Le tre espressioni chiave ormai dimenticate che costituiscono i temi fondamentali per comprendere alla radice la nostra era sono: lo gnosticismo (modernista), lo statalismo (totale) e lo zelotismo (politicista). Tutto il totalitarismo della nostra epoca è racchiuso in queste tragiche nozioni totalmente ora assenti. Anche la Chiesa cattolica si è resa ereticamente complice di questa totale cristocentricità scomparsa.

Comprendere il problema è il primo passo per risolverlo: senza di che si è fatalmente subordinati e collaborazionisti con l’oppressione gnostica che, in modo modernista, incombe sulla nostra vita.
Da una trentina d’anni, i partiti veramente cattolici sono stati volontariamente soppressi: in genere non lo erano più da molto tempo in quanto spesso concepiti e divenuti pure laicisti, quando non praticamente anche anti-cattolici. I Cattolici residuali hanno ricevuto la direttiva ecclesiale di votare o militare nei loro partiti ideologicamente preferiti. Indifferentemente e a livello internazionale in modo ben mistificato. All’ordine del giorno, sia dell’attuale dibattito globale che dal punto di vista generale politico e culturale, il tema è completamente avulso dalla relativa a siffatta funesta scelta nullificante. Soprattutto in un tempo di massima crisi a causa dell’eresia modernista della Chiesa stessa, di protestantizzazione maggioritaria e di secolarizzazione del cosiddetto “Popolo di Dio” divenuto sempre più miscredente. Con anche un potere totalitario mondialista diventato pure estremamente oligarchico, mondiale e irreligioso: gnostico modernista, in larga parte si tratta – si sa – del finanziario… La DSC (Dottrina Sociale della Chiesa), praticamente scomparsa e ignorata ancora più che combattuta, è quindi sparita completamente dal contesto politico. Da cui l’estrema necessità di una presenza testimoniale nella continuità con una rigorosa teologia cattolica magisteriale nelle questioni sociali, pubbliche e legislative. Tanto più che l’incultura generalizzata e il ribellismo antiautoritario ecclesiale necessitano di una ferma e autorevole capacità di Unità. Il Dicastero sociale della Chiesa cattolica di Trieste è miracolosamente il solo sfuggito, anche se abbastanza sconosciuto o osteggiato, alla deriva eterodossa modernista degli ultimi sessant’anni e soprattutto di questo pontificato bergogliano (dall’avvento di Papa san Giovanni XXIII e dal Vaticano II fino a Papa Francesco).

La metafora del “pesciolino rosso nel boccale” sedicente libero mostra come sia politicamente ora irrilevante il cattolico. La sua militanza inutile e mostruosa nei partiti piccolo-borghesi statalisti…
La diaspora dei Cattolici – piuttosto incolti, massificati e remissivi politicamente – presso i partiti borghesi più o meno  laicisti, tutti statalisti e anti-religiosi nel loro politicismo tran-umanista, ha posto i Cattolici, sempre meno religiosamente praticanti, in una posizione sistematicamente molto  minoritaria, strutturalmente debole e fatalmente irrisoria all’interno o al servizio dei partiti completamente secolarizzati della nostra epoca. La metafora più abitualmente utilizzata per loro è quella del “pesciolino rosso nel boccale” utilizzata anche da Robi Ronza nel suo recentissimo bel libro Luigi Giussani a proposito di Comunione e Liberazione & oltre, Il Cattolico “intruso” nel partito più o meno massificato è trattato come il pesciolino che può sguazzare liberamente… all’interno del boccale. Assegnatogli nella più perfetta inutilità salvo la sua funzione dimostrativa aggregarizzante per farlo apparire ai loro elettori potenziali allo scopo di attestare la larga… “democraticità” del loro partito. Tutte le più rappresentative leggi anti-cattoliche mezzo secolo sono state approvate, veramente tutte, con anche la diaspora attiva e spesso entusasta dei Cattolici, in libera diaspora anche militante!
Il vero problema è culturale. I partiti, soprattutto di sinistra, provengono da un mezzo secolo (più alcun secoli antropocentrici) dedicato principalmente alla ricerca della ormai famosa “egemonia culturale” materialista e marxista (via via marxiana). Particolarmente in Italia, detta strategia politica di dominazione ideologica era stata ideata e realizzata dal duo Gramsci negli anni del carcere fascista e da Togliatti in quelli soprattutto del dopoguerra e dell’immediato ’50-60. Fino al punto che, già negli anni ’60, i Cattolici già arboravano una cultura politicista molto secolarizzata pronta all’unità alleata col materialismo del centro-sinistra. In quanto omogenea alla ormai dilagante e modernista della, ancor più statalista e culturalmente nichilista. Va forse ricordato che lo statalismo altro non è che la prevalenza dello Stato sulla potestà spirituale di Dio Trinitario e quindi annientatore della Chiesa? Così come pure sulla Persona che evidentemente precede l’esistenza dello Stato!
A partire dagli anni ’50, la conoscenza della cosa si è progressivamente evaporata in tutti i Paesi! La Chiesa del Concilio Vaticano II appoggia sempre di fatto e dottrinalmente questa linea alquanto antropocentrica, nell’ambiguità del suo linguaggio e nel relativismo ideologico delle sue scelte entusiaste. Con l’unica eccezione relativa alla battuta rigorosa e opposta costituita dall’enciclica “Humanae Vitae“, dell’ inizialmente molto pentito modernista Paolo VI.

