Più di una decina di celebrazioni per la Festa dei Nonni citate in un articolo del 2 ottobre. Ma più di un centinaio di milioni in Europa, della generazione di detti senior, hanno veramente da essere fieri della loro festa?

Ne ho contate undici, ma mancava almeno la mia: l’Associazione “Nonni 2.0 – Famiglia e Società” (www.nonniduepuntozero.eu) che ha festeggiato degnamente la giornata del 2 ottobre, a Seriate, vicino a Bergamo presso la sede di “Russia Cristiana” e sotto la consueta direzione del suo presidente Ramorino e del vice-presidente Zola.
Non starò qui a riprendere tutta la panoplia dei meriti fin troppo evidenti di questa, ufficialmente negletta e silenziosa categoria: rarissima virtù, quest’ultima, nella nostra era logorroica.
Perfino il “primo” nonno d’Italia, il presidente Mattarella, si è distinto – con encomiabile presenzialismo – nella celebrazione particolarmente intensa in Italia. La quale si è indebitamente arrogata della paternità della festa dei due nonni canonici riconosciuti dalla Chiesa, Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria e nonni di Gesù. Ma tant’è. Lo statalismo laicista del nostro mondo modernista non si fa scrupoli nel sostituire i protagonisti popolari della Tradizione bimillenaria cristiana con l’anonimia delle cosiddette feste laicheggianti e secolarizzate alla “Babbo Natale”. Addirittura ci sono associazioni cattoliche che, altrettanto indebitamente, sostituiscono la celebrazione anche degli “Angeli Custodi” con la festa nei Nonni. E questo gabbando l’intrinseca funzione di unità familiare, di economicamente assistenziale per figli e nipoti, oppure di “sapienza” morale di tipo generazionale con quella divina di custodi angelici. Il nichilismo riduttivista e utilitarista dello Stato statalista ha già pensato di utilizzare la disponibilità naturale dei nonni come soluzione alla viabilità e alla sicurezza nell’entrata e nell’uscita dalle scuole… Il tutto mentre sta introducendo sempre più nell’insegnamento una funzione detta educativa, prerogativa costituzionale esclusiva invece dei genitori! La stessa Costituzione parla, per la scuola italiana, di “istruzione” e non di “educazione”: l’educazione appartiene tutta alla Famiglia!

Dunque Festa ai Nonni più che legittima. Ma, vien fatto di chiedersi: tra tutte le critiche unanimi e radicalissime accumulate negli ultimi cinquant’anni all’italica nazione, com’è che non vien mai fatto un’altrettanto e logico rapporto con la generazione che ha vissuto e prodotto cotanto sfacelo?
E perché le responsabilità culturali e politiche di questo mezzo secolo statalista non vengono addebitate  generazionalmente ma solo evocate in modo praticamente orfano? Nessuno mai ne parla. Eppure ci saranno chiaramente almeno due generazioni, dagli anni ’60, che hanno ingenerato la devastazione che tutti indistintamente denunciano! Riassumo molto brevemente detti misfatti.
Prima di tutto il deficit della denatalità. Noi della generazione dei nonni apparteniamo alla gente che ha deciso criminalmente di generare solo circa la metà dei figli che naturalmente avremmo dovuto far nascere: circa due miliardi di non nati, sia a causa di una umanamente criminale pratica dell’aborto, che per contraccezione massificata contro natura e ingiustificatamente. Tre-quattro volte la popolazione attuale dell’Europa fatta così morire oppure non sviluppare nelle pance delle donne. Da parte di altrettanto irresponsabili e ignobili uomini che hanno deciso di non riprodursi: per questo ci vuole un tasso di fertilità di 2,1 come minimo, mentre ci si è attestati a circa 1,3 in tutta Europa!
Secondariamente ci si è anche indebitati senza mai rimborsare, sulle spalle delle generazioni future.
Non solo, per una giustificazione edonistica, si è almeno dimezzata la generazione di figli ma, allo scopo di vivere ancor più al di sopra delle proprie possibilità, si è stabilito un diabolico patto politico con lo Stato statalista che ha permesso un altro crimine economico per cui i nostri debiti pubblici, già tutti trangugiati sia della nostra come della vorace generazione dei nostri figli, possiamo godere di un reddito permesso dal debito pubblico che continua ad aumentare imperterrito e strutturalmente. Siccome nessuno reclama (nemmeno i nostri più giovani), ne chiediamo all’Europa ancor più del 3% del PIL permesso (già permissivamente) da Maastricht!
Terzo, non riconosciamo ottusamente che la crisi economica occidentale dipende da questi due crimini.
Innanzitutto non si parla quasi mai che la penuria prodotta dalla colossale denatalità porta come conseguenza alla depressione gigantesca – al crollo cioè della domanda interna occidentale – del mondo detto moderno. Non altro! E conseguenzialmente che il debito pubblico, attualmente, ci costa intorno a novanta miliardi all’anno di tasse supplementari per i soli interessi che si devono pagare cash! Di tutto si parla fuorché di questi temi e misfatti essenziali. Per avere un piccola idea di cosa siano 90 miliardi, ci si ricordi che si sono stanziati, per combattere la disoccupazione giovanile di 40-50% della sua totalità, un quarantesimo di questa cifra mostruosa!
Di chi è la responsabilità? Dei governi? Dei parlamenti? Dell’Europa? Dell’euro? Certo da tutto questo.
Ma soprattutto dalle due generazioni che ne sono i responsabili politici. Le nostre generazioni che hanno veramente deciso di sottoporsi di fatto allo Stato statalista da loro stessi scelto, votando o non votando!

