Diversi movimenti ecclesiali non hanno aderito alla manifestazione, il 20 giugno a Roma, per la difesa della libertà di educazione dei figli attaccata da leggi dissennate. E dai militanti Gender forsennati, che continuano ad accusare assurdamente gli altri di odio omofobo.

I bambini, i giovani, l’educazione, la famiglia, la scuola, l’attacco furioso e financo l’urgenza per le leggi liberticide in approvazione al Parlamento italiano facevano ragionevolmente presagire che ci sarebbe stata l’adesione attivissima di tutta la compagine – veramente tutta – delle organizzazioni cattoliche alla manifestazione indetta per il 20 giugno 2015. Invece si sono defilati alcuni dei più importanti movimenti, quelli storicamente strutturati anche nel prestigio, da molti decenni. Così l’Azione Cattolica, i Focolarini, il Rinnovamento dello Spirito e perfino Comunione e Liberazione hanno fatto chiaramente capire o comunicato ufficialmente che non sarebbero stati all’appuntamento romano. Tra i movimenti internazionali solo i Neocatecumenali e la Manif pour tous hanno annunciato la loro adesione e partecipazione significative. Malgrado la battaglia condotta da molti mesi dal quotidiano La Croce, sotto la direzione di Adinolfi, dal settimanale Tempi diretto dall’eroico Amicone, e dalle Sentinelle in Piedi; malgrado, per esempio, l’adesione di molti vescovi come quello della diocesi di Perugia; del “Tutti a Roma” del grande cardinale e insigne teologo Caffarra di Bologna, e malgrado il sostegno del numero uno della DCS (Dottrina Sociale della Chiesa), arcivescovo di Trieste, Crepaldi, i cattolici italiani si chiedono ancora oggi il perché cotante massive organizzazioni religiose e intrinsecamente educative si siano defilate se non opposte. L’occasione era oltremodo storica per ricompattare da decenni lo spocchioso universo cristiano di fronte all’inaudito affronto in atto in tutto il mondo secolarizzato e autoreferenziale: quello dell’Occidente contro la Chiesa e contro la Fede. Il quotidiano organo del laicismo internazionale, La Repubblica, ha potuto infatti titolare subdolamente, grazie al fuoco amico, “I laici senza la Chiesa, contro le leggi civili”. Come al solito, l’affermazione del titolo è falsa, ma già il complice assist auto-laicista dei cristiani assenteisti era stato magistralmente provvidenziale…
Monsignor Greccia, del Pontificio Consiglio per la famiglia, non si è però lasciato sfuggire l’occasione per pubblicare un importante documento a sostegno della manifestazione. Perfino Papa Francesco è sceso in campo per denunciare energicamente l’orrore delle ideologie Gender contro l’infanzia e la gioventù. Il suo invito ai laici di mobilitarsi, secondo il loro specifico ruolo, per difendere la Fede anche nelle e contro le istituzioni politiche è stato netto, esplicito ed anche molto solenne.

In quanto appartenente alla Fraternità di Comunione e Liberazione e come membro della sua Compagnia delle Opere, oltreché delle Sentinelle in Piedi a Bruxelles e della nuova associazione Nonni2.0, sono andato alla manifestazione a Roma: grande successo (si è subito parlato, anche ad una radio romana ascoltata in taxi, di più di un milione di partecipanti: il più grande successo negli ultimi cinque anni !). Molti, innumerevoli e non contati ciellini ci son venuti malgrado il comunicato di CL per il suo netto rifiuto pubblicato da La Croce. All’inizio di maggio ero stato agli esercizi spirituali giussaniani e annuali di Rimini, dove i più anziani ed esperti avevano già presagito forse il peggio: sebbene si trattasse dei consueti esercizi antropologici e teologici del Tempo pasquale… Ma già c’era chi si chiedeva perché, almeno nella sintesi finale, mai si erano pronunciate parole come LGBT, Gender, Sentinelle in Piedi, Mouvement pour Tous, Leggi totalitarie e liberticide (appena approvate o in approvazione), negazione della libera educazione e della libertà di espressione… Eppure si trattava (e si tratta sempre) di parole almeno contestualmente tematizzate e molto implicitamente presupposte nelle sempre approfondite meditazioni: non certo brevi, del resto.
Vien fatto così ripetutamente da chiedersi il perché di tutto questo gran negarsi (apparentemente opportunista). Qui non solo la libertà religiosa è annichilita – cosa che CL ha sempre insegnato essere la decisiva e la massima scaturigine della libertà (per tutto)! –, ma la proposta di legge in questione è giunta a formulare penalmente anche la negazione sull’affermazione pubblica della verità secondo cui esistono ontologicamente solo due generi umani: quelli dell’uomo e della donna. Pena anche fino a quattro anni di galera. Inaudito. Mai si è visto nella storia moderna un siffatto totalitarismo per un futuro “delitto d’opinione”, oltretutto demente: si è arrivati già a concepire cinquantotto (!) generi umani cui incanalare anche i bambini: per farli “meditare” relativisticamente a scuola, pure all’insaputa anticostituzionale dei genitori, come materia di studio per la loro istruzione (e vocazione).
Eppure CL si è sempre, naturalmente, professata “movimento educativo”!

