Lavoro da più di 45 anni, in famiglia italiana a Bruxelles, e posso dire che, del Referendum italiano di domenica prossima sulla Giustizia, nessuno all’estero sa niente. Essendo giunto in Italia per una vacanza, con orrore ho verificato che sia nella mia grande Famiglia, che al ristorante, al supermercato o dal parrucchiere, accennandone a parlarne, quasi nessuno ne sa ugualmente niente. Eppure, la Giustizia costituisce di gran lunga il problema “numero uno” da almeno mezzo secolo in Italia! Il “delitto perfetto”, di coloro che hanno organizzato il suo astensionismo, nel più Bel e Antico Paese (forse di tutto il mondo), sembra già strutturato per essere semplicemente annullato.

Ho scritto  questo post  esclusivamente in italiano e non come praticamente sempre, soprattutto in francese, per una certa vergogna delle modalità con cui tutto si è strutturato nell’amato Stivale per il solito obiettivo: perfino ciarlarne molto perchè tutto rimanga sostanzialmente immutato…
Non sono stato un totale e incondizionale fan dell’ultimo Amicone, il valoroso direttore-fondatore parecchio milanese di Tempi – che recentemente ha raggiunto il suo Creatore – ma ho totalmente condiviso il suo giudizio, da molti lustri, per cui la parzialità della Magistratura costituisce il problema principe del tormentone politicistico italiano (e non solo). Tutte le argomentazioni (proprio tutte!) della quasi totalità dei magistrati parlanti (o silenti) sono state trasformate in capisaldi della più colossale mistificazione politica e politicista che infetta sistematicamente tutto il funzionamento ideologico e culturalista dell’anima italiota. Il referendum abrogativo, ne ho riletto varie volte il testo articolatissimo nei suoi cinque (!) questiti, mi sembra immediatamente valido per poter rimediare, almeno grossolanamente, ad alcune storture ormai radicali nell’intervento sistematico e aprioristico della Giustizia nel corpo martoriato del terzo potere pubblico italico. Ma subito mi son chiesto quanto ne possano capire gl’Italiani, diciamo non solo medi. Che, assicurano le grandi inchieste sondaggistiche anche internazionali, sulla loro incapacità di sola comprensione corretta alla lettura di frasi, pure semplicemente scritte… Del resto non molto distanti dalle loro medesime capacità all’estero, quelle del mondo detto modernamente conformista occidentale… Figuriamoci poi con un testo intrinsecamente giuridico, ben lontano contenutisticamente dagli abituali costrutti sintattici dell’edonismo intrattenutistico televisivo, deturpato e anche falsificato. Nella crisi spaventosa della sola lettura culturale o anche sempliciotta giornalistica corrente… Se un qualsiasi elettore del Texas o belga, dopo aver solo letto questi detti quesiti, dovesse darne un giudizio… culturale relativo al popolo destinatario italico, sarebbe meravigliato da tanta sapienza e sagacia supposte dal legislatore! Purtroppo, sapendolo in difetto da vari lustri (!), di libere elezioni politiche per scegliere i suoi rappresentanti legislativi, ci si può immaginare quali conclusioni ne informerebbero il suo giudizio molto scanzonato! E quand’anche si raggiungesse il famoso, quello sì del 50% più 1 dei voti emessi (lo si spera comunque!), quale livello di validità probante e non manipolato ne potrebbe risultare? Del resto, cosa sperare da una classe politica di partiti gnostici abbrutiti (tutti!) che rimangono incondizionatamente in Parlamento, nell’assurdo senza elezioni, per solo succhiarsene i lauti e immeritati stipendi da privilegiati?

