La più grande dimostrazione della relativa stupidità dell’intelligenza umana è stata data, nel 2015, dalla contestazione aperta e scientificamente certificata delle teorie maltusiane dominanti da più di due secoli!

Benedetto XVI è stato l’ultimo papa ad affermare, globalmente e significativamente, l’intriseca debolezza della ragione umana che “scopre progressivamente i misteri della Creazione”.
L’arroganza dell’uomo che ha trasformato la razionalità in razionalismo – vale a dire la conoscenza accreditata ideologicamente, come dogmatismo gratuito, mentre è sempre e solo provvisoria – ha reso gradualmente schiava l’umanità della teoria forse più importante alla base della sua esistenza. Questa teoria è quella di Malthus, concepita alla fine del diciottesimo secolo, secondo cui la popolazione mondiale era già eccedentaria alla sua epoca. In realtà c’era sulla Terra non più di un quinto (!) dell’attuale popolazione mondiale che raggiunge quasi 7 miliardi e mezzo. Questa falsificazione, massimamente gigantesca e appariscente della realtà, ha ipnotizzato – e continua a farlo ancora sulla maggior parte del mondo detto opulento – tutto il pensiero umano: in generale quello degli intellettuali relativisti (anche politici) e degli scienziati scientisti. Questa falsa idea, applicata alla demografia, ha prodotto nelle due ultime generazioni lo stimolo e il background culturale all’oceanica denatalità quasi mondiale. Essa ha privato artificialmente le popolazioni del mondo di più di un miliardo e mezzo di nascite: tre volte l’attuale popolazione europea!
Non appena i mezzi di contraccezione (le diverse pillole) e non appena la banalizzazione, medica oltre che giuridica, dell’assassinio legalizzato dell’aborto sono stati messi alla portata della masse popolari, si è compiuta la catastrofe della sovversione delle leggi naturali e antropocentriche divine.
La denatalità massificata, in fondo, non è altro. Essa è stata realizzata anche e soprattutto sul piano strettamente morale e religioso. Va da sé che pure l’ideologia edonista, piuttosto stracciona e legata a questa visione radicalmente modernista (non moderna!) dell’esistenza, ha molto determinato questo crollo della denatalità a 1,3 (piuttosto che a 2,1 come minimo).
Ora l’evidenza che veramente non si esce dalla crisi economica – malgrado i reiterati annunci dei politici e degli “economisti” da anni – pone in primo piano che essa è semplicemente provocata prima di tutto dal crollo della domanda interna ai paesi soprattutto occidentali che hanno tutti seguito queste pratiche maltusiane. Così essa sta conducendo finalmente gli scienzati, anche i più conformisti americani e britannici, a  cominciare a rovesciare le false teorie dominanti in demografia e in economia. Molto in ritardo (di secoli!): si potrebbe dire che la stupidità è anche durata troppo.

Le pubblicazioni riconosciute ufficialmente scientifiche, sebbene ancora prive di analisi relative alle ragioni prime e ultime di queste falsificazioni clamorose dell’inglese Malthus, cioè la ribellione della ragione umana alla Luce sorgiva di Dio e del Magistero della Chiesa, pongono una stroncatura totale delle due idee acefali e anche (re)inventate dal neomaltusianesimo contemporaneo: la tesi dell’insufficienza alimentare sulla Terra (invece, si ha già una capacità quasi doppia di nutrire la popolazione mondiale, compresi gli sprechi colossali e gli usi illegittimi dell’agricoltura per la creazione impropria di carburanti); e l’altra follia eretica secondo cui gli uomini avrebbero tendenza a riprodursi con una progressione esponenziale (seguendo modelli matematici lobotomizzati in contrasto evidente con l’esperienza storica).
I grandi media americani e l’inglese Nature hanno largamente riportato questo capovolgimento del pensiero cosiddetto moderno. La cultura dell’uomo ha forse bisogno di esempi macroscopici per diventare veramente critica con sé stessa. Dunque per diventare vera cultura, molto semplicemente.
Considero questa contestazione e questa dimostrazione, scientifiche e condivise sebbene iniziali, di grande importanza per la salvezza dell’umanità (soprattutto relativamente alla cultura massificata).
Essere usciti dalla condivisione dell’ignoranza ideologica, perlomeno sul piano della divulgatione scientifica, non può che costituire l’inbocco di un ritorno storico dal pensiero centrifugato in rapporto alla realtà, dunque alla civiltà. La cosa potrà senza dubbio far piacere ad un grande cattolico come Ettore Gotti Tedeschi, l’ex primo ministro delle finanze vaticane, che sostiene piuttosto isolato e apparentemente senza  utilità queste idee da molto tempo…

La crisi economica conseguente può solo continuare il suo flagello in modo ineguale su quasi tutte le popolazioni al mondo, ma comincia nel contempo a trovare la sua possibile soluzione. Questa, in effetti, può solo ripartire da una ripresa radicale e salutare delle natalità, tanto più se, in  sovrappiù, per far fronte ai deficit paurosi e artificiali di più di mezzo secolo di narcisismi irreligiosi.
Oltre ai ringraziamenti al Creatore per questo possibile rovesciamento nel 2015, posso sperare nel 2016 a un ritorno alla ragione per tutta la creaturalità umana.
Non si può uscire veramente dalla crisi economica se non se ne capiscono le ragioni negate o rimosse, profondamente religiose e antropologiche. Il nichilismo e il riduzionismo contemporanei, che non fanno altro che abbassare l’umano alla sua miserabile e abietta dimensione sempre più animale, trasforma l’uomo in un essere completamente reificato e abbrutito. Privato della sua verticalità divina, “l’uomo creato a l’immagine di Dio” si disumanizza divenendo rapidamente uno zombi mostruoso consegnato al suo solo razionalismo fatalmente fallace e perdutamente disperato. In effetti anche radicalmente stupido. E questo, senza vere ragioni e negando in modo conformistico che la vita non ha senso assoluto: allorquando tutte le interpretazioni sono possibili e relativisticamente plausibili al sedicente diritto dell’individuo individualista, non ci può essere alcun discorso di senso in quanto tutto rischia di essere livellato e nulla è più vero.
Ecco dunque perché bisogna continuare, come sempre, a testimoniare pubblicamente – anche se politicamente in modo apparentemente perdente – la speranza irriducibile dei cristiani.

Commentaires

  • ottimo articolo che ahimè rimarrà inascoltato; ma guai a mollare.

    pierluigi ramorino11 janvier 2016

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