Perché i grandi leader politici mondiali, come naturalmente quelli delle più piccole città, quasi tutti giudicati deideologizzati, si rassomigliano benché in opposizione feroce e come non mai? Cosa li ravvicina e in cosa si contestano così radicalmente? L’eterna discriminante dello statalismo derivato dalla gnosi, oggi dominante

Sommario dei contenuti

Lo gnosticismo: il comune denominatore dei partiti borghesi moderni

I cattolici e la loro superficialità critica di fronte alla politica ideologica

Lo gnosticimo sempre irreligioso derivato dalla prevalenza dello Stato su Dio

Lo statalismo originario, non solo politico ed economico, dei partiti modernisti

La differenza radicale tra laicità e laicismo, oggi nemmeno percepita

Perché è un errore eretico pensare di “cattolicizzare” i partiti più o meno gnostici

L’assurda diaspora “cattolica” a sostegno dei partiti quasi tutti laicisti: da influenzare!

La crisi economica le cui cause sono falsificate: l’attuale denatalità malthusiana

La protestantizzazione dei cattolici verso l’inconsapevole massoneria onusiana

Il totalitarismo antidemocratico della superiorità etnica dei partiti secolarizzati

La teologia rivoluzionaria e non dell’evoluzione da parte dell’eretico gesuita Rahner

L’urgenza ritardata di un partito laico e unico, rispettoso rigorosamente della DSC

Non bisogna nemmeno andare a votare senza un partito cattolico e laico”!

Al Logos l’uomo preferisce la gnosi? La pazzia demente odierna né è la condanna

 

Anche se Il materialismo e il pragmatismo liberale sono ora inconsistenti, il classico steccato tra sinistra e destra continua sempre a ben separarle. Verso un comune e molto indiscusso statalismo
I partiti politici si accusano, si denigrano e si calunniano nella loro lotta permanente e competitiva, per la conquista del potere detto democratico, oggi particolarmente impietosa. C’è però un tema che non è mai messo nell’agenda della loro propaganda: quando è appena sfiorato, in ogni caso resta senza alcuna conseguenza critica sostanziale: lo statalismo. Vale a dire la concezione totalmente degradata e abnorme dello Stato che esclude, nel suo potere e nei suoi criteri di funzionamento, la presenza dei princìpi religiosi e di tutti quelli che si riferiscono alla Persona, naturalmente in quanto Creatura. Si tratta generalmente di un’assenza relazionale in rapporto ai principi sacri e non negoziabili dell’umano civile e divino. E questo è perpetrato in nome del laicismo ideologico dell’orribile Stato anche moderno, appropriatamente aggettivato “modernista”. In realtà, molto falso ed essenzialmente deviato rispetto alla sua vera e legittima modernità. Questa assenza non è ormai quasi mai nemmeno presa in considerazione. E, soprattutto, mai giudicata pertinente riguardo a ciò che viene chiamato il dibattito sulla cosa pubblica. Così gl’innumerevoli e ricchissimi princìpi costitutivi delle basi stesse della civiltà occidentale non dispongono più dei fondamenti che l’hanno costituita. A tanto di decadenza e di perversione si è giunti, dopo secoli di laicità manipolata e soprattutto di laicismo!
E questo, malgrado che lo statalismo religioso e politico costituisca per ogni Paese sviluppato il problema numero uno e assoluto della nostra era. Tutto l’orribile modernismo così assolutamente non moderno, sia economico che trascendente e nell’indifferenza più ignorata oltre che ignorante, si è affermato nella nostra epoca in modo tanto silenzioso ed efficace quanto atrocemente soft-tirannico. Si può dunque dire che il più importante tema politico e globalizzante delle nostre società moderne, dal quale derivano tutti gli altri concetti vitali, non è praticamente mai nemmeno trattato nella sua essenziale totalità. La nostra è una èra massimamente ed esclusivamente statalista: conseguentemente ben mutilata e handicappata, malgrado il suo sviluppo scientifico e tecnologico ormai anche percepito neppure più notevole e strabiliante! Statalismo assurdamente in ogni caso cieco che pretende invece tutto decidere, condurre e controllare anche dittatorialmente.
Da quando l’homo religiosus è stato rimesso a tema dal geniale antropologo belga Julien Ries (nominato cardinale da Benedetto XVI, a circa 90 anni e non molti mesi prima della sua morte), queste idee globali, e indivisibilmente abbracciate, sono comunque sempre restate al di fuori dal pertanto logorreico dibattito politico del nostro tempo!

Lo Stato moderno – come quello dell’antichità – deve sempre essere laico. Ma non laicista! La modernità democratica non può rimuovere millenni di civiltà ontologicamente religiosa…
L’indiscutibile e sempre giusta laicità dello Stato è giunta a non più nemmeno percepire la nozione di laicismo, avendola nascosta, confusa e assimilata nel tempo, semplicisticamente a quella ben diversa di organizzazione della polis laica. Ma, allo stesso tempo, così posta in modo fondamentalistico.
La concezione laicista dello Stato è in effetti il risultato di una visione non a caso “neo-religiosa” paradossalmente a rovescio, come inevitabile e tragica nemesi: un vero e proprio inconcepibile, dispotico fondamentalismo statale. Irriducibilmente contraddittorio in sé, a causa della sempre impossibile “neutralità” statale. In effetti, il laicismo, come la gnosi da cui deriva, è inevitabilmente fondato su una scorciatoia, un paralogismo, un riduzionismo concettuale. Sul quale si è invece fatalmente diminuita e stravolta tutta la civiltà occidentale. La quale è strutturata sulla più alta complessità – per nulla complicata! – e non sull’approssimativo ed elementare banale: complessità e banalità di cui sono imbevute le stesse accuse della sinistra nei confronti della destra. Per cui la necessità di ben spiegarsi, anche a lungo.
La spiegazione evangelica di Gesù stesso relativa alla domanda trabocchetto avanzata dai farisei per cui la Sua risposta non poteva essere che divinamente: “Dà a Cesare quello che è di Cesare. E a Dio quello che è di Dio”; essa non vuol per nulla dire l’ostracismo laicista, oggi in auge, contro la società della trascendenza e delle cose dette religiose.
Al meglio, il laicismo è in effetti ai nostri giorni l’ideologia che rinchiude la religiosità nella sfera privata o intima. Al di fuori della globalità dell’esistenza sempre molto articolata nel quotidiano della vita. Anche allorquando non si è credenti, ma almeno razionali…
Il detto paralogismo, che si rivela logicamente impossibile nella stessa sua formulazione, indica e porta ad una falsa e comica… religione di Stato e nello Stato. L’incarnazione di Gesù in quanto uomo, essendo figlio di Dio e misteriosamente paritario nella Trinità, non vuol dire – è cosa ben conosciuta – che il cristianesimo derivi da un’accezione spiritualista e astratta della realtà, privata o intimista.
Non è un caso se, ai nostri tempi, vari millenni di civiltà occidentale vengano di fatto tranquillamente negati nell’ignoranza più colpevole e disarmante. Si tratta dell’unica, sola e pur prestigiosa civilizzazione conclamata giudeo-cristiana: roba da quattromila anni di esperienza storica.
Tutti i partiti politici esistenti (o quasi) hanno così completamente dimenticato o rimosso, in misura più o meno grave nell’esplicito, questo fatto politico e spirituale la cui la mancanza impedisce loro perfino la percezione minima del significato ben distinto della parola “laicismo”. Dunque e ancor più grave pure della legittima, autentica e simmetrica laicità dello Stato veramente moderno: che non vuole assolutamente significare esclusivista. Anzi.

Il paradosso del conservare l’ideologia dopo il fallimento del comunismo confessato nel 1989
Il fallimento strepitoso e storico, trenta anni fa, non è stato solo quello del comunismo ma dovrebbe essere inclusivo anche di tutte le ideologie fino ad allora inventate (e pure giustamente quasi dimenticate). Quelle cioè che hanno caratterizzato anche le concezioni predominanti nelle politiche dei diversi Paesi liberali durante gli ultimi cinque secoli (dal Rinascimento): vale a dire innanzitutto con lo sfacelo di quella ideologica e antropocentrica, poi formulata anche marxista e ben comunista. Il cui crollo è stato confessato spontaneamente urbi et orbi di fronte, per esempio, a un ben socialista François Mitterand incredulo cui Helmut Kohl spiegava, tenedolo per la mano, che il muro di Berlino non c’era più perché aperto e annullato da chi l’aveva costruito: gli stessi tedeschi dell’est, da allora, non più rinchiusi nel comunismo! Si trattava però pure del crollo della ideologia, per riassumere, pragmatica o liberale. In un modo tuttavia meno evidente in quanto essa si è subito autoproclamata “validamente sopravvissuta” a siffatta molto generale catastrofe. Anche filosofica del pensiero detto contemporaneo. Tali fallimenti, tuttavia, non hanno assolutamente fatto abbandonare l’idea massimamente nefasta delle ideologie stesse, alla base costante e specifica della politica modernista e di quasi tutti i comportamenti, pure dei politici dei nostri giorni. Essi hanno anche portato tutto l’attuale universo, in sovrappiù, ad adottare praticamente e progressivamente la più pericolosa di tutte le ideologie: quella più totale detta per l’appunto modernista. “L’eresia delle eresie, concepita come sintesi di tutte le altre”: così l’aveva definita san Pio X, nella sua enciclica “Pascendi” del 1907.
A dire il vero, questo modernismo era diventato già famoso e ben stroncato al tempo di Pio IX (appena una cinquantina di anni prima) come filosofia e teologia già neo-casuista. Ed ereticamente ben adattata (!) alla mentalità agnostica in ascesa nel mondo. Compresa quella dei nostri tempi, come pensiero unico o sedicente politically correct. L’idea che dovesse essere il mondo a doversi, molto semplicemente, adattare ai principi eterni era già stata sostanzialmente persa…
Non sfuggirà ai cattolici colti – sul piano globale, storico e religioso – che la stessa ideologia ha così riproposto, dopo più di due secoli, l’identica eresia già ben condannata. E attualmente ancora una volta reintitolata da parte dei suoi stessi seguaci, la “Nuova Chiesa”, sostenuta dall’attuale e molto argentino Papa Bergoglio…

