Grandioso e veramente cattolico il discorso del nuovo presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha evocato l'”omologazione” al sistema mondialista imperante nella politica. Fatalmente anticristiano, invece – anche se a tratti laudativo – il Casadei, leader dei Cattolici detti giussaniani, ritenuti i più autentici e religiosi oggi: nel dichiararlo dissennatamente “fuori tempo massimo”! Cristo sulla Croce, insultato dal popolo che l’aveva condannato innocente a morte, non avrebbe mai potuto nemmeno pensare altrettanto. I tempi eterni di Dio non sono quelli apparenti degli uomini – di fatto ora molto immanentisti – rispetto alla Verità che sola “rende liberi”!

Come aspettarsi un commento così distruttivo e senza alcuna speranza da un leader cattolico, al centenario di don Giussani festeggiato in Piazza San Pietro, al forse unico discorso mai pronunciato in Parlamento da un eletto, definibile veramente cattolico e democratico?
I contenuti e gli accenti del suo discorso sono memorabili per la loro pregevolezza inabituale. L’opposizione, ex-comunisteggiante – ma sempre gnostica, collettivista e totalitaria – è stata tra le più violente e volgari degli ultimi sette decenni. Di cosa dunque si tratta? Del cosiddetto   “decisamente fuori tempo massimo“, giudicato dal quotidiano cattolico online, Tempi, rispetto al  discorso di Fontana ! Di fronte a questa parecchio meditata affermazione (del resto non sorprendente), qualsiasi appena razionale e realista chiosa di un comune fedele dovrebbe porsi il solo legittimo interrogativo, sulla sua drammatica veridicità. E non altro! Se mai, essa avrebbe il dovere di piuttosto apprezzare che, dopo più di un secolo, si sia potuto udire – dopo il più grande scrittore cattolico (e non solo) al mondo del novecento, l’inglese Chesterton – chiaramente pure una denuncia di alta opposizione al conformismo antireligioso internazionale e massificato: contro il Cristianesimo! Troppo tardi? Certo. Ma a maggior ragione sempre e non ancora abbastanza tardi! “In tempo” cioè indispensabile. Che poi, la stessa verità l’avesse già detta l’intellettuale comunista e dichiaratamente omosessuale Pasolini, una cinquantina di anni prima, poteva forse passare anche nel dimenticatoio opinionistico, ormai usuale delle realtà scomode e da “rimuovere” politicisticamente. Ma non se proclamata da un noto cattolico, eletto dal popolo e scelto democraticamente come terza carica dello Stato in Parlamento! Soprattutto se scritto in un articolo da un relativamente altrettanto famoso giornalista noto come petrino. Forse che si tratti di una sbadataggine perdonabile, se si considera l’intelligenza sterminata (rarissima) nella cultura da eccelso e rigoroso lungo corso? No, l’avevo già varie volte notato, per cui avevo sospeso il mio sostegno a Tempi. In un frangente epocale in cui tutto il mondo cattolico sta massicciamente confermandosi nell’eresia sangallista, ranheriana e molto “disimpegnatamente” bergogliana . Con la diabolica apostasia modernista della “Nuova Chiesa” anti-cristocentrica, quella dell’attuale Pontefice Francesco che – al suo tardivo, quello sì (!) –  buon anti-bellicismo (dimentico però di aver sostenuto per decenni  ideologie guerrafondaie e pure della spergiura Europa di Maastricht)! Il quale Pontefice era appena ritornato, ben intermittente, anche dal satanico convegno triennale mondialista ad Astana. Famoso per i suoi partecipanti protagonisti, relativisti e irreligiosi, falsi ecumenici planetari anticristici!

