L’ignoranza e l’ingenuità economica di una certa generosità europea: la reciprocità relazionale e la misericordia nello statalismo nichilista e irreligioso.

Leggevo in questi ultimi tempi i titoli di varie pubblicità giunte sul mio computer che, ancora una volta, mi avevano intrigato e irritato a causa dell’ignoranza economica dei loro mittenti ancor più che per la sfrontatezza con la quale falsificano i loro messaggi. Riassumendo, tutte queste e-mail spedite da associazioni di carità dicevano: “Versateci il vostro 5 per mille, è gratuto”. Gratuito? Mia moglie, particolarmente attenta alla pubblicità ingannevole, voleva anche resiliare immediatamente – in una delle sue collere molto passeggere – il nostro sostegno familiare e abituale ai sei bambini che seguiamo a distanza (attraverso la missione internazionale di una associazione cattolica italiana, di cui abbiamo fiducia, e che faceva parte di dette pubblicità). Peraltro riflettevo, in questo periodo di generosità invadente, irrazionale e gratuita, sull’esposizone scervellata in tutte le catene di televisione europee, degli ingenti e problematici aiuti alla Grecia. Et questo sulla scelta – apparentemente popolare – di versare molti miliardi ai Greci tuttavia sempre insolventi per i prestiti che si sono loro accordati negli ultimi anni (a sei riprese!). Il problema corollario, soprattutto per i cattolici ai quali la mia famiglia si rivendica di appartenere, è questa ignoranza della verità economica e dell’autenticità relazionale, considerate anche una prerogatica intrinseca dei cristiani.

In primo luogo, il versamento del 5 per mille richiesto non è per niente “gratuito”: si tratta di una delle innumerevoli tasse obbligatorie per tutti – già pagate se non già ancora totalmente attribuite – che si dovrebbero piuttosto eliminare, come la maggior parte delle altre, nelle nostre società europee.
Qualche anno fa avevo calcolato che dovevo lavorare tutti igiorni fino alle quattro meno un quarto del pomeriggio per pagare le mie tasse statali e stataliste. Normale, si potrebbe dire, in Stati dove tutti, quanto meno i produttivi, lavorano fino a fine agosto o all’inizio di settembre per mantenere società che spendono, in deficit sistematicamente cumulato, molto più, da una cinquantina di anni, del loro PIL (Prodotto Interno Lordo). Questo, naturalmente, per permettere ai loro popoli di vivere al di sopra dei loro mezzi. Ma se si vogliono veramente diminuire le tasse, bisogna prima ridurre le spese per coprire le quali esse sono state emesse. In effetti, le tasse e i debiti pubblici non sono una fatalità. Essi non fanno che pagare un tenore di vita e di clientelismo burocratico che non ci si potrebbe permettere. In sovrappiù, i debiti pubblici, diventati colossali quasi in ogni paese, costano enormemente ogni anno per i loro interessi: una vera fortuna dedicata a mantenere e nutrire una classe finanziaria parassita e ben nascosta (spesso nemmeno comunicata) dai politici e dagli intellettuali detti esperti (come pure dall’oceano di giornalisti pennivendoli).
In secondo luogo, una vera associazione cristiana non solo dovrebbe evitare di praticare il marketing pubblicitario ingannevole (molto più degli altri), ma dovrebbe anche sostenere sempre l’abolizione di tutte le tasse fino a giungere a non più del 30% del PIL. Vale a dire abolire grosso modo più della metà reale della tassazione attualente in vigore in tutti i paesi europei. Soprattutto in Italia e in Belgio (oltre beninteso che in Grecia), i paesi più indebitati. E Dio sa se il 30% di tassazione, per tutte le società libere e democratiche, non sia già molto abbondante!
Una associazione cattolica, soprattutto oggi, ha il dovere di mettersi alla testa di ogni rivendicazione per ridurre radicalmente il folle livello di fiscalità che costituisce il cancro già largamente in metastasi nell’economia dei nostri paesi europei. Si tratta del primo impegno sociale cristiano – dopo quello della lotta alla denatalità – della nostra era, ahimé, molto statalista. Al di là di questo dovere, si situa solo la libertà irriducibile dell’uomo di ricercare la sua Redenzione personale. Si tratta di un molto grave attentato alla libertà, ed anche alla escatologia: renderlo schiavo delle tasse! Soprattutto quando si tratta di esercitare la virtù (teologale) della Carità la quale presume giust’appunto la libertà. Ci sono pure parecchi movimenti ecclesiali che non solamente sostengono statalisticamente le innumerevoli iniziative pubbliche, ma che teorizzano anche la presunta “necessità” dei sedicenti “corpi intermedi” per la supposta “salvezza della società civile”. Ci si chiede in che mondo vivono… Manca totalmente a questi gruppi comunitari una coscienza minimale della patologia più grave, et progressivamente mortale, del nostro mondo e della sua crisi antropologica, prima ed oltre che economica. Si tratta qui dello statalismo e dell’edonismo che, negli ultimi decenni, hanno solo accumulato mostruosamente l’orrore di una burocrazia sempre più pesante, sul piano quantitativo, e più costosa, sul piano economico. Il tutto, scaturigine di una visione originaria sempre più irreligiosa che induce a rivoltarsi a Dio e alla Sua civiltà trinitaria la quale ha portato, e sempre apporta, la vera salvezza nel mondo.
Il problema attuale, sul piano politico ed econonomico, è come liberarsi di questa orrenda classe burocratica invadente in modo permanente. Al punto che non si giunge a mettere all’ordine del giorno dei partiti politici la loro riduzione. Essi sono diventati elettoralmente inaggirabili: una vera e propria forza sociale parassitaria e gigantesca che genera anche una cultura societaria ideologicamente devastante. E nichilista, obiettivamente sempre nichilista.