Il cattolico: mai scismatico e sempre critico, ma petrino nella sofferenza pregante, consegnata anche alla penitenza della Chiesa, non indenne da dubbi ma sempre indefettibilmente fedele
In effetti, per un cattolico non è mai questione essere minimamente scismatico: l’unità benché e sempre a ragione ben critica col Papa è sacra e indiscutibile. Anche se si è convinti della sua natura personalista e individualista, papale o papista (non necessariamente d’Autorità divina) e non santamente nella tradizione petrina. Con l’attuale e generale eterodossia strisciante dei cattolici, anche la permanenza della storica lotta “destra-sinistra” nel mondo si è perpetuata. E pure radicalizzata al livello non solo politicistico (il risultato cioè della politica politicante) ma pure globale, teleologica e teologica. L’individualismo è ora praticato dalle due serie di movimenti e partiti che costituiscono l’universo politico diventato totalmente o parzialmente gnostico, per fatale contaminazione.
Di conseguenza esso è ora differenziato sostanzialmente e gravemente quasi solo sul piano quantitativo con le sue modalità di applicazione. Lo Stato è così apparso all’orizzonte di tutti i politici politicisti come il solo protagonista “globalizzato” della e nella cosa pubblica. Senza cioè l’interlocuzione invece eterna e trascendente della religiosità ecclesiale. La storia, del resto si sa, è stata sempre caratterizzata dalla lotta aperta, umana e veramente profonda tra l’Imperatore e Dio.
E questo grazie anche alla rinuncia oggi voluta, pure ideologicamente, da una parte preponderante dell’attuale Ecclesia stessa. Che sostiene oggi una “Chiesa dell’ascolto et degli interrogativi” nella sua eterodossia dottrinale tipicamente rahneriana. La qual cosa in luogo di impartire l’insegnamento dell’unica ed eterna Verità, della Salvezza divina incarnata.
In questo generale sovvertimento caotico, per esempio gli ex-sedicenti marxisti (ora autodefiniti pure marxiani anche si compiacciono nel farsi denominare “liberali mondialisti” (negli Stati Uniti i sinistri si fanno chiamare “liberals”). Mentre i vecchi liberali universalisti si affrettano sempre a definirsi perlopiù globalisti progressisti. E, ora sempre più, cosiddetti ecologisti (per l’Europa definiti anche molto e troppo sociali). Ma in realtà tutti, sono più o meno fedeli agli interessi attivamente subordinati e molto gnostici franco-tedeschi. Oltretutto astutamente imposti e superficialmente massoni, al livello anche planetario.
Contro questo mondo a rovescio, si sta affermando un movimento felicemente di massa piuttosto di destra e minimamente, in ogni caso, razionale sul piano anche vagamente teologico: quello denominato impropriamente “populista e tradizionalista”, osteggiato apertamente dal nuovo corso imboccato pure apertamente dall’attuale Pontificato. In ogni caso, provvidenzialmente, la protezione Trinitaria sovrasta sempre la santità personale o la mancanza di rettitudine dottrinaria papale nel suo compito principale e pure esclusivamente fondamentale del Depositum fidei.
L’essenziale della Fede cristiana può essere riassunta in questa primordiale fedeltà ecclesiale!

Gli attuali cattolici antimodernisti detti “tradizionalisti” (i cattolici non possono essere altro!) sono cascati nella trappola di volere influenzare religiosamente i partiti gnostici. Appoggiandoli!
Quale migliore occasione per tutti i cattolici e la loro unica e vera Chiesa che quella di questo celebrato fallimento marxista, “improvvisamente” annunciato, e che aveva ipnotizzato oltre che non solo sostenuto, per quasi due secoli, gigantesche lotte massificate dette ”di classe”?
Sarebbe stato necessario per questo piuttosto affermare, da parte di tutta la Chiesa cattolica, e con molta più energia generalizzata e soprattutto massivamente, la Verità eterna e universale del cattolicesimo che annuncia la Salvezza divina ed eterna. La quale inizia qui su Terra: in quanto religione intrinsecamente unica e anti-ideologica. E sempre zelante ad affermare la triade delle Virtù teologali che permettono di cooperare con la Creazione continua di Dio. Compresa l’inviolabile e intangibile Adorazione del Santissimo Sacramento e la devozione suprema alla Vergine Maria: l’unico essere umano associato e “assunto” divinamente in Cielo, anche da vivente e già prima della sua nascita, alla Santa Trinità! L’azione ineguagliabile di san Giovanni Paolo II, congiuntamente sul piano politico di Ronald Reagan e Margareth Teatcher, è stata molto contrastata a livello mondiale soprattutto da tutto l’ambiente sedicente artistico e materialista, come abbastanza abitualmente.
In effetti, all’epoca di questo fallimento, il mondo cattolico era impegnato ad accelerare il suo processo di secolarizzazione malgrado l’insegnamento rigoroso e vigoroso dei due grandi recenti Papi, san Vojtyla e Ratzinger. Ci si trovava in effetti in piena fase (ancora oggi) dove – per esempio – all’Ecclesia piuttoso fedele alla Tradizione, si preferiva e si preferisce coltivare la grave mancanza di coraggio (come particolarmente per il caso del buon Papa Giovanni XXIII, tra gli altri grandi presuli) per esplicitamente condannare con solennità l’apparente vincente ideologia comunista. Quella responsabile – fra l’altro – dell’ecatombe di almeno duecento milioni di morti (!), solo nel ventesimo secolo. Rimanendo comunque al potere, in realtà o più o meno da vicino, sotto diverse forme e denominazioni, perfino in quella ultima ulteriormente ideologica e modernista del pensiero unico. Mentre l’altro orrificante e ugualmente storico assassino, il nazifascismo dell’Olocausto, aveva sostanzialmente sgomberato il campo, alla sua sconfitta generale alla fine della seconda guerra mondiale (salvo i residui sempre inquietanti di gruppuscoli, rimasti ancora in ogni caso democraticamente ben marginali). L’idea quindi di poter inluenzare religiosamente i non molto o non abbastanza differenziati partiti politici, fondamentalmente gnostici e politicistici, appare così in tutta la sua diabolica follia altamente e colpevolmente presuntuosa.

