Per lottare efficacemente contro l’attuale modernismo nella Chiesa cattolica, è indispensabile dotarsi di una visione molto critica del dominante pensiero unico e mondialista in auge: soprattutto nell’Unione Europea sebbene molto divisa e a misura delle sue contraddizioni. Chi non lo fa, finisce inevitabilmente schiavo ideologico e protagonista inconsapevole, non solamente della crisi della Fede nel Cattolicesimo.

Due scritti molto significativi riferiti a due pubblicazioni, in Francia e in Italia, di saggi contro le derive principali del Cattolicesimo: l’articolo di don Mangiarotti e quello di Stefano Fontana.
Gli articoli in questione trattano delle conseguenze prodotte dalle “eresie filosofiche”: l’una rapportata all’attualità da don Gabriele Mangiarotti, tra l’altro cappellano dei Conventi per suore di clausura a Pietrarubbia e san Marino, sugli Appennini romagnolo-marchigiani; e l’altro molto analitico redatto da Stefano Fontana, grande scrittore di saggi particolarmente centrati sulla Dottrina Sociale della Chiesa (DSC). Entrambi pongono il problema, molto scottante per i cattolici, dell’uso di filosofie anticattoliche per giustificare posizioni morali ed ecclesiologiche teologicamente irreligiose e, naturalmente, eterodosse!
Il primo di don Mangiarotti, affettuosamente chiamato “Donga” dai moltissimi amici giussaniani come lui pubblicati sul suo sito web “Cultura Cattolica”, riproducente una lunga pagina molto esplicativa del libro di Jean Madiran, “L’eresia del XX secolo“, edito già nel 1968. Il tema trattato dall’autore francese è soprattutto la pertinenza di un ritenuto sommo filosofo tra i grandi razionalisti (certamente non propriamente razionali), Emmanuel Kant, a simbolo rappresentativo del nichilismo più illuminista tedesco (dell’Aufclärung), alla base anche del totalitarismo moderno!
Il secondo articolo di Stefano Fontana, direttore della DSC (il prestigioso “Osservatorio Van Thuân”) che relata di un libro pubblicato nel 2018 di Tommaso Scandroglio, con il titolo “Legge ingiusta e male minore“. Il volume tratta del cosiddetto male da preferire in politica che tanto sfacelo culturale e religioso sta ancora devastando da decenni, nell’azione sociale e giuridica da parte degli innumerevoli cattolici (soprattutto progressisti ma non solo, anche di destra e tradizionalisti). In sintesi, i due articoli riportano all’ordine del giorno la tematica della giusta filosofia indispensabile come supporto alla corretta dottrina teologica necessaria per l’azione politica e sociale dei cattolici come sale della terra. Una legge è così giudicata positivamente dagli stessi cattolici che la votano in modo scellerato, in quanto “male minore”: dimenticando il fatto macroscopico che trattasi di una legge che produce comunque il “male”! Per quale motivo masochistico votarla? Mai un cattolico deve farlo. Allo stesso modo, come considerare un filosofo parzialmente valido da un punto di vista per esempio logico, per cui diverrebbe politicamente da sostenere, sapendo che l’interezza del suo pensiero produce il terrore e il dispotismo storici?

