Cosa son diventati i giovani giussaniani che hanno condiviso per mezzo secolo le sorti del più grande religioso ed educatore milanese del ventesimo secolo, completamente tradito dal suo movimento diventato mondiale, Comunione e Liberazione? Orfani soprattutto del suo carisma eccezionale, omologati ormai nella crisi di Fede della Chiesa, sono rimasti quasi abbagliatamente inattivi o ai margini del loro movimento che ha assunto tutte le valenze contrarie a quelle ecclesiali che lo hanno reso il più importante della Cattolicità nel secolo scorso.

Quando si è giovani, si sceglie “liberamente” un movimento cattolico inevitabilmente più vivo e culturalmente totalizzante, dunque realmente religioso, anche senza sapere che questo destina esclusivamente all’adésione piena e finale alla Chiesa cattolica eterna.
Lo scopo dei movimenti ecclesiali cattolici è quello di introdurre nella vita della Chiesa millenaria e storica con il cipiglio del carisma scelto liberamente con tutte le sue molte particolarità, naturalmente. È il caso di Comunione e Liberazione, così denominata alla sua rifondazione dopo lo sconvolgente ’68. Sotto le denominazioni di Gioventù Studentesca (GS) e di Giovani Lavoratori (GL) erano sorti, poco più di una dozzina di anni prima, e rapidamente sviluppati, due movimenti quasi  gemelli sotto la sua egida che avevano strabiliato il mondo . E opposto radicalmente da parte dell’establishment cattolico, erroneamente detto tradizionalista, che l’accusava di essere “d’ambiente” (non territoriale o parrocchiale) e “promiscuo” (abitualmente cioè diviso in femminile e maschile), alquanto moralisticamente. Le due caratteristiche strutturali nascondevano, in realtà, la grande novità autenticamente religiosa di una modernità eterna, grazie alla radicalità della Fede sacra del fondatore. E della  sua presenza attiva negli ambienti di vita dello studio e del lavoro: dunque in oggettiva polemica, almeno con la religiosità astrattamente avulsa dell’allora  cattolicesimo, travolto dalla civiltà e dalla cultura della produzione e dei consumi moderni totalmente alienati e nichilisti. In concorrenza con la consueta vita parrocchiale intimizzante molto perifericizzata quando non evaporata. Allorquando ci si accorge che detto movimento ecclesiale iniziale è stato tradito e confermato (anche) ampiamente, sia nel suo style carismatico “baldanzoso”, che nei suoi principi teologici della dogmatica classica non è lecito indugiare più a lungo del ragionevole alla sua comprensibile appartenenza pseudo-sentimentale. Richiamarsi all’autentica tradizione religiosa sì, ma non continuare a baloccarsi nel nuovo peccato di – anche impensato e imprevisto – tradimento. E questo malgrado le false celebrazioni giussaniane nonostante l’esplicito tradimento e l’implicita dimenticanza…
I movimenti, per definizione, vivono, muoiono e si traformano. Non ci si ricorda spesso della loro riconversione! Inutil dighel , inutile dirglielo, nel dialetto milanese: soprattutto dopo averlo ripetuto inutilmente per molti anni! È la Chiesa (cattolica) la nostra vera casa, quella che ha vinto su tutte le  versioni eretiche e che vincerà anche contro il modernismo attuale che, come dice da più di un secolo san Pio X, è la “sintesi di tutte le eresie”. Anche avendo ben chiaro che le profezie divine sull’avvento dell’Anticristo, dal Vangelo all’Apocalisse, sono sempre più vere! I movimenti siano transeunti, la Chiesa cattolica solo, è eterna.

