Perché cominciare i miei post del 2019 con la celebrazione della più impopolare delle encicliche papali? L’eterna e gloriosa magnitudine suprema del cristianesimo mi ci ha (ancora) convinto. Essa è esaltata emblematicamente dalla Passione e la Morte del Salvatore sulla Croce, nel… giubilo superficiale e ignobile della popolazione dell’epoca. Ma tutto ha veramente cominciato con la Sua Risurrezione!

Anche il solo sentimento certo del bisogno di essere salvato costituisce per l’uomo la sorgente della sua grandezza: “… fu creato a Sua immagnine”. È questo lo scopo dell’Humanae vitae
Esitavo a evocare il più grande “fiasco” della Chiesa moderna mentre cercavo di restituire, da parte mia e molto modestamente, un po’ di gloria all’Humanae vitae del Papa Paolo VI, promulgata nel 1968. È invece la stessa Chiesa, dove la contestazione totale di questa enciclica storica si era anche scatenata, che ha accelerato in modo clamoroso sebbene parziale, l’ufficiale rimonta della crisi di obbedienza della cristianeità con la santificazione di questo grandissimo Papa. Siffatta degna celebrazione è stata realizzata – in effetti – nel cinquantesimo anniversario del comunque famoso documento. Essa è stata la più clamorosa riconoscenza ufficiale, sebbene indiretta, del fondamento impeccabile dell’enciclica. E malgrado essa sia, in effetti, ancora volontariamente e generalmente ignorata come la più impopolare della storia. Come se il valore di una enciclica dipendesse dai sondaggi di consenso!
Cardinali modernisti (assolutamente non moderni!) come il belga Suenens, numerosissimi vescovi progressisti e innumerevoli preti e suore già piuttosto protestantizzati, vi si sono immediatamente opposti, nella più evidente eterodossia. Anche e soprattutto pubblicamente. Al punto che l’insegnamento magistrale del documento è sempre restato – anche nel migliore dei casi – nel cimitero del dimenticatoio. E nella memoria di qualche cattolico, in percentuale molto residuale, mentre diventavano in massa tiepidi e molto ribelli nella loro Fede.
Ma chi potrebbe oggi rimproverare a Papa Francesco di avere santificato questo grande pontefice petrino, che aveva concluso il già controverso Concilio Vaticano II?

Le due strutture diaboliche del disanstro cristiano, spirituale e umano: l’ideologica (proveniente anche dal clero cattolico); e la tecnoscienza agnostica (delle pillole di massa anche abortive)
Quanto all’applicazione dell’enciclica nel costume del mondo, da parte pure del Popolo di Dio, il fallimento è stato quasi totale. Tutta la crisi della cristianità, si potrebbe dire, si era così già manifestata in tutta la sua ribellione che si è rivelata massimamente profonda – e che continua ad esserlo! – in tutto il suo falso edonismo ben nichilista. Si potrebbe dire anche che la quasi totale estraneità attuale al cattolicesimo si era virtualmente completata già con l’uscita storica dalla suprema grandezza del tanto falsamente vituperato Medio Evo: dal suo cosidetto “oscurantismo”. Questo vero e proprio crimine di giudizio umano e religioso è diventato esso stesso emblematico, nell’ignoranza storica, con la repulsione a riguardo dei principi naturali e spirituali (dunque completamente umani e trascendenti) soprattutto di questo rigoroso magistero petrino tra i più elevati. E questo sia per laici che per il clero e i consacrati. La devastazione della nostra epoca è visibilmente contabilizzata, quasi totalmente, in questa cattolicità pochissimo procreativa: non è un caso se il titolo dell’enciclica è esclusivamente centrato sulla vita umana. Si tratta dell’oceanica denatalità: più di 2 miliardi di non nati artificialmente nelle due ultime generazioni; e dei molto estesi scandali sessuali e omosessali (!) particolarmente nel seno stesso del clero. Le conseguenze sono le almeno due della massificazione dell’inumano! La prima si è anche strutturata con l’aiuto determinante della tecnoscienza (pillole anticoncezionali e abortive); e le seconde, quelle della sessualià e dell’omosessualità malgrado i deliri attuali anche del gender.
Si è così strumentato praticamente e ideologicamente l’orribile edonismo proveniente scandalosamente anche dall’interno della Chiesa stessa. In violazione, in sovrappiù, della santa e casta verginità teologica, sia dei laici sposati (o celibi) che degli ecclesiastici.

