L’attualità del problema numero uno dei cattolici è, ai nostri giorni, di obbedire anche a Papa Francesco. E questo, malgrado la sua evidente eresia modernista, largamente praticata all’interno della Chiesa stessa, come supplemento diabolico divenuto ingrediente totalmente integrato alla prassi tradizionale della Dottrina Trinitaria.

Ho sempre amato la serie delle evidenti e denominate “Interviste impossibili”,
trasmesse alla radio italiana all’inizio degli anni ’70. Esse trattavano dei relativamente
grandi personaggi storici interrogati da alti intellettuali contemporanei.
Anch’io ne ho scritte e già pubblicate alcune. Dando la parola sulla nostra attualità
alle mie personalità, avevo la possibilità di cancellare molte centinaia d’anni
di differenza, su avvenimenti distanti ma, comunque, già eterni.
Se ne possono ritrovare anche su questo Blog, nella sua struttura generale,
su Gutenberg, Berners-Lee (l’inventore d’Internet) e san Gerolamo…
Ora vorrei qui riflettere sulla sorprendente attualità relativa all’analogia della Chiesa cattolica
contemporanea con quella nella vita del vescovo Attanasio, di 1.700 anni fa.
Attanasio il Grande potrebbe facilmente essere identificato con gli avvenimenti attuali
nella crisi del Cattolicesimo in rapporto all’eterno problema dell’Autorità religiosa.
Ingiustamente condannato dagli eretici dell’epoca detti dell'”arianesimo”,
fondamentalmente dalla maggioranza dei prelati romani e di Costantinopoli,
e, dopo la sua morte, Attanasio fu santificato e nominato pure Dottore della Chiesa!
Nella sempre “possibile impossibilità pratica”, ho immaginato l’intervista seguente…

 

Eccellenza reverendissima Attanasio, grazie per avermi accordato questa intervista. Essa potrebbe diventare molto pertinente alla situazione dell’attuale Chiesa: Papa Francesco sta compiendoci un vero e proprio “scisma interno”, come quello di cui siete stato vittima in pieno 300 d.C.
La Misericordia di Dio Trinitario è comunque trionfata, come sempre e indefettibilmente, anche di là dei miei meriti. Sono stato completamente assolto dall’accusa d’eresia e celebrato per la vera eterodossia che avevo denunciato durante tutta la mia vita religiosa: l’idéologia del teologo Ario, detta arianesimo, è stata battuta e condannata urbi et orbi (veramente dappertutto) malgrado il suo successo maggioritario in primo luogo nella Chiesa di Roma! In quanto vescovo di Alessandria, ero stato in effetti inviato in esilio per cinque volte, da quasi tutta la grandissima maggioranza del clero del Papa Liberio (anche lui santificato dopo la sua indebita sostituzione dall’imperatore Costanzo II). A dire il vero, Papa san Liberio ha sempre difeso la mia fedeltà reiterata, anche lui condannato all’esilio! Nonostante la mia virtù nella modesta conferma del mio onore, a riguardo della mia leale dedizione al Concilio di Nicea, sia restata pretesamente macchiata di un mio supposto tradimento, la definizione della mia santità e, soprattutto, la proclamazione del mio titolo canonico di Dottore della Chiesa hanno ottenuto completa giustizia. Più di ottant’anni erano già passati dopo la prima difesa rigorosa del fondamento del Cristianesimo: vale a dire il Mistero dell’unicità delle tre Persone della Santa Trinità! E questo, anche sanzionato in continuazione con altrettante condanne all’esilio, tra torture e minacce di morte (!), senza che nessun storico abbia potuto assicurare e documentare, anche fino ad ora, il mio “possibile” tradimento. Esso è stato avanzato in supplemento millantato, in quanto supposto molto parziale o quasi impercettibile al Principio primario e supremo del Mistero Trinitario! La cosa continua a succedere, com’è di norma in queste epoche molto eretiche, comunque chiusesi a Milano sotto l’azione persuasiva finale dell’immenso sant’Ambrogio.  La formulazione del Credo attuale a riguardo della Santissima Trinità (che ancora – dopo millesettecento anni – i fedeli cattolici recitano in piedi ad ogni santa Messa) è rimasta intatta. Le false accuse erano avanzate con partigianeria, va da sé, da certi eretici, relative al tradimento almeno parziale della Fede.
Dunque, è in codesta fatale ed eterna falsificazione, più che ideologica, che consiste il Suo avvicendamento con la situazione della mia Chiesa della metà del Terzo secolo con quella  dell’attuale Papa Francesco. Il mio Papa, fino agli anni molto prossimi alla sua accoglienza definitiva in Cielo, è rimasto invece fedele al Concilio, va da sé sempre dogmatico di Nicea, di cui la Chiesa (cattolica) confessa in ogni Sacrificio della Messa il Credo cristiano eterno. Tutta questa storia, di cui naturalmente non epilogo qui, ci ha causato tanti mali e assassinii anche nel Martirologio.
La “pertinenza” comparativa, di cui lei mi indicava nella domanda, non è per conseguenza totalmente aderente all’integrità di questi due Papi: l’attuale Francesco è restato fedele, dal suo accesso al soglio pontificio ed anche da prima, come cardinale in Argentina, all’eresia modernista, ben più grave, sul piano non solamente metodologico, rispetto a quella ariana.

