Quando il sale diventa insipido, bisogna ancor più pregare ma non tacere! Il silenzio è anche invocato dai nichilisti e i laicisti: non si disturbano i conduttori della distruzione della civiltà. Trump, invece, fa un gran intervento, non a Amburgo, ma alla vigilia a Varsavia!

I miei due primi quotidiani italiani online che leggo col mio caffelatte al mattino, La Bussola e Tempi, sono i soli – con un post di Adinolfi su La Croce – ad averne parlato a livello europeo: lo storico intervento di Trump a piazza della Vittoria a Varsavia. I grandi media, che siano cartacei o digitali con tutte le televisioni, non fanno altro che raccontare e reiterare fino alla nausea la schiuma sporchina e velenosa degli avvenimenti tutti tenendo ben nascosto le cose veramente capitali! Come nel vertice dei 20 di Amburgo, di cui si è relatato inutilmente su tutti i dettagli marginali e insignificanti dei leader (salvo, beninteso, sugli accordi fondamentali tra Putin e Trump)… Ma la vera grande notizia è stata mancata il giorno prima di questo vertice. Si trattava della visita di Trump in Polonia, alla maltrattata Varsavia dall’Unione Europea: avvenimento non visto, piuttosto non voluto, a causa del suo popolo non sottomesso e del suo governo – come altri del resto ben ridotti in sordina! – che non cantano veramente nel coro teutonico bruxellese. Peraltro, già solo l’anticipo di Trump in Polonia costituiva un atto di grande valore politico in rapporto ai burocrati europei. E poi, il suo discorso davanti ad una folla emozionata nella capitale polacca ha fatto il resto: di fronte ad un discorso il cui tono si era molto dimenticato da Kennedy a Berlino. Abitualmente si deve ascoltare solo del politically correct, parole politiciste di una debolezza costernante, concepite in un orizzonte visivo epico ed etico, meschino e miserabilista, oltre che tragicamente miope.

Innanzitutto, il presidente americano si è ricordato che stava parlando al popolo che aveva sempre fatto della resistenza estrema, finalmente vittoriosa, alle due ideologie più assassine della storia: quella nazista e quella comunista! Attualmente, il popolo polacco fa resistenza all’altra grande ideologia contemporanea forse ancora più devatsatrice sul piano razionale e fattuale: il pensiero unico soprattutto europeo, già lungamente dominante. La vittoria della Vistola lo testimonia esplicitamente: essa era stata denominata la battaglia dei rosari !
E il tutto, sotto l’insegna totalmente inattuale per gli eurocrati laicisti, del “Noi vogliamo Dio”. La costituzione americana, contrariamente alle risoluzioni negazioniste dei neo-liberali (totalitari) europei, fa sempre riferimento, direttamente e indirettamente, al cristianesimo. E il popolo della Polonia, con personaggi come Valesa e sant Vojtyla, ha scritto i capitoli decisivi della storia del ventesimo secolo. Ecco il tenore del discorso ovazionato di Trump che veniva di dare al mondo intero anche una lezione di cultura stilistica familiare con sua moglie (slovena!), col velo di fronte al Papa, si è presentata piuttosto scoperta davanti agli emiri dell’Arabia Saudita confessionali e repressivi al massimo! E questo, prima di riannodare amicizia e di parlare durante tre ore collaborative con Putin che Obama aveva combattuto armi in pugno da molti anni.

In un clima in cui tutta la politica è diventata insipida svelando il sapore cinico dell’attitudine riempita di gesti tatticisti ignobili ben che “profumati” ai gusti mediatici, l’atteggiamento e il comportamento di Trump, dall’andatura sistematicamente contraddittoria con le apparenti buone maniere europee, abitualmente pusillanimi (concretamente però violente), non fa che procurare povvidenziali scintille. La Verità e il Bene comune sono le vere finalità della politica. La mistificazione e la dimenticanza sono piuttosto quelle praticate dagli europei. Per esempio, che ci ricordi del Nobel per la Pace attribuito dagli spesso abbrutiti “gauchistes” accademici svedesi a Obama – all’alba e non alla fine de suoi mandati di presidente! – mentre è stato lui stesso che ha aperto la guerra non solamente diplomatica ma molto violenta contro Assad in Siria, con la sua complice “progressista” Clinton.
Chi ha fatto il parallelo con la fine di questa guerra che si comincia a vedere realmente con la sconfitta dell’Isis a Mosul e il cessate il fuoco concordato tra Putin r Trump già a Amburgo? E comunque, il grandi titoli ricorrenti nei canali televisivi europei è “Trump è dunque un pericolo per la pace?”

Mentre scrivo, il mio pensiero corre a san Benedetto, il patrono d’Europa, di cui oggi 11 luglio è la sua festa d’anniversario. È lui il tipo di uomo di cui la nostra era ha bisogno: Ratzinger, il nostro Papa Emerito, l’aveva ricordato chiaramente. Questa mattina, il gruppo “In Movimento”, che frequento quando vado in Italia e con il quale ha fatto vacanza nel 2016 a Norcia (il borgo natale del grande fondatore gigantesco della cultura universale europea), ha pubblicato il piccolo testo di Papa Benedetto XVI che celebra le qualità de questo grande monaco per sempre il più geniale del più vasto movimento religioso e civile del medio evo: vale a dire del primo Rinascimento della nostra storia continentale. Il quale movimento è andato ben al di là delle frontiere del nostro Vecchio Continente: in effetti è a Norcia che attualmente una buona dozzina di monaci americani del nord continuano le tradizioni liturgiche e culturali di questo grande servitore di Dio diventato incomparabilmente uomo veramente “politico” e globalizzante.
Ora, capisco che Trump possa non essere la tazza da thé delle masse abbrutite europee (io stesso non posso dire che sia il mio migliore modello), ma in paragone a tutti questi sedicenti “ex-socialisti” non sufficientemente pentiti, riuniti al vertice dei 20 a Amburgo, il nostro presidente che sta concretizzando un programma ed una tassazione ad un terzo di quello nei nostri paesi, rifulge come un sequoia su un mediocre campetto di margheritine.

Quelli che amano il Regno di Dio sono prima di tutto gli stessi che operano per la sua realizzazione qui ed ora: l’incarnazione cristiana l’ha già fatto e lo pretende come missione di tutti!
Per uscire dalla piccolezza miserabile delle nostre politiche insensate attuali, bisogna che ci siano uomini usciti dalle lotte contro la banalizzazione fatalmente totalitaria delle visioni materialiste e secolarizzate della nostra civiltà detta occidentale e modernista.
La banda dei nostri governanti attuali, riunita in questo vertice dei 20, dovrebbero cominciare dall’inizio degli inizi: innazitutto riconoscere le origini cristiane dell’Europa (contrariamente a ciò che Giscard d’Estaing ha fatto in occasione della formulazione della detta “Costituzione dell’UE”; in secondo luogo, dovrebbero cominciare a credere que il patrono dell’Europa san Benedetto, chiamato ad essere luce del mondo, non è un segno del passato lontano più di millecinquecento anni: ma un maestro pastore di riferimento oggi.
Sogno, ne sono cosciente! Ma come pensare al futuro senza vera speranza?

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