Una teologia rigorosa e ortodossa può esistere se fondata su una filosofia altrettanto anti-nichilista e veramente cristiana. La vera teologia esiste se servita da una filosofia a-ideologica.
La vera ragione principale della crisi della Chiesa non è il crollo del numero di fedeli, ma l’eresia modernista che l’attanaglia teologicamente. In pratica quasi tutte le filosofie moderne e contemporanee hanno continuato a svilupparsi prodigiosamente come ideologiche e, conseguentemente, in modo relativista (riaffermando che la Verità non esiste (!) e sarebbe inutile ricercarla, se non come provvisoria ermeneutica argomentativa). E questo, sia come esito dogmatico applicato spesso a una posizione politica in maniera politicistica, che fatalmente, in stile politically correct sul piano veritativo. Infatti, le caratteristiche primarie di siffatte filosofie laiche sono sempre immanenti, anche se sulla falsa coscienza del considerarsi… liberi di farlo.
Essenzialmente, essa consiste nel suo irriducibile ateismo tutta tesa a distruggere totalmente e definitivamente la metafisica che aveva caratterizzato la ricerca teoretica, anche precristiana, fino al Medio Evo. Siccome la teologia, la scienza cioè di Dio e della sua creazione continua nella storia collettiva e individuale (personale), necessita anche tecnicamente nel suo globale Logos operativo di una filosofia non solo a-ideologica ma pure ermeneuticamente favorevole e omogenea al suo Piano salvifico, occorre che questa sia conforme almeno alla grandiosa dottrina tomistica. Cioè alla grande Tradizione della civiltà cristiana dall’incommensurabile san Tommaso d’Aquino. Va qui sottolineato che da più di mezzo secolo, nei seminari per la formazione dei sacerdoti, l’indispensabile insegnamento del tomismo più completo e sterminato del patrimonio teologico e filosofico, è stato sostituito – suprema tragedia! – dal pensiero nichilista. L’aver utilizzato, da parte dei cosiddetti nuovi teologi cattolici, i metodi e i contenuti di tutto il filosofeggiare soggettivamente e intrinsecamente inconcludente e sempre involuto (salvo nell’ermeneutica multipla anche giustamente sofisticata), ha prodotto le fatali eresie della crisi religiosa detta moderna. Essendo la filosofia sempre al servizio della teologia (secondo l’antico principio “philosophia ancilla [serva] theologiae“), si potrebbe dire che il processo degenerativo del Cattolicesimo non poteva che espandersi. Il sommo teologo attuale della dottrina sociale, Stefano Fontana, si è infatti dedicato in questi nostri ultimi anni, a scrivere tra l’altro libri rigorosissimi sulle eresie cattoliche a supporto della vera dottrina sociale del Cattolicesimo.

Tutta la nostra civiltà, purtroppo quasi ormai atea e gnostica, è concepita su un pensiero filosofico irreligioso, modellato sulla conformità all’orrida mentalità maggioritaria e tipica del mondo.
Il tragico risultato dell’azione congiunta della filosofia laica, da una parte, e della falsa teologia, dall’altra parte (della Chiesa detta cattolica critica e di tutte le altre religioni necessariamente false), è la distruzione attiva della civiltà antica e cristiana a fondamento anche dell’attuale degenerata. Ormai, dopo secoli di totalizzante propaganda minuziosa, tutto pare avviarsi verso una società mondiale arrogantemente demente, dove ogni giorno è marcato dalle necessità di conservare la totalità dell’acquisito potere politico ad ogni costo. Tutti i centri di potere statale e i politici attivi non pensano ad altro. Le priorità politiche sono così subordinate a questo scopo prettamente conservativo e preliminare. Fino a tutto subordinare a questo disegno diventato il solo imperativo categorico da realizzare. Per cui esso diventa anche esplicitamente un’assurda “democrazia dittatoriale”, pure dal punto di vista della sua impossibile formulazione linguistica da ossimoro. Dunque si ha una vera e propria tirannide pronta a sacrificare anche i propri principi intrinseci, pur che nulla possa veramente cambiare. Comprese le libertà più elementari sottoposte alle falsificazioni ciniche di un mondialismo modernista sempre più intollerante e platealmente repressivo, nella vendetta pure anticipata.
La lotta per il potere politico rassomiglia così sempre più all’avvento dell’Anticristo spietatamente pronto a calpestare ogni residuo di “Stato di Diritto” cumulato da millenni di civiltà e di religiosità salvifica. Con in testa, quasi esclusivamente, la Civiltà razionale e cristiana. Gli stessi detti Stefano Fontana e don Gabriele Mangiarotti, sotto la guida immensa del rigorosissimo arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, per decenni alla testa del dicastero della Dottrina Sociale della Chiesa, sperano che almeno i fedeli cattolici rinsaviscano. E conservino quella Fede che Gesù aveva posto come questione centrale, a premessa e in vista del Suo ritorno tra gli uomini, alla fine dei Tempi.