Il potere alla sinistra, anche da parte dell’UE totalitaria, perfino contro il caposaldo democratico delle elezioni: si possono sempre interpretare faziosamente pure le Costituzioni…
La prova massima la si è anche avuta proprio in questo ultimo mese di agosto quando, in Italia, i partiti più materialisti, conformisti e imprigionati senza – va da sé – nemmeno nessuna consapevolezza della gnosi più fattuale, hanno cinicamente realizzato l’inimmaginabile e insperato ribaltone storico. E antidemocratico rispetto all’opposta grande maggioranza dell’opinione pubblica. Formando un nuovo governo di estrema sinistra improvvisato e di larga minoranza rispetto al Paese reale. Questo all’unico scopo, anche confessato pubblicamente in modo spudoratamente aperto, di evitare elezioni (!) che avrebbero certamente negato (e fatalmente negheranno), con i suoi sicuri risultati già verificati anche elettoralmente, l’almeno molto discussa “soluzione anche costituzionale” adottata, formalmente (quasi) legalista. Proclamata popolarmente parecchio antidemocratica, totalitaria e massimamente statalista nella sostanza! In effetti, non poteva essere immaginata una “soluzione” più gnostica e parziale. Con la determinante complicità del presidente della repubblica, “reputato molto cattolico”, in accordo anche con l’attuale Pontificato politicista e sinistro. Altra grande occasione storica, ora persa, è quella di non urlare il carattere antidemocratico della detta costituzione italiana – almeno artatamente ambigua – in luogo di continuare conformisticamente a definirla “la più bella costituzione del mondo”.
Nel frattempo, il Pontificato regnante ha indicato – non senza varie contraddizioni e opposizioni interne tolleratissime – di non fondare alcun partito per i cattolici. Quindi confermando la direttiva di votare i partiti esistenti (borghesi) cercando di “influenzarli”. L’aver pensato – in Italia – di poter trasformare o convertire siffatti partiti, di cui quattro anche di estrema sinistra, non sulla base di nuove elezioni previste ed evidenti da innumerevoli sondaggi (e pure dalla stessa costituzione) ma sul loro esatto contrario, la dice già lunga sull’ingenuità dissennatamente infantile di detta strategia. Appartenente soprattutto ai cattolici di influenzare i partiti così ben sostanzialmente dannati.
A partire, in sovrappiù, dalla conferma di una diaspora anchesì massimamente velleitaria e intrinsecamente già irreligiosa nel suo preteso “proselitismo” dal successo scontato e molto soggettivamente vanaglorioso. E funzionale solo al “vantaggio” di non farsi contare come nuova conclamata minoranza cattolica.
Perdipiù, dove sarebbero i frutti della cosiddetta tecnica “cattolicamente influenzatrice” nei confronti di siffatti partiti alquanto o totalmente gnostici, dopo ormai tanti anni di collateralismo insensato?
Si potrà sempre rispondere con qualche discutibile piccolo o parziale successo, riguardo a certi partiti. I quali molto probabilmente avrebbero ugualmente conseguito il loro del resto provvidenziale successo, sebbene parecchio in ritardo e quasi inutilmente di vera destra.
Ancora una volta, si impone così chiaramente imperativa la scelta di costruire, anche faticosamente ma costruire (!), un partito laico, autonomo e veramente testimoniale per tutta la società moderna e la sua insufficiente cultura cattolica attiva. Del resto, il partito ingiustamente negletto Popolo della Famiglia, appena fondato e strutturato non banalmente su tutto il difficile territorio nazionale, è stato capace pure di superare l’apparente insuccesso della sua partenza, peraltro relativamente scontato ed anche previsto. Nessuno dei cattolici organizzati, compresa una larga maggioranza esplicita di prelati, nemmeno osa parlare della cosa, senza neanche alcuna motivazione esplicita conosciuta! Il quale neo-partito Popolo della Famiglia, di fatto negato, però persiste, imperterrito, nel suo certo, solitario e fiducioso percorso. Col pregio insostituibile oltre che capitale della sua fedeltà alla Dottrina Sociale della Chiesa, assolutamente compatibile con l’indispensabile laicità. E con la perfetta affinità con tutto l’elettorato agnostico e scettico da sempre costituito dagli “uomini di buona volontà”, rispetto all’eterna e ontologica ricerca della Verità.
Il tutto e in sovrappiù, in una epoca di perdizione ecclesiale in cui il Pontificato stesso sostiene, anche luttuosamente, il modernismo dissennato di sinistra detto progressista o adulto. Il quale sempre stravolge tragicamente ogni valore cristiano. E in realtà, quest’ultimo, anche abbastanza spappolato pure sul suo stesso piano ideologico, per cui non teleologico.

Il Partito del Logos (perfettamente laico!) della totale globalità e non quello inevitabilmente relativista dello gnosticismo fatalmente modernista, anche se meno delle altre formazioni
Henry Newman, il grande e prestigioso presule anglicano diventato cattolico e poi, molto tardi, nominato da Leone XIII cardinale (ora anche proclamato molto giustamente santo), affermava che la “Chiesa è il Partito unico della Verità” per definizione e storia. Non senza ingenerare molto stupore contrariato fra moltissimi cattolici odierni avvezzi a separare spiritualisticamente, e per esclusione, la missione escatologica del cristianesimo da quella mondana e appena politica.
Lo gnosticismo, infatti, produce infiniti partiti, con la p minuscola, opinionistici sempre più o meno ideologici nel tempo e conformi alle diverse culture, del mondo e nel mondo.
Perché il Partito dei cattolici con la P maiuscola deve essere invece solamente unico?
Perché il cattolico sa che esiste sempre – cosa oggi in effetti abbastanza rara – l’eterno Peccato originale che giustifica la ricerca del libero arbitrio dell’uomo, quindi la sua assoluta libertà. Anche di ribellarsi apertamente a Dio. Fino al caso di un blasfemo indomabile e ribelle come Capaneo, messo ben consapevole dal supremo Dante all’inferno, già più di sette secoli fa, in pieno Medio Evo!
Peraltro, la primordiale differenza del cattolicesimo rispetto all’Islam consiste proprio nella constatazione dell’irriducibile libertà umana sempre possibile anche contro la sua totale evidente Verità e felicità personali. Quindi si possono sempre avere almeno due grandi partiti – detti senza ipocrite precauzioni democraticistiche – quello di Dio e quello opposto della gnosi. La quale ultima, in realtà, ne ingenera un numero praticamente infinito nel tempo e nello spazio. L’alternativa non è solo tra il monolitico partito teocratico e coincidente con lo statale musulmano (esclusivista e nemmeno denominato naturalmente “partito”), fatalmente totalitario – e va da sé – statalista al massimo. In contrapposizione, i possibili infiniti partiti e partitelli all’opposto gnostici, altrettanto fatalisti ma più o meno nel relativismo plurimo. Per un cattolico, si pone sempre e solo la scelta invece dell’altro partito unico: naturalmente laico della sempre possibile Verità, però constantemente ricercata con Carità. E sempre alternativo a tutti gli altri occidentali fondati più o meno gravemente sull’inevitabile menzogna : demenzialmente incerta e plurale (infinitamente diversificata e detta democratica).
Ora, siccome dal punto di vista almeno metodologico non c’è per nulla alternativa alla obbligata e sempre migliorabile (spesso peggiorabile!) democrazia, si deve sempre optare per un sistema partitico, laico ma non astrattamente neutrale, che però eviti strutturalmente e naturalmente l’arcaico totalitarismo obbligatorio islamico. Ma pure quello fatale degli oggettivistici e inevitabilmente relativisti partiti multipli borghesi. Come?

Può un cattolico “cattolicizzare per influenza” i partiti più o meno gnostici, anche sostenendoli?
La risposta a detta domanda è: “solamente col partito laico di Dio” che, sebbene anche minoritario o molto minoritario, possa testimoniare pubblicamente la massima Verità, totale e globale. Quella della coerenza e nel rigore della esplicitamente ricca  e millenaria Dottrina Sociale della Chiesa, sebbene abbandonata anche da quasi tutti i suoi fedeli, precedentemente di fatto veri credenti. Il Partito dei residuali cattolici deve essere così unico quanto anche laico: deve cioè permettere la libertà del libero arbitrio (così come ha insegnato Gesù ucciso ignomignosamente sulla Croce, permettendoGli giust’appunto la libertà e il perdono degli uomini). Parimenti, non si deve mai sostenere un partito gnostico o parzialmente gnostico, anche quando si chiama Lega, di gran lunga il più vecchio e migliore sul mercato politico, con quello dei Fratelli d’Italia, e abbastanza razionale ma non totalmente e globalmente testimoniale (malgrado le “dimostrazioni” religiose e continue del suo molto apprezzabile e esplicitamente volenteroso leader). E questo né votadolo, né direttamente essendone eletto nel suo partito. Anche come partito numero uno e meno gnostico di quasi tutti gli altri, la Lega può essere considerato il primo di una possibile coalizione. Ma mai il cattolico può sostenerlo direttamente se non come alleato attualmente pure privilegiato. Come ci ricorda il grandissimo filosofo cattolico e direttore della DSC, Stefano Fontana, “un piccolo errore all’inizio è grande alla conclusione”. Sempre! Il massimo direttore continua nel suo meraviglioso libro “Filosofia per tutti” (Fede e Cultura, Verona, 2016) con un’altra semplice verità oggi, come centinaia da lui snocciolate: “non c’è diversità se prima non c’è identità”. Un partito che non si concepisce fin dalla sua fondazione come “anima che poi s’incarna in un corpo è sempre soggetto a scadere nel mitico e non nella verità”.

