Quali sono i princìpi indisponibili alla politica e che la rendono generalmente handicappata, cioè relativista, immanentista e quasi sempre opinionista all’infinito? Tutto il pensiero filosofico e teologico, detto “moderno” della nostra era, sta sprofondando in un processo di falsificazione della Verità, che ci ha condotti quasi tutti a ciò che chiamiamo la sua “crisi storica”. La quale sta sconvolgendo non solamente tutta la dimensione sociale e fattuale; ma anche la mostruosa massificazione protestantizzante e materialista alle spese del Cattolicesimo! Sia relativamente alla nostra Fede personale che su quella obiettivamente pubblica in perdizione.

L’origine del problema consiste nel fatto che da parecchi secoli (dal Rinascimento) la filosofia ha separato la Fede dalla Ragione, dunque la politica dalla Religione (anche nella vita privata). Soprattutto, essa ha pure annullato l’Unicità della Verità indispensabile all’Uomo.
La teologia ha sempre avuto la necessità della filosofia, per essere anche solo presentata in quanto essa è sempre unità nel pensiero, nel Logos. Durante migliaia d’anni essa è stata così conforme alla ricerca autentica dell’unica Verità. Anche prima della Rivelazione del Cristianesimo, con il Vecchio Testamento e la civiltà greca! Soprattutto con la filosofia pure nascente dei Greci che san Tommaso d’Aquino ha assimilato genialmente in ciò che sarebbe diventato, dall’inizio, il Cattolicesimo eternamente moderno: integrandolo prudentemente. A partire dalla sua suprema opera teologica divenuta dottrinale, malgrado l’eresia attuale… In effetti, le correnti diaboliche, pure dello gnosticismo che son sempre esistite, hanno comiciato a prevalere alla fine del quinro-sesto secolo soprattutto con il cattolico pensatore francese Cartesio, attraverso una concezione razionalista (assolutamente non razionale!). La quale aveva scartato dalla Vita, al di fuori della sola Creazione iniziale, l’idea stessa di Dio! Tutta la teologia era stata poco “importunata” fino a questa epoca, dunque abbastanza marginalmente. Al contrario, la trattazione di Dio era stata molto servita globalmente. Almeno da un punto di vista metodologico e della logica formale. Ma è con Tommaso che la “filosofia cristiana” si era strutturalmente compiuta, circa tre secoli prima, in tutta la sua organica e complessiva Verità. Anche se sempre da approfondire, come l’aveva mostrato il francescano san Bonaventura, professore anche lui all’Università di Parigi. Il quale, avendo vinto col supremo monaco domenicano Tommaso, suo grande maestro insuperabile che si era umilmente inclinato ammettendo il suo errore di semplice paralogismo (nella Creazione totale e globale!).
Ma il filosofo già “esagonale” Cartesio, sebbene ancora sinceramente cristiano, doveva produrre – si può dire – la prima filosofia chiamata gnostica, ossia già senza il Dio possibile. Aveva fissato infatti la sorgente di tutto il pensiero moderno nell’atto di concepirsi, probabilmente senza troppo saperlo come le masse di “fedeli” anche cattoliche inconsapevoli attuali. Nel suo famoso “cogito ergo sum” (penso dunque sono), in quanto rifletto e penso… Per la prima volta, il fondamento della Verità non era più il principio di realtà, ma altro: esclusivamente il pensiero umano! Senza però motivarlo assolutamente sul piano razionale, in quanto non razionalizzabile teologicamente nell’evidente soggettivismo già alla moda, almeno negli ambienti intellettuali dell’epoca! Radice questa di tutti i mali che ne sarebbero da allora seguiti, presso quasi tutti i filosofi della storia moderna. Tale posizionamento filosofico non nascondeva nemmeno l’ideologia individualista e immanente del suo pensiero. È la ragione per cui l’ultima filosofia del terzo millennio, sempre più gnostica, ha cominciato ad avanzare dubbi, essa stessa, sulla “verità inaccettabile” almeno molto parziale, di questo inizio di modernità apodittica e mancante di ragionevolezza. Non a caso la massoneria è sempre scomunicata! Così, se siffatta filosofia già all’inizio “modernista”, non poteva accettare, almeno logicamente, un principio non dimostrato della sua concezione, si può già figurarsi quanto è successo con l’adozione progressiva di tale pensiero infondato dal sedicente protestantesimo. Esso si è moltiplicato rapidamente in più di duemila sette: va da sé tutte differenti! E soprattutto con il Cattolicesimo, che è resistito ufficialmente almeno ben più di quattro secoli all’assalto di siffatto pensiero ateista e ben modernista! E che la Dottrina cattolica aveva salvato miracolosamente. Al rigore e sulle spalle dei princìpi di Verità consegnati da tutta la Tradizione romana, dopo aver vinto tutte le eresie che l’avevano attaccata. Questa malversazione erronea alla teologia che tentava di reificarla, inevitabilmente in modo soggettivista (relativista), si è però mostrata a teologi cattolici che, come Papa Pio IX fino a Papa Pio XII, il teologo francese Gilson, don Cornelio Fabro, Augusto Del Noce ed anche e perfino all’ultimissimo molto sbandato “personalista” d’oltr’Alpe… Maritain, già negli anni settanta del secolo scorso. Essi hanno cominciato ad affermare e denunciare l’impossibilità di adottare nella Dottrina une filosofia modernista e ateizzante, al posto di una veramente cattolica! Questa evidenza è stata ulteriormente approfondita, anche con una cattolica e meravigliosa semplicità, dal presidente petrino Stefano Fontana. Che ancora attualmente continua a farne le ormai minuziose testimonianze, pure storiche e antistoriciste: di tutta l’eredità, immanente e sangallista. Con il poderoso supporto di tutto il suo Osservatorio Van Thuân di Trieste, con ormai il suo co-fondatore immenso arcivescovo Crepaldi.

