Vivere nell’umiltà e l’obbedienza (critica) in una Chiesa diventata piuttosto eterodossa, modernista e drammaticamente statalista.

L’idea secondo cui i vertici del clero cattolico, negli ultimi tempi, si erano un po’ moderati – certo non veramente riconvertiti totalmente – mi aveva facilmente conquistato, in quanto sono contro le scissioni religiose e per l’obbedienza attiva, quella più critica: la più costruttivamente petrina!
Ma negli ultimi giorni dell’anno scorso, in continuità con i primi di questo 2019 e dopo le ultime dichiarazioni di Papa Francesco, mi hanno fatto ritornare alla molto triste realtà di una Chiesa, la mia!, ancora politicista e verticista. Ormai in una fissità ideologica – si direbbe – inamovibile, statalista e anche in una dimensione psichiatrica alquanto patologica, anche se alternata. In sovrappiù, ad un livello avanzato che impedisce irrazionalmente ogni sequela di adesione devozionale.
In breve, si tratta delle caratteristiche dell’abituale “modernismo”, vale a dire dell’eresia diventata non religiosamente collettivista a detrimento sempre del Cristo Re dell’Universo. E in uno stato mentale fatalmente privato anche della logica formale, che permette l’essenziale dialogo identitario tra “la Fede e la Ragione”. Queste condizioni sono così ben riunite in una unità eterodossa diabolicamente e classicamente combinata.
In parrochia, avevamo appena cantato in famiglia e solennemente, nella liturgia di fine anno, il “Veni Creator Spiritus”, l’invocazione allo Spirito Santo affinché chiarisca l’unità tra il mentale dell’intelletto,  con la bocca che pronuncia la Parola scaturigine del Logos e, infine, in relazione con il cuore biblico della Vérità che solo il Silenzio pregante sa generare.
Ascoltando le dichiarazioni zelanti degli alti responsabili del clero, c’è di che rimanere alquanto disperati, noi i poveri fedeli. Noi che adoriamo almeno una ora alla settimana l’Eucarestia, il centro del cattolicesimo unico salvatore nella storia sostenuta dai Sacramenti oltre alle Sante Messe e alle preghiere delle Ore quotidiane. Nella ricerca cristocentrica dell’eterno miracolo del Dio vivente nella nostra vita e nella vita di tutti gli uomini!
Nei nostri canti di ringraziamento del Te Deum del san Silvestro, abbiamo invece visto spesso dominare i decibel della preoccupazione di una Chiesa ideologicamente piuttosto protestantizzata in un deficit spaventoso di Speranza teologale.
Mia moglie ed io abbiamo così pregato con una intensità come mai: dall’Angelus del mattino alla Compieta della sera!

Ma quali sono codeste dichiarazioni eterodosse tanto gravemente inquietanti?
Di fronte alla gravità indicibile delle eterodossie proclamate “urbi et orbi” – alle televisioni del mondo intero, che non fanno altro che moltiplicare le dichiarazioni sbilenche e diabolicamente forzate – gli innumerevoli scandali, inconcepibili dell’omosessaulità e della pedofilia anche nel vertice del clero, ci apparivano come poco significativi. Una sorta di paragone futile o marginale, senza troppa vera importanza, in rapporto agli scarti teologici nella dottrina sociale del cattolicesimo!
Già prima di Natale, il presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), il cardinale Bassetti, sulla stessa linea già adottata dalla rivista “ufficiale” Famiglia Cristiana e dalla politica papale a favore degli immigrati clandestini senza limiti, ha condannato la linea detta sovranista e populista del governo del Bel Paese. Così facendo, la Chiesa si allineava alla politica “europea” d’opposizione ben antipopolare di Bruxelles. E dando fiato alle trombe del suo rientro in politica. Il tutto, dando l’esempio a tutti i Paesi, sulla base di una legittimamente supposta autorità ecclesiale italiana.
In effetti, in quanro clero romano vicino al Papa, il cattolicismo italiano è sempre stato osservato come modello. Il nuovo impegno politico del cristianesimo così annunciato giunge dopo più di un quarto di secolo di catastrofico disimpegno. Il quale ha portato alla marginalizzazione scandalosa dei cattolici residuali, sedicenti “liberi” di poter votare per i partiti politici preferiti. Tutti semplicemente offerti dai mercati borghesi e molto spesso anche laicisti.
L’errore storico del cardinale bergogliano nominato recentemente dal vertice dei vescovi è almeno doppio. Innanzitutto, da quasi tre anni un nuovo partito laico d’ispirazione cristiana, molto lontano dall’ideologia elitaria piccolo brghese e sottoposta, totalitariamente a quella sostenuta dalla direzione bruxellese, su tutta l’Unione europea. Questo nuovo partito si è anche chiamato il Popolo della Famiglia, allo scopo di ben identificare il tema pastorale centrale del cristianesimo del nostro tempo: la Famiglia! Questo partito, invece, non è stato nemmeno preso in considerazione.

