Le molte forme espressive dell’eresia modernista di questo Pontificato non sono solo intermittenti: giacché il cosiddetto “popolo di Dio” non è ancora pronto per accettarle passivamente e in modo compiuto. La sana ingenuità eterna di moltissimi Cattolici petrini, nel ritorno “salvifico” all’assurda e tragica obbedienza ora anche falso-papalina, è dovuta in questo caso alla sempre indifferente pazienza costruzionista, non solo del clero apostata. Nell’intervallare cioè, in modo sostenibile, l’intermittenza del processo di dannazione del ranheriano immanentismo: nella stessa Chiesa cattolica!

Mentre il Cattolicesimo della Rivelazione cristiana non è altro che il tradizionalismo ortodosso veritativo, la diabolica fregola della permanente “rivoluzione” gnostica e secolarizzante sopporta bene la discontinuità antagonista della falsamente considerata “obsoleta” Fede dottrinale.
Il fatto di essere residente da più di 45 anni a Bruxelles mi procura spesso l’inconveniente anche di poter leggere in ritardo volumi importanti appena pubblicati. È il caso di “La mafia di San Gallo” scritto da Julia Meloni. Non si tratta di un libro di rivelazioni da me assolutamente sconosciute qui in Belgio, Paese del suo leader operativo, cardinale Danneels (ora morto da quattro anni). Il libro è molto documentato con innumerevoli citazioni originali e virgolettate, relative a numerosi protagonisti, soprattutto nell’ultimo quarto di secolo: periodo decisivo nella descrizione del compimento del processo dell’eresia modernista, di secolare memoria. Compresa quella contemporanea e successiva al Concilio Vaticano II, dell’inizio anni ’60. Il principio di fondo dell’eterodossia propria dello stesso  modernismo è la “rivoluzione”, metodo antievangelico per antonomasia che perseguita tutto il nostro meraviglioso Pianeta Terra, da almeno la cosiddetta rivoluzione francese col suo fondamento irreligioso e violento contro la Libertà, primo valore umano. E che l’insurrezionalità fanatica e reattiva sempre porta con sé! Dal punto di vista contenutistico, il modernismo è riassunto mirabilmente dalla documentazione eccelsa di due grandi autori molto diversamente… cattolici: il santo Papa Pio X che, nel 1907 con la sua enciclica “Pascendi”, ne ha fatto la critica meticolosa e insuperata, stabilendo anche una grande apologetica cristiana, apostolica e romana; e l’eretico Karl Rahner, il gesuita tedesco, morto “detto cattolico” nel 1984 e osannato mediaticamente ed ecclesiasticamente, soprattutto durante e dopo l’ultimo Concilio. Questi aveva deciso assurdamente di non condannare più gli eretici! Come affermare, infatti, l’ortodossia senza condannarne l’eterodossia? Così, l’eresiarca “teologo” tedesco, pure falsamente quasi confermato, ne ha scritto per un mezzo secolo l’apologia completa, confusa e, al solito, pure contradittoria ma globalmente chiaramente scismatica, nel suo immanentismo radicale! Per cui, non solo viene affermata la cosiddetta “Rivelazione di Dio direttamente e… automaticamente all’Uomo” indipendentemente però dalla sua Libertà (!), ma viene anche ipostatizzata la famosa e ben protestante “inutilità della fondazione della Chiesa di Cristo” (ora solo cattolica!) con tutti i suoi Sacramenti… E, per conseguenza, a suffragio di questa assurda ma classica tesi sostanzialmente nichilista e materialista, ora detta tipicamente rahneriana, il gesuita era passato all’atto: decidendo, in quanto prete filosofo-modernista, di non più nemmeno dire Messa, al fine di essere totalmente coerente nella sua “tranquillità psicologica” con la sua amante. Con cui ha così convissuto almeno gli ultimi lustri della sua esistenza… Il tema ranheraino così avanzato è quello alla base dell’eterno gnosticismo e del detto “moderno” agnosticismo, anche indifferente della nostra era dis-graziata, nel senso di decurtata razionalisticamente dalla Grazia divina: secondo i principi immanentisti della filosofia anti-metafisica e materialista, a partire dal Cinquecento, detto del Rinascimento! Si tratta così del famoso pluralismo ideologico, nella fattispecie modernista, del Dio che si incontrerebbe “nella domanda e non nella risposta”! Del Dio di cui tutto è “interpretabile” in modo relativista, sopratutto nell’Incarnazione…        

Le due grandiose esperienze massimamente religiose al mondo, della seconda metà del secolo scorso, sono state quelle della Fraternità sacerdotale e liturgica nella Tradizione, di monsignor Lefebvre; e di “Comunione e Liberazione” laicamente e comunitariamente di monsignor Giussani.
