L’unità indissolubile del Natale 2018, di una Nozze d’oro e di una statuetta artistica, anche surrealista e belga

La superiorità della civiltà occidentale,
almeno per sola ammissione, su tutto il pianeta Terra:
la questione mai posta in Oriente

Nella tradizione religiosa e culturale della parte orientale del nostro pianeta, nella sua civiltà detta asiatica, sarebbe presente una risposta “pronta” alla domanda fondamentale riguardante la Salvezza universale dell’umanità. Questa risposta, tuttavia, non ha potuto essere veramente formulata e definita in quanto nessuno ne ha mai posta la questione: è la “justificazione” e la spiegazione che la cultura orientale si è data da se stessa! In effetti, è il mondo intero che sta seguendo il modello della civiltà occidentale, in tutta la sua sostanza, da quando la comunicazione è diventata globale, mondiale ed in tempo reale.
Le altre antropologie non occidentali e anticristiane hanno pure seguito l’orribile processo di liquefazione e di degenerazione nella cultura giudeo-cristiana dell’Occidente!

Il piccolo regalo-ricordo di riconoscenza
da parte della coppia Troiano-Tunesi alla loro grande famiglia
che celebrava le numerose installazioni all’estero,
a partire dal Paese più bello del mondo

Franco Troiano e Orietta Tunesi, come regalino ricordo per la festività delle loro Nozze d’oro, hanno offerto alla cinquantina di membri della loro grande famiglia che aveva partecipato all’avvenimento una statuetta che riproduce forse il capolavoro assoluto di René Magritte, il famoso pittore belga.
Bisogna ricordare che questo artista figurativo è tra i più prestigiosi del Plat Pays moderno.
La statuetta riproduce fedelmente, in tre dimensioni, un quadro del 1964 del grande pittore, secondo un procedimento ai nostri giorni abbastanza corrente. Occorre pure considerare che nel secolo passato gli italiani sono emigrati per milioni. Molti membri della famiglia festeggiata si sono installati – ora alla terza generazione – in Paesi tra l’Argentina e il Belgio.
Quest’ultimo Paese è anche quello di residenza da più di quarant’anni della coppia italiana festeggiata.
Quanto al fatto del Paese più bello al mondo, l’Italia, basta ricordarsi che l’Unesco ha indicato che più della metà del patrimonio artistico mondiale è concentrata e situata nel Bel Paese…

 

 

Magritte e il Surrealismo,
nella trasfigurazione della realtà per ben descriverla

La corrente culturale di appartenenza di Magritte è il “Surrealismo”, uno dei più importanti al mondo: vale a dire la pratica della trasfigurazione della realtà per desriverla al più alto livello della sua essenza e della sua bellezza. Malgrado la nomea nichilista del Paese, acquisita soprattutto negli ultimi anni e attualmente, gli sposi festeggiati hanno voluto scegliere un’opera di questo pittore significativamente evocatore e simbolico dell’eccellenza belga: la quale ha, in ogni caso, marcato positivamente tutta la storia dell’Occidente.
La statuetta è stata scelta e particolarmente trovata dalla mia sposa fino in Olanda.

Durante le festività nell’incontro questa estate in Abruzzo,
dove è situata la mia città natale, avevo raccomandato
di pormi la questione sul senso e l’interpretazione della statuetta:
avrei risposto molto volentieri anche in privato.
Dopo più di tre mesi, nessuno o quasi mi ha indirizzato, prevedibilmente, la domanda.
Ma siccome appartengo alla civiltà occidentale e cristiana, dunque…

La questione contiene tre domande principali. Eccole.
Prima domanda: Chi è il personaggio rappresentato da Magritte vestito di una giacca scura, una camicia bianca, una cravatta rossa e cappello coordinato?
Seconda domanda: Perché davanti agli occhi del personaggio è stata messa una grossa mela verde provvista di fronde abbondanti che gli ostruiscono più dell’80% della visuale?
Terza domanda: Perché l’artista ha denominato la sua opera “Il Figlio dell’uomo”, cioè con l’appellazione biblica con la quale si designa abitualmente il Messia o il Cristo che, con la Sua nascita nel Mistero divino, ha marcato l’avvenimento più importante della storia?

Risponderò qui a tutti ed esplicitamente: è così che l’Occidente cristiano ha risposto a tutte le domande che la storia e le più di diecimila sue generazioni hanno posto, in piena verità. Senza cercare di evitare i problemi di discernimento e di imbarazzo. Compresi quelli personali.
La leadership mondiale non può essere conquistata e costruita senza la libertà totale e con la curiosità critica che conduce all’infinito al di là dell’appartenenza. Felicemente che la nascita del piccolo Gesù, generato dal Mistero della Trinità, ci ha rivelato la via sapenziale della vita!