A dire il vero, tutto questo “tsunami” comportamentale deriva dal “Grande Oblio” volontario di essere implacabilmente Creature dipendenti esclusivamente da Dio, per tutta la vita stessa
L’dea di volersi “affrancare”, in modo testardo malgrado le mille evidenze della sola e unica dipendenza legittima e veramente liberatoria, quella di Dio, questa idea dicevo, sta affermandosi, in divenire, tra gli uomini moderni. Ma questi sono ormai ritardati intellettivamente dal peccato di sovrappotenza narcisitica e illusoria che, da sempre, li inferma e ipnotizza: il Peccato originale! Questo peccato-madre, ben descritto anche poeticamente nel primo libro della Bibbia, narra di questa inevitabile deviazione diabolica alla quale l’uomo, soprattutto contemporaneo, non sa quasi nemmeno resistere teoricamente. Malgrado la sua immancabile tensione verso l’infinito, non finisce di esserne continuamente tentato. Ai nostri giorni, la cosa succede anche con l’infantile rimozione.
La sempre paziente e massimamente sapiente Trinità osserva certamente sorniona questi tentativi immancabilmente stérili degli uomini. I quali cercano di fuggire al loro sistematico e magnifico destino vocazionale di creature intelligentemente libere, dalla loro nascita.

Bisognerà che gli uomini – come già in passato – si rompano un po’ la testa contro il muro, prima di ritornare totalmente alla semplice ragione. All’inizio 2019, cosa augurarsi di meglio?
Quanto alle teste rotte, le popolazioni mondiali sono tutte già ben servite. Inutile farne ancora la lista delle ferite e delle malattie: basta seguire un solo degli innumerevoli telegiornali quotidiani per averne un quadro completo. L’invito dell’Humanae vitae è di abbandonarsi all’amore umano senza impedire che l’Amore divino sia privato della Sua miracolosa e sempre attiva soluzione relazionale ed economica. Sia tra persone che tra popoli, tutti alla ricerca del loro posizionamento ben felice.
La cosa esiste a condizione – come è ricordato dal Papa ex arcivescovo lombardo di Milano, nelle pagine dell’enciclica – di lasciarsi trascinare attivamente. Nella preghiera di trovarla facilmente e a portata di mano, con la semplicità propria dei bambini. Ma bambini adulti del Dio vivente.

L’esempio opposto dell’evidente denatalità mondiale: negletta come causa della penuria internazionale dei mercati economici. La soluzione delle crisi più o meno recessive
L’armonia della Creazione universale, se è così violata dall’intervento deliberato, autonomo e narcisistico dell’uomo, può produrre solo catastrofi. La crisi economica mondiale che tatticamente ha pure favorito a volte Paesi come gli USA, la Cina o la Germania, a causa di varie circostanze fattuali ma contingenti (comprese quelle virtualmente meno distruttive e ideologiche, come all’opposto in Europa), potrà col tempo permettere di uscire dalla sua teleologia dannata. Perché la cosa possa essere possibile, potrebbe avverarsi che Paesi in grado di strapparsi dallo statalismo dominante, possano sorpassare, seguendo scrupulosamente l’Humanae vitae, non solo la crisi economica, ma pure aprirsi a nuove prospettive. Fare molti bambini, senza impedirne artificialmente e ignobilmente le nascite, durante due o tre decenni, ben al di sopra (almeno il doppio) della media spaventosa e catastrofica attuale di 1,3 par coppia. L’aborto è sempre un assassinio! Si potrà così far uscire l’umanità dal suo attuale vicolo cieco comprensivo quello economico, non fosse che nel suo aspetto fattuale. Pure la degradazione della moralità pubblica, come del resto quella privata e famigliare, potranno risolversi quasi automaticamente: che si pensi alla centrifuga cui sono sottoposte le famiglie per causa delle pillole, chiamate ormai disastrosa infedeltà coniugale massimizzata!
Come continuare, peraltro, a concepire che la massificazione di queste stesse pillole (anticoncezionali e abortive) non ha nessuna relazione con la penuria produttiva e, dunque, delle crisi più o meno recessive?
Si tratta in realtà della lotta prioritaria al falso edonismo massificato, vale a dire l’illusorio edonismo sempre più straccione e a credito con i giovani residuali dell’attuale generazione e con quelli delle future. Tanto più che il sedicente piacere scaturigine dei mali non è nemmeno piacevole.
Esso lascia l’uomo contemporaneo sempre insoddisfatto, in un modo sistematico. Un edonismo in sovrappiù deludente in quanto infantilizzato e completamente definito in maniera assolutamente inadeguata. L’uomo contemporaneo è sempre più angosciato e irrazionalmente demente!
Questa lotta al pensiero unico e liquido del mondo al potere è la sola umana che possa salvare gli uomini occidentali, comprese ben altre civiltà che stanno occidentalizzandosi sempre più e a grande velocità.

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