei concetti!) che avvicinano, o coincidono spesso, alla Verità trascendente. Anche se prima sempre e in ogni caso razionale…
  • Mi pare che tu sia troppo ottimista, se non proprio con la filosofia contemporanea detta moderna, almeno con certi pensatori marxisti o marxiani oppure ultimamente ex e new age. Che la menano sempre coll’immanentismo, e cincischiano comunque – spesso eternamente, sembra – col materialismo! Sono troppo innamorati di se stessi e del prestigio del loro pensiero. Il fatto che si situino ormai tutti al limite del perimetro esterno alla Fede, prova l’ambiguità strutturale del loro pensiero espressamente “debole e relativista”.
  • Tuttavia è innegabile che molte istituzioni cattoliche e pure ben riconosciute, non solo dall’attuale Vaticano ma pure dell’”una cum”, li invitino sempre a parlare e discutere di filosofia anche e soprattutto cristiana. Nonché cattolica, naturalmente.
  • Potrebbe essere questa, una delle tante ragioni delle organizzazioni oggi romane e apostoliche di continuare a praticare il pensiero piuttosto eretico nel modernismo secolarizzante, allo stesso modo con cui l’ecumenismo vaticanense e conciliare perde tempo a fingere di praticare l’unità religiosa con le altre religioni. Compreso l’ateismo, di cui ha scritto Stefano Fontana nel suo ultimo libro, volontariamente pleonastico, nell’ossimoro solo apparente tra Cattolicesimo e ateismo.
  • Anche sul piano strettalente pratico, non ti si può dare torto. Però, pure se nessun centimetro di progresso detto ecumenico si è verificato negli ultimi sessant’anni, non è veramente detto che “si perda tempo” con tutti loro.
  • Io so solo che tutti gli scismatici e le altre religioni che sguazzano sempre nel falso, non hanno altro da fare che che presentarsi come pellegrini in piazza San Pietro, in quanto penitenti e richiedenti il catecumenato cattolico.
  • Come al solito, non posso darti torto puro sul piano dei principi assoluti, “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”! Si tratta di iniziative, codeste cosiddette ecumeniche, soprattutto degli attuali francescani modernisti di Assisi oppure dei cosiddetti attivisti molto progressisti di sant’Egidio. Da marginalizzare come minimo, più che renderli centrali come attualmente.
  • Ma certo. Per loro, tutte le più cervellotiche supposte ed escogitate iniziative “ecclesiali unitarie” devono sistematicamente essere discusse, nella loro “libertà democratica” farlocca. Per esempio, questa dell’Andrea Cionci a rovescio, per cui le dimissioni (sempre peccaminose!) di Papa Benedetto XVI, sarebbero arzigogolatamente concepite in un piano più che machiavellico per mettere in fallo, da un punto di vista canonico, tutto il Conclave del 2013. Quello dell’elezione del sangallista ora Papa Francesco, compresi i dieci anni e più (per il momento!) del suo Pontificato eretico intermittente. E questo, allo scopo di toglierlo di mezzo pure dalla storia della Chiesa stessa. Da cui proviene culturalmente almeno da un mezzo millennio di discorsi, se non di ancora necessariamente rarissimi atti ereticizzanti… Il tutto, burocraticamente, con un atto solo e semplicemente canonico (e completo), tardivo dopo la morte dello stesso Papa Ratzinger. E dopo almeno un decennio di grandi guai clamorosamente commessi pubblicamente sull’ortodossia della Fede!
  • La sua idea, però, del valente giornalista non è proprio totalmente peregrina!

 

Il problema non è il “munus” ma l’inesistenza assoluta della rinuncia papale!

  • Ma l’ecclesiologia autentica non è un giochetto ozioso, perniciosamente situabile in un orizzonte artificioso di automatismi astorici e di tipo burocratico. Ne sono convinta.
  • L’ipotesi rocambolesca e apparentemente stravagante su cui si fonda il Cionci non è proprio totalmente infondata e, data la caratura teologica dell’intelligenza anche tradizionalista di Papa Ratzinger, non è da scartarsi troppo speditamente…
  • Ma siamo matti? Così sarebbe che, riconosciuta la romanzesca ipotesi furbesca (troppo furbettina e non so veramente quanto rigorosa e soprattutto vera) su cui si fonda il giornalista Cionci, si dovrebbe giungere a indire un nuovo Conclave per semplicemente eliminare quasi “magicamente” non solamente Papa Francesco. Ma anche i suoi più di dieci anni di Pontificato intenso e ben visibile. Oltre che visto e pure ben creduto! Internazionalmente, con la sua ottantina e più (!) di nomine cardinalizie tutte di natura partigiana protestantizzante e strutturalmente eterodossa. Roba da rendere nulla una intera era catastrofica. Supposta divina e pure secolare! Per motivi almeno poco chiari e largamente condivisi ingenuamente da un piccolissimo ormairesiduo di popolo di Dio, lasciato in guerra civile di apostasia mondiale e mondialista. Il tutto, col semplice schiacciare un pulsante rosso magico, amministrativo, fiscale e formalista, di tipo fatalmente insurrezionalista!
  • Ma con riferimenti canonici e cattolici! La storia della Chiesa potrebbe essere costituita anche da intermittenze simili, oltre a quelle molto eterodosse bergogliane…
  • Nemmeno per sogno! Mettiamo che nel “migliore e più brillante dei casi”, Cionci abbia, nella sua cosiddetta inchiesta triennale, totalmente ragione! Ebbene si scatenerebbe un’altra gigantesca bagarre violenta all’interno del Cattolicesimo (e non solo). E questo non solo da un punto di vista conseguenziale, ma al posto di discutere sull’assoluta non-legittimità reale delle dette dimissioni: Papa Benedetto XVI è morto una decina di anni dopo l’inizio del Pontificato di Francesco, in piena lucidità di mente e libero di parlare sempre liberamente (è quello, del resto, che ha fatto sebbene volontariamente sempre auto-frenato!). Senza neanche l’ombra apparente di impedimento programmaticamente violento: ben altri casi di veri impedimenti si sono verificati nella storia! Certo, con un clero alquanto ondeggiante silenzioso e molto minoritariamente in opposizione (tardiva). Ma a questo, Papa Bergoglio ha già largamente rimediato, con le sue numerosissime nuove nomine tutte progressiste o acquiescenti… La posizione unicamente legittima per la sostituzione del Papa eretico o “abusivo”, ce lo si ricordi, è solo la violenza fisica guerresca d’impedimento fattuale. Che può eccezionalmente dar seguito ad un nuovo Conclave, anche se il Papa è ben vivo e in piene facoltà libere mentali!
  • Ma questo, almeno ipoteticamente, è il caso che avrebbe dimostrato Cionci.
  • Dimostrato? Solo per un risicato scarto di un po’ più di dieci minuti al posto di più di dieci anni! Realmente e tragicamente vissuti in una era, la nostra, che, come intensità vale almeno dieci volte quelle precedenti! E internazionalmente, in cui il cardinal Sodano avrebbe indetto il nuovo Conclave “galeotto” del 2013, che avrebbe “dimostrato l’impedimento inconsapevole” (così l’ha definito lo stesso Cionci!), da parte del Collegio di tutti i cardinali virtualmente votanti. La decisione del nuovo Conclave sarebbe avvenuta così mentre Benedetto XVI era ben in vita e non proprio astutamente e abdicante machiavellicamente… Sarebbe così bastato un piccolo inghippetto, anche passeggero e non raro, all’apparato del pisello del vecchio Sodano, per ritardare con un impedimento di… minzione, non rara, per mandare a monte il cosiddetto “piano trentennale di Ratzinger” (così sempre afferma lo stesso Cionci!). Che offesa alla sublime intelligenza del porporato e Pontefice insigne teologo Ratzinger. Non scherziamo!
  • Anch’io ho questi e molti altri dubbi. Ma non sarebbe il caso – ammettiamolo come esperimento logico – di aprire il vaso di Pandora? Soprattutto che il Conclave così desiderao indetto, in impedimento papale, sarebbe comunque ancora positivamente discusso e conosciuto pubblicamente…!
  • Ammettiamolo anche. Ma sarebbe come pretendere che il pagliaio fosse esente dalla presenza del suo famoso spillo. In un’epoca di sovvertimento totale dell’esistenza di tutto.
  • Ma si tratta del Diritto canonico!
  • Il potere totale e assoluto, che solo il Vicario di Cristo può legittimemente avanzare rispetto a tutte le istituzioni umane, permette sempre di condannare senza dubbio possibile tutte le dimissioni. Soprattutto dopo un Pontificato come quello di Giovanni Paolo II che, veramente malato al punto da essere pure diventato afono, era stato proclamato “Santo subitocoram populo: ogni volta che una moltitudine appariva in piazza San Pietro! E poi, perché rendere illegittimamente immune il canonico dalla devastazione del Peccato originale?
  • È forse per questo che alcuni hanno consigliato all’arguto giornalista Cioni – è notevole non trovi? – di scrivere un bel romanzo sul caso così figurato o sfigurato.
  • Esatto, se fossimo nel letterario sarebbe anche accettabile. La Salvezza eterna dell’umanità merita ben altro: almeno che sia composta da Passione, Morte e Risurrezione nella sofferenza del dolore, nemmeno umanamente nascosta da Gésù in Croce! Come gliela spiegheremmo ai nostri figli Janine e Karl, che il Papa Ratzinger, nel pieno delle sue facoltà mentali (oltreché fisiche non indispensabili) ha ceduto contro il suo stesso potere, sempre eccezionalmente indiscutibile e insindacabile (dal punto di vista almeno virtuale e non solamente cattolico), alle forze diaboliche, anche interne alla Chiesa apostolica e romana?
  • In effetti, queste sono le occasioni storiche in cui il “popolo di Dio” potrebbe essere ben edotto, e tranquillamente nella dialogicità, sui Misteri della Chiesa ora creduti abitualmente dittatoriali e inutili.
  • “Tranquillamente nella dialogicità”, hai detto. Prova allora a pensare cosa diresti al nostro genero Jan, per destarlo dai suoi due errori dottrinali dovutamente massificati e da cattolichino quasi non praticante come più del 90% dei “fedeli” dichiarati cattolici oggi. Che giustificano, da una parte, l’obbedienza detta “teorica” (già sballata) sempre papalina sangallese, anche in aperta eresia modernista (di cui non sanno poco o niente); e dall’altra, la possibilità, soprattutto per un ecclesiastico in generale e di un Papa in particolare, di abbandonare il proprio Pontificato senza “torto collo” violento. Si parla d’impedimento solo economico da parte del potere finanziario internazionale… E poi, il Vicario di Cristo ha sempre e comunque l’alternativa ultima del Martirio!
  • Ma per l’appunto, Cionci ripete continuamente che nessuno dei suoi interlocutori da lui stesso designati e interpellati ha risposto a tutte le sue tesi operative…

