L’origine eucaristica promossa dal grande cardinale africano Sarah (e dal suo maestro, Papa Emerito) come preliminare ad ogni soluzione della crisi religiosa. Si tratta della stessa condotta delle suore di clausura a Pietrarubbia, adoratrici perpetue e, significativamente allo stesso tempo, missionarie attive nel mondo!

Le crisi religiose portano sempre alla riscoperta delle loro origini, della loro Origine. Il cardinal Sarah, alla testa del movimento liturgico (culturalmente ereditato da Benedetto XVI), mostra come la pratica del silenzio meditativo, contemplativo e adoratore per il Supremo Sacrificio nell’Eucaristia è alla base e preliminare di ogni soluzione nel nostro mondo. E questo, in una crisi che è molto radicale e totale, che continua a generare una iperattività ideologica e politica acefala e che è impantanata chiaramente su se stessa senza speranza di poter uscirne: non solamente sul piano economico, ma soprattutto globale, antropologico e culturale, dunque religioso.
Era già stato il cardinale Ratzinger, ben prima della sua elezione a papa, ad aver cominciato nella nostra epoca la riflessione critica, molto critica, intorno all’evangelizzazione entrata in crisi  per mancanza – fondamentalmente – di fede: questa era diventata troppo debole e fragile nella Chiesa postconciliare.

Così la pubblicazione del primo tomo dei sedici volumi (!) della sua stessa opera omnia teologica è stata emblematicamente, e in modo apparentemente molto sorprendente, il… dodicesimo, dedicato non a caso alla liturgia: era l’agosto di una decina di anni fa e l’avevo subito comprato (più di 800 pagine!) al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, come libro al vertice delle pubblicazioni dell’epoca…
La crisi della Chiesa che noi viviamo oggi – aveva dichiarato, in effetti, Papa Emerito – riposa largamente sulla disintegrazione della liturgia”!
Anche l’eresiarca Lutero aveva ben notato che “l’Eucarestia nella messa è la roccia teologica [ per lui stesso e per il protestantesimo] disperante del cattolicesimo”. Malgrado ciò, Papa Francesco ha appena posto anche una sua statua in Vaticano, facendo rivoltare nelle loro tombe tutti prelati tridentini…!
Si ha spesso la tendenza sacrilega di ridurre la santa messa – ha pappena dichiarato cardinal Sarah – a una semplce pranzo conviviale, alla celebrazione di una festa profana e a una autocelebrazione della comunità […] contro la paura d’incontrare Dio faccia a faccia. […] Invece si tratta del sacrificio di Cristo morto sulla Croce per liberarci dal peccato  […] in quanto, ‘nella liturgia Dio è pefettamente glorificato e gli uomini santificati’”. La mania eretica attuale di cercare nella Chiesa di “reinterpretare”, “contestualizzare” e “adattarsi” alla cultura occidentale decadente il Vangelo e la Rivelazione – conclude Sarah – secondo le trasformazioni del mondo è una devastazione e una distruzione del messaggio cristiano”.

L’origine della missione cattolica scaturisce, infatti, dalla “relazione personale e d’intensa intimità con Dio e la sua Santa Trinità” insiste ancora Robert Sarah, soprattutto nelle sue opere “Dieu ou rien et La force du silence”. In realtà, tutto prende inizio dal Santo Sacrificio che è prodotto, oggi e per antonomasia, dalla dimensione mistica del silenzio e dello spirito contemplativo nella celebrazione liturgica. Si faccia mente locale all’invasione della dissennata logorrea contemporanea!
La formula, silenzio-adorazione-formazione, riassume ammirevolmente il programma intrinsecamente cattolico e irriducibilmente antiprotestante: silenzio sacro che permette di incontrare Dio; adorazione di riflessione del Santissimo Sacramento del Corpo e del Sangue del Nostro Signore Gesù Cristo; e formazione liturgica nella semplice applicazione del Catechismo della Chiesa cattolica (quello che permette di fondare il rapporto religioso con l’universo pubblico, oltre  quello privato e intimo, del potere nel mondo): il cristiano appartiene, allo stesso tempo, alla sua libertà di uomo e a Dio.
Cosa c’è da “dialogare”  con i protestanti che recidivano a negare accanitamente tutto questo, soprattutto nelle loro celebrazioni festeggianti il cinquecentesimo anniversario della loro sedicente riforma luterana? Il protestantesimo ha pure insultato fieramente – soprattutto attraverso la bocca di Lutero stesso – con bestemmie oltraggiose e continuate queste Verità eterne della Chiesa cattolica.