Ciò che è ancora più grave è l’aver annichilito il concetto di Dio unico protagonista tra l’Uomo e il suo pensiero operativo. Introducendo dappertutto, come maestro, l’orrendo relativismo.
La mistificazione di Cartesio che, in quanto Cristiano, aveva prodotto una filosofia gnostica e, a termine, già chiaramente atea o quasi, continuando ad essere praticante nella sua personale  credenza, si è prolungato talmente che ancora oggi essa è in piena attualità e sviluppo. Ai nostri giorni, anche e soprattutto Papa Francesco è sottoposto attivamente a questa ideologia proclamando una Dottrina all’incirca quotidianamente opposta a quella che, fatalmente col tempo,  deturpa sempre più anche le convinzioni intime, private e soprattutto pubbliche. Già preparate da una lunga militanza nella sedicente “Mafia di San Gallo”, dagli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, in quanto cardinale in Argentina. Peraltro, egli ha fatto come tutta la cultura contemporanea, che si è immersa progressivamente negli ultimi secoli nel modernismo materialista e antropologico, e soprattutto nell’ultimo dopoguerra. Si tratta della stessa ideologia ormai massimamente ingannevole della grande maggioranza del clero e delle masse popolari ormai anch’esse confuse e convinte. In effetti, una gran parte di quasi tutte le popolazioni occidentali si dichiara oggi cattolica, ma la frequenza ai Sacramenti è al massimo del 3%… Ben peggio del molto principiante Cartesio!
Ci si ritrova oggi di fronte a un fenomeno perfettamente mistificante dove ci sono dei possibili “Cattolici”, credenti però in una ideologia praticamente quasi esclusivamente… materialista ed edonista. Ci sono pure, al contrario, dei veri non credenti, come per esempio l’attualmente molto celebrato militante illuminista, il tedesco filosofo  mistificato e mistificante Kant. Il quale aveva prodotto una famosa filosofia con una visione aperta, appena aperta, alla vaga spiritualità detta “laica”, pure limitata al dettaglio – protestante! – della moralità. Ma le due tipologie, la soggettivista e l’oggettivista, sono state destinate fin dall’inizio a divenire sempre realmente atee, senza alcuna religiosità permanente nell’illuminante esistenza della reale Vita! Il relativismo effettivo è cosí concretamente la guida ora totalizzante della vita gnostica di tutti questi “Cattolici” homologati, nostri contemporanei non conseguenti, oppure appena e solo formalmente “praticanti” liturgie formali. Essi sono altamente ingannati e ingannevoli in quanto praticano una religione altra dell’eterno veramente salvifico e sacrametale Cattolicesimo. Però solamente sul piano morale, immanente e soggettivista, nella sua concezione opposta alla vera religiosità divina e ontologicamente umana. In effetti, la moralità antropologica è anch’essa sistematicamente relativista, in rapporto all’occasione e al giudizio unicamente individualista. Dunque sottoposto all’arbitrio  totalmente inconsistente, produttore del caos attuale: del tutto e del contrario a tutto.