 

      Il sacro diritto a non rispondere ai falsi problemi del “complotto insurrezionale”

  • Già falso, relativamente a queste non ricevute risposte. Io che non ho seguito molto da vicino la questione, ho già ascoltato o letto almeno tre risposte: di Valli (molto come al solito molto ponderato); di Zenone (a volte caratterialmente incazzoso per passione religiosa). Dico tre perché c’è quella di un giovane, di cui m’è sfuggito il nome, che non conoscevo e che ha risposto in modo dettagliato, punto per punto, contestando ogni dire del tuo giornalista “arguto”. Così il Cionci ne esce pure asfaltato. La discussione sempre infinita nel nostro mondo relativista, potrebbe continuare, malgrado la sicumera accusatoria di completa e totale sicurezza vincitrice nella cosiddetta disputatio oggi sbilenca e suppositoria. E poi ho ascoltato pure la risposta di Viglione, almeno la quarta, ma altre ne stanno arrivando, che gli danno pure ragione in larghissima parte! Senza contare il diritto sacrosanto di non rispondere: perché si dovrebbe avere in materia un qualsiasi obbligo?
  • Beh, il giornalista intenzionalmente serio ne ha pure molte di carte in regola. E poi egli avanza che la questione non gli arreca nessun vantaggio, anzi. In sovrappiù, quello che è soprattutto in ballo è la continuità della Chiesa cattolica fondata da Gesù!
  • Nessun vantaggio personale? Non conosci abbastanza bene l’animo umano sempre roso dalla falsa ambizione vocazionale della Superbia! Allora, peraltro, perché Cionci insisterebbe? Ma io sono, come ti dicevo, per concedergli ogni ragione, anzi tutte le sue ragioni. Ma gli manca almeno quella essenziale: La Ragione, fondamentale malgrado tutte le ragioni specifiche, perchè la questione possa, a buon e sensato diritto, essere razionale e pertinentemente porre il problema. Tu sai che non sono per niente a favore dell’orrendo storicismo. Ma più di dieci anni di Pontificato modernista iper-organizzato e almeno cinque secoli (!) di modernismo strisciante che già avevavo già sollecitato Papi eccelsi come: Pio IX (col Sillabo); Leone XIII (con la sua Rerum Novarum); Pio X (con la “Pascendi Dominicis Gregis”); Pio XI (con la sua Quadragesimo anno); fino a Papa Vojtyla (con la sua “Centesimus annus”). Tutti non possono essere depennati, “cancellati” (come invece ripete il relativo ingenuo Cionci, sopravvalutando il potere infinito del canonico) facendo evaporare Papa Francesco. Con un atto che profuma, anche da lontano, di violenza rivoluzionaria, democratica totalitaria anche se molto soft. Previsibilmente pure scismatica, anche ulteriormente, nella Chiesa cattolica…
  • In effetti questo sarebbe il rischio intrinseco.
  • E soprattutto, avendo ammesso ma evidentemente non concesso, le ragioni avanzate per il blitz rapido, contro cui tutta la sapienza cattolica si è indaffarata per secoli senza successo: contro il modernismo protestante e razionalista (non razionale!) e massone. Da questo punto di vista, che forse hai già un po’ esaminato, hai provato anche a pensare cosa potresti escogitare nel tentativo di convincere un omosessuale come Jérôme, con cognome Lunard, amico incredulo del nostro genero alquanto liquido, Jan Vander Putte, il quale sarebbe molto scettico all’idea troppo macchinosa in ballo. Alla Sherlock Holmes anchesì anche… supposto teologo, del pur intelligentone Ratzinger. Stessa considerazione per il mio ancora spasimante abbrutito siciliano Giovanni Macaluso o per mio fratello Giacomo, grande chef al suo ristorante sul lungolago. Ambedue sistematici increduli e peggiormente diffidenti dello stesso prete neo-bergogliano peronista don Caporali. Altro che la nota di Cionci sulla scoperta del suo ”uovo di Colombo”, per cui Papa Francesco si comporterebbe da liquidatore dela Chiesa cattolica in quanto illegittimo e senza “munus” divino, quindi eretico… Il che implicherebbe che il Papa non possa mai tradire. Invece ci sono stati stati contabilizzati almeno quaranta anti-papi immanenti ed eterodossi!
  • Non saprei se interpretare la scarsa risonanza internazionale (e relativo, molto relativo, anche per l’Italia) di quest’affaire, come relativa maturità religiosa delle moltitudini. Probabilmente si tratta di indifferenza sommersa dal delirio “terrone”, qui per la vincita sovrastimata del… campionato italiano di calcio da parte del Napoli. Oppure dal dibattito, però appena larvatamente percepito, delle dichiarazioni del Capo di stato maggiore americano in Europa (!), che ha appena pronosticato la vittoria della… Russia, nella guerra in Ucraina.
  • Ogni tema, in effetti, dopo essere stato spappolato e ben appiattito, viene banalizzato nell’inconsistenza sempiterna del caos attuale prodotto dal discussionismo infinito e in inflazione: sempre asservito e becero dei media. Quello sempre riservato a propagandare l’idea assurda e antistorica dei “tempi detti maleficamente oscurantisti del Medio Evo”.
  • Ma allora tu non ammetti nemmeno la genialità virtuale di Cionci?
  • Intanto la mia stima per lui è certa, riguardo all’ereticità di Papa Bergoglio. Ma il disaccordo è sull’occultamento dell’eresia nelle false o vere dimissioni, comunque di abbandono (!), di Papa Benedetto XVI!

