Un pellegrinaggio in Terra Santa nel 2014-2015? Paradossalmente una scelta massimamente utile ed efficace!

Mentre l’eurocrazia si preoccupava della crisi politico-economica molto grave in Grecia; mentre in Francia si discuteva solo dell’ennesimo rifiuto della Legion d’Onore da parte dell’economista Piketty; che in Italia si metteva all’ordine del giorno la speranza per una sedidente ripresa economica nel 2015 e che si prospettava l’elezione del nuovo presidente della Repubblica; che in Germania gli «ordoliberisti» calcolavano le possibili perdite degli investimenti nell’euro nell’Europa del sud; e mentre il nostro Vecchio Continente si preoccupava di ogni sorta di problema fattuale e mondano, mia moglie ed io siamo andati in pellegrinaggio una buona settimana in Terra Santa con la diocesi di Milano (con alla testa il suo cardinale Angelo Scola).
Fuga dai problemi o evasione spiritualista?

Malgrado le possiblili apparenze, crediamo aver fatto la scelta più pertinente e profondamente necessaria.
È da almeno una cinquantina d’anni che tutta l’Europa continua a separarsi, in modo progressivamente accelerato, dal centro della sua spiritualità e della sua cultura storica. Un mezzo secolo di nichilismo incalzante e di laicismo militante nel materialismo più radicale ha portato tutti paesi europei – ma anche quelli detti dell’Occidente – nella crisi economica e antropologica più importante della storia. Tutti gli attori politici, gli «esperti» economici e igli opinion maker culturali non sanno più cosa dire e annunciare per formulare previsioni positive che sistematicamente hanno sbagliato (a causa della mancanza di una vera analisi) da più di una generazione: di che imporre un dignitoso silenzio, per almeno una ventina d’anni, ad ogni futurologo massificato impegnato a gridare nei mercati supposti pronostici socio-economici dalle sorti progressive.
Dagli anni del Concilio Vaticano II, alla tendenza sempre più centrifuga, scervellata e di perdizione della civiltà modernista (non moderna, beninteso!) la Chiesa ha cominciato a ricondurre, anche il suo popolo di Dio, nelle vie della ragione e dello spirito. Alla spirale dispersiva per espulsione che ha messo allo sbando la cultura unitaria e fondatrice di millenari di vita sociale e religiosa, la Chiesa cerca di opporre la sua forza centripeta della ricerca della ragione e dei sentimenti della storia della salvezza umana.
Si direbbe che la geniale e profetica metafora di Chesterton è in via di di attuarsi a grande scala: il ragno disceso col suo filo fondatore ancorato nella verità di Dio, dopo aver tessuto la sua tela, resta strangolato nelle sue stesse spire avendo tagliato il bloccaggio iniziale e «sorgivo» che teneva salda tutta la sua piccola costruzione.

Ritornare sulle tracce del Dio vivente, diel suo Figlio venuto a mostrare e incarnare l’esistenza umana per portarla alla Sua salvezza, ci ha convinti a partire per visitare i luoghi dove tutto questo Mistero s’è realizzato. La Terra Santa presenta sempre – e sempre più – le tappe umili e grandiose, documentate e decisive, di questo movimento divino che ha tracciato il cammino della redenzione. Non ci sarà nessuna ripresa economica, di salvezza nelle famiglie, di pace tra le nazioni, di realizzazione vocazionale per ogni uomo senza trovare e ritrovare l’incontro, anche fisico, con la realtà che ha generato il cammino della Croce e della Risurrezione. Non ci sarà nessun annuncio politico, di messaggio culturale, di linea economica per salvare le nostre vite e delle collettività se non si ritrova la legge del Creatore da cui, soprattutto nelle ultime generazioni, ci siamo molto allontanati, perduti e sperduti.
Due punti principali devono essere ricordati : il fatto di avere prodotto la depravazione della denatalità (noi occidentali abbiamo deciso di contravvenire alla legge di Dio riducendo, contro natura, la nostra fertilità a 1 virgola qualche decimale, al posto di ben più del 2,1, che anche i demografi indicano come indispensabile per la semplice riproduzione quantitativa!); e l’altro fatto, della stessa natura perversa, di avere prodotto indebitamenti giganteschi, via l’intervento degli Stati statalisti, che abbiamo deciso di mettere sulle spalle dei nostri figli peraltro molto rari (abbiamo così deciso di vivere al di sopra dei nostri mezzi rubando alle future generazioni)!
Come sperare nelle domande interne dei nostri Paesi e negli investimentinecessari, con questi due disastri colossali e colpevoli?

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