Quando i fedeli discenti devono obbedire all’Autorità docente nella Chiesa cattolica? Normalmente sempre! Ma non quando Essa, come attualmente con quest’ultimo Pontificato, non sia rigorosamente teologica, cristocentrica e solennemente unitaria, in piena coscienza consapevole. In effetti, siffatta Chiesa spappolata si situa in modo relativista nell’opinionismo soggettivo, pure massificato, ora praticato con la tecnica intermittente!

Ma chi è veramente docente? Quando la gerarchia clericale aderisce all’antropocentrismo eretico non è, né pretende essere, in docenza: cioè sguazza nel relativismo eterodosso e opinionistico.
Il diritto-dovere ontologico dell’insegnamento del Cristianesimo dipende evidentemente, come l’obbedienza, dal rigore della dottrina da insegnare. Allorquando nella Chiesa s’impartisca l’errore, l’eresia e si invocano dottrine eccentriche o false rispetto a quelle fissate come dogmatiche dalla Tradizione ecclesiale, siffatto diritto viene intrinsecamente meno. Al punto che spesso i “docenti chierici soggettivi ed ecclesiastici” rinunciano essi stessi, relativisticamente, all’obbligo di seguire il loro insegnamento fallace. Quindi sospendendo di fatto l’obbligo di obbedienza!
I moderni eterodossi, gli eretici soprattutto contemporanei, sono d’accordo col rimanere all’interno della Chiesa ­– e  non di separarsene – allo scopo di completare efficacemente il lavorìo di pervertimento iniziato nel Rinascimento con i primi scismi protestanti del sedicesimo secolo: quello di Lutero e quello anglicano… La tecnica quindi non è più dirompente e facilmente individuabile. Non è centrata, per esempio, con l’affissione sul portale della chiesa di Wittenberg delle novantacinque tesi contro il Cattolicesimo… Ma molto più moderatamente, in apparenza – soprattutto che molte di esse e il suo spirito ribelle detto “riformista” sono già penetrate nello stesso Cattolicesimo e nel Clero degli ultimi cinque secoli. Si tratta ora di lavorare, da parte dell’eterodossia, il più possibile la sostanza e le forme teologali e liturgiche della Tradizione ecclesiale. Ma modificando quasi impercettibilmente le due concezioni essenziali del Cristianesimo: la sua cristocentricità e nel suo avanzamento nel progetto di superamento della Sua Rivelazione trinitaria. Verso cioè una religione civile sincretica e confluente delle varie religioni del mondo. Si tratta di una serie di proposte concentriche presenti da secoli nella storia: da quella massone, all’onusiana, all’amazonniana Pachamama , alla kissengeriana del “Nuovo Ordine Mondiale” degli anni ’70,  fino a quella “cattolica” vuota e ormai propria dell’ecumenismo ormai di Assisi, quella della “teologia” del gesuita eretico Rahner della “Nuova Chiesa” o a quell’altra firmata (!) ad Abu Dhabi da Papa Bergoglio con un capo dei musulmani… Per non parlare dei festeggiamenti (!?) per il cinquecentesimo anniversario del luteranesimo o dell’azione continua, da moltissimi anni, a Davos… Tutti questi atti della “Cattolicità” ufficiale e papale schierata, hanno prodotto l’acuirsi accelerato degli ultimi atti, astutamente eretici nell’ultimo mezzo secolo e particolarmente nel relativismo di sinistra (!), politicista e opinionista ora bergogliano. Nel frattempo, tutti i media sono i protagonisti dell’invadente campagna “Night and Day” totalitaria del “pensiero unico“, tirannico degli ultimi trenta-quarant’anni. Unitamente alla ripresa della teologia modernista ben eretica e nella stessa linea, anche attualmente esplicita del Vaticano.

L’obbedienza è fondata, indispensabile e sempre volontaria, solo nell’ontologia! Nella Verità naturale che conferma se stessa o approfondisce, come sempre, le sue lacune doverosamente.
L’innovazione teologica può realmente giustificarsi solo dopo aver evidenziato almeno una debolezza nell’impianto tematico o nelle formulazioni veritative delle tesi storicamente ben stabilite.
La pratica barbara e primitiva di introdurre nuove idee dottrinali senza averne prima verificate le continuità con le Verità rivelate o acquisite nella Tradizione dogmatica ecclesiale, è in sé già una compiuta e arrogante eterodossia teologica. Frutto più di una sempre indisponente e inaccettabile capricciosità narcisistica e tutta antropocentrica. La quale invece deve ricercare, umile e laboriosa collaborando con la sapienza infinita di Dio, la maggiore maturità trascendente cui l’ha condotta la sua sempre debole Fede. Ovviamente non ci si ribella al Papa, ma nemmeno lo si sostenga nella sua eventuale strategia chiaramente eterodossa pubblica e ormai anche molto apparente. Questa potrebbe, in effetti, essere oggetto anche di intervento imperscrutabile da parte di Dio, come caso contrario da evidenziare storicamente e per la comprensione delle “dure cervici”…

