Dov’è finito il tema del lavoro, della disoccupazione e, soprattutto, della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) in questi ultimi quindici anni? E quello del “A cosa serve” di fronte al “Quanto fa guadagnare”?

Dall’universo della produzione necessaria si è passati – da più di mezzo secolo – a un mondo fondato sul consumo spesso illegittimo o inutile: dal mercato della domanda, siamo scivolati progressivamente verso un mercato dell’offerta, della competitività economica. La minigonna ha potuto essere creata e diffusa grazie al fatto che Mary Quant, la londinese, se l’è cucita e indossata mostrando le sue belle gambe. Allo stesso modo, dopo, per ogni altro prodotto o servizio! E non sulla base di una domanda spontanea e preventiva da parte delle masse popolari diventate quasi esclusivamente consumatrici. Moralmente e spiritualmente condannabile?  Allorquando si separa contro natura il desiderio dal bisogno, si rischia di giungere alla fragilità sulla via dell’immoralità e della reificazione. Spesso i militanti della cultura di sinistra e molti cristiani alquanto tiepidi si fermano su questo giudizio, denominato giustamente “moralista”. E non considerano l’enorme libertà di cui l’umanità beneficia con siffatta inversione economica e marketing nella modernità. Il problema morale, naturalmente, esiste e permane: il diavolo continua sistematicamente ad agire con le sue tentazioni innumerevoli e nuove. Le mancanze di senso e l’immoralità possono, devono, essere battute con la religiosità e la cultura cristiana. Naturalmente dove e quando è il caso di veramente opporvicisi. E per ragioni ben fondate, ontologicamente e veramente razionali. L’uomo è fatto – che non lo si dimentichi – per sviluppare la sua libertà, suo valore supremo. Quello per il quale Gesù è giunto a farsi crocifiggere: allo scopo di permettere all’umanità di esercitare tutta la sua libertà, anche se irrazionalmente ed in modo ingiusto! A questa apparentemente assurda e indispensabile opzione, il Salvatore ha opposto solo la Sua gloriosa Risurrezione che ha completato tutta la Sua missione evangelica: sotto il segno del sacrificio per la totale libertà umana. Il Dio Trinitario – contrariamente a quello islamico che fonda sulla sottomissione coatta, passiva e irresponsabile di ogni uomo, oppure a quello protestante che sostiene sempre l’adesione al conformismo politico del potere mondano – non sa cosa farsene, se non nella immensa Sua misericordia, di fedeli non liberi e incapaci di utilizzare la loro libertà di resistere di fronte alle tentazioni diaboliche e nefaste.

L’insistenza ideologica e politicistica, di una parte importante di cattolici con idee secolariste dominanti, continua a perderli dietro l’odio totalmente ingiustificato da parte dei materialisti o postmarxisti in relazione a ciò che chiamano il sistema capitalista. E particolarmente contro la concezione liberale della molto naturale “Mano invisibile” degli uomini che agiscono liberamente e responsabilmente. Tutti i materialisti e collettivisti sostengono l’idea più distruttrice e devastatrice della libertà: vale a dire lo statalismo. Anche il fallimento confessato del comunismo nel 1989 non li ha fermati. Con la stessa superficialità e accanimento, sono passati dall’ideologia marxista a quella nichilista del banale “pensiero unico”. Questa si oppone all’inevitabile globalizzazione e a quella che chiamano la “mondializzazione cieca”. Oggettivamente, invece, essa è tecnologica e intrinsecamente “cattolica”, universale: naturalmente, non è conforme all’orrore dello statalismo tanto amato dai partiti e i sindacati della massificazione, soprattutto in Europa. Esso si oppone a quello che definiscono il “radicalismo neoliberale”, che il movimento della libertà porta spontaneamente sempre con sé “sorprendendo” così l’establishement e il mainsteam economico-culturale, anche sul piano internazionale. Molti esempi si sono avuti ben clamorosi in questi ultimi tempi nel mondo intero. Il più strepitoso è stato quello con l’elezione di Trump negli Stati Uniti contro tutte le previsioni ufficiali mondiali: dalla stampa alle televisioni, compresi tutti i sostegni dei governi europei e i poteri finanziari del mondo intero. O anche del referendum che ha deciso il Brexit realizzato alle stesse condizioni contrariate, come pure la crescita spettacolare non solamente nella Francia detta socialista della destra popolare…

Queste scelte elettorali “sorprendenti” si realizzano malgrado le enormi forze contrarie realmente conservatrici e anche reazionarie (autodefinite progressiste) messe in moto con tutta loro potenza dall’ormai oceanico sistema statalista inevitabilmente sempre oppressore: è il destino del sedicente potere moderno di ignorare ideologicamente la realtà e di diventare fatalmente dittatoriale nella sua intrinseca strategia disastrosa. I politici, i sindacalisti, i giornalisti, i finanzieri, i professori soprattutto di università, gli intellettuali del relativismo, gli “esperti professionisti”, la maggior parte dei magistrati… ne sono gli attori che agiscono nel conformismo sociale e culturale sostanzialmente statalista del politically correct. Così i temi all’ordine del giorno e le tesi da discutere si riducono sempre più in numero e in argomenti. Fino a generare sacrosante reazioni dette populiste – in realtà molto razionalmente popolari! – che si manifestano in grandi eventi politici. I quali “sorprendono” per la loro radicalità molto pertinentemente antigiacobina e antitotalitaria. Meno male che esistono opposizioni esplicite – anche piccole – radicalmente religiose e razionali!

Il caso dell’eclisse dei temi profondi del lavoro e della DSC (la Dottrina Sociale della Chiesa) non sfugge a questa opposizione. Dopo una buona decina di anni nei quali detti attori dell’establishement annunciano riprese che non si realizzano; dopo che, per la loro entità risibile, queste ripresette costituiscono solo recuperi molto marginali delle perdite colossali realizzate dalla penuria economica, si possono solo costatare fenomeni che appaiono come sorprendenti e ignorati dagli “innumerevoli esperti comunicatori” in sondaggi e strategie.
Tre sono i temi che queste marionette del potere politico, economico e culturale hanno ignorato e continuano a ignorare. Essi costituiranno altri grandi sconvolgimenti che solo le reazioni popolari saranno capaci di affermare e promuovere. Innanzitutto la causa principale completamente dimenticata o rimossa della crisi economica: la denatalità! Il persistente e lobotomizzato malthusianesimo nel mondo avanzato ha ridotto la domanda interna dei paesi detti occidentali, i quali hanno provocato, con i criminali aborti e anticoncezionali, due miliardi di non nati negli ultimi cinquant’anni! Poi il fenomeno dei giganteschi debiti molto costosi che lo statalismo, anche sistematico, ha imposto non senza la complicità degli stessi elettori diventati edonisti (e fatalmente, con il tempo, impoveriti), più o meno in tutti i paesi. E infine il tema religioso, vale a dire il rifiuto laicista di Dio e delle Sue leggi naturali, che è la base di tutti gli orribili problemi generati conseguenzialmente: l’allontanamento e la negazione della creaturalità umana!
La voce della saggezza bimillenaria della Chiesa non potrà continuare a nascondersi in modo ancora afono. Essa “sorprenderà”, è certo, al suo completo risveglio, a causa della sua potenza e della sua sapienza magistrale.

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