L’eresia modernista nella Chiesa di oggi tra il soggettivismo irrazionale del casuismo e, soprattutto, la subordinazione allo statalismo : anche da parte del Magistero cattolico dei grandi prelati e del Papa stesso. Preghiamo!

Antonio Socci, giornalista giussaniano – senza dubbio il più grande profeta laico della nostra epoca – ha deciso di non più indirizzare alla Chiesa (che rimane sempre il tesoro suo più caro) il contributo annuale del suo ”otto per mille”. È opportuno sapere, particolarmente nei paesi stranieri allo Stivale, che ci sono almeno due tasse, da 8 e 5 per mille, sulle dichiarazioni dei redditi che gli italiani sono obbligati a pagare a loro scelta, compresa quella per la Chiesa. Da anni questo giornalista cattolico molto rigoroso e colto dimostra e documenta, quasi quotidianamente, tutte le dichiarazioni eretiche più evidenti e clamorose di Papa Francesco nel suo “insegnamento” continuo, operativo e molto militante. Nell’articolo del quotidiano Libero e nel post del suo Blog del 9 aprile scorso www.lostraniero.com Socci ha riportato, parola per parola, non meno di 22 molto gravi dichiarazioni chiaramente eretiche di questo pur valentepontefice. Questi, a sua volta, è incaricato di assicurare la continuità ortodossa in tutto l’insegnamento evangelico: quello famoso del “Non possiamo”, vale  dire l’insegnamento fondato sul “Non possumus” che assicura la Tradizione trinitaria e petrina.

Il nostro giornalista cristocentrico è investito invece da tutta la sua vocazione di semplice cattolico, particolarmente fedele a don Giussani il quale era molto obbediente (!) alla sua gerarchia e ora è in via di canonizzazione. In tutti i suoi articoli Socci s’incarica del dovere intrinseco del cristiano di essere umilmente critico, ma in modo intransigente, in rapporto alla linea pastorale e teologica della Chiesa, della sua Chiesa. L’amore e l’obbedienza al Papa sono per lui sottoposti criticamente – come per ogni cristiano autentico – al sempre necessario rigore della Dottrina  della Tradizione storica nella sua Verità eterna. In effetti, è solo quando il Papa si pone solennemente et ex cathedra che l’obbedienza per ogni fedele diventa obbligatoria: nella sua infallibilità dogmatica! Questa eventualità, malgrado l’opinione molto diffusa soprattutto rispetto alla parola “dogma”, è rarissima nella storia. Nei nostri due millenni, ci sono casi in cui la quasi totalità del clero era diventata sostanzialmente eretica, come nella deviazione dell’arianesimo. Solo una parte molto critica del popolo di Dio ha costantemente salvato l’ortodossia che è stata riconosciuta dal Magistero supremo successivamente, a volte anche molto tardi. Per rimanere nell’esempio dell’eresia ariana, il contributo centrale di sant’Attanasio fu alla base della sua sconfitta, ma non prima del secolo seguente: una volta lanciata, l’eresia è sempre difficile da sradicare, soprattutto in modo completo. Il demonio veglia e agisce instancabilmente.

Quali sono queste dichiarazioni eretiche che, anche sotto l’esempio sorprendentemente frequente di Papa Francesco, rimangono oggi praticamente senza correzione per molti prelati e spesso sotto il silenzio indotto degli organi centrali di controllo? Esse sono talmente ricorrenti e dalle conseguenze gravemente blasfeme che ne citerò solo tre, il più misericordiosamente per me possibile. Innanzitutto l’ultima: “Gesù – ha affermato in una recente omelìa Papa Francesco – si è fatto peccato, si è fatto diavolo, serpente per noi”. Si tratta della sua uscita, ancora una volta inaudita, che ha scatenato l’attuale caso inevitabilmente teologico. Per il quale il quotidiano cattolico Avvenire, come ormai abitualmente – attaccando personalmente e ideologicamente Socci – non ha riportato (non a caso) queste parole, immediatamente intelleggibili da parte di chiunque.
Un’altra delle sue prime gaffe bergogliane, radicalmente piena di implicazioni diaboliche in teologia ed ecclesiologia, è quella di appena qualche tempo appena dopo la sua elezione al trono di Pietro: essa recitava preannunciando tutto il suo sconvolgente programma: “Non esiste un Dio cattolico”, scandalizzando prevedibilmente e giustamente anche i fedeli più semplici, ma non i protestanti e i cattoprotestanti!
E una delle sue ultime è stata pronunciata (in sua vece) dal nuovo Generale dei gesuiti, Sosa Abascal, appena nominato alla testa dell’ordine di provenienza dello stesso Papa: “Al tempo di Gesù,  nessuno disponeva di un registratore…”. In effetti questo Papa sta cercado di relativizzare casuisticamente la Parola di Dio anche nella Santa Scrittura! Insomma, si tratta di cose anche solo  quantitativamente mai viste nella storia della Chiesa. Ma la novità riguarda anche le decine di dichiarazioni eterodosse del Papa che, significativamente, non sono mai state smentite. Come nel caso gravissimo degli ormai famosi Dubia espressi ufficialmente da almeno quattro cardinali rimasti, anche canonicamente, senza alcuna risposta e in modo molto eterodosso…

