Perché i governi europei non licenziano gli statali molto eccedentari come è già stato fatto per i dipendenti delle imprese private in fallimento oppure chiuse volontariamente ?

 

Molte centinaia di migliaia di impieghi sono stati persi in Europa già solo negli ultimi otto anni a causa della crisi economica.
Gli statali o assimiltati di tutti gli Stati dell’Unione Europea hanno invece, nello stesso periodo, continuato ad aumentare in modo consistente. Ma, soprattutto, bisogna considerare che gli impiegati del settore pubblico erano già molto eccedentari da almeno una quarantina d’anni!

 Come è possibile che in nessuno dei paesi europei questa questione non sia almeno presente nelle agende politiche dei governi (e nemmeno posta dai giornalisti)?

 Come è possibile che una tale assurdità possa esistere mentre il problema numero uno di ogni paese è di diminuire le spese statali, i debiti pubblici, gli sprechi e le tassazioni che hanno raggiunto livelli intollerabili ?

 Il costo dei salari degli statali costituisce la parte più importante e determinante della gestione di ogni Stato. Naturalmente.
Nessun governo, che sia di sinistra, di destra o di centro non pensa nemmeno a porre il problema di renderlo almeno proporzionale a quello del settore privato. Perché ?

 La risposta è semplice: se il problema del licenziamento degli statali fosse solamente posto, il governo in carica potrebbe considerarsi già morto.
Cionostante, il governo britannico, con l’arrivo al potere del primo ministro Cameron, ha licenziato 490.000 funzionari britannici escludendo solo i poliziotti e gli insegnanti (per la sicurezza e la formazione: settori strategici!).

 Quali sono, allora, le forze sociali e politiche che provocano siffatte assurdità dall’evidenza così clamorosa e, allo stesso tempo, così relativamente silenziosa ?
Esse sono le stesse in grado di minacciare la caduta di ogni governo che prenderebbe il rischio di mettere all’ordine del giorno la questione del licenziamento degli innumerevoli statali in sovrannumero!
Cameron, nella campagna elettorale per fare eleggere la futura coalizione piuttosto liberale, aveva promesso 500.000 licenziamenti (oppure, in complemento, rapidi dismissioni spontanee).
Negli altri paesi continentali, il fatto che alcun partito politico n’osi inserire nel suo programma l’adeguazione colossale del numero degli statali a quello di cui le popolazioni hanno reale necessità, misura il vero grado di corruzione morale delle popolazioni. Non lo si dimentichi: è sempre dalla volontà democratica del popolo che il potere viene formato concretamente.
I sindacati, i partiti di sinistra e le forze sociali (anche di destra) sono gli attori statalisti principali che si oppongono a questo primo atto di giustizia di cui ciascun paese ha strutturalmente bisogno.

 Il comunismo, che aveva eletto lo Stato come il più alto gestionario del potere nella polis umana, anche in rapporto alla persona alla quale esso dovrebbe sempre mettersi al servizio, ha per l’appunto confessato fallimento da un quarto di secolo, a Mosca come a Pechino o a Berlino.
Inutilmente, con evidenza. Perlomeno nei paesi continentali europei.

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