L’apporto del protestantesimo in questa operazione ateista è stato di rendere vana, senza mai  dimostrarlo, la supremazia della Fede (del Mistero) sulla Ragione (il razionalismo). Fino a infiltrarlo nella teologia cattolica per sostituirlo furtivamente anche nella sua Dottrina eterna.
Non trattandosi né di Rivelazione, né di Verità del protestantesimo (detto della “Riforma” cristiana), non ne è restato che un atto d’insensato volontarismo unicamente umano, destinato a un fallimento per “esplosione” parcellizzata e scismatica. Tutto logico, del resto, come la filosofia esclusivamente – in fondo – razionalista! La quale, si è sempre caratterizzata pure nelle sue basi materiali (storiciste)… Il comunismo, ossia l’altra ideologia politica della nostra era acefala, doveva conoscere un fallimento invece per “implosione”: di tipo, va da sé, trasformativo e trasformista. Nel genere che stiamo costatando tutti, sempre verso la radicalizzazione folle del razionalismo nell’ecologismo impossibilmente cosmico. E nel transumanismo economico-politico, oltreché sanitario. Una filosofia politicista dunque che non solo è irrazionale, soprattutto nelle sue premesse e contro la sempre divina indispensabile metodologia. Dovuta al fatto che essa fa parte, molto semplicemente, della Creazione sopra naturale e non direttamente accettabile dalla ragione solo umana. Essa non può nemmeno risolvere l’eterno problema del pensiero, che presenta spesso coppie di concetti legati indissolubilmente e naturalmente, come la Fede e la Ragione. C’è sempre in questi casi un metodo razionalmente ontologico ed evangelico per risolvere il problema posto, nella scelta tra due possibili corni teorici. Questo metodo può essere solo altrettanto divino e incomprensibile dal razionalismo (umano). Bisogna come sempre privilegiare il concetto trascendente della coppia detta ormai correntemente hegeliana. E non conservarla in una pariteticità borghese e impossibile in natura: in quanto la natura non conosce al suo interno uguaglianza! È la Fede, dunque, che deve sempre avere questa priorità in rapporto alla Ragione. E non il contrario, come anche l’inevitabile separazione alla quale ha dovuto costringersi il razionalismo incredulo, nel suo impossible e funesto modernismo: dello stesso protestantesimo! Tutte le teorie dell’idealismo filosofico hegeliano (dette e ancora adorate “dialettiche”) sono così false, sebbene siano apparentemente intelligenti, ma speculative! Così tutta l’operazione diabolica d’infiltrazione, di questo massimamente mistificante pensiero, non può che rivelarsi infondato. In realtà, già la filosofia contemporanea, non solamente la cattolica petrina, si fonda su questo dubbio-certezza (per il Cristianesimo fin dal Cinquecento)…

Il “pastoralismo” attuale e acefalo si è sostituito, con l’ultimo Concilio, ai princìpi ontologici, salvo quelli testati nella completa fattualità e orfani di supporto anche vitale.
Siccome i Cattolici sono diventati generalmente ignoranti nei fatti della loro stessa Dottrina e colpevolmente ingenui, il modernismo immanente è oggi maestro in materia dappertutto. Anche la Chiesa sguazza nella sua sedicente “crisi” storica e teologica, che sembra averla persa. I massoni, a loro volta, con il loro pseudo-semplicismo diabolico e cinico (infine molto complicato in quanto lontanissimo dalla facile intuizione popolare intorno al Soprannaturale), hanno avuto l’apparente vittoria mondana del dominio generalizzato, non solamente pratico ma anche dottrinale, nell’eresia intermittente della Chiesa ufficiale “cattolica”. La semplificazione attuale può essere fissata nella pefettamenza falsa idea sulla quale si era “fondato” il Concilio Vaticano II aperto nel 1962: “Si tratta di un Concilio unicamente pastorale”, aveva annunciato ingenuamente l’aperturista Papa san Giovanni XXIII. Dimenticando che la pastorale non può fondarsi su se stessa, ma sempre sui princìpi superiori che la determinano dall’esterno. E sui quali bisogna trovarsi d’accordo preventivamente nella Verità… Quando si separa invece la ricerca pastorale dalla dogmatica dei princìpi theologici e dottrinari (tutti i Pontificati fino a Pio XII), tutto diventa evidentemente ciò che viene chiamato il “pastoralismo”. Che, pure inefficace, ha il solo potere di modificare inversamente, in genere in peggio, la Dottrina stessa in eresia. Che dovrebbe invece generare la vera Pastorale con coerenza conseguenziale. Questa è presa in carico, con una passione, se si può dire, “iconoclasta”, naturalmente straordinaria per la sopravvivenza degna e propria da Martiri! Da parte di tutto il movimento detto “tradizionalista”: il quale non lo è assolutamente, in quanto mai come prima, si è messo alla ricerca dell’approfondimento delle Verità petrine ed eterne, e non in antagonismo ad esse. Non in conformità invece della loro odiosa “rivoluzione” diventata la parola chiave dell’ateismo modernista! Il termine “rivoluzione”, della sanguinaria e nulla altro che la detta “rivoluzione francese”, è stata in effetti utilizzata dal nuovo movimento immanente. E protestantizzato in funzione di tutta la concezione della politica contemporanea immanente. La quale ha caratterizzato da allora tutta la politica bellicista occidentale, soprattutto europea. Non solo in relazione ai suoi movimenti più o meno insurrezionali. La politica attuale rimane così nella sua falsa coscienza, anche rimossa, a causa del fatto di non disporre al suo interno dei princìpi che possono supportarla come fondamento. È il problema autenticamente cristiano che s’incontra oggi, sempre e spesso. Ossia quando una categoria delle attività umane è scoperta senza questi princìpi petrini (eterni): bisogna in realtà cercarli cattolicamente al solito piano superiore. Soprattutto non in modo razionalista. Esso si configura come la dimensione che la cultura contemporanea rifiuta: il Trascendente! Preghiamo perché ciò possa almeno continuare, grazie alla Chiesa Mistica, cioè a non più sempre imporsi, come reale Salvezza del mondo!

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