Un’auto-intervista quasi inutile e in genere non interessante per il mondo contemporaneo, tutto teso al cosiddetto utilitarismo “concreto” di successo.

Chi può interessarsi oggi  ad un cattolico petrino e praticante, di quasi ottant’anni, in un mondo giovanilista acefalo, gnostico-ateo e narcisista da “influencer” anche tatuato, tra tutti i numerosissimi ad inseguire il “successo” per non lavorare veramente? Ecco in negativo la ragione di questa mia intervista destinata, fatalmente, a nemmeno incuriosire quasi nessuno (forse nemmeno a farla capire). Senza alcun rimorso e, soprattutto, tra generalmente possibili intervistatori ormai anche per me inesistenti, da quando non sono più alla testa del mio piccolo gruppo imprenditoriale e internazionale. Del resto incapaci strutturalmente di porre le buone e indispensabili domande. Quelle significativamente oggi utili e centrali, anche se percepite noiose e incomprensibili!

Innanzitutto, a cosa si deve il fatto che la parola più frequente e cruciale di tutti i suoi post negli ultimi anni sia incontestabilmente lo “gnosticismo miscredente”?
La caratteristica essenziale predominante della mentalià di gran lunga prevalente del nostro universo è la Gnosi. Nella sua accezione più diffusa e scontata: l’ateizzante sua incredulità sempre relativista!

Ma è logico, si tratta della cultura pubblica mondiale che, per definizione, deve difendersi dalla soggettività opinionistica personale e privata. Quindi deve imporre una visione almeno neutra e non partigiana o particolarista…
Giust’appunto! Allo scopo di voler ovviare al particolarismo privatistico, si è ormai optato per il cosiddetto sterilizzato e infecondo dibattito astratto e inumano, estraneo a tutta l’esistenza terrena. E questo, con la inconfondibile filosofia razionalista: attenzione essa non è mai stata veramente  razionale, ma solo apparentemente fondata  e falsificata nell’inconsistente pretesa sua detta “neutralità”, senza capire il significato della parola “dogmatica”. La quale dovrebbe garantire tutti dall’errore! In effetti la cosiddetta neutralità non può garantire nessuno in quanto è trans-umanista per definizione.

Signor Troiano, si spieghi meglio.
Si prendano ad esempio, le due filosofie fondamentali che dal Rinascimento, nel dopo Medio evo razionale e divino, hanno inventato questa formula, artificialmente per natura infeconda, dell’asettico e devirilizzato agnosticismo: detto “pubblico inoperante”, per tutta la malvagità del mondo. Si tratta, particolarmente, dell’eterno positivismo materialista confluito poi nell’illuminismo settecentesco (diciamo per interderci, francese o del Kant tedesco). E della prima rivoluzione sanguinaria destinata a non rimanere solo transalpina, fino alla tragica, deludente e teleologicamente scontata… Pedissequa nella sua restaurazione! Ma, ancor più, quello della mentalità ancor più falsificante: dell’idealismo sofistificato della prima metà dell’ottocento, quello cioè, del totalitario e totalizzante di Hegel e di tutti isuoi epigoni immancabilmente tiranni, soprattutto marxisti comunisti. Ma pure nazisti. Durati, ma solo apparentemente, fino all’89-91 del secolo scorso, in cui è stato confessato il suo fallimento universale spontaneo, dai loro stessi tirannici protagonisti. A Mosca e a Berlino. E di fronte a tutti i Paesi stupiti del mondo, però quasi sempre abbagliati dal suo squallido  razionalismo!

Appare difficile poterla seguire con questo suo linguaggio molto o troppo conciso e desueto, direi filosofico! Anche se particolareggiato e allusivo a reali avvenimenti effettivamente accaduti…
Avevo avvertito i suoi (nostri) possibili lettori delle difficoltà anche opinabili dell’intervista. Le prometto di esemplificare il più possibile nelle mie risposte in modo da rendere il più intelliggibile e almeno logico nell’apparenza del nostro discorso che vorrebbe essere dialogico!

Ma i fallimenti di cui lei parla sono solo fattuali, dicono ora i loro ex-partigiani. Essi non fanno parte delle vicende propriamente filosofiche delle ipotesi teoriche o ideologiche in questione. Le quali restano considerate valide grazie alle rivisitazioni, all’insegna del modernismo mondiale…
E no! L’irrazionalismo che è sempre una mistificazione più o meno sofisticata dell’originale razionalità, anche o perdipiù costituita dal successivo pensiero speculativo e filosofico, non può assurgere, e non assurgerà mai, a “Verità di ricerca”. Per due motivi fondamentali: il primo che la razionalità stessa non può sussistere da sola, ma solo nel rapporto di coppia con la Fede di cui essa non può che costituire il corno debole e sistematicamente subordinato. In quanto, in filosofia non può esistere l’equivalenza comparativa tra due valori anche apparentemente analoghi… Il secondo fondamento è dato dal fatto che in una visione riduzionista, com’é quella razionalista e non razionale, la sussistenza della sua sostenibilità (apparente) non è semplicemente possibile in quanto, i valori così ridotti all’uopo, non dispongono al loro interno dei supporti di sostegno, per l’appunto supposti dai filosofi. La ragione è che non sono neppure disponibili come loro princìpi artatamente preposti. Per fare un esempio, la politica, che è una categoria pratica ridotta della Giustizia, può funzionare solo se supportata dal principio superiore della Morale, appartenente alla categoria del trascendente pensiero. Anche oltrepassante sempre la dimensione applicativa inevitabilmente scadente nel politicismo! Non ci si meravigli quindi della instabilità e dell’opinabilità della scelte politiche, inevitabilmente sempre politicanti e contingenti…

Ma come osa lei giudicare, così sommariamente, la filosofia che lei definisce già razionalista da molti secoli, che pure si è affermata per sua stessa valutazione nel mondo intero?
Visto che è difficile, ormai, la valutazione conseguenziale di tipo teorico che deriva dal greco e non dal linguaggio modernista falsificante, le farò un esempio pratico. Peraltro avvenuto anche storicamente, per dimostrarle la tesi in questione. Prendiamo il creduto sommo principio dialettico hegeliano che ha dominato, fino a tuttora giganteggiare in gran parte della filosofia ideologica detta moderna. Quella della triade paritaria e paritetica della “Tesi, antitesi e sintesi”, detta per l’appunto hegeliana. Essa, nell’universale suo successo anche immediato, è stata contestata radicalmente, appena resa pubblica, dal giovane danese Kierkegaard. Quando, non ancora in auge, egli si era trasferito a Berlino, il centro del mondo allora del pensiero, soprattutto per la piccola e linguisticamente perifericissima Danimarca, pure della prima metà dell’ottocento. Paese questo nativo del giovane filosofo detto poi “esistenzialista”, sia in filosofia che in politica, financo già allora attuale. La questione è rapidamente riassumibile con le due falsificazioni principali della triade “perfettamente e pure plebiscitariamente concepita”. Essa contiene emblematicamente tutto il razionalismo, ce lo si ricordi, più abbagliante dell’alta cosiddetta filosofia.
Il primo antagonismo  riguarda la sua stessa concezione astratta e impossibile da realizzarsi nella realtà. Anche se perfettamente logica e in modo teoretico completamente trans-umana! Come ogni sillogismo teoretico ma non a misura umana, la triade appare fondata e inoppugnabile. Ma impossibile a giammai concretizzarsi: la compenetrabilità, famosa e reciproca tra la “tesi e l’antitesi” della triade, potrebbe essere possibile nel senso della sua illimitatezza, al di là di una completa semplice esistenza solo umana. Invece la vita è sempre limitata ed anche molto poco arbitrariamente sperimentabile. E mai realizzabile nell’arco di una sola esistenza personale e reale. L’aver imboccato una soluzione (tesi) piuttosto che l’alternativa (antitesi) esclude fatalmente l’intrinseca polarizzazione dei due opposti e supposti contenuti, tipici dell’opposizione sempre presupposta dallo stesso Hehel e dai suoi anche attuali seguaci. E questo, almeno nella fatidica “breve” esistenza umana in cui la stessa polarizzazione sintetizzabile sia però possibile. Anche nell’ideale realismo vitale. Una “bella pensata”, dunque, anche se praticamente però irreale, nell’impossibile ubiquità per l’uomo di sperimentarne indifferentemente l’una o l’altra soluzione fattibile. Invece che da alternativamente scegliere in modo  obbligatorio e temporalmente conseguente.

