Perché i potenti e sedicenti miscredenti sono così superficiali, primitivi e – si dice – poco intelligenti? La cultura massificata è talmente riduzionista e banalizzante che confina totalitariamente il dialogo agli antipodi dell’umanità.

Due domande preliminari. Perché la sfida all’eterna intelligenza lanciata da Pascal quasi tre secoli fa è stata molto spesso bypassata culturalmente, mentre gli uomini detti moderni hanno cominciato a dedicarsi all’agnosticismo? Perché i nostri contemporanei che hanno comunque conquistato il valore della democrazia tollerante, frutto di secoli di lotte, vi rinunciano facilmente per affermarne solo la metà, vale a dire negarla totalmente, allo scopo di imporre solamente la loro idea partigiana? Mi spiego.
Blaise Pascal ha avanzato ai suoi contemporanei, che già si consegnavano all’ateismo illuminista del secolo seguente, la sfida razionale di considerare che credere in Dio è più interessante del suo contrario in quanto, in ogni caso, non c’è nulla da perdere e tutto da guadagnare. La stessa proposizione è stata pronunciata pertinentemente da papa Emerito Benedetto XVI ai Bernardini a Parigi nel famoso discorso durante l’abbastanza recente suo viaggio memorabile.
Allo stesso tempo, gli attivisti ideologizzati dei nostri giorni non discutono nemmeno veramente con quelli che considerano i “loro avversari”. Per esempio, i credenti (ma non solamente), accusandoli, soprattutto gli attivisti gender, malgrado l’evidenza contraria anche dimostrata e reiterata di essere “antidemocratici o omofobi”. Essi giungono pure a sostenere violentemente, con azioni brutali e fisiche fino ad infliggere ferite, per esempio ai manifestanti inoffensivi delle Sentinelle in piedi. Ben sapendo che esse sono rigorosamente silenziose e immobili, senza alcuna reazione alle provocazioni virulente mentre leggono meditativamente un libro… Questo sia in Francia che in Italia. Da anni e nell’indifferenza acritica di tutti gl’innumerevoli media laicisti.
Ma attualmente, gli atei intolleranti sono anche giunti a negare perfino l’obiezione di coscienza, imponendo leggi scellerate con la dittatura della maggioranza (come l’aveva predetto da più di un secolo il liberale francese Toqueville, dopo il suo viaggio negli Stati Uniti).
L’estrema e sacra difesa dell’uomo-cittadino nel rifiutare di compiere atti professionali o civili contrari alle proprie convinzioni è ora vietata dalla legge. In Italia ancora si resiste. Si è così andati oltre la frontiera intangibile anche della libertà personale nella violazione del suo essere individuale: fondamento basilare della democrazia e della civiltà occidentale che garantisce alle minoranze i diritti accordati dalla legge alle maggioranze.
E questo indipendentemente dalla verità che lo Stato non può mai totalmente rappresentare. Soprattutto nelle questioni morali!
Gli esempi di queste aberrazioni negli ultimi anni sono legioni sia in Europa che in America. In Italia sono pronti progetti di legge in via di approvazione al parlamento che prevedono, anche lì, la prigione in caso di esplicitazione pubblica di dissenso alle tesi delle leggi: ecco che così si vuole reintrodurre il famoso delitto d’opinione già abolito dal Diritto Romano. La follia! Oramai, anche in Italia come spesso all’estero, un “delitto” può essere sanzionato con la reclusione, nel caso di rifiuto di compiere un aborto, di unire in matrimonio due omosessuali oppure di pronunciare propositi contrari a ciò che è affermato dalla legge, per esempio a favore del gender.

Cosa è successo nelle nostre società che costituiscono ancora oggi il modello di civiltà per l’intera umanità, indipendentemente dalle sue culture di origine?
Qui non si stratta solo della mancanza del dialogo sociale e politico.
Quale dialogo, peraltro, se non quello praticato unilateralmente in modo masochista e surreale da cattolici timorati e astratti? Invece non giungono nemmeno a presentare interlocutoriamente le loro posizioni per almeno essere ascoltati inizialmente: si è molto lontani da ciò che si può chiamare dialogo. In quanto politici politicistici, i miscredenti capiscono solo la forza dell’azione politica. Qui ci si trova di fronte a divieti più che nazifascisti, tanto più che questi sono immotivati. La superficiaità e il primitivismo non sono più sufficienti a definire i loro atteggiamenti operativi. Si tratta della messa in gioco della semplice intelligenza elementare. No, non di quella del Logos. Ma solo dell’intelletto. Quelli che che accusano questi modernisti di totalitarismo non errano affatto quando definiscono queste posizioni dipendenti da una lobotomizzazione volontaria e già incosciente dell’intelligenza umana. Quella fatta ad immagine di quella di Dio. La Chiesa non ha mai smesso, anche per mezzo dell’insegnamento di papa Francesco, di richiamare tutti questi principi, compresi quelli dell’intangibile obiezione di coscienza condannata alla prigione e ridicolizzata spiritualmente dall’odioso e catastrofico statalismo degli attuali principali governi. Che siano americani (Obama), francesi (Hollande), inglesi (Cameron), tedeschi (Merkel) o italiani (Renzi), sono tutti orripilanti laicisti (più o meno) tanto più se si considera che sono anche riduttivisti, supeficiali e primitivi. Degli altri paesi, meglio non parlare…

Cos’è nello specifico questo statalismo stolto e ignorante? Si tratta della visione politica in ogni caso tirannica e assolutistica malgrado le sue apparenze ingenue e perfettamente scontate, secondo cui lo Stato col suo potere è predominante sulla Persona: questa è sempre portatrice della sua irriducibile libertà.
Il livello di azione solo esteriore e banale,  proprio della concettualizzazione materialistica dei temi contemporanei, è tale che il piccolo e ridotto spirito, correntemente diffuso, è normalmente incapace di percepire una complessità, oppure si rifiuta di percepirla, di rango superiore.
M’è accaduto di vedere alla televisione settimana scorsa, durante la notte, una fetta di trasmissione – una premiazione alla maniera degli award  a cantanti e band – di veri e propri mutanti umanoidi appartenenti ad un apparentemente lontano futuro fantascientifico, disumanizzato e transumanista pieno zeppo di decibel e di effetti ottici luminosi. La loro elocuzione era assolutamente afasica e sminuzzata in una paurosa penuria miserabilista di parole (e di concetti). Era invece probabilmente in… diretta: una emissione molto semplicemente americana.

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