La bipolarità sempre erronea nella quale sono imprigionati gli “influenzatori” cattolici rispetto agli altri partiti modernisti e più o meno laicisti a cui aderiscono sostenendoli!
Si possono e si devono invece evangelicamente influenzare le Persone di siffatti partiti fino a cercare di convertirle, ma sempre sotto l’opzione del religioso “se Dio vuole” e se ogni individuo errante ne accetta umilmente la Grazia. Ma mai è possibile dialetticamente “cattolicizzare” la struttura di un partito in quanto tale, fondata su una concezione anche se non proprio completamente gnostica e laicista. Pure l’esperienza storica indica questa impossibilità in quanto un partito che non è stato concepito come strumento libero di contribuire all’avvento del Regno di Dio, non potrà mai convertirsi. In quanto senza soggetto umano e, soprattutto, privo della sua essenza che è stata determinata alla sua creazione su un’altra e opposta natura vocazionale. Per non parlare anche del peso fattuale del suo elettorato tradizionale identitario… Potrà anche trasformarsi, nel migliore dei casi, come il partito meno peggiore rispetto agli altri gnostici e borghesi (a volte però, anche in senso decisamente peggiorativo!), ma mai convertirsi veramente in altro da sé. È dalla sua concezione ab ovo, che la natura intima di un partito dalla sua fondazione – in quanto meccanismo animato solo dagli uomini – aderisce a una matrice fatalmente ideologica che, inevitabilmente, gli resterà fissata come un imprinting identitario fino alla sua eventuale morte per soppressione. Sempre questa decisa dagli stessi uomini ben vivi, siano essi elettori o, in modo legittimamente suicidario ed esplicito, suoi dirigenti. Il suo personale politico ed elettore, invece, può convertirsi naturalmente ma non l’organismo la cui cosiddetta “anima” appartiene alla fattualità senza esplicita e dichiarata finalità vitale e trascendente. Perché infatti, da trent’anni per esempio, il Partito comunista italiano, malgrado le tante più o meno apparenti rifondazioni con anche scissioni e annessioni, cerca ancora – come ripete ora il suo segretario – la sua “anima”? Semplice: perché la sua anima è quella del marxismo, ideologia adottata della Terza internazionale ben gnostica e fallita (pure molto prima del 1989). Un partito sotto l’azione di una o più influenze può trasformarsi, forse quantitativamente, ma mai cambiare totalmente natura identitaria e, naturalmente, teleologica… Autenticamente, esso dovrebbe sopprimersi, una volta identificata la sua inadeguatezza!
Invece gli uomini, i suoi membri, possono (dovrebbero) cambiare anche radicalmente, lasciandosi attivamente perdonare dal Creatore. Il  vero senso dell’espressione “traformismo politico” non a caso, è sempre negativo e costantemente giudicato in rapporto alla sua identità originaria! È invece la natura umana che, fatta ad immagine di Dio può infatti ritornare ad essere ciò che doveva rimanere e non è più stata. Un partito, nella sua oggettiva cosificazione concettuale e realizzativa, cioè nella sua fabbricazione come ideologia, potrà solo quantitativamente modificarsi parzialmente. In ultima analisi, i cattolici che scelgono di influenzare questi partiti borghesi finalmente sostenendoli, sono intrappolati in una bipolarità sempre erronea e peccaminosa.
Da una parte, essi concepiscono la loro politica totalmente o più o meno praticamente avulsa dal cristianesimo già riconcepito oggettivamente spiritualista e disincarnato, in cui hanno sterilmente fede. E dall’altra polarità, cadono tragicamente nell’errore di presunzione narcisista sulle proprie capacità (certamente molto irreligiose) di modificare l’ontologia dei processi divini e dei processi umani concreti! È sintomatico invece che lo slogan del PdF sia: “A noi la battaglia, a Dio la vittoria”!
Non a caso Newman ha osato parlare di Partito maiuscolato con la P maiuscola, attribuendo un senso molto religioso alle cose fattuali e politiche dei partiti con la p minuscola, pure totalmente modernisti…

L’attuale confusione artatamente sostenuta nella Chiesa dipende dal sovvertimento dottrinale per cui è la realtà becera del mondo ad ergersi come razionale e divina (e non viceversa)
Peraltro stiam parlando qui della fase immediatamente successiva agli anni ‘90 che s’è avverata, e si sta ancora svolgendo, mentre il cattolicesimo ufficiale cominciava ad “offrirsi” avvenimenti ecclesiali nuovi nel dritto filo di tutta questa parziale, ma pur sempre incipiente apostasia storica. Non solo dottrinaria ma pure antropologica.
Col Pontificato attuale, la nostra epoca è diventata in effetti ancor più disastrata, nel sincretismo e nelle affinità con gli strutturalmente alquanto a-religiosi o irreligiosi protestanti e i musulmani. Oppure con i nuovi Sinodi teologicamente eterodossi e sinistramente politicisti dell’Amazzonia.
Ma anche e in modo ancor peggiore sul piano dottrinario, con quelli tipici già protestantizzati tedeschi. In siffatta confusione, dove la cristocentricità cattolica è stata molto dimenticata, con tutta la forza del suo attuale Pontificato parecchio attivo, già la sinistra particolarmente gnostica internazionale si è manifestata a sostegno politico, e particolarmente dell’Unione europea, dal potere culturalmente ormai “anacronistico” di sinistra, pure dispotico… In questo clima di generale, incerta e tragica deriva, con anche tutto o quasi il movimento dei cattolici residuali sempre più minoritario (soprattutto di italiani storicamente sempre ritenuti all’avanguardia e di testimonianza universalmente referenziale, ma in completa diaspora), il Vaticano s’è inventata una delle sue tesi  secondo cui non bisogna creare un nuovo partito politico laico e cattolico. Nemmeno se rigorosamente conforme ai principi della DSC di cui il clero continua a non voler assolutamente parlare, nella sorpresa dei fedeli e con evidente imbarazzo ignaro e infingardo.
Al contrario, il Pontificato si è pure schierato a sostegno piuttosto dell’idea, peregrina e subordinata, relativa al potere mondano di continuare a ”influenzare cattolicamente” i partiti scelti spontaneamente dai “cristiani nella loro diaspora politica” trentennale. Oppure, indifferentemente (!) di crearne un altro nuovo senza dirne nemmeno il perché (erroneamente in sovrappiù a quello in Italia del PdF già funzionante rigorosamente). E questa possibilità di creazione nuova secondo il corrente principio filosofico falso, ritornato in uso in corrispondenza dell’abolizione dei partiti dei “cattolici” e sostenuti, anche se non direttamente, dalla Chiesa; l’idea cioè centrale alla base di siffatto posizionamento c’è il princìpo filosofico errato per cui “ è il reale che è razionale” e non che “è il razionale ad essere veramente reale” (un raro concetto, questo ultimo, ben concepito e detto ma non applicato dall’idealista fondamentalista e predeterminista Hegel).

I cattolici nemmeno devono andare a votare senza la presenza sul mercato politico di un partito laico anche piccolissimo perfettamente conforme ai principi non negoziabili della DSC !
Il princìpio per cui è assurdamente il sempre becero reale ad accreditarsi come razionale, cioè il predominio della triviale e totalitaria prassi acefala, viene sempre più affermata di fatto e contro la dottrina del Papa polacco e di quella del Papa tedesco. Almeno così nell’ultima trentina d’anni soprattutto nella Chiesa visibile. Perdipiù senza la conduzione veramente efficace di alcuna pastorale coerente in materia! Quella per la quale si è pure éliminato in Italia senza rimpiazzarlo, il partito anche confessionale che era diventato molto eterodosso, sia programmaticamente che moralmente: la Democrazia Cristiana. Il suo merito memorabile e pure massimo è stato di fungere da baluardo parzialmente vincente contro l’avvento al potere, esplicito e ufficiale, del comunismo reale e sovietico nella Penisola (dotata del partito comunista già più forte dell’Occidente). La DC praticava, in ogni caso, la stessa deriva di tutti i partiti detti “cristiani”, e non solo, nel mondo: identica e prefigurativa alla crisi generale ancora oggi in pieno svolgimento. Nel frattempo, il nuovo partito conforme però completamente ai criteri della DSC è stato comunque fondato già con molto ritardo. Il denominato Popolo della Famiglia ha dovuto così debuttare senza il minimo appoggio dei cattolici più colti e antimodernisti. Surreale! E senza nessun endorsement esplicito o implicito della Chiesa, del resto mai desiderato né richiesto. In quanto, secondo anche le ormai lontane direttive (di appena tre o quattro anni!) di Papa Francesco stesso: “Costruire un partito politico cristiano – diceva giustamente – è compito esclusivo dei fedeli laici”!
Il tutto sta ancora succedendo invece tra varie iniziative molto contradittorie con incredibili veti (attutiti) incrociati e inenarrabili. Secondo la globale concezione relativista e nebulosa – pratica e non teoretica – rahneriana piuttosto in vigore: una settimana sì e una no, all’incirca. In cui il Pontificato modernista si rivela pure tradizionalista in modo alternato. E questo nella delicata fase di fondazione, ovviamente unica e naturalmente molto articolata, complessa et lunga di detto nuovo partito.
Tutto questo, mentre il prestigioso Dicastero della DSC aveva già precisato “che in caso di mancanza sul mercato politico di un partito rigorosamente conforme ai principi evangelici del Magistero della Chiesa e della stessa DSC, non bisognasse nemmeno andare a votare”!
Altro che cercare di influenzare illusoriamente i partiti gnostici e parzialmente più o meno modernisti! I quali nemmeno capiscono bene, anche intellettivamente, cosa sia veramente il laicismo e di cosa si stia realmente parlando, pure a proposito di modernismo.