E la seconda falsificazione?
Essa consiste invece nell’accennata legge filosofica eterna, già alquanto scoperta dai Greci pensanti  precristiani. Per cui i due termini in rapporto comparatvo (sempre tesi e antitesi) contenenti gli stessi elementi basilari costituenti, sebbene opposti e ben contrari, non sono e non potrebbero mai essere nemmeno omogenei. Pure sul piano sostanziale nella detta bipolarità: al contrario supposta arbitrariamente dall’Hegel moderno, intrinseco e completo alla sua “geniale” ideologia! Come, ad esempio, nel rapporto Fede-Ragione (cavallo di battaglia di Papa Benedetto XVI): la possibilità di sintesi è possibile nel solo riconoscimento della prevalenza intrinseca ed assoluta della Fede sulla Ragione. Dunque su un corno rispetto all’altro e non in una equivalenza mai esitente in natura, assicurata in una perfetta compenetrabilità “teorica”, forzatamente  intellettualistica, mai possibile realmente. In quanto o si sceglie l’una, nella vita, o fatalmente l’altra. Ovviamente! Quindi mai sintetizzabile nell’ipotesi filosofica. Papa Benedetto XVI ne fece una dimostrazione magistrale davanti alla crema di politici e intellettuali contemporanei a Resembourg! Il giovane Kirkegaard aveva così già tutte le ragioni teorico-pratiche pure del fallimento, verificatosi centocinquant’anni dopo, di storia ideologica a venire e abusivamente politica (politicista). Che almeno lo si sappia e ce lo si dica! In una impossibile conseguenzialità semplice e già evidente inutilmente nella prima metà dell’ottocento! Alle prese con un prezzo già supplementare… di mezzo miliardo di morti nelle varie guerre provocate nei quasi due secoli seguenti. Anche dall’altrettanto ipotizzata e conseguente “lotta di classe” conseguente, marxista o marxiana, nonché da una liberaloide “illimitata ideologia” , di origine detta americana, ancora attuale! E sostenuta praticamente dall’attuale e perfino Chiesa cattolica nei fatti. Malgrado il fallimento confessato nell’’89 dai marxisti, talmente pubblicamente, da suscitare pure perplessità ancora oggi, oltre che da due secoli fa. Mi è stato così necessario, per spiegare sommariamente questa intelligente falsificazione, un relativo lungo momento di questa intervista, sebbene rapidamente. Ma niente è veloce e immediato in filosofia, com’è di moda pensarlo. Per poi non parlare qui di teologia, anche se si considera che il pensiero del Dio trinitario non è altro che una semplice evidenza, perchè inscritto pure nella legge naturale e nel cuore dell’uomo perfino di più  “cattiva volontà”! Salvo per le sue  complicazioni etragiche conseguenze pratiche e centenarie, ancora totalmente in atto! C’è di che chiedersi il perchè oggi le facoltà collettive e intellettive siano così “modernamente” indebolite nella loro naturale intelliggibilità…

Ma perché non permettere alla ricerca della verità, anche solo filosofica, di travalicare la fattualità umana, come lei pretende di fare, così apparentemente in modo semplicistico?
Non proprio semplicisticamente. Si tratta qui del problema eterno dell’illimitato infinito in rapporto al finito della vita umana e “troppo umana” nietzschiana. L’uomo s’è inventato il mito della sua immortalità sostituendo a singoli pezzi il suo corpo fino a prolungarne l’esistenza… All’infinito (!?). Ma oltretutto, perché farlo? La necessità della morte può essere anche un po’ protratta, ma non eliminata! È il senso del limite, quello che caratterizza la nostra o quella del futuro dell’esistenza stessa. Non sappiamo mai il perché e il quando (nel senso dell’epoca) in cui siamo così nati oltre al perché, dal dove e dal chi in paricolare storico! Né quando lasceremo questa Terra… Mio fratello è morto a nemmeno trent’anni, in perfetta salute… Mi vien fatto di pensare che, nel contesto, siano stati gli stessi filosofi perdutamente innamorati del loro… pensiero, migliorabile o contestabile. E non siano giunti – per non so quali meandri anche narcisisti (del resto pure ora ben conosciuti, dopo il sempre incredulo Freud genialoide) – a supporre reali miti consapevolmente inventati per far quadrare le loro teorizzazioniistemticamente astratte e irrealiste. Piuttosto che arrendersi alla semplice Verità della totale ed eterna appartenenza al Padre!  

Se fosse tutto vero quanto lei asserisce, sarebbe saggio fermarsi e riflettere sul carattere gnostico, cioè spicciolo e “immediato” nell’apparente comprensibilità della verità…
Ma la Verità è, per l’appunto, quanto di più lontano e opposto a quanto per almeno mezzo millennio è stato “diligentemente” affermato, dalla detta filosofia razionalista e non razionale; e, perdipiù, non esattamente sempre seguita dalla falsificante Gnosi… È tutto il dramma della storia! L’uomo contemporaneo dovrebbe, come sembra affermarlo anche lei che mi pone idealmente le domande, “fermarsi e riflettere” sul fatto ormai  incredulo, ma straordinario, che la Verità unica esista!  Essa è stata definita e validata dal più grande avvenimento della Storia: la Morte in Croce da innocente torturato e vituperato dalle stesse masse del tempo. Coronata però immediatamente dalla Risurrezione divina del  Suo Salvatore!

Ma questo “avvenimento” da lei ri-annunciato è quanto di più incredibile e ormai increduto al mondo!
Lo era già più di duemila anni fa. È per questo che paradossalmente – e forse apparentemente in modo inutile – continuo anch’io a ripeterlo nella certezza globale della Chiesa cattolica e del suo Corpo Mistico nello Spirito. Il quale per l’appunto crede nella sola Verità eterna, solamente da approfondire e mai, veramente mai, da contraddire con l’eresia! E poi che la si smetta di utilizzare categorie (mutevoli) statistiche per sostenere e dimostrare la Verità: non è che se la maggioranza attuale non crede a un cosa, quella cosa non sia vera!

Lei parla di eresia! Ancora questa parola con cui si continua a terrorizzare anche l’uomo moderno con la paura dell’Inferno!
E se fosse veramente vero? E se la Parola, cioè il Logos, fosse la Salvezza e non quanto ipotizza lei il terrorismo? La famora “scommessa di Pascal”, mai concepita più fantasiosamente dall’uomo specialista in rischi, non è mai stata smentita, da almeno tre secoli!

