I musulmani sono situati tra due dittature : il terrore islamista che, con la sua sharia, li condanna a morte se si convertono ad un’altra religione, et la perdizione nichilista nel “pensiero unico” molto generalizzato dell’ edonismo miscredente occidentale. Quello diventato sfaccendato nella sua accidia ideologicamente strutturata.

Ho letto parecchi post di musulmani detti moderati sui social network che confessavano molto esplicitamente il desiderio di convertirsi al cristianesimo almeno più umano e razionale, ma che si sentivano impediti a causa della legge sull’apostasia del Corano: non solamente quello dei terroristi tagliagole dei califfati, che prescrive ai “traditori” della religione di Allah non meno che la pena di morte degli infedeli.
Tutti hanno potuto costatare lo stesso tipo di blocco, nel silenzio completo oppure nell’estrema rarità di contestazione, dell’immenso popolo islamico occidentale che non ha troppo osato mostrarsi in disaccordo con l’ultima carneficina di Parigi. Ancor più, si è stati sorpresi dal flop della doppia manifestazione indetta, tre settimane fa, dalle associazioni islamiche a Roma e Milano che annunciavano il famoso “Not in my name”: c’erano in piazza quasi tanti giornalisti e curiosi occidentali che musulmani mobilizzati (sembra poco più di un migliaio).
Il terrore è così sempre operativo per i musulmani i quali – nella quasi totalità – non possono (come non hanno mai potuto) rendere pubblico l’elementare e umano diritto della loro inestirpabile libertà religiosa. Vale a dire la prima forma di libertà che costituisce l’inaggirabile valore al supremo posto dei costituenti della Persona. Dio ha creato l’uomo libero allo scopo che possa eventualmente ribellarsi: affinché possa soprattutto amare i suoi congeneri disponendo del suo indispensabile e inviolabile arbitrio, e pure grazie ad esso. Quello stesso che permetterebbe anche agli islamici di amare veramente Dio in tutta e semplice libertà.
L’islam, nel suo insieme, dopo millequattrocento anni dalla sua fondazione, non solamente non ha l’aria di avere ancora compreso, né da vicino né da lontano, questo principio umano di base, ma non ha nemmeno percepito il suo primo corollario storico. Vale a dire non ha compreso il perché Gesù ha permesso che gli uomini – anche sotto la provocazione esplicita e reiterata – possano (come oggi) ucciderLo sulla croce come un malfattore di cui ci si era scherniti mentre Lo si torturava ignobilmente e ferocemente. E ancora meno, la quasi totalità dei musulmani non ha capito il perché Egli moriva pregando il Padre di noi tutti di perdonare i suoi assassini perché, sempre e veramente, “non sanno quello che fanno”.
Tuttavia, la testimonianza della Chiesa e dei cristiani sta penetrando la corazza di ottusità accuratamente ripristinata e curata che resiste alla dimostrazione di più di quattordici secoli di fronte alle clamorose menzogne esposte ed inculcate contro il cristianesimo.
È per questo che occorre rimanere particolarmente ammirati di fronte al coraggio dei rari musulmani convertiti, alcon il rischio del martirio, alla razionalità e alla verità del cristianesimo.

 

Ma la prova più clamorosa della mancanza profonda non solo di libertà, ma anche del suo pre-sentimento ancor più originario e di scaturigine negato o rimosso, è forse data ormai dai molti milioni di musulmani emigrati in Europa nell’ultimo mezzo secolo. E dalle centinaia di migliaia che continuano ogni anno a rischiare la vita per rendersi nei paesi liberi occidentali dalle radici cristiane. L’invasione massiccia e silenziosa di questi islamici, che vediamo ancora spostarsi in massa verso l’Occidente, contabilizza in modo evidente e, allo stesso tempo, culturalmente alquanto nascosta e non troppo cosciente questa ricerca primaria. Ricerca essenziale di libertà per ogni uomo, primo valore di eccellenza, sotto pena di abbrutimento sicuro! Vederli alla televisione incolonnati in cammino con bambini al collo verso i paesi della libertà (anche se credono verso i paesi limitati alla ricchezza), oppure verderli sbarcare in soprannumero, miseri e demuniti di tutto non può che indurre a compassione. La loro ricerca d’infinito visibile nei loro occhi che prefiguarno un futuro sconosciuto salvo quello della speranza, può essere solo  trascendente. E, a termine, strategicamente anti-islam.
Perché allora continuare a voler guardare i milioni di musulmani ora occidentali come un popolo forzatamente omogeneo, inamovibilmente  islamista e potenzialmente aggressivo?
Perché non considerarli misericordiosamente popoli di missione?
Solo l’indolenza e la pigrizia di un certo tradimento radicale dei cristiani può giustificarlo.
Invece, i nostri occhi che guardano tutto questo movimento anche da parecchi decenni (si è già infatti alla seconda-terza generazione soprattutto in Europa del nord) non possono che essere sconvolti e stimolati ad accoglierli. Almeno all’inizio. Con la determinazione e la fede dei Crociati, dovremmo essere emozionati e sempre mossi, da un lato, con un grande stupore per la loro vitalità apparentemente silenziosa in contrasto con la tiepidezza edonista del nostro livello di vita, mediamente, ventisette volte superiore al loro; e dall’altro lato, dovremmo combattere apertamente e prontamente l’aggressività inaudita del loro  estremismo violento anche armato e assassino. Noi cristiani occidentali abbiamo dovuto già fermarli e batterli in almeno quattro occasioni in grandi battaglie decisive (nel 733 a Poitier in Francia, a Otranto nel 1480, a Lepanto nel mar Egeo nel 1571 e a Vienna nel 1683). In effetti, i musulmani hanno sempre privilegiato la conquista degli uomini e dei territori attraverso la forza con le loro guerre permanenti denominate jihad. Da cui il totalitarimo intrinsecamente inscrtto nel DNA nel loro Corano. Solo il cristianesimo si fonda sull’Incarnazione!

 

Vittoriosi nelle suddette quattro battaglie storiche a difesa dell’Europa libera,  il nostro Vecchio continente, a partire dal secolo dell’illuminismo e della rivoluzione francese, si è progressivamente trasformato in nichilista e secolarizzato. Fino all’attuale era dominata dal “pensiero unico e liquido”.
Così  l’altra dittatura totalitaria di “riferimento” per i musulmani è attualmente quella di integrarsi nel relativismo miscredente dell’Occidente. Tanto più che essi sono, in questo caso, vittime anche dell’oceanico malinteso secondo cui l’Occidente sarebbe oggi totalmente cristiano. Invece il cristianesimo è realmente minoritario e pure perseguitato dal laicismo molto maggioritario o dominante. Ecco perché occorre che ogni cristiano si trasformi attivamente in militante innanzitutto religioso che distingue continuamente in modo netto la natura profondamente salvifica (globale) della Resurrezione di Cristo: di fronte al reativismo autocreativo e all’ateismo nullafacente di tutto l’Occidente: l’accidia!

Laisser un commentaire