 

       La malintesa obbedienza al terrorismo peronista come “pastorale salvifica”

  • Ma chi sarà che telefona a quest’ora di prima mattina a gente che spesso ha notti a volte intervallate da defcit quasi abbastanza insonni.
  • Come al solito, sarà il Patruni. Se è lui prendilo tu, ti prego: così lo esaurisci un po’. Poi me lo passi. Non mi piace dilungarmi al telefono – con lui è d’obbligo –, tu lo sai.
  • Indovinato, è lui. Buongiorno Aldo, chi ti ha buttato giù dal letto alle otto meno un quarto?
  • Non scherzare, Marina. Volevo sentire anche Luigi a proposito della riconsacrazione della basilica in Laterano…
  • Ma cosa dici! Perché bovrebbero riconsacrarla? Luigi è in bagno. Tra l’altro si starà facendo la barba, anche tutto insaponato.
  • Ah, allora non sapete niente. L’arcivescovo anglicano, ieri 18 aprile, con una cinquantina dei suoi pretonzoli dall’inizio imborghesiti (!) ab ovo, ordinati non meno che dalla ora buonamima, si potrebbe dire, regina Elisabetta II, hanno ieri celebrato una loro Messa protestante nella seconda basilica del Papa! Peggio della statua di Lutero in sala Nervi, con la sciarpetta gialla con cui si è anche avvolto Papa Bergoglio: facendone l’elogio dopo che il Concilio di Trento l’aveva messo all’inferno!
  • Davvero? Ma non mi meraviglia tanto, ne ha combinate talmente l’attuale Papa! Da quando è andato nel 2017 in Svezia, nella chiesa luterana con la vescovessa che stava festeggiando il cinquecentesimo anniversario dello scisma protestante tedesco, non ha smesso, quasi una volta alla settimana (!). Di bestemmiare e peccare con atti contro il Cristianesimo romano e apostolico. Cos’avrebbe il Cattolicesimo da festeggiare coi protestanti?
  • Stavolta non solo a casa loro! Ma anche nella seconda sede storica e personale papale, attuale meravigliosa basilica appena seconda dopo quella di piazza San Pietro. E questa prima, già violata con la Pachamama anchesì venerata, come idolo precolombiano nel Tempio massimo cattolico… Inaudito!
  • Ma come è potuto ancora succedere?
  • Pare che anche parte del clero stesso se ne vergogni: han messo inizialmente tutto sul gobbone di un sacerdote cattolico, che non saprebbe parlare bene l’inglese… Cosí avrebbe confuso l’invito a Roma e fatto così celebrare la loro liturgia, in apostasia solenne, con anche cinquanta concelebranti col loro vescovo… Sposato due volte!
  • Inaudito, dici Aldo? Non mi pare però che sia peggio del documento, anchesì firmato a mano in calce (!), con un qualsiasi imam musulmano ad Abu Dhabi, in cui il Papa anche dichiara, per iscritto, che il Cattolicesimo e l’Islam adorano lo stesso… Dio, totalitario e politicista.
  • Non solo, ma già l’agenda vaticana ha annunciato una analoga “liturgia” copta scismatica fra qualche settimana. A riprova del fatto che, il prete dal cosiddetto inglese approssimativo, non è altro che una grossa balla inventata lì per lì. Cercando di mettere – come d’abitudine – una pezza peggiore dello stesso sbrego!
  • Beh, almeno la cosa potrebbe servire per tutti quei cattolici che, molto abitualmente critici, hanno ancora una volta inneggiato alle ultime dichiarazioni alquanto solo “pacifiste” (e non più) sulla guerra in Ucraina, per riaffermare l’Autorità del Papa, sempre dicono in modo spudorato “.. rigoroso e cattolico”.
  • Certo, ancora una volta l’”intermittenza” papale è servita per colmare il buco eretico dottrinale non accettabile completamente del “moderno” Cattolicesimo. Totalmente dalla maggioranza residuale dei fedeli – si fa per dire – che ancora si ricorda di andare a Messa “almeno una volta ogni tanto, al… mese o al trimestre”. Come abitualmente ormai si ripete da parte degli “statistici” religiosi, dimentichi totalmente della Dottrina cattolica. Il clero ne contabilizza infatti al più il 7 %, senza nemmeno accennare alla frequenza ai Sacramenti.
  • Non penso che tutto ciò possa essere anche solo marginalmente utile allo scopo da te avanzato. Ha ragione, purtroppo, la filosofa tua collega francese in auge oltr’alpe, ma non come te consapevolmente marxista, la Delsol. Che dà per inevitabilmente morta l’universalità del Cattolicesimo. Destinato ineluttabilmente al suo declino definitivo. Anche se, personalmente, lei continua a proclamarsi (peraltro non in modo molto insistente) lei stessa cattolica moderna, invece che esplicitamente modernista.
  • È un po’ come Papa Bergoglio che continua a concepire il suo potere ecclesiale supremo alla maniera di Evita Peron e, soprattutto, di suo marito populista (da cui l’aggettivo “peronista”, dittatoriale come strumento e mezzo). Finalizzato per la buona causa popolare cosiddetta anti-miserabile, ovviamente corrotta e nemmeno comunista. Un metodo sostanzialmente almeno anti-cattolico già sempre più sperimentato e dominante nel mondo (in modo molto cosmetico) fino all’interno della Chiesa romana. Diventata, senza saperlo, molto massone, intrisa di buoni sentimenti totalitari. Ma ecco Luigi. Te lo passo.
  • Pronto Luigi? Marina ti racconterà tutto. Ti telefonavo se voi due pensate di aderire all’iniziativa in corso, dei “Cento intellettuali cattolici” (compreso quelli non proprio molto praticanti come me) contro lo scempio papale a spese dei movimenti ecclesiali e i conventi, nonché ordini religiosi legati al “vetus ordo” della Messa in latino.
  • Caro Patruni, di solito sono un po’ scettico per queste manifestazioni surrettizie o esplicite, ma mi pare, questa che si proponga, sia anche motivata, da quanto ho letto, alla difesa del patrimonio legittimamente “privato” di questi conventi e ordini religiosi. È in gioco persino la loro sopravvivenza economica indispensabile (come l’ultimo convento di suore depossessato nello svaligiamento totale, in Francia, dall’ora famelico Vaticano: affamato dalla molto mancata sovvenzione delle offerte dei residuali “fedeli” e dal denaro sprecato dai grandi ecclesiastici (per incompetenza e peccaminosità)… Tipo quelli, in Italia, obbligati o quasi di fatto a vaccinarsi contro l’assurdo e banalmente Covid, curabile positivamene anche con semplici antinfiammatori e olio di fegato di merluzzo. Pure in caso di conventi di suore di clausura che, per definizione, sono immuni, pure dal punto di vista della visione e dello stesso potere cosiddetto sanitario da contagi popolari.
  • Questa non la sapevo. Inimmaginabile.
  • Ne conosco personalmente uno sull’Adriatico con suore carmelitane tutte vaccinate… Di parecchie cose, non si sa nulla, come pure tu sai in ogni caso. Il peronismo è soprattutto sempre pratico e funzionante (anche non citato)con il titolare morto da una settantina d’anni. La frammentazione mistificata dell’informazione pubblica e statalista funzione bene: son talmente tante quelle totalmente menzongere messe in circolazione giorno e notte, che si è generalmente stravolti e super-saturi di notizie più o meno fake news. L’inflazione, caro Aldo, non è solo un problema economico. Tu ne sei ben al corrente, come ogni buon marxista dallo stile della tua prima ora: ne son peraltro restati ben pochini. Non certamente i sessantottini arrivati anche una ventina di anni dopo che lo son rimasti quasi tutti, si direbbe, per sempre. Sebbene mutati come mostri sistematicamente in divenire da parte dell’idolatria dei diritti sinistroidi, senza i loro indispensabili e fondanti doveri! Avete pure convinta la grande maggiornaza cattolica.
  • Allora possiamo contare sulla tua firma al Manifesto e alla partecipazione attiva al Convegno connesso. Ti sarà comunicato il testo e il titolo, solo proposto, del tuo intervento.
  • Sempre che ne valga la pena! Mi sembra che anche gli sforzi di denuncia di voi laici-laicisti, perfino e solitamente ex-marxisti, siano destinati al macero. Quello che sta avanzando non è la già molto profetica tendenza da “corsari”, alla maniera del marxista Pasolini di mezzo secolo fa. Anche a livello internazionale. Così tutte le Vostre (nostre?) opposizioni, private volontariamente della Fede petrina cattolica e della sapienza teoretica millenaria della filosofia cristiana almeno tomista, credo siano tutte destinate al fallimento immediato, per mancanza di supporto indispensabile primario. L’esagonale d’oltralpe filosofa Delsol, ha trovato la formula mordace per descrivere la cosa: “si costruiscono e addestrano soldati cattolici per Waterloo”!  La parola giusta è quella che usa sempre più, ma in modo non totalmente decisivo, lo stesso ex-marxiano Cacciari: Trascendenza!
  • Tu lo sai, Luigi, ne sono anch’io abbastanza convinto. Ma non prima di una grossa catastrofe, non esclusa quella nucleare, a questo punto. Che smuova veramente l’illusione sessuo-edonista che comunque rimane. Anch’io, come Cacciari, non ne sono convinto totalmente…
  • Lo so. Mi chiedo se qualcuno resterà in vita per approfittarne e convertirsi… È per questo che sono filosoficamente d’accordo, in fondo, con mia moglie Marina, che è di temperamento in sovrappiù mistica e rigorosissima in semplice Dottrina cattolica.
  • È per questa nostra iniziativa che ti telefonavo. Tua moglie ti spiegherà. La tua speranza certa, compresa la Fede, mi affascina anche se mi appare ancora (almeno per me, come per Cacciari, mi pare), molto lenta e circospetta. Forse – come dici tu spesso – siamo troppo marcati dal “dannato politicismo della Gnosi”!
  • Infatti, credo e crediamo che prima che iniziate a credere nella Trascendenza di cui parlate (raramente) così bene, abbiate bisogno di un olocausto massivo nucleare. Con strage non solo immediata, ma per centinaia di anni, pure di sequele atomiche per i residuali sopravvissuti…

      Ritorno al “crudo”, oppure assicurare il sempre prelibato “cotto” della Civiltà?