La Verità e l’Onnipotenza dell’unico Dio Vero non teme però i sentimentalismi, solo antropologici e sociologistici, del “cristiano” modernista detto moderno: in preda al ben reale pessimismo strutturato, irreligioso  e nichilista bergogliano, nella tragica  sua immanenza!
Tecnica collaudatissima, da secoli e ora dominatrice mondialista, è l’idolatria supremamente constatativa dello pseudo-sociologismo incarnato nel cosiddetto ateismo pratico di massa. L’irrazionalismo razionalista (non razionale e irragionevole) del mondo è talmente maggioritario     nella comportamentistica internazionale, che – soprattutto questo Pontificato – rincorre perdutamente e globalmente nell'”l’omologazione” pasoliniana il suo consenso coatto, rievocati dal Fontana. Così, non è più la “Verità, la Vita e la Via” a essere riconosciuta e seguita, seppur “tardivamente”. Ma l’approvazione della “supposta e data per irreversibile convinzione della maggioranza” sociologistica. In una logica quantitativa tutta politicistica e religiosamente precaria nei suoi esiti. Per cui viene celebrato, anche in auge, il detto principio politico falso, osannato e sempre eretico ecclesiale, del “meno peggio” e del “meno peccaminoso”! Nella linea eretica immanente e modernista (ben protestante!) dell’eliminazione del Peccato, a partire da quello… originale. Lorenzo Fontana non è, purtroppo o fortunatamente, tutta la sua Lega, né quantomeno espressione uniforme e totale del popolo italiano. Ma se bisogna positivamente criticarlo (come ogni buon Cattolico dovrebbe), soprattutto dopo l’agognata elezione seguente gli undici anni di sospensione inaudita, progressista e totalitaria della democrazia (!), occorre pur sempre utilizzare argomenti teologici e morali. Della Tradizione cattolica e non in modo apodittico!

Fedele all’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa cattolica, non sono andato a votare in settembre in quanto, il mercato politico (anche sul piano internazionale), non offre alcun partito votabile. Almeno per un vero fedele petrino  antimodernista  (e ben giussaniano).
Anche il Nuovo Ordine Mondiale, di cui Davos può essere posto a principale portavoce diabolico e coerente, dell’intera oligarchia mondiale economicamente e segretamente ai più dominante, ha dichiarato che “chiunque vinca – di sinistra come a destra e dappertutto –  il nostro (esclusivamente il loro!) potere politico non viene minimamente scalfito“. Ragion per cui, la sola possibilità di veramente opporsi al NOM, rimane quello di astenersi  dal voto, dichiarandone le ragioni anticipatamente per ben distinguersi dai qualunquisti sempre moralmente condannabili (l’avevo fatto più volte). La diretta dipendenza (in modo pure circolare) del potere politico da quello economico, assolutamente negletta a causa anche dell’ignoranza diffusissima nel clero romano e dei Cattolici, per lo più massificati anche loro nell’edonismo straccione e in sovrappiù impoverito, non è in genere sospettata. Nemmeno sul piano teoretico. Infatti, essendo ormai usi a separare erroneamente e idealisticamente la Fede dalla Ragione (come la politica dalla religione), pensano ingenuamente che lo stesso falso meccanismo sia applicabile tranquillamente anche alle diverse forme di potere. In virtù della molto sopravalutata tradizione democratica, in modo troppo artatamente interessato e giustificato alla propria drammatica dannazione! Da cui l’idolatria dei “diritti” a gogo, con la rimozione dei “doveri” che, invece, dovrebbero sempre detenere, per principio anche logico e filosofico, almeno per precedenza razionale… Quindi di Fede sempre prioritaria! Lo stesso pensiero eterodosso viene modernisticamente applicato all’ecologismo anti-produttivo (e costosissimo!), malgrado l’evidenza naturalistico-biblica, della primaria natura rispettosa dell’uomo su tutto l’esistente e sugli animali… Senza nemmeno parlare della crudele mancanza anche di prove veramente scientifiche di provenienza responsabile umana. Anzi! Tutta la concezione politica diventa, in quanto mancante della sua dimensione morale (che solo può fondarla), così fallace in misura più o meno grave. Ma sempre grave! Il capitalismo economico produce inevitabilmente il… comunismo nel suo sviluppo spontaneo. Quello reale, pauperista e collettivista, anche se non più strettamente marxista (auto-dichiarato fallito nel 1989-81)! E questo, a causa del fatto che la Famiglia, naturale e come struttura centrale, ovviamente, del cristocentrismo, è dappertutto e da secoli  vanificata e distrutta! I Cattolici dovrebbero saperlo bene. Ormai da più di un secolo, almeno da Papa Leone XIII e dal Distributismo, totalmente o quasi negletto di Belloc, Chesterton e McNabb, sempre che il modernismo reale degli “intellettuali” politici e clericali vari, oggi di grido “culturalista” e soprattutto italioti, non fossero accecati dalle ideologie scientiste, miscredenti e immanentiste.

