La “sindrome delle catacombe volontarie”. Ormai esiste un laicismo degli stessi cattolici che non solo sarebbero destinati, dal nichilismo ateo o agnostico, a vivere la loro fede nelle sacrestie, ma persino nelle catacombe moderne dove vi si rifugiano anche attivamente.

Bisognava che Papa Francesco stesso ricordasse a tutti i cristiani che è loro dovere, in quanto laici, di intervenire, secondo il loro ruolo e la loro intrinseca missione, politicamente nel mondo.
L’attacco forsennato dei laicisti e relativisti contro le radici della civiltà occidentale, globalmente e unicamente cristiane, non si sta solo attuando ma sta giungendo a compimento in tutti i nostri Paesi occidentali. Quasi tutti i cristiani laici, ma anche la maggioranza del clero e dei religiosi, non smettono di sonnecchiare nelle loro calde coperte d’inevitabile spiritualismo opportunista.
Invece, sui media, nelle scuole e nei parlamenti europei, si è di fronte ad un fervore d’iniziative (e di consensi non solo apparenti) da parte delle pattuglie – dall’intenso nichilismo attivo – dette del Gender e dei LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual Transgender). Da anni, quest’attacco si concentra anche sulla (dis)educazione diretta dei bambini nelle scuole, anche all’insaputa illegale (generalmente anticostituzionale) dei genitori, e con progetti legislativi scellerati che sono superficialmente trasformati in leggi!
Nel periodo pasquale in Europa, si svolgono abitualmente, in quasi tutte le parrocchie e nei movimenti ecclesiali, innumerevoli “esercizi spirituali”, spesso in luoghi di rarissima bellezza e conforto di silenzio, che solo la civiltà cristiana ha saputo creare e, soprattutto, tramandare fino a noi. In tutte queste assemblee giudiziosamente meditative e preganti, parole come “nichilismo, relativismo, secolarizzazione, LGBT, Gender, laicismo…” non sono quasi mai conclamate in analisi come, ben abbondantemente, tutte le altre parole proprie alla spiritualità tradizionale. Da cui, infine, l’appello del Papa reso fatalmente tardivo dall’insistenza, potremmo dire ossessiva, anche di tutti questi esercizi su tematiche quasi esclusivamente orientate alla sola trascendenza.
E gli esercizi sono solo esempi delle abituali pastorali cattoliche, spesso svuotate di senso veramente religioso e reale: tutto, non solo il verticale, è e deve essere – come dicevano i latini – religato (etimo di religione).

La letargia quasi totale dell’universo cattolico verso il sociale e la politica ha così consegnato le chiavi delle porte del mondo alle organizzazioni nichiliste e laiciste. Peggio, molti cattolici sono diventati dei promotori d’auto-laicismo, rendendo solitaria la ricerca trascendente e la pur sempre indispensabile pratica liturgica. La verticalità spirituale si è così separata dall’orizzontalità della vita sociale e civile. Tale separazione è diventata un vero divorzio di cui si giunge anche a vantarsi: l’homo catholicus, a rare eccezioni, non si preoccupa (ufficialmente) altro che della sua vita detta spirituale, della sua ricerca del Dio vivente e della incerta e nominalistica sequela di Cristo. Ma, siccome egli resta sempre un uomo del suo tempo, è inevitabilmente obbligato a prendere posizione, così come ogni altro individuo, sia esso ateo o areligioso. E qui scaturiscono spesso imbarazzanti silenzi oppure esempi della panoplia di banalità sostanzialmente irreligiose e astratte pronunciate pedissequamente anche dai cristiani detti praticanti. Appare generalmente evidente, almeno dal ’68, la constatazione drammatica per cui “se tu non ti occupi di politica, sarà la politica a occuparsi di te”. Quindi se tu, cattolico, ti occupi solo della tua anima, saranno gli scervellati irreligiosi, e soprattutto i nichilisti, ad occuparsi della politica, della cultura e della civiltà, ovviamente secolarizzate e quindi irrazionali o razionalistiche, vale a dire opposte alla razionalità, secondo la definizione di papa Ratzinger.

Assurda, dunque, è stata la scelta di chiudersi clericalmente in una catacomba volontaria, mentre nuovi barbari irrompono per sconvolgere tutta la civiltà anche educativa. Non pochi cattolici, in sovrappiù, si raccontano che, comunque, “la battaglia è persa: le leggi nichiliste sono già e saranno sempre di più, produttrici di scelleratezze contro la Verità e la Vita”.
Innanzitutto, non è proprio così vero.
Da quando, peraltro, il successo è diventato un criterio cristiano, tanto più se senza speranza divina?
E poi, come potremmo testimoniare allo stesso modo fatto da Gesù sulla Croce (con relativa e prodigiosa Resurrezione)?
Il Cristo ben sapeva che, se non si fosse recato a Gerusalemme per le festività (anche molto sociali) di tutti gli ebrei a Pasqua, avrebbe potuto evitare comodamente la Passione e Morte prevista comunque dal Cielo!
Il numero incredibile di martiri del nostro tempo (11 assassinati all’ora, per quanto si ha notizia) testimonia esattamente il contrario della rinuncia volontariamente catacombale dei cristiani occidentali e dei loro movimenti laici, anche se ecclesiali.

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