L’orribile e “inattuale attualità” di Papa Francesco, contro il rito in latino della Messa, s’è rvivelato, ancora una volta, quella principale e indefettibile del suo Pontificato: protestantizzare ed eretizzare la Chiesa cattolica dall’interno, aggiungendovi una ennesima “pietra angolare” alla sua costruzione detta della “Nuova Chiesa”, ranherianamente sangallista. Quella cioè pronta ad integrarsi nel progetto sincretico, attualmente quasi vincitore del NOM (Nuovo Ordine Mondiale): irreligioso, massone e modernista.

Papa Francesco infligge, con questo suo “Motu proprio” di una settimana fa, un colpo sempre molto distruttore della strategia inclusiva e anti-ostracista di Papa Benedetto XVI, al “Tradizionalismo del Concilio tridentino” e dell’ex-scomunicato monsignor Lefebvre…
Papa Benedetto XVI aveva reintegrato nella Comunione della Chiesa non solamente la Fraternità Papa san Pio X, fondata dall’arcivescovo Lefebvre, ma tutto il rito latino praticamnete abolito in modo temerario da Papa Paolo VI con l’utllizzo delle lingue vernacolari nazionali.Il “Motu proprio” in questione realizza così il vecchio sogno della sedicente “Mafia di San Gallo”, alla quale l’attuale Papa  aderiva da decenni, di colpire radicalmente, in quanto “movimento modernista et progressista”,  la tendenza cattolica senza aggettivi (denominata spregiativamente “tradizionalista”). Promovuendo una Chiesa conforme in prospettiva al NOM, acronimo di Nuovo Ordine Mondiale. Il quale NOM non può sopportare, naturalmente nella sua eterodossia, la variante religiosa per eccellenza semplicemente Cattolica, totalmente rigorosa e teologicamente inviolata. E che incontra anche un “successo” relativo e crescente di fedeli con vocazioni religiose ben sacramentali e consacrate, nel bel mezzo di un deserto storico vocazionale e religioso. Sebbene, in sovrappiù, sempre sempre i suoi membri siano disponibili alle modifiche d’appofondimento veritativo e non di contestazione come lo fa sistematicamente il modernismo! La prova di questa tesi è data da due prese di posizioni immediate della Fraternità Pio X: un documento già storico in polemica totale, sul  proprio sito web istituzionale dell’ordine, anche dettagliato, stilato contro l’intervento papale. Questa vera e propria stroncatura di una totale avversità esplicita, è stata raddoppiata pure da una omelia magistrale, tanto radicale e senza possibilità di mediazione, due giorni dopo da parte del responsabile attuale della nota Fraternità della Chiesa mondiale, l’italiano don Pagliarani! E questo mentre vari osservatori consideravano che le decisioni prese dall’attuale Papa sono finalmente favorevoli a questa Fraternità antimodernista per antonomasia, da parte degli eredi del compianto grande Lefebvre che si è sempre situato nella Verità e per le Verità.

Un ricco sviluppo spirituale e fondamentalmente fedele, in un’era di deserto religioso.
Le conseguenze di questo intervento repressivo totalmente malevolo non possono che risultare molto negative per certe minuscole Chiese ulteriormente dissidenti nel detto Tradizionalismo. Non potranno, infatti, che reintegrare teoricamente la Fraternità Pio X lussuosamente abbandonata…
Io stesso e la mia Famiglia, siamo testimoni da più di cinque anni nella nostra militanza assidua al rito latino a Bruxelles. Il quale ci è subito apparso come il più spirituale possibile, in tutta la sua perfetta  fedeltà all’intierezza della sua storia plurimillenaria. E nell’unità universale del Cattolicesimo cristocentrico e salvifico, parlando non solamente una sola lingua ma pensando e pregando anche una sola e vera religiosità divina. Quanto all’”inattualità sempre attuale” delle cose strategiche e sempre maggiori, come genialmente spiegate nel libro famoso di Nietzsche, Papa Francesco segue il suo destino tragico nell’eresia, con una precisione e una puntualità senza errori…

È da un relativo lungo periodo nell’”intermittenza” prudentemente neutra, che queto Papato non interveniva più nella costante opera di demolizione, in  maniera assolutamente injustificata ed illogica, relativa all’attitudine del Cattolicesimo divino, eterno ed antimodernista.
Come è ormai abbastanza noto, si sa che i modernisti rimangono all’interno della Chiesa per meglio poterla trasformare terribilmente a modo loro, così come Papa san Pio X l’aveva profetizzato con precisione nella sua enciclica Pascendi,  già nel 1907. Siffatto scopo strategico costituisce la strategia degli eterodossi, permanenti e progressivi oltre che “progressisti” da più di due secoli. E questo grazie ai loro numerosi artifici di passare senza essere troppo percepiti per le loro azioni di stravolgimento irreligioso, soprattutto con le pratiche intermittenti più o meno astutamente spaziate. Per mezzo anche di una sovrabbondanza (si è anche arrivati à una insopportabile pletora!), di nomine nel Clero di ecclesiastici modernisti notoriamente ben eretici. Ultimamente, il relativo successo di una reazione radicale al politicismo sinistroide e gnostico di questo Pontificato, sempre più esplicito e grazie all’evidenza paradossalmente di una spiritualità rara ma molto più profonda, aveva suggerito al Papa e al Clero immanentisti una certa moderazione, nella frequenza dell’atroce intermittenza eretica troppo appariscente… Questo “Motu proprio” ha ripreso così il peso del ritmo usuale. Innanzitutto nella sua demolizioe e subito dopo, già nelle sue proposizioni almeno sconcertanti per tutti ifedeli. La Liturgia latina, oltre ad aver riportarto la continuità storica nei  valori sicuri dell’uniformità e della profondità, ha rimesso l’attenzione all’inaccettabile semplificazione riduzionista anche nei suoi contenuti religiosi ora detti pazzeschi. I quali, per esempio, hanno fatto ritornare all’onore la Messa tradizionale, nella sua struttura sempre universalmente intatta. Il senso del sacro e del rispetto del solenne, tanto calpestato dal profano della vita politica e legislativa totalmente gnostica (sostenuta anche dai Cattolici!), hanno rilanciato un accorato segnale di avvertimento al modernismo superficiale ed esclusivamente antropologico, dilagante ignobilmente nelle nostre sociétà dette moderne. E, per conseguenza e induttivamente, anche nella Chiesa reputata pure e fatalmente, a rigre, modernista…