La grande sciagura della storia moderna è data dalla massiccia e progressiva introduzione dei sopra  accennati princìpi filosofici materialisti (tra gli altri), nella stessa teologia e Dottrina della vita religiosa nella Chiesa cattolica. Come contaminazione infettiva della mondialista “rivoluzione sempre protestante” (luterana ma anche anglicana, con tutte le loro più di duemila sette attuali nel mondo…). Vera e propria pandemia cosmica, realizzata con l’inversione del principio sacrosanto ed eterno del totale servizio della filosofia autonoma, ma mai dipendente dalla teologia. Se si pensa che, con l’utilizzo della filosofia immanentista da almeno un mezzo millennio (specialmente dall’ultimo Concilio e soprattutto con questo Pontificato sangallista), la dottrina cattolica è ora infondata razionalmente e solo falsamente in modo razionalista. E pure indimostrato anche rispetto al pensiero metafisico greco, precristiano e tomistico. È fatale che si sia così giunti, come attualmente, ad una “religiosità atea” detta cattolica. Come è stato dimostrato da Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Van Thuân di Trieste (www.vanthuanobservatory.com), anche nel suo ultimo libro “Ateismo cattolico?” (Fede e Cultura, 175 p. ), col punto interrogatico volontariamente pleonastico e in funzione molto indicativa di ossimoro. A questa eresia storica, largamente inconsapevole da parte di masse ancora parzialmente popolari tenute massificate ed incoscienti dall’esplicita e volontaria  ignoranza del degradato clero clericale, si sono opposte radicalemente, con metodi ben diversi e simmetrici per più di 50 anni, le religiosità dei due movimenti provvidenziali cristocentrici citati. Purtroppo inconsapevoli reciprocamente per moltissimo tempo (compreso quello attuale), totalmente della loro esistenza ecclesiale intenzionalmente cristocentrica, essenziale e complementare, in parte ovviamente anche identica. Quella della Fraternità Pio X, rigorosamente sacerdotale e liturgica (del Vetus ordo in latino della Santa Messa di Papa Pio V) ricordato drammaticamente da monsignor Lefebvre; e, dall’altro lato, da Comunione e Liberazione, movimento ecclesiale laico comunitario, con anche varie fondazioni ecclesiastiche sacramentali pure d’Ordine, con consacrazioni sia maschili che femminili. Ambedue i movimenti radicalmente antimodernisti e polarizzati ai due estremi dell’unico e immenso Magnete salvifico, e supremamente divino. Entrambi produttivi relativamente di sola, totale e autentica religiosità sulla Terra! L’attualmente utopica risoluzione consisterebbe in un progetto di fusione intelligente dei due movimenti che, nel loro insieme, costituiscono la sostanza divina della Salvezza sacramentale umana. In modo fondamentalmente quasi storicamente “specialistico”, con la sacerdotalità e la liturgia di sempre, però inviolata e rispettosa completamente della sacralità cultuale (della santo Padre Pio X); e, dall’altro canto, l’orizzontalità testimoniale (ma autentica!) dell’umanità esistenziale della Compagnia comunitaria e dei suoi membri (da parte di CL). Il regno di Dio comincia qui su Terra subito: immediatamente con la Fede di sempre! Le due ecclesiologie, non nettamente separate e a rigore separabili, sono anche il risultato storico dell’immane sommovimento immanente ed eterodosso che si è iniziato a concludere verso la metà del ventesimo secolo nella Cattolicità. La Provvidenzialità dei due movimenti è consistita, come sempre, nel ritorno esplicito alle origini della Tradizione, in opposizione alle molteplici tendenze scellerate, in accelerata conclusione da secoli.