Quali erano i difetti propri della fase fondativa di CL, dal 1954 fino al ’68, e che ne erano pure i punti di forza e di autenticità ontologica, poi rivelatisi fragili e molto poco resilienti?
Il contesto culturale della nascita di CL era già quello della crisi aperta nella Chiesa cattolica che progressivamente si era sviluppata da secoli, a partire filosoficamente dal Rinascimento, dal protestantesimo, dalla rivoluzione inglese e francese e dal materialismo ateo marxista fino al nazismo dell’orribile Olocausto… Cosciente dell’eterna  funzione salvifica e storica del Cristianesimo, don Giussani, appena uscito prete dall’immensa cultura sterminata dello storico seminario di Venegono, optò per la vocazione incontrata dell’educatore di giovani, trovati ignoranti e vitalmente inetti, anche i più cosiddetti cattolici: subordinati all’egemonia culturale della sinistra razionalista più o meno marxiana. Ben cosapevole della loro totale mancanza di ragione e dell’incommensurabile patrimonio di Verità del Cristianesimo cristocentrico, egli vi si dedicò anche in alternativa ad una carriera sicura di grande teologo. Se si dovesse chiedere ora quale fosse l’idea centrale e originale di CL, si avrebbe difficoltà a identificarla se non insita all’interno dell’eterno Cattolicesimo stesso. Si potrebbe comunque trovarla nella congiunzione articolata paradossamente interna all’eresia fondamentale del nostro tempo modernista: l’”esperienza”, anche se molto psicologistica e massificata dalla massificazione, non da parte di Giussani ma piuttosto della gioventù sempre più spappolata nello psicologismo ribelle. La tendenza cioè a tutto riportare all’umano freudiano senza Mistero: il troppo umano orrendamente moderno a cui solo un insuperabile capacità di umile e sparita religiosità può opporsi. Quella cioè anche ontologica corrispondente e devastata ad una Fede suprema nel progetto unicamente salvifico cristiano fondato sulla responsabilità personale propria del “Peccato originale”. Vale a dire , come nel principio del “rischio educativo”, molto confinante col rischio permanente del peccato nell’amore primario della libertà personale, sempre ora giustificato “ vanificato  psicologisticamente. Compreso quello originale e familiare del demoniaco ormai quotidiano, il cui perdono e salvezza legittima già la missione trinitaria di Gesù. La parola “esperienza” nell’insegnamento cristiano, totalmente cristiano di Giussani, è pieno di rischio di incorrere nella banalità dell’umano autonomista, indipendente e personale. Nella  corrispondenza profonda tra l’umano e il divino che sono le due nature di cui l’Onnipotente ha creato l’uomo (“ad immagine e somiglianza di Dio”). Così, quando si incontra nella vita questa corrispondenza di umanità e profondità incolmabile, non ce lo si dimentica più in modo indefettibile. Ecco la ragione, in positivo, dell’”esperienza” giussaniana” e ciellina a cui i giovani diventati vecchi “integralisti” (cosi etichettati dalla canea religiosamente ignorante) non possono e non sanno consolarsi. Ma esiste pure, in negativo, l’accezione di “esperienza” senza Dio (della canea), grosso modo psicanalitica, ma comunque peccaminosa. E questa devastazione dello spirito costituisce il peccato  di vanagloria mistificante l’esperienza divina: quella dell’eresia ora ciellina e della Chiesa…  

Alla morte del suo fondatore don Luigi Giussani, il tradimento totale alla sua linea religiosa, anche carismatica, si era ricongiunto con quello storico della Chiesa detta impropriamente tradizionale in quanto realmente ambigua nell’incipiente nichilismo modernista, da secoli in vigore e ora maturo.
La Chiesa cattolica, all’epoca della prima fondazione giessina,  era quella pronta a cavalcare sempre  l’entusiasmo superficiale che se ne impossessò con la morte di Pio XII, l’ultimo Papa rigorosamente “dogmatico”. E l’elezione di Papa oggi santificato Giovanni XXIII. Il quale, in vista di aprire lo speranzoso Concilio Vaticano II, trovava normale cocludere un accordo segreto con i servizi segreti sovietici, atei e di stretta concezione comunista, a Metz in Francia, col cardinale francese Tisserant (russofono). Così come ai nostri giorni ben peggiori: dopo l’accordo tenuto da Papa Francesco ancora segreto a tutt’oggi (!) e dopo averlo stipulato con il governo comunista e nichilista della Cina, anche a detrimento dei martiri cattolici cinesi, oltreché contro la Chiesa vivente di sempre. Il clima ideologico del tempo era che fosse normale firmare un con il centro del comunismo miscredente mondiale, con lo scopo scervellato e squilibrato di non fare nemmeno un accenno all’interno di tutto il Concilio a Roma del “piccolo problema” sull’ideologia comunista (in contropartita del permesso di fuoriuscita (!), dall’allora cosiddetta totalitaria Unione Sovietica, di una minuscola rappresentanza del clero cristiano-ortodosso, osservatore al Concilio! Per poi convocare, per la prima volta nella storia, un’assise mondiale predefinita solo ”pastorale” e non, come sempre necessario, dogmatica…
Una vera e propria tragedia, questa, già prefigurativa di quella attuale di Papa Francesco di cui CL non dice una una sola parola: anzi… Questo nuovo e vero e proprio movimento, cambiando astutamente anche lo statuto precedente dell’epoca giussaniana dell’evento annuale del Meeting di Rimini, ha concluso (si è ora saputo!) un accordo con gli onusiani dell’ONU, i peggiori rappresentanti del nemico numero uno oggi al mondo religioso, quelli cioè del NOM  (Nuovo Ordine Mondiale) !
Quello stesso, del resto, alla testa dell’Unione Europea da almeno una ventina d’anni, che tanti lutti continua ora a produrre nel nostro Vecchio Continente…
È questa del mondialismo, l’eresia gnostica e religiosa principale della Chiesa e di tutti i suoi movimenti detti ecclesiali. L’idea della “Nuova Chiesa” di Papa Francesco, fattosi interprete perfettamente protestante dell’eterodosso totale gesuita Karl Rahner. Naturalmente, al tradimento del Gius, CL ha così aggiunto anche quello globale e mondiale dell’altrettanto universale nuova religione civile e demoniaca. Il modernismo infatti, in quanto “nuova religiosità umanocentrica”, in rapporto col mondo più che col Cielo (di cui si occupa da lustri solo per il suo svuotamento escatologico) ha bisogno, per la sua defezione da Ecclesia cattolica, di una dimensione mistificata del globalismo universale cristiano. Ecco quindi posizionato, anche con relativo anticipo, l’accordo sacrilego molto onusiano del 2016 con l’Agenda 2030 dell’ONU da parte del glorioso Meeting di Rimini! Oppure della firma (!) dell’accordo di Abu Dabi con un mussulmano disponibile…    