Capisco la vostra distinzione, ma l’effetto è pur sempre lo scisma. Sebbene, nel vostro caso, abbia solo posto le basi della divisione futura con l’Oriente Ortodosso. Lo scisma attuale è solo interno, in quanto il modernismo rimane nel seno dell’Ecclesia allo scopo di cambiarla nella sua stessa natura!
A dire il vero, prima che lo scisma d’Oriente sia veramente consumato, saranno necessari ancora quasi settecento anni, a partire dalla mia epoca! Convengo pienamente invece con l’idea che è propria di san Pio X per cui il modernismo ha come obiettivo il costituirsi di uno scisma devastatore interno alla Chiesa. Esso è realizzato “per definizione” dal clero stesso, in gran parte, per introdurre l’eresia nel progetto diabolico dell’Anticristo di cui parlano già in primo luogo i Vangeli… La fine della Chiesa salvifica di Dio, la sola, l’eterna e unica è di prodursi, nel disegno di Satana, in modo furtivo e progressivo, quasi nascosto: integrando le formule e gli atti eretici in supplemento e solamente priorizzandoli in rapporto a quelle dogmatiche e immutabilmente eterne, ben esplicitamente anche Rivelate. L’ideologia attualmente dominante delle trasformazioni ecclesiali interne, non per caso denominate “rivoluzionarie”, non sono altro che le sedicenti riforme moderniste della “Nuova Chiesa” del gesuita eretico tedesco, Karl Rahner, morto nel 1984. Queste riforme, conformi alla mentalità gnostica del mondo, si realizzano quasi di nascosto senza troppo opporle alle pratiche tradizionali, ma in modo cumulativo e relativista, occasionalmente utilizzate casuisticamente, ma con una frequenza di prevalenza strategica funesta. È questa la ragione per cui Papa san Pio X aveva affermato che il modernismo, nella sua “Pascendi“, la sua grande enciclica del 1907, che “il modernismo è la sintesi di tutte le eresie“! Quest’attuale e vera e propria dottrina scellerata, antropocentrica e non teocentrica (!), di cui è impregnata tutta la pastorale ufficiale ora della Chiesa, è il risultato delle innumerevoli gocce di veleno mortale versate da almeno cinque secoli nel sacro calice cattolico, a partire dall’alba del Rinascimento. Fino agli attuali versamenti per fiotti e gran sorsi da parte di Papa Francesco, eletto al pontificato grazie all’attivissimo apporto del gruppo eretico, protestantizzante e anti-canonico detto di San Gallo. Quello diretto dai cardinali Danneels, Kasper, Marx e altri prelati di primo piano. Come il molto sinistroide e politicista, cardinal Martini, (passato a miglior vita non molto tempo fa) nonché testimone ben operante di un certo arianismo, naturalmente modernista, nella pur prestigiosissima diocesi di Milano. Una volta lanciata, chi potrà fermare veramente et definitivamente una eresia? Nemmeno sant’Ambrogio!

Santo vescovo Attanasio, si sa che non si deve mai cercare attivamente il Martirio (sarebbe un molto grave peccato di superbia). Ma in che modo far fronte all’accusa, come nel vostro caso, di eresia per disobbedienza alla maggioranza del clero della Chiesa e dello statalismo imperiale (anche se, per voi, con l’approvazione rigorosa del vostro Papa Liberio, ben in vigore all’epoca)…
È il rischio, molto semplicemente il rischio, della religiosità (e della vita) eternamente cattolica per ogni uomo! Chi ha detto che essere Cristiano è senza rischi nella Vita? È infelicemente in questa epoca attuale, quella del terzo millennio, che tanti Martiri cristiani e cattolici, in numero mai così elevato, sono assassinati nel supplizio quotidianamente nel mondo, oppure sono perseguitati nell’indifferenza generalmente pusillanime. Molte ideologie pacifiste e panteiste (ingenuamente e arrogantemente oltre che irreligiosamente ecologiste) hanno fatto estrema propaganda, durante secoli, delle idee dedrammatizzate del Cristianesimo. Il quale ha pure il suo logo sempre ovviamente nella Croce, con nostro Salvatore e Signore crocefisso! In quanto dottore della Chiesa, mi considero privilegiato di non aver dovuto morire come Martire suppliziato e di aver avuto il conforto di disporre tutta la vita di un Papa pieno di Fede nella Trinità che m’ha sempre sostenuto. Beati coloro che oggi vivono umilmente nella Fede cosciente senza alcun, o quasi, supporto ufficiale della Chiesa cattolica in perdizione! Il loro solo  conforto è quello dei vituperati cattolici critici, in totale disaccordo del falso insegnamento e della condotta dell’attuale Papa.

