Non solo il Cattolicesimo è ormai diventato realmente sconosciuto – come già aveva costatato don Giussani appena prima di fondare la sua laica “Comunione e Liberazione” –, ma anche la Dottrina Sociale della Chiesa è generalmente quasi totalmente dimenticata. E questo pure dopo Papa Leone XIII che l’aveva molto aggiornata… Quella contemporanea, concepita dal terzetto anglofono e cattolico Belloc, Chesterton e McNabb, dopo averlo chiamato “Distributismo”, è anche molto negletta. Ancora più grave è dato dal clero romano che ne è tuttora generalmente ignaro! Nel frattempo, l’opposto statalismo è diventato totalitariamente maggioritario nel mondo!

Il trio del grande Chesterton aveva denominato la sua nuova economia politica cattolica, “Distributismo”: in vista della massima diffusione della proprietà privata, attribuita ancora oggi al capitalismo o alle oligarchie di Stato! Ovviando così, teoricamente, alle catastrofi capitaliste e, ancor più, a quelle del comunismo applicato, nella loro pauperizzazione coatta e generale!
La riunificazione del Lavoro al suo capitale aumenta sempre la capacità produttiva, in quantità e qualità, grazie alla sua intrinseca responsabilità consapevole, sempre creativamente generata!
In effetti, saldando indissolubilmente insieme i due fattori principali della produzione di ricchezza (il Lavoro e il Capitale), si  permetterebbe alla cosiddetta “forza lavoro”, sistematicamente sfruttata dalla supremazia del “capitale, assoluto e separatore”, di essere invece sempre servita in modo realmente giusto e moralmente con la finanza ad essa sottoposta. E non viceversa, come fatalmente ancora oggi avviene antagonisticamente, producendo l’immancabile e innaturale, oltre che orribile “lotta di classe”! Il vincolo detto “servile” nella subalternità del lavoratore, con tutta la sua personale e sempre  naturale Famiglia, è infatti il perno del Distributismo. E questo, secondo il suo primo ideatore Belloc – amico intimo e uomo politico nel Parlamento britannico del massimo scrittore della sua epoca, Chesterton. Entrambi guidati dal monaco irlandese distributista, McNabb.  Anche il primo libro fondatore del Distributismo era intitolato “Lo Stato servile”! Un aspetto non ancora molto trattato dalle radicali premesse e conseguenze sue felicemente feconde (apparentemente pure dall'”Osservatorio italiano” che lo ha preso preziosamente in carica e come riferimento economico-sociale), è la sua totale capacità intrinseca di battere la terrificante e diabolica lotta, ora anche anti-vocazionale, detta del “cancel culture“, di origine americana. Se poi si considera che questa vocazione finalista (teleologica) è di animare la Creazione e la ricreazione nell’imperfetto Universo e della Vita stessa, nella sua ontologica collaborazione con il Creatore Dio, si può intuire e verificare pure quanto la creatività, in qualità e in quantità, avrebbe potuto ancor più realizzarsi: nel suo prodigioso e stupefacente progresso storico.  Quasi tutti i neo-poteri economico-politici avrebbero potuto avvalersi, particolarmente nell’ultimo mezzo millennio, malgrado il sempre esistito “distibutismo” ante litteram prima di essere riscoperto e così chiamato, anche nella tecnologia: soprattutto quella iniziale medievale del monachesimo!. Quando, si sa che è in realtà la spiritualità a ingenerare preventivamente sempre lo sviluppo e l’evoluzione nel progresso umano!