Ce ne ricordi qui gli estremi!
Non c’è molto da spiegare. Se il Cristianesimo nella sua fattispecie del Cattolicesimo, malgrado la sua peccaminosità e com’è anche non creduto vero (nella sua coerenza petrina millenaria), non varrebbe forse e in ogni caso la pena di essere seguito e applicato nella propria esistenza da ciascuno?
Chi oggi anche tra i più incalliti miscredenti, potrebbe fondatamente anche solo contraddirlo in tutta    razionalità? Così il grande pensatore e inventore scientifico francese Blaise Pascal lanciava, trecento anni fa, all’uomo incredulo moderno la sua “scommessa” cosmica! Solo il greco Capaneo, personnaggio nell’Inferno dell’inarrivabile e sommo poeta Dante, avrebbe potuto follemente raccogliere la sfida pascaliana, bestemmiando consapevolmente Dio tra le sue fiamme… Perfino il razionlista Heidegger, leader indiscusso tra i filosofi moderni del novecento, si arrestava meditando e “pregando” ad ogni cappella sul percorso delle sue passeggiate pensose, nella Foresta Nera tedesca: scandalizzando il suo codazzo incredulo di ammiratori solo del suo pensiero e incondizionali, arrivati a seguirlo da tutto l’Occidente. La scommessa teoricamentenon può non tenere all’evidenza…

Si stanno posizionando tutti partiti in vista delle “infine”, dicono, prossime elezioni politiche in settembre. Anche i partiti in formazione o da non molto formati si qualificano. Cosa ne pensa?
Non ne penso proprio nulla se non che sbagliano tutti! Per un cattolico praticante, proprio perché la Chiesa cattolica sia attualmente purtroppo eretica e imbevuta d’immanenza, non c’è offerta sul mercato politico minimamente soddisfacente. Per cui certamente non voterò come prescritto, senza scelta possibile, dalla DSC (Dottrina Sociale della Chiesa). Ho guà fatto esperienza appena sono fuggito dal partito politico del “Popolo della famiglia”, qualche anno fa, non appena esso ha aderito al Partito Popolare Europeo, politicista e d’accordo col Reset del NOM di Davos!

Quali sono allora le siffatte condizioni minimali per un partito d’ispirazione cattolica oggi?

Quelle di sempre, che però non esistono più, nemmeno e soprattutto tra quelle desiderate esplicitamente e pure con molta buona volontà! Per essere un partito d’ispirazione cattolica, bisogna “aspirare a”, almeno agognare che si assicurino le condizioni fondamentali aspirazioni cattoliche desiderabili oggi. La fondamentale è quella di una Chiesa non eretica giacché essa è ormai da più di almeno sessant’anni apertamente modernista a intermittenza (come già diceva Papa san Pio X, nel 1907 nella sua enciclica famosissima “Pascendi”). Vale a dire il manifesto supremo contro il Modernismo di sempre! È questa la ragione prima che impedisce perfino che il desiderio del proprio sempre legittimo partito dei cattolici costituisca la mancanza del primo criterio e condizione dell’ispirazione, peraltro neanche immaginata e discussa, non senza ragioni… Secondariamente, il cattolico deve esprimere nella sua esistenza pubblica e privata la necessità spontanea, dogmatica, di un’Autorità autorevole e certificabile da seguire non in modoimprovvisato: non esiste essere cattolico senza questa obbedienza vitale, primaria e preventiva, quella invocata da Cristo stesso di fronte a Suo Padre per cui invocava : “Sia fatta la Tua volontà”! La genesi del Cattolicesimo inizia qui! Per tutti i fedeli allo stesso titolo degli ecclediastici. Non di meno. Ora ci troviamo, dopo più di mezzo secolo, a un’Autorità ecclesiale ufficiale pure del Pontificato che teorizza anche il fatto “che la Chiesa non si pone oggi”. Avendo rifiutato di affermare esplicitamente quanto semplicemente sia cattolico o no. Salvo, si direbbe “ovviamente”,  con le posizioni attualmente non di sinistra e progressiste! Il peggio del cattolicesimo protestanteggiante, anche se in modo vagamente alternato! In effetti, il Papa dopo aver concluso accordi segreti anti-evangelici con lo Stato più totalitario e miscredente, la Cina oggi, e aver sostenuto già prima dall’inizio del suo Pontificato il “capitalismo illimitato”, detto americano e falsamente rimasto unico nella teoria economica idolatra al mondo, purtroppo si incontra, nel suo sempre quasi ingiustificato viaggio attuale all’estero, con gli ancora primitivi e ormai spergiuri indiani, cosiddetti ultimi. Come già fatto con i Pachamama, quelli dell’Amazzonia  celebrandoli anche nel culto in San Pietro (!) pure elogiosamente… Mentre i torti subiti dai Cristiani, come tutti gli altri per cui vari Pontefici si son già precipitati per far perdonare e farsi paerdonare a gara gli eccessi, anche criminali fondamentalmente modernisti, che devono essere considerati come prodotti dal “Peccato sempre Originale”. E già tutti strapagati nella Grazia di essere stati messi missionariamente almeno in contatto con la Verità del Dio Trinitario morto sulla Croce e vivente in questa “valle di lacrime”! Da parte di popolazioni selvagge cui si faceva dono della Civiltà Cristiana.
Oggi è il 27 luglio 2022, mentre scrivo questa intervista, leggo un articolo del grandissimo cattolico Roberto De Mattei, intitolato “A proposito del mea culpa di Papa Franceso in Canada”. Ne sono, posso dire “come al solito”, sconvolto. Credevo di aver terminato di scrivere la risposta al mio immaginario intervistatore, ma il documento letto fresco di stampa sulla rubrica online che frequentemente seguo come abbonato a “Corrispondenza romana” al numero di 1753, mi vede oltrepassare il livello scandalzzato abituale per le dichiarazioni del Papa. Il quale in modo totalmente irresponsabile e masochista si abbandona non solo a quello che Papa Benedetto XVI ha scritto e predicato sull’’’Odio dell’Occidente verso se stesso”. Qui siamo ai livelli che nemmeno i più incalliti nemici del Cristianesimo e del Cattolicesimo, non osano con leggerezza nemmeno più praticare. Le migliaia di parole precisissime e documentate in modo particolareggiatissimo di De Mattei, con riferimenti bibliografici spaventosamente veri, contestano le “fregnacce” ignoranti e malevoli o rendono inutili  perfino a proposto delle crudentà subite dagli innumerevoli Martiri cattolici in Canada santificati da Papa Pio XI. Avendo subìto le più inumane torture fino alla morte mentre pregavano per l’Annuncio evangelico che stavano, malgrado tutto, portando avanti. Guerra totale e insopportabilmente perfino descritta nella sua sobrietà micidiale sulla missione degli stessi Gesuiti che, finalmente, hanno dovuto rinunciare alla loro Missione cristiana, sanguinaria sulla loro pelle, nei confronti degli Irochesi! È proprio di questa settimana di un film, trasmesso durante l’inoltrata notte sul digitale terrestre italiano, descrivente le sevizie criminali delle tribù primitive, pagane e selvagge, con un livello di crudeltà tra le più alte nella storia della martirologia. Guidate dagli stregoni selvaggi ai cui fieri eredi, il Vicario di Cristo ha rivolto ripetutamente le sue tante scuse… cattoliche! Il film, si chiudeva con la morte dei missionari insanguinati dopo le sevizie e con l’annuncio della decisione, non foss’altro che per morte di tutti i protagonisti, dell’Ordine gesuita (del Papa stesso e,  apparentemente, come minimo ignorante) di annullare la loro azione di predicazione santificante. Gesù, nelle sue raccomandazioni agli aostoli e seguaci, quando li spediva a due a due a predicare il Vangelo nelle case anche dei pagani, imponeva loro, in occasione di rifiuto, a “scuotere ben i sandali” andandosene via sostanzialmente respinti, “davanti le loro porte” in segno di profondo disprezzo…
Vien fatto così di dover pensare che il tempo dell’Anticristo sia già giunto ai nostri giorni!
Altro che “ Viaggio di Riconciliazione con il Canada”. Qui siamo nella vergogna forse la più infinita della Santa Chiesa, comunque Salvatrice Cattolica!

