I belgi si vantano di essere grandi mediatori. Le loro autorità supreme nella Chiesa ne sono anche fiere. Ma…

Spesso la scelta dei responsabili politici europei si fissa su esponenti belgi. Le loro capacità d’arbitraggio e di buoni uffici sono diventati leggendari. Prima di tutto grazie al loro multilinguismo abituale di tre o quattro lingue europee molto spesso utilizzate nel piccolo Reame dove tre lingue sono ufficiali, corrispondenti alle sue tre regioni (quella nerlandofona, la francofona e la tedesca). La qual cosa implica, quasi automaticamente, l’utilizzo corrente dell’inglese come lingua veicolare per la comprensione, facile e senza conflittualità, tra le tre comunità nazionali. Già la conoscenza e la pratica di queste quattro lingue rende evidente una capacità rara di comprensione di queste corrispettive culture spesso essenzialmente determinanti in tutte le relazioni intereuropee. Ma la specificità belga nella ricerca di esperti in composizioni politiche, economiche e culturali è anche valorizzata da due altri elementi molto apprezzati dall’eurocrazia sempre più all’ordine del giorno, malgrado gli insuccessi europei.
In primo luogo, la relativa piccolezza del paese (un po’ più di 10 milioni di abitanti) che il Belgio condivide con il Lussemburgo (ancora più minuscola): ciò che permette alla sua potenza economica di non fare generalmente ombra agli altri paesi del nostro vecchio continente.
E secondariamente, una vera e propria esperienza relazionale sul piano della pratica costante e quotidiana nella gestione di ciò che viene chiamato un non-paese, pieno di comunità linguistiche (dunque economiche e culturali) che registrano una presenza di molti emigarti italiani (350.000!) e arabi, per non contare tutte le altre nazionalità.

 Un paese che è confrontato nella continuità al problema dell’alterità, vale a dire del diverso da me, non può che essere futuribile e esemplare. Ma, naturalmente, sia nel bene che nel male.
La pratica della mediazione quotidiana su tutti i problemi porta inevitabilmente alla piattezza più nichilista e relativista : col tempo, tutto si uguaglia fatalmente al livello più basso.
Così il non-paese più moderno diventa il più modernista, il più aperto verso il futuro diventa il campione, non solo europeo, dell’abbrutimento antropologico della nostra era razionalistica e laicista…Ci si ricordi che si è appena approvata la legge dell’eutanasia sui bambini !
E questo quasi nell’indifferenza della popolazione tutta preoccupata a far fronte e ad assicurare il suo livello di vita statalististicamente assistito ed economicamente creduto « alto ».

 I pastori più importanti del popolo belga, vale a dire il primate arcivescovo francofono, Léonard e il cardinale fiammingo « pensionato », Danneels, non sfuggono a questa mitologia della mediazione. In occasione del Sinodo sulla famiglia a Roma, si sono tutti e due dichiarati di aver esercitato le loro funzioni di mediazione tra le due grandi parti della Chiesa divisa sui problemi dei divoziati-risposati (e, sul fondo, forse a breve termine, a proposito degli omosessuali).
Ben che posizionati in un modo praticamente opposto, l’arcivescovo rigoroso di Bruxelles e spesso inviso all’establishement (nominato da papa Ratzinger) e il cardinale progressista (gran mediatore, già prima degli anni ’80, tra le posizioni sostanzialmente eretiche dei preti neerlandofoni e quelle dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo II), si sono molto impegnati a favore della composizione delle divisioni, di cui si teme anche une rottura nel 2015.
Ma c’è un hic : La Chiesa, contrariamente alle istituzioni pubbiche o civili che possono mediare fino all’abominabile, deve obbligatoriamente obbedire alla Verità eterna e ontologica che le impone il famoso «non possumum». Il quale, strutturalmente, le impedisce di continuare l’opera di mediazione verso il basso. : i pastori possono solo ripetere il « noi non possiamo » di fronte al tentativo di fare inghiottire qualche cosa che è contrario a ciò che viene chiamato il «depositum fidei», il deposito della fede, l’eredità eterna, della verità trasmessa dalla Tradizione e dalla Rivelazione. Si potrà tutto mediare con misericordia, salvo questo !

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