Dopo il movimento dei sindaci, ora quello dei governatori regionali. E quello del presidenzialismo nazionale anch’esso eletto direttamente dal popolo? Trump, Merkel, Macron, Johnson, Putin… e il successore di Mattarella? Il presidente eletto dai partiti, perdipiù quasi sempre molto gnostici, può solo essere funesto!

Tutta l’eterna Verità della civiltà è contenuta nel gigantesco, storico e supremo passo verso il monoteismo. Il potere, persino quello democratico per il Bene comune, è sempre indivisibile.
Nella doppia elezione politica italiana, sia referendaria nazionale che locale amministrativa di questo  settembre 2020, il vincitore può essere individuato solo in quella che i linguisti chiamano l'”arcilettura” a vari livelli costatativi. Nella semplice lettura superficiale dei risultati, in effetti, tutti i candidati e i loro partiti politici si dichiarano, come sempre, vincitori implacabilmente e inesorabilmente nel sempre evidente falso storico! In che consiste siffatta e sempre nota falsificazione del reale? È il popolo ebreo che per primo lo scoprì e lo riconobbe, alcune migliaia di anni fa, completamente nelle pieghe dell’esistente “sensibile” e al di là dell’apparente, cioè nella metafisica. Questo popolo intelligentissimo, ben aiutato e illuminato da Dio stesso, incontrò la verità, la completa Verità del Dio Unico! Il monoteismo segnò così il passaggio dal caos alla civiltà in cui il Cielo e la Terra venivano misteriosamente e “incredibilmente”, riuniti in un matrimonio coniugale e globalizzante che già era fuso da sempre, ontologicamente cioè naturalmente: il maschile col femminile, l’eterno con l’occasionale, il pensiero con la parola… La Persona irriducibile di Dio era così nata e la precedente individualità insoddisfatta dell’Essere umano era nel contempo beatamente riconosciuta falsa e morta. Era nato il “Popolo di Dio” che aveva riconosciuto la sua vera Creaturalità, la sua Genesi e già la sua vera Storia. E soprattutto era nato esplicitamente il Principio dei princìpi: il Creatore onnipotente Dio, quello cioè dell’Umana creatura e dell’Universo, unito nel concetto complesso di Persona anche a discapito dell’individuo ferino. Da lì, in breve, la concettualizzazione della civiltà, della cultura e della polis, con la sua scienza fatalmente fallace ma in divenire esplorativo ed esperienziale. Soprattutto della politica all’eterna ricerca del suo Logos divino totalizzante!
Così il potere, già conosciuto nella sua animalità efferata, divenne chiaramente pure indivisibile nella sua dominazione naturale e suprema verso il Bene comune. Tutta la storia umana cominciò veramente da lì, da Dio e dalla Sua Persona, nel Popolo detto “eletto” in quanto conoscente, riconoscente al proprio Padre, unico, infrazionabile e opposto alla idea proteiforme del già obsoleto  politeismo. E generante la Sua  legge amorosa, detta civiltà umana. Dopo questa nozione del Potere unico e indivisibile, tutto divenne cumulativo nella piena intelligenza omnicomprensiva. Fino all’attuale democrazia che qualcuno, piuttosto inglese, poté definìre, nell’evidenza metodologica, il sistema politico meno peggiore della storia civile.

Ogni organismo politico può solo tendere ontologicamente all’uomo solo ma costituzionalizzato, responsabile universalmente della totalità: l’Essere cioè unico. Perché la Verità è sempre una sola!
Tutto questo progetto non poteva fondarsi che sulla Verità e non sul precedente tragico e necessariamente sempre ricorrente relativismo della ferocia istintiva animalesca: sempre per l’uomo stesso intuitivamente falsificante in quanto “nati non si è per esser bruti”, come scriveva Dante, il più grande scrittore e poeta al mondo e di tutti i tempi. La piccola verità soggettiva, sempre relativista, non è altro che falsità. Ed ecco, quindi, ricordato, sempre all’ordine del giorno incarnato dalla Chiesa, il Logos globale composto dal Pensiero e dalla Persona uniti nella Parola “celeste” del Cristo. La Verità può solo essere  eterna ed una, non interpretabile nella ermeneutica “flessibilità”, come vuole il mondo gnostico e l’individuo vanaglorioso, cosiddetto autonomo anche autodefinito dai molto stolti cattolici oggi cintemporanei, “adulto”.
La Verità ecclesiale è in effetti una sola e identificata nella Persona sempre alla ricerca del suo convergente  approfondimento (oggi, già anche cristianamente rivelato nel suo salvifico). Una sola Vérità, identificata storicamente  – e sempre identificabile – nella Persona Trinitaria e, molto criticamente, in quella purtroppo fallibile, però misurabile e controllata del presidente, dell’Essere unico che da solo può rappresentare il Popolo, in un dato momento. Non a caso in Europa, la Francia (cioè il Paese più repubblicano che ha tagliato la testa al suo re, Luigi XVI, ben pubblicamente e in modo molto significativo per l’ideologia susseguente !), pure i suoi presidenti della Quinta Repubblica continuano ad assumere i molti residui crismi propri della regalità comportamentale (come De Gaulle, di destra o Mitterand e l’attuale Macron, di sinistra). Anche se gli inglesi l’avevano già fatto ben precedentemente decapitando Charles I Stuart , ma poi si ricredettero, con molto pentimento sfociato, non solo  per fortuna, nella costituzionalità. È ontologico che sia così. In realtà, ogni organismo ha tendenza a strutturarsi naturalmente in forma piramidale, à partire da sé. La sola forma detta “riparativa” finora escogitata è la costituzionalizzazione della sua funzione unica e personale. E, naturalmente, nella limitatezza della sua durata presidenziale ben  inscritta nel tempo della sua rieleggibilità. Questa ultima, peraltro, permette di salvaguardare il senso inviolabile di “servizio creaturale” e possibilmente (sempre più probabilisticamente) totalmente fallace.

