Comunione e Liberazione da almeno una decina d’anni è diventata statalista, sia sul piano religioso che su quello politico ed economico. E il meraviglioso carisma di don Giussani? Ucciso e sepolto, sotto gli occhi almeno sbalorditi di tutti!

Alcuni amici di CL e cattolici parrocchiali mi chiedono pareri sugli ultimi episodi spirituali alquanto penosi al Meeting di Rimini. Il quale è pur sempre un avvenimento annuale, forse il più importante al mondo, tra quelli culturali e cristiani. Ormai sono piuttosto reticente a ripetermi. Ho scritto a più riprese sul mio Blog (www.francamente2.com)  quasi un centinaio di pagine in diversi documenti e post sulle gravi deviazioni spiritualiste, intimiste e soprattutto stataliste sul piano religioso, politico ed economico da parte della dirigenza del movimento. E, di conseguenza, del suo corpo ormai maggioritariamente  conquistato o rinnovato di candidati tradizionali del tipo Azione Cattolica a cavallo degli anni ‘50-’60: la stessa  organizzazione ecclesiale contro cui il fondatore don Giussani ha dovuto combattere strenuamente tutta la sua vita. Dopo pochi mesi dall’avvento del cardinal Bergoglio al suo pontificato, e col suo modernismo cattoprotestante a giorni alterni nella conduzione della Chiesa, mi son dovuto piuttosto ritirare dalle attività del mio movimento ciellino: per non trasformare quotidianamente la comunità cristiana in luogo di permanante disputa fatalmente adialogica a causa delle direttive pastorali false e casuistiche impartite. È da quasi dieci anni che sono così concentrato principalmente sulla preghiera e la meditazione, e naturalmente sul mio lavoro (ho 72 anni). Ho però partecipato, tra parecchie iniziative qui in Belgio, alla fondazione in Italia di Nonni 2.0 (www.nonniduepuntozero.eu) e, in modo particolare, ho passato le mie ultime vacanze con un nuovo raggruppamento denominato In Movimento a Norcia, paese natale di san Benedetto, grande fondatore (probabilmente il massimo) del monachesimo e patrono d’Europa. Lui stesso, supremo costruttore della civiltà cristiana e occidentale, ne aveva viste di tutti i colori, compresi i tre tentativi di avvelenamento da parte dei suoi frati benedettini…

Siccome l’uomo è sottoposto ontologicamente, da Adamo ed Eva, al peccato originale, il tradimento è sempre all’ordine del giorno ovunque e nella Chiesa. Gesù stesso ne è volontariamente morto prima della Sua gloriosa Resurrezione. Anche il primo Papa, Pietro, sentì cantare tre volte il gallo prima di assumere pienamente la sua missione ecclesiale fino al martirio. E a Roma dovette pure umilmente riconoscere – lui Vicario di Cristo – le severe, giuste e opportune critiche indirizzategli pubblicamente e fraternamente da san Paolo (che nemmeno aveva mai conosciuto personalmente Gesù)!
Ma al tradimento, come sempre, c’è la sicurezza della Trinità e della Madonna. Il tempo e i suoi avvenimenti mostreranno – stanno già mostrando –  il senso della direzione del Piano Salvifico Divino.
La storia millenaria della Chiesa immortale ne presenta, si sa, casi innumerevoli. Uno di questi è certamente stato il dono ricevuto dallo Spirito Santo di don Giussani consegnato al firmamento costellato da almeno tre Papi prodigiosamente rigorosi nella grande Tradizione (il beato Paolo VI, san Giovanni Paolo II e il Papa Emerito). Don Gius, anche in via di canonizzazione, ha costituito una stella di prima e assoluta grandezza nella storia di tutta la Chiesa.

Già con due documenti ho indicato la deriva eretica della dirigenza di Comunione e Liberazione rispetto non solamente alla sua storia – quella giussaniana – che l’aveva resa profetica e determinante  in tutta la seconda metà culturale del secolo scorso.
Il primo documento l’ho pubblicato su questo Blog con il titolo “Lettera aperta a CL”, il 12 settembre 2015 provvisto di 20 capitoletti in una trentina di pagine; il secondo è stato pubblicato il 5 agosto 2016 con il titolo “Lo statalismo, il cancro più mortifero della nostra era…”, dotato, in una doppia dozzina di pagine, di 24 piccoli capitoli.
Degli altri parecchi post, cito solo quello emblematico del 15 marzo 2016, dedicato all’exploit di Giorgio Vittadini, dirigente storico e di spicco di CL: in questo mio piccolo intervento, il professore di statistica all’Università di Milano, dopo aver constatato, in una inchiesta comparativa rigorosa, che in Italia ci sono almeno 750.000 funzionari pubblici eccedentari da decenni, ha affermato su Il Sussidiario dell’ultimo marzo che “non è questione di licenziarli”!
Tutti gli statalisti di CL italiani e europei sono stati così rassicurati. Compresi i politici collettivisti in antagonismo alla sussidiarietà della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa). I quali così possono continuare le loro orribili politiche economiche fondate sul clientelismo e sul consolidamento del potere dello Stato al di sopra e a detrimento di quello inviolabile e divino della Persona. Il dramma dell’umanità si è sempre svolto tra queste due polarità: quella dell’Homo religiosus, descritto mirabilmente dal geniale cardinale belga Reis, vale a dire della Persona cosciente di essere stata creato da Dio; e la seconda polarità, quella dell’uomo reificato, autosoddisfatto e sedicente autonomo, oltreché inevitabilmente sottomesso allo Stato, cioè all’organizzazione fattuale sottoposta all’idolo della tecnoscienza, pure ludica. Ma la civiltà si è potuta sviluppare solo allorquando la fattualità dello Stato si è sottomessa o ha riconosciuto veritativamente lo spirito della persona umana, nella Rivelazione. Ci si ricordi della distinzione evangelica e dirimente fatta da Gesù tra Cesare e Dio. Oppure della lotta vincente di sant’Ambrogio che scacciò dalla sua basilica milanese il potente imperatore Teodosio che brigava per sopraffare il potere spirituale della Chiesa. E questo, prima di giungere a farsi battezzare dallo stesso grande vescovo, come aveva già fatto anche quell’ex laicista raffinato di sant’Agostino, sempre a Milano dopo la conversione!