Le mie risposte di buon senso alle tre domande

Le mie, naturalmente, non saranno spiegazioni da specialista di storia dell’arte. Sono solo un piccolo impreditore. Alle tre questioni, rispondo con criteri diventati però una merce rara nel nostro mondo relativista, ribelle alla propria creaturalità e che si vanta pure della sua irreligiosità nichilista. Rispondo così col “buo senso”, il vecchio ed eterno buo senso (che i critici detti professionali hanno spesso smarrito).

1 – È ormai frequente rappresentare l’uomo detto moderno, l’uomo-massa e massificato, standardizzato secondo lo stereotipo ingenerato dal pensiero unico, con il modello del piccolo borghese col cappello (attualmente anch’esso raro) ma diventato simbolico e quasi codificato.
Come per esempio quello dipinto da Folon, diventato famoso internazionalmente dopo gli anni ’60, l’altro grande artista belga contemporaneo (con il fumettista Hergé, celebrato capostipite di una lunga serie di grandi disegnatori). Dunque l’uomo borghesemente vestito di questa piccola scultura è il prototipo di noi tutti: l’uomo strutturalmente subordinato al potere malgrado la sua falsa coscienza descritta magistralmente ne La rebelion de las masas dal geniale spagnolo Ortega Y Gasset. E questo già nel 1929, quasi alla stessa epoca della maturità di Magritte. Da un punto di vista globale, la sculturetta derivata dal quadro è l’uomo che parla del fatto che nasconde l’appartenenza alla sua Creazione e al suo Mistero (la parola mistero è l’espressione utilizzata dal nostro pittore stesso).
Egli parla anche del nascondimento della visione molto parziale del suo personaggio, impedito dall’incombrante mela.

2La mela davanti agli occhi rappresenta quindi la norma umana di oggi, dove l’ideologia dissimula la visione della realtà, di tutta la realtà: in termini cristiani, dunque di verità, si tratta del “Peccato originale”… Ogni uomo vive a partire dalla sua condizione intellettualistica (sì, sì anche relativamente ad individui incolti), nel senso di persone che si sono ribellate alla loro condizione di creature.
Le quali un giorno sono nate e un altro vanno implacabilmente a morire, avendo acquisito nella vita solo una parte del reale, pure in modo molto abusivo. Soprattutto rispetto alla conoscenza di se stesse, secondo lo schema narcisistico della loro illusoria onnipotenza. Così essi diventano uomini di tutti i diritti con i doveri messi da parte in secondo piano o nascosti: dalla mela metaforica e dalle sue foglie. Si tratta dell’uomo tragicamente individualista e solitario, perso nel labirinto della sua vita di cui ha disperso l’origine e lo scopo. Quando non ha perso la chiave della porta. Questo in cambio della mela che lo rende anche handicappato nella propria vista. Abbiamo così l’uomo residuale dei nostri giorni prigioniero del suo egocentrismo puerile e masochista. Egli ha ormai ridotto la sua speranza esistenziale alla misura della piccola visione saturata dalla preponderanza del suo bel idolo, verde e incommestibile.

3 – Tutta la sapienza accumulata dall’esperienza culturale ultramillenaria e globalmente ponderata nella religiosità, è stata sostituita dal possesso diventato ossessivo di una sedicente libertà di pensare e di fare banalmente ciò che si vuole. Ma Magritte, con almeno l’intuizione che gli è propria in quanto artista, sa che l’uomo è naturalmente e ontologicamente teso per ben altro. Il suo vero desiderio così inconfessato e soggiacente al capriccio ridotto del suo ego, lo conduce verso il verticale dell’infinita bellezza. Verso una magnitudine che il suo piccolo progetto tanto “amato”e preparato non può assolutamente contenere. Non per caso la parola “Messia” che la Tradizione gli ha trasmesso dal profondo della storia – della sua storia – corrisponde veramente a ciò che il titolo dell’opera significa nella sua memoria spesso negata o dimenticata, ma autentica. La mela è incombrante sullo splendore e a detrimento della verità. La sua piccolezza esistenziale, che almeno a volte si rende percepibile chiaramente, gli richiede la risposta, oh quante volte inutilmente ripetuta! Nel suo spirito battente all’unisono con il cuore della vocazione volta alla sua pienezza.

Gioioso e buon santo Natale 2018!

La molto strana armonia dell’immagine scolpita, massimamente surreale, può solo corrispondere al paradossale di un popolo reificato, urlante false accuse mortali. Lo stesso Pilato, nel qualcaso, non sa trovare in esse alcuna pur minima colpevolezza. Rovesciate dunque la statuetta e, leggendo il titolo dell’opera incisa, constatate come l’espressione “Cristo Re dell’Universo” è nascosta ancora una volta dietro il titolo ripreso nella definizione ultra millenaria di pura Fede. Ed incarnata dalle moltitudini popolari: Il Figlio dell’uomo. Ecco quindi il significato autentico anche di questo Natale 2018.
Ed ecco il senso di festeggiare gli anniversari, per esempio, di un matrimonio concepito nella linea della memoria del cristianesimo vivo. Il quale appartiene virtualmente ed intimamante – nella libertà – a tutti e alla Tradizione della Famiglia.

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