Le tre priorità indispensabili del cattolico contemporaneo

1 – Essere cristiani significa onorare, con la propria presenza, la Liturgia cattolica che può essere solo comunitaria: almeno nelle Sante Messe comandate e nell’Adorazione del Santissimo.
L’amore di Dio e verso Dio è concretizzato al punto più alto nel Santissimo Sacramento consacrato nel sacrificio di ogni Messa. Questa è da assistere più che settimanalmente (se possibile con quella Tridentina in latino) e, soprattutto, nell’Adorazione molto spesso prolungata. La Trinità non va solo amata sopra di ogni cosa, ma adorata: nella lotta acerrima contro l’eresia modernista! La quale è sempre in agguato alla nostra epoca che concepisce la politica in modo assolutamente statalista, immanentista e politicista: cioè con la prevalenza dello Stato su Dio, quando senza nessun Dio !

2 – La dimensione pubblica, vale a dire politica, della vita cristiana – oltre a quella privata e intima  – deve essere sempre la prioritaria e la socialmente principale, fino all’indesiderato martirio.
Cristo, nella sua missione, è stato sempre essenzialmente pubblico dal primo all’ultimo giorno, fino alla Risurrezione e all’Ascensione! Lo studio e l’applicazione rigorosamente accurata della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), dei suoi principi – soprattutto quelli “non negoziabili” – sono i primi doveri fattuali del fedele. Senza di che, è pura follia gnostica anche solo pensare di “occuparsi di politica”. Cosa del resto inaggirabile, per ognuno indistintamente e a qualsiasi livello. Dopo aver sepolto gli ultimi residui di imbelle e subordinato spiritualismo, bisogna partecipare attivamente, conformemente ai talenti ricevuti e alla vocazione cristiana personale, alla continuità della vita dell’unico partito laico cattolico (uno solo!). Oppure, se detto partito è ora inesistente (o quasi), occorre costruirlo immediatamente rispetto a tutt’altra attività fattuale, nella vita ecclesiale e laica.

3 – Il monachesimo ha sostanziato il cristianesimo e lo salverà! Tutta l’attuale civiltà è di origine cristiana, di cui il concetto di partito fa parte e procede dalla Verità del cristocentrismo.
La vita comunitaria e di contribuzione permette la liberazione della Salvezza col sostegno anche economico (le decime!) – dalla vita di parrocchia a quella associativa – deve essere quindi centrata, in modo indispensabile, sul monachesimo (sia maschile che femminile). Preferibilmente quello di Adorazione claustrale e dottrinariamente sempre sociale (missionario), anche dal punto di vista politico (DSC). Il semplice cattolico laico deve così porsi il problema suo cruciale del sostentamento e dello sviluppo del suo indispensabile e sorgivo monachesimo. Del resto senza DSC, non solo alcun partito laico per cattolici non potrà mai aver l’autorità di imporsi allo stesso Corpo della Chiesa, ma anche il rigore di riferimento dottrinario essenziale della cattolicità, per tutti gli altri partiti gnostici e borghesi, non potrà mai sussistere realmente con l’indispensabile rigore.

Tutto il resto, va sopportato con attiva, moderata e pregante misericordia.                

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