Le suore di clausura dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, con la loro fondatrice in testa Maria Gloria Riva, affermano nella Grazia della loro vita questi due principi ineliminabili e coniugati propri  della pratica cristiana: la centralità vivente e permanente del Corpo di Cristo e l’indispensabilità della missione escatologica cattolica. Non meno!
Con i loro attuali due conventi femminili, a Pietrarubbia e a San Marino, e una iniziale sezione di adoratori formata da due monaci, questo giovane e già molto maturo “ordine” ecclesiale agostiniano molto moderno si è centrato sulle due pietre a fondamento della Chiesa: innanzitutto, il più intimo e essenziale, la sua cristocentricità naturalmente situata nel cuore dell’anima monacale, soprattutto di clausura; e, sull’altra pietra e polarità, la missione attiva e aperta nel mondo per annunciarci, esplicitamente e con adeguazione, il messaggio evangelico in tutta la sua bellezza, pure artistica.
In altri termini: il rigore teologico, pregante e adorante, nel silenzio meditativo quotidiano della bellezza liturgica propria alla clausura monastica consacrata (tutte le Ore della Chiesa recitate e cantate insieme); con in complemento paritario, l’ardore missionario e apostolico nel nostro mondo secolarizzato, compreso quello purtroppo del pensiero unico.
Il loro prete assistente è sempre stato don Gabriele Mangiarotti, un “curato di montagna postmoderno”, raffinato teologo, non meno che fiero fedele ambrogino e, dalla sua giovinezza, discepolo (come, tra l’altro, suor Maria Gloria) di monsignor Giussani in via di canonizzazione. Per saperne di più, molto di più, consultare i due siti web www.culturacattolica.it e www.adoratrici.it.

Come rendere impermeabile il popolo di Dio e la sua Chiesa alle perniciose influenze – oggi anche totalitarie – dell’agnosticismo e del narcisismo irreligioso del nostro mondo nichilista?
Impossibile! L’uomo – si sa – è marcato dal suo peccato originale. La sua fatale immersione nel male assoluto dell’attuale mondo, vale a dire la sua tendenza e la sua pretesa a considerarsi in modo autonomo un piccolo dio umanoide, sedicente onnipotente di tecnoscienza e di progettualità esclusivamente volontarista, è impossibile da trasformare totalmente: siamo tutti peccatori!
Bisogna esserne coscienti e averlo umilmente accettato in maniera creaturale. Riconoscendo dunque un creatore, Il Creatore che ha sempre cercato, per definizione verificata e sempre verificabile, la cooperazione creativa con l’uomo e il suo lavoro (da santificare). Ecco, molto semplicemente, come il popolo di Dio e la sua Chiesa possono, se non rendersi impermeabili all’opera diabolica della loro sempre possibile separazione dalla Trinità, almeno cercare di farsi perdonare dall’amore infinito di Dio!
Le profonde raccomandazioni del cardinal Sarah e la vocazione ben viva delle mie suore di clausura adoratrici dell’Eucarestia permettono a tutta la Chiesa e a ogni uomo di ben situarsi nel cammino della sua salvezza attiva e ed eterna. Cominciando da questo mondo, qui nella nostra valle.

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