«Hai votato a queste ultime elezioni europee per il partito Popolo della Famiglia e l’hai ben fatto sapere”: mi hanno detto degli amici. “Allora sei contro la Lega di Salvini? Perché hai votato per un partito più che minuscolo rendendo così inutilizzabili i suoi peraltro pochi voti?”. È così che mi si sono rivolti. Ecco la mia risposta.

Tutto era stato previsto. L’avevo anche scritto prima. Ma in politica esiste apparentemente solo il risultato quantitativo. Però ci sono molte priorità proprie della fase di fondazione di un partito…
Le votazioni in democrazia hanno sempre significati che sono largamente al di là dello stretto risultato contabile, percepito e riguardante il numero di seggi conquistati per l’esercizio del potere politico. All’inizio degli anni ’90, la Lega iniziale (di Bossi), che si rivolgeva solo alle regioni del Nord d’Italia, quelli detti della Padania, aveva subito attirato i miei interessi. Non solamente ho votato questo partito primo in Italia e attualmente classificato tra i “sovranisti o i populisti” (come se fosse una offesa!) ma, passando per Milano, da Bruxelles dove abito in famiglia da decenni, sono andato ad acquistare, nella sede anonima situata in un appartamentino dell’allora piccolissimo movimento, la statuetta simbolo di circa trenta centrimetri in bronzo di Alberto da Giussano, che conserviamo preziosamente ben esposta in casa, in cucina! La mia disapprovazione, allora da molto tempo, per il defunto partito chiamato Democrazia Cristiana, diventato spesso anche nichilista e anticristiano (al governo col centro-sinistra), mi aveva fatto percepire immediatamente il primo discorso politico di questo altrettanto classicamente minuscolo organismo politico, ma già con accenti molto popolari nella rara tradizione, anche liberale e sommariamente cristiana.
Questo per la piccola storia per cui non solamente non ho alcuna prevenzione contro la Lega. Tanto più che attualmente essa non è più eclusivamente nordista o separatista e dispone di un leader molto popolare a livello nazionale. Qual è allora l’importante ragione del mio voto per il PdF?

Le cinque motivazioni per cui un cattolico non dovrebbe votare altro che per il partito PdF. E non per uno dei partiti (parzialmente) nichilisti presenti sul mercato politico (anche europeo)
Primo, oggi e contrariamente agli anni ’90, come pure molto prima, esiste un partito perfettamente ispirato ai Principi della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) fondato tre anni fa: non come per decenni in cui il riferimento cattolico era molto labile: dopo aver perso la battaglia del divorzio, la DC era già piuttosto a sostegno laicisticamente dell’aborto! Secondo, l’elettorato cattolico è attualmente sempre più disposto ad obbedire al principio nichilista e massone (senza troppo saperlo!) del voto modernista, soprattutto animato da una litigiosità endemica che mostra l’infantilismo e l’ignoranza relativa (oltreché relativista) dei cristiani attuali in rapporto specialmente al neo-partito ancora in formazione e da me scelto. Terzo, la piccolezza e la fragilità estrema di questo partito indispensabile che rischia, in ogni caso, l’intrinseca sparizione in età tipicamente neo-natale. Quarto, la confusione teologica dei cattolici che stanno dimenticando sia il “Principio di Autorità” (peraltro molto abbandonato dal clero stesso nella loro protestantizzazione) che i “Principi non negoziabili” (anch’essi in via perdizione sul piano simmetricamente della volontà, per pura eterodossia). Quinto, il bisogno e l’indispensabilità sovrana d’inserire un partito identitario, anche piccolissimo, e di perfetto riferimento con la sua capacità interlocutoria nel mercato politico: per affermare il principio cristiano primordiale secondo cui non si va nemmeno a votare se questo tipo di partito laico, ispirato rigorosamente alla Dottrina cattolica, non è presente sul mercato elettorale. È la DSC che lo prescrive!
Nessuno di questi cinque punti è minimamente contemplato da parte dell’elettorato cattolico.