Gran Dottore in eminenza Fede e in teologia, voi conoscete molto bene le tre ragioni alla base della mia richiesta di questionarvi intorno all’ ontologica obbedienza al Papa. E intorno all’inaggirabile coerenza con la propria coscienza personale e con la sottomissione scrupulosamente religiosa alla volontà di Dio, nei suoi disegni di vera Libertà e nella sua totale Giustizia incommensurabile. Che fare allora per far fronte all’obbedienza a un Pontefice evidentemente eretico, soprattutto modernista come Papa Francesco?
La cultura generale dominante, detta moderna – in realtà fondata sull’arbitrio esclusivamente umano e inevitabilmente perverso nella sua vanagloriosa superficialità inavveduta della Verità – è in associazione con il livello ormai massimo di degradazione dovuta all’ideologia nichilista. Essa si è anche infiltrata, come diceva già il beato Papa Paolo VI, all’interno della Chiesa cattolica. I due avvenimenti di approdo hanno raggiunto una importanza tale che bisogna riconsiderare la nozione anche di “obbedienza”. Il suo etimo viene dal latino “ob” come preposizione significante “verso”; e, in secondo luogo, col verbo “audere” che si traduce per “ascoltare” (veramente), dunque obbedire. Obbedire significa infatti non ottemperare alla semplice volontà, anche se di un Papa, ma riconoscere e seguire l’ascolto intrinseco della volontà dell’Autorità di Dio (nel qual caso papale) che non deve mai essere irrazionale o infondata. In effetti essa è coincidente con l'”ascolto” del naturale interesse proprio alla vocazione sempre personale e veritativa a quella della realtà. La quale è a sua volta legittima nel solo caso (“Peccato originale oblige!”) dove pure il Pontefice – ogni Pontefice! – fonda la sua esistenza sul Principio inalienabile e continuo del “Non possumus” (Non possiamo): l’imperativo categorico, peraltro per ogni Cristiano compreso il Papa sempre restante essere umano, di obbedire scrupolosamente al Magistero evangelico, alle Sante Scritture e alla Tradizione magisteriale e dogmatica della Chiesa!
Il modernismo produce invece esattamente il contrario! Nella modernità, è necessaria una Fede critica, molto critica. E, nell’era del modernismo dominante, occorre una Fede come quella, per esempio, del grande cattolico scienziato e inventore tecnologico francese, Blaise Pascal, già del diciassettesimo secolo. Come nel mio caso, l’inviolabilità indissolubile del Mistero delle tre Persone della Trinità era motivo necessariamente sufficiente di Fede per non obbedire alle ingiunzioni cervellotiche e razionaliste, anche fossero della maggioranza del clero… eretico! L’obbedienza richiede sempre idealmente e sempre più la coscienza critica d’accompagnamento, quindi di cultura. Obbedire al Papa vuol dire, in effetti, celebrare il rigore petrino del primo Pontefice Pietro, pentito confesso esplicitamente dei suoi peccati e nominato alla testa della Chiesa unica di Dio da Gesù Cristo stesso. Ed è proprio a Gesù che bisogna obbedire, innanzitutto e in ogni caso, in quanto vero capo della Chiesa, quando ci si pone il problema di obbedire al Papa: non può sussistere contraddizione tra i “Due”. Tra di loro, nel caso che si ponesse l’alternativa da dilemma, è l’obbedienza naturalmente a Cristo che deve assolutamente e innanzi tutto prevalere. Per il Papa rimangono solo ed esclusivamente le preghiere dei fedeli!
E quando questa determinazione di coscienza diventa autocoscienza, non si ha altra soluzione di cosiddetta mediazione, nemmeno “ragionevole” e soprattutto salvifica. Era il mio caso. Sempre beato anche se sottoposto alla spada di Damocle della condanna all’esilio, ho avuto la Grazia di disporre di un Papa, Liberio grande servitore di Dio e petrino (non solamente papale), che mi ha confortato nella mia determinazione disubbidiente e obbligata. Di cui ho potuto ringraziare l’illuminazione dello Spirito Santo durante tutta la mia vita e ancora oggi che sono al cospetto alla Sua sicura Verità totale.
È sempre un dovere cristiano e sacrosanto di “infelicemente” disubbidire, nella preghiera anche sofferente in difesa paradossale dell’istituto pontificale, escludendo radicalmente a priori ogni scisma (esterno e interno) o tradimento! Questo è stato il tragico destino di molti e numerosi prelati e preti o semplici fedeli, di morire anche nel Martirio deciso ed eseguito dagli ariani, sotto tortura, in prigione e in esilio: piuttosto che obbedire alle false imposizioni, in sovrappiù sacrileghe, della cui chiarezza la luce sempre insondabile della Trinità ha permesso di affermarsi, a suo tempo, anche nella storia. È forse ancora necessario ricordare, a questo punto, che anche una moderata dose di modernismo nella Fede, la rende nulla e completamente eretica nella sua essenziale globalità?
Soprattutto nell’era del modernismo ora in auge nel mondo e nella Chiesa!

Un molto sentito grazie, santissimo Attanasio! E Gesù sia sempre lodato.

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