Molti economisti e giornalisti sussurrano orrori sui debiti pubblici : “Come li eliminiamo visto che non possiamo rimborsarli? O con una megainflazione oppure con un giubileo ebraico…”.

Siccome da una trentina d’anni li considero i due problemi religiosi ed  economici più gravi del pianeta detto occidentale (la denatalità e i debiti pubblici), ne seguo gli sviluppi e i commenti con attenzione particolare. L’ultimo articolo in questione pubblicato sul maggior settimanale economico belga, Trends-Tendances, cui sono abbonato dal 1977, mi ha particolarmente sorpreso. Intitolato “Mosè sarebbe più saggio di Mario Draghi?”, l’editoriale di Pierre-Henri Thomas non poteva che farmelo leggere subito senza esitazioni. Di solito ed immancabilmente, i pennivendoli chiosano su temi economici con argomenti economici creduti pertinenti, anche se verificati falsificanti ormai da decenni. Pure i più ottusi ed ignoranti economisti cominciano a sospettare le vere cause dei due problemi più gravi della nostra umanità come non solo economici ma soprattutto globali e culturali. Vale a dire religiosi. Donde il riferimento a Mosè e al “suo” giubileo in cui i debiti, soprattutto privati, sarebbero stati “annullati” ogni 49 anni: 7 volte 7. Falso! A parte il fatto che anche a Gerusalemme da molti secoli detto “anno del giubileo” non si verifica più, quando lo si celebrava era per restituire certe terre ai proprietari d’origine, per far riposare le terre e per liberare degli schiavi. In altri termini per affermare i principi religiosi per cui tutto appartiene a Dio, al Suo ordine e alla Sua libertà. Ma oggi, nelle nostre società secolarizzate, atee e reificate, che senso avrebbe un “giubileo” analogo?
E, anche su questo, l’interpretazione della Torah era molto disputata tra i vari rabbini. Benché molto collegati e interdipendenti, i due problemi della denatalità e dei debiti statalisti non sono oggi per nulla associati alla loro comune radice che è l’edonismo ateo o agnostico, ambedue modernisti. Anche questo giornalista Thomas ne è molto lontano. Parla solo dei debiti statalisti e introduce alla consueta soluzione dei grandi “esperti”, quella di una gigantesca inflazione generalizzata con tassi a due cifre per moltissimi anni allo scopo di riassorbirli invisibilmente senza pagarli direttamente. Poi introduce la nuova soluzione “sacra” di semplicemente non rimborsare per comodo decreto contrabbandato per divino. Non bisogna neppure epilogare su questa seconda ipotesi indiscutibilmente (ir)religiosa e tecnicamente utopica…

Tutti codesti “esperti” sono perfettamente d’accordo però che i debiti non solo aumenteranno ancora, ma nemmeno saranno rimborsati, come al solito del resto. Il tutto, immoralmente e senza dubbi intorno alla loro delittuosità, a carico delle generazioni seguenti. In ogni caso i giovani, competamente abbrutiti in quanto generazione, assolutamente non reclamano. Sono praticamente tesi o quasi a seguire le orme dei loro genitori fedifraghi e progressivamente pure impoveriti e ora  autogabbati. La cosiddetta uscita dalla crisi economica, infatti, non si realizza proprio: fin quando non ci si rimette a fare figli, almeno con una media di tre per coppia e per decenni, non ci potrà essere alcuna vera ripresa! Attualmente siamo ancora in Europa a 1,3-1,4 per coppia, mentre già solo per riprodursi occorrono 2,1!
Non si manomette il naturale sviluppo della sacra riproduzione umana per più di cinquant’anni senza gravi conseguenze sulla domanda interna dei paesi detti sviluppati occidentali: ora bisogna anche ricuperare il deficit di natalità cumulata (un miliardo e mezzo di non nati dal 1970: tre volte la popolazione europea!). Rarissimi ne parlano.
Quanto ai debiti pubblici di cui pure si parla – se ne è costretti! –  sono oscurati altri due suoi fattori centrali. Innanzitutto l’importo gigantesco degli interessi annuali che si devono pagare puntualmente cash. Essi bloccano tutti gli investimenti (in Italia sono intorno ai 90 miliardi all’anno!). Ma l’altro fattore, quello del debito privato e delle imprese non è abitualmente quasi sfiorato.
Per avere una idea, il debito anche dei giovani studenti negli Stati Uniti è passato da 700 a 1.200 miliardi in qualche anno (e già il 40% sarebbero insolventi!). In Cina, con una crescita scesa al 5-6% del PIL, il debito privato è già più del doppio dello stesso PIL. L’Occidente ha fatto tragicamente scuola, come pure il vicino Giappone. Altro che civiltà orientale!

Avete mai sentito che un partito cattolico, di ispirazione cattolica, abbia protestato per questo pieno, strapieno planetario di debiti? Mai. Solo Papa Francesco si è lamentato per lo strapotere dei finanziari, la nuova classe dittatoriale molto invisibile che decide al di sopra e a discapito di ogni vera  democrazia… Ma è proprio fondando crapulosamente la propria esistenza sui debiti che i finanziari emergano inevitabilmente e si organizzino anche come classe sociale, intrinsecamente come occulta e illegittimamente iperparassitaria. Tanto più che si strutturano in combutta con lo statalismo fondato sullo stesso principio simmetrico di vivere (vivacchiare) a credito. E soprattutto con l’orrenda supremazia dello Stato sulla Persona e la sua società civile. La cultura della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) non prevede, naturalmente, che lo Stato applichi questo principio inevitabimente forsennato di debiti infiniti e non sostenibili. I debiti pubblici non possono che aumentare senza essere mai rimborsati. Non è questo diabolico? Lo Sato, invece, dovrebbe, da buon padre di famiglia, avere riserve per far fronte, prudentemente, ai colpi duri della sorte: per esempio le calamità naturali… Teoria questa reazionaria? No, i privati possono certamente fare debiti. Tant’è che le banche accordano crediti, ma solo con garanzie ben razionali. I privati, calcolando il rischio, devono mettere in gioco il loro futuro anche impegnando tutta la loro struttura naturale, la Famiglia, a garanzia degli impegni presi nel futuro. Ma la dissennatezza del nostro tempo vuole che la Famiglia sia l’istituto naturale e sociale più attaccato e disarticolato della nostra era. Così non ci si può che inoltrare verso una colossale catastrofe autolesionista. Come? Rimandando il problema, i problemi tutti. La cosiddetta politica moderna è una oceanica serie di tentativi, sempre più scoperti, di falsificare la storia. Non si può alla lunga che ingenerare rivolte, anche irrazionali, di popoli che si ribellano. Brexit è da interpretare, molto semplicemente, in questo senso. Una sana rivolta popolare, pure non motivata strategicamente, contro le caste associate burocraticamente, dirigiste e dittatoriali. Delinquenziali, non meno che delinquenziali con tassi di tasse da rapina.

Che si prenda l’esempio di sant’Ambrogio, vescovo di Milano che combatté tutta la sua vita contro imperatori come Valentiniano I° e Valentiniano II° per il loro continuo tentativo di far prevalere il potere statale su quello religioso e ben globale. Egli combatté contro pure l’imperatore Teodosio che poi convertì al cristianesimo: tutti questi grandi politici volevano imporre il principio del potere di Cesare contro quello di Dio.
Ecco perché dopo i miei quarant’anni che vivo a Bruxelles, sono un cattolico sempre ambrosiano e milanese!   

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