La doppia pratica della politica “rivoluzionaria” e contemporanea: in realtà, si tratta di “prassi oggi sempre marxiana” e sociologista dell’alienazione nella dittatura della maggioranza relativista.
Ho definito questa possibile idealistica risoluzione purtroppo “utopica”, relativamente alla non auspicata e mai richiesta fusione dei due movimenti, sia per la caduta di Comunione e Liberazione, dopo la morte di don Giussani nel 2005, in un modernismo strisciante sempre più incipiente e massificato. Nell’obbedienza più o meno coatta nel volontarismo abituale al papalismo modernista e ora pure alquanto “peronista” (dal punto di vista dell’esercizio del potere senza scrupoli e generalmente non solo ecclesiastico). E nell’eresia ormai prevalente – irreversibile? – dell’immanentismo molto anti-teologico e dottrinale. Come se nulla fosse successo della vera apostasia compiuta anche nel Cattolicesimo, nel frattempo sempre più erroneo e massificato. Ma pure la Fraternità san Pio X è sottoposta ad un fatale processo involutivo e lento, anche prevedbile e previsto, di degenerescenza senza alcun sviluppo pastorale indispensabile. E ovviamente naturale, verso la dimensione orizzontale comunitaria e sempre indispensabilmente salvifica: in modo necessario e ora prioritario, rispetto alle urgenze della sua storia, centrate sulle Verità divine della sacerdotalità e della liturgia nella continuità da sempre!. Comunionalità tanto più necessaria (sempre alquanto negletta ben comprensibilmente nella Fraternità lefebvriana!) in quanto necessariamente devalorizzata ai suoi primi tempi, in assenza piuttosto che opposizione dottrinale, giustamente priorizzata dalla lotta alla nuova, ingiustificata e annacquata non solo liturgia… Degenerescenza indotta oggettivamente e sempre più incisivamente, dall’implacabile ora secolarizzazione storica  anche nella Dottrina cattolica. E d’altra parte, in sovrappiù, verso una recrudescenza inesorabile di un certo comprensibilissimo “auto-settarismo”, pseudo-ortodosso in eccesso interno, che la ripresa persecuzione (quella sì molto oculata bergogliana) alla non solo Messa di sempre, in latino e ben  completa. Repressione già largamente praticata dai due Pontefici precedenti, anche se  inutilmente. L’attuale Papa ha cercato di indurre ancora la censura nella sua devastazione gratuita! Nel clima cioè inevitabilmente terroristico praticato dallo stesso papalismo contrario e quasi mai così fazioso, endemico e pure molto organizzato già nel futuribile: in auto-auspicate condizioni più favorevoli alla centralità del resto del potere assoluto e legittimo papale. Ma ben condizionato, proprio nel Cattolicesimo romano, sempre giustificato dalla però fedeltà continua all’ esplicitamente ora negletta e calpestata Tradizione di massa. Oltre che dagli erronei e sentimentali “pastori”, nel qualcaso reiteratamente modernisti. Col potere pontificale sempre eccezionalmente assoluto e legittimo, solo però se quotidianamente sottoposto al freno totale e bloccante del devoto “Non possumus”, da parte del Sommo Pontefice e del suo clero. A cui deve essere sottoposto rigorosamente ogni Pontificato per essere, caso unico nella storia e in ogni società, “Vicario di Cristo” su Terra! In effetti, è proprio la caratteristica pseudo-teologica contraria, che determina il decisionismo acefalo immanentista e anti-dottrinale ora abituale, tipicamente di origine praxista, marxiseggiante alla latino-americana. E da “rivoluzione della cosiddetta molto già condannata e nominalmente dimenticata teologia della liberazione”! La quale giunge ad usurpare indirettamente anche tutta la pratica dei partiti politici di ogni Paese… Mai fidarsi, infatti, dei sostenitori del “decisionismo concreto”, anti-dottrinario e spudoratamente annunciatore del cosiddetto e ingannevole non-ideologico: destinato così a contrapporsi