Allora cosa separa questi attuali partiti borghesi? Per l’essenziale, l’abitudine a tutto a ridurre, per rederne apparentemente semplici le soluzioni! Anche se nella loro totale inadeguatezza
Lo statalismo più o meno radicale dei partiti impazza così nella nostra era dell’ipercomunicazione eccedentaria, fuorviante e ciononostante abusivamente dirigista, almeno nelle pretese e apparentemente: come certi direttori di orghestra immaginari che dirigono i dischi con la bacchetta!
Con tutti i media oggettivamente prezzolati (dallo Stato e dal Potere) a sostegno e in azione giorno e notte, conseguentemente a due cause convergenti. La prima è costituita dal meccanismo delle promesse praticamente illimitate, indotte dalle moltissime cosiddette competizioni elettorali a tutti i livelli. Per conquistare il potere detto democratico, bisogna però soddisfare le richieste delle innumerevoli lobby presenti e scatenate sui mercati politici (occorre, in effetti, soprattutto almeno promettere). La seconda causa è prodotta ideologicamente dalla cultura comportamentale degli imperativi propri ai diritti resi indipendenti dai loro doveri corrispondenti. E impossibilitati generalmente ad avverarsi a causa delle sempre magre disponibilità economiche; e della realtà ontologica sempre ben prefissata, sistematicamente per necessità, nel quadro dell’eterna metafisica divina che si impone di fatto. Sotto l’effetto della lotta delle diverse formazioni politiche, queste due cause finiscono per moltiplicarsi fatalmente e non solamente si addizionano. L’inevitabile proliferazione dei costi per i quali lo Stato ama farsi denominare – falsamente e non fortuitamente – Provvidenza, fa solo generare un’accumulazione crescente del suo debito di deficit economico e morale. Nella generale disillusione costante.
Invece, il bilancio statale non dovrebbe mai essere deficitario, ma piuttosto virtuosamente eccedentario allo scopo di disporre di riserve per poter intervenire efficacemente in tutti i casi delle innumerevoli catastrofi – o presunte tali – pressocché imprevedibili. Oppure per veramente rilanciare almeno le economie inevitabilmente bloccate o rallentate… Come fanno sempre, molto semplicemente, i buoni padri di famiglia con i risparmi molto sudati. E quasi impossibili da accumulare essendo rapinati dallo stesso statalismo della spesa pubblica gonfiata dal clientelismo dilagante, e perdipiù pure inefficiente. Peraltro, si tratta dello stesso andazzo dell’Unione europea nei confronti del – per esempio – Paese Italia, molto simile a quello applicato a quasi tutti gli altri membri europei.
Il debito statalista pretende invece la sua continua crescita anche in ragione dei costi esorbitanti (di cui non si parla mai) per i suoi interessi elevati di prestito e per le magnitudini degli appetiti irrefrenabili, di natura edonista delle masse inevitabilmente abbrutite. La diversa gradazione in opposizione a questa tendenza, sempre abusivamente intervenzionista e invasiva dello Stato nella vita dei cittadini, oppone ora, in effetti e senza mediazioni ragionevoli, i partiti tra loro.

Lo statalismo non solo imprigiona le popolazioni nell’oppressione della dipendenza coatta, ma crea anche le condizioni permanenti della sua continua e dannata riproduzione
La Chiesa cattolica ha sempre combattuto lo statalismo e sostiene invece – almeno nei suoi documenti magisteriali – la geniale, prudente e sempre limitata “sussidiarietà”. Infatti il Magistero ecclesiale conosceva bene e predicava contro il Peccato originale.
Ma la gnosi, vale a dire l’ideologia che nega ogni esistenza trascendente e metafisica, particolarmente quella dell’unico Dio trinitario e cattolico, è comunque attualmente adorata (senza troppo saperlo) da larghissime maggioranze di popolazioni moderniste, incredule e relativiste (e, soprattutto, da parte del Potere che le manipola). Così lo gnosticismo non fa che dare libero corso culturale ai suoi infiniti diritti resi perfettamente gratuiti allo scopo di ottenere, se non il soddifacimento, almeno l’avanzamento di tutti i desideri (trasformati in diritti illegittimamente a gogò). E in sovrappiù, rispetto alle spese attribuite all’enumerazione futura, sul gobbone cioè delle generazioni seguenti che dovranno pagare, antidemocraticamente e ingiustamente cash, i debiti ogni anno di dimensioni almeno oceaniche per i loro interessi. Quantitavizzabili al valore di almeno due manovre economiche all’anno previste e pretese pure dall’Unione europea di Maastricht: enorme e paralizzante! E, a termine, per i rimborsi dei relativi capitali presi in prestito, particolarmente a favore della nuova classe così creata: quella dei finanzieri e soprattutto delle loro banche la cui funzione è ormai solo quasi parassitaria, più che legittimamente economica sul piano finanziario.
I debiti statalisti non possono che aumentare in questo tipo di diffusissima cultura infernale, a causa anche delle sempre costosissime calamità impreviste e concatenate (sistematicamente e irreligiosamente attribuite di fatto sempre e in ultima analisi subordinata allo Stato), che possono sempre succedere. Non ci sono altre soluzioni salvo emettere ulteriori tasse oppure realizzare deficit, da imporre in aggiunta.
Tutti i partiti gnostici e storicamente borghesi (piccolo-borghesi, sempre più) non possono far altro che così mentire sapendo anche di farlo demagogicamente.
Tuttavia ora le masse popolari, alla lunga, cominciano a comprendere tutto questo piccolo gioco, però gigantescamente crudele per sempliciotti, e cominciano a ribellarcisi: ma provvisoriamente.
Si vedrà se la loro tardiva e ancora iniziale “saggezza” potrà confermarsi a breve termine. Sono chiamati attualmente “sovranisti” o “populisti” questi componenti del nuovo movimento detto ideologicamente, ed anche spesso abusivamente di “estrema”destra. Reattivi pure rispetto all’oscena e indebita dittatura europea.

Lo gnosticismo irreligioso, vale a dire il pensiero unico o la secolarizzazione onusiana, è la nuova ideologia che accomuna tutti i partiti in una unica tipologia, sempre più o meno statalista
Tutti i partiti di massa detti moderni – di destra o di sinistra che siano – sono diventati fatalmente neo-gnostici, secondo l’ideologia secolarista attualmente più diffusa nel mondo. E questo dopo che le società post-Medio Evo si sono dichiarate progressivamente incredule ed esclusivamente  antropocentriche. Questi partiti sono così differenziati dal grado già perseguito e raggiunto del loro laicismo attivo. Siffatto processo è ancora lontano dal compiersi storicamente. C’è tuttavia una parte oggi apparentemente minima della popolazione mondiale (il fatidico lievito evangelico!) che è restata ben ancorata alle idee razionali di civiltà o a quelle della vera religiosità sebbene a volte alquanto soggettiva, ma fondamentalmente cattolica o generalmente cristiana. In quanto spesso queste nuove credenze condivise non fanno altro che allinearsi volontariamente e di fatto alle ideologie dell’eterna gnosi.
A dire il vero, anche la Chiesa cattolica ufficiale sta sottomettendosi maggioritariamente, gradatamente e quasi impercettibilmente, al falso pensiero generale del mondo detto del politicamente corretto e disperato, oltre che demente e totalitario.
Si tratta della separazione in atto, anche sul piano ecclesiale, che tutti possono constatare agevolmente. Compreso e in prima linea, il Pontificato di Papa Francesco “pastoralmente” in alternanza. Questo Papa è stato infatti scelto ed eletto con l’aiuto determinante del gruppo anche canonicamente eterodosso, denominato San Gallo, ispirato profondamente al “teologo” chiaramente eretico dei gesuiti, Karl Rahner. Questa ideologia è singolarmente conforme a quella massone e onusiana (soprattutto dell’attuale ONU). Con a capo storico il cardinale fiammingo Danneels, vari altri cardinali e vescovi di primo piano come Kasper di Amburgo, Marx di Monaco di Baviera, l’apparentemente molto rimpianto Martini di Milano e pure Sivestrini sangallista a Roma. Essi sono o sono stati pubblicamente (alcuni recentemente morti), con molti altri, non solamente alla testa di questa incredibile lobby modernista e culturale interna alla Chiesa cattolica…
È però molto indicativo il fatto che innumerevoli atei o increduli, ma amanti della sola ragione, si trovino a fianco e d’accordo con le posizioni politiche della DSC. E con i princìpi evangelici anche non negoziabili, in quanto sinceramente alla ricerca della verità. La cosa non sorprende: i classici e già ricordati “uomini di buona volontà” sono sempre stati veramente ricettivi alla razionale Rivelazione. Epperò, si sa, allorquando la ragione non è sollecitata vitalmente e guidata dalla verità della fede, finisce per cedere al male generale e comune del passivo fatalismo. Essa diventa pure aggressivamente razionalista.