Le nostre generazioni, per l’essenziale sono quelle dei nonni e dei loro già adulti nostri figli.
Festeggiamo i nonni? Facciamo feste per tutto, anche “giustamente” per ricordarci di meriti parziali.
Ma il vero problema è che abbiamo un crimine sulla coscienza, anzi un doppio crimine, abominevole e generatore di altri, molti altri legati e conseguenti: soprattutto quello ideologico. Quello realmente religioso che attribuisce la supremazia allo Stato sulla libertà inviolabile e globale della Persona.
E, perdipiù, il tragico fatto che non li riconosciamo e continuiamo reiteratamente nella stessa linea!
Pensiamo all’abbassamento, per esempio e questa volta volontario, dell’età pensionabile appena approvato anche dal sindacato silenzioso sulle verità europee e naturalmente da un governo corruttore e irresponsabile che deve farsi approvare un referendum con un sonoro e ignobile .
Mai si parla che in Europa l’età media della pensione e della prepensione cumulata è di 56 anni e qualche mese! Di questi dati ce ne son pochissimi e non divulgati: ma tutti sappiamo che Caprotti è morto ben attivo a 91 anni ed io, nel mio piccolo, continuo a lavorare a quasi 73, in quanto – salute permettendo – si deve lavorare fino all’ultimo respiro. Magari diminuendo proporzionalmente… La pensione pagata dagli attivi è un altro crimine: perché non si parla mai del fatto che i contributi pagati realmente non son superiori al 18-25% del loro costo (per una longevità in crescita)?
Tutta roba, questa, pagata da lavoratori attivi – sempre meno! – con le loro impossibili o schiaccianti tasse di uno Stato dai governi demagogicamente statalisti e falsi: totalitari contro l’intangibile libertà.

Festeggiamo i Nonni? Possiamo sempre fare feste nel nostro impero in disfacimento totale.
Come i Bizantini che erano giunti a prelibatezze quotidiane come le lingue di pappagallo al ragù!
Ecco perché sono dell’avviso che lo si faccia sotto la protezione di Gioacchino e Anna, venerati come santi della stirpe di Davide a Gerusalemme da millenari (anche da sant’Agostino), piuttosto che da questa generazione cui si addice più la penitenza cosciente per aver peccato gravemente contro le leggi della natura e quelle rivelate da Dio. Peraltro, di Gioacchino, andrebbe ricordato che fu impedito ingiustamente e ignobilmente dal Sinedrio di offrire un sacrificio a causa di una sua supposta infertilità genetica – evidentemente involontaria! – per non aver dato a Israele la sua prole: per questo Gioacchino si ritirò nel deserto per penitenza e per vergogna (al tempo non essere prolifici era considerato – ingiustamente, va da sé – una conseguenza di gravi peccati contro Dio). Per conseguenza di ciò Anna diede alla luce Maria come miracolo dell’infertilità del marito.

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