L’edonismo straccione dell’Europa indebitata e impoverita dalla denatalità non può uscire veramente dalla crisi, non solo economica, senza un semplice ritorno a Dio.

La vittoria in Grecia di Tsipras ha portato in primo piano tre parole già ben conosciute: crisi, debito e denatalità. Tutto il nostro Vecchio continente si ritrova come stordito da queste tre parole che si stanno riunendo, a poco a poco e inabitualmente, nello stesso discorso. Si comincia a parlare dello smarrimento della crisi europea da parte degli economisti anche per la sua strategia ; poi si evoca la paura nei nostri paesi di non essere rimborsati dei colossali crediti accordati ad Atene ; e, infine, ci si lascia sorprendere dall’improvvisa vertigine nel constatare un mezzo secolo di denatalità, irreparabile anche a termine (o quasi) : la fertilità è di 1 virgola qualche decimale al posto del matematico 2,1 per conservare lo stesso livello di popolazione !
E poi ci si meraglia delle invasioni di immigrati…
I media e i dibattiti continuano a utilizzare queste tre parole in tutte le salse. Ma spesso cominciano a farne riferimento al loro proprio paese e non solamente alla penisola greca, compreso il suo bel vasto arcipelago così poco utilizzato. Finalmente, si potrebbe dire, si inizia a ragionare veramente!
Si arriverà tra poco a mettere certamente in giusto rapporto queste tre parole tra di loro, trovandone la comune matrice di depravazione. Dunque si giungerà a capire veramente come i problemi politici, economici e culturali della nostra contemporaneità potranno essere risolti.
L’allontanamento radicale dalla cultura cristocentrica e teocentrica – sebbene incondizionatamente per il modello della società democratica sul piano politico –, che ha caratterizzato gli ultimi secoli (dal Rinascimento), ha trovato la sua attuale apoteosi a partire dagli anni 50-60. La ricerca progressiva di un edonismo massificato ha compiuto la sua parabola nelle nostre società autosoddisfatte celebranti l’uomo autonomo modernista (non moderno!). Questi si vanta stoltamente di non più essere creatura di Dio e di non appartenerGli. In effetti, egli si è dedicato ad una ricerca senza limiti del suo proprio piacere onanista con il contributo di due scelte storiche contro le leggi eterne del Creatore. Facendo pochissimi figli e indebitandosi mostruosamente grazie allo statalismo, per vivere al di sopra dei propri mezzi. Vale a dire pianificando in modo razionalistico (non razionale !) una vita pseudo-opulenta et sostanzialmente mediocre o dissennata, molto poco laboriosa e quasi «senza rogne di marmocchi», centrata pure su un «edonismo straccione e a credito». E, giust’appunto, indebitandosi immoralmente senza alcuna intenzione di rimborsare! Sulle spalle del futuro, va da sé: in realtà sui residuali figli e nipoti, antidemocraticamente ignari e caricati del grande fardello. Il modello greco non è poi così tanto isolato.

Dopo decenni di questo programma scervellato, inumano e globalmente suicida, la crisi è puntualmente scoppiata (anche in varie forme). La domanda interna dei paesi occidentali ha registrato il suo progressivo crollo provocando una recessione economica storica da cui si ha, e si avrà, molta difficoltà ad uscire in quanto non se ne è nemmeno identificata ancora chiaramente la causa: la denatalità che ha prodotto molto più di un miliardo di «culle vuote» che, naturalmente, non hanno bisogno di produzione di case, cibo, macchine… Allo stesso tempo, i debiti statali hanno raggiunto livelli giganteschi al punto che si rischia, ormai, di non più poterli rimborsare (fino ad oggi non si è reso nemmeno un euro). E gli interessi annuali obbligatoriamente da pagare hanno impoverito i paesi che non hanno più denaro da investire per permettere a più della metà della gioventù europea di non rimanere nella vergogna della disoccupazione e del precariato.
In Italia, questi interessi annuali sono spesso più alti di 90 miliardi, vale a dire tre volte una manovra finanziaria! E si vogliono quasi unanimemente aumentarli per necessariamente rilanciare l’economia. Sempre però senza spiegarne le conseguenze e, soprattutto, senza diminuirne la causa principale: le spese oceaniche per gli statali e assimilati. Questa gigantesca clientela statalista è largamente eccedente da decenni nello Stivale, per esempio, di 700 mila posti diciamo di lavoro amministrativo, assolutamente pleonastici. Ma tale situazione è comune anche in quasi tutta Europa: in Belgio è anche peggio. Nel frattempo, in sovrappiù, la popolazione pseudoedonista europea è pensionata, oppure prepensionata, all’età media scandalosa di 56 anni e qualche mese. Sì, sì, avete ben letto: 56, con una speranza di vita residuale più lunga di quella del lavoro. Di ciò non si parla o quasi, allo stesso modo dei cosiddetti sapienti economisti che, oltre à non aver previsto e capito veramente la causa della crisi, non hanno nemmeno fatto allusione, per anni e per ignoranza professionale, al fatto ignobile che il popolo greco aveva falsificato anche i bilanci contabili. In democrazia, in prima e ultima analisi, ogni popolo è responsabile per definizione delle azioni dei propri governi: che ce lo si dica! I britannici hanno eletto Cameron con la promessa di licenziare mezzo milione di statali: è esattamente quanto hanno fatto scremando 490.000 funzionari senza toccare gli strategici poliziotti e insegnanti.
In quanto italiano in Belgio da più di 37 anni, conosco purtroppo bene i miei due paesi tra i più indebitati d’Europa: 135% e 105% del loro PIL, con la Grecia a 175%…

Il ruolo dei cattolici in questo disastro preannunciato, coscientemente costruito e mistificato per molti decenni, non è stato edificante, all’evidenza. Pertanto, era nostro dovere e compito specifico di segnalare, oltre che di testimoniare, questa analisi della catastrophe nichilista, ateista e irresponsabile della nostre due ultime generazioni. Io, avevo pubblicato questa analisi nel 1994 in un libro ancora online sul mio Blog (www.francamente2.com). In effetti, esiste anche un certo laicismo interno alla Chiesa assolutamente conforme al «pensiero unico» del secolarismo militante contemporaneo.
Tutto ciò permette anche di misurare il grado di penetrazione della crisi religiosa, antropologica e culturale, dunque economica, nei ranghi dei cristiani.
Così le accuse ai molto veri cattolici di essere fondamentalisti, ultracattolici o integralisti da parte dei nichilisti e relativisti (soprattutto della sedicente sinistra, ma non solo), appaiono in tutta la loro inconsistenza lobotomizzata. Il loro laicismo militante, intollerante e anche totalitario, è diventato completamente al di fuori della storia.

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