Ma c’è un sesto punto, ancora più decisivo, di questi rapidamente enumerati che costituiscono la prova irrefutabile della mia scelta di voto apparentemente senza “generosità e settaria
Tutte le formazioni politiche, si sa, coltivano – soprattutto in periodi elettorali – una apertura particolare in relazione ai voti dei cattolici (anche residuali) che, è noto, sono orfani del loro proprio partito unico e identitario da più di un quarto di secolo… La scusa naturalmente è la solita: un partito detto “confessionale” sarebbe troppo piccolo e, sorattutto, “ci si farebbe contare – ripetono in coro il clero e i fedeli – nella nostra attuale miseria quantitativa”. L’astuzia predatrice aguzza le “intelligenze” dei partiti borghesi e avaloriali. Ma, allo stesso tempo, ognuno tra questi, anche piccolo-borghesi, dunque pseudo-edonisti, tutti competitori scatenati, dichiarano definitivamente acquisite le leggi liberticide anticattoliche, per conseguenza transumaniste. In quanto approvate dai parlamenti nazionali, non solo europei e tragicamente applicate. Esse sono – secondo il dire di queste formazioni politiche molto moderniste (però assolutamente non moderne!) – delle “grandi conquiste dell’umanità” che fanno parte ormai parte del cosiddetto “progresso della civiltà”…
Così, le leggi relative alla legalizzazione dell’aborto (sempre vero e abominevole assassinio!), l’assurdo gender, l’utero in affitto, il “matrimonio equiparato” degli omosessuali a quello eterosessuale, il divorzio più o meno rapido, l’eutanasia anche statalista, gli anticoncezionali massificati e banalizzati, le droghe dette “libérali”… : in breve, tutte le leggi nichiliste già approvate resteranno inamovibili ed intoccabili! Con le promesse espressamente costruite per far abboccare i boccaloni cristianini con fantomatiche future e promesse leggi “cattoliche” sempre intrinsecamente incerte in eterno. I voti dei cristiani sono così sottoposti a ipocriti e infiniti dibattiti, mentre le leggi scellerate già approvate sono sistematicamente tabù! Come se l’approvazione parlamentare avesse apportato loro, in quanto devastatori della civiltà occidentale (e non solamente dell’Occidente), una santificazione pedagogica, storica ed eterna. Cosa di più anticattolico?

La facile mistificazine della verità concreta e teologale a causa della confusione dottrinaria, inserita soprattutto da questo pontificato modernista, proprio del relativismo alla moda
La Lega, in questo piccolo gioco al massacro culturale e civile, s’è  mostrata politicamente e profittablmente astuta. In quanto si tratta di una funzione totalmente trascurata, non solamente dai laicisti, queste delle leggi sono produttrici attive, molto attive, di costume e di civiltà. Oppure, come ai nostri giorni è abitualmente il caso, di barbarie inumana. Il clero centrale di questo pontificato, con una ingenuità suprema al limite della demenza politicistica (per cui è stato sanzionato radicalmente il Movimento 5 Stelle che ha dimezzato i propri voti in un anno mentr la Lega le ha raddoippiati), s’è ancora una volta scatenato contro Salvini. Accusandolo pubblicamente di utilizzare la religione come “marketing di propaganda”. In effetti, questo leader ha mostrato un rosario con ostentazione anche alla manifestazione internazionale a Milano con i leader europei di destra, come la francese Marine Le Pen. Oltre al fatto che soprattutto i pastori cattolici di greggi mistici non dovrebbero mai disperare delle pecorelle poco o molto sperdute, non appare quantomeno molto missionario criticare uomini politici, soprattutto ai nostri giorni (!), quando chiedono di consacrare le loro elezioni alla… Vergine Maria. Tanto più che questa domanda veniva formulata davanti alla più bella cattedrale tardo-gotica alla cui guglia più alta brilla sempre la “Madunina”, la più famosa e amata d’Italia. Peraltro i cattolici sembrano aver dimenticato che non è possibile discutere profittabilmente con gli gnostici sulle cause nichiliste alla base del “peccato originale”!

La Chiesa cattolica, la vera e petrina, è praticamente la sola a continuare esplicitamente ad affermare l’esistenza della verità! I cattolici devono fare altrettanto con il loro partito
Questo piccolo miracolo esistenziale e politico nei nostri giorni (anche se molto discutibilmente politicistico) per il quale l’uomo politico più popolare e votato del mercato fa discorsi religiosi anche pertinenti, è pure il risultato di una combinazione associativa molto efficace: grazie ad un vero cattolico errante personalmente rigoroso, Lorenzo Fontana, ministro della famiglia e amico personale dello stesso vice-primo ministro. A proposito del quale, del resto, è lecito avanzare tutti i possibili e impossibili dubbi (del resto molto scontati per ogni cristiano) sull’ortodossia cattolica. Anche sulla base delle proprie e spontanee dichiarazioni che attestano la sua frequenza alle Sante Messe che non “è superiore alle tre volte all’anno”! Se si aggiunge, per esempio, che il suo partito propone nel programma (!) anche la riapertura della famose “case chiuse” per la prostituzione femminile statalista, le proteste contro il nichilismo protestantizzato da parte dei veri cattolici – pure molto silenziose come la mia – non sono però prevedibilmente infondate… Come l’ho appena sottolineato, il bisogno di catechesi e di chiarezza culturale rigorosa è prioritaria nella dominante dimensione dove regnano la confusione e il relativismo (la verità è infatti affermata inesistente – come sempre – dalla dominante filosofia gnostica e illuminista). Da cui la necessità primordiale e prioritaria, sia nella Chiesa che nell’esempio testimoniale nella pratica di un partito laico, che siano di riferimento certo e non equivoco nel dibattito politico: chiarire così il nodo cruciale di tutto. Veramente di Tutto!

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