A cosa si deve questa abbondanza di dichiarazioni e scelte pratiche conseguenti che affliggono col modernismo l’attuale Chiesa cattolica? Bisogna innanzitutto sottolineare che l’arrivo a Roma del cardinale argentino Bergoglio s’è caratterizzato come un pontificato detto “pastorale” e non “dottrinario” come quello di Benedettto XVI (uno dei papi più intellettivi e intelligenti, tra i più rigorosi della storia). Papa Francesco, invece, si concepisce come un esperto che saprebbe parlare all’orecchio dell’uomo postmoderno (abitualmente definibile “neosempliciotto”). Al quale “si deve parlare dei suoi  problemi in modo diretto, elementare e famigliare”. Se a questa tendenza pseudo popolare et pure “populista” si aggiunge una cultura antiteoretica e piuttosto ignorante della supposta sofisticazione teologica e della sapienza mal assimilitata dei papi precendenti, si comincia a capire l’atteggiamento pretenzionsamente rivoluzionario e fatalmente riduzionista del “riformatore” Bergoglio.
Il passo verso una approssimazione del rigore del pensiero epperò adeguato alla “superficializzazione” che il nostro mondo dello spettacolo impone giorno e notte, questo passo diviene così molto facilmente praticabile. La qual cosa, d’altronde, non è altro che il cammino dell’eresia casuistica che la Chiesa ha già sconfitto più di due secoi fa. L’eccellete monsignor belga Schooyans, teologo all’Università di Lovanio, ne ha parlato in modo molto preciso e attualizzato nel 2016: uno dei suoi articoli è stato pubblicato anche in Italia dalla Bussola quotidiana

Ma, in sovrappiù, questa linea culturale così spensierata sui principi detti “non negoziabili”, attualmente  abbandonati in modo pure sprezzante in quanto considerati tropo “difficili”, è realmente efficace e “produttiva”? L’interrogativo viene proposto soprattutto da un punto di vista della fede e dei piani di Dio (i soli pertinenti nel nostro mondo già troppo opportunista e relativista!).
Le cifre statistiche delle frequenze ai Sacramenti non hanno cessato di diminuire malgrado l’omologazione alle mentalità del potere e del riduzionismo de nostro mondo incredulo, nichilista e anticristiano,  anche con l’approvazione massiva di leggi scellerate. Le quali, si sa, fissano nella cultura reale e quotidiana delle grandi popolazioni l’inedia del nichilismo. E questo, secondo le regole della strutturazione legislativa e massificata sulla base della vulgata bel falsificata: ”la legge lo permette, quindi è vero e bene per tutti”!

In realtà, gli apostoli stessi avevano già osato far sottolineare – molto casuisticamente (ante litteram) – a Gesù che il Suo “discorso evangelico era troppo forte e troppo duro” per il popolo!
Bisogna invece divinamente attribuire fiducia all’intelligenza umana in quanto essa viene dallo Spirito Santo! L’intelligenza è trinitaria e non bisogna seguire la mentalità del mondo che è riduzionista per definizione. Il fatto che i media e la televisione banalizzino ogni problema e riducano tutto al sedicente spettacolo, non vuol dire che ciò indichi la via del Signore, anche sul piano solo metodologico. Mai, quindi, correre appresso alle masse abbrutite! La demagogia, in sovrappiù, non pagherà. E in ogni caso essa non corrisponde alla vocazione ontologica dell’uomo. Come pensare che possa, la salvezza, giungere al di fuori della sua buona vocazione e malgrado l’intelligenza e volontà libere? Anche i cattolici più intelligenti mostrano che la loro fede è ben poca cosa: in effetti, nessuno in Italia ha apparentemente pensato finora che le tasse dell’8 e del 5 per mille devono essere (tra moltissime altre!) rapidamente eliminate. Esse sono leggi irriducibilmente stataliste. Esse affermano strutturalmente la subordinazione degli uomini (e anche della Chiesa) all’idolo dello Stato: Cristo è il Re dell’universo!
Occorre ripeterlo pubblicamente su tutti i tetti in modo continuo e bisogna pregare perché ciò si realizzi veramente già in questo nostro mondo falsamente materialista dominato dal pensiero unico.

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