  • Almeno qui a ‘sto ristorante italiano moderno e rimasto abbastanza modesto ti chiedono umilmente il livello di cottura della pasta: così eviti la barbarie del “crudo al dente” che, in voga, ti viene servito come fosse “veramente autentico italiano”.
  • Oh, anche in Italia ormai, ma meno gravemente, si è in piena barbarie di tendenza.
  • Eppure tutta la Civiltà è iniziata col passaggio dal “crudo al cotto”, come ben descritto in un saggio mai completamente dimenticato, del francese Claude Levi-Stauss, alla metà anni ‘60.
  • Si potrebbe dire la stessa cosa, per il pane: non se ne trova quasi mai di ben cotto.
  • Con la crosta bella croccante al punto che, nei Paesi francofoni, si diceva per uno spuntino e ora non più, “casser la croute”, rompere la crosta…
  • ‘Sti ristoratori, ormai non sono più ex-minatori senza miniere di carbone ancora aperte, come ancora negli anni dal ’50-‘60, divenuti improvvisamente pseudo-specialisti gastronomici dell’alquanto sofisticato mestiere. Sono comunque sempre più alla moda, come reminiscenza di Civiltà rispetto al prestigio generale almeno culturale italiano… E molto marketing, per necessità di mercato. Sono pure attenti ai desiderata dei clienti, tra cui pure noi rimasti ora alquanto atipici. Ma non vedo arrivare nostra figlia, la lefebvriana, dice continuamente. E il suo sposo Jan, di cognome Vander Putte, che a noi Italiani fa anche un po’ linguisticamente ridere.
  • Lei si vanta di essere perfino di origine italiana, ma nata qui e assolutamente francofona (come tu Marina vorresti esserlo). E piuttosto repubblicana, inconsapevolmente ancora abbastanza gnostica, a causa del suo razionalismo. Sempre però alla Messa in latino alla Pio X. Mai  stata culturalmente in totale anti-illuminismo, anche se il percorso intrapreso alla sua prima maturità giovanile, la sta portando a posizioni sempre più antimmanentiste. E contro la generale secolarizzazione massificata.
  • Quello però che manda in bestia “Janine l’imprenditora”, caro Luigi, è l’atteggiamento parassitario della quasi totalità delle sue amiche rimastele ancora fedeli, dalla sua amata adolescenza scolastica lunga (fino ai quattro anni universitari a Cambridge). Periodo di scapestrata auto-rieducazione massificata, rimasta per molti versi e per lei d’attualità, almeno intellettualmente.. Però espressi in spirito di vaga libertà cristiana, nella più avanzata facilità (in realtà molto liberale e subordinata vagamente all’ideologia per lei ancora affascinante hegeliana di sinistra).
  • In effetti, da quando poi è diventata una vera imprenditrice di fatto, conosce il valore anche di un solo euro fatturato e pure da incassare (da quando ha cioè ripreso la gestione della nostra ditta). Così non sopporta più l’atteggiamento scroccone, superficialmente ludico e minimalista dei giovani che, di fatto, non vogliono lavorare, specialmente con fatica.
  • In realtà, non sopporta più la condizione acritica dei subordinati praticamente coatti nel guadagnarsi da vivere: praticamente quasi tutti gli operai o impiegati!
  • Esatto, non parlano più di lavoro ma di soldi. Il loro risultato finale, per loro è, e deve essere immediato, pure quasi sempre preliminare.
  • Deve averlo capito acquisendo il concetto creativo e imprenditoriale dell’invenzione e della produzione della ricchezza. Nel rischio.
  • Secondo me, il concetto deve averlo “incocciato” – oltre che visto incarnato per anni nel nostro lavoro imprenditoriale – leggendo Chesterton in inglese. Quando all’università si è messa ad imparare e approfondire la sua scelta seconda lingua, oltre all’italiano, l’olandese e quel po’ di spagnolo che aveva orecchiato in Messico. E, un po’, dalla parte della nostra famiglia barcellonese. Oltre al suo francese fin dall’infanzia, magnificato dalla lettura appassionata di molti libri del notevolissimo romanziere francese Michel Tournier.
  • Te lo posso confermare, ne sono sicura: aveva letto, anzi divorato in inglese “Difesa per una proprietà anticapitalista”, il libro distributista che Chesterton aveva scritto dopo la conversione al Cattolicesimo. E che l’aveva forse convinta alla sua stessa profonda conversione, veramente autonoma, religiosa e tradizionalista. Con la liturgia storica ovviamente in latino.
  • Sì, deve essere lì che deve aver incocciato il concetto di creazione continua del Dio trinitario, a cui l’uomo è destinato per vocazione nella sua esistenza. Ontologicamente, con naturalità, nell’intrinseco legame con la realizzazione finalistica propria della Libertà, certamente non gratuita oggi del divenire anche imprenditoriale.
  • E del rischio, come dicevo. I giovani, oggi, ma anche quelli di ieri, questa idea non ce l’hanno nemmeno lontanamente. La stessa Chiesa cattolica non ne parla che molto raramente, se non mai. Se ne parla un po’ solo nelle famiglie dette ricche o benestanti, in quanto detentrici di attività con imprese, anche piccole o medie. Non so bene nelle grandi aziende dove altri fattori giocano prevalentemente. E non sempre buoni.

 

       Distributismo della povertà o della proprietà privata e responsabile ricca?