L’anti-modernismo sostanziale di don Giussani, nella sua intrinseca e ontologica religiosità “naturale”, non è mai stato “fuori tempo massimo”, malgrado una vita da martire, testimone contro la massificazione del dannato immanentismo contemporaneo nella Chiesa stessa.
Si può dire che la vita del Corpo Mistico della Chiesa cattolica, soprattutto in tutta la seconda metà del secolo scorso, sia stata caratterizzata – oltre che dall’apostasia prevalente e determinante, ora acclarata, soprattutto dalla Fraternità Papa san Pio X, a partire particolarmente dal Concilio Vaticano II detto pastorale – da due movimenti ecclesiali. Tra loro rimasti completamente estranei, ma specificatamente tradizionalisti e, quindi, veramente moderni e anti-modernisti. Quello, cioè lefebvriano della Fraternità principalmente sacerdotale e liturgica, denominata Pio X; e quello giussaniano, prevalentemente comunitario laico, chiamato Comunione e Liberazione: ambedue inconsapevolmente divenuti rapidamente internazionali. I rimanenti movimenti ecclesiali, anche all’estero, con le loro modernità tanto inseguite più o meno ambiguamente, erroneamente e in modo fatalmente eterodosso o comunque effimero nella loro efficacia alquanto particolaristica, si sono (comunque) situati nella frastagliata attualità, piuttosto  periferici o indifferenti alla Tradizione. Cioè nella sua sostanziale “inattualità” contemporanea, apparentemente marginale o eccentrica. In realtà, è sempre solo l’Inattuale, autentico ed  eterno, quello che pure Nietzsche aveva cercato di portare agli onori, con tutta la sua filosofia centripeta e specialmente strabiliante. Paradossalmente però, è proprio la Tradizione (sempre da approfondire e mai da contraddire), nel caso specifico religioso e globalmente biblico, che già l’aveva scoperto e proclamato nel suo valore eterno – passato, presente e futuro! – già alcuni millenni fa! Fino all’atto provvisoriamente finale dell’Incarnazione (l’Evento primario ed eccellente giussaniano!), comemaggiore avvenimento (cristocentrico) della storia, col Cristianesimo! Nella dimensione trinitaria, cioè nel tempo di Dio (un giorno o migliaia, oppure milioni di anni), rispetto al paradigma della Salvezza umana. Ogni ricordo autentico della Salvezza coincide anche per noi tutti, nella sua più perfetta definizione. Altro che “fuori dal tempo massimo“! Non a caso i due movimenti supremamente ecclesiali nelle sue due polarità, hanno continuato il loro apparente divergente percorso.  L’uno reintegrato dalla scomunica dalla Chiesa, grazie a Papa Benedetto XVI ; e l’altro, spontaneamente caduto, a partire dalla morte del suo fondatore e in contraddizione teologica e di obbedienza carismatica, a causa anche dell’intermittente eterodossia generale della Fede nel modernismo. Dopo essere stato ostacolato per tre decenni, marginalizzato e ancora alquanto centralisticamente “martirizzato”…  In modo quasi quanto quello lefebvriano (prioritario perché sacramentale e principalmente sacerdotale!) nella loro comune esistenza. E ancora oggi, lo sono – a diverso titolo e con diverse modalità – nonostante le apparenze…

Laisser un commentaire