La politica e non il caos strutturato! L’unità identitaria di un popolo non può essere rappresentata che dalla Persona creaturale che riconosce continuamente il Creatore, amministratore armonioso, nella fattualità quotidiana sempre legata alla perfezione del Cielo, nel principio del Logos.
Lo scopo della politica, si sa, è il Bene comune. E nella determinazione di siffatto Bene, nei suoi programmi, che l’attività politica si qualifica nella sua validità o per la sua funesta ideologia.
In questa validazione si gioca tutta la Verità e la Salvezza almeno terrena. La separazione, perfino antagonistica della religiosità in Dio, cioè della costatazione veritativa raccolta in legge divina, poi incarnata Trinitariamente anche nella Chiesa cattolica, costituisce quindi la più scervellata e scellerata scelta ideologica del sempre funesto modernismo. Il quale si è affermato a partire dagli albori del Rinascimento, architettato dai filosofi e poi accolto dalle culture opportuniste fino a conquistare i comportamenti dell’attuale maggioranza dei popoli. Essa è chiamata secolarizzazione, cioè una concezione della cultura politica che finge anche un Cristianesimo eventualmente “creduto”, ma alla condizione assurda che si situi completamente estraneo alla politica e alla gestione della cosa pubblica. La massiva polarizzazione del potere politico, opposta alla sacra sua “coniugalità cooperante” con la Creazione continua condivisa dell’Onnipotente, quella statale e statalista. Per cui, la concezione politica necessariamente ridiventata gnostica propria della sua fase pagana, dunque fatalmente politicista, statalista e riproduttiva di un potere tautologico e totalmente ingiusto strutturalmente. Esso è infatti diventato un potere funzionale al suo mantenimento puramente conservativo nell’apparente dissennatezza della sua oligarchia attuale in nuove classi sempre più parassitarie e dannate, nel nichilismo. In altri termini, la politica diventa autoreferenziale sempre più e non teleologica, cioè finalizzata al Bene della comunità umana. Pure la sua rappresentatività viene svuotata dei suoi contenuti universali costituiti dalla fusione dei due princìpi che dovrebbero operare armoniosamente nella sintesi tra la loro dimensione verticale e orizzontale. O meglio, la detta rappresentatività non può essere riferita che a un popolo alienato, indipendentemente dai suoi posizionamenti e culture, tutti maggioritariamente ideologici. La concezione della polis diventa così sprovvista  pubblicamente di Cielo e di Verità del suo Logos divino, annunciato nel Vangelo di Giovanni.

Quando anche il migliore Presidente diventa tragicamente gnostico e fatalmente paganeggiante, tutto volge al disordine entropico e generatore anarchico dell’inevitabilmente irrisolvibile.
La secolarizzazione del Cristianesimo di cui è impregnata (o si svela) tutta la civiltà occidentale è il fatto della molto provvisoria vittoria del “Peccato originale”, che inguaia l’uomo peccatore in quanto Essere creato almeno libero. In pratica, i “responsabili” politici sono ormai stati tutti sfornati e selezionati, all’insegna della gnosi il cui orrore è stato descritto da Gesù nei  Vangeli come “mentalità del mondo”  completamente irreligiosa. Evidentemente anche il migliore dei Presidenti può, oggi e sempre, essere  un possibile gnostico nella pratica in quanto quasi sicuramente “selezionato negativamente” e scelto all’interno del “mainstream” culturale  dell’attuale universo. A cui, peraltro, deve pure far riferimento, sebbene non proprio ai mostruosi partiti politici borghesi dannatamente quasi tutti molto nichilisti! Risulta così evidentemente assurdo e dissennato l’impegno dei cattolici nell’attuale loro diaspora presso detti partiti borghesi, sia come elettori che come eventualmente eletti.
Non solo essi sono, come tutto il personale politico, penosamente e umiliantemente subordinati, come pure irrilevanti nella più squallida marginalizzazione politica, ma finiscono per supportare ignobilmente il sistema diabolicamente paganeggiante e disperato del  maggioritario nel mondo. Perdipiù, anche nel progetto del NOM (Nuovo Ordine Mondiale) ora in atto, teso a realizzare lo scervellato progetto più riduttivista e nichilista della storia con il contributo della stessa Chiesa eretica, ora anche cattolica nella sua intermittenza nel modernismo! La privazione del tragico futuro salvifico e l’accumulazione del disordine nell’entropia catastrofica del politicismo anarchicheggiante, inducono al nichilismo irrisolvibile nel quale è rinchiusa la gestione del potere della nostra era.
C’è comunque la speranza Trinitaria della Salvezza e quella umana della sua essenza ad “immagine di Dio”: la funzione presidenziale almeno lascia la porta aperta al possibile mistero salvifico.
Il problema centrale della costituzione e dello sviluppo  quantomeno di un partito cattolico per Paese,  totalmente fedele alla DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) e che sia di riferimento a tutto l’ignorantissimo universo politico. A!), pure i suoi presidenti della Quinta Repubblica continuano ad assumere i molti residui crismi propri della regalità comportamentale (come De Gaulle, di destra o Mitterand e l’attuale Macron, di sinistra anche se non è nemmeno all’ordine del giorno delle agende operative, siamo comunque gli eredi di almeno due millenni (!) di splendida e ricchissima Tradizione cristiana. Operando per la prossima Repubblica italiana affinché sia presidenziale e non più parlamentare, preghiamo!

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