Cos’è in effetti lo spiritualismo nella Chiesa di oggi ? Prendiamo per esempio, l’Azione Cattolica oppure anche altri movimenti ecclesiali.

Il livello dell’azione nichilista e relativista della nostra epoca è talmente elevato che la reazione dei movimenti cattolici s’è fatta  sempre più varia e, sostanzialmente, di facile prevedibilità : spesso essi inclinano verso l’intimismo e il relativismo. Anche movimenti cristiani, tradizionalmente molto «incarnati» e vivi, si rivelano a volte «in fuga» dalla perversa contemporaneità inoltrandosi negli itinerari che si son sempre chiamati «spiritualisti e disincarnati» dalla realtà economica, culturale e sociale. Et questo, a causa del fatto che l’umanità è già molto ridotta alla sua cosità, alla sua – in effetti – inaccettabile reificazione materiale.
Se c’è una religione totalmente antispiritualista, essa è particolarmente, singolarmente e originalmente quella cristiana. Dio ha anche inviato suo Figlio trinitario, Gesù, sulla Terra come totalmente uomo. Per mostrare a tutta l’umanità con l’esempio, vale a dire con il Vangelo e la vita pure pedagogica della Chiesa, come evitare di vivere la religiosità in modo moralista e separato dall’esistenza. In effetti anche la vita clericale, monacale e persino dei conventi di clausura, che si sono concepiti apparentemente separati dal mondo, non sono intrinsecamente spiritualisti. La loro esistenza, essendo chiaramente manifesta come appartenente principalmente al Regno dei Cieli, testimonia con la preghiera la missione e la sua spiritualità nel mondo. Quindi con il suo messaggio di civiltà fondato sulla cultura e la sua concezione di vita : altrimenti a cosa servirebbero la religiosità, la fede e la religione?
La legge dell’amore cristiano non può che essere ben incarnato nell’esistenza, in tutta l’esistenza umana. Altrimenti, non si avrebbe che una cosiddetta religione ridotta a un semplice e degradato moralismo esterno alla Verità, alla Via e alla Vita. Dunque, si avrebbe una qualunque pseudo religione (il cui etimo viene da religare, integrare tutto insieme) di cui ogni singola ragione potrebbe affermare legittimamente di non farsene nulla.
Bisogna indispensabilmente, piuttosto, seguire una religione di vera salvezza globale : per conseguenza e per pura verità, essa deve essere cristocentrica, ecclesiale e ben esistenzialmente integrata. Quindi cristiana e cattolica.

 

Ma parecchi movimenti e comunità pronano visioni cristiane ben più diminuite e tiepide. Straniere alla tradizione dei pontificati postconciliari di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Paolo VI. Esse sono giudicate, continuamente, spiritualiste e relativiste, oltre che soggettiviste e intimiste. Prendiamo un solo esempio per non debordare il formato di una pagina del mio Blog : quello dell’Azione Cattolica (scriverò altri post sulla cosa). C’è un articolo molto emblematico appena uscito sul quotidiano dei vescovi in Italia, Avvenire (www.avvenire.il%éfChiesa%éfPagine%2f) firmato dal presidente stesso dell’AC, Matteo Truffelli. Egli dedica, tra l’altro, le sue tre-quattro pagine ad una apologia molto spinta del papa Francesco. E presenta anche una difesa estrema rispetto alle critiche che, da quasi un anno, si concentrano su di lui. Il giovane presidente dell’associazione storica AC dichiara così che queste critiche sono da respingere «soprattutto quando esse parlano in nome di un non si sa bene quale cattolico medio». In realtà, la sua difesa generica non cita nessun attacco né alcuna persona.

 

Ora, non ho mai incontrato nelle numerose critiche indirizzate all’attuale papa questo riferimento fantomatico e medio. Esse sono tutte teologiche, ecclesiali e anche canoniche! La definizione sociologistica cattolico medio, peraltro, non potrebbe costituire la base di una purché minima critica: essa non esiste e mai è esistita. Parecchie affermazioni del pontefice sono del genere: «Ma chi sono io per criticare gli omosessuali?», mentre e soprattutto che essendo il papa, non può esimersi dal giudicare dottrinariamente in modo rigoroso nella Tradizione. Certo, non si critica mai il malato, il peccatore, ma si deve sempre condannare la malattia attraverso la dottrina (l’omosessualità, nel caso).
A meno che non si critichi ontologicamente e teologicamente fino a giungere a cambiare il Catechismo (non è in ogni caso l’intento di quasi nessun cristiano). Quindi non si può parlare superficialmente e relativisticamente in modo diverso! Da allora questa frase, mai smentita dal Vaticano, è sulla bocca anche di molti preti a giustificazione (spesso anche implicitamente) delle loro posizioni di fuga opportunista e relativista. Le dichiarazioni oggetto di critica radicale di questo genere, a fronte di molte altre perfette, non sono rare. La passione autentica e abbastanza trasparente di papa Francesco, naturalmente, non è in gioco. Mai i «papisti» clericali, irriducibili e pretoriani, le hanno puntualmente commentate nei loro panegirici preconcetti e sospetti di burocratismo clericale: preferiscono, va da sé, falsificare le critiche (è per questo che ho scelto questo episodio del sedicente cattolico medio da parte del presidente (!) dell’Azione Cattolica italiana). Anche il papa può sbagliarsi, soprattutto parlando a braccio alla stampa ostile: la sua inamovibile infallibilità non è in ballo che in casi rarissimi nella storia, e solamente allorquando egli si pronuncia solennemente «ex cathedra». E non in occasione di una delle sue numerose interviste, fatalmente superficiali o improvvisate (viste anche le sue abitudini forse latino-americane), in aereo o con giornalisti generalmente laicisti, oppure durante o nonché dopo le sue messe quotidiane! La superficialità, anche in un contesto frivolo, futile e leggero, non è ammissibile per un papa. Soprattutto dopo il pontificato di uno dei più rigorosi papi, l’Emerito Benedetto, gran teologo riconosciuto nella storia.
A sua volta, il presidente dell’AC non può permettersi la libertà tipicamente epidermica e contraffatta di citare un dato molto alterato per supportare la sua tesi – largamente e perfettamente spiritualista – contro le critiche (sempre umili e imbarazzate) nei riguardi dell’attuale papa peraltro molto gagliardo. Si ha anche il dovere di criticare per rispetto della Verità eterna della Chiesa e della cattedra di Pietro. Soprattutto appena dopo che l’Azione Cattolica è stata radicalmente stroncata, nel 2014 al più alto livello, dall’arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, il numero uno della Dottrina Sociale della Chiesa, sotto l’accusa d’ignoranza suprema nella cultura economica cristiana…

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