Ora, in effetti, è lo statalismo a cui il mondo e pure una parte importante della Chiesa hanno tendenza ad attribuire il potere supremo su quello spirituale: il che sta caratterizzando lo sconvolgimento distruttivo, anche economicamente, della nostra civiltà. Questo sovvertimento valoriale è generalmente non detto, anzi celebrato! Soprattutto i cattolici statalisti lo nascondono in una pratica relativista e casuistica che si appiattisce, in modo falsamente e demagogicamente critico, sul nichilismo dei partiti secolaristi. Nasce così la nuova e insignificante religione remissiva del “volemose tutti bene” e, quindi, della sedicente “CL senza nemici”… Invece il cristiano, alla inevitabile stregua di Gesù, ha nemici intrinsecamente agguerriti non appena si manifesta, anche solo ed esclusivamente con la molto deficitaria testimonianza silenziosa e personale, ora tipicamente ciellina. Inutile così nascondere sempre più nell’ombra il Mistero Trinitario e i Valori non negoziabili: l’essenziale del cristianesimo.

D’abitudine si parla di statalismo solo da un punto di vista economico. In realtà il politico e l’economico sono solo conseguenze del livello globale religioso e spirituale scelto e vissuto. Ma questo non lo dicono mai (o in pochi) i cristiani progressisti, anche i più impegnati con i loro alleati politici ignomignosi. Si è, in effetti, statalisti di fatto, in modo silenzioso e subordinato. Soprattutto quando si finge ipocritamente, nella fattispecie, di “lasciare ai cattolici la libertà [sedicente] di “decidere personalmente per chi votare”. Come se la libertà personale possa essere in antagonismo indifferenziato con il giudizio espresso anche e soprattutto in comune. E in pubblico.
In realtà, questa indicazione pastoralista altro non è che la ormai abituale attitudine a non dover e non voler veramente mai giudicare. E ciò contro il principio cristiano e molto giussaniano! di dover sempre e sistematicamente dare un giudizio cattolico allo scopo di poter ogni volta cambiare o contribuire a mutare la realtà secondo la visione e la civiltà cristiana. Ma molto più prosaicamente, questo atteggiamento di falso liberalismo (individualistico e fatalmente ignorante) è stato neutralizzato da una generale e ben costruita tendenza univoca e sotterranea a schierarsi – di fatto – per lo Stato e i suoi partiti più rappresentativi (principalmente di sinistra). E, naturalmente, più disposti a finanziare, all’occasione, il movimento e i suoi cosiddetti interessi corporativi… Che ognuno verifichi nell’elenco dei più di 150 invitati quest’anno 2016 al Meeting: i pro governativi statalisti sono la quasi totalità. I residuali sono anche già stati scandalosamente contestati in pubblico…

La metamorfosi di Comunione e Liberazione si è svolta, e si svolge sempre più, in questo processo infernale e apparentemente asettico. Ho conosciuto nei mesi scorsi un convento di giovani monache a Pietrarubbia, una piccola borgata nelle Marche vicino a San Marino, consacrate in controcorrente all’Adorazione perpetua dell’Eucarestia. Cercherò sempre più incontri come questo: segni che indicano, al di fuori degli avvenimenti mediatizzati e massificati dal potere, i percorsi misteriori, inevitabili e imperscrutabili del Piano di Dio Trinitario. Come esempio supplementare, c’è pure il convento dei giovani monaci benedettini, tutti statunitensi, venuti a Norcia a resuscitare la Tradizione che aveva meravigliato e affascinato la storia europea. Essi sono rigorosissimi nella loro cultura monastica in cui tutte le “Ore della Chiesa“ vengono recitate in gregoriano e in latino. Altro che lo squallido, devastatore e subordinato modernismo statalista… tanto in voga!
Mio figlio maggiore, adulto e sposato, è in CL e ha una molto vaga nozione, sostanzialmente, dell’ormai defunto carisma nel movimento di don Giussani (ma provvidenzialmente tracimato dappertutto) di cui è stato privato il suo movimento. Nella “globalità e nella sua  totalità, in tutti i suoi fattori”, come non si stancava di ripetere l’incomparabile e mistificato fondatore!

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