  • È vero. Noi abbiamo anche noi sottovalutato il Distributismo. Alla stregua di tutta la Chiesa cattolica che ha anche molto celebrato Papa Leone XIII: con la sequela di encicliche papali per un centinaio di anni, ma quasi mai a fondo sul principio, non solamente sulla distribuzione vastissima della ricchezza e della sua indispensabile proprietà privata! Che Davos vuole puntualmente eliminare: “senza proprietà sarete felici!”, ripetono continuamente i mondialisti senza Grazia e disgraziati!
  • Ti ricordi, quando abbiamo parlato col giovane “Memor Domini” (di Dio, consacrato anche alla castità), nel suo movimento di Comunione e Liberazione: studente terminale in economia all’università di Namur. In cui ci parlava del Distributismo come spalmatura del possibile benessere come “distribuzione” dall’alto della sua ridistribuzione economica… E non come diffusione massima della ricchezza che solo la divina “proprietà privata” può produrre. Sebbene fino alla morte. Nell’intrinseca e naturale responsabilità personale e della Famiglia!
  • Integrata all’altrettanto naturale prolificità matrimoniale concepita come sacramento del Dono, e quindi non solo come Salvezza escatologica nell’amore reciproco tra uomo e donna. Ma conseguentemente, come fattore primario di creazione razionale di ricchezza, a partire dallo sviluppo originario e personale demografico. Con la nascita di molti figli nella famiglia unita, religiosa e produttiva ben più del suo consumo!
  • Deve essere questa la ragione per la quale anche la Chiesa cattolica, nella sua perdita ormai detta fatale, non ha praticamente percepito, soprattutto quella moderna e modernista. Ossia la totalità sempre innovativa del suo insegnamento, anche prima del Distributismo risolutivo e, da un po’ più di un secolo, inutilmente avveniristico. Tutta la storia del Cristianesimo (detto occidentale) ha creato, inducendolo, sempre malgrado le opposizioni di fatto protestanti e massoniche (prima gnostico-politeiste). Lo sviluppo che lo statalismo ateo e dello Stato assoluto hanno messo fatalmente in crisi col tempo, in quanto separazione del capitale generalmente dal lavoro. Compresa l’induzione delle filosofie materialiste, edoniste ed economicamente anche pauperiste come il tirannico comunismo. Per cui la coppia del capitalismo (con la prevalenza assoluta del capitale sul lavoro!) e del comunismo collettivista immanentista e razionalista (sempre irrazionale!), già spontaneamente fallito nell’1989-91, a Mosca e a Berlino. Esso sta già ancora organizzando lo sfacelo mondiale e mondialista!
  • Certo è il capitalismo, ora anche tronfio perchè “apparentemente unica ideologia sopravvissuta”,   che ha generato il comunismo cosiddetto riparatore (anche cronologicamente nato ben successivo). Scisso nelle due teorie, separando pur sempre quella mortale del puro capitalismo dal lavoro umano! Questo, oltre che molto altro, dice il Distributismo sintetizzando la sua millenaria esperienza. Quindi molto lontano dal solo essere immaginato.
  • A dire il vero, la Cina oggi sta sperimentando, da non più di una quarantina d’anni, la formula del capitalismo (soprattutto e principalmente sempre dello Stato assoluto) col il liberismo detto americano: solo però che ha addizionato i due totalitarismi tipicamente parziali, occidentale e orientale!
  • Bisogna ammettere che non ci speravamo nemmeno noi stessi, cara consorte. Che Janine giugesse cioè a capire tutto ciò in modo oggi ancora così raro.
  • All’epoca, nemmeno noi ce l’avevamo teoreticamente chiaro. Nella nostra crassa ignoranza (almeno giustificata dalle sole umilissime nostre origini sociali), potremmo dire che l’idea del grande Chesterton la conoscevamo letterariamente e religiosamente ma non economicamente! Un po’ come anche molti cardinali che, ancora oggi, privilegiano colpevolmente quasi esclusivamente la cultura umanistica e religiosa (ovviamente) ma troppo assolutamente su quelle delle scienze economiche…Era stato Hilary Belloc, l’amico inseparabile cattolico fin da molto giovane di Chesterton, a trarre soprattutto le conclusioni economiche e politiche dalla “Rerum Novarum” del 1891: con l’applicazione politica ed economica del Distributimo, all’inizio Novecento.
  • E nemmeno conoscevamo MacNabb, il monaco irlandese cattolico che si era giunto direttore spirituale e come distributista specialista alla coppia inglese. La quale dovrà ancora, dopo più di cento anni, cambiare la storia dell’umanità. Come aveva già anticipato implicitamente la Chiesa, in tutto il Medio Evo, attraverso l’oceanico e profondo movimento monacale, religioso, politico e culturale. Con piena espansione nel Rinascimento ancora religioso ma inficiato – già nel basso Medio Evo e nel detto Umanesimo – dal modernismo filosofico e piuttosto materialista, sempre più massone. Mentre il Medio Evo sviluppava la tecnologia comunque avanzatissima per il tempo.
  • In effetti, tutta la crisi immanente della mondanità esistenziale contemporanea dipende da questa incredibile ignoranza o sottovalutazione del Distributismo. Essa costituisce la via d’uscita dall’impasse del deleterio e letale politicismo capitalista; e dall’ancora peggior rovinoso e pernicioso comunismo ecologista cosmico, con tutte le varianti parassitarie verso la centralità socialista detta generalmente “democratica”. E finalmente mistificante, propria di un mitico centro politico idealistico, inesistente se non sul piano speculativo del pensiero. Come sintesi dell’affascinante ma sempre falsa triade hegheliana apparentemente intelligente: tesi, antitesi e sintesi.
  • L’assurdo è dato dal fatto che mentre la Chiesa cattolica detiene La Soluzione teorica e pratica, anche storicamente realizzata nella via millenaria petrinianamente cristiana, col Distributismo reale prima che esplicitamente teorico, essa non solamente quasi l’ignora, ma cerca sempre di situarsi tra le ideologie malefiche e letali dominanti. Appoggiandole per vari motivi diabolici. Sia con gli Stati Uniti che con la Cina: due facce della stessa medaglia, una dorata e l’altra moderatamente e opportunisticamente no.
  • Ho visto la macchina dei figli guidata da Janine che sta ancora armeggiando per il parcheggio. Ti prego però di non introdurre oggi e avanzare con questo discorso. Parliamo piuttosto, per il momento, solo del bambino che sta per nascere di nostro figlio Karl e della sua sposa…
  • Alla buonora. Avendoli già scelti per cominciare, i tagliolini fatti in casa verdi di spinaci e al sugo a base di melanzana affogata in mozzarella di bufala, mi stavano già ossessionando. Come va Jan? Vedo che sei contento di farti precedere da una Janine più bella che mai.
  • Parlavamo in macchina del trasloco della ditta di copywriting multilingue, interpretariato e grafismo elettronico, perché Janine ha organizzato da tempo di trasferire tutto sul cloud : il sistema automatizzato di project management, la traduzione automatica del pre e post-editing, il sito web e la contabilità tutta.
  • Voi uomini, subito a parlare di lavoro, intervenne l’ancora giovane sposa Janine.
  • Come stanno i nostri consuoceri belgi, Nicole e Albert, si intromise Marina.
  • Alla loro età – dicono spesso – “fanno finta” che tutto fili liscio. Hanno i loro malanni fisici e tipici, ma non se ne lamentano troppo. Sono piuttosto contenti della loro esistenza molto agiata: come avvocato civilista, avendo fatto un lungo stage di apprendistato internazionale negli Stati Uniti. In cui hanno perfezionato non solo la lingua inglese, ma si sono assicurati grossi clienti con dossier importanti e ben rimunerativi in Belgio. Così, anche se le loro famiglie di provenienza non erano socialmente elevate, anzi – mia madre è pure di origine cecoslovacca: quando i due Paesi erano ancora insieme sotto il tacco dello stivale russo… Così si sono situati nella loro vecchiaia più verso la media che la piccola borghesia. Con anche uno spirito culturale internazionale…
  • Voi i quattro figli, tutti sposati, avete potuto approfittare di questo loro status economicamente benestante. Anche se la vostra generazione incontra molte più difficoltà di affermazione socio-economica, aggiunse Luigi, mentre spolverava di parmigiano i suoi tagliolini succulenti.
  • Disponiamo di una bella notizia da annunciarvi, intervenne Janine in tono festoso: abbiamo vinto una crociera nel Mediterraneo regalataci dalla compagnia marittima dove eravamo già stati invitati, dai genitori di Jan, appena tre mesi fa. Così ripartiamo per un’altra settimana fra una decina di giorni.
  • Mi sa che nell’ultimo anno, con le cinque vacanze che abbiamo messe insieme per un totale di quasi tre mesi di ferie, sommando alla più lunga del nostro matrimonio questa ciliegina prossima, la torta si è fatta da record, aveva puntualizzato Jan!
  • Ricorda loro almeno, caro il signor Vander Putte, che io ho sempre continuato a lavorare sia in Costa Rica, in Senegal e in Venezuela, oltre che in Italia e sulla nave, dove eravamo… in vacanza. Tu piuttosto sei un po’ sparito dal tuo ufficio al Comune di Uccle, dove nessuno t’ha visto mai sudare.
  • A proposito – si frappose pacificamente Marina – ci saranno le elezioni il prossimo anno: il tuo posto di assistente all’assessore del tuo partito (come si chiama, me lo dimentico sempre): ne sei preoccupato?
  • Sia per la ragione che quello che hai chiamato il “mio partito” è per me troppo a sinistra. L’elettorato, anche internazionale, sta spostandosi sempre più a destra (e più a sinistra, estremisticamente nella sconfitta), non soltanto in Belgio. La cosa coincide fra l’altro con la mia posizione. In secondo luogo, c’è il vantaggio certo che tutta la classe politico-burocratica, o come piace definirla, a voi due suoceri genitoriali, come “politicistica”, si è talmente consolidata negli ultimi anni che molto difficilmente – come si è detto in Italia qualche hanno fa – cadrà nel “bio-degradabile” storico. Quindi ridotta o eliminata. Come sempre i gatti hanno, si dice, sette vite e, di sicuro, atterrano sistematicamente con le loro quattro zampe dopo ogni salto anche detto “mortale”.
  • Vedo che il tuo oculato opportunismo ti protegge sempre, anche contro le nuove tendenze…, aggiunse Luigi.
  • Ho scelto questo mestiere e non di riprendere come avvocato il cabinetto di mio padre, oltre ad aver adottato questo partito che era quello di Paul-Enri Spaak, compagno esiliato a Londra di De Gaulle, durante la seconda guerra mondiale. Meglio conosciuto in Italia, come lo zio di Caherine Spaak, sex simbol degli anni ’60. E questo, malgrado fossi stato già molto più a destra del suo originario asse politico. Ovvero, oltre alla cintura dei pantaloni, dispongo così anche e sempre di belle e doppie bretelle di sostegno.