Questa enorme massa apparentemente inerte, in gran parte inutile e inefficace, si è organizzata in ogni caso meticolosamente, con il supporto delle organizzazioni storiche del materialismo marxista. Così, negli ultimi decenni, essa si è anche strutturata in sindacati, partiti, gruppi di potere e movimenti… E in privilegi legalizzati. Particolarmente in Grecia. E soprattutto essa è stata capace – se non di essere generalmente necessaria e utile per la società civile – di produrre una grande quantità di quelli che sono stati chiamati gli”opinion maker”, quelli che costruiscono e fanno la propaganda delle opinioni che diventano largamente pubbliche. La loro inamovibilità consiste non nell’utilità constatata e provata dei loro rari, spessissimo pleonastici e quasi sempre autogiustificati servizi, ma essa dipende dall’azione permanente secondo il principio classico dell’”agit prop”: l’agitazione e la propaganda che occupa e domina la comunicazione detta moderna. In effetti, qual è la forza sociale che ha installato il disastro della dominazione dello Stato sulla Persona, vale a dire il rovesciamento totalitario dell’anticiviltà nichilista sopra quella cristiana?
Semplice, tutto l’ormai innumerevole e molto pleonastico personale su libro paga dello Stato stesso!
Così si è giunti a casi di masochismo sociale al più alto grado di paradossalità.
Che si pensi a questa attuale cosiddetta generosità, di cui sono ripieni i nostri schermi di televisione in tutta Europa, per rifinanziare la Grecia: essa sarebbe proposta da società civili che sono anche notoriamente individualiste e non idealiste o altruiste. Ebbene, queste moltitudini sarebbero diventate generose irrazionalmente con, secondo l’espressione volgare ma precisa di certuni tra i nostri contemporanei , “il culo degli altri”. Allorquando non si produce veramente, il fatidico “culo” è sempre quello degli altri…
Ma bisogna essere generosi e anche misericordiosi in rapporto ai bisogni degli altri, dei prossimi?
Gesù ci aveva insegnato a farlo per i poveri (del Suo tempo, naturalmente, che coincidevano strutturalmente con i famosi “poveri di spirito”). E la civiltà cristiana è così diventata esemplare e storicamente pure dominante.
Ma ad una condizione indispensabile e iniziale: la coscienza e il pentimento pubblico dei popoli e delle persone soccorsi. Gli eserciti degli alleati della seconda guerra mondiale sono venuti a morire in Europa continentale per salvarla dalla barbarie. Parlerò dunque dei “poveri” del nostro tempo del “welfare state”, della gratuità unilaterale e non necessariamente perdonata in anticipo, della reciprocità – per esempio, della molto santa Carità di Madre Teresa – in uno dei prossimi post. Me lo sono imposto: il mio Blog non avrà testi troppo lunghi: solo necessariamente lunghi, per confutare la congerie di balle del nichilismo relativista!

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