La difficile elaborazione del lutto della rapida sparizione del carisma religioso giussaniano in una inevitabile e incredibile nostalgia del rigore naturalistico e di ragione cattolica, che si era riappropriata perdutamente di molti del movimento sotto le spoglie del papalismo non petrino.
E i vecchi ciellini? Pubblicamente congelati anche se, come sempre, attivissimi! Alla domanda riguardante il perché tutti i grandi dirigenti e semplici fedeli a Comunione e Liberazione si siano mantenuti disponibili nella speranza di una riconversione, pur manifestando il loro disaccordo totale rispetto al nuovo corso reazionario già di quindici anni fa. Di fronte all’evidenza della svolta ciellina verso l’ideologia reazionaria modernista e nei confronti dell’unità anche nichilista della Chiesa intermittente eretica (con prevalenza naturalmente dell’eterodossia, come da prassi della Chiesa rahneriana!) cosa rispondono questi ex ciellini inconsolabili? Soprattutto dopo l’avvento al pontificato del modernista Papa Francesco, almeno tanto eretico quanto l’orripilante gruppo San Gallo suo grande elettore. Nei giorni del funerale den cardinale Ries in Belgio, disertato dall’unico altro cardinale belga Danneels, impegnato alla testa dei sangallesi, molto impegnato, nei pourparler in Vaticano per l’elezione al papato del loro pupillo argentino… Con tutta in armi l’alquanto spregiata corte di cardinali tedescofili e sempre modernisti come Kasper, Marx e tutti i vescovi internazionali ugualmente eterodossi, con tanto di esimi cardinali deceduti  (Silvestrini, Martini). E lo stesso  fiammingo Danneels, ancora ben attivo fino alla recente dipartita finale verso il suo destino definitivo, a capo dell’anticanonica combricola. E che il neo-eletto Papa Franceso ha voluto con sé come nuovo Papa, a fianco nel  corteo di presentazione al mondo al Balcone di San Pietro nel 2013…
La ragione negativa per cui, dopo così tanto tempo, gli ex ciellini e i grandi dissidenti antagonisti ancora cincischiano intorno alla ormai reazionaria CL, è questa sottovalutazione del demonio che tatticamente è molto forte e vincente. Oltre ad aver profetizzato la vittoria contro l’Anticristo, Gesù e lo Spirito Santo operativo nella storia hanno anche raccomandato di continuare ad affermare la propria autentica Fede. A combattere tutte le manifesazioni demoniache, anche le più piccine in quanto, all’inizio, ogni eresia appare come esiziale e irrisoria. Dopo tutte le contestazione del tradimento in CL, ci si chiede perché un altro movimento non sia ancora sorto! E perché un laico partito politico cattolico non si èsia potuto veramente costituire e sviluppare.
La fondazione del partito “Popolo della Famiglia” nel 2016, nonostante la fedeltà più che rarissima se non inesistente alla “Dottrina Sociale della Chiesa”, e malgrado l’esistenza precisa dei “Principi non negoziabili” definiti da Benedetto XVI, non ha potuto decollare, tra gli scherni ignobili degli intellgenti cattolici in vergognosa diaspora. Tra questi, anche a sostegno della Vita e i giussaniani, con il loro moderatismo infantilmente ribelle, colpevole e in completa dispersione dissennata – ce  lo si dica –  non lo hanno permesso.

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