Il Nuovo Ordine Mondiale e la Nuova Chiesa, tipici del razionalismo e del rahnerismo modernista ben eretico, sono i vettori della devastazione e della perdizione di tutta l’attuale massificazione.
Si potrebbe dire che è il modernismo la deviazione fondamentale alla base delle eresie laiche e laiciste derivate dalle varie filosofie relative a quelle della cattolicità spiritualista o immanentista gnostica (con l’alleanza già scontata, preannunciata e operante dalle altre religioni, infondate divinamente e storicamente). Come l’aveva definito magistralmente Papa san Pio X, già nel 1907, il modernismo teologico “cattolico” costituisce la “sintesi di tutte le eresie cristiane della storia“.
Il quale cerca sempre di rompere radicalmente ed esplicitamente con la visione metafisica, che aveva felicemente dominato tutto il pensiero, da quello della Grecia antica a quello medievale. E questo anche il conclamato fallimento reiterato e ipostatizzato consapevolmente della filosofia detta laica – dopo millenni! – che hanno visto il più grande e celebrato filosofo nichilista del novecento, Martin Hidegger, dichiarare religiosamente alla fine della sua vita che “solo un Dio può salvarci”!
Il che dopo aver sempre conservato ufficialmente nel registro nazionale tedesco – in modo molto inusitato in Germania – la sua (quasi ben nascosta) Fede cattolica originariamente acquisita in famiglia (suo padre era anche sagrestano nella chiesa del proprio paesino natale). E dopo aver ripetutamente scandalizzato il suo codazzo di affermati studiosi del pensiero e suoi  ammiratori europei, esplicitamente miscredenti dichiarati, con le sue soste in evidente preghiera nelle cappelline incontrate lungo le consuete passeggiate nella Foresta Nera. Dove viveva in una baita e vi scriveva in solitudine le sue opere, compresa quella sua suprema e celebre intitolata “Essere e Tempo”…
Cos’ è allora il modernismo nella sua essenza, sia quella detta laica che l’altra definita religiosa?
Già Gesù ne parlava a ogni occasione come “mentalità mondana” perseguita dall’uomo senza Dio, l’uomo volontariamente pagano ottuso, negazionista della sua reale dipendenza naturale ed evidente: giacché “mortale” e gratuitamente “nato”, senza nessuna sua propria volontà in gioco attivo. Vale a dire, in quanto creatura inevitabilmente implicante la nozione ideologicamente da distruggere di Creatore, non solo iniziale! Appare così evidente che è il modernismo laico e mondano, che si è progressivamente infiltrato all’interno della Chiesa, almeno come sistema d’impianto teoretico, dai secoli del Rinascimento. Donde le fatali centinaia di scissioni, tutte naturalmente eretiche e metafisicamente protestanti. La specificità assunta da questo modernismo attuale è quella dell’ideologia mondialista denominata oggi il Nuovo Ordine Mondiale, il NOM. Esso è totalmente miscredente, cioè completamente statalista, con le sue leggi naturali ed eterne, devastanti prima e sterminanti dopo. Questa tendenza già molto avanzata e quasi totalmente compiuta, si esprime all’interno anche della Chiesa cattolica con la denominazione ugualmente aggettivata di Nuova: “Nuova Chiesa”, derivata principalmente dalla teologia del gesuita eretico tedesco, Karl Rahner, morto nel 1984. Il quale viveva pure more uxorio con una amante. Il mondo così massificato e omologato in siffatto “pensiero liquido e unico” e, da un punto di vista politicista, dominato dall’usurocrazia predatrice tipica della cultura dell’Unione Europea, sembra aver deciso (e già lo fa quotidianamente) di adottare la stessa ideologia imposta dall’alto dal grande potere apolide e internazionale. Quello cioè della grande finanza e dell’informatizzazione digitalizzata dell’attuale controllo tirannico e totalitario mondialista.
Come sorprendersi quindi se tutto l’universo cattolico voglia sigillare, con la sua polverizzazione e diaspora (molto volontaria) nei partiti borghesi e, dopo l’ultimo Concilio Vaticano II, nella parcellizzazione in innumerevoli e varie organizzazioni dette ecclesiali carismatiche e politiciste, gruppi e gruppuscoli individualisti e personalisti: mai dimenticare che il carisma religioso e personale è validamente fondato solo se conduce all’interno e all’unità petrina della Chiesa!

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