Suppongo che ci siano altre condizioni per permetter di fondare un partito di ispirazione cattolica!
Certo, sono come dicevo almeno due e conseguenti. La prima, in mancanza assodata del “non porsi” della Chiesa in quanto Autorità dogmatica, ci si sforzi, dal basso e non solo per mera obbedienza: come necessità vitale nella Verità naturalmente dogmatica del riconoscimento dell’Eterno Padre. Non limitatamente desiderare una generica Autorità detta cattolica (tradizionalmente quella del Papa storicamente comandata!), ora però sempre accusabile fino alla condanna di essere eretica e pure sangallista; ma anche praticante all’interno del Corpo Mistico della Chiesa eterna, che sia petrina e fedelissima alla Tradizione. Come imposto nel primo dovere pontificale di ogni Papa, nell’assicurare almeno la perfetta fedeltà tradizionale! Cosa che non è più veramente, almeno dall’inizio degli anni ’60 dello scorso secolo. Oggi questa condizione è garantita dall’Autorità provvidenziale, la sola compiutamente, nell’ Osservatorio della Dottrina Sociale della Chiesa cardnal Van Thuan. Dunque della teologia principalmente pubblica (!), che ha elaborato l’analisi più completa e pertinente dell’antimodernismo moderno. Vale a dire di tutta la teologia prodotta soprattutto da questo organismo di Trieste, sempre con alla testa, anche se pricipalmente in modo morale ex-diretto dall’Autorità influentissima dell’arcivescovo Crepaldi. E dal suo direttore attuale, scrittore e teologo Stefano Fontana. La loro tesi principale, e di tutto il prestigioso Gruppo non solo triestino, è totalmente nella linea storica del movimento antimodernista. Il quale, già dal Sillabo di Pio IX fino all’ultimo Papa dogmatico e celeste Pio XII: si ricordi il suo dogma contro il comunismo ignorato dal Papa suo successore san Giovanni XXIII, pratica questa linea pure innovativa. In quanto sostiene che tutti i mali visibili della “Nuova Chiesa” apostasiana e rahneriana, ultima conciliare e soprattutto bergogliana del San Gallo. E che si pongono pure al di sopra, come princìpi filosofici non come semplice servi (ancillae) della teologia. Solo una filosofia cattolica e almeno tomista può svolgere questo ruolo correttamente e nella perfetta tradizione dogmatica ed ecclesiastica della sua Santità.

Lei parla però di una seconda condizione conseguenziale per permettere questa fondazione di partito…
In effetti, i tempi sono lungi dall’essere maturi. Non perché manchino i loro princìpi fondamentali.
I cattolici attuali, sotto il Cielo divino, sono di una ingenuità costernante: ignoranti e massificati, anche i più colti ecclesialmente come quelli di CL. Essi sono ora sostanzialmente pure teledipendenti e allineati alle tesi totalitarie perfino governamentali del clero di Papa Bergoglio. E membri di quelle storiche dette del catto-comunismo più o meno dossettiano del gruppo di Bologna. Come specialmente i vertici della stessa Chiesa cattolica, del resto, anche a livello mondiale, sul piano statuale e pure statalista. Quelle cioè politiciste generalmente di sinistra! Esse non sospettano neppure che le filosofie atee hanno preso il potere nella “teologia” ecclediale dove vige, sempre generalmente, la visione… ateizzante massone, che nemmeno sospettano nei sentimenti di buon senso pontificali attuali. In cui fanno comunella quelli del pacifismo con i valori veramente misericordiosi e caritatevoli evangelici. In buona analisi, malgrado la profusione di sapienza teologica del Cattolicesimo (che sempre affascina e influenza anche tutte le altre religioni). L’ignoranza, a dir poco, e l’errore eretico serpeggiano nella Chiesa e nel mondo a causa delle correnti numerosissime moderniste, cioè superficiali, razionaliste e immanentiste dominanti nel pensiero contemporaneo del NOM (Nuovo Ordine Mondiale).

Una curiosità che mi stuzzica sempre: perché lei propone una molto futura fusione tra i due movimenti di Comunione e Liberazione e la Fraternità Sacerdotale san Pio X, come salvezza del futuro della Chiesa cattolica?
Per una semplice costatazione: i due movimenti sono stati, sebbene paralleli e reciprocamente ignoranti per tutta la seconda parte del ventesimo secolo, ancora oggi in piena attualità ecclesiale  pure in espansione internazionale. Essi sono perfettamente polarizzati sui due interessi fondamentali,  opposti complementari nella Chiesa salvifica e sempre modernissima.

Ma lei parla a volte malissimo del Movimento di CL e non lesina critiche a quello lefebvriano che lei conosce molto bene in quanto li frequenta tutti e due.
In realtà, non frequento più attivamente CL da più di una quindicina d’anni, dai primi sintomi del suo tradimento subìto dopo la morte di don Giussani. Ma ho ancora vari amici dell’epoca d’oro del Movimento. E poi, i miei figli frequentano ancora CL, anche se con poca convinzione ma piuttosto per amicizia Soprattutto seguo attentamente tutte le vicende dottrinali che riguardano il Movimento alla luce della vita della Chiesa. Non ho mai dimenticato che lo scopo di un qualsiasi movimento ecclesiale è quello di inserire, e non altro, il suo fedele nella Chiesa petrina. Si comincia ad incontrare il carisma personale dell’uno e dell’altro espresso da uno dei Movimenti ecclesiali e si deve finire, il più presto possibile, col vivere il carisma della Trinità, quello stesso di Cristo nella Sua Chiesa!
Eppoi esistono due Movimenti ciellini: quello don Giussani antimodernista per educazione brianzola ambrosiana e venegoniana (nel senso del suo seminario di formazione). E in quello del Movimento  devastato dopo la sua morte, rientrato nei ranghi lasciati liberi dall’evaporazione dell’Azione Cattolica, di Gioventù femminile e della universitaria Fuci, già negli anni ’70! CL allineata come fosse la papalina pedissequa, modernista e numericamente ridotta a movimento semi parrocchiale spiritualista, e completamente soggettivizzato nel pluralismo culturale e opinionistico iperdebole. Mentre CL degli anni ’70-’90 vinceva tutte le elezioni nelle università, straripava d’iniziative culturali anche nelle scuole medie, soddisfaceva esclusivamente tutti i desideri de Papi meravigliandoli con la sua vitalità. E rigore anacronisticamente antimodernista secondo una linea ecclesiale che, timidamente, serviva, con pecche, come modello di santificazione personale negli stessi Pontificati rimasti alquanto modernisti… Ora invece occorre a CL preventivamente ad una attualissima ed eretica depapalinizzazione, fatalmente ossessiva, della debolissima e non sorgiva obbedienza incondizionata di Comunione e Liberazione diventata piuttosto individualisticamente relativista e pluralista (e apparentemente obbediente)…  Quanto al movimento lefebvriano della Fraternità Pio X, dopo esserne stato affascinato dalla storica Messa in latino, che prima degli anni ‘70 – come tutti al mondo – avevamo seguito già in CL, cercavo di conoscere, almeno inizialmente, la sua storia e i suoi contenuti.

