L’allontanamento di Dio dalla vita pubblica ha portato il nostro mondo detto moderno all’apparente vittoria della “selezione negativa”: se tu rifiuti di diventare abbrutito e ben lobotomizzato dal “pensiero unico”, non avrai ciò che viene definito il successo legittimo e proporzionale nella tua vita.

Si può legittimemente non credere nel Dio Trinitario: è tutta la Sua grandezza incommensurabile in relazione alla libertà dell’uomo, il suo suo primo valore! Ma come non riconoscere l’esistenza evidente e diabolica del demonio irrazionale? Il rifiuto di credere in Dio e di seguire le Sue leggi, anche solo naturali, ha come risultato l’affermazione della deriva assurda di un mondo transumanista. Un universo dove il lavoro, la diligenza e il talento diventano solo funzionali – abitualmente – alla scemenza e all’immoralità. È per questo che i cristiani diffidano (non sufficientemente) del successo mondano: non l’apprezzano a priori se non al giusto valore e ben calcolando il costo mondano delle deviazioni proprie alla secolarizzazione. E alla ribellione delle masse alla ragione divina.
“La cosa è sempre stata così”, direbbe madame Lapalisse. I teologi potrebbero solo confermare il tutto ricordando il biblico “Peccato originale”.
Ma allora cosa permette di dire che si è ben avanzati nella nostra era dove bisogna continuamente mostrare e dimostrare – come affermava profeticamente Chesterton, il grande convertito inglese di un centinaio di anni fa – che l’erba è sempre e semplicemente verde?
È già concluso il processo di “mutazione antropologica” di cui parlano certi illuminati del nostro tempo? Per ben comprendere anche i lati pratici, prendiamo in esame due macroproblemi sotto gli occhi di tutti.

Innanzitutto, la denatalità nel mondo, soprattutto in relazione con la crisi economica; in secondo luogo, il problema dell’edonismo progressivamente straccione in rapporto soprattutto ai debiti pubblici. La caratteristica comune a questi due temi praticamente planetari è di essere molto semplicemente ignorati oppure sottovalutati fino alla minimizzazione nell’insignificanza. Mentre  costituiscono – lo vediamo subito qui di seguito – la più colossale devastazione criminale e declinante di tutta la nostra civiltà. La rimoziopne di questi due problemi appare ben superiore ai tabù di non troppo parlarne se non come processi di cui le soluzioni sono talmente scontate che si può chiacchierarne continuamente in una astrazione teoretica senza conseguenze vitali. E morali. In realtà, si tratta dell’accumulo di due catastrofi letali apparentemente senza possibile soluzione, in quanto esse sono invece state private del loro senso sitematicamente dal loro inizio.

La denatalità. Per la prima volta nella storia le coppie, da oltre due generazioni (cinquant’anni) non hanno avuto abbastanza bambini, neanche per potersi solo riprodurre: 1,3 circa di media mentre ce ne vorrebbero molto più che 2,1. Tutta la concettualizzazione della nozione di crisi è contenuta in questi due tassi. Ma la cosa ancora più grave è che quelli che hanno per primi capito le vere ragioni della crisi economica – come Pasqua in Francia e Gotti Tedeschi in Italia (cito rapidamente a memoria)  – non solo non sono stati veramente ascoltati ma sono stati classificati tra gli elementi folcloristici da evitare. L’idea molto semplice e conseguenziale che riducendo lo sviluppo della domanda interna (non facendo figli) si generava una recessione economica proporzionale anche superiore, è  sempre… sfuggita agli economisti e intellettuali. Anche la regina Elisabetta, in visita nel 2007 ad una delle scuole superiori tra le pîù importanti al mondo (la London Economics), aveva messo più che in imbarazzo tutto il corpo accademico ponendo la domanda: “Perchè nessuno aveva previsto la crisi detta [all’epoca] finanziaria”? Ci volevano ancora quasi dieci anni prima che certi economisti anglofoni (piuttosto americani) giungano a verificare l’estrema e stupida cecità dei neo-malthusiani. I quali ancora oggi – dopo due secoli – dichiarano che il pianeta può solo nutrire un miliardo di persone! Mentre già nel 2015 si è prodotto una volta e mezzo più del necessario nutrimento dell’umanità (ancora mal distribuito…) la quale, nel frattempo, è diventata più di cinque volte quella contabilizzata dal già abbrutito proto-scientista razionalista (non razionale) Malthus!
Questi politici e intellettualoidi, tutti ideologisti, sono al potere nelle nostre società: continuano a raccontare le loro bufale sulla sedicente necessità di ridurre, con contraccezioni, aborti e eutanasie le popolazioni del mondo. Non esito mai a denominarli “abbrutiti” in quanto cerco di attribuire loro almeno una dignità retroattiva e ontologica.
Allorquando si è cercato laicisticamente di eliminare Dio e le Sue leggi naturali dalla superficie della terra (progetto sempre in corso!) non ci si può che aspettare catastrofi.

L’edonismo. Non contento di essersi sbarazzato del “peso dei bambini” (invece sono sempre, naturalmente, il dono di Dio e della Natura!), les masse anch’esse ormai abbrutite senza alcun riferimento trascendente e sacro, si sono dedicate a vivere, spensieratamente e ancor più, l’edonismo. Ma a credito. Naturalmente ben al di sopra dei loro mezzi in quanto l’edonismo esige indefinitivamente il superamento dei suoi limiti superiori. Come fare allora? Non personalmente: ma per l’intermediazione e la garanzia dello Stato che, invece di servire la Persona, vuole renderla sempre più soggetta col suo statalismo ideologico e totalitario. E proclamare, finalmente e “fieramente”, tutta la sua onnipotenza (laicista e non laica), anche al di sopra di Dio!
Appare evidente, dopo decenni di accumuli di debiti pubblici, che non si potranno forse mai rimborsare: essi possono (più o meno) solo aumentare, in ogni paese. La questione è messa cinicamente sulle spalle delle future generazioni, dunque dei propri figli. Come si potrà veramente educarli dopo o mentre li si svaligia? Mai nella storia si erano viste generazioni di adulti vivere anche ad ufo virtuale sui fgli e nipoti: normalmente, con le antiche guerre e le epidemie, si toglievano di mezzo rapidamente e i giovani potevano veramente ereditare. Ora, la giovinezza non ha nemmeno abbastanza lavoro, oppure molto precarizzato (in gran parte).
In sovrappiù, l’edonismo iniziale diventa progressivamente pezzente in un declino, va da sé, di povertà fatalmente crescente.

Tutto ciò è forse “esagerato”, come i nichilisti e molti cattolici progressisti amano ripetere? Quando Dio e le Sue leggi sono stati scacciati, l’irresponsabilità dilaga. La selezione sociale può solo diventare “negativa”. Così si realizza il paradosso secondo cui, nell’apparente vittoria spensierata del “pensiero unico” ben gaio della nostra “società dello spettacolo”, l’onestà dei virtuosi e dei talentuosi è destinata ad essere preda di conquista da parte dei più furbetti e dei peggiori malfattori: soprattutto da parte delle nuove classi sociali parassite (burocrati e politicisti).
Anche lo slendido impero di Bisanzio – come ben altri – è finito in questo modo.

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