 

Il miracolato canonico equivalente alla rivoluzione: tutti a premere il pulsante!

Ecco trovata l’uscita dal rebus irrisolvibile dopo più di mezzo millennio di quasi inutili lotte anti-eretiche contro il modernismo. Ah, che stupidi si è stati…! Sarebbe bastato – secondo Cionci – che un Papa costruisse la trappola per tutti i cardinali del tempo, naturalmente valutati tonti, che avrebbero abboccato alla voglia del prelibato formaggino, per far scattare la tagliola, frettolosa ma giustizialista, attraverso l’applicazione del Diritto canonico a orologeria.
Del resto, l’ex-ciellino Socci aveva già segnalato, già quasi una decina di anni fa, che una primissima altra infrazione era stata commessa dal Conclave del 2013. In una stessa giornata erano state realizzate due votazioni, mentre la cosa è sempre canonicamente esclusa e in modo tassativo! La possibile richiesta già di sospirato annullamento dell’elezione del sangallista cardinal Bergoglio, al Soglio Pontificio, la cui immanenza anche stucchevole era stata scoperta molto rapidamente. Era così già pronta. Ma si sarebbe mai potuto immaginare che, applicando il dito sul pulsante regolamentatore della procedura elettiva, si sarebbero eliminati, in meno di un anno di già varie bestialità e di atti eretici, dal punto di vista dogmatico e dottrinale? Alla presentazione del  solo ”imperdonabile“ errore e dell’intollerabile e ingiustificabile trasgressione (la fretta moderna anche individuata da Cionci!), non si è nemmeno proceduto alla diffusione del vizio procedurale nella canonicità del Conclave. Lo stesso Socci, dopo un po’, ha fra l’altro abbandonato l’indiscutibile infrazione, pure peccaminosa. Anche richiedente l’indispensabile riparazione formale. La possibilità che il “munus” divino potesse essere applicato realmente al Papa così eletto, con siffatta macchia impeditiva alla prosecuzione delle operazioni, implicava che lo Spirito Santo chiudesse almeno un occhio. Quantomeno contro la regola prudenziale con l’unica votazione, naturalmente in modo ontologico e solo giornaliero. Eppure, è bastato appena l’accenno dell’applicazione iniziale del buosenso, perché tutto fosse ridotto a minuscola e insignificante imperfezione: senza nessun seguito e alcuna incidenza d’impeccabilità sul soprannaturale atto umano, riconosciuto trascendente dalla Tradizione!
Del resto, come non pensare che lo Spirito Santo, in piena conoscenza dei fatti e delle sue conseguenze nefaste per il Cattolicesimo, non aspettasse che il Male si aggravasse per meglio farlo capire alla “dura cervice” dei fedeli?
Come contrapporre, con discernimento non burocratico, l’inezia di una doppia votazione in giornata alla sostanziale validità globale e singolarmente pertinente per ogni voto? Come allora impugnare validamente l’elezione pontificale del 2013, considerata sacra e sacralizzata in mondovisione da tutti, da parte della Chiesa mistica e anche apostolica e romana? Perché si dovrebbe, nel caso posto dal Cionci, invece considerare inaccettabile, anche considerando il significato di soli pochi minuti, il cosiddetto “impedimento” del pontificato di Benedetto XVI (che comunque sarebbe  continuato anche dopo la sua iniziale invalidità)? Il vero problema, piuttosto, è l’impossibilità di poter dimissionare dal “munus” assicurato da Dio (la legittimità di essere Papa), o dal suo “ministerium”, ossia la possibilità libera del fare praticamente il Papa, in simultaneità (concesso e deciso liberamente dai cardinali elettori). Soprattutto con speciose e anticipate costruzioni che si sarebbero solo successivamente palesate.
Ecco così il risibile marchingegno attribuito arbitrariamente, prima della sua reale effettualità rispetto alla vera e incommensurabile intelligenza da destino vocazionale di Papa Benedetto XVI. Una infrazione ordita coscientemente e solo teoricamente possibile, nella sua realizzazione realmente alquanto abusiva e iniqua. Di fronte a una semplice trasgressione, una violazione per inosservanza, intenzionalmente pure buona, senza implicazioni e inadempimenti possibili e incontestati!
Come occuparsi, dunque seriamente, di simili inezie e noncuranze in un’epoca di caos totale e peccaminoso come non mai? Anche la sempre traballante sapienza, solo intuitiva popolare, si impone di rifiutare di prender in esame simili congetture formaliste contro la pur reale fretta sempre moderna ereditata dalla Civiltà. Peraltro, si tratta di orditi smentiti esplicitamente anche dal segretario, ovviamente molto ben informato monsignor Gaenswein di Papa Ratzinger, prima e dopo la morte del grande prelato profondamente riconvertito dal modernismo. E, soprattutto, di fronte alla presentazione complessiva e completa dell’ipotesi (solo ipotesi!) dell’espediente truccato e mimetizzato come una mina pretesamente mortale… Vien così fatto da chiedersi se un clero che ha già dato da secoli la prova della capacità di insistere, e vincere, opinionisticamente in modo apparente nella storia, contro tutta la potenza divina veritativa e soprannatutale, di fronte a simili accuse ed escogitazioni, non sappia controbattere e fare ancora danni sempre più diabolici!
Altro che sindrome di Stoccolma, avanzata dal Cionci. Quello cioè di identificazione totale e millenaria nella legittimità sostanziale cattolica al Papa anche sangallista (pure ignorato modernista)! Qui non si tratta di vedere precipitarsi tutto il miliardo e mezzo di pretesi e dichiarati cattolici sul pulsante canonico, per eliminare il poco “improvviso” diavolo impadronito del Pontefice. Già al mondo, da lungo corso maligno! Il vero problema rimane quello sempre della Fede consapevole generale, che deve saper discernere spontaneamente (!) il Razionale all’interno del vero e proprio Canonico dogmatico. Il piano di usurpazione modernista è innanzi tutto l’opera del Peccato originale che trama continuamente, notte giorno. Nell’eternità delle menti e nei corpi, anche di uomini insigni, detti pure moderni. Con la regia oculata di Satana, naturalmente.