Anche questo Pontificato sta allineandosi alla visione modernista derivata dalla teologia anche rahneriana, soprattutto riprendendo le peggiori tendenze dell’ultimo Concilio
Da dove viene questo movimento ecclesiale eterodosso che, in modo alternato quasi una settimana dopo l’altra, annuncia da anni scarti fondamentali dal Depositum fidei del Magistero petrino nella Chiesa? Si tratta sempre del modernismo sempre gnostico, dell’idea diciamo così “faro”, oggi soprattutto di questo gesuita tedesco che ha voluto rivoluzionare, in modo “teologicamente” organico e completo (anche prolisso e non molto comprensibile sul piano dell’inteleggibilità), per più di mezzo secolo, la tradizione di Vérità della grande e certificatissima teologia cattolica. La grande Scolastica! Soprattutto nell’epoca del post-Concilio. La quale s’è ormai diffusa nella maggioranza del cattolicesimo in quanto è ora propagandata, di fatto e molto attivamente, dall’attuale Papa stesso.
E dalle sue nomine agli innumerevoli posti di responsabilità che hanno oculatamente ipotecato, almeno nelle intenzioni e apparentemente, pure il futuro ecclesiale.
In sovrappiù, sostenendo i princìpi della canonicamente condannata “teologia della liberazione”, ancora in piena azione non solamente in America latina, nonostante le condanne già dal tempo di Papa san Giovanni Paolo II. Il sedicente fondamento dottrinale di Papa Francesco appare così sempre più una cosiddetta nuova idea “escatologica della Salvezza” e della Chiesa. Secondo la quale Dio parlerebbe con ogni essere humano in modo particolarmente esclusivo! Salvandolo ”oggettivamente” anche al di fuori e malgrado il rigore eterno dei Sacramenti con i suoi immutabili dogmi di Verità. E conseguentemente, non con l’intervento necessariamente dell’ecclesiologia tradizionale. Questi princìpi eterodossi sono in ogni caso approssimativi e il tutto affermato con anche proposte in contraddizione tra loro e contro il Magistero storico della Chiesa. Allo scopo di diffondere, artatamente dicono molti validissimi teologi, una nebulosità specifica e relativista.
Si tratta della nebulosità che rende le cose nemmeno troppo chiaramente intelleggibili sulla base della filosofia fumosa e inutilmente “complessa” hideggerriana alla moda: certamente gnostica, ben antireligiosa di cui Rahner era pure fedele ed esplicito seguace.

La teologia rivoluzionaria contro quella evolutiva in linea col Magistero della Chiesa cattolica. La protestantizzazione strisciante del cattolicesimo soprattutto nell’ultimo mezzo secolo
La crisi della Chiesa cattolica si è sviluppata, secondo quanto dichiarato da Ratzinger, come non mai precedentemente, mentre Rahner ne preparava una proclamata e totale rivoluzione nella concezione stessa del cristianesimo. Argomento questo utilizzabile (e utilizzato) dal grande teologo, poi tra altri, Cornelio Fabro dall’inizio anni ’70. Ed ora dal già detto Stefano Fontana, direttore della DSC. Secondo quest’ultimo, la teologia rigorosa può essere fondata rettamente solo sulla filosofia altrettanto cattolica. Ai nostri giorni questa è di assoluta e strisciante protestantizzazione nel cattolicesimo. Essa è seguita conseguentemente dalla visione modernista derivata dal pensiero filosofico confuso e confusionario, tipico della gnosiL’infondatezza della filosofia, più incomprensibile in modo sofistico che veramente incompresa a causa di uno gnostico provettamente acrobatico come il filosofo Martin Heidegger, spiega così già molte cose. Peraltro la Rivoluzione voluta dal prima detto gesuita tedesco è sempre eretica per definizione, in quanto non evolutiva e non di ricercato approfondimento rispetto alle verità magisteriali ed eterne della Chiesa cattolica. Siffatto “teologo” ipermodernista aveva infatti posto il suo azimut dottrinario in tutte le eresie mondane raccolte o da lui escogitate. Questo prete gesuita è morto nel 1984, appartenente sempre all’ordine dei gesuiti anchesì degenerato (quello il cui superiore ha appena affermato, per esempio, che i detti di Gesù non sono stati fissati “su un registratore” e che “l’inferno se esiste è vuoto”…). Rahner viveva poi anche pubblicamente more uxore con la sua… amante (di cui esiste la corrispondenza privata): la cosa non sorprende relativamente nessuno, anche presso i suoi critici più radicali, che gli riconoscono però il suo “solo merito” – se così si può dire – di aver cessato di celebrare la Santa Messa… almeno per “decenza pubblica personale”!
Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della prestigiosa Compagnia di Gésù, il suo ordine religioso alquanto ora eterodosso, si rivolta comunque ancora nella tomba. Questo movimento alquanto eretico, peraltro, prende le sue origini dal protestantesimo antropocentrico anglicano e tedesco di più di cinque secoli fa. E che Papa Francesco non ha mancato di andare a “festeggiare” non solo coi luterani svedesi in occasione delle loro celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della loro esistenza. Cosa possono mai i cattolici festeggiare con i protestanti non pentiti (anzi!) per il loro scisma, ancor più devastante (sempre che si possa così dire) di quello anglicano?
La cosa rimane sempre un mistero tra i fedeli veramente cattolici. In sovrappiù, lo stesso Papa attuale ha celebrativamente esposto in Vaticano la statua del fondatore eresiarca Martin Lutero, ex-monaco agostiniano, condannato dal Concilio di Trento, detto della Controriforma, direttamente all’inferno… Per non parlare della benedizione in ginocchio (ne è stata pubblicata la foto!), impartita da un pastore luterano al futuro Papa Francesco quando era ancora cardinale a Buenos Aires.
Ma – ci si chiede – perchè l’hanno fatto Papa?

La natura della concezione secolarizzata secondo cui lo Stato, dunque l’uomo, prevale su Dio e la Persona mostra la pretesa aprioristicamente illegittima e falsa della sinistra sulla destra politica
Ci si sorprende, soprattutto a sinistra, che la destra storica accusi i sempre più ignari modernisti e collettivisti statalisti di totalitarismo. In realtà, siccome la gnosi non riconosce nessuna visione religiosa e, soprattutto, alcuna legittimità al suo potere spirituale, il totalitarismo non può che svilupparsi grazie pure al senso di superiorità creduto e denominato “etico” dalla sedicente morale del laicismo! La questione famosa avanzata da Stalin: ”Ma di quante divisioni militari dispone il Papa?” non finisce di essere sostanzialmente e molto paradossalmente attuale.
L’esistenza di una civiltà e di una cultura che conserva certe sue origini cristiane – a fortiori il cattolicesimo, cioè la religione trinitaria della nostra civiltà millenaria – non può che indurre alla promulgazione di leggi e procedure anche antidemocratiche. E dispotiche, che sono avversative in modo pure mirato contro le minoranze culturali rispetto alle popolazioni massificate e subordinate.
In particolare contro quella cattolica, secondo la ormai consuetudine mondiale al più feroce martirio attuale rispetto a quello di tutti i tempi.
La prima e principale tra queste è quella autolesionista della denatalità contemporanea. Essa si fonda sulla cosiddetta verità pseudo razionale professata dagli increduli malthusiani di più di due secoli fa, i cosiddetti razionalisti dell’Illuminismo e della rivoluzione francese. Questi affermavano che il pianeta Terra non riusciva a nutrire i suoi abitanti dell’epoca (inizio diciannovesimo secolo). Mentre nel 2015, organismi internazionali tra cui la FAO (quello mondiale contro la fame nel mondo) hanno dichiarato che la produzione globale di cibo aveva superato del doppio e mezzo il livello necessario per tutto il nutrimento umano. E questo malgrado le guerre, le molto cattive distribuzioni, le anomalie climatiche sempre possibili e immodificabili (malgrado le contestazioni che attribuiscono all’uomo ritenuto ereticamente un intruso nel firmamento). E, infine, sebbene gl’immensi sprechi.
Si mettevano ancora in evidenza qualche problema di denutrizone seppur sempre grave, inquietante e ingiusto nella loro intrinseca inaccettabilità. In ogni caso però ben localizzata e specificamente motivata…
Ma certamente la denatalità è motivata ancor più dall’edonismo ideologico gratuito delle popolazioni rimaste senza fede e senza cultura cristiana accuratamente distrutta, soprattutto della speranza razionale e teologale.
Il modernismo sofista e gnostico li ha corrotti abbandonandoli nel mondo dei desideri, perdipiù immeritati anche economicamente: l’edonismo a credito!. In altri termini, il narcisismo neo-epicureo li ha illusoriamente sprofondati in quanto poveri e poco perdonabilmente miseri nello spirito (il peccato contro lo Spirito Santo!).