Non si è ancora capito che il confessato fallimento spontaneo del comunismo di fronte al mondo, nel 1989-91, produce e riproduce inevitabilmente il collettivismo post-umano totalitario e oligarchico, anche se non più marxista! Quello cioè contro il sempre principio naturale pure di “proprietà privata”. È invece la sua massima diffusione distributista  ad essere indispensabile!
Tutti o quasi i neo-poteri finanziari ed economici continuano a predicare (politicamente nascosti o molto discreti, come per esempio ora a Davos…) e da più di mezzo secolo (dal Club di Roma), la negazione della biblica, sempre proclamata, assennata e coscienziosa proprietà personale. Quella che – con ritornello stantìo ma non abbastanza terrificante in quanto poco o per nulla percepito inaudito  – il Pianeta Terra dovrebbe idealmente contare, assurdamente, non più della metà della sua popolazione umana al mondo! Questo relativo progetto criminale, materialista e irrazionale, oltre che irragionevole e irrealistico, continua però ad avanzare implacabilmente, in modo ovviamente contradditorio e antagonista, nella concretezza delle molte crisi razionaliste contemporanee. Attraverso, per l’appunto, catene della denatalità diffuse negli ultimi cinquant’anni e confluite nel cosiddetto “interminabile inverno delle nascite“, produttivo primordiale di povertà e di edonismo straccione! Non solo il Nuovo Ordine Mondiale (è così che i finanzieri hanno denominato il loro piano di diabolica e masochistica strategia riduzionista – però non per se stessi! – da nuovi padroni del mondo, dopo la seconda guerra mondiale del secolo scorso), ma continua ad alimentare cinicamente il proprio disegno artificiale di rarefazione contraccettiva e di massa. Con molto supposte o esagerate pandemie virali e con reali guerre distruttive, oltre alla marea di aborti mondiali decennali e assassini. Semplicemente derubricando il tutto a cosiddetti… diritti vitali e mostruosi “umani”!  Ma pure grazie e attraverso i loro accorsi servitori, già molto lobotomizzati politicamente (in modo realmente politicista!) nei vari partiti, tutti gnostici e dei diversi Paesi… Come generalmente servi inconsapevoli o coscienti occidentali, soprattutto ora europei, dopo Maastricht! I quali cominciano ad affermarne la nefasta teoria, pure esplicitamente e in modo ignobilmente pappagallesco. È in ciò che consiste il vero “neo-fascismo”, tanto paventato da questo potere internazionale irriducibilmente contrario alle ancora esigue forze umane rimaste sane. Le quali difendono, pure spesso confusamente ma in progressione, i residui di ragione che i mass-media a livello internazionale proclamano servilmente a morte, notte e giorno. Si immagini così, solo per un’attuale supposizione utopista e salvifica idea ipotetica, che l’umanità continui a credere e approfondire i princìpi che hanno resa feconda e splendente, piuttosto che produttiva di odio e subordinazione antidemocratica, la politica strategica attualmente in atto nel mondo. Non occorrerebbe inventarsi, in sovrappiù, nulla di cervellotico: l’Avvenimento salvifico supremo nella storia è già accaduto con la Rivelazione del Cristianesimo, fino all’assassinio di Gesù Cristo e alla Sua gloriosa Risurrezione! Bisogna ora solo continuamente denunciare e sconfiggere l’eresia modernista. Che, come diceva Papa Pio X più di un secolo fa, “costituisce la sintesi di tutte le eresie” stesse… La quale attanaglia sia il mondo detto laico del pensiero filosofico e politico, che quello religioso e teologico delle varie Chiese, compresa ora, anche molto parzialmente, quella del Cattolicesimo! L’universo intellettivo dell’intelligenza spirituale e  politica è poi, in sovrappiù, preda senza apparente scampo delle false ideologie, sia di destra e ancor più di sinistra, dello stesso gnosticismo modernista e realmente ateista. E questo, malgrado le affermazioni superficiali dichiarate in contrasto, tutte profetizzate. Anche dallo stesso clero cattolico! La storia, dal cosiddetto Rinascimento, centrato unicamente sull’antropologismo filosoficamente detto pratico, continua a coltivare intensamente, in modo idolatrico, una prassi che risente totalmente della sempre condannata ideologia massone. E non rispetto al cristocentrismo cattolico e rigoroso! Si vuole così continuare a difendere tutta la comportamentistica, pubblica come privata (e anche intima!), sui princìpi gnostici e miscredenti. Atei di un immanentismo artificiale anti-culturale, perfino contro la proprietà individuale e, va da sé, la sua perfetta Tradizione. Fatta entrare in crisi dalla filosofia positivista, razionalista e da certa Chiesa immanentista soprattutto al vertice, ora  apparentemente maggioritaria, seppur poco docente. Chiesa romana però che rimane sempre misteriosamente mistica! Presente soprattutto sacramentalmente: rigogliosa e rigorosa, anche se non ufficialmente, ma misticamente nella sua essenzialità. Come non mai! Lo gnosticismo regna così sostanzialmente favorevole alla nuova barbarie del “cancel culture“,  nella devastazione totale della civiltà occidentale e… cristiana. Essa è ancora, e prevedibilmente in campo per molto tempo, purtroppo, saldamente in modo prevedibile anche dominante…