Ma  lei è giunto a criticare anche la Fratenità con sede in Svizzera ad Econ da dove si è irradiata soprattutto in Francia, nei Paesi francofoni e in tutto il mondo, in modo continuo e progressivo!
Frequentando la Sante Messa Sacra in latino e conoscendo in modo approfondito la storia del movimento internazionale lefebvriano, mi è balzato agli occhi la straordinaria evidenza dei due movimenti paralleli e reciprocamente quasi completamente sconosciuti tra loro. L’uno già tutto interno alla Chiesa, preoccupato della sua polarità liturgica e sacerdotale, evangelica e fondativa. E l’altro, come movimento comunitario ed ecclesale laico, dunque molto più arrischiato, in rapporto soprattutto alla modernità umana contemporanea! Sempre non riconosciuta dalla Chiesa fino all’inizio anni ’80 e solo a volte incoraggiato (appena però dopo l’evidenza dell’ultimo successo di Cl sul piano numerico e sociale). Le due dimensioni, apparentemete opposte, sono costitutive, sempre, della realtà globale della Chiesa. Il cui compito è quello di essere petrino nella sua fedeltà particolarmente cultuale e sostanziale; nonchè, naturalmente e allo stesso tempo, missionaria nel mondo fatalmente dominata, oppure soggetta all’opera del demonio, che è sempre gnostica e materialista tra gli uomini. I due movimenti hanno cosµi svettato nella composizione ovviamente complessa dell’azione ecclesiale globale del Cattolicesimo. I quali, contemporaneamente, si son trovati a lottare con successo clamoroso, diciamo così, contro il sostenitore numero uno del modernismo eretico! Riguardo a CL, divenuto poi fedele anche al Papa Francesco, torto collo, sostanzialmente palesemente eterodosso. Non essendo né filosofo né teologo, sarei incapace di formulare tutte le motivazioni precise per cui, fin dai loro inizi, già coltivavano i germi di tutte le loro attuali  incompletezze, generalmente negate dai loro militanti, anche critici attuali. Infatti la Fraternità lefebvriana dispone di un embrione spontaneo di comunià laica; e CL di uno sviluppo non marginale di sacerdoti, suore e soprattutto di consacrati Memores Domini sia maschi che femmine…

Questo l’ho visto e capito anch’hio. Ma come pensare oggi attivamente una siffatta visione quando tutto, veramente tutto, sembra descrivere una impossibilità realizzativa di fusione!
La Fede! Come avrebbe pensato il marziano di turno che il Cristianesimo sarebbe divenuto, con la sua sola Rivelazione, dominante in meno di due secoli e diventare dominante nell’Impero romano straripante di potere e di ricchezza del tempo e, perdipiù, in piena repressione fino al catacombale!
In sovrappiù, la vera difficoltà è che oggi CL si ritrova in una gravissima crisi, quasi incosciente, di eresia papolatra da cui si è lontanissimi dal vedersi strappati alle chiacchiere dell’impossibilità della “trasmissione carismatica”, imposta pure dalla Chiesa ufficiale tragicamente handicappata e fuorviante modernista!

Ma non solo realizzativa. Qui si tratta di difficoltà “insormontabili” in quanto, nella stessa Chiesa, convivono tesi sostanzialmente e pure tatticamente opposte oltreché strategicamente antagoniste e inconciliabili: sia sulla cultualità vernacolare e “facile”, che secondo il comunitarismo omogeneo  – come spesso ripete lei – all’immanente “modaiolo”.
Ne sono comunque consapevole. Ma l’evidenza non può che essere divina. Perché mai una chiarezza anche espositiva non dovrebbe presagire impensabili soluzioni pratiche? Certo so che i processi veri hanno sempre i loro tempi giust’appunto “biblici” (quindi miracolosamente anche brevissimi), ma a noi deboli “mortalucci” e sempre provvisori, sta di immaginare la logica e la sostenibilità delle vere soluzioni e non le modalità e i tempi delle loro realizzazioni. Che proprio non ci appartengono…

Lei dice quindi: pensiamoci almeno, le soluzioni non potranno mancare. Ma vorrei che mi chiarisse anche come è successo che un operaio lavoratore studente di sera e a fine settimana è giunto, all’estero, a fondare e sviluppare una impresa culturale di traduzione multilingue e di copywriting marketing con sedi “glocalizzate” su quattro continenti!
Lo devo, come minimo all’imprenditorialità visionaria e non solamente coraggiosa e modernissima ma non modernista, di don Giussani. Giacché la sua, dagli anni ’50 fino alla sua morte, ne è stata una grandiosa. Che nessuna eresia continua e strisciante diabolica, dopo la sua morte, potrà annullare. Perché non il carisma che non è molto trasmissibile, ma i molti carismi ispirati e d’ambizione alla sua visione teologica petrina e naturalmente tradizionale. Essi potranno riuscire in ciò che le contingenze apparentemente “impossibili”, alla fine mettono proprio sotto il naso. Quella di don Giussani è stata una grandissima, diciamo così, “rivoluzione” culturale di ogni parola, nel senso del Logos cristiano. Per me una vera frequenza approfondita di tipo… più che universitario! Senza mai mettere piede in università, ma solo per farne occupazioni ai tempi sessantotteschi, oppure per darne conferenze sulla “Traduttologia applicata” (la mia vera specializzazione professionale…) negli anni soprattutto ’90.   Certo ero operaio di giorno in una ditta di riparazioni di tram, nel ’59 a Bresso a qualche chilometro da Milano. Dalle 18h30 alle 22 e il sabato pomeriggio dalle 14 alle 19h45: per sei anni. Son così diventato perito metameccanico, al Feltrinelli del quartiere Ticinese. Niente di speciale: ce n’erano, solo a Milano, 70.000! Di speciale era che frequentavo assiduamente il Raggio Comasina, seppur di periferia dal 1962, a nord di Milano dove abitavo e dove don Gius veniva qualche volta a tenere i raggi… Ma eravamo noi a seguirlo ovunque due volte a settimana almeno alla Messa comunitaria radicalmente originaria e petrina, alle sue conferenze la domenica mattina di Scuola di Comunità, alla Bassa della domenica pomeriggio caritativa, alle vacanze in montagna, ai ritiri spirituali intensissimi a Varigotti… Lì ho incontrato mia moglie. Che ho seguito quando, prima che fosse in vista di diventare funzionaria a Bruxelles alla prima CEE, di concezione cristiana. Fondata principalmente dai tre cattolici mitteleuropei germanofoni, Adenaeur, Schumann e De Gasperi. Lì arrivati, senza una lira come quasi tutti: mio padre era infermiere in manicomio, ma timpanista in grande banda, e mia madre, anche lei “terrona”, donna di pulizie a ore. Per arrotondare, oltre a curare i matti e andare a suonare anche in Svizzera nelle percussioni sinfoniche, faceva pure il falegname che, all’epoca non c’era l’Ikea. Arrivati a Bruxelles, mentre la mia sposa faceva traduzioni, io andavo a lavorare come operaio in periferia in un piccolo paese fiammingo (Overijse) in una impresa nel suo dipartimento per la riparazione di macchine da cantiere. Poi aiutavo, con le mie competenze tecniche, le nostre traduzioni casalinghe, naturalmente specialistiche. Siccome Gheddafi, per cui la ditta belga in cui lavoravo era stata messa al bando (erano i tempi delle sue bizze, appena preso il potere, detto islamico del suo “Libretto verde”) sono stato licenziato con molti altri, soprattutto recentemente assunti. Il passo successivo fu di aprire una minuscola ditta di traduzioni tecniche di tipo sempre personale, per cui, lavorando almeno una settantina di ore alla settimana, ottenemmo un relativo primo  successo commerciale (ed economico): sintesi delle conoscenze linguistiche della non solo allora inarrivabile Manzoni (scuola avveniristica milanese) di allora, alimentata dalle competenze tecniche mie professionali… Il resto delle ore lo passavamo andando a visitare dall’esterno le ditte per le quali facevamo traduzioni. Nel frattempo si conosceva in modo accelerato ed economico il nuovo Paese nordico, che soprannominavamo “belgotto”: roba da tipici milanesi. L’inizio era questo.