“Docente” e “discente”, cioè Autorità e Popolo di Dio, sono sottoposti alla stessa Legge divina. Altrimenti non esiste Magistero né sacra obbedienza. Il preventivo “Non  possumus” del Papa…
Il principio dell’Autorità docente e dell’obbedienza discente non  è dovuto ad una cervellotica regola psicologica o socio-comportamentale delle relazioni di potere umano. Esso è invece un capitolo centrale del rapporto di appartenenza ontologica umano-divina nella natura veritativa, globale e composita dell’esistenza vitale. Tutto l’ordine naturale e fattuale ci ricorda sempre sia la struttura gerarchica delle entità filogenetiche proprie del vivente, che i contenuti indissociabili che la Rivelazione evangelica ha evidenziato all’uomo, con l’Incarnazione trinitaria di Gesù Cristo.
Qualsiasi deroga o scarto a questo ordine eterno totalizzante, sia di genere gerarchico che contenutistico di comportamento, rileva della più totale eresia anche contro Natura legittima e naturale. Sia essa fattuale che pure trascendente. Le forme espressive di tali sempre ingiustificate variazioni, intrinsecamente irrazionali e non teleologiche, soprattutto se astutamente concepite, vale a dire con la… sagacia delle intermittenze applicative moderniste, non fa che renderle ancora più gravi e odiose. Certa della sua sedicente vittoria e convinta della necessità di una “Nuova Chiesa” rahneriana e riunificante tutto l’orribile “buonismo umanitario” mondiale (e il “Peccato originale”, allora?), la Chiesa “cattolica” si permette anche il lusso scaltro di funzionare a intermittenza, senza troppo turbare la massa dei fedeli. Il Papa, così, non ha più da preoccuparsi ogni mattino al suo risveglio, di ripetersi il suo primo principio inviolabile del “Non possumus“: come baluardo indepassabile di tutta la sua azione in difesa, soprattutto, dell’ortodossia della Fede e della Dottrina della Chiesa cattolica!

Resta comunque il problema: chi decide se si tratta di eterodossia? Il testimone infallibile della dogmatico nella Tradizione magisteriale della vera Chiesa nella Trinità di Cristo…
La Chiesa cattolica è, e sempre sarà, una e unica. Essa continuerà misteriosamente e per Rivelazione ad esistere sotto la certezza dello Spirito Santo. Sono gli uomini, suoi componenti che talvolta vacillano e diventano atei o eretici. Sotto l’occhio vigile e onnisciente della Trinità, la quale, immancabilmente è insita nel cuore della più teocentrica libertà dell’uomo. Il quale, in quanto creatura, potrà così correggersi… Ma questo intervento è, e sarà, sempre subordinato alla Redenzione possibile di tutta l’umanità. La quale è costantemente messa di fronte al dramma del suo destino di appartenenza totale e filiale al Dio Creatore, anche nella continuità. L’umanità non è una marionetta nelle mani della Trinità che invece l’ha concepita libera di essere e di riconoscersi profondamente nella sua perfetta appartenenza di destino. Questa non può che continuamente redimersi e santificarsi sotto la valanga di preghiere, di liturgia e di opere evangelicamente misericordiose. A tranciare sul secolare problema se la definizione dell’eresia sia di competenza umana o divina, cioè laicamente dai fedeli o esclusivamente dai docenti ecclesiastici, giunge in aiuto decisivo e provvidenziale il dogma ecclesiale nella Tradizione del Magistero della Chiesa. Il quale, in precedenza, stabilisce per Fede la certezza dell’immutabile Verità. E questo indipendentemente e in completamento della stessa Verità Rivelata nella Sacre Scritture. Ecco a cosa serve il tanto bistrattato dogma! Altrimenti ci si ritrova, di fronte all’inevitabile Mistero della Vita, con le stesse povere armi insufficienti della sola filosofia che da più di settecento anni si rivendica non cristiana. E finisce fatalmente nello gnosticismo eterno e, per l’essenziale, sempre inconcludente (e solo speculativo)! Per spesso invocare, di solito in modo amletico o sinceramente disperato, che “Solo un dio ci potrà salvare“, come ha confessato, alla fine della sua vita in una intervista degli anni 1970 al giornale tedesco Spiegel, il più creduto importante dei filosofi recenti razionalisti della storia, Martin Heidegger. Rimasto in cuor suo, sempre sorprendentemente, “cristiano” (e non solo europeisticamente e teoreticamente nazista filosoficamente “giustificato”), al punto da scandalizzare il suo largo codazzo di nichilisti increduli, di fronte alle sue soste devote, nelle cappelle cattoliche incontrate durante le sue passeggiate, per decenni, nella Foresta Nera!

 

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