Da molte parti si invoca in Europa la necessità inaggirabile di disporre di un partito cristiano. L’attacco sistematico al cristianesimo, anche legislativo e vittorioso, lo esige prioritariamente.

Non rimangono più in Europa partiti politici a difesa esplicita dei valori cristiani. I partiti denominati “cristiani” son tutti più o meno spariti. E attualmente, in una epoca in cui i principi cristiani della vita pubblica sono massivamente attaccati da ogni sorta di legge, i cattolici si ritrovano dispersi in vari partiti tutti approssimativamente laicisti. Mentre i poteri si danno da fare per far approvare forme legislative – fondamentalmente anche totalitarie – contrarie ai valori cristiani, i cattolici si ritrovano ad essere sprovvisti dello strumento principe dell’azione politica: vale a dire di un partito che si assuma il sostegno e la propaganda (la testimonianza) pubblica delle motivazioni alla base della dottrina cristiana. Un handicap evidentemente insostenibile! La Chiesa e molti movimenti cristiani praticano invece una linea secondo la quale è lasciato ad ogni fedele la scelta di votare e di associarsi al partito personalmente preferito. Come se l’appartenenza ad uno di questi partiti disponibili sui mercati politici sia una questione soggettiva, marginale o indifferente ai fini della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa). Questa linea di condotta è sostanzialmente anche quella dell’attuale papato e di una parte decisiva del clero che si è posizionato su una strategia pastorale essenzialmente “spiritualista e intimista”. Il carattere iperattivo dei movimenti LGBT e la cultura secolarizzata generalmente diffusa dai media hanno raggiunto livelli di opposizione massima alla tradizione della civiltà occidentale, dunque al cristianesimo. Da anni si registra così l’esigenza della creazione di un nuovo partito particolarmente e specificatamente cristiano.

L’opposizione radicale a questo progetto chiaramente religioso non è solamente laicista, ma proviene pure dai ranghi cattolici. Questi sono diventati oltre che sedicenti “adulti”, dunque notoriamente relativisti e soggettivisti in materia non solo politica, anche laicisti essi stessi, pure autolaicisti e cattoprotestanti. È noto che i protestanti (ai quali Papa François non lesina genuflessioni assolutamente ingiustificate) sono – per definizione e dal loro inizio – sempre in pieno accordo col potere mondano in auge. Ciò comporta che siano, in effetti, perfetti statalisti in quanto esseri soprattutto “religiosi”. Dove lo statalismo altro non è che, prima ancora che una politica economica scellerata, l’affermazione assicurata della superiorità e della dominazione dello Stato sul potere spirituale, vale a dire su tutta la cultura millenaria della Chiesa. Si hanno, per conseguenza, molti cattolici detti “progressisti” che diventano militanti contrari ai valori non negoziabili cristiani. Oppure, oggettivamente a favore o a sostegno dei partiti nichilisti che praticano, per esempio, l’assassinio legalizzato con l’aborto o l’eutanasia (attualmente pure per i bambini, come in Belgio). Innumerevoli crimini banalizzati! Vale a dire a scapito della parte vergognosamente più debole della vita, sempre sacra, di malati, handicappati e di bambini! E questo in rapporto ad “adulti” quasi sempre assassini, iperforti e ipocritamente impudenti, seppure coperti di falsa compassione nella loro “libertà contro natura”.

In ogni caso, ci sono state vere creazioni di nuovi partiti o movimenti cristiani! Sfortunatamente, questi partiti sono stati destinati – da parte di una grande maggioranza della gerachia dell’attuale Chiesa (che preferisce intervenire verticisticamente in quanto istituzione!) – ad essere irrilevanti, marginali e assolutamente subordinati. Per trovare motivazioni fittizie, funzionali al fallimento infantile di questi veri e propri movimenti di massa, c’è stata poi la tradizionale spocchia gelosa e finalmente deleteria di molti loro leader clericali (troppo clericali) che si sono  opposti, in modo clamoroso, alla loro fondazione o sviluppo. Attualmente, dopo aver constatato – per esempio in Francia e Italia – che la mancanza di un partito altrettanto potente e ben sostenuto dai suoi pastori quanto il movimento che si è effettivamente manifestato (anche con milioni di partecipanti attivi in piazza) ha permesso l’approvazione di leggi incivili. Non solo anticristiane, ma anche di anticiviltà. “Meglio generare divisioni – aveva dichiarato un grande cardinale (Ruini) – che essere irrilevanti!”.

L’idea sottostante e alla base di questa visione infine masochista e falsamente dirigista è, in effetti,  quella di non “crearsi nemici nella società allo scopo di poter dialogare con tutti”!
Si tratta di una strategia assurda e pure antievangelica! Gesù aveva avvertito a più riprese i suoi discepoli che il Suo messaggio avrebbe diviso madri e figli, padri e figlie, fratelli e sorelle… Infatti, Egli stava portando la divisione e non la falsa unità del potere mondano. Fino al Golgota sulla Croce, nell’unità trinitaria: la sola vera!
Un partito, vale a dire un semplice strumento storico, anche se provvisto di buone motivazioni o di circostanze che possono validamente impedirne la fondazione, è sempre suscettibile di modificazioni e di messe a punto democratiche successive, com’è ben d’uso del resto. La preoccupazione di perfezione in questo mondo non può mai giustificare l’immobilismo. Questo è il peggiore dei mali per l’uomo religioso che, con la scusa di vivere in questo mondo ma di appartenere a quello celeste della trascendenza, tradisce molto semplicemente l’incarnazione di Cristo. Egli tradisce perfino questo  Papa che, a suo tempo, ha raccomandato ai cattolici di non aver paura di assumere le proprie responsabilità tipicamente laiche… Costituire un partito, né è classicamente uno.
Mai gelosie, considerazioni soggettive oppure di circostanza anche fondate, dovranno avere l’ultima parola nella risposta –però inevitabilmente criticabile – alla questione dell’assenza intollerabile di almeno testimoniare pubblicamente e rigorosamente in modo cristiano nell’attuale caos della secolarizzazione gnostica. Tanto più che, in Italia, membri del Partito (detto) della Famiglia hanno risposto – continuanuamente inascoltati – a tutte le 10 “obiezioni” ricevute, con le argomentazioni particolarmente avvedute e lungimiranti di uno dei suoi fondatori: Gianfranco Amato.
Ma quando si è sottoposti ad una attitudine spocchiosa e sdegnosa e, soprattutto, inutilmente clericale, nulla può la ragione. Resta, dunque, solo da attendere che la forza della realtà – come si può sperare oggi – possa esercitare il suo potere sul ragionevole. Visto che il contrario, come doveva essere anche se tardivamente, non si è drammaticamente prodotto!

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