Ma chi ha introdotto la libertà indepassabile anche della bestemmia? Charlie, coscientemente contrario pure al Risorto, Gli deve la sua grandezza. La storia antropologica l’ha mostrato.

All’indignazione assassina degli islamisti per le vignette contro Maometto, preferisco e antepongo, naturalmente, la libertà umana di bestemmiare. La Croce del cristianesimo lo testimonia da millenni.
La Trinità si è fatta crocifiggere piuttosto che infirmare la libertà suprema dell’uomo d’insultare anche Dio!
Non è per caso se monsignor Luigi Giussani, in via di beatificazione nella sua diocesi di Milano, ha definito la parola libertà preceduta solo da quella dell’Onnipotente.
Peraltro, il Creatore come potrebbe essere felice di avere «fedeli» che non siano liberi di bestemmiare anche contro il Cielo?
Lo spaventoso massacro islamista di Parigi ripropone, ancora una volta, la doppia verità realtiva al fondamento primo della religione. Innanzitutto, come può una religione permettersi di uccidere la libertà e gli uomini che la praticano in nome di sé stessa ? E in secondo luogo, il fatto incontestabile che il cristianesimo fonda sul sacrificio della Croce tutta la sua legittimità e la sua Verità! La Resurrezione di Gesù completa perfettamente il quadro. Tutto il piano salvifico, di redenzione umana, s’incentra su questo punto. E la religione musulmana trova su questa semplice questione la negazione completa e irriducibile della sua possibile Verità!
Il crimine orribile nella redazione del Charlie Hebdo mette tutt’al più in evidenza l’arbitrio del relativismo nichilista. Esso è proprio alla nostra epoca, praticato dall’uomo contemporaneo, che rifiuta la sua condizione di creatura sottomessa, nella sua realtà intangibile al sua destino finito nell’infinito trinitario.
L’uomo è sempre stato libero di ribellarsi a questo destino, sebbene evidente, di appartenere all’Eterno che gli conferisce l’estensione infinita della sua prorpia e ben limitata esistenza.
Il peccato è la sua realtà vitale permanente.

Ma la Resurrezione dà tutto il senso alla sua vita esigua di Passione. Il perdono può sempre, e in ogni momento, salvarlo.
Una religione che condanna a morte, ad esempio per apostasia, si autodefinisce come totalmente e irrimediabilmente al di fuori dell’antropologia elementare. Non è per caso se molti papi sono stati “impunemente” turlupinati nella cosiddetta satira moderna!
È anche in ciò che è contenuta la speranza. I popoli di tutto il mondo, seppure in pieno contrasto con l’allegro nichilismo ludico dei giornalisti satirici in questione, non si sono sbagliati: hanno manifestato incontestabilmente l’indefettibile amore per la loro libertà incompressibile e indepassabile.
La tradizione del cristianesimo ha ancora una volta, in tutte le sue spaventose contraddizioni, mostrato la sua verità invincibile.
Certo, ci sono e ci saranno sempre fanatici totalitari assassini. È solo il prezzo della libertà.

Ma chi nella storia ha veramente introdotto questo concetto che fa tutta la grandezza dell’uomo?
È la storia di Dio che ha mandato il Figlio per salvare l’umanità con il gesto estremo, anche il più vituperato e respinto: quello dell’accettazione senza colpa della morte terribile sulla Croce.
Per permettere anche la libertà permanente della bestemmia. Ma pure e soprattutto per consentire la redenzione totale nella misericordia anche naturale dell’uomo.

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