La denatalità occidentale, come avvenimento tragicamente simbolo, a causa principale della colossale e attuale crisi economica. Ma erroneamente nemmeno presa in minima considerazione
Ciò che appariva però straordinario in questa dichiarazione di grande produzione di cibo nel 2015 era che, nel frattempo, l’ammontare della popolazione mondiale era aumentato di una bazzecola di più di sette volte (!) in rapporto al miliardo proprio dell’epoca del non scientifico e molto ingenuamente arrogante Malthus, il denatalista inglese in questione. È quindi ancora più indicibile il disprezzo per i neo-malthusiani che ancora indugiano erroneamente e in modo conformista, a trovare cause assurde e false, malgrado le evidenze e gli insegnamenti storici della Chiesa che condannano la denatalità da sempre. La cosa mostra anche le incalcolabili possibilità dell’aumento demografico naturale e più che sostenibile della Terra. Ciononostante e per esempio, tutte le televisioni del mondo continuino a definire “sovrappopolato” il nostro ancora ben vuoto Pianeta! In più, quest’idea incredula, narcisista e falsificata secondo cui l’uomo avrebbe il diritto assoluto di determinare tutte le leggi, anche le sacre e inviolabili in rapporto alla Vita, dunque pure quelle relative ai princìpi della nascita e della morte, ha portato a sigillare mostruosamente sul piano ideologico questa colossale fake news distruttiva e folle. Ma soprattutto criminale anche riguardo all’aborto e all’eutanasia che ci riguardano sempre e particolarmente nella piena attualità legislativa. Il mostruoso apprendista stregone costituito dalla quasi totalità dei politici che si sono consegnati alla menzogna della gnosi, abusivamente considerata correntemente anche “morale”, si ritrova ora impotente di fronte al diluvio, o meglio alla siccità, apparentemente impossibile da arrestare, di una denatalità stracciona e, allo stesso tempo, pure illusoriamente edonista: la povertà dilaga. In che modo essere epicurei nelle relative ristrettezze della miseria? Ma questo, solo nell’ipotesi ora impensabile che il potere mondiale abbia capito l’intimo rapporto tra la gigantesca denatalità, di più di due miliardi di stimati non nati dagli anni ’70. E quindi della penuria giunta al minimo del mercato mondiale della domanda l’indice è quello della disoccupazione. Carenza della domanda generante, in sovrappiù e al più alto grado di relativa povertà umana ed economica in una società anche opulenta. Si parla dunque di una società che ha interrotto volontariamente la sua crescita demografica naturale, in modo massificato e massivamente con i suoi anticoncezionali banalizzati in pillole pre o dopo copula, anch’essa banalizzata. E i suoi sedicenti eufemismi d’”interruzione di stato interessante”, delle sue “morti dolci” e degli acclamati e inventati “diritti” umani sopra ogni cosa o altro valore!
Il tutto, con una orrenda neolingua mistificatrice, alla moda e risibile anche tra i ceti più modesti. Ma in realtà indicanti sempre scelte criminali nell’indifferenza generale e incosciente delle popolazioni, anche molto marcata.

La vera parità (non uguaglianza!) dei soli due generi umani, il maschile e il femminile, di fronte alla riproduzione della specie. E l’incongruenza dei diritti cosiddetti emancipatori
Anche in questo campo così vitale, come quello della riproduzione della vita umana, la motivazione proditoriamente assoluta e indiscutibile avanzata è quella del totalitario contemporaneo diritto (soggettivo). Aumentato dal genitivo oggi pazientemente e fatalmente ruffiano per cui sempre si debba inneggiare ai diritti “delle” donne. Come se, riguardo alla riproduzione umana, il problema fosse quello solo della donna e non anche e parimenti degli uomini, ambedue coniugati come nell’atto copulativo… Nell’espressione ossessivamente ripetuta apparentemente a favore “della donna”, il diritto verterebbe in sovrappiù “a non generare figli”. Assurdo! Il fatto che si debba rivendicare per la donna, invece come suo diritto primordiale, cioè la sua prerogativa assoluta e ontologica identitaria di maternità, la sua negazione la dice molto lunga del livello di demenza contro natura cui si sia giunti!
Diritto conseguentemente applicato anche masochisticamente al campo economico per cui – ad esempio – l’impresa multinazionale Whirpool chiude stabilimenti in Francia e in Italia, in quanto il mercato internazionale non ha più bisogno – va da sé e pure progressivamente da decenni – che di pochi frigoriferi e lavastoviglie per mancanza crudele di bocche non nate già dalla fine degli anni ’60. Oggi questi esseri più o meno concepiti naturalmente nel cosiddetto piacere sarebbero già in età di diventare loro stessi nonni… E ben consumatori felici, non solo di elettrodomestici, anche per il relativo benessere dei sindacati pure essi ignoranti forse più di quanto i loro stessi operai. Protagonisti e responsabili dei loro fatali guai causati dai portentosi ammazzabambini non solo con pillole!
E dai cosiddetti loro diritti di libertà di andare così in fabbrica ad avvitare nelle lamiere. Come se la loro funzione naturale e ontologica di genitorialità femminile fosse inferiore e subordinata a quella, che comunque avrebbero, di essere libere almeno quanto gli uomini. Anch’essi ora disoccupati e sbraitanti ignari, in ancora un inutile sciopero impotente riempito di umilianti sciocchezze dette “incazzate”: di puro non senso schiavizzato e senza logica speranza fattuale (senza scomodarne quella divina). Notare come nessuno parli di bisogni dei mercati quando il problema disoccupazione si pone!
Questo tipo di società colpevolmente infantile e culturalmente primitiva, che in sovrappiù inneggia all’aborto (!) nella vasta indifferenza, non potrà mai svilupparsi né economicamente né culturalmente e ancor meno, spiritualmente. Ecco l’abbrutimento! La crisi detta economica, così strutturalmente inserita progressivamente, da almeno mezzo secolo attivamente e senza nessuna coscienza conseguenziale, lo mostra e dimostra ampiamente. Purtroppo, per il momento, pure inutilmente in quanto, per farci fronte veramente, bisognerebbe prendere atto dell’autentica verità nella realtà… Cosa al di là, attualmente, delle reali e attuali possibilità.
Tutto ciò è quanto succede allorquando lo Stato sedicente etico si arroga il potere (sempre in questi casi laicista) di giudicare senza appello nell’insipienza volutamente ignorante e falsamente egoista, in quanto produttrice di penuria e povertà edoniste da… straccioni criminali. Come se si trattasse di un prototipo d’uomo e naturalmente di donna megalomani e realmente rimbecilliti da ricovero immediato. Vale a dire la negazione totale dell’armonia suprema del Cristo Re dell’Universo che si festeggia una domenica, verso la fine di ogni anno liturgico!

Con una natalità alla metà del tasso di sussistenza riproduttiva (!) che pretenderebbe ancora lo sviluppo economico: l’uomo postmoderno non capisce nemmeno la legge della sua sopravvivenza!
Ciò che colpisce clamorosamente (però nel silenzio generale sovrastato dalle distrazioni e dal rumore dei falsi dibattiti ermeneutici) è la totale cecità dell’intelligenza contemporanea di fronte all’evidenza della causa di gran lunga principale della crisi economica nell’ultimo mezzo secolo. E non solo dell’ultimo decennio, come comunemente detto stravolgendone, va da sé, soprattutto le cause!
Pochissimi economisti geniali in quanto veri osservatori, sempre attivamente emarginati e anche insultati (come Gotti Tedeschi, ex-ministro delle finanze del Vaticano) ne hanno parlato (e continuano a farlo in un clima di totale silenzio anche ben censurato in modo specialmente dedicato). Così, il primo fattore dello sviluppo economico è sempre quello – si potrebbe dire automatico! – della natalità naturale. Non altro e prima di tutt’altra cosiddetta priorità. Mentre i demografi, si sa, hanno fissato e ben calcolato a 2,1 figli per coppia il tasso medio di sola sussistenza della popolazione. Del resto come pensare allo sviluppo senza quello centrale, preliminare e scatenante della natalità? Così fino al totale riconoscimento di tutte queste costatazioni e alla presa di decisioni conseguenti, ci si dovrà accontentare – sempre che sia possibile – della mediocrità vomitevole di uno “sviluppo” tragicamente negativo all’altezza dell’attuale mezzo tasso di natalità, in corso in Europa: 1,3 bambini per coppia e da ben due generazioni. Un programma da suicidio collettivo. E giustificativo (!) dell’immigrazione, per tutti i falsi accoglienti nell’inferno della disoccupazione per almeno due o tre generaioni nella inevitabile criminalità…
Solo la concentrazione spontanea di tutte le forze e degli amorevoli entusiasmi delle paternità e maternità multiple può ingenerare l’intrinseco e conseguente “miracolo” della crescita economica.
Ma la cosa più straordinaria nella denatalità è la totale cecità autolesionistica. Per cui, dalle classi sociali più basse e maggiormente colpite dalla crisi economica (compresi i giovani!) fino al grande capitale internazionale che continuamente non fa che calcolare quanti “esuberi” di personale dovranno sempre prossimamente licenziare nelle loro aziende, tutti cioè di fronte alle gravi condizioni economiche in cui sono costretti a vivere, non vedano assolutamente che il problema principale e quasi esclusivo da risolvere è quello di fare subito più del doppio di figli nella media.
Se non altro per recuperare un po’ rispetto al drammatico perduto di due generazioni denataliste. Sapendo che, comunque, questi figli dovranno pazientemente crescere fino a che diventino loro stessi produttori e consumatori a tutti gli effetti. Senza la denatalità dell’ultimo mezzo secolo, non solo gli stabilimenti della Whirpool sarebbero in funzione, ma concorrenti pure di maggiore qualità, come Miele, assumerebbero molti dipendenti!
Che i giovani siano allucinati anche dalla ciclopica bufala del cosiddetto riscaldamento globale è cosa ormai abbastanza assodata almeno rispetto alla sua verità anche fattuale: basterebbe che ci si chiedesse il perché del nome Groenlandia che nelle lingue nordiche (quindi della Danimarca, sua nazione proprietaria) questo continente artico fosse verde (groen) nell’epoca della sua scoperta e conquista: il Rinascimento di cui tutti ammirano la profusione di ricchezza materiale e artistica. Pochi ricordano però che cotanta abbondanza eccellente fu possibile grazie ad una agricoltura climaticamente favorita dall’attualmente detto surriscalsamento e che aveva permesso anche due raccolti all’anno!.
E il motore a scoppio, che siffatti ecologisti vogliono eliminare totalmente nel 2030 (!), non era nemmeno nella mente del genio Leonardo. Altro che il dramma del “riscaldamento globale”.
Di cui non si è capaci scientificamente non solo di dominare i fenomeni (con immenso spreco di mezzi economici che oltretutto si dispongono al minimo della liquidità: il debito!) ma anche non si conoscono i meccanismi e capiscono le finalità… Chi potrà invocare la sapienza geo-scientifica (e storica) di una “musa”, poverina, come Greta?
Ma nemmeno è scontato o ammissibile che pure i grandi padroni, i cosiddetti “sfruttatori” immaginari e produttori degli essenziali fatturati nel mondo, come pure della gestione del futuribile, ad esempio il “G5 elettronico, siano nel giusto quando pensano e ripetono che la denatalità sia funzionale ai loro affari planetari… Più ci penso e constato e più, come al solito, concludo che siano anch’essi – alla fin fine – molto sciocchi e dementi, obnubilati dall’ideologia massificata, la stessa pure dei loro sempre meno – c’è da sperare – abbrutiti dipendenti!

