IKEA-Matusalemme: il lavoro nella longevità gratuita

Tutti nel mondo sanno chi è ma non sanno né come si chiami né quanti anni ha. Né dove sia veramente nato e neppure cosa ora faccia. Da qualche mese, però si sa che ha donato una somma di circa sei milioni di euro (!) per aprire una strana fondazione dedicata a «far vivere e lavorare a lungo termine».
La notizia non può passare inosservata in un mondo in cui tutti, o quasi, sognano sì di vivere a lungo, ma non di lavorare più di tanto. La media europea del pensionamento reale è di 56 anni e qualche mese!
Il nome di questo personaggio, forse inconsapevolmente famoso, è Ingvar Kamprad, ha non meno di 88 anni e lavora come uno che è ancora attivo alla sua bella età. Si tratta dello svedesce fondatore di IKEA che tutti ben conoscono.

Ricchissimo, ha voluto creare la sua fondazione per longevità attiva nel suo minuscolo villaggio natale, di appena qualche centinaio di abitanti, nella Svezia meridionale: Agunnaryd, dove nel 1943 aveva iniziato le sue attività commerciali. Poi, per più di una quarantina di anni, ha vissuto all’estero dove ha assicurato col suo lavoro la fortuna che tutti ora conoscono.
La sua iniziativa non poteva non stupire. Essa è controcorrente con tutte le ideologie nichiliste, prodotte o appoggiate dalle organizzazioni del lavoro e dai partiti politici di massa. Per questi l’uomo sarebbe detentore di un fantomatico «diritto» alla pensione ad una età in cui il nostro svedese comincia a lavorare la sua seconda metà degli anni mediamente attivi per tutti i suoi dipendenti .
Ma la cosa più straordinaria è che le pensioni di cui, per il momento, godono tutte queste popolazioni «gaudenti» che molto prima dei 60 anni sono pensionate e prepensionate, sono state pagate solo per il 15-20% dai loro contributi. Il restante 80-85% è stato messo sul gobbone delle generazioni future!
Il crimine è stato possibile grazie all’assurdo ntervento del moderno statalismo intervenzionista in tutti i campi. Questo, con la sua ingerenza illegitimma e anti-democratica, ha legalizzato un furto colossale e gigantesco che sta contribuendo radicalmente alla crisi economica della nostra era (con gli interessi pesantissimi e intollerabili del debito pubblico).

Tutti i cosiddetti esperti economici, i sindacati e la maggior parte dei partiti politici non sanno più come fare per tenere fede alle promesse scervellate (oppure per poterle falsificare!). Queste hanno indotto il miliardo e più delle popolazioni occidentali a credere o essere complici a codesto gigantesco furto storico.Il fondatore di Ikea, con la sua iniziativa, suona una ben altra campana: non è dato di sapere se sia molto consapevole della perfetta onestà della sua iniziativa, tutta gratuita e già pagata, rispetto al ladrocinio organizzato e perpetrato ai danni dei giovani occidentali (che, disoccupati al 50%, non possono neppure rimborsare come scelleratamente preordinato). Vien fatto così di pensare a Matusalemme, personaggio mitico del Genesi nella Bibbia, morto a… 969 anni. Senza naturalmente welfare e mutue a gogo, anche lui non aveva molto la contabilità delle sue ricchezze agricole che metteva a disposizione di generazioni di giovani e meno giovani che lo consideravano con prestigio la loro memoria storica. Nella gratuità propria e intrinseca del lavoro: bisogna essere sempre in attività proporzionalmente alla propria salute fino all’ultimo respiro. Per destino e vocazione. Altrimenti si diventa solo dei consumatori fatalmente parassiti e non più dei rispettabili e ammirati produttori. Anche se a volte, a causa degli acciacchi dell’età, si è un po’ o molto diminuiti. «Il lavoro – diceva il professor Del Debbio a Milano – è l’essenza dell’uomo». E la sua gratuità permanente è propria della ricerca continua che noi tutti dobbiamo realizzare per lo sviluppo del valore aggiunto al Creato. Quello stesso che abbiamo trovato alla nostra nascita. Nell’abbondanza riconoscente dei figli e delle generazioni future.

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