Il problema della fondazione del partito cattolico in ubbidienza alla Dottrina Sociale della Chiesa, ora negata o negletta. In una Chiesa in più alla deriva nella sua progressiva apostasia irreligiosa.
La risposta di Gesù alla domanda insidiosa dei farisei rispetto alla politica: “Dai a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare” si deve sempre interpretare come un dovere per il Cattolico di usare in politica, innanzitutto come strumento principe e non teologico, il partito!
Senza partito, niente politica. Soprattutto nella cosiddetta democrazia liberale che ne prevede l’utilizzo indispensabile e insostituibile. I Cattolici senza partito sono un nonsenso ormai ridicolo!
Si tratta del simmetrico esatto degli zeloti cristiani che si aspettavano il Messia liberatore politico e militare dall’oppressione romana in Palestina: fatalmente avrebbero tradito Gesù e il Cristianesimo per trenta denari… Ora aderiscono supinamente, anche se in un attivismo inutilmente disperato, ai partiti tutti gnostici, più o meno laicisti e altrettanto miscredenti alquanto relativisti. Senza parlare qui del ruolo testimoniale di riferimento della Chiesa italiana nel mondo!
Il Cattolicesimo è preposto alla salvezza globale dell’uomo e non per essere usato, senza lo “strumento” (il Sacramento!) della Chiesa, che nella storia si è servito della festa, alla fine della sua Liturgia annuale, di Cristo Re dell’Universo per affermare la gerarchia tra Gesù (la cristocentricità!) e il partito. Partito però di perfetta ispirazione cristiana attraverso il ministero culturale della DSC, col suo Dicastero sempre ignorato o sottovalutato. È del mese scorso la rilevazione da parte di detto  Dicastero situato a Trieste, sotto la guida sempre dell’arcivescovo sublime Crepaldi e del segretario dell’intelligentissmo Stefano Fontana, che nessuna (veramente nessuna!) Diocesi italiana si è iscritta ai corsi di DCS da esso impartiti! E questo, mentre tutta la popolazione italiana e internazionale non fa altro che parlare e dibattere, zelotamente in modo scellerato, di politica politicista da mattino a sera e da sera alla mattina. Il bisogno di un’autentica cultura politica rigorosamente d’ispirazione cattolica, e di un’Autorità indiscutibile da seguire in Unità anche ecclesiale, non è mai stato così indispensabile. Nell’epoca dell’individualismo planetario e della protestantizzazione del Cattolicesimo, ormai mondialista secondo i principi, in sovrappiù, mutuati dallo gnosticismo ateo dal Clero bergogliano, del NOM (Nuovo Ordine Mondiale). Quanti Cattolici, del resto, conoscono oggi il Distributismo, vale a dire la dottrina sociale e politica della Chiesa fondata sulla Carità e sulla proprietà privata e responsabile?

Il politicismo zelota, come degradazione suprema della politica perché priva di strategia religiosa: sempre illusoria e nella marginalità di risultati politici totalitariamente prevedibili e “democratici”.
Coma rendere credibile, cattolica e rigorosa l’azione politica del “sale della Terra” costituita dai Cristiani senza il loro partito che quotidianamente spiega alle masse abbrutite dalla massiccia propaganda “night and day” del nichilismo irreligioso, quando non apertamente persecutorio, senza un partito invocato anche dai miscredenti razionali o ragionevolmente logici? Il suicidio dell’apostolo cristiano, Giuda Iscariota, dopo il suo tradimento delatorio, è emblematico del destino attuale del Cattolicesimo contemporaneo: i Cattolici appartenenti sia al Regno di Dio che alla comunità umana, non possono che sottoporsi alla contradizione intrinseca, antagonista del politicismo acefalo e disperatamente forsennato! Quello che è sempre stato il risultato dello zelotismo riduzionista cristiano. Lo stesso praticato dall’insieme del popolo ebreo che si aspetta ancora oggi l’avvento del Messia liberatore, solo fattuale dall’oppressione politica oggi mondialista. Tutti non avevano così colto, molto colpevolmente, la portata eterna e veramente globale del messaggio massimamente salvifico e drammatico di Cristo, fino alla Croce di Risurrezione.
Dimenticanza o rimozione quindi delle tre parole chiave? Preghiamo.     

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