Pure il “grande Kapitale”, penalizzando la famiglia e privilegiando con l’iperconsumismo gnostico i suoi affari, aveva lasciato quasi libere le popolazioni nel loro dissennato consumismo massificato
Il costo iperbolico dello statalismo è il risultato profondamente catastrofico dello gnosticismo, di una visione del mondo senza Dio e pieno dell’omincolo sedicente autosufficiente e tronfio postmoderno. Il quale per autosalvarsi ha finto di assumere tutte le prerogative inimmaginabili proprie del suo Creatore ed anche – a Suo parere di Giustizia – di più (in quanto è riuscito a indebitare il futuro grazie allo stesso statalismo, al punto che non gli è quasi più possibile pagare i suoi debiti che gli richiedono di potersi gonfiare ancor più). Tutto questo sfacelo demenziale e nella più completa irresponsabilità è avvenuto in un mezzo secolo di democrazia e di detta libertà popolare. Chi è il colpevole di siffatto disastro totale che ha l’aria dell’irreversibile e delle nefandezze nucleari – almeno apparentemente – praticamente irreparabili? Egli è già sotto gli occhi di tutti: l’Uomo massificato della Gnosi!
L’ultimo tratto di cinque decenni non è così altro che il compimento di altrettanti cinque secoli di ribellione al Dio Creatore della sua stessa Persona e della Città divina. Da cui il cosiddetto homo post-modernus non ha fatto che allontanarsi fino a rimuoverlo e attendere fatalmente la sua esecuzione finale e mortale. Senza pure volerlo nemmeno vedere o rifletterci. Ha consumato nella sua vita più di quanto abbia prodotto: il disonore l’ha sfinito. L’ha fatta mostruosamente grossa. Confusamente, ma lo sa. E non vuole neanche pensarci più, se mai l’avesse comunque anche solo pensato prima… L’ultimo atto del suo modernismo demente gli si presenta di fronte come un transumanesimo inarrestabile al di là delle sue residue forze…
Che fare? Se si ponesse questa domanda ultima e totale, se riuscisse a porsela, intuirebbe forse che da lì potrebbe ricominciare una nuova èra. Ma sa anche, e là sembra ne sia per ora certo, che non ce la vuol fare. Ormai attende l’evento alimentando forsennatamente quello che i situazionisti francesi avevano chiamato alla fine degli anni ’50 nella loro noia più totale, “la società dello spettacolo e lo spettacolo della società”. La droga non è un fenomeno marginale: tutti o quasi vivono nella “grande rimozione”. È da lì che scaturiscono i veri due partiti oggi veramente operativi.
Innanzitutto, gli gnostici iperattivi reiteranti e irrefrenabili (dai politicanti diventati totalmente antidemocratici con tutte le loro masse abbrutite fino ai – non se ne vogliano dell’inclusione apparentemente sacrilega o inaccettabile  – i molto benintenzionati “influenzatori cattolici” verso gli altri partiti). È, sempre da lì, che si dipartono pure gli eterni uomini veramente religiosi, i nuovi  chiamati a volte “glocalisti” in cui il momento di più alta attività è di inginocchiarsi per l’Adorazione del Santissimo Sacramento. E, subito dopo, quello di dedicarsi anima e corpo alla sempre più urgente e indispensabile costruzione del Partito dei cattolici: il “braccio armato di pace eucaristica” nella Chiesa e della Chiesa.
Nel più perfetto silenzio e, soprattutto, incuranti nell’attuale eco dell’insucesso più completo.

Lo stato pietoso del dibattito democratico che non solamente ignora il senso della gnosi e dello statalismo, ma non si è nemmeno provvisto della nozione di “glocalismo”, dopo 25 anni!
Mi rendo ben conto del carattere poco immediatamente comprensibile e intuitivamente accettabile, a causa della cultura dominante molto degradata, sfasciata e miserevole. In rapporto a tutte queste considerazioni sommariamente analizzate, anti-ideologiche e specialmente antimoderniste che ho appena presentato in questo post (necessariamente molto lungo). Questa grave difficoltà dà però la misura del livello tragico di crisi globale della nostra contemporaneità masochista (altro che edonista!). La quale ha già raggiunto il grado evidente della non intelleggibilità razionale e dell’incomunicabilità dialogica. Insomma della sua alienazione mentale. È quanto succede allorquando si privilegia la prassi acefala alla vera “teoria”, nel suo senso originario greco ed etimologico della “verità nella descrizione donata dalla realtà”. E dove la stessa nozione di realtà è abbracciata alla Verità metafisica della Rivelazione cristiana e trinitaria.
Si tratta cioè della realtà vista dal Cielo: come sempre il cristianesimo guarda all’uomo e alle cose di questo mondo necessariamente dall’alto della Croce dove il Cristo incarnato è morto, insultato, sputacchiato e orribilmente torturato innocente su ordine e preteso sberleffo del mondo. Il livello transumanista e feroce – come già detto – della lotta politica oggi nel mondo è tale che tutto si radicalizza nella sua “liquidità”. La speranza cristiana rischia di limitarsi per moltissimi cristiani solo alla promessa religiosa ed escatologica del trionfo che verrà alla fine dei tempi: con l’avvento completo del Regno di Dio e di tutte le Sue Verità. I cattolici e gli “uomini di buona volontà” sanno che anche e perfino la ragionevole razionalità dovrebbe imporsi al posto dell’inferno del mondo in preda alla sua follia senza apparente scampo. La speranza religiosa della Grazia per la natura umana “fatta a Sua immagine e somiglianza” così indirizzata verso il suo ragionevole divino, la impone sempre. Cristo risorge a Pasqua!

L’evidente mondializzazione dei problemi umani, sempre più interconnessi a livello planetario, portano a diventare glocali, come lo son diventati i primi apostoli a Roma capitale!
Un ultimo esempio qui, riguardo all’incredibile ideologia insensata nella cultura volontariamente impazzita della gnosi attualmente dominante, è dato dall’incapacità di rifiutare l’adozione della parola “glocalismo”. Futile carenza linguistica? Niente affatto!
E questo, dopo più di un quarto di secolo da quando è stata, per necessità e forse in molto ritardo, genialmente coniata negli Stati Uniti. I due concetti, in lotta irriducibile nel mondo intero tra i globalisti e i localisti – vale a dire i mondialisti onusiani ben massoni senza troppo saperlo, da una parte; e, dall’altra parte, i sovranisti detti populisti e assurdamente stigmatizzati “pericolosi fascisti” – dovrebbero indurre almeno a prendere atto ciò che due millenni di cristianesimo mostrano chiaramente. Che non c’è nessuna contraddizione tra l’universale e il particolare o personale locale.
A condizione però che si parta sempre dall’alto del divino ontologico. Dall’armonico e globale Logos e non riduzionista proprio alla gnosi!
La creazione per fusione dei due termini globalismo e localismo, cioè “glocalismo”, utilizzato e già tradotto in milioni di occorrenze limitatamente al campo più o meno economico su Internet e in varie lingue e culture, dovrebbe almeno chiarire il senso reciprocamente e naturalmente abbracciato e sempre più idissolubilmente legato dei due termini. Essi sono protagonisti dell’attuale dibattito inconciliabile. Ignobilmente irriducibile e offensivo per l’intelligenza umana. E devono essere condotti verso ben più complessa e unica Verità, la “circolarità tra fede e ragione” – come dice Stefano Fontana, anche grande collaboratore dell’immenso arcivescovo di Trieste Crepaldi , alla testa  della Dottrina Sociale della Chiesa!
I leader politici mondiali e tutti gli altri potrebbero così almeno giustificare il loro grande o piccolo potere politico come sacra missione globale contro la follia totalitaria e la sua causa eternamente attiva: lo gnosticismo. Preghiamo!

 

 

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