Ma dopo? Fino a quando siete giunti a diventare la seconda impresa di servizi del Belgio con 33 sedi nel mondo…
Non lo racconteremo mai facilmente. Il successo degli altri, quando non se ne conoscono i prezzi, è spesso inutile, vanaglorioso e noioso. Per analogia, si pensi alla famigliola terroncella alla conquista di Milano negli anni ‘50-’60: cioè all’impensabile oggi, “grazie” al modernismo ideologico di diritto coatto… Una sola cosa dirò: per tredici anni nessuna vacanza e lavoro a pieno tempo, compreso il lavoro dei figli appena l’hanno saputo  fare allegramente guardandoci… La sola cosa interessante da spiegare è quanto la Chiesa cerca ora ancora di nascondere riguardo al Distributimo inglese e chestertoniano via  l’amicizia con l’uomo politico di professione in Parlamento britannico, Belloc. E col monaco irlandese e liturgico McNabb, allora unico cattolico prima del loro terzetto presto grandioso convertito al Cattolicesimo e in piena innovazione!

Distributismo? Mai sentito neanche nominare!
Eppure esso costituisce il più diffuso metodo produttivo della storia e “adottato in sordina” pure nella Chiesa cattolica. San Giuseppe era, senza molto saperlo, un “disribuista” familiare per antonomasia. Nella Storia della Chiesa il suo quasi equivalente è la parola “sussidiarietà” (scivolata progressivamente nello statalismo modernista, sfuggito perfino alla CL degli anni ’70-80…). Nell’idea che si trattasse di una perfetta sinonimia, oppure – peggio – per aver capito veramente la loro essenziale differenza, il termine è stato completamente quasi subito rimosso.

Qual é dunque questa differenza?
Il termine è stato certamente mal scelto dai suoi creatori, in quanto avrebbe dato origine ad ambiguità, solo in seguito allorquando l’assistenzialismo statalista sarebbe diventato induttivo di interpretazioni a soprattutto erronee e… parassitarie. In soldoni, il Distributismo potrebbe essere riassunto in due soli concetti brevi. Esso è stato concepito soprattutto da Belloc, l’amico inseparabile di Chesterton, il più grande scrittore inglese divenuto cattolico del secolo ventesimo, fondamentalmente a causa della sua contrarietà assoluta al  “capitalismo illimitato”. Di cui si erano iniziate a costatare le prime degenerazioni riguardo all’entità del suo capitale e della sua forza lavoro, principalmente operaio e coloniale. Siamo all’inizio del ventesimo secolo e, oltre alle prime multinazionali oligarchiche che stavano già monopolizzando i mercati internazionali, diventandone i veri padroni inevitabilmente totalitari, erano passati pochi anni dalla pubblicazione dell’enciclica, considerata prima sociale ed economica cattolica. Divenuta famosissima di Papa Leone XIII, quella intitolata “Rerum Novarum”. In un mondo limitato e non infinito, il capitalismo ben conosciuto da secoli anche per il suo carattere voluto assoluto e totalitario, ha l’occasione – a cavallo del secolo detto “stupido” – di diventare ancor più imperialista e terrificante, concependosi oligarchico e onnipotente. Fino a progettare sempre più idee neo-malthusiane che circolavano già all’indomani della rivoluzione francese sanguinaria, con l’inglese Malthus. La tesi era, mentre le popolazioni aumentavano a ritmi esponenziali, che il mondo non potesse sfamare più di un miliardo di uomini, quello proprio dell’inizio ‘800. Ricordo che nel 2015 la popolazione mondiale era già giunta a 7,5 miliardi riuscendo comunque a sfamarli tutti con un avanzo teorico pure di 1,5 miliardi di potenziali “consumatori”. Sempre che guerre, distribuzioni irrazionali e sprechi occidentali pazzeschi non intervenissero massivamente. Vale a dire, si ha così una idea di quanto la tecnocrazia oligarchica del capitalismo illimitato, detto americano, tenessero e sempre tengano in considerazione – con l’assurda complicità mondiale della Chiesa cattolica – la ricchezza potenziale delle popolazioni e della loro capacità di progresso! Così il capitalismo attuale, detto ormai illimitato e sempre più finanziario, nonché totalitario sul piano della pura sua economia, sia “giustificato” a sempre teorizzare la sparizione incredibile e agognata, ma vera, di attuali 4 miliardi (sempre la metà dell’esistente), mentre la capacità nutrizionale è aumentata di circa… quindici volte quella del lillipuziano scienziato scientista inglese, in siovrappiù  razionalista Malthus, dell’inizio ottocento!

Ma perché queste cose non le si sa?
Eppure queste cifre sono della FAO e di altri organismi preposti, tutti  precisamente pubblici da ormai più settant’anni: dai tempi del Club di Roma neo-malthusiano di Peccei! E la Chiesa cattolica pullula di cardinali e vescovi convinti, neo-malthusiani scatenati in tutta libertà negli organismi mondiali assassini giurati della grande classe media mondiale! Figurarsi, quindi, quanto tengano a cuore le sorti della famiglia e delle classi economiche ad essa dipendenti! I cosiddetti giornalisti nella loro generalità producono attualità detta “della mutua”, raccontata a noi supposti deficienti patentati degni preventivamente di rimanere tali. Perché queste cose non le si sa? Ma perché i pochissmi che osano a ridirle e farne propaganda sono tacciati di complottismo! Così loro, i veri padroni, possano tranquillamente continuare a realizzare i loro infiniti e inutili talk show che non interessano i poteri oligarchici di Davos (queli del NOMNuovo Ordine Mondiale) per attuare tranquillamente – con i governi se possibile non eletti dal popolo bue – l’attuale Reset apocalittico. Nel mentre che le masse, abbrutite dall’edonismo straccione e sempre più povero, sguazzano e sguazzino beoti nel loro guano spirituale, di gente che non sa tali cose e ambisce a non saper niente! È la cosiddetta democrazia, bellezza!