Eppure una bella croce di siffatta maggiornaza sul SÌ del Referendum, anche sommaria, sarebbe almeno un toccasana, per i quantomeno astuti, colti e generalmente immorali (almeno nel comportamento massificato) di questi magistrati silenziosi, ma molto correntizi e gnostici.
Rimane però una speranza al probabile suddetto annullamento: l’abbinamento alle elezioni comunali di un migliaio di Comuni tradizionalmente valorosi , già dal Medio Evo. Quello detto abitualmente  ignobilmente “oscuro”. Perché non doppiamente sperarci? Bisognerebbe, in questo caso, che i votanti siano comunque maggioritari e che le rarissime “discussioni” di voto televisivo – notoriamente poco seguite, non a caso – siano frutto dell’improbabile discernimento supremo. Soprattutto in relazione alle infingarde motivazioni pelose per il NO. Che paradossalmente, nell’estrinsecarsi dei  corrispettivi mistificanti argomenti detti “democratici”, non siano percepiti finalmente a favore del voto conservatore dei mali ormai incancreniti! Tutta la casistica della cronaca cosiddetta politica pubblica di molti decenni fa è intrisa di esempi tragici di detta cultura sicuramente speculativa. Prodotta fondamentalmente dall’ingerenza falsamente autonomistica dell’uno dei tre poteri dello Stato etico e mostruoso, leviatano di Hobbes: quello particolarmente della Giustizia. Questi è sempre amministrato in modo ovviamente razionalista e sinistrorso; privato di atteggiamento critico e, naturalmente,apparentemente dogmatico con la mistificazione liberal-totalitaria. Come suo residuo veramente tale, quello cioè d’ispirazione cristiana fondata sulla Carità e sul Perdono (comunque congruamente sanzionato e pagato sul piano solo umano!), si aveva la denominata Ministero di “Grazia e Giustizia”. Prima della “Giustizia”, almeno formalmente, era rimasta la denominazione preceduta dalla supremamente religiosa “Grazia”. Che implementava quella soggettivista e sempre immanente (quindi intrisecamente ingiusta) della sola Giustizia senza ascendente soprannaturale della vera Carità, almeno come riferimento teoretico. Lo Stato detto moderno non potrà infatti mai essere produttore di Giustizia integrale in quanto esso è fondato, o almeno strutturato, sul mostro storico leviatano. L’assoluto, cioè, mai totalmente mediabile ed integrabile in un Organismo statuale misericordioso, nel senso biblico del termine umano e nel contempo divino: secondo l’ontologico valore suo totalizzante. In uno Stato assolutista, è inevitabile che un potere, dei tre autonomi, tenti sempre di prevalere sugli altri due. Nel post-moderno, è fatale che sia sempre quello dell’apparato giudiziario, non eletto e rieletto dal popolo, a essere indotto all’abuso sistematico del potere politico. Per cui, siccome non esistono così salvaguardie fattuali e ricorrenti, occorre indispensabilmente intervenire legislativamente su di esso: resistendo alle lusinghe della molto conclamata autorifoma dei magistrati… interna. E, lo si è visto, ovviamente sempre illusoria: il peccato originale, non abitualmente riconosciuto, è sempre valido!

La vera soluzione alla Giustizia è quindi sempre a partire dal principio superiore che essa non può, per definizione, possedere in sé. Si tratta del principio naturalmente religioso, globale e sempre  ragionevolmente metafisico: quello cristocentrico della Chiesa cattolica, attualmente devastato.
Innanzitutto, la Giustizia rileva sempre e naturalmente dalla Verità. Ma come impostare oggi questo problema, a causa del fatto che è proprio la Verità, unica e sempre esistente, la cosa più negata e generalmente riprovata dalla cultura reale, ormai relativista delle nostre società occidentali? Senza Verità, non è evidentemente possibile nemmeno il surrogato della Giustizia. Non solo il nostro mondo incredulo e razionalistico (non razionale!) non crede nella Verità insita semplicemente nel Cristianesimo incarnato e Rivelato da Gesù, ma addirittura tutta la filosofia moderna e modernista nega che sia anche ragionevole ricercarla in quanto… inesistente! Ecco dunque il problema irresolvibile che gli estensori del referendum attuale non potevano chiaramente e sinteticamente formulare. Tutta la filosofia generale, che regge – se così si può dire – la nostra cosiddetta civiltà in completa rovina, ne è stata privata dalle varie filosofie ed eresie! Anche un risultato del Referendum positivo (per il ) non potrebbe significare che produrre (si dovrebbe però sempre e comunque  sperarlo!) un un tentativo di arresto alle continue incursioni dei magistrati, strutturalmente in generale ideologicamente corrotti (o oggettivamente complici)… I Cattolici, molto lontani dal problema che considerano in modo totalmente laicista e modernista, sono anche lontani da rilevarne anche solo la complessità. Al punto che i molti incredibili catto-comunisti han già deciso che voteranno NO, per tutto conservare, come abitualmente nell’idea che ci si trovasse nella civiltà ancora cristiana! La quale complessità non è soltanto intellettiva, per le pigre e piatte menti dei massificati gnostici, nostri contemporanei (immanenti e increduli), ma essa è sempre puramente  trascendente in una religiosità, apparentemente per sempre persa o falsamente intimizzata!
Cosa fare, dunque? Votare naturalmente. E pregare perchè discenda lo Spirito Santo nelle menti ottenebrate della masse lobotomizzate dall’edonistmo straccione modernista. E sempre più diffuso nella nostra tragica era moderna e modernista. Pure nell’attuale Chiesa cattolica.

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