Le ragioni per cui il Papa eletto cattolico non può non che rimanerlo sempre

Il “munus” papale, ossia la garanzia dell’assistenza dello Spirito Santo sull’Autorità fedele, unica e suprema come Vicario del Re Incarnato dell’Universo, viene solo e direttamente da Dio. Non esiste alcuna “ragione umana” essenziale per giustificarne il potere da Papa. La “ragione” anche letteralmente canonica – soprattutto se solo formale – non può però da sola reggerne il senso. Solo quella sopra-naturale lo può. Con la Trascendenza che la Rivelazione del Mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo hanno conferito alla fondazione divina (e petrina) della Chiesa eterna.
Per cui anche la scelta di ogni Pontefice non può che essere unica e identica, o analoga, a quella prima avvenuta per opera di Cristo. Sebbene giudicabile umanamente “imperfetta”, caduta sulla scelta del pescatore peccatore Pietro, solo però senza la Sua  imperscrutabile e veramente misericordiosa divina sapienza. Ma fatta col criterio sacro della scelta salvifica, dell’elezione misteriosamente onniscente e onnipotente del Dio trinitario. Il Vicario di Cristo entra così nell’unità da cui trae tutta la sua legittimità e la sua naturalità ontologica.
Le ragioni umane possono solo intervenire per la liberazione totale – quindi anche realmente  canonica – della sua scelta nel Conclave sempre naturalmente segreto, con già la protezione divina. Ecco  perché il Suo Primato è inviolabile e nessuna “ragione umana” potrà mai, nemmeno minimamente, intervenire per mutarne la scelta. Essa appartiene al potere universale escatologico. E non di meno. Non esiste nessuna ragione, ovviamente pure quella della Morte che umana non può essere, come del resto quella della Vita. E che quindi non potrà mai realmente “Essere”! Per cui si spiega l’imperativo supremo cui è sottoposto eternamente ogni Pontefice, sotto le sue due parole latine, “Non possumus” (Non possiamo, col plurale maiestatis). Tutti i paragoni, i confronti, le somiglianze, i parallelismi umani nei quali il potere mondano è solitamente concepito, sono incongruenti intimamente con la natura trascendente del “ministerium”, cioè dell’esercizio del potere papale deciso sotto la protezione dai soli cardinali. È per questo che il solo fatto di parlare di dimissioni papali, di rinuncia, nell’abdicare dal Soglio Pontificio, costituisce di per se stesso, questa sì eresia inaccettabile e condannabile. Solo l’impedimento violento del “fare il Papa”, cioè di origine umana, di ostacolo, di intralcio o di divieto fisico può giustificare, scagionare o assolvere una appena concepibile “dimissione”. Esiste pur sempre la possibilità del Martirio papale, del resto già avvenuta nella storia e già citata. Tutto ciò che può perdonare o discolpare una dimissione volontaria – sempre attuabile rispetto al potere unicamente umano e violentemente contrario – è semplicemente impensabile per quello religioso. Chi invece lo rende possibile è intrinsecamente eretico e anticristico. Soprattutto, anche i possibili esempi precedenti e peccaminosi non possono essere adottati. Questo è il Papa!
Tutti i suoi santi giorni devono iniziare e chiudersi con il giuramento del “Non possumus”, a difesa della Verità immutabile (e sempre solo approfondibile) della Fede. Tutto il resto, non può che inscriversi nello stesso modernismo eterodosso, anche se “coperto” in modo fallace dal… Diritto canonico.
Figurarsi, quindi, architettare un piano anche per costringere all’errore mitico, in cui si inducono con astuzia speculativa, “malgrado le nobili intenzioni i cardinali (nobili anche più della pianificata Libertà dell’Onnipotente nella Creazione di Adamo con la sua Libertà?). I quali cardinali sarebbero indotti, sempre tonti – secondo Cionci – a commettere sacrilegi alla Legge divina! Che li si commetta, se sono inevitabili, ma senza provocarli! È questa la Libertà del Dio vivente e trinitario in cui il popolo cristiano crede ed è chiamato a credere! In questo caso, è pure intuitivo che, poi, tutti gli atti del Pontificato giudicato eretico saranno aboliti e resi nulli. È già successo storicamente. È questa la differenza abissale e inconcepibile solo per la mente razionale (leggere razionalista!) con cui si deve distinguere il Sacro dal mondano profano. Ed è per questo che nessuna pretesa può essere avanzata da un qualsiasi accusatore a rispondere ai suoi indizi o cosiddette prove più o meno rettamente accumulate. Il problema della Fede non può scostarsi di uno iota dal Diritto canonico e dogmatico. Ma se la storia e la Chiesa è stata macchiata dal peccato, non può certamente il pulsante tardivo a poterlo annullare! Altrimenti tutto diventa di natura intrinsecamente e solo antropologica e burocratica: modernista. La Salvezza eterna non può essere condotta alla stregua di un giustizialismo fattuale terrestre e non Trascendente. Occorre la canonicità ma cum grano salis (con il granello di sale). È quindi vero che nella questione posta dal Cionci c’è una preminenza di mancanza sostanziale di Fede. Ma a rovescio: già il solo parlarne, come detto, è sacrilegio. Invitare a schiacciare il pulsante canonico, all’obbligo della discussione teologica o pseudo-tale, è ergere il solo giudizio umano al livello della  giustizia divina. Vissuta e rappresentata dall’applicazione dell’ormai classico e acritico principio insurrezionale della guerra accettata e proseguita, oggettivamente violenta e sempre anticristiana. Contro la perfetta Libertà dell’Uomo, così come Dio l’ha voluta alla creazione stessa di Adamo ed Eva.
Questo riduzionismo teoretico, o meglio teologico, è anche semplicemente logico e razionale. È per questo che la filosofia (solo umana e inevitabilmente modernista) deve essere autonoma ma non indipendente (ancilla!) della teologia. È per questo che la Libertà, anche solamente mondana, non può sussistere che sottomessa a quella dogmatica e divina! Senza la quale, ossia privata volontariamente della quale, anche l’idea di giustizia e di salvezza umana diventa illusoria. Meglio un vero letterato falsificatore e solo romanzesco alla Dan Brown che un chiaro cattivo teologo giustizialista e petulante: arzigogolato e induttivo proprio dell’errore modernista. Con o senza l’aiuto supposto diabolicamente intelligente e sempre improbabile di un Papa Benedetto XVI, supposto avventurista, anchesì nell’Assoluto almeno improbabile.
E poi, perfino i materialisti marxisti hanno già individuato il “giustificazionismo storico a posteriori!

L’intervista oggi del Superiore della Pio X sui veri (!) problemi del Cattolicesimo

Il libero cattolico petrino Aldo Maria Valli, storico ed ex-prestigioso vaticanista della RAI, ora in aperta opposizione al modernismo “cattolico” e per questo “caduto in disgrazia”, ha condotto una grande inervista al Superiore della Fraternità san Pio X, don Davide Pagliarani. Da qualche anno eletto alla testa della più grande organizzazione sacerdotale e liturgica (in latino vetus ordo) sullo stato attuale della Chiesa apostolica di Roma. Ossia della Fraternità san Pio X, di origine e ancora attualmente d’imprinting almeno ancora francofono: donde la preziosità dell”elezione del cugino… italiano eletto.