La Chiesa non deve fare politica. Ma essa è massimamente “esperta in umanità”, dunque sempre coinvolta dal sociale e dalla politica economica nel mondo intero
Ma c’è anche un altro errore ancora più grave. Vediamo, per ben confrontare ciò che diceva in una sua enciclica sociale, “Sollicitudo rei socialis” del 1987, il Papa santo Giovanni Paolo II, il più grande Papa diciamo “politico” del secolo scorso: “La Chiesa non propone sistemi o programmi economici e politici, né manifesta preferenze per gli uni o per gli altri, purché la dignità dell’uomo sia debitamente rispettata e promossa e a lei stessa sia lasciato lo spazio per esercitare il suo ministero nel mondo”. (41)
Nel qualcaso, la presa di posizione attuale della Chiesa è invece assolutamente a favore, e esplicitamente, del potere reale, evidentemente totalitario e parziale nel suo funzionamento, che una maggioranza certa dei popoli europei stanno contestando da anni: in vista delle prossime elezioni tra qualche mese…
La scelta di sostenere la residuale sinistra storica, sempre statalista e materialista (dubbiosamente ex-marxista), appoggiata assurdamente da Papa Francesco, non è nuova. Anche se essa si è resa responsabile come produttiva di disastri che ora non si sa come riparare (linea non molto lontana dalla stessa della destra liberale!), visto che si è ipotecato il futuro per diversi decenni. Con debiti demagogici e oceanici (praticamente quasi non rimborsabili) e molto costose in interessi annuali: il triplo di una manovra del budget annuale di una trentina di miliardi di euro pagato cash (!)ogni anno (quello contestato dall’Ue per molti mesi all’Italia)!
Non affermo assolutamente, con questo, la validità totale dei partiti populisti (la mia scelta è per il partito Popolo della Famiglia, ancora iniziale ma rigorosamente identitario in quanto cattolico laico. Ma appare insensato – come lo fa nella nostra epoca il vertice clericale – di posizionarsi col potere tecnocratico inevitabilmente oppressivo e nichilista. Il quale ha portato il nostro Vecchio Continente se non al fallimento (virtuale), almeno ad una povetà spirituale (morale) e ad una apparente opulenza tragicamente indebitata. Problematicamente irreversibile, allo stato attuale delle cose. Il terrore del clero romano e di molti cattolici militanti che un partito identitario come il PdF rischi di portare all’umiliazione del conteggio dei voti “cattolici” molto ridotto al minimo, non può tenere di fronte al sostegno di una oligarchia dispotica e superficiale. All’insegna della politica onusiana e massone, come quella che sta rendendosi odiosamente reazionaria nel mondo intero.

Il riduzionismo superficiale del mondo è penetrato nella Chiesa che ha ormai confuso i “poveri del Vangelo” (soprattutto di spirito) con quelli della “classe politicista” (elettorale ed immigratoria)
Oggi questa scelta classista della gerarchia cattolica è anche declinata a tutti i livelli. Dovrei senza dubbio ritornare sul tema di queste dichiarazioni in un prossimo post: per trattarlo in modo probante e  non solamente accusatorio.
Per esempio, Papa Francesco stesso, dopo essersi prodotto in dichiarazioni rassicuranti sul piano della verità della grande Tradizione cristiana, si è abbandonato, anche a braccio, ad una serie di affermazioni coerenti solo fra di loro, ma appartenenti al modernismo protestantizzato e allo statalismo. Il quale privilegia la lotta di classe che celebra sempre la dominazione dello Stato du Dio!
E al linguaggio sovversivo su quello anche della Verità, in sovrappiù datato da un punto di vista della obsoleta lotta politica sopratttto sindacale, anche obsoleto. Il teologo Bux ha appena notato che, in una delle ultime dichiarazioni di Pape Francesco, il “cristianesimo” sarebbe “rivoluzionario”: l’”affermazion è assolutamente falsa”, ha subito detto il prete cattolico.
Mai Gesù a significato i suoi Santi interventi come sovversivi o rivoluzionari, ma sempre in pieno completamento, nella continuità, della dottrina classica dell’Antico Testamento!
Oppure, che la santità di Maria madre di Dio sarebbe solo “progressiva”: mentre le proclamazioni anche dogmatiche (!) dei Papi Pio IX e Pio XII, quelle relative all’Immacolata Concezione e all’Assunzione, definiscono appositamente il contrario! Tanto più che ci troviamo nell’Anno detto di Bernedette (di Lourdes, naturalmente) la quale, vedendo in apparizione la Madonna, aveva sentito da Lei stessa l’auto-definizione d’Immacolata Concezione (sconosciuta, per la giovane e povera ragazza).
O ancora l’altro commento certamente non cattolico secondo cui “è meglio essere ateo piuttosto che cristiano”, se si utilizza il poco tempo rimanente al di fuori della frequentazione intensiva delle chiese (sic!) – “anche tutta la giornata”: letteralmente detto da Papa Bergoglio! – per parlar male degli altri fedeli… Dimenticando, ancora una volta, la verità radicale che i cristiani sono fondamentalmente – come tutti gli uomini – segnati dal Peccato originale!
Stefano Fontana, il teologo direttore di grande prestigio alla testa della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) sotto l’autorità dell’immenso arcivescovo di Trieste, Crepaldi, ha anche senalato che questa “imprecisione del linguaggio” praticata anche dal clero, sarebbe pure volontaria. Ma l’espressione utilizzata ha piuttosto l’aria di un eufemismo rispettoso nei confronti del Papa. Con tutte le conseguenze nefaste che la cosa comporta.
L’approssimazione abituale, si direbbe deresponsabilizzata, di Papa Francesco e dei suoi prelati da lui nominati alla direzione di dicasteri appositamente, non è veramente, e mai è stata, tollerabile.
C’è un grandissimo cardinale, Sarah, che proclama il silenzio, il Santo Silenzio, affinché Dio possa essere realmente percepito e ascoltato.

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