antagonisticamente con la vera teologia sapienzale e Rivelata della Chiesa apostolica, anche magisteriale innovativa nella Tradizione. A cui la filosofia continua a non essere altro che l’eterna e tradizionale ancilla, cioè la servitrice assoluta e umile della sua Dottrina. Il rivoluzionarismo sbrigativo del privilegio della famigerata prassi è invece sempre violento e, all’occasione rara ma esistente, pure sanguinario. La tirannia si nasconde sistematicamente dietro il cosiddetto creduto concreto della prassi normalmente acefala. In quanto gli è propria l’indisponibilità del principio primo, indispensabile al suo funzionamento: la morale non moralista! Prova ne siano tutte le realtà e le esperienze politiciste (non politiche!) della praticamente totalità dell’organizzazione politicante di tutti, veramente tutti quando non anche lobotomizzati, i partiti soprattutto occidentali, già detti falsamente anti-ideologici. Per subito chiarire, i patiti unici orientali sono pure peggio. Con sempre più inspiegabilmente (per le stesse formazioni partitiche !), l’astensione dal voto che si sta diffondendo. Non solo per abituale e detta superficialità qualunquista: ma pure per consapevole scelta strategica anti-sistema e totalitaria: sia politica che teologica ed ecclesiale, in ogni Paese, come il mio ormai abituale non-voto dichiarato e motivato sempre anticipatamente.

La tragica gravità di obbedire a un Papa principalmente politicista, che non riconosce di fatto l’unicità maestosa del Cristo Re dell’Universo non solo spirituale: senza nessuna connivenza! Per questo Pontefice non resta che la preghiera per la sua conversione totale: al Gesù Cristo cattolico!
È questa è la cultura ambiente del modernismo detto moderno, sia esso filosofico, per il mondo, che teologico e dottrinale, per la ormai solo Chiesa cattolica residuale. Con solo prossima quella ortodossa, che almeno ha conservato i Sacramenti! Entrambi molto massificati. Così i due essenziali movimenti ecclesiali, almeno dal periodo di ultimo e chiaro tradimento, a partire dall’epoca del  Trattato di Maastricht. Dei quali due movimenti, mi ritengo particolarmente identificato alle loro origini supremamente spirituali e salvifiche: essi sono purtroppo infatti in modo diverso rimasti,  significativamente ancora ignari della loro già colpevole polarizzazione originaria, pure se veramente in modo tuttora detto sempre meno “baldanzosamente cristocentrico”. E questo malgrado che il superiore della Fraternità di roigini piuttosto francesi è tuttora l’italiano di Rimini, il valente don Pagliarani. Le Comunità di CL, anch’esse sono presenti nei Paesi francofoni per i lefebvriani maggiormente fondamentali. Mentre mai come ora il mondo avrebbe bisogno di una siffatta testimonianza liberatrice nella Redenzione trascendente. E singolarmente nella completa reciprocità convissuta: anche se l’ignara separazione storica risulta appena comprensibile, date le loro persecuzioni ancora oggi in corso, sebbene in sordina, ma sempre più radicali, in quanto sempre i due movimenti sono i più importanti nel Cattolicesimo militante più attualmente recalcitrante… Tutto questo, nel disastro però materialista ed edonista della nostra era, in perdizione anche fattuale (cioè economico-culturale). Non certo analoghe considerazioni possono essere addotte circa le elezioni politiche in Occidente: le sole considerate sul piano ridottissimo della teoresi, prese in esame nell’errore radicale e assoluto. Il rapporto, in genere sentimentaloide e non razionale con gli elettorati, non può sfuggire così ancora per molto tempo (purtroppo, dicono in molti, forse anche dopo la possibile totale catastrofe apocalittica!), a quello alquanto manipolato e ciclicamente sempre irrazionale… Perfino il cardinal Danneels “si è visto convocare, da Papa Francesco appena eletto al soglio pontificio, per