Ma lei ha detto che il Distributismo può essere identificato con due soli princìpi. Qual è il secondo?
Stavo per dimenticarlo, forse il più importante! Qui si è perso il senso vocazionale dell’esistenza stessa, non solo a causa del modernismo. La propria vita non può essere che imprenditoriale, di fronte sempre al rischio! Chi inventa ogni giorno il mezzo di sussistenza della propria inevitabile fame e sete? Solo alcuni, o moltissimi che, per vari motivi umani e ontologici personali, non riescendo a diventare imprenditori attivi, sono legittimati a diventare tecnicamente subordinati, operai o impiegati. Ma non abbrutiti dediti alla “lotta di classe” marxista, marxiana o giù di lì. Riconoscenti verso i veri imprenditori, essi stessi non dissimili da loro, in potenza in quanto profondamente associati e solidali. Essi non si dedicheranno mai (o quasi) alla irresponsabilità economica e sociale… La vocazione imprenditoriale è la prima che il Distributismo mette in gioco, per cui è solo l’”evidenza umana e troppo umana” à incidere nella scelta della subordinazione lavorativa. Comunque nell’unità imprenditoriale propria dell’intera vita con i veri e autentici imprenditori di vocazione… La “lotta di classe” è così virtualmente eliminata alla sua radice: niente invidie e niente sfiga classista nella vita!
E soprattutto si vive liberamente nel rischio della vita che include religiosamente tutto, ovviamente anche il lavoro!

E la Chiesa cosiddetta Salvatrice che dice e che fa?
Continua ad appoggiare, con la sua politica politicista di vertice ovviamente, i democratici “liberal” americani – naturalmente di sinistra illimitati – nelle figure non solamente peccatrici ma pure eterodosse in arroganza, di Biden o della Pelosi, ricevendoli in pompa magna in Vaticano. Contrariamente ai suoi propri vescovi (!) lasciati sprezzantemente in Piazza san Pietro: Zen, è giunto appositamente da Hong Kong senza essere ricevuto dal Papa (come un reietto, in più originario, per lo stesso del potere cinese)! Facendo altresì accordi pure segreti (!) con la sua potenza più totalitaria e crudele della Terra: la Cina! Oppure inneggiando alle forze di sinistra guerrafondaie e servili ignobilmente del capitalismo illimitato mondialista, specialmente se europeo in appoggio indegno all’America! Attaccando vieppiù i militanti petrini, le comunità locali e i conventi auto-dichiarati tradizionalisti e non di sinistra. L’orrore cioè più desolante! Mentre la generalità dei cattolici di massa si stringe beota intorno alla “tradizionale” obbedienza pontificale (molto deboluccia e autonomista, oltreché narcisista). E inconsapevolmente eretica nella continuità anche se intermittente.

Ma perché adesso lei continua adesso a definire la Chiesa cattolica attuale eretica con la restrizione, a volte aggravante, anche dell’intermittenza?
No, non da adesso! In modo pregresso, da almeno forse una ventina d’anni e a partire dai prodromi – da non moltissimi anni – dal Concilio Vaticano II. In modo particolare, dagli accordi preventivi con l’Unione Sovietica del tempo, appena un venticinquennio prima della sua spontanea e pubblica confessione del loro completo fallimento storico (!) di fronte al mondo intero! Per l’impegno (rispettato!) di non… parlare, durante l’imminente Concilio, del problema dello stesso comunismo, la questione numero uno al mondo, da più di un secolo e almeno degli anni ’50-’60! La contropartita di questo “accordo” ignobile? Il fatto di permettere a certi monaci di religione ortodossa russa di assistere silenti al Concilio! Del resto la mia analisi, documentata dei miei post online fin dall’inizio del del terzo millennio, faceva partire la tragica deriva eterodossa già da appena dopo il Concilio Riformatore di Trento, con le testimonianze soprattutto di Papa Pio IX col suo Sillabo (cavallo di battaglia di don Giussani!) e con il celeberrimo Papa san Pio X di più di un secolo fa, i quali hanno denunciato, anche nei particolari, i vizi delle eresie del modernismo come sintesi di tutte le eresie religiose della storia! Il perché di questa insistenza mia? Molto semplice: il popolo cattolico si è talmente imbevuto di questi infingardi princìpi gnostici, che continua ad essere fedele totalmente al Papa di turno modernistissimo (almeno per i residui fedeli che ancora li fanno  resistere a dichiararsi genericamente “cristiani”, al Papa regnante). Il quale, però, soprattutto l’attuale sangallista, li sta continuamente deviando: inseguendo nel suo “insegnamento” i loro peccati capitali ormai normalizzati!

Giustamente, quali sarebbero codesti peccati che costituiscono anche il nuovo insegnamento della Chiesa cattolica ora completamente detto eretico, malgrado le sue ben conosciute titubanze?
Soprattutto si tratta dell’elezione al soglio Pontificio del noto sangallista Papa Francesco, giuntoci al secondo tentativo dopo il primo fallito del 2005, quello di Papa Benedetto XVI. Dopo cioè le denunce di cardinali, vescovi, semplici preti e consacrati (oltre che molte consacrate) nei più sperduti conventi secolarmente rimasti  fedeli alla concezione invece assolutamente petrina e tradizionale. E perfino da parte di generici intellettuali ben interrogativi, abitualmente anche in opposizione alla Fede. Tutti sono diventati innumerevoli e perfettamente circostanziati da fatti, atti e parole. Anche clamorosi nel progressivo dilagante papale, pure nella più perfetta papolatrìa, mai intesa nella storia!

Ci faccia dunque almeno qualche esempio.
Da dove cominciare? Prendiamo la sua prima parola diventata poi emblematica dell’attuale Papa Franceco: “Buonasera”. Ci si sarebbe aspettati il classico “Sia lodato Gesù Cristo” a dimostrazione immediata dell’eterna missione papale di annunciare la cristocentricità nel suo messaggio vocazionale, richiamante la corale risposta del suo Popolo “Sempre sia lodato!”. Ma no, con una sola parola, l’Argentino, sempre supposto Vicario di Cristo, aveva sintetizzato l’ancora oscuro messaggio della sua finalità missionaria, in cui la rincorsa al diabolico mondo borghese e gnostico si delineava incredibilmente nella sua assoluta prima parola, non possile più mondana. Peraltro, non si può non ricordare l’altra analoga parola chiave con cui Papa Giovanni XXIII aveva sintetizzato il suo brevissimo Pontificato. Almeno fino alla sua santa e tradizionalissima enciclica del ’68, “Humanae vitae”, rifiutata dal cleo e dal popolo “fedele”!  Concilio coerentemente, o quasi, condotto da Papa san Paolo VI, fino a santificarlo ”Pastorale”. Le due parole emblematiche, “Buonasera” e “Pastorale”, in effetti, non potevano così far indovinare nella loro indicazione la direzione e il contenuto delle missioni preannunciate dalla “Nuova Chiesa cattolica” ranheriana: l’affinità col pensiero del mondo ateizzante da mezzo millennio, già dalle prime scissioni protestanti (luterana e anglicana) riprese da Karl Rahner, gesuita eretico tedesco, prolifico e inneggiato nell’ultimo Concilio.