Mi son così letto, accuratamente per ben rendermene conto, tutte le dichiarazioni che hanno giustificato – se così si può dire – questo fuggi fuggi dal semplice ed evidente problema socialmente, legalmente e barbaramente posto. Ho cercato di capire il perché di questo assurdo ed incomprensibile disimpegno pubblico, peraltro non alternativo. Ho così scoperto, non senza aver dubitato obbligatoriamente per un attimo anche della mia salute mentale, che non ci sono veramente state esposte ragioni esplicite. E questo contrariamente a quanto viene fatto abitualmente, forse giustamente, per le argomentazioni spirituali: Chesterton, già un secolo fa, scriveva che gli uomini moderni sarebbero stati sempre più costretti ad affannarsi per dimostrare che l’erba è di colore verde. Non a caso, negli ultimi anni, l’accusa a CL di bigotto spiritualismo intimista – e fatalmente psicologistico – è corrente. La motivazione più “argomentata” tra quelle trovate è comunque quella di CL: però essa non spiega nemmeno minimamente il perché e il per come del rifiuto di implicarsi, ma presenta unicamente che lo fa in quanto il sostegno è ritenuto “inopportuno” per il dialogo: sì, proprio così. Ma prima di tutto bisognerebbe accertarsi che i laicisti attuali siano veramente disposti non all’insulto becero reiterato ma a detto dialogo. Certamente lo saranno con l’evidenza dell’eccezionale adesione e testimonianza, soprattutto se si considera che né in radio-televisione né nella stampa si è avuta la minima notizia della manifestazione indetta a Roma. Ora tutti ne parlano, i media – come al solito, con i loro ignorantissimi pennivendoli – se ne dilettano. E poi, perché inopportuno? Perché non contrapporsi? E perché estremisticamente?
Perché, rispondono anticipatamente i dirigenti ciellini, nelle manifestazioni si “grida”! E, quand’anche fosse, visto che vengono negate le libertà essenziali (anche per legge), manco si dovrebbe gridarlo dai tetti? Ma, in realtà, secondo l’insegnamento delle silenziosissime e pacifiche Sentinelle in Piedi (mentre leggono un libro e mentre, testimoniando da anni, sono insultate e picchiate dai militanti provocatori LGBT), la manifestazione romana è stata organizzata anche preventivamente per essere tranquillamente testimoniale e veramente dialogica. Ma dove è andato a finire il monito di don Giussani: “Toglieteci anche tutto, pure nudi, ma con la libertà di educare” (ricordato anche dal palco dall’intervento geniale e completo di Amato!). Per non troppo epilogare sul dialogo che, così, sarebbe curiosamente in antagonismo col diritto dovere di esprimere liberamente la propria posizione, tutta la propria posizione. Al contrario: più si è chiari e testimoniali nella ricerca comunicata della verità e più si è liberi di dialogare, anche con facilità. Gesù si è fatto muto e si è rivolto direttamente al Padre solo quando il Suo destino si è reso pubblicamente palese: prima ha ben parlato e dialogato. Anche con i farisei e Pilato che, a vario modo, lo stavano condannando torturandolo innocente a morte. I nichilisti fanno leggi secondo il “pensiero unico” e vogliono mandarci pure in galera (è già successo in Francia e in Germania con le stesse leggi) e noi dovremmo sottometterci passivamente e silenziosamente per poter… dialogare? Questo è quanto anche don Giussani, il fondatore e “condottiero” di CL per 60 anni, ha negato con la testimonianza in tutta la sua vita attiva e impegnata: su tutti i fronti. E, ancor più grave, dov’è finito il principio centrale di Autorità e di Obbedienza (nel suo porsi e nel suo sottoporsi) se si è permesso l’arbitrio individualistico (come si è pure – pleonasticamente – fatto) di partecipare anche “personalmente” alla manifestazione?
Si direbbe, è inevitabile, Autorità con coda di paglia e Obbedienza libertina, o tragicamente codarda, accordata nel più rigoroso politically correct mondano. Ma, secondo me, non cristiano

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