Il Distributismo non è una delle tante “artificiose invenzioni antropologiche” unicamente umane. Ma costituisce la modalità creativa e teleologica di ogni uomo nel collaborare, vocazionalmente nella sua vita, alla Creazione e ricreazione trinitaria della Natura universale e della Vita umana.
Malgrado che troppi religiosi e teologi, come pure congerie di filosofi nichilisti, positivisti e miscredenti relativisti abbiano molto speculato, anche negando la Verità e siano già giunti a individuare anche diversi falsi “rimedi” (già del resto disponibili, per Grazia ricevuta veramente divina e cattolica, ma non riconosciuti), i veri testimoni escatologici residuali sono destinati a rimanere marginalizzati – si direbbe “per fortuna” – nel mondo. Anche per lungo tempo, da una maggioranza mondiale e totalitariamente operativa di ormai antichi immanenti persecutori! Che cosa, dunque, rende autentica e vera la vocazionalità del singolo uomo? Ogni essere umano ha una sua particolarità che lo rende unico e irripetibile, coi suoi talenti e le sue finalità fattuali e spirituali. Come egli giunge a questa sua individuazione essenziale compiutamente originale? Questo è il compito, si può dire, fondamentale dell’umanità che solo il Cattolicesimo contempla totalmente e prende totalmente in carico per la sua realizzazione completa, nel suo destino globalmente umano e divino. Il primo fattore evidente per ogni uomo è così il compito che dovrà assumere nella sua esistenza, col rendersi veramente utile alla sua comunità in armonia celeste: si tratta del suo Lavoro! A cosa egli è veramente destinato con il suo carattere, la sua cultura e le sue disposizioni naturali? Innanzitutto, dovrà preoccuparsi di trovare la sua collocazione come creatura nella sua società e comunità di appartenenza, che sempre deve diventare pure di scelta. Il capitalismo (o il comunismo), come ideologie, dette “illimitate” e false nella loro strutturazione oligarchica, astratte e intrinsecamente totalitarie, non si occupano nemmeno di questa finalità esaustiva. Ma offre – quando loro conviene – solo posti di lavoro detto “alienato”, a loro prioritario ed esclusivo vantaggio. Così, le possibilità offerte a un giovane si limitano sistematicamente e in genere a cercarsi un lavoro dipendente, mentre il suo scopo è la realizzazione, già immediata, programmatica e totale delle sue capacità naturali, peraltro ancora a lui stesso sconosciute, creative e massimamente produttive. Cominciando dalla sua formazione e dalla sua educazione veramente finalistica! La prima alternativa che gli si deve proporre, anche da parte della sua cultura di Famiglia (!), è quella di diventare anche solo imprenditore di se stesso. Per assicurare la sua sopravvivenza libera e totalmente soddisfacente rispetto alla sua individualità semplicemente irriducibile: nel suo posizionamento sociale e proficuo, con la reciprocità economica attuativa, della sua vocazionale destinazione, ormai sconosciuta dal consueto politicismo in cui tutti siamo immersi.

Il principio primario assoluto del Lavoro e l’aggiunta del suo valore: anche il capitalismo nella sua abnorme ipertrofia statalista e collettivista, ne ha fatto una delle innumerevoli sue… imposte!
Siccome in Occidente si vive (si vorrebbe e si dovrebbe vivere) in un “clima” di libertà sociale, proprio perché dominata dal Peccato originale, quindi a causa della libertà per cui lo Stesso Dio si è auto-limitato nella Sua Onnipotenza benevola – sì, sì proprio volontariamente limitato a favore della libertà anche arbitraria e pure errata umana! –, è prevedibile che non tutti gli uomini giungano a realizzare siffatta finalità, individuale. E soprattutto sociale e contemporaneamente.  Quindi, a non realizzare il proprio destino d’imprenditore per almeno se stesso, in modo autonomo (come spesso pure si dice) compresi i propri cari in carico e per la società intera. Per finire fatalmente in un’impresa più o meno grande, come diabolicamente predestinato dipendente. In questo caso quindi, in seconda e non in prima possibilità: il singolo individuo sarebbe così legittimamente giustificato a cercarsi un lavoro – seppur anche provvisorio – di tipo subordinato. In siffatto caso, che previsibilmente dovrebbe riguardare (soprattutto ora, con l’attuale cultura perversa) la grandissima e vastissima “normalità” delle realistiche opportunità, sarebbe giustificata – almeno provvisoriamente! – la ricerca di un impiego in un’azienda come operaio, impiegato, manager o ricercatore anche solo intellettuale. Dunque con posto di lavoro subalterno, ma allora senza la soggiacenza coatta nel sottostare vincolante, tipica della condizione automatica attuale, chiamata o praticata fatalmente da tutti, veramente tutti i partiti e i sindacati, “lotta di classe”! La stessa situazione sarebbe in valsa nel caso di fallimento strutturalmente radicato, dunque pur sempre vocazionale, come supposto imprenditore privo però dei talenti specifici per imprendere. Solo in questi casi, la lotta di classe sarebbe sottratta alla sua tragica esistenza di doversi costituire in obbligata “classe avversa” agli imprenditori, quelli  giustificati per sorte e proditoriamente valorizzati, nella loro teleologia altrettanto naturale! Il Lavoro, così, assumerebbe tutta la sua pregnanza di destinazione trascendente, collaborativa e veramente creativa nella sua realizzazione completa, e non alienata per tutti i lavoratori liberamente rimasti poveri (senza proprietà) ma  posti nella loro destinata collocazione produttiva! A loro rimarrebbe, in ogni caso, la comproprietà azionaria minoritaria, ma garantita dalle cosiddette gilde! In realtà, questa trascendente pregnanza del Lavoro, data dalla proprietà privata raggiunta, sempre e comunque,è sistematicamente anche visibile nella produzione pratica del valore aggiunto quantitificato e valutabile positivamente sul piano spirituale, scientifico e tecnico. L’imprenditore riuscito autonomamente nella nostra sciagurata era è invece correntemente auto-valutato, vanitosamente, dallo gnosticismo vanaglorioso e odioso personalistico del cosiddetto “fatto da sé, ormai mondiale del politicismo materialista attribuito all’esclusiva paternità del modernismo solamente antropologico e ateo! E non a quella divina e collaborativa – come sempre – con la Trinità salvifica!
Il tutto, mentre i governi di tutto il mondo producono guerre finanziate anche dalla TVA (Tassa del Valore Aggiunto) su tutti i prodotti e servizi di consumazione, anche superiore al quinto del loro valore commerciale…