Anche se mi sembra vagamente un po’ una interpretazione nuova, piuttosto che forzata, continui la sua anche breve enumerazione eretica!
Non ci volle molto tempo ai fedeli attenti all’indispensabile e intrinseca cristocentricità, anche se storicamente quantunque anche “toccata” dall’infettuoso e mortale modernismo del Cattolicesimo (l’unica religione rimasta veramente fedele ai princìpi evangelici originali e della sua Tradizione petrina), perché si capissero compiutamente i contenuti principali del Cristianesimo modernista. Peraltro sempre più eccentrico e consapevolmente protestanteggiante soprattutto di Papa Francesco. Nel frattempo, lo stile linguistico fondato sull’ambiguità sistematica, avendone mistificato da più di mezzo secolo anche la chiarezza del “sì, sì, no, no” del Vangelo! Dopo aver completamente adottato la falsa chiarezza razionalista (in sovrappiù sempre non razionale e divina) dei contenuti religiosi di appartenenza filiale al principio eterno della crezionalità, la cosiddetta “Nuova Chiesa” sangallista continuava imperterritamente a perseguire la nuova mai richiesta riforma. Essa si palesava trans-umana ecclesiale dettata dalla storia diabolica. E in particolare, dall’osannato tedesco gesuita che aveva, nel frattempo, deciso di non più dire Messa e di convivere con l’amante pubblicamente ufficiale, nella sua coerenza eterdossa e narcisista. Non parlo qui dello scandalo forse imperituro e assurdo dell’omosessualità che, soprattutto nell’ultimo mezzo secolo e più, aveva devastato il Tempio del Dio trinitario (forse irrimediabimente in modo definitivo, allo stato attuale delle cose), con innumerevoli complicità e “misericordia malintesa”.

Non mi sembra che lei abbia poi molto aggiunto alle già note deviazioni da secoli della Chiesa cattolica, già criticata e cinicamente dai protestanti, per cui hanno anche fatto molta fortuna!
Le malvagità e le loro complicità attive sono talmente tante che appaiono pure noiose nel loro semplice e puntuale ricordo attualizzato… Uno dei primi atti doppiamente o triplamente eretici fu quello del viaggio in Svezia presso la vescovessa a capo della Chiesa luterana mentre festeggiava il cinquecentesimo anniversario della loro scissione protestante dal Cattolicesimo. Ancora oggi ci si chiede il perché di  tale viaggio, naturalmente infruttuoso come tutte, diconsi tutte!, le iniziative cosiddette cattoliche ed ecumeniche aperte dall’ultimo Concilio. E oggi ancora in atto (ironicamente battezzate dai critici come per l’appunto pastoralizie, in quanto nulla esiste di pastorale se non dipendente direttamente da una sempre precisa teologia, nei fatti anche dogmatica!).

Non mi dica che sono pieno d’ingordizia di esempi eretici
Non glielo dirò. Ma le dovrebbe bastare anche un solo piccolo indizio legato ad alcuni altri per calmare la sua fame di dati quantitativi. Ma tant’è. Gliene do un altro, anzi più tre. Quando, per gli stessi motivi propagandisti (“molti viaggi uguale, pretenziosamente, molta missionarietà”!), Papa Francesco è andato a Dubai negli Emirati Uniti per incontrare un capetto musulmano, non più  considerato dai suoi pari locali (lo sono tutti, in quanto si odiano subdolamente da secoli…), hanno anche firmato in calce un documento in cui si afferma la bestialità spergiura che il Dio islamico è lo stesso del Trinitario cattolico! Firmato con le manine pontificali con cui innalza l’Ostia consacrata e contenente il Corpo e il Sangue del Salvatore, nel suo supremo Sacrificio! Roba de matt, non solo eretica! Oppure quando ha pure esposto in Vaticano, alla grande sala Nervi per le udienze pubbliche ai fedeli, la statua, udite udite (!), di Lutero, il condannato all’inferno dal Concilio di Trento: sì proprio lo stesso… Per non epilogare sulla sua volontariamente subita benedizione, quando era ancora cardinale a Buenos Aires, da parte di due pastori protestanti luterani… Roba de matt, ridetto in milanese però in autentico ambrosiano dialettale, quando se n’è pure vista pubblicata la fotografia dai giornali, rendendo pure attoniti, il mondo intero!

Ma questi potrebbero anche essere interpretati come “segni di buona volontà”… cattolica, come si dice spesso comunemente…
Altrettanto in modo popolarmente comune, si potrebbe rispondere con una frase celebre leninista ma molto azzeccata e straordinariamente pertinente, per cui “l’inferno è lastricato di buone intenzioni…”. In realtà le cosiddette “buone intenzioni” sono quelle anti-cristiane massoni, molto gettonati da secoli da cardinali e vescovi. Soprattutto si dovrebbe ricordare che, sia con affermazioni continue (in ben quasi dieci anni di dichiarazioni papali sbridellate in modo apparentemente irresponsabile) che con atti politici gravissimi, il Pontificato di Papa Francesco ha fatto accordi con i più grandi capi della Terra: sua passione politicista maggiore!. Da quello continuo americano “democratico” Biden, detto cattolico abortista (non personalmente, come la Bonino fotografata con la pompa di biciclette per succhiare il sempre cosiddetto “feto” e mai chiamato bambino vittima, in sovrappiù, innocente e impotente!). È da notare che Papa Francesco ha definito questa “musa” radicale una “Grande donna italiana”! Oppure il trattato con il capo del Partito Comunista Cinese con cui l’accordo “valido” e rinnovato, tuttora perdipiù segreto, avendo diviso tragicamente i fedeli del vecchio Impero rispetto al comunismo, sempre totalitario, e il Corpo Mistico del Dio trinitario romano. Oppure attraverso l’accordo di ferro con la politica più dispotica e astuta europea che utilizza come leggi capestro, l’una riguardo all’altra, con i suoi regolamenti quasi mai frutto di elezioni o scelte democratiche. Anche a scapito delle popolazioni che reagiscono “votando – come si dice in Belgio – con i piedi”, vale a dire disertando i seggi elettorali con l’astensionismo. L’ereticità è innanzitutto giudicabile rispetto alla sua dimensione pubblica, rispetto a Cristo Re dell’Universo con la sua Festa e non alla prevalenza dello Stato assoluto e statalista, riguardo alla maestosità di Dio perfettamente ignorata.

Una ultima domanda che mi incuriosisce, visto che lei appartiene alla vecchia tendenza detta giussaniana, molto ammirativa e reciprocamente, di Papa Benedetto XVI. Come giudica le sue dimissioni da Pontefice?
Molto semplice. Il Papa non si dimette mai, non si riesce neanche a pensarne la possibilità, da un punto di vista semplicemente cattolico! E per nessuna, proprio nessuna, ragione! Due segni lo hanno anche mostrato chiaramente negli ultimi tempi. Il primo è l’esempio pure spettacolare di Papa san Giovanni Paolo II che era diventato talmente malato da praticamente essere completamente afono. Papa Ratzinger era oltretutto pure ammirativo di questo Papa divenuto urbi et orbiSanto subito”, tanto il popolo di Dio era rimasto devoto in vita dalla virtù del silenzio: sempre miracoloso nella ricerca incessante del Dio vivente… Che altro non è che un ascolto totale e completamente intento!
Il secondo segno, che pare abbia sorpreso ora lo stesso “Papa Emerito”, in modo bizzarro vestito sempre di bianco. E quasi completamente dimissionario (ma non completamente), sempre residente in Vaticano (malgrado la sua sempre intelligente e acrobatica applicazione), è quello della sua salute che appare straordinariamente migliore del molto più giovane Papa Francesco. Sia dal punto di vista intellettivo che fisico! Altrimenti perché allora l’”assolutismo regnante” del Papa, unico al mondo legittimo?  Perché attribuire la possibilità umana di dimissionare dal Vicariato di Cristo morto anche innocente sulla Croce per il volere degli uomini massificati? Il fatto poi che sia stato sostituito da un Papa totalmente e apertamente (nel suo esasperato e inutile riformismo mai nemmeno apparso minimamente necessario!) è un altro avvenimento che sfugge alle facoltà umane. In quanto facente parte del divino piano, a noi umanoidi da degenerati umani, sempre incommensurabile
 

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