essere ringraziato per i voti ricevuti in contributo all’orientamento della propria  elezione”, canonicamente in modo notoriamente anti-evangelico, da parte della “Mafia di San Gallo”: cita così la detta Julia Meloni, a proposito di una dichiarazione di Damian Thompson, a p. 132 del suo libro sopra menzionato. Fu anche quella l’occasione in cui tutti – con il prelato fiammingo Danneels all’insaputa, come al solito e grazie alla codardia prezzolata dei media mondiali e mondialisti, riuniti per l’occasione all’evento del Conclave 2013 – non seppero quale fosse il prezzo eresiaco di tutta la vicenda contemplata! Il detto primate del Belgio, non solo si giudicò esentato dal partecipare al funerale del suo supremo fratello ecclesiastico in Fede, l’altro e solo cardinale in Belgio, Julien Ries. Ma non fece partecipare nemmeno nessun vescovo della sua relativamente grande regione neerlandofona, all’esequie dell’altro unico e grande altro prelato supremo belga: eletto appena un anno prima della sua dipartita verso il suo Creatore. Ma nominato quasi in modo riparatorio da Papa Benedetto XVI, purtroppo  dimissionario ma non più modernista. E questo, ormai da decenni! Tutto si ferma, proprio tutto, allorquando Sorella Morte si manifesta e la più grande e incommensurabile creatura umana e divina ritorna al suo Creatore per essere eternamente giudicato! Ma il sangallista Danneels aveva ben altro… da fare in Vaticano, soprattutto dopo lo smacco della non-elezione a Papa nel 2005 (!), nel da parte del compagno complottista Bergoglio! Così anch’io ero presente – piccolo testimone appena devoto – alla cerimonia funebre doveramente grandiosa del nobile prelato wallone, riconosciuto grande scienziato dai colleghi ricercatori in antropologia. In una mattina doppiamente ghiacciata di fine febbraio 2013, nella cattedrale di Tournai. In sovrappiù come teatro scismatico di fatto!

Perfino la Chiesa cattolica è così giunta (largamente per ultima!) allo sfacelo avanzatissimo, ormai solo ritardato, dell’eterna Verità fedele nella dilagante vittoria – provvisoria! – dell’irrazionalismo fallimentare. Con il solo lumicino sempre acceso della Salvezza nella Chiesa Mistica ed Eterna…
Ma allora il conservatorismo è solo reazione e mai divenire? Certamente no! Essere conservatori non significa non essere aperti alla Verità (anzi!) che si conquista anche progressivamente: a mano a mano che la si scopra e la si capisca! In realtà, la Verità é sempre eterna, non a caso già Rivelata anche se non totalmente in modo completo con l’Incarnazione adeguata storicamente di Gesù Cristo. Salvo approfordirla nella sua sempre mutevole fenomenologia, nella propria sola applicazione storica. Non si reinventa, per esempio, la totalità (modernista) della cosiddetta Realtà dell’Essere, soprattutto in antagonismo alla Verità tradizionale già scoperta. Cioè dell’Umano! È nella fregola materialista di riconcepire rivoluzionariamente tutto, a proprio esclusivo e fatale profitto, quello del mondo, che consiste nell’eresia propria del “Peccato originale”! É nel volersi deificare, prendere cioè il posto anti-creaturale di Dio, che l’Uomo giunge a rovinarsi copletamente. L’infiltrazione della filosofia modernista nella Dottrina e nelle diverse teologie anche cattoliche ha generato queta tragedia. Il pensiero filosofico modernista, infatti, nega all’Uomo la possibilità di scoprire la Verità dell’essere. In quanto sostiene che ciascuno non può svelare nulla se non ciò che già la sua mente ha preventivamente prefigurato (secondo, per esempio, quanto detto da Cartesio, Kant, Hegel, Marx e tutti gli altri cosiddetti “moderni pensatori” razionalisti, anche molto valenti, nell’impossibilità di accedere alla Vérità, del resto affermata inesistente)… La falsità di questa asserzione razionalista è solo effettivamente posta e non dimostrata. Non si contempla