La questione del contendere non poteva essere che centrale e relativa all’attitudine di fronte alla religiosità stessa: l’utilizzo della Liturgia latina, non solamente come lingua-tipo, ma soprattutto come teologia di Verità contro la deriva del rigore anche metodologico!
È sempre più evidente che il mondo attraversi nella nostra era e percorra una divisione radicale tra  opposti irriparabilmente dietro due concezioni comunque solo realisticamente e quantitativamente  immanentiste. Esse nascondono appena la vera separazione ben più profonda tra due visioni del mondo che rilevano non solamente dall’esclusivo e sempre falsa dimensione politica che diviene fatalmente  politicismo orfana di Dio, ma del vero religioso  spirituale. Il modernismo del NOM non poteva essere in effetti più irreligioso: il semplicismo del “buon padre di parrocchia piuttosto dall’altezza vitale lobotomizzata dal buonismo” non poteva essere e apparire più inaccettabilmente ingenuo e falsificante. Oltre che progressivamente antievangelico! Nel perverso moralismo fattuale e razionalista, esso non poteva che mostrarsi molto sciaguratamente irrazionale, nella generale massificazione mondana. Il bisogno di complessità realistica non può arrangiarsi con la tendenza a nascondersi dietro una visione artificialmente ridotta e obsoleta di una “religiosità” tutta umana e onusiana. L’idea di una morale di tipo “fattelo da solo secondo i tuoi tornaconti” è diventata troppo tentante: il modernismo non fa che proporlo continualmente. L’uomo ha invece bisogno di una Liturgia, come paradigma esistenziale, bella e se possibile paradossalmente “pesante” e ben significativa. Allo scopo di poter uscire dall’indifferenziazione che la massificazione televisiva e mediatica gli rifila come tentazione giorno e notte. Le idée del pensiero unico proprio al razionalismo non possono, molto felicemente (!), soddisfarlo. E soprattutto esse non corrisponsono mai alla vera semplicità della visione divina evangelica e trinitaria. Questa preannuncia un mondo al contrario peccaminoso da sfuggire, di false convenienze con mediazioni essenzialmente pubbliche e anticristiane che si sbagliano amaramente, anche di epoca: il Cristo non è mai stato spiritualista, intimo abitante nelle catacombe e parlante con i criteri principalmente dell’ambiguità!

Il successo crescente, relativo e clamoroso della Fraternità Pio X, in rito latino nel mondo, apparentemente non toccato direttamente da questo intervento papale, mostra il vero obiettivo di questo “Motu” repressivo e assurdo, nell’escatologia salvivifica del Cattolicesimo.
Il problema numero uno del Cattolicesimo (e anche di ogni altra falsa religione) è ai nostri giorni la mancanza di Fede, dunque di preghiera. E cosa va ad inventarsi ancora Papa Francesco?  Va a fabbricare una delle sue riforme”belle”, solo repressive a suo nome, contro quelli, comunque pochi, che pregano intensamente il Dio… Trinitario ! E anche alla maniera vissuta nelle migliaia di anni nel corso della sua grande Tradizione storica! Vale a dire quella dei suoi fedeli che hanno affermato la Verità sulla sommità della storia nel mondo! Naturalmente, questo Papa non può permettersi di attaccare direttamente ora la Fraternità Papa Pio X, soprattutto, come al solito, con argomenti teologici di cui egli coltiva, va pur detto, il massimo disprezzo. E ancora non può contrastare apertamente l’ancora vivente riparatore dall’ingiusta scomunica, Papa Benedtto XVI detto Emerito!
L’opportunità funzionale (non la Verità) e suo grande consigliere supremo, non glielo permette. Ma contrariamente a quanto si possa gnosticamente pensare, il gruppo ecclesiale fortunosamente beneficiario tatticamente del suo “Motu proprio”, la detta Fraternità, si scatena contro per ragioni comunque puramente ben teologiche e di Verità! L’avrebbe immaginato, lui il Papa detto “misericordioso”, che ha solo l’opportunità di mediazione mediatica come tabernacolo davanti al quale inginocchiarsi? Lui che come cardinale si è fatto fotografare in ginocchio (!) davanti a due pastori luterani che lo stavano solennemente bendicendo a Buenos Aires! Ma gli altri cardinali lo sapevano prima di eleggerlo a Roma Papa? La Fede del Popolo di Dio è così ben messa alla prova! Che fare? I cattolici non possono che pregare particolarmente e maggiormente per la conversione del loro comunque Papa, magari iniziando dall’utilizzo di un linguaggio non ambiguo e ammicante, “sì sì, no no”! E sperare che lo Spirito Santo abbia, come sempre, una strategia salvifica, apparentemente ora impenetrabile. Ma non acritica. Che altro?  

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