  • L’hai già letta, Marina?
  • Sùbito due volte. È gigantesca, veritativa, dettagliata e pure sintetica! Del resto non era la prima volta. Oggi essenziale per orientarsi e per non farsi travolgere dal relativismo e dal caos teologico, nonché dottrinale pure nel Cattolicesimo, entrato tristemente al suo attuale stadio terminale.
  • È vero, la Fraternità di monsignor Lefebvre, diventata rapidamente internazionale e il più importante movimento ecclesiale al mondo della seconda metà del Ventesimo secolo è ora diretto da un prete italiano di Rimini. Movimento numero uno, questo lefebvriano, nato e sviluppato nella francofonia. Con il contemporaneo, in Italia soprattutto inizialmente e simmetrico Comunione e Liberazione. Da più di un quindicennio, però precipitato nel modernismo in modo totalmente contraddittorio con l’insegnamento del suo fondatore don Giussani! E se ne vede ora tutta la pregnanza anche sugli aspetti ultimi del Pontificato eretico di Papa Francesco: e, non solamente con la fedeltà ai pricipi eterni del suo leader fondatore diventato monsignore.
  • Ci voleva proprio: pur non facendo riferimento, con nessun accenno nemmeno indiretto alla polemica di Cionci, don Pagliarani ha toccato e definito i centrali veri problemi della Cattolicità. Un esempio serio di capirne i problemi e, nel contempo, di veramente risolverli. Non pigiando il pulsante burocratico a corrente più o meno altamente alternata e intermittente, dagli effetti illusori miracolosamente semplicisti.
  • Deve essere stata anche la maestria del Valli che deve averlo condotto all’essenziale.
  • Lo penso anch’io. Soprattutto nel suo primo occhiello riassuntivo che rileva una Chiesa del gesuita Papa Franceso, lo cito quasi a memoria, “senza fede e senza dogma, in cui al posto dell’Autorità tutto viene dissolto in un generico amore misericordioso senza teleologia naturalmente finalistica”.
  • Esatto, con una procedura “all’incontrario” piuttosto che con una Chiesa magistrale e tradizionalmente docente della Rivelazione anche moderna (cioè sempre la stessa antica ma solo aggiornata), rispetto ad una che si aspetta l’insegnamento nuovo rivoluzionario “democraticamente” dal basso, dalle “periferie”, grazie all’”esperienza” della manifestazione dell’amore di Dio nel divenire di tipo… sinodale. Quella per cui abbiamo già sentito fare l’élogio delle “votazioni” su questioni anche teologiche da parte degli stessi partecipanti sinodali.
  • L’essenza della critica del coraggiosissimo don Pagliarani – che aveva reso visita in Vaticano al suo vecchio “amico asimmetrico”, fin da quando erano entrambi in missione a Buenos Aires – è sempre quella di mostrare, non solo il completo rovesciamento del metodo pedagogico per cui tutta la sapienza trascendente verrebbe assurdamente dal basso. E non dall’insegnamento divino della Rivelazione e della Tradizione magisteriale anche della Chiesa! Metodo ormai classico nella  detta più moderna pedagogia anche totalitaria e pure paternalistica, con l’utilizzo impudente del sistema falso-sintetico autoritario e bonario-familiare, di tipo personale.
  • Hai usato l’aggettivo superlativo “coraggiosissimo” e ne sono completamente d’accordo: ci vuol fegato divino ad attaccare profondamente oggi il Papa appena dopo che ha avocato a sé la decisione considerata prima e ultima di celebrare la Messa in latino di Papa Sisto V. Quella non ridotta e piuttosto “strozzata” di Papa san Paolo VI in vena vernacolare. E rivolta all’assemblea piuttosto dissennatamente festante (da parte pure del celebrante) senza ragione, piuttosto ben fisso verso il Sacrificio totale del Dio vivente, Morto e Resuscitato.
  • Se avesse appena potuto opportunisticamente, a causa del clamoroso sucesso strabiliante della Pio X nel mondo intero, con i suoi seminari pieni per futuri sacerdoti con la talare e obbedientissimi per definizione, avrebbe già vietato anche alla stessa Fraternità la Messa di sempre, considerata improvvisamente sacrilega o non più adatta (mai lo si è capito!) dai modernisti, dopo millenni!
  • In effetti, Marina, oltre ad averla vietata ai sedevacanzisti espliciti, l’ha sottoposta alla decisione centrale del Vaticano: quindi a sé.
  • Ma non solo. Ne ha afferrato il potere di poterne disporre a piacimento pontificale come se fosse una scelta solo, come ormai al solito, contingentemente “pastorale”. Che non ha niente a che fare con molti secoli di storica liturgia della stessa fondazione cristica ed evangelica! La pastorale deve peraltro essere sempre subalterna e mai contraddittoria alla trionfante Dottrina.
  • La cosa pone il colossale problema del suo “Non possumus”, sistematicamente o quasi disatteso, relativo a una decisione che assolutamente non compete al Papato nella sua riformazione radicale ed essenziale. Senza confronto possibile con quello mondano generalmente idolatrato senza nemmeno un dubbio dei fedeli petrini. Il potere che avevo definito “peronista”, ossia dittatoriale senza nessun principio trascendente o anche solo filosofico-cristiano – peraltro sempre esterno – che gli permettesse il suo legittimo fondamento giustificativo! Rimarrebbe in questo senso solo potere puro indiscriminato e personale. Roba da sud-americani, anchesì fascisti e criminali politici, oltreché da “Teologia della liberazione” condannata pontificalmente in modo cattolico più volte.
  • Ma non solo. Si tratta del potere anche prepolitico, e non solo teologico, proprio della concezione rahneriana del decisionismo pontificale e padronale: non di totale e umile servizio al più alto livello.
  • Una concezione derivata cioè dalla visione eretica di Papa Francesco dell’altrettanto confratello gesuita modernista Karl Rahner. Il quale concepiva la Trascendenza come scaturigine del popolo di Dio (già come il teologo sacerdote Thriller all’inizio del secolo scomunicato da Pio X per eresia anche lui, dopo essersi convertito al Cattolicesimo, da anglicano che era). Dove la Rivelazione di Dio si manifesterebbe a tutti gli uomini: che siano credenti cattolici o meno, oppure al limite pure atei o generalmente agnostici. La follia!
  • Da cui l’attuale Chiesa cattolica sinodale, in cui la sola differenza con quella orribile e protestante sedicente “cattolica tedesca” attuale, è ormai di tipo solamente quantitativa.
  • E da cui deriva, ovviamente, una morale comportamentale che, prima o dopo, ammetterà ogni abominio, come già sta facendo. Quando non sia già ammesso già da tempo e di fatto, come l’assassinio per aborto, il divorzio, l’omosessualità anche “sacramentale”, il quasi sacerdozio femminile… ed ogni transumanismo pure ora impensabile. Come l’abolizione della proprietà privata programmata, con l’abolizione del denaro contante da parte dei mondialisti finanziari del Grande Reset di Davos!
  • Ecco quindi, in sostanza, l’analisi del prode Pagliarani alla testa della Pio X. Le sue radicalissime e integre posizioni dottrinali fanno sempre solo sperare – contrariamente a Comunione e Liberazione in strisciante modernismo papale – alla mia per ora personale utopia per cui, in un futuro non attualmente descrivibile, i due movimenti veramente religiosi della seconda metà dello scorso secolo, dovrebbero fondersi. Una volta che CL si sia completamente però rinsavita dalla sua ubriacatura immanentista… (per ora, peraltro, poco previsibile!).
  • Mi pare, caro Luigi, che in quanto a utopia non sei secondo a Cionci!
  • È vero. Almeno io lo riconosco. E continuo a sperare. Frequentiamo la liturgia di sempre della Fraternità Pio X in latino, almeno quando non siamo sull’Alto Lario dove sembra non ce ne sia l’ombra, almeno in liturgia. E continuiamo a pregare intensamente per la conversione del Papa e del suo popolo ora disperso e quasi lobotomizzato…
  • Nell’era generale del modernismo alquanto sfrenato, ma non sappiamo molto, se anche attivamente dal clero che conta davvero; e dallo stesso popolo apparentemente dissennato e culturalmente disarmato, detto di Dio, nella concezione immanentista e centralizzata del potere. Non saprei valutare se i due movimenti possono superare il loro isolazionismo tipico. E siano ancora in grado di ricostituire le loro polarità storiche.
  • Quelle sono ancora vive almeno nell’”una cum”: giurati anti-scissionisti! Malgrado che, in quanto prescelto al Pontificato dai suoi confratelli sangallisti eterodossi per due volte, Papa Francesco non è… eterno su Terra. Sempre inconsapevoli dell’esistenza della loro perfetta complementarietà dei due movimenti storici e veramente religiosi, potrebbero ambedue salvarsi… L’uno soprattutto dedito alla salvaguardia della “sacerdotalità e della liturgia di sempre vetus ordo”; e l’altro, CL, dedito alla realizzazione storica, altrettanto internazionale e anti-modernista comunitaria. Quella “del quanto è soave vivere insieme” cantato dal salmo di Compieta. Questa seconda mi sembra pure meno probabile della prima. Bisogna ricordare che detta Fraternità lefebvriana, restata miracolosamente invece sostanzialmente integra, non si è felicemente sviluppata nella direzione orizzontale propria della Comunità laicale moderna: quindi è restata alquanto bloccata sulle sue principali rivendicazioni cultuali indispensabili e già praticate. Questi due movimenti, sia perché attualmente sempre attaccati e tenuti sospetti, sotto la spada di Damocle (!), da quello dominante modernista e ufficiale per ovvie ragioni, non possono che battere il passo o, naturalmente, cedere progressivamente al tritacarne della secolarizzazione inevitabilmente asfaltatrice nella storia…
  • Come infatti prevedere i disegni della Trinità?
  • È vero! Ambedue i movimenti contengono così i Santi assolutamente non scismatici, in via di santificazione, che costituiscono la Chiesa Mistica autentica cui il Creatore trinitario eterno può fare affidamento per il Suo Regno. Ma all’interno di due movimenti, uno necessariamente “immobilista” in un Cattolicesimo prezioso e indispensabile ma (comprensibilmente) prudente solo conservatore; e l’altro (Comunione e Liberazione) fatalmente in una dinamica apparentemente di perdizione la cui dinamica non è stata ancora analizzata ampiamente e teologicamente: almeno non completamente e a fondo, anche nel ricordo seppur mistificato della sua epopea ortodossa e oggi colpevolmente modernista. Compreso nel Convegno ad hoc molto deludente di Lugano.

 

 

(Segue prossimamente coi titoli provvisori seguenti)

 

 

 

  • L’ingenuità del pulsante “risolutivo” dopo secoli d’inutile lotta anti-eretica
  • La straordinaria forza dominante del modernismo nel mondo moderno
  • All’origine del modernismo c’è pure la concezione rivoluzionaria mondiale
  • Il laicismo ateista delle forze contradittoriamente rimaste cattoliche
  • Le forze critiche del modernismo anche antagoniste, ma sempre mondane
  • La pervicacia del clero modernista di attuare il suo possibile programma
  • Un collegio cardinalizio già pronto (o quasi) per assicurare la continuità
  • I movimenti ecclesiali laici “allineati e coperti”, sempre in azione eretica
  • Un clero ormai sfibrato della vera Fede e irreligiosamente arreso al mondo
  • L’irrazionalismo della politica necessariamente e fatalmente assoluto
  • La speranza lontana ma profonda della Verità e Razionalità trascendenti
  • Il regno di Cristo Re dell’Universo silenziato e reso anche spiritualista
  • La missione del clero petrino e ubbidiente alla Trinità, ma non scismatico!
  • Il ruolo indispensabile e storico, ma ambiguo, dei movimenti laici e cattolici
  • La funzione anticanonica reazionaria del clero insurrezionasta moderno
  • La politica condannata al politicismo quasi geo-politico e immanente

Conclusioni

 

 

————————– ° ————————

Laisser un commentaire