nemmeno il fatto che, come diceva lo stesso cardinal Ratzinger prima che diventasse Papa, prima si riceve e poi, solo dopo!, ci si chiede i motivi e il come ciò avviene. Tutto il modernismo si fonda su questa evidente “fake news”! Malgrado l’immensa sapienza plurimillenaria della Chiesa cattolica, moltissimi suoi battezzati – soprattutto colti con quasi tutto il clero – si son fatti abbindolare dal fascino della speculazione filosofica sempre  modernisticamente detta irresistibile. Per cui tutta la pazzia contemporanea consiste nel fatto che non si fa altro che “costruire e deconstruire” artificiosamente tante realtà quante sono le piccole teste degli umani relativisti. Il tutto per non riconoscere la semplice intelligenza umana (evidentemente trascendente) ricevuta in dono dal Creatore. Quella che, con naturalezza semplice, sa discernere ontologicamente la determinazione dell’Essere con la sua Verità! Diventando anche ridicolmente narcisi e risibili come non meno di Adamo ed Eva che mangiano il diabolico “Frutto del sapere totale e onnisciente”… Non è l’idolo del sapere, foss’anche detto “scientifico”, ossia nella ricerca critica sempre ed ininterrottamente, che rende così Salvi! Invece è l’Uomo che trova se stesso in modo compiuto con la Verità dell’Essere, come creatura eterna e vocazionale nella sua umile sottomissione al  continuo Creatore, che il processo salfico è immediatamente in corso. La cosa vale sia in campo religoso che in quello scientifico (non scientista!). Vale a dire che, nel caso ormai diffusissimo di modernismo filosofico, il raggiungimento anche degli obiettivi solo umani, quelli appunto della costatazione scientifica, se non si riconosce la Trascendenza totale, non si può nemmeno veramente uscirne vincitori in campo fattuale. È “da la lor meta che han lode, oh figlio, gli affetti umani…”: come si potrebbe contraddire questa Verità espressa dal grande poeta precettore del ‘700 Berchet, con inevitabili ciance speculative o una qualsiasi votazione a maggiortanza! “La Verità vi rende Liberi!” diceva Gesù, solo la Verità. Tutte le altre religioni, tutte, sono veramente ereticamente almeno false e moderniste (nel senso di ereticità tutte addizionate, come diceva Papa Pio IX). Per cui tali religioni o ideologie accettano regolarmente che le varie e diversificate filosofie, che di volta in volta le informano e le formano – proprio in quanto la loro stessa sostanza non è veritativa ! – siano tutte pronte ad essere o farsi “compatibili” con la loro stessa concezione. Il Cattolicesimo, invece, può solo farsi servire (e costringere a rendere veramente autonoma la filosofia) da un pensiero conciliabile con se stesso, in quanto Verità assoluta, cioè con una semplice… “filosofia cristiana”. Ecco perché il Cattolicesimo è il solo salvifico, a condizione che la sua fase storica non sia sottoposta all’eresia, come attualmente e purtroppo non unicamente. Per esempio, come quella del periodo di sant‘Attanasio in cui, in quanto vescovo di Alessandria d’Egitto, fu spedito per cinque volte in esilio a Treviri in Germania al confine col Lussemburgo e il Belgio, per aver difeso strenuamente e validamente, contro tutti gli ariani, il Credo di Nicea!  Che, ad ogni Messa, viene ancora oggi recitato, dopo millecinquecento anni. Naturalmente quando, dopo la morte del povero vescovo disubbidiente anche al suo Papa, ma non umilmente al Dio Trinitario, l’eresia venne puntualmente e come sempre smascherata, fino a decretare l’eccesiatico Santo e Dottore della Chiesa! Sempre, i nfatti, si deve obbedire a Cristo e quindi al Papa totalmente a Lui sottomesso e alla Sua conseguente Tradizione, ogni giorno! Con lo scopo di rimanere sempre tutti tranquillamente e sacramentalmente nella Sua Chiesa cattolica, apostolica e romana. Ben Mistica!

 

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