L’indispensabile cultura del lavoro, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa.

En 1994, sul frontespizio del mio primo libro economico-politico, «Destra, sinistra, centro. Sopra», avevo scelto una citazione del professor Gianfranco Miglio che mi è restata molto cara: “Veramente libero – scriveva il più grande costituzionalista e politologo non solamente italiano – è solo l’uomo che vive dell’economia di mercato».
La radicalità di questa affermazione sul piano economico, dove tutto il fondamento del concetto sulla libertà è messo in gioco, è sorpassata solo dalla definizione religiosa sul lavoro.
Poco dopo , in effetti, ho incontrato un altro autore di cui ho riportato la citazione ancora più globale e ontologica (vale a dire intrinseca alla sua natura), argomentata a molte riprese. Quella di un più giovane professore di università, Paolo Del Debbio, sempre operante nella metropoli industriale e commerciale di Milano: «Il lavoro è l’essenza dell’uomo».
Essa riassumeva sinteticamente, in una piccola frase, quasi sulle dita di una mano tutta la generalità del destino dell’uomo. Tra queste due aforismi, l’uno relativo alla libertà nel lavoro (l’attività prima di tutta l’esistenza), e l’altra nella sua finalità naturale (la teleologia esistenziale e escatologica sempre dell’uomo), ho scritto non meno di tre libri, tra il 2008 e il 2013. Così, la mia piccola trilogia sulle attività degli uomini come destino quotidiano e universale di ogni essere umano, si è dispiegata tra queste due polarità: la libertà da un lato e, dall’altro, la sua trscendenza divina nella sua totale gratuità.

 Libertà e gratuità sono così le due parole chiave della mia piccola ricerca. Non è a caso se il futuro Beato, don Luigi Giussani, non finiva di ripetere che il solo termine che potesse precedere la parola libertà era quello di Dio, vale a dire quello della suprema gratuità nel suo amore.
I tre libri del mio modesto, molto modesto trittico sono disponibili anche su questo Blog e s’intitolano :

  • I servizi multilingui traditi dal monolocalismo (L’onore dell’industria delle lingue salvato dal glocalismo) Bruxelles 2010.
  • Imprenditori e piccola impresa moderna (Le attività come dovere e virtù salvifica) Bruxelles 2011.
  • Lavoro: lessico familiare (Le attività delle creature nella Creazione con le parole per dirlo) Bruxelles 2013.

Tre libri per percorrere tutto il cammino – se così posso dire – della più concreta esperienza anche professionale realizzata nelle mie attività.
Il primo saggio, in una cinquantina d’anni di lavoro (dal 1959 al 2008-2009), particolarmente centrato sulla creazione e lo sviluppo delle mie agenzie Eurologos, anche su quattro continenti.
Il secondo, inquadrato sull’asse della priorità fondativa propria alla figura dell’imprenditore e dell’intraprenditore, in rapporto alle attvità subordinate (operai, impiegati e manager) sempre e purtroppo – ed è il meno che si possa dire – in tono minore.
E il terzo saggio è costruito specialmente su un percorso storico e essenziale del lavoro contemporaneo e sui suoi dintorni, visti dal mio sguardo di piccolo imprenditore che ha raccolto 275 parole ragionate in un lessico per dirlo.

 Il tutto visitato alla luce della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) e della visione cristocentrica propria del carisma di don Giussani e della sua associazione CdO (Compagnia delle Opere) di cui faccio parte.
Il lavoro libero (sui mercati) e la sua profonda gratuità (che conferisce il senso alla sua essenza umana, indipendentemente dalle remunerazioni e dai profitti) costituiscono le tracce privilegiate intorno alle quali ho scritto le centinaia di pagine di questi tre saggi. La mia tesi sostanziale, che forma l’epicentro del mio discorso, ruota intorno all’idea che il lavoro è intrisecamente salvifico: oltre a fare fronte alla necessità, essa è legata all’aggiungere valore divino alla Creazione e all’adempimento unico del destino di ogni essere.

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