La Chiesa cattolica e petrina ha sempre realizzato nella finalità cosmica assegnatale da Cristo la     missione libera e naturalistica della Creazione umana, che il Distributismo ha fatto propria. Oggi, è l'”Osservatorio della Dottrina Sociale della Chiesa ” di Trieste ad averla totalmente assunta!
Da più di una quindicina d’anni, l’Osservatorio triestino è diventato il punto di riferimento già    mondiale e globale, all’interno della Chiesa cattolica, per la sua dottrina veramente ortodossa, ancora profondamente criticata e rinnovata. Essa è stata trasmessa da tutta la Tradizione prodigiosamente all’umanità. All’attuale ex-presidente emerito grandioso, arcivescovo Crepaldi e al suo direttore, il valentissimo filosofo-teologo, Stefano Fontana, si è aggiunta una serie genialissima di sacerdoti, laici e attuali supremi sostenitori specializzati nelle dottrine sociali e del pensiero pubblico moderno (anche internazionalmente!). Tutti impegnati strenuamente nella lotta al modernismo, il male supremo divenuto letale anche del Cattolicesimo contemporaneo! Come combatterlo oggi, del resto, senza una guida teorico-pratica, di grande prestigio e valenza rigorosa in teologia globale, per almeno riunificare tutto il popolo detto cattolico tradizionale? E in una Chiesa gravemente in preda ad un modernismo radicale gnosticheggiante e in continua intermittenza, a partire dal Papa stesso pure sangallista?  Compreso, ovviamente, il suo clero appositamente scelto ed educato per assicurarne un futuro tragico. Allo scopo di garantirne completamente l’eterodossia della cosiddetta eretica “Nuova Chiesa” sangallista del gesuita tedesco eretico, Karl Rahner! Senza Autorità di riferimento, non è certamente possibile! E nemmeno in modo e con contenuti cattolici, in quanto è la struttura stessa autoritativa nella Dottrina e nella sua divina gerarchia, a caratterizzare la trascendenza suprema e trinitaria del Cattolicesimo. Soprattutto in un mondo individualistico e immanente (fatalmente settario) che è penetrato anche nella Chiesa romana, in tutti suoi gradi. I quali, per definizione, devono sempre combatterlo e sconfiggerlo!  L’Osservatorio Van Thuân, così denominato in onore del cardinale “martire” vietnamita, che ha passato tredici anni nelle carceri di Hanoi e dichiarato “venerabile” nel 2017 anche da Papa Francesco, ha riconsegnato alla Chiesa una teologia completa e petrina. Sempre antica, eterna e, quindi, veramente moderna, grazie allo stesso non meno che geniale Fontana, con una serie di suoi libri eccezionali pubblicati perlopiù dalla casa editrice Fede & Cultura. In cui sono stati riassunti, in un linguaggio semplice e teologicamente inequivocabile, tutta la natura critca e la storia del modernismo. Indispensabile per vedere e giudicare l’attuale crisi di tutta la Chiesa cattolica e del mondo contemporaneo… Temi questi, di cui certamente riparlerò, se Dio vuole, prossimamente.

 

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