Chi nell’Islam può cambiare i principi totalitari e libertici contenuti nel Corano e nella sua tradizione? Come potranno farsi carico di siffatta rivoluzione i Musulmani detti moderati senza una vera e propria “chiesa” islamica (unitaria e condivisa), di fronte ai tagliagole (e non solo!) assetati di potere globale?

Si parla spesso nei media, infine, soprattutto negli ultimi tempi, di cristiani massacrati e perseguitati, come pure dell’Islam cosiddetto moderato in relazione a quello estremista e terrorista dei tagliagole. Questi ultmi minacciano continuamente di voler trasformare la basilica di San Pietro in moschea: proprio come avevano già fatto con quella di Santa Sofia a Costantinopoli (Istambul), adibendola – dopo aver conquistato militarmente la regione – a grande moschea e museo musulmano.
Le descrizioni e le analisi che emergono dai numerosi articoli e commenti sull’atroce attualità di persecuzione in atto, con una ferocia raramente riscontrata prima, sono spesso dimentiche sia degli esempi storici che di quelli teologici e politici delle vicende islamiche.
Per esempio, si omette sistematicamente di ricordare che i tentativi cruciali di prendere il potere dell’Europa cristiana da parte dell’Islam sono stati almeno tre e non due. Dopo la decapitazione di 813 cristiani adulti ad Otranto nel 1480 i quali si erano rifiutati di convertirsi alla religione musulmana, con in testa il loro vescovo (le donne e i bambini fatti, come sempre, tutti schiavi), il re di Napoli raccolse lo sgomento e la collera delle popolazioni meridionali. E, con un esercito popolare agguerrito, scacciò dallo Stivale gli invasori islamici che volevano – ovviamente – giungere a Roma.
Abitualmente si ricordano due decisive battaglie, e non tre, vinte dai cristiani europei: quella di Poitiers, in Francia (nel 732 con il re Carlo Martello) e quella della seconda battaglia di Mohacs nell’assedio di Vienna (nel 1687, condotta dal principe torinese, il savoiardo Eugenio, sotto il comando generale di Carlo V, per l’impero absburgico).
Quindi, almeno tre furono le battaglie decisive e storiche perse dall’Islam, ma la guerra di conquista al centro della cristianità in Europa da parte dell’Islam continua imperterrita. Anche con altre e nuove strategie, pure complesse.
Ma negli ultimi trent’anni, in sovrappiù, i musulmani possono contare anche sull’incredibile complicità dell’ideolologia laicista politically correct del neo-illuminismo occidentale. Lo stesso che ha rifiutato, dissennatamente, di inserire nel progetto della cosiddetta Costituzione europea la chiara e gloriosa origine giudeo-cristiana dell’Europa.
Oltre ad Otranto (recentemente santificati tutti e 813, come martiri), si dimentica spesso, per esempio, anche la battaglia navale di Lepanto, nel mar Mediterraneo, in cui si sconfissero storicamente i Turchi, sempre in guerra di conquista, nel 1571.

Prima della sua morte, Oriana Fallaci aveva scritto all’inizio del 2000 una trilogia di libri best seller internazionali sull’Eurabia, vale a dire sulla conquista detta pacifica dell’Europa da parte dei musulmani con l’”invasione” immigratoria extra-comunitaria degli ultimi cinquant’anni.
Anche la Fallaci fu stroncata, criticata e banalizzata, soprattutto dalla sinistra cosiddetta socialdemocratica europea, alla testa del nichilismo continentale. È raro che i profeti vengano seguiti, non solo in Patria.
Lei Oriana, grande e vera partigiana, militante storica per la libertà, fu laminata fino a ridurre la sua completa e veramente razionale analisi a semplici tesi “inutilmente e scandalosamente allarmistiche” oppure dozzinalmente “esagerate”.
La sua realtà esaminata nei suoi scritti è ora sotto gli occhi terrorizzati di moltissimi.
Ma perché tanto sfacelo autolesionista e relativista anche di fronte ad un accumulo così ampiamente vasto di prove e di fatti tutti concordanti sulla cosiddetta fatale subordinazione psicologica dell’occidente cristiano? Qui si giunge naturalmente al teologico e, naturalmente, al politico.
Antonio Socci, in uno degli ultimi post del suo meraviglioso e cattolicissimo Blog denominato Lo Straniero, ripresenta una tesi già abbastanza conosciuta sul cristianesimo rispetto alle altre religioni. Questa sua argomentazione è conosciuta, ma costantemente occultata o sottovalutata dall’incultura modernista. Il nostro giornalista toscano ne parla specificatamente soprattutto riguardo all’Islam che attribuisce, come sempre, una visione caricaturale del cristianesimo che lo porta a deridere della nascita di Cristo in una stalla la Sua morte su una croce.
Niente di più opposto alla nozione e alla logica del Potere! E, soprattutto, alla concezione del potere musulmano!
L’Islam, in effetti, si è sempre concepito come ricerca continua della sua supremazia sulle altre religioni e popolazioni, soprattutto sul piano militare: con la spada e la legge principalmente di morte, fondata sull’apostasia e sulla Jihad.
Mentre il cristianesimo si concepisce, all’opposto, sull’estrema e totale libertà e debolezza dell’uomo, l’Islam punta sulla sottomissione sempre coatta con la forza. Donde la concezione inevitabilmente totalitaria e liberticida sulle donne e sugli stessi musulmani maschi che, come se si trattasse di un atto naturale, non possono nemmeno pensare di abiurare l’Islam, pena non meno che la morte somministrata abbonadantemente tutti giorni, con anche ludibrio pubblico.
Il loro Dio, evidentemente, non è come quello cristiano che non sa cosa farsene di fedeli che non possano liberamente rifiutarLo. Quindi amarLo veramente!

I laicisti occidentali, atei o agnostici, sono anch’essi quasi altrettanto politicisti: credono di fatto, e in ultima analisi, al solo Potere. Essi nemmeno si accorgono, quando accusano faziosamente e superficialmente i cristiani di “avere mosso guerra all’Islam con le Crociate”. Non sono per nulla coscienti dell’evidenza storica che – per esempio – solo dopo 400 anni di usurpazione dei territori e delle popolazioni ebree nonché cristiane da parte dei musulmani, sono andati a Gerusalemme per difenderla da una religione aggressiva nata, fra l’altro, più di seicento anni dopo Cristo!
Essa si è sempre caratterizzata come fondamentalmente arbitraria, violenta e violentemente tirannica.
Mai l’Islam ha rinunciato a questo principio totalizzante oltreché elementarmente antitetico alla semplice e suprema libertà che permette all’uomo di essere veramente umano. E questo, nemmeno quindi da parte dei musulmani considerati immotivatamente moderati, solo a causa – per ora – della loro apparente inattività sociale.
Però, fino a quando il Corano e la sua tradizione storica non saranno radicalmente modificati – con l’eliminazione di lapidazioni, fatwe, torture, corde d’impiccaggione, pene corporali (per esempio, frustate anche a donne) e decapitazioni varie per cause religiose – non potrà esistere come una religione moderata.
Il cristianesimo è l’unica e sola religione che ha preso il rischio, già nella sua genesi, della libertà umana. Ed è per questo che tutta la sua civiltà, universale (in quanto ontologica alla sua libertà) si è potuta sviluppare scientificamente, tecnicamente e culturalmente al punto che tutti gli uomini sul pianeta – detti di buona volontà – la seguono passo passo, anche inconsapevolmente. E indipendentemente dalla natura delle loro diverse credenze: il cristianesimo, contrariamente alle altre religioni, è profondamente umano!
Questa mimesi anche da parte degli stessi musulmani “occidentali”, cosiddetti moderati, è in antagonismo intrinseco con la loro Houmma. Del resto ci si chiede in nome di quale autorità religiosa dell’Islam (ancora strutturalmente priva di veri e propri capi o veramente condivisi), una siffatta revisione teologica e culturale potrebbe essere compiuta.
È comunque opportuno, ed anche misericordiosamente necessario, sempre sperare.

Ho già parlato, e ritornerò in almeno un altro post a farlo, al riguardo della religione giudaica, per alcuni aspetti ancora culturalmente vicina, anche se pacifista e considerata sorella maggiore di quella cristiana.
Non a caso, nel suo storico discorso di Ratisbona, papa Benedetto XVI aveva impostato tutta la sua lectio magistralis sulla irriducibile libertà dell’uomo. Le innumerevoli autorità musulmane, estremiste o moderate che fossero, reagirono quasi tutte negativamente o silenziosamente spocchiose